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.: Ultimi 5 commenti

.: Il Blog di Antonella Fachin
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Sabato, 5 Febbraio, 2011 - 09:55

HUMOR: lavoro per tutti?!?

Cari assunti, convenienti precari,
con Berlusconi è facilissimo farsi prendere la mano, soprattutto per chi, come me, scrive vignette.
Il problema è che lui è ovunque: economia, politica, calcio, figa. Pure quando nomini Mubarak, finisci per ricordarti della sua avvenente sospetta-nipote, certamente-mignotta. Insomma: sta diventando difficile trovare argomenti di attualità nel senso giornalistico del termine. Poi per carità, lavoro, sanità, futuro, scuola sono ben più importanti delle intercettazioni di qualsiasi parlamentare: ma a parte sessanta milioni di italiani, a chi volete che interessino? – Arnald
Sabato, 22 Gennaio, 2011 - 15:30

Marchionne, i chiodi e l'economia del nostro tempo

Carissimi/e,

Gustatevi il video:
Ascanio Celestini del 13-01-2011.mp4
“… se il capitalismo è 5 miliardi di persone che producono 100 miliardi di chiodi e poi se li comprano, la domanda mia è questa: ………………”

http://www.youtube.com/watch?v=JSQeT5Lc3KA&feature=player_embedded

no, non vi dico quale è la domanda merita di essere scoperta da voi!!!
Se volete fate circolare tra amici e conoscenti per opportuna riflessione !!!

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella
Sabato, 20 Novembre, 2010 - 18:16

HUMOR: Malpaese

Malpaese.

Venerdì, 28 Maggio, 2010 - 16:31

HUMOR: grandi manovre .. finanziarie


Grandi manovre.

mag 27
Lunedì, 24 Maggio, 2010 - 21:35

HUMOR: la legge del più forte

La legge del più forte.

Lunedì, 24 Maggio, 2010 - 21:31

HUMOR: appalto all'italiana....

Un sindaco chiede un preventivo per pitturare la facciata del municipio e gli arrivano tre offerte.
Quella di un tedesco di 3.000 euro, quella di un francese di 6.000 e quella di un italiano di 9.000 euro.
Davanti a tali differenze convoca una riunione con i tre concorrenti affinchè giustifichino i loro preventivi.

 
Il tedesco gli dice che vuole usare una vernice acrilica per esterni che costa 1.000 euro e che vuole dare due mani, poi tra impalcature e
pennelli si spendono altri 1.000 euro ed il resto è il suo guadagno.
 
Il francese giustifica il suo preventivo dicendo che lui è il miglior pittore in circolazione, che usa una vernice poliuretanica e che vuole
dare tre mani.
La pittura viene quindi 3.000 euro, tra impalcature e pennelli si spendono altri 2.000 euro e gli altri 1.000 sono il suo guadagno.
 
L'italiano, che viene ascoltato solo per curiosità poichè il suo preventivo non è paragonabile agli altri, dice:
 
"Sindaco, il mio è sicuramente il preventivo migliore: 3.000 euro sono per te, 3.000 sono per me e 3.000 sono per il tedesco che pittura la
facciata..."

Giovedì, 22 Aprile, 2010 - 14:53

HUMOR: Il prezzo della secessione

Martedì, 6 Aprile, 2010 - 22:00

HUMOR: MORTI SUL LAVORO: andate in pace

Cari assunti, convenienti precari,
dopo i bagordi della campagna elettorale, i TG di tutta Italia sono a caccia di notizie. Ecco che tornano protagonisti i morti sul lavoro. Sì, sempre questi arroganti, presuntosi, rompicoglioni che provano a conquistare le pagine dei giornali. Ultimo in lista, tale Sergio Capitani, operaio di trentaquattro anni. Un infido lavoratore che si è fatto ammazzare da un tubo pieno di ammoniaca nella centrale elettrica di Civitavecchia, proprio alla vigilia di Pasqua. Un piano diabolico per rubare la scena alla star del momento: Gesù Cristo. Caro mio, ti è andata male. Gesù è morto a trentatre anni, non a trentaquattro, e di lui ancora si parla. Di te invece, tempo una settimana, non si ricorderà più nessuno. – Arnald
p.s.: Sergio Capitani è morto da tre giorni. Ho aspettato a parlarne perché se avesse deciso di risorgere, che figura ci avrei fatto io?

Mercoledì, 24 Marzo, 2010 - 09:20

W lo stato laico!

Stato confessionale.

mar 23
Cari precari,
dalla nascita siete circondati di croci. No, stavolta non in senso metaforico, ma letterale. Questo paese è ossessionato dall’accontentare uno stato straniero che aggira, scavalca e denigra le nostre leggi. Che ci spiega cosa è morale e cosa no: uno Stato che però, quando fa qualcosa di immorale, dà la colpa al diavolo. Poi sono cazzi dei magistrati andarlo a cercare ‘sto povero diavolo, ma i preti non si toccano. Se non in compagnia dei bambini.
Non c’è atto, dalla trombata all’aborto, dalla nascita alla morte, dal voto all’astensione (anche sessuale) che non passi per le bocche dei vescovi.
Ieri il cardinal Bagnasco, tanto per mettere le mani nelle nostre urne (oltre che nelle tasche e nelle coscienze) ha invitato tutti a non votare chi è a favore dell’aborto. Però caro cardinale, poteva anche essere un po’ più positivo. Non avrebbe fatto bene anche a dire di andare tutti a votare per chi sconfiggerà il cancro in tre anni? – Arnald
Domenica, 21 Marzo, 2010 - 14:10

LAVORO SUBORDINATO: precauzioni d'abuso (da parte dei datori di lavoro)

Precauzioni per l’abuso.

Cari precari,
mentre le nostre piazze si popolano di viola, rosso e nero, il governo zitto zitto, quatto quatto, legifera a più non posso per mettere i lavoratori con le spalle al muro. Ultima, in ordine di tempo, la questione dell’arbitrato in caso di controversia tra datore di lavoro e sottoposto.
Di cosa si tratta? Semplice. In caso il fine rapporto non accontenti il lavoratore e questi decida di portare in causa il datore di lavoro, da oggi la controversia può essere risolta non più dai giudici, ma da un arbitro che deciderà a sua discrezione le sorti della questione.
Ora, immaginate di fare un colloquio di lavoro e il vostro futuro capo vi chieda, candidamente: “Lei è disposto a firmare un foglio in cui accetta di risolvere la nostra futura controversia attraverso un arbitrato?”.
Provate a rispondere: “No”. Poi fatemi sapere se siete stati assunti. – Arnald
Sabato, 6 Febbraio, 2010 - 12:46

Lettera di un cittadino dell'Italianistan

Salve,
sono un cittadino dell´Italianistan.
Vivo a Milano DUE in un palazzo costruito dal PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Lavoro a Milano in una  azienda di cui è mero azionista il Presidente del Consiglio. Anche l´assicurazione  dell´auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l´assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio.
Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio. 
Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio. Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio).
Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio,con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall´agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario.
Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere.
Allora mi stufo e vado a navigare un po´ in internet, con provider del Presidente del Consiglio..
Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.
Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono  dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse!!!!!!!!!!!!!
Per fortuna!

Lunedì, 4 Gennaio, 2010 - 16:52

... e BUON PRINCIPIO!

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Giovedì, 31 Dicembre, 2009 - 19:31

BUONA FINE!!

anno_nuovo_bassa

Venerdì, 18 Dicembre, 2009 - 12:25

HUMOR: aggressioni

ospedale_bassa

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Il 27 novembre del 1095, papa Urbano II lanciò la prima crociata. Ci vollero quattro anni (non molti per quei tempi) per organizzare le truppe e mandarle a far baldoria oltremare. Ma ben prima degli eserciti “convenzionali”, una massa di diseredati, guidati da un certo Pietro l’eremita, partì per la Terra Santa. Questa prima fase passò alla storia come crociata dei pezzenti.
Perché tanta gente rispose a modo suo all’appello di un papa, allora conclamato potere politico? La società era corrotta, le classi guerriere, senza alcuna spinta verso l’esterno e l’espansione – che a quei tempi rappresentavano il progresso – rivolgevano le proprie armi, abusi e violenze sul fronte interno, mettendo in crisi il sistema di potere e la società nella sua interezza.
Insomma, il popolo, inteso come massa che affida i propri destini alla classe dirigente di turno, decise che era tempo di fare di testa propria: quando questo succede non ne esce mai niente di buono. Il minimo che ti possa capitare è qualche scellerato che attenta alla vita di un potente. Ma generalmente si finisce per trovarsi nel mezzo di una lotta armata di uomini radicali ed estremi che, superati tutti i freni inibitori, si lasciano guidare da ideologie incontrollabili.
Questo fa parte della natura umana e accadeva mille anni fa, come pure oggi.
Lo dico da un po’ che la miccia è accesa sotto i nostri piedi e alla fine la prima vera violenza è arrivata, ieri, dritta sui denti di Silvio Berlusconi.
Certo, siamo al gesto isolato di un uomo un po’ fuori di testa, frustrato, in cura da dieci anni da uno psichiatra. E sì, è tutto frutto del clima di veleni e insulti generati dagli ultimi anni della politica: dai ministri e presidenti che hanno cominciato a dare dei coglioni e merdaioli agli elettori, fino a chi (e qui ci mettiamo proprio tutti) gli elettori li ha trattati come coglioni per davvero.
Tale Massimo Tartaglia non ha fatto un favore a nessuno se non a Silvio Berlusconi: oggi è più martire che mai e la sua faccia penosamente (e drammaticamente) insanguinata è la prova che siamo in una nuova fase, ben oltre il gesto istintivo del cavalletto del 2005 che gli venne lanciato contro senza la reale volontà di colpirlo. Abbiamo prodotto così tanta merda, negli ultimi tempi, che neanche Bertolaso saprebbe dove stiparla: non ci resta che usarla come concime per far crescere tempi migliori. – Arnald
Sabato, 28 Novembre, 2009 - 18:59

HUMOR: pausa pranzo

pausa_pranzo

Sabato, 7 Novembre, 2009 - 20:19

..in verità vi dico...

In verità vi dico.

nov 3
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Ciao a tutti precari,
leggevo oggi sui giornali che i sindaci di tutta Italia promettono di scendere in strada a distribuire crocifissi in difesa degli italiani. Così ho capito come possiamo ottenere tutto ciò che ci viene tolto o non ci viene dato. Basterà chiedere alla corte di Strasburgo di vietare gli estintori nelle fabbriche, i letti negli ospedali, i banchi nelle scuole per vedere i nostri amministratori fare finalmente qualcosa per noi. – Arnald
Sabato, 7 Novembre, 2009 - 20:17

Le dieci risposte

Le dieci risposte.

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Finalmente, cari precari, Silvio nostro ha deciso di rispondere a dieci domande tutt’altro che innocenti. Certo, l’ha fatto attraverso il suo valvassino Vespa, ma almeno ha compiuto lo sforzo.
C’è da dire che l’atteggiamento di Repubblica si stava facendo pesante e io stesso, che non sono un amante del Presidente, cominciavo ad averne piene le palle di cinque pagine fisse e quotidiane sulle puttane e le puttanate di Berlusconi.
Ora, finalmente, potremo tornare a occuparci dei problemi del paese: crisi, occupazione, cassa integrazione, credito alle imprese, infrastrutture, scuola, ecc.
Sempre che ci sia qualche politico determinato ad affrontarli, tra un troiaio e l’altro, s’intende. – Arnald
Sabato, 31 Ottobre, 2009 - 23:23

posto fisso? e venne il giorno anche di Tremonti!!!

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Venerdì, 30 Ottobre, 2009 - 15:02

gay: diversamente cittadini

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Ciao a tutti flessibili e precari,
il mio giudizio sul popolo di sinistra, me incluso, è sempre stato pessimo. Siamo quelli che hanno concesso a una classe dirigente di andare avanti a oltranza con lotte intestine, inciuci di ogni genere e divisioni infinite.
Non ci facciamo mancare neanche gli apparentamenti politici da tribunale dell’Aia (vedi Paola “ratzista” Binetti) che fanno affossare uno alla volta i diritti civili di questo paese.
“La storia siamo noi” diremmo di fronte al solito finale patetico congressuale del finto partito democratico. Ce ne dovremmo proprio vergognare, aggiungo io. Destino dell’elettore di sinistra, dunque: l’impossibilità di fare una qualsiasi riforma civile prima che il proprio governo cada.
Al contrario, l’elettore di destra può dirsi soddisfatto di aver visto la propria compagine politica bivaccare tra gli scranni del vincitore per tutta la legislatura.
Però, mentre noi non governiamo mai per problemi di frammentazione, a destra non si governa per problemi di totale accentramento del potere nelle mani di un uomo. Non so nemmeno se chiamarla deriva peronista, fascista o sfascitsta, non è questo il punto: semplicemente, siamo così presi a risolvere i cazzi grossi di questo signore che qualsiasi problema del resto del paese passa sempre in secondo piano. Disoccupazione dilagante, malasanità, corruzione di ogni genere, nepotismo, fuga di cervelli, povertà. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per un inverno bollente, altro che autunno caldo. Non mi chiedo neanche più se questi signori, da destra a sinistra, si rendano conto che la bomba sociale è pronta a scoppiare. O credono che tutti quelli che hanno perso un lavoro, la casa, la dignità e il futuro (perché riprendersi da una bancarotta familiare è quasi impossibile), se ne staranno buoni, in fila alla Caritas, per una minestra calda? – Arnald
p.s.: da oggi, se sfogliate i quotidiani, troverete i primi annunci delle banche dedicati allo scudo fiscale. Ce n’è uno favoloso (una vera pippa a quattro mani fatta a questo governo) della Deutsche Bank, in cui si vede un ponte che attraversa uno stretto. Potrebbe essere quello di Messina, direte voi, ma non è così: intorno non si vedono macerie.
Domenica, 27 Settembre, 2009 - 16:40

HUMOR: il partito dei disoccupati

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Domenica, 20 Settembre, 2009 - 16:15

HUMOR: AFGHANISTAN: Mission impossible

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Ciao a tutti flessibili,
questo testo è postumo alla pubblicazione della vignetta. Lo scrivo perché vorrei parlarvi della retorica di questo paese. Ho ricevuto (e naturalmente accettato, perché siamo liberi di pensarla come ci pare) una critica su questa vignetta. Mi è stato detto che è di cattivo gusto perché quei ragazzi son morti. E ci mancherebbe che non lo so! Oltretutto mio cognato andrà a Kabul tra poco tempo. Due considerazioni: non mi pare che la gente si strappi le veste quando muoiono i ragazzi nei cantieri o nelle fabbriche. Eppure di vignette pesanti e amare sulle morti bianche ne ho scritte. Seconda considerazione: trovo molto più di cattivo gusto che il governo (da quello Prodi a all’attuale), non chiariscano le regole d’ingaggio o non decidano di riportare a casa i ragazzi che stanno lì a spaccarsi il culo per una guerra di Bush. - Arnald
Mercoledì, 16 Settembre, 2009 - 19:06

HUMOR: la crisi e l'odore dei soldi

Mercoledì, 16 Settembre, 2009 - 19:05

HUMOR: IL FLOP DI BERLUSCONI

Mer 16 Set 2009
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Venerdì, 7 Agosto, 2009 - 10:47

Buone vacanze con HUMOR

Buone vacanze da diversamente occupati.

.......... e da Antonella Fachin

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A chi si prende una pausa dal lavoro e a chi se ne prende una dalla ricerca di un lavoro. A chi si stende sulla sabbia e a chi la porta nei cantieri. A chi risponde al telefono sei ore al giorno e a chi lo spegne per tre settimane. A chi naviga in barca e a chi continua a farlo in ufficio. A chi ha progettato le terza corsia della variante di Mestre e a chi si è fregato i soldi per farla. A chi scalerà le alpi e a chi scalerà le impalcature. A chi cercherà il largo e a chi sognerà la riva. Ai cervelli in ferie e a quelli in fuga, buone vacanze da Diversamente Occupati. - Arnald
Martedì, 28 Luglio, 2009 - 13:27

HUMOR: Afghanistan e la missione di pace

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Venerdì, 24 Luglio, 2009 - 13:48

HUMOR: il rilancio dell'economia

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Giovedì, 9 Luglio, 2009 - 13:25

11 luglio:Assemblea di adesione a vertenza per rimborso CIP6

Per partecipazione e adesione!
Io aderirò
Cari saluti
Antonella
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Milano: Assemblea di adesione alla vertenza per il rimborso del CIP6
In occasione delle tre settimane di mobilitazione indetta dalla Rete Nazionale Rifiuti Zero e dall’Associazione Diritto al Futuro per l’adesione alla vertenza contro il CIP6, si svolgerà un assemblea pubblica sabato 11 Luglio 2009 alle ore 17.00, presso l’ Associazione Culturale Punto Rosso, Via Guglielmo Pepe, 14 - Milano -MM2 Linea Verde – Passante Ferroviario Stazione FFSS Gari! baldi – uscita di Via Pepe.
L’incontro è organizzato da:
Associazione Progetto Civile di Milano,
Meetup degli Amici di Beppe Grillo di Desio,
Comitato per l’alternativa al nuovo inceneritore di Desio,
Meetup degli Amici di Beppe Grillo di Monza,
Sindaco di Cassinetta di Lugagnano Domenico Finiguerra,
con la partecipazione del Meetup degli Amici di Beppe Grillo di Brescia.
All’assemblea sono invitati tutti i cittadini, i comitati, le forze politiche, sindacali e tutte le realtà interessate alla buona gestione dei rifiuti e dell’ambiente.
Oltre il 7% dell’importo della bolletta elettrica alla voce Cip6, che avrebbe dovuto finanziare la diffusione delle fonti rinnovabili, è utilizzato invece per pagare impianti di incenerimento (definiti in modo truffaldino ‘assimilati’ alle rinnovabili), che bruciano sostanze inquinanti, contribuendo all’incremento di malattie respiratorie e tumori. L’Italia è stata a tal proposito sottoposta a procedura di infrazione da parte dell’UE ed è stata condannata.
Se il cittadino è quindi titolare, privato o aziendale, di un contratto di energia elettrica, può chiedere, tramite la vertenza che promuoviamo, la restituzione della somma che dal 2001 al 2007 è stata illecitamente utilizzata, e pretendere di non pagarla in futuro.
L’Assemblea si propone di essere uno start up per organizzare la raccolta di adesioni alla vertenza contro il Cip6 nell’area milanese e più in generale in Lombardia.
Chiediamo quindi ad ogni realtà interessata di inviare un proprio rappresentante.
Sabato avremo inoltre già a disposizione la modulistica della vertenza: è importante che da subito come singoli abbracciamo questa iniziativa e vi invitiamo quindi ad aderire personalmente!
Coloro che vogliono aderire dovranno fornire:
· fotocopia del documento d’identità (ante e retro)
· fotocopia bolletta del fornitore di energia elettrica (Enel, etc.)
· contributo di € 10,00 (dieci) di sostegno alle spese legali che l’Associazione Diritto al Futuro dovrà sostenere
Associazione Progetto Civile
adesioni e info: donofrio.eleonora@gmail.com
per saperne di più sulla vertenza contro l’incenerimento dei nostri diritti:
http://www.dirittoalfuturo.it/vertenza.html

Venerdì, 1 Maggio, 2009 - 21:17

Buon 1° maggio?

Primo maggio.

Posted by Arnald under Diversamente occupati

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Giovedì, 30 Aprile, 2009 - 23:32

Buon 1° maggio! Buon May Day a tutti/e!

Buon 1° maggio
a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici e a tutti coloro che sperano di trovare presto un lavoro, ai precari cui non è consentito avere un progetto di vita con la scusa della flessibilità (solo la loro!) nella speranza che la loro carriera sia diversa da quella immaginata dal grande Arnald!

Cari saluti
Antonella Fachin

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Giovedì, 23 Aprile, 2009 - 11:34

HUMOR: IL LAUREATO in Abruzzo

Il laureato.

Posted by Arnald under Diversamente occupati, 20 aprile 2009
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Cari precari,
questa mattina a L’Aquila è stata consegnata una laurea ad honorem in memoria di Lorenzo Cinì, ragazzo di 23 anni che si sarebbe laureato oggi, se non fosse morto sotto le macerie della casa dello studente.
Ieri, intanto, un nuovo scandalo sotto il sole: nel capoluogo abruzzese erano pronte e chiuse due nuove case dello studente che non hanno subito il benché minimo danno dal terremoto.
Perché allora non usarle, visto che gli studenti avevano chiamato più di una volta le autorità per rendere noti i dissesti e i tentennamenti dell’edificio? La spiegazione è semplice e tutta italiana: l’operazione di trasferimento e la gestione dei nuovi edifici erano antieconomiche.
Dunque, come sempre accade in questo paese di merda (ricordate gli estintori vuoti della Thyssen?) si pensa prima al soldo che alla vita delle persone. Onestamente, se fossi il padre dello studente miseramente crepato (e basta col cazzo di politically correct), ammazzato dalle nostre istituzioni, con quella laurea mi ci pulirei pubblicamente il culo.
E poi che riparta pure la costruzione della città: tanto per come vanno le cose qui da noi, dobbiamo solo aspettare che venga di nuovo tirata giù a colpi di mazzetta. - Arnald
Mercoledì, 1 Aprile, 2009 - 23:38

HUMOR: social network

Asocial network.


Posted by Arnald under Diversamente occupati
 
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Ciao a tutti flessibili e precari.
Quanti di voi si prendono quel famoso quarto d’ora ogni due ore, per togliere gli occhi dallo schermo del computer?
Personalmente lo faccio poco, visto che non ho neanche il sano vizio del fumo che, per pure questioni di astinenza, obbliga tante persone a mollare gli ormeggi dalla scrivania per raggiungere l’uscita o la sala fumatori.
Però, far pausa dal lavoro fa bene e serve a ricaricare un po’ le pile, a distrarsi e rinfrescarsi le idee. Da un po’, cioè da quando internet è entrato nella sua fase più partecipativa, la pausa corrisponde sempre più spesso non in una camminata verso il bagno o in un caffè alla detestabile macchinetta, ma in un giro su Facebook o in chat su MSN e affini.
Poco male, direte voi, ognuno fa quello che vuole del proprio tempo. Ma che succede se poi, abusando dei nostri strumenti (come sempre accade in Italia) la pausa Facebook si trasforma in attività principale e il lavoro viene relegato nei momenti di pausa? Non vi sembra possibile?
Allora spiegatemi perché molte aziende stanno limitando l’accesso ai social network negli orari di lavoro. Non è solo un problema di abuso del tempo, ma di concentrazione. Lavorare con una persona che passa la giornata a decidere se partecipare al gruppo “Contro qualcosa” o a fare il test “Quanto sei qualcos’altro” ti obbliga a parlare con due neuroni liberi di un cervello completamente rapito da altro.
Insomma, io pure mi diverto molto a chattare e postare, ma non sarà che questi social network, oltre a farci lavorare male, ci rendono anche un po’ asociali? - Arnald
Lunedì, 30 Marzo, 2009 - 17:26

HUMOR: voto d'addio al biotestamento

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Ciao a tutti.
Che avessi una tendenza a limitare le mie visite al seggio elettorale si sapeva.
Però, da bravo stronzo di sinistra ho deciso di insistere, di crederci.
“Ecchecazzo” mi dicevo “prima o poi riusciranno a fare qualcosa di sinistra nel PD no?”.
Alla fine, invece, mi sono reso conto che l’unica cosa di sinistra che sanno fare è dividersi e non trovare mai una merda di linea comune. Soprattutto, il PD ha perso completamente la sua vocazione laica, dove per laica si intende prima il rispetto della nostra costituzione, poi quello dei dieci comandamenti.
Insomma: direi che da ieri, con l’affossamento del testamento biologico, la mia vita come elettore del PD è finita. E non c’è sondino che possa prolungarla. - Arnald
Sabato, 21 Marzo, 2009 - 12:10

HUMOR: in nome della legge (Biagi)

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Ciao a tutti flessibili e precari.
Sette anni fa, Marco Biagi, il giuslavorista che ha dato il nome alla giustamente controversa legge sul lavoro (legge 30), veniva ammazzato dalle brigate rosse. Oggi Napolitano l’ha voluto ricordare parlando di come non ci si deve arroccare sulle vecchie conquiste fatte nel mondo del lavoro dalle passate generazione. Diciamo che qui, più che arroccati siamo aggrappati con le unghie a ciò che ne resta. Pensione, ferie e malattie pagate, straordinari: tutti diritti che ai precari sono negati. Nel giro di pochi anni è stato messo in moto un meccanismo che ha strappato ben più di una certezza alle nuove generazioni di lavoratori.
Un principio di flessibilità inaugurato miseramente da Treu e sfociato ben presto nella precarietà assoluta.
Il contratto a progetto, per esempio, poteva essere uno strumento per migliorare i propri conti grazie a compensi più alti o lavorando per più clienti contemporaneamente.
Invece, i nostri imprenditori, Stato compreso, l’hanno usato come forma d’assunzione da licenziamento facile e alleggerita di responsabilità e diritti. Colpa di Marco Biagi? No. Rileggendo le sue carte e ripercorrendo la sua opera, si scopre presto che la legge 30 porterà pure il suo nome, ma non le sue idee. A cominciare da quelle sugli ammortizzatori sociali che Marco Biagi, come spesso aveva scritto e dichiarato, voleva rafforzare. - Arnald

Sabato, 14 Marzo, 2009 - 00:30

HUMOR: Lavoratori modello.

Posted by Arnald under Diversamente occupati

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Domenica, 8 Marzo, 2009 - 20:10

HUMOR: crisi economica (2)

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Sabato, 7 Marzo, 2009 - 15:50

HUMOR: contratti terminali

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Salve Precari.
Dite la verità. Quanti di voi stanno facendo il conto alla rovescia per sapere se finiranno nella statistica dei contratti non rinnovabili?
Quanti di voi sanno già che non c’è speranza di rinnovo e hanno smesso di mettere qualsiasi passione nel lavoro? Quanti si ritrovano senza soldi per l’affitto? O per il mutuo?
Beh, molti precari, presto, finiranno col culo per terra e non ci sarà nessuno a tirarli su.
Il governo per primo se ne lava le mani dicendo che non può mica salvare tutti: mica si può fare un lodo salva precari. Sti cazzi dei precari, no?
Non parliamo nemmeno dei due sindacalisti leccapalle né del leggero ritardo (appena dieci anni) della sinistra sulla questione dei contratto a termine.
Piuttosto, cerchiamo di capire come creare occupazione e far uscire vivo dalla crisi chi ci entra.
Avete idee? Proposte?
Sono esentati da questa domanda tutti gli onorevoli (si fa per dire) deputati e senatori, sindaci, presidenti di regione e provincia, consiglieri comunali, consiglieri regionali, portaborse, sindacalisti, sinistra extraparlamentare, presidenti di circolo politico. Praticamente il 60% della popolazione italiana. – Arnald
p.s.: sarebbe carino, anche solo come gesto se quei bravi ragazzi che ci governano si decurtassero lo stipendio base (14.000 euro vero?) come gesto di decenza, oltre che di umanità verso le finanze dissestate di questa nazione.

Domenica, 1 Marzo, 2009 - 13:16

HUMOR: posto fisso

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Ciao a tutti precari,
Dove vivo io, la mattina la strada si trasforma in un inferno di lamiere guidate da pecore governate da lupi scaltri come volpi e affamati come squali.
Chi sono? Beh, la nostra classe politica collusa con il sistema produttivo che insegna al popolino a prendere l’auto per andare a lavoro, per andare a comprare il latte, o semplicemente per andare al creatore. Una pecora per auto e il gregge è fatto.
Quando vedo i romani (gli italiani?) affollarsi come bestie da macello sulle nostre strade capisco tutto. Capisco come è facile per i nostri politici, per gli industriali e per i potenti, farci qualsiasi cosa. Questo pensiero si rafforza quando entro in metro e mi rendo conto che lì sotto c’è un altro gregge, di cui faccio parte, obbligato a spartirsi stoicamente un altro pezzo d’indecenza quotidiana di questo paese: vagoni stracolmi come treni di Calcutta che trasformano un viaggio in metro in una odissea.
Penso a quanto è facile per noi italiani buttare al cesso ogni nostro diritto, ogni cosa buona che fino a oggi ha permesso alla maggior parte di noi di vivere una vita senza stenti e di avere accesso a diritti che puntualmente, a causa del popolo che siamo, abbiamo rivolto contro noi stessi come un’arma. Pensate all’uso che le passate generazioni - ma anche le nuove, di prove ce ne sono un’infinità - hanno fatto del posto fisso.
Il tempo indeterminato senza responsabilità ci ha resi pigri e ci ha convinti che ogni cosa è dovuta: che tutto è sempre stato lì e che non c’è mai stato nessuno a lottare e forse morire per darci tutto questo.
Il tempo indeterminato ottenuto in tutti i modi meno che per meriti ci ha trascinato dritti nel baratro dell’incompetenza.

Il tempo indeterminato senza obbiettivi ci ha portato a lasciare i posti di lavoro a gente inadeguata che tiene le aziende e l’azienda Stato Italiano per le palle.
Il tempo indeterminato unito alla parentopoli tutta italiana ha soffocato la ricerca, la mobilità sociale dando vita a vere proprie oligarchie di potere che controllano tutto, anche i fallimenti di queste ultime generazioni.
A volte ho la sensazione che non dare la certezza di un lavoro e di uno stipendio a tutti i costi, avrebbe obbligato tutti a essere più rispettosi di questo paese, delle nostre leggi, delle persone, degli operai, delle puttane e degli immigrati.
Eppure nessuno si è mai davvero ribellato a questo sistema. Non al tempo indeterminato, ovviamente, ma all’italianità imperante. Questa tendenza inarrestabile a sprecare tutto quello di buono che ci viene dato, per logiche che sfuggono alle masse e che arricchiscono, alla fine, solo una cerchia ristretta di potenti.
Nessuno si ribella all’italianità che diventa lega, sinistra litigiosa, destra ossequiosa, finto cattolicesimo e ronda.
Abbiamo trasformato la sanità in un lebbrosario, la scuola in un parcheggio generazionale, il lavoro in smarrimento, il parlamento in un bivacco.
Eppure viviamo in un’epoca in cui essere occidentali ci ha messo in condizione di non vendere fazzoletti ai semafori, di non pulire il culo ai nostri vecchi, di non dover fare lavori di fatica che a cinquant’anni te ne fanno avere ottanta. Eppure abbiamo permesso a chi manovra il sistema di sbatterci ai limiti della povertà con stipendi di base sempre più bassi, al punto che entrare a far parte della “generazione mille euro” sta diventando un obbiettivo.
Ma questo non può fermarci. Possiamo ancora fare tutto ciò che vogliamo di noi stessi: prima di tutto uscire dalla precarietà, quella condizione mentale che fa accettare ogni cosa mese dopo mese.
Dovete chiedere di più a voi stessi, non quando siete su posti di lavoro umilianti, ma quando fuori di lì non decidete di ammazzare quella parte di voi che urla di rabbia per un posto fisso che non avrete mai, ma del quale in fondo non avete bisogno.
Dimenticate la guerra fra poveri che ci oppone a chi ne ha uno. Dimenticate le loro pensioni perché potete star certi che non le avranno mai, proprio perché non ci sarà nessuno a versare i contributi necessari alle nostre come alle loro.
Quello che ci serve è toglierci dalle palle tutta la feccia che pretende di tenerci la testa sotto i propri piedi e l’unico modo è prendere direttamente il loro posto, smettere di leccare quei piedi che ci tengono sotto e cominciare a morderli. Perché quando si vuole conquistare una vetta, si comincia sempre dalla base. - Arnald

Domenica, 15 Febbraio, 2009 - 12:14

HUMOR: scene di lavoro

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“L’attribuzione, finalmente, di un significato concreto e incisivo al valore della meritocrazia, della quale è di moda oggi riempirsi la bocca, senza però che finora nel nostro Paese si sia fatto nulla di apprezzabile per promuoverla effettivamente.”
“Il superamento della divisione fra protetti e precari che contraddistingue oggi il nostro tessuto produttivo e che condanna gran parte delle nuove generazioni a una drammatica esclusione da standard elevati di sicurezza e qualità del lavoro.”
Queste due frasi sono tratte da una delle lettere che Pietro Ichino ha inviato al Ministero del Lavoro. Ne trovate una panoramica e link diretti su JobTalk.
Oggi la CGIL scende in piazza per protestare contro il governo, mentre una crisi senza precedenti strozza le aziende lasciando esanimi centinaia di migliaia di posti di lavoro. Su ogni piano del sistema si contano i morti: dai ricercatori agli operai, dagli ingegneri agli insegnanti, questa crisi non fa prigionieri.
Facciamoci due conti: cosa accade se il posto lo perde qualcuno a contratto a tempo indeterminato? Beh, come minimo scatta una liquidazione, ci sono contributi versati che contribuiscono, appunto, alla realizzazione di una pensione per una terza età che si prospetta sempre più lunga.
A volte, quando proprio si deve trovare un accordo con il lavoratore, si elargisce un anno se non due di stipendio in più pur di trovare un compromesso amichevole. Spesso, lo stesso lavoratore (ne sono stato testimone) viene poi riassorbito dall’azienda ma come precario: questo perché un contratto a progetto toglie parecchie castagne dal fuoco delle responsabilità di un datore di lavoro.
Cosa accade invece se è un precario a perdere il posto? Niente. Basta che scada il contratto e che non ci sia rinnovo (figuriamoci, non è che debba essere obbligatorio) che il nostro precario si ritrova senza lavoro, senza buona uscita, senza ammortizzatori sociali di qualsiasi genere: insomma si ritrova nella merda.
E questo non può continuare perché in un periodo in cui la disoccupazione cresce a ritmi sostenuti, presto o tardi lo stato si ritroverà a dover disinnescare la bomba del malcontento che tende già drammaticamente a perdere i canoni di civiltà. Ne sono un esempio le manganellate rifilate agli operai che occuparono l’autostrada pochi giorni fa.
Capitolo due: meritocrazia.
Qui c’è poco da dire: in Italia, di norma, il lavoro non se lo merita chi merita, ma chi conosce, chi paga, chi unge, chi lecca il culo, chi è politicamente coperto.
A questo proposito, poche sere fa ho avuto il piacere di partecipare a una cena del PD, organizzata dal comitato che durante le elezioni rispondeva alle lettere degli elettori.
Ero partito in tromba pronto a fare un comizio antipolitico contro questo partito alla sfascio, contro la Binetti, Rutelli & Co.Mi ritrovo una serena comitiva di persone di ogni età sorridente e spensierata. C’era anche un parlamentare di cui non ricordo il nome, ma era giovane. In quel momento ho capito quanto fosse stato fortunato a essere eletto nel PD ma con un governo Berlusconi: avrà al 100% la pensione che si deve ai parlamentari. Se avesse vinto il centro-sinistra, il governo sarebbe durato meno di cento giorni e addio pensione.
Insomma, sto lì seduto a mangiarmi la pizza e mi metto a parlare con una signora sulla sessantina. Lei lavora in provincia.
Mi dice: “Prima ero al comune, ma con Alemanno non sono voluta restare, così ho ottenuto il trasferimento”.
Le ho chiesto: “Scusi, ma le che lavoro fa in provincia?”
E lei: “Mah, mando qualche lettera, ricordo ai consiglieri quello che devono fare. Ma non sempre. Insomma, non c’è molto da fare, ma come sai i consiglieri hanno diritto ad avere delle persone con loro. Così ho un lavoro”.
Immaginate la mia espressione: non ho vomitato solo perché amo troppo mangiare.
Nel contempo molti miei amici perdono il posto, nonostante la laurea, nonostante il master: nonostante tutto. E in giro ci sono questi personaggi (non oso pensare quanti possano essere), che non sanno fare un cazzo, non hanno una specializzazione, ma che, per grazia ricevuta dalla politica occupano una poltrona, una scrivania e soprattutto uno stipendio. Che cazzo di paese. - Arnald

Lunedì, 26 Gennaio, 2009 - 15:33

HUMOR: crisi economica

Mer 21 Gen 2009
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Ciao a tutti flessibili e precari.
Obama è entrato ufficialmente alla Casa Bianca e il suo discorso di insediamento parla chiaro: è l’ora della responsabilità. Responsabilità condivise per il fallimento degli ultimi dieci anni di politica economica, sociale e bellica.
Di altro tono le dichiarazioni dei nostri saggi che ci hanno spiegato come perdere due punti di Pil non sia poi la fine del mondo. Significa solo tornare indietro di un paio d’anni. Non significa per loro, perdita di posti di lavoro, denaro e progetti di tanti che saranno costretti a ripartire, se tutto va bene, da zero. A me viene anche il sospetto che due anni fa le finanze di Berlusconi stessero meglio di oggi, ma non oso indagare per non finire nel solito cerchio dell’anti-berlusconismo.
Senza contare che a fronte di queste dichiarazioni non c’è mica un’opposizione capace di rispondere.
Al massimo c’è il solito poverto Veltroni che dice: “Il premier non sa cosa dice”. E invece secondo me lo sa benissimo, è questo il problema.
Comunque, speriamo che negli States qualcosa cambi sul serio, non fosse altro perché l’ondata riformista potrebbe arrivare anche sulle coste di questa Europa spezzettata e unita solo dal carovita e dai licenziamenti. Speriamo soprattutto che gli ci si metta finalmente in testa di cambiare stile di vita e di pensiero. Che si cominci col rimboccarsi le maniche prima di tirare la cinghia. Che partano progetti che non siano dedicati alle tasche dei soliti industriali del cazzo, ma che creino infrastrutture di uso comune e condiviso. Speriamo che si riparta dall’istruzione, dalla ricerca, dal made in italy e dal turismo, nostre vere e uniche risorse.
Cultura e istruzione amici miei, perché io a vedere che ai provini del Grande Fratello mi sono quasi pisciato sotto dalle risate nello scoprire l’imbarazzo dei candidati alla domanda: “Il tuo tallone d’Achille?” Ma poi, ripensandoci un po’, mi sono sentito offeso da tanta traboccante ignoranza.
Lo avrebbe saputo pure un immigrato senza istruzione cos’è un tallone d’Achille e senza dover essere passato per la Grecia. - Arnald
Sabato, 17 Gennaio, 2009 - 00:03

HUMOR: Social crack....pardon! social card

Social crack.

Posted by Arnald under Diversamente occupati
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Ciao a tutti flessibili e precari,
ieri su Repubblica campeggiava una notizia “non notizia”, nel senso che era più che prevedibile: le social card emesse dal nostro magnifico ministro Tremonti e dall’amatissimo premier Berlusconi sono vuote. Non tutte ci mancherebbe, ma un terzo del totale.
Non male visto che in Italia, notoriamente, le cose non funzionano nella quasi totalità. Certo, chi si è presentato senza soldi alla cassa avrebbe voluto sotterrarsi dalla vergogna. Immaginate un po’ di trovarvi lì, col carrello pieno di 40 euro di merce (quindi una busta di insalata, un litro di latte, un pollo geneticamente modificato e se c’è lo sconto un’imitazione della coca-cola) e non poterla pagare.
Non si potrà nemmeno dire “si stava meglio quando si stava peggio”, perché questa carta è praticamente una soluzione figlia della carta annonaria del ventennio.
Tuttavia cari miei, ce le stiamo meritando tutte perché, come mi disse qualcuno, non esiste uomo al mondo che possa farti certe cose se tu non glielo permetti. Quindi, quando vedo qualche vecchia rincoglionita alla posta che comincia a urlare e maledire gli impiegati perché s’è rotta di aspettare, quando vedo che i nostri servizi non funzionano con massimo danno per la nostra vita di cittadini, sul mio volto compare un ghigno di soddisfazione.
Bravi italiani, bravi tutti, me compreso che a trentatre anni ho già sostenuto il sistema dandogli fiducia troppe volte (mai per Berlusconi, ma cambia poco). Stavolta indietro non si torna e se per fortuna non ho una social card con la quale pulirmi il culo, mi resta sempre la tessera elettorale. - Arnald
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Mercoledì, 31 Dicembre, 2008 - 15:07

HUMOR: AUGURI E BILANCI DI FINE ANNO

AUGURI ....
CON UN PO' DI UMORISMO E SENSO DELL'IRONIA, CHE CI POSSONO AIUTARE A VIVERE MEGLIO E A SUPERARE LE PICCOLE E GRANDI AVVERSITA' DELLA VITA!

Antonella


I bilanci del 2008 non sono uguali per tutti!
Per qualcuno:
 

per altri:


e per altri ancora:


Come trascorrerete il capodanno?
Invece della solita tombolata, ecco un nuovo gioco per i cittadini e le cittadine di Milano!!!

 


in conclusione possiamo dire:

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ma ora pensiamo al Nuovo Anno!


consoliamoci con un brindisi: CIN CIN!


(hmm .... il tizio che sta brindando assomiglia a  qualcuno... ma a chi?!?!)

Martedì, 30 Dicembre, 2008 - 15:18

HUMOR: Due popoli, uno Stato.

Domenica, 28 Dicembre, 2008 - 12:17

HUMOR: previsioni del tempo

Posted by Arnald under Diversamente occupati

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Venerdì, 26 Dicembre, 2008 - 14:59

HUMOR: Crisi di Natale

Crisi di Natale.

Posted by Arnald under Diversamente occupati
 
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Ciao a tutti precari,
come ogni anno, arriva minaccioso Babbo Natale a tirar fuori i soldi dalle nostre tasche e a riempirle di interrogativi.
Come ogni anno la retorica torna a impadronirsi del mondo con spot in cui nonni felici, puliti, ben vestiti (e soprattutto occidentali), si guardano sorridenti con dentiere splendenti come al primo appuntamento mentre un gruppetto di ragazzini di ogni razza si tiene per mano su un palco allestito a paradiso e cantano felici che a Natale siamo tutti più buoni e possiamo dare di più.
Quest’anno poi, lo spot può contare sulla presenza di due ragazzine di colore, una mulatta e l’altra più scura, e di un cinese come rappresentante di tutto l’oriente, anche perché per gli italiani quelli sono tutti uguali. Vi sfido a distinguere un vietnamita da un coreano o se siete cazzuti, un coreano del sud da uno del nord.È più facile stabilire certe differenze in base ai brand per i quali i bambini lavorano.Cuci palloni della Nike? E allora sei vietnamita, ma se fai scarpe Adidas allora devi essere un cinesino del Sud, delle parti di Shenzhen.E da noi come va? Cosa si aspettano i nostri bambini?
Dipende.
Se sei il nipote di Berlusconi vedrai tuo nonno portarti i regali vestito da superman legato a un elicottero (dello Stato?) guidato da Roberto Speciale.
Se sei figlio di Veltroni è facile che passerai le vacanze a New York nell’appartamentino che il babbo ti ha comprato a Manhattan: ovviamente un viaggio di solidarietà verso i cervelli in fuga.Se invece sei figlio di un operaio della Fiat, sarai obbligato a condividere col babbo per i prossimi sei mesi (ma solo se hai un gran culo, altrimenti di più) la playstation comprata in cinquemila rate, rigorosamente modificata per poterci far girare i giochi scaricati grazie al computer comprato in quattromila rate e alla banda larga, che succhia non meno di 35 euro al mese fino a un tetto massimo di 85, esclusi i costi di attivazione e corrente sprecata: ma intanto il giochetto non si paga e mi pare già qualcosa.
Ma la crisi è crisi e il governo vara misure straordinarie con la partecipazione in contumacia di un’opposizione troppo impegnata a risolvere le sue beghe da pollaio dove in gioco ci sono valori fondamentali ereditati dai vecchi DS e Margherita. Valori come rissa, accuse e sotterfugi.
Tra le varie misure del governo c’è la social card di mussoliniana memoria.Qui il discorso si fa difficile perché la misura sarà pure insufficiente e di facciata, ma alle persone pare che basti a nutrire quantomeno le loro speranze per il futuro. Sarà che gli elettori di tutta Italia vengono dalla disastrosa esperienza dell’Unione dove le parti di governo erano talmente impegnate a farsi le scarpe (che novità) che le cose buone fatte e approvate passavano nelle tasche degli italiani in completo silenzio. Qui invece, tra una dichiarazione e l’altra di un Silvio che prepara il terreno alla soluzione finale della nostra Costituzione, il governo sbandiera (e fa bene) qualsiasi cosa buona fatta come un evento che salverà la nostra economia.E le nostre donne? Beh, anche per loro ci aspetta una grossa rivoluzione.
Dopo l’abolizione di fatto della maternità (per la legge siamo sulla buona strada), adesso compare la sacrosanta equiparazione dell’età pensionabile. Intendiamoci, non che sia sbagliata, anzi, ma chissà perché in Italia per arrivare all’ammodernamento delle regole si passa sempre per la via più brutale, lasciando intatti i soprusi che invece non prendono mai la via della civiltà e della legalità.Ma come dice giustamente il ministro Sacconi (non scherzo, su questo sono d’accordo), non ho mai visto un pessimista avere successo.
Quindi, nonostante i licenziamenti singoli e collettivi, la cassa integrazione dilagante, gli stipendi da 600 euro con i quali non compri nemmeno più la dignità, gli scandali dei nostri politici che continuano a riempire le pagine dei giornali, il razzismo contro immigrati, napoletani, froci, zingari ed ebrei (in ordine sparso), i tagli all’istruzione e alla ricerca, il Vaticano che continua a dettare le regole e il precariato come compagno di vita stabile, ho deciso di essere più ottimista.
Non è detto che Babbo Natale non muoia intossicato mentre cerca di calarsi in una canna fumaria della Thyssen o investito da qualche nostro benemerito pirata della strada.Così finalmente potremmo seppellire lui e questa ipocrita festa di merda. - Arnald
Sabato, 20 Dicembre, 2008 - 22:16

HUMOR: ecco dove mettere i tornelli!!!

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Sabato, 20 Dicembre, 2008 - 22:14

HUMOR: Ottimismo del Governo

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Ciao a tutti flessibili e precari,
cosa vi sta portando il Natale? Ansia? Preoccupazione? Rassegnazione?Il conto alla rovescia è cominciato e pare che seppure non finisca il mondo (secondo Giacobbo, Voyager e il calendario Maya se ne riparla nel 2012), alla mezzanotte del 31 dicembre 2008 scadranno centinaia di migliaia di contratti precari.
Quanti di voi saranno travolti dall’onda di piena di questi licenziamenti mascherati da scadenza? Avete alternative, soluzioni, idee? - Arnald

Sabato, 13 Dicembre, 2008 - 22:31

HUMOR: Diritti fondamentali e fondamentalisti.

Sabato, 6 Dicembre, 2008 - 12:34

HUMOR: scuola privata e scuola pubblica

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Crisi, crisi, crisi.
Sarà questa la parola del 2008? In Italia continuo a vedere avanti e di parecchie posizioni il termine “sopruso”.
Il buon Tremonti aveva stabilito di dare un taglio ai fondi della scuola privata cattolica.
Apriti cielo, sono venute giù le scomuniche delle più alte toghe del Vaticano e dallo stesso Benedetto XVI, nostro vero capo di stato che, per circa dieci minuti (il tempo del dietrofront di questo governo), ha lasciato in pace gay e comatosi per bacchettare i suoi servi al potere.
Così, centoventi milioni di euro, che in un paese in cui le scuole crollano per una scorreggia avrebbero fatto un tantino comodo, tornano nelle già opulente casse di San Pietro.
Nelle nostre casse, invece, noi metteremo direttamente il prossimo studente seppellito dalla scuola, anzi, dal sistema scolastico. – Arnald
p.s.: spero che Gesù Cristo torni e prenda a calci nel culo questa folla di usurpatori che fanno le cose peggiori in suo nome.

Giovedì, 4 Dicembre, 2008 - 21:25

HUMOR: scuola e lavoro

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Sabato, 22 Novembre, 2008 - 13:14

HUMOR: morti bianche

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Sabato, 22 Novembre, 2008 - 13:09

HUMOR: riforma delle università

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