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.: Il Blog di Antonella Fachin
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Venerdì, 11 Giugno, 2010 - 16:04

acqua potabile: tutela del servizio idrico pubblico di Milano

Gentili tutti/e,

come sapete è in corso la raccolta di firme ai 3 quesiti referendari per la ripubblicizzazione a livello nazionale dei servizi idrici che forniscono l'acqua potabile ed è bello sapere che a distanza di sole 6 settimane dall’inizio della campagna referendaria già 800.000 persone li hanno sottoscritti: di queste, 113.000 raccolte in Lombardia e 22.000 nella nostra città.
Coi 3 quesiti contenuti nel Referendum, si chiede l’abrogazione delle norme che obbligano i comuni a mettere sul mercato la gestione dei servizi idrici, ovvero acquedotti, fognature e depuratori. In primis la norma di cui si richiede la cancellazione è il famigerato art. 23 bis del cosiddetto Decreto Ronchi, col quale si impone la cessione ai privati della conduzione delle reti idriche, entro la scadenza del 31 dicembre 2011.
Con la loro firma a sostegno del Referendum, i cittadini della Lombardia vogliono manifestare la loro contrarietà alla privatizzazione di un bene vitale, qual è l’acqua. Già nel 2007 la voce dei cittadini lombardi aveva contestato una precedente legge regionale che obbligava alla privatizzazione dei servizi idrici: l’azione di protesta, sostenuta da 144 comuni, aveva portato alla modifica della legge lombarda nella direzione del mantenimento della gestione pubblica delle reti idriche.

In Lombardia l’impatto del Decreto Ronchi sarebbe devastante.
Sparirebbero aziende virtuose come Metropolitana Milanese - Servizio Idrico Integrato e Amiacque (ex CAP), che gestiscono gli acquedotti e i depuratori rispettivamente della città e della provincia di Milano.
Queste aziende, oggi totalmente pubbliche, in base al Decreto sarebbero costrette a lasciare il posto ad aziende private o, in alternativa, a mettere sul mercato almeno il 40% delle loro azioni. Si perderebbe in tal modo quel patrimonio di conoscenza e quella riconosciuta capacità di  gestione degli impianti,
conquistato in decenni dalle aziende pubbliche (per chi vuole sapere qualcosa di più dell'acquedotto milanese, che è pubblico sin dalla sua origine, 1889, riporto qui in fondo qualche nota tratte da "Le origini del civico acquedotto di Milano" di Gian Luca Lapini http://www.storiadimilano.it/citta/milanotecnica/acqua/acquedotto.htm).
Segnalo che nel 1889 fu ampiamente discusso se la gestione dell'acqua potabile dovesse esser pubblica o privata e allora chi promosse -con successo- l'impresa pubblica a Milano per la realizzazione e gestione dell'acquedotto ebbe a dire che non si poteva “convenientemente affidarsi a chi ne voglia fare motivo di lucro”.
PAROLE NON FURONO PIU' VERE DI QUESTE!
Ove i privati hanno la gestione dell'acquedotto (sia all'estero che in Comuni e/o Regioni d'Italia), i cittadini stanno subendo sulla loro pelle, anzi nelle loro tasche, l'aumento vertiginoso delle tariffe (+200%) senza alcun miglioramento del servizio, dato che per aumentare il profitto:
- in alcuni casi i gestori privati hanno non solo aumentato le tariffe ma anche tagliato i COSTI di manutenzione;
- in altri casi (ove la rete idrica è rimasta di proprietà del pubblico) i privati traggono solo profitti, lasciando all'ente locale (e quindi ai cittadini) le spese di ristrutturazione e ammodernamento della rete idrica. Della serie: i profitti a pochi (v. multinazionali francesi e italiane) e i costi a tutti, o meglio ai soliti!!

Alla luce di quanto sopra, oltre ad invitarvi a sottoscrivere i 3 quesiti referendari nei banchetti sparsi per la città, ho ritenuto doveroso presentare in consiglio di zona 3 la mozione allegata, che è stata condivisa da tutta l’opposizione di centro-sinistra. ObiEttivo della mozione è quella di ESPLICITARE NELLO STATUTO DEL COMUNE DI MILANO che il SERVIZIO IDRICO MILANESE DEVE RIMANERE PUBBLICO, dato che è un esempio di efficienza e professionalità, in linea con le performance europee.

Buona giornata a tutti/e
Antonella Fachin
Lista Fo
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Acquedotto milanese:
.... Così alla fine di questa lunga diatriba prevalsero le modeste, ma concrete e realistiche opinioni dell'Ufficio Tecnico Comunale, in particolare del giovane ingegnere Felice Poggi, che proponeva di attingere alla falda freatica, la tradizionale fonte usata da secoli dai milanesi, costruendo però pozzi profondi, in modo da avere garanzie di purezza e salubrità dell'acqua.
In effetti, durante la costruzione dei primi due pozzi sperimentali, intrapresa nella seconda metà del 1888 nella zona dell'Arena, si constatò che a profondità di 20-30 metri degli strati compatti di argilla proteggevano la falda dalle infiltrazioni superficiali, così che alla profondità raggiunta dallo scavo (il primo pozzo fu spinto fino a 145 metri, il secondo fino a 81m), l'acqua era ottima ed abbondante. In questi pozzi l’acqua risaliva per pressione naturale fino a 3-4 metri dal livello del suolo, ed era così possibile aspirarla facilmente con delle pompe sistemate qualche metro più in basso del livello stradale, ed azionate con cinghie.
All'inizio del 1889 fu di conseguenza decisa la costruzione del primo impianto di pompaggio, che fu denominato "Arena" ed entrò in servizio prima della fine dell'anno stesso. Esso era alimentato dai primi due pozzi sperimentali e da altri quattro scavati nel frattempo. ...omissis...
Questo primo impianto ebbe una notevole importanza, perché il suo successo determinò l'impostazione tecnica che l'acquedotto milanese avrebbe poi conservato fino ad oggi (così come fino ad oggi avrebbe conservato la caratteristica di essere una iniziativa pubblica). Esso diede inizio ad un progressivo e costante sviluppo del servizio di distribuzione dell’acqua potabile, sostenuto dal deciso aumento dei consumi che si innescò via via che i milanesi si accorsero della comodità dell'avere acqua in abbondanza nelle proprie case, e che divenne "naturale" pensare che i nuovi edifici dovessero allacciarsi all'acquedotto. ..omissis...
La rete dell’acqua potabile divenne una sorta di fiore all’occhiello fra le varie attività volte a migliorare le condizioni di vita dei cittadini, che la municipalità intraprese negli anni di fine secolo, in quanto a differenza di altri servizi tecnici a rete, quali il
gas, l’elettricità e successivamente il telefono, fu organizzata fin dall’inizio come impresa pubblica in virtù di un carattere di necessità che, sostenevano i suoi promotori, non poteva “convenientemente affidarsi a chi ne voglia fare motivo di lucro”…..

Venerdì, 22 Maggio, 2009 - 13:25

AEREI: 25 maggio ore 18 protesta davanti al Comune

Ancora AEREI sulla testa dei milanesi: il numero di voli sulla radiale 340 non è stato ancora ripristinato!

Lunedì 25 maggio manifestazione di protesta davanti a Palazzo Marino alle 18!

Venite numerosi!!

Colgo l'occasione per aggiornare tutti sull'esito della mozione che ho presentato in consiglio di zona 3 il 16 aprile scorso e che è stata approvata giovedì 14 maggio.

Il testo allegato, come potrete vedere, ha subito degli emendamenti abrogativi presentati dal capogruppo di Forza Italia e votati da tutta la maggioranza: Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord.
Per completezza di informazione segnalo anche che qualche consigliere della maggioranza ha espresso più preoccupazione per il disagio dei cittadini di Segrate che per i cittadini milanesi della zona est ....mi è sorta spontanea una domanda: ma quali cittadini li hanno eletti?!?!.. e loro chi rappresentano?!?!

Cordiali saluti
Antonella Fachin
Lista Fo
candidata nel collegio 12 (Milano Lambrate - Forlanini)
per la lista civica "un'ALTRA PROVINCIA", Massimo Gatti Presidente

Giovedì, 23 Aprile, 2009 - 16:07

e gli aerei continuano a volare su Milano!

Carissimi/e,

sulla zona est di Milano si continua a sentire i rombi dei motori degli aerei in decollo da Linate e tutto questo grazie all'assessore Croci!!!
Al consiglio di zona 3 il 16 aprile scorso ho quindi presentato l'ennesima mozione su questo problema, per sollecitare la definitiva soluzione del problema.
Cordiali saluti
Antonella Fachin
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M O Z I O N E   U R G E N T E

Presentata nella seduta del 16 aprile 2009 dalla consigliera:
Antonella FACHIN (Uniti con Dario Fo per Milano)

Oggetto:  Rotte aeree in decollo da Linate e disagi dei milanesi
PREMESSO CHE
- l’Assessore Croci ha promosso la sperimentazione di nuove rotte aeree in decollo dall’aeroporto di Milano-Linate da parte di ENAC dopo aver consultato i rappresentanti politici della Commissione Aeroportuale, ma non i consigli di zona interessati dall’esperimento;
- la sperimentazione sui decolli da Linate ha coinvolto l’intera zona nord-est della città di Milano che è stata interessata dal sorvolo, a bassa quota, di almeno 60 aerei al giorno, con inizio alle ore 6.30 e termine alle ore 23.30;
- le dichiarazioni iniziali dell’Assessore Croci e dei consulenti tecnici del Comune di Milano sono state smentite dai fatti, che hanno confermato la legittimità e la fondatezza dei disagi denunciati dai cittadini milanesi;
- l’Assessore Croci ha dovuto quindi riconoscere il fallimento della sperimentazione secondo il progetto del consulente tecnico del Comune di Milano, Air Support s.r.l., e chiedere all’ENAC:
1)      l’abolizione della rotta 330 sperimentale e il parziale ripristino della rotta 340 originaria, dato che la rotta 330 passava sulla zona est di Milano e in particolare sopra l´area ex Innocenti e su una parte del quartiere di Lambrate;
2)      l’effettuazione di un nuovo monitoraggio, per verificare se effettivamente esistono situazioni di criticità.
CONSIDERATO CHE
- contrariamente all’asserzione circa il ripristino dello “status quo ante”, la situazione attuale della radiale 340 non corrisponde alla situazione prima della sperimentazione: i voli che oggi solcano la radiale 340 sono più che raddoppiati, dato che prima rappresentavano solo il 11% dei voli e ora costituiscono il 25% del totale dei decolli;
- i cittadini della zona est continuano a segnalare il rumore assordante di aerei in decollo da Linate, a causa delle frequenti e numerose dispersioni nelle radiali limitrofe (a ovest della 340), soprattutto tra le 6,00 e le 7,00 del mattino e verso le 22,30 - 23,30 della sera.
- allo stato attuale il Comune di Milano ha peggiorato la qualità della vita dei propri cittadini e ha di fatto consentito al solo Comune di Segrate di avvantaggiarsi della situazione, favorendo nuovi e continui progetti di edificazione sul suo territorio (v. ad es.: il nuovo quartiere Santa Monica e “la città del tempo libero” nell’area dell’ex dogana);
- i cittadini di Milano sono tuttora preoccupati per la propria salute e sicurezza per il permanere dell’inquinamento acustico e atmosferico di tutta la zona nord-est della città;
- l’assessore Croci in data 19 febbraio 2009 ha dichiarato che in caso di criticità “provvederemo subito con nuovi interventi al fine di migliorare l’efficienza del sistema aeroportuale milanese, con particolare attenzione alla tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente”;
Tutto ciò premesso, il Consiglio di Zona 3
CHIEDE
al Sindaco di Milano,
all’Assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente Edoardo Croci,
all’Assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna,
alla Direzione Centrale Mobilità Trasporti Ambiente,
ai Settori competenti per materia
-         di sapere quando i dati nuova verifica di ENAC sulla rumorositá della radiale 340 saranno resi disponibili e di conoscere con tempestività l’esito della predetta verifica;
-         di tener conto delle segnalazioni -per niente peregrine- dei cittadini della zona est di Milano, danneggiati dalla decisione dell’assessore del Comune di Milano, Edoardo Croci, di promuovere, a spese del Comune di Milano, il cambiamento delle rotte aeree in decollo da Linate;
-         di rimediare rapidamente ai disagi provocati ai cittadini milanesi mediante l’effettivo ripristino del preesistente numero di voli sulla radiale 340, onde ritornare ai soli voli che "solcavano" la radiale 340 ante sperimentazione e che rappresentavano il 11% del traffico aereo e non il 25% come oggi;
-         di conoscere quanto sinora il Comune di Milano ha speso a seguito della sperimentazione promossa non dal Comune di Segrate, come sarebbe stato comprensibile, bensì da un proprio Assessore, sulla base del progetto predisposto dalla società di consulenza del Comune di Milano, Air Support s.r.l.;
-         di risolvere il contratto con la società Air Support s.r.l., dato che essa ha fallito nell’incarico e ha provocato disagi ai cittadini del Comune di Milano, suo committente.
Milano, 16 aprile 2009
 

Lunedì, 29 Dicembre, 2008 - 13:47

Realizzazione delle case dell’acqua a Milano

M O Z I O N E
 
Presentata dal Consigliere ANTONELLA FACHIN (Uniti con Dario Fo per Milano)
 
nella seduta del  6 novembre 2008

OGGETTO: Realizzazione delle case dell’acqua a Milano
PREMESSO CHE
-          Il Consiglio di Zona 3 ha deliberato in data 22 novembre 2007 una mozione avente per oggetto: “Case dell’acqua – erogazione alla cittadinanza dell’acqua potabile in alcuni punti decentrati del Servizio Idrico di Milano”;
-          Nella citata delibera si chiede “al Sindaco, alla Giunta e all’Assessorato competente di procedere alla progettazione e alla realizzazione in forma sperimentale, attraverso il Servizio Idrico Integrato della Metropolitana Milanese, di alcune Case dell’acqua in spazi verdi della Zona 3 prossimi ai quartieri abitati, volte a fornire ai cittadini punti di prelievo pubblico dell’acqua potabile, anche gassata e refrigerata, e dotandole di un regolamento d’uso e della necessaria opera di controllo sul loro corretto utilizzo”;
-          Analoghe deliberazioni sono state assunte nell’autunno 2007 da altre sette Zone del Decentramento;
-          Il Consiglio Comunale ha approvato in data 3 marzo 2008 un ordine del giorno collegato alla deliberazione n° 149 con il programma e il piano triennale 2008-2010 dell’ATO di Milano;
-          Nell’odg citato si impegna il Sindaco e l’Assessore competente a procedere alla realizzazione di Case dell’acqua a Milano in considerazione degli ottimi risultati conseguiti nei numerosi comuni dell’hinterland che si sono dotati di questo servizio;
CONSIDERATO CHE
-          Le Case dell’acqua valorizzano l’ottima qualità delle nostre acque, una risorsa pubblica controllata e genuina, riducono la produzione di rifiuti in materiale plastico e in vetro, azzerano la necessità di movimentazione pesante dell’acqua imbottigliata in luoghi spesso lontani dal consumatore, e –trattandosi di servizio gratuito offerto ai cittadini- consentono un notevole risparmio economico ai cittadini consumatori;
-          Le Case dell’acqua nei comuni dell’hinterland hanno raccolto il consenso della cittadinanza, erogando ciascuna una media di 3.500 litri al giorno;
-          Le Case dell’acqua nell’hinterland continuano a crescere: il 22 settembre scorso è stata inaugurata quella di Zibido San Giacomo;
-          Il costo stimato di realizzazione è di circa 50-60.000 euro a carico del gestore e quello di gestione a carico del Comune è di circa 20.000 euro l’anno;
-          La realizzazione delle Case dell’acqua rappresentano un risparmio per il Comune nella riduzione dei costi di gestione dei rifiuti solidi urbani e un evidente contributo all’educazione ambientale dei cittadini e alla tutela dell’ambiente. Infatti:
1.      I dati di consumo delle sole prime sette Case dell’Acqua dopo un anno dalla loro realizzazione, consentono di identificare in oltre 5.3 milioni il numero totale di contenitori riutilizzati che NON hanno generato rifiuti. Se si considera che mediamente da un kg di PET si ricavano 28 bottiglie per le quali è necessario l’utilizzo di 2 kg di petrolio e 18 litri d’acqua (fonte Paul McRande, The Green Guide in State of the World 2004, ed. Ambiente) possiamo ricavarne un dato estremamente significativo, ovvero che le Case dell’Acqua hanno permesso il risparmio di quasi 380 tonnellate di petrolio e di quasi 3.5 milioni di litri d’acqua – cioè 54 tonnellate di petrolio risparmiate da una sola Casa dell’acqua.
2.      Le 27 tonnellate di PET che ciascuna Casa dell’Acqua ha in un anno risparmiato si traducono in una mancata emissione in atmosfera di 54 tonnellate di anidride carbonica, 24 kg di idrocarburi, 607 kg di ossido di zolfo, e 438 kg di monossido di carbonio (fonte Paul McRande, The Green Guide in State of the World 2004, ed. Ambiente)
Fonte: Acqua info anno quinto, numero diciassette pag. 11 articolo “Vantaggi ecologici da Case dell’Acqua, tutti i numeri per l’ambiente” a cura del Dott. Nicola Pievani, Key Account Casa dell’Acqua.
il Consiglio di Zona 3
SOLLECITA
il Sindaco e l’Assessore competente
a provvedere senza altro indugio alla realizzazione di Case dell’acqua in ogni Zona del decentramento milanese, negli spazi verdi dei quartieri popolari, delle periferie e dei luoghi di grande frequentazione.

Lunedì, 29 Dicembre, 2008 - 13:43

Mercati all’aperto ed esercizi commerciali di derrate alimentari

M O Z I O N E     U R G E N T E

 
Presentata dalla Consigliera ANTONELLA FACHIN (Uniti con Dario Fo per Milano)
 
nella seduta del  23 ottobre 2008

OGGETTO: Mercati all’aperto ed esercizi commerciali di derrate alimentari: riqualificazione del servizio di sbarramento della Polizia Locale e potenziamento dell’organico della Polizia Annonaria

 
Il Consiglio di Zona 3
Premesso che
-        gli esercizi commerciali in Milano sono oltre 95.000 e 95 sono i mercati all’aperto;
-       negli ultimi anni il commercio si è modificato: sono aumentati gli esercizi commerciali “etnici” che vendono o somministrano alimentari esotici o di importazione da paesi extra-UE (ristoranti cinesi, rosticcerie e kebab, macellerie arabe, alimentari etnici ecc.) e, relativamente al commercio ambulante, è ancora diffuso il fenomeno dell’abusivismo;
-       recentemente, inoltre, sono ricomparse sulla stampa notizie di adulterazioni e contraffazioni alimentari di vario genere;
-       allo stato attuale:
o       i Reparti zonali della Polizia Locale svolgono un servizio di prevenzione all’interno dei mercati all’aperto (v. furti, borseggi, scippi ecc.) e un servizio di viabilità lungo il perimetro del mercato;
o       il Comando centrale della Polizia Locale, in ausilio all’AMSA durante le fasi di raccolta dei rifiuti e di lavaggio/spazzatura della strada, ha assegnato al reparto radio mobile un servizio specifico di sbarramento delle vie dei mercati principali, da realizzarsi al termine dell’orario di mercato;
o       la Polizia Locale ha inoltre una sezione “Annonaria” con il compito tra l’altro di controllare tutti gli esercizi commerciali e i mercati rionali di Milano, che consta di un organico di sole 94 unità;
-        i cittadini da anni denunciano lo stato di degrado delle vie al termine dei mercati rionali all’aperto e lamentano l’abbandono dei rifiuti per strada senza alcun rispetto del decoro urbano;
tutto ciò premesso
CHIEDE
al Sindaco di Milano,
agli Assessori alle Attività Produttive, all'Arredo, Decoro Urbano e Verde, alla Sicurezza
al Comando di Polizia Locale
1.      di potenziare la lotta all’abusivismo e il controllo circa la regolarità degli esercizi commerciali e degli ambulanti nonché della merce in vendita, con particolare attenzione agli esercizi commerciali e agli ambulanti di cibi freschi e/o crudi e/o surgelati (v. macellerie, pescherie, rosticcerie ecc.);
2.      di procedere all’aggiornamento dei regolamenti relativi al decoro urbano e alla polizia annonaria, al fine di adeguare le norme alla realtà attuale ed elevare le sanzioni;
3.      di considerare tra le priorità della Polizia Locale anche la verifica della corretta gestione della raccolta differenziata dei rifiuti da parte degli ambulanti e dei commercianti in genere, in modo da indurre i trasgressori a modificare il loro comportamento, nel rispetto delle norme in materia di decoro urbano e, conseguentemente:
a.       di razionalizzare, in maniera più organica e diffusa, la localizzazione degli agenti e dei mezzi sul territorio, onde garantire il controllo sia in centro che in periferia;
b.      di potenziare il numero di agenti e le risorse della Polizia Locale in genere e della Sezione Annonaria in particolare;
4.      di riqualificare e migliorare il servizio di sbarramento operato dal reparto radio mobile.
Lo sbarramento, opportunamente fatto con transenne, con la vettura d’ordinanza o altro, dovrebbe iniziare almeno mezz’ora prima della fine del mercato, onde consentire agli agenti di Polizia Locale di verificare che i singoli ambulanti lascino la propria area di sosta nel rispetto del decoro urbano (ossia pulita e con i rifiuti correttamente accatastati in maniera differenziata) e di irrogare le sanzioni del caso, qualora l’invito rivolto al trasgressore dovesse rimanere inascoltato.
In tal modo il Comando di Polizia Locale assicurerebbe un servizio più qualificato da parte degli agenti, anche tramite una più efficace attività di controllo e sanzionatoria, perseguendo anche un evidente risparmio di denaro pubblico a vantaggio della collettività. Infatti:
-         l’AMSA potrebbe raccogliere in maniera differenziata tutti i rifiuti dei mercati: umido, legno, plastica, cartone e la percentuale di raccolta differenziata in Milano aumenterebbe di qualche punto senza alcuna difficoltà;
-         l’AMSA potrebbe inoltre pulire le vie molto più rapidamente, dimezzando i tempi e consentendo ai cittadini residenti di ritornare più rapidamente alla normalità;
-         la Polizia Locale, sanzionando i trasgressori, adempirebbe ai suoi doveri di fronte a violazioni ormai macroscopiche e non più tollerabili, ridurrebbe il numero di ore straordinarie da svolgere in ausilio all’AMSA e ridurrebbe anche il suo costo a carico della collettività;
-         il Comune di Milano, infine, renderebbe un servizio efficiente e rapido alla collettività, perseguendo una politica di rispetto del decoro urbano ed eliminando sacche inaccettabili di impunità tra gli ambulanti.
 
5.      di prevedere il servizio di controllo della Polizia Annonaria, sotto il profilo igienico-sanitario, non solo durante le ore del mercato, ma anche in prossimità della fine del mercato.
-         Rientra, infatti, tra i suoi compiti anche quello di accertare che gli ambulanti effettuino una corretta gestione dei rifiuti organici da essi prodotti e non li abbandonino sul suolo pubblico, creando rischi per la salute pubblica, sotto il profilo igienico-sanitario.
-         Tale accertamento dovrà essere effettuato non solo durante lo svolgimento del mercato, verificando dove e come i rifiuti organici (l’umido) venga gestito e raccolto, e non abbandonato o gettato ai margini della propria piazzola, ma anche in prossimità dell’orario di fine del mercato che costituisce il momento più critico della gestione dei rifiuti prodotti dagli ambulanti.
6.      di invitare l’AMSA a potenziare l’attività dei propri ausiliari, affinché procedano sistematicamente ai necessari controlli nei confronti degli ambulanti, così come nei confronti dei condomìni.
Milano, 23 ottobre 2008

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