
Educatori in strada: il Comune chiude un altro servizio educativo
Niente piu' educatori in strada: il Comune di Milano chiude un altro servizio educativo
Non è uno slogan per contrastare il precariato delle professioni educative, ahinoi. È invece la constatazione che un altro servizio educativo del Comune di Milano ha chiuso i battenti.
L'Educativa di Strada, gestita nelle nove zone di decentramento cittadino da altrettante cooperative sociali, su appalto del Settore Servizi per la Famiglia (Ufficio Sostegno Educativo), si rivolgeva ai giovani tra gli 11 e i 20 anni, non legati a strutture educative stabili.
Ovunque ci sia uno spazio in cui sostare, potenzialmente può incontrarsi una compagnia che magari ha bisogno, desiderio o curiosità di incrociare il proprio sguardo con adulti in grado di dare informazioni, raccogliere richieste, progettare attività che rendano il tempo libero tempo che può (se vogliono) essere reinventato creativamente.
Ma per essere meno generici, e per calarci un po' in zona 2.
La cooperativa che ha gestito il servizio dal 2001 al 2008 si chiama COMIN, e lavora da queste parti dal 1975, occupandosi di minori in carico ai Servizi Sociali (accoglienza in comunità, accompagnamento individuale e di gruppo, promozione dell'affido familiare e molto altro), di famiglie, di promozione socioculturale a diversi livelli. Denominatore comune di tutti i servizi della cooperativa, e principio cardine dell'Educativa di Strada, era ed è la costruzione di legami all'interno della comunità sociale. Legami tra le diverse generazioni, tra italiani e stranieri, tra ragazzi e ragazze, legami con i servizi del territorio.
Legami che creano la sensazione di trovarsi in strade sicure, o meglio in strade che si possono prendere cura di ciascuno, facendolo sentire a casa propria.
Ma facciamo qualche esempio, e diciamo qualche numero.
Nei sette anni di lavoro, l'équipe dell'Educativa di Strada in zona 2 stima di aver contattato complessivamente (conoscendone nomi e spesso storie) almeno cinquecento ragazzi. E sa che agli “eventi” organizzati in zona ne sono passati per lo meno 4000. Le stime, crediamo, sono al ribasso.
Cosa si è fatto, di preciso? Si sono trascorse molte ore (in media tre o quattro ogni pomeriggio della settimana e per tutto l'anno solare) sulle panchine a chiacchierare con i giovani; si sono accompagnati tanti ragazzi a cercare lavoro presso agenzie private e servizi pubblici; si sono organizzati gruppi di studio e si sono svolti incontri individuali per parlare di problemi specifici.
Si sono organizzati concerti, visione di film, eventi dedicati alle controculture, momenti dentro le scuole per parlare di orientamento e servizi territoriali; si è collaborato con gli altri servizi presenti in zona; si è promosso il protagonismo dei giovani artisti; si sono prodotti insieme ai ragazzi materiali informativi che traducessero con loro e per loro le “regole” del mondo dei grandi (la legge sugli stupefacenti, solo per fare un esempio); si sono realizzati video e mostre fotografiche.
Soprattutto, quattro educatori hanno girato in lungo e in largo la zona, fino a conoscerla come le proprie tasche.
E la stessa cosa è avvenuta nel resto della città. Da quattro a sei operatori per ogni zona di decentramento. Storie diverse, metodi diversi, ma finalità molto simili. E adesso?
Dati raccolti ogni trimestre e puntualmente inviati all'Ufficio Sostegno Educativo.
Attendiamo spiegazioni, e intanto siamo preoccupati, perché un servizio educativo che vive negli spazi dell'informalità, impiega pochissimo tempo a perdere il contatto con il territorio.
È una cosa che sta già avvenendo: gli educatori lavorano altrove, le relazioni con i gruppi si sfilacciano, la rete di cui l'Educativa di Strada si prendeva cura vede i suoi nodi allentarsi.
Siamo preoccupati, ma allo stesso tempo sappiamo che molti cittadini della zona condividono questa preoccupazione con noi, e speriamo che la voce di tutti possa diventare un coro ascoltato da chi ha deciso che gli educatori non dovevano stare più per strada.
Beh, se volete qualche informazione, scriveteci, e vi risponderemo volentieri:
eds@coopcomin.it
Luisa Dell'Acqua, Renzo Foti,
Eloisa Spino, Rocco Del
Nero, Alessia Cattaneo
(educatori di strada della cooperativa COMIN, non più in servizio dal giugno 2008).
Benvenuto Barack: mandiamo un messaggio globale di speranza
La vittoria di Obama potrebbe essere un nuovo inizio per le relazioni fra gli Usa ed il mondo.
Ecco la lista di 10 promesse fatte in campagna elettorale da Obama che riguardano il mondo intero:
1. Ridurre le emissioni di anidride carbonica degli Usa dell’80% entro il 2050 e svolgere un ruolo forte e positivo nel negoziare un trattato vincolante per rimpiazzare il Protocollo di Kyoto in scadenza
2. Ritirare le truppe dall’Iraq entro 16 mesi, senza mantenere basi permanenti nel paese
3. Stabilire l’obiettivo chiaro di eliminare le armi nucleari dal pianeta
4. Chiudere il centro detentivo di Guantanamo Bay
5. Raddoppiare gli aiuti Usa per dimezzare la povertà estrema entro il 2015 ed accelerare la lotta a Aids/Hiv, tubercolosi e malaria
6. Aprire relazioni diplomatiche con paesi come Iran e Siria, per perseguire la pacifica risoluzione delle tensioni
7. De-politicizzare i servizi segreti in modo che non si ripetano mai più manipolazioni come quelle che hanno spinto gli Usa in Iraq
8. Lanciare uno sforzo diplomatico all’altezza di fermare le stragi in Darfur
9. Accettare di negoziare solo nuovi accordi commerciali che contengano protezioni ambientali e del lavoro
10. Investire 150 miliardi di dollari in 10 anni per supportare le energie rinnovabili e raggiungere un milione di auto elettriche in strada entro il 2015
Mandiamo un messaggio globale di speranza, e un invito a lavorare insieme, al nuovo Presidente – sarà messo su un muro gigantesco a Washington:
Raggiungiamo 1 milione di firme e messaggi per Obama da tutti i paesi del Mondo!
Firma il link qui sotto e gira questa mail ad altri:
http://www.avaaz.org/it/milli
Dopo 8 lunghi anni di Bush – un nuovo inizio!
Gli interessi costituiti sono ancora lì, ma la vittoria di Obama porta per gli Usa la opportunità di unirsi finalmente alla comunità mondiale per occuparsi delle sfide urgenti sui cambiamenti climatici, i diritti umani e la pace.
Dopo anni, anche decenni, di sfiducia, cogliamo questo momento di unità, riconciliazione e speranza per inviare un messaggio di calorose congratulazioni ed un invito a lavorare insieme al nuovo Presidente degli Americani.
Abbiamo costruito un gigantesco muro vicino alla Casa Bianca a Washington, dove il numero di firme sotto al nostro messaggio ed i messaggi personali da tutto il mondo cresceranno nelle prossime ore. Abbiamo anche chiesto ad Obama di ricevere personalmente la nostra petizione da un gruppo di membri di Avaaz.
Questo è un momento di festa per la democrazia, ma gli squali stanno già girando in tondo – compagnie petrolifere, costruttori di armi, lobbisti conservatori, e la potente cricca neo-con che ci ha regalato la guerra in Iraq stanno già press ando furiosamente per affievolire le possibilità di cambiamento. Obama ha promesso unità nazionale, e questi interessi chiederanno un alto prezzo per quella unità.
Agiamo rapidamente per fare in modo che le genti del mondo siano ascoltate, ora che Obama si troverà di fronte a scelte cruciali nei prossimi giorni su come mantener fede alle sue promesse elettorali per assicurare un trattato globale robusto sul clima, abolire la tortura e chiudere la prigione di Guantanamo, ritirarsi con prudenza dall’Iraq e raddoppiare gli aiuti per far passare alla storia la povertà nel mondo. Di rado abbiamo avuto maggiori chance di essere ascoltati da un Presidente Usa.
Faremo notare che sulle tematiche più urgenti che si trovano ad affrontare Obama ed il popolo Americano – dalla crisi finanziaria ai cambiamenti climatici -- abbiamo bisogno di lavorare assieme come un mondo unito, per ottenere il cambiamento.
Con speranza,
Ricken, Brett, Alice, Iain, Paula, Paul, Graziela, Pascal, Milena e tutto il tema Avaaz.
PS – Qui trovi un link alle campagne precedenti di Avaaz – [ http://www.avaaz.org/it/repor
Mandaci tue foto da mettere sul nostro muro, per email a obamawall@avaaz.org
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[ http://www.avaaz.org/act/open
CHI SIAMO
Avaaz.org è un'organizzazione non-profit e indipendente, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229
Clicca[ http://www.avaaz.org/it/repor
sondaggio per la salute della nostra città
Antonella Fachin
Comunicato di Genitori Antismog (GAS)
Nell’ambito delle iniziative volte a premere sulle nostre amministrazioni per l’adozione di nuove e più efficaci misure di contenimento dell’inquinamento nella nostra città (e non solo ) è stato realizzato un sondaggio al quale vi invitiamo a partecipare on-line sul sito:
http://sondaggi.legambiente.o
I risultati, che saranno a breve visibili sul sito, ci aiuteranno a dare voce alle nostre richieste.
Genitori Antismog
nuovo piano provinciale dei rifiuti: un'occasione persa!
Già! Approvato il NUOVO (!!) Piano Rifiuti della Provincia. Il documento approvato accoglie le prescrizioni della Regione –espressione di una visione vecchia della gestione dei rifiuti- e quindi amplia la quantità di rifiuti da smaltire (nonostante le norme prevedano l’impegno primario di riduzione della quantità di rifiuti), e invita a localizzare un nuovo inceneritore.
E qui c’è l’inghippo, come dice Angelo: nel nuovo Piano approvato, là dove si dice che non potrà essere realizzato nei parchi regionali, si esclude espressamente il Parco Agricolo Sud. Come se quest’ultimo non fosse un parco a tutti gli effetti: della serie, ci sono parchi di serie A e parchi di serie B; natura di serie A e natura di serie B.
E quale è quella di serie B?!?! Quella che ha una vocazione agricola!!! Quella che produce foraggio per le vacche da latte e per il bestiame di cui ci nutriamo; quella che produce ortaggi e frutta che poi mangiamo!!!
Qualcuno anni fa scrisse: chi inquina l'acqua prima o poi la beve!!
Idem con ciò che mangiamo: prima o poi ce lo inquiniamo da soli!!!
Nel contempo è passato un emendamento del PD che dice no a nuovi impianti a Milano .... vicino al Parco Sud! Angelo ci riferisce che Penati si è comunque già dichiarato possibilista (della serie: “no, ma anche..”?!) dicendo che “il Piano non esclude nulla – ed è vero – con la Regione lavoreremo per definire la nuova localizzazione”!
Siamo alle solite:
- il Parco Sud viene inteso come terra di conquista e come territorio in cui allocare tutto quello che la città respinge, dall’inceneritore, agli sfasciacarrozze, alle discariche, alle cave riadattate, come spazio vuoto da riempire con ospedali, centri di ricerca e centri congressi ecc. Beh, la presenza dell'Istituto Europeo Oncologico, IEO, e del CERBA è quanto mai provvidenziale: studieranno e cureranno le persone ammalate di tumori, anche quelli provocati dall'inquinamento da diossina, nanoparticelle, polveri sottili ecc. che le amministarzioni pubbliche invece di diminuire aiutano ad accrescere con gli inceneritori!!
Non basta l'inquinamento veicolare e da riscaldamento?!? - La gestione dei rifiuti non è intesa in maniera proattiva, come indirizzo e prescrizione verso un modello sociale virtuoso e ambientalmente sostenibile, ma come mero compito di “eliminazione” degli scarti della società, che devono “sparire” dalla faccia della terra: poveri rifiuti! Reietti e rifiutati!
Concordo con Angelo: manca, sia a destra che a sinistra, una vera cultura ambientalista che preservi il territorio e l’ambiente, che prenda consapevolezza che i rifiuti sono ancora delle risorse, ricche di materie che non debbono essere distrutte e incenerite, ma recuperate nel vero senso della parola e non con giochi di parole (v. i “Termovalorizzatori”).
Le future generazioni hanno il sacrosanto diritto di ricevere in eredità qualcosa, non un pianeta consumato e incenerito!
Un altro “inghippo” è l’illusione che questo piano rifiuti sia coerente con il principio di autonomia e prossimità nella gestione dei rifiuti.
Con la costruzione di inceneritori non sarà così!!!
Infatti i residui degli inceneritori (molto più tossici dei rifiuti in ingresso!) devono essere smaltiti FUORI provincia: gli scarti devono essere smaltiti in discariche per rifiuti tossici che in provincia di Milano non esistono e le polveri sottili vengono esportate in Germania!!!
La Provincia di Milano ha perso l’occasione di incentivare e prescrivere:
1. riduzione della quantità di rifiuti prodotti, in primis i rifiuti da imballaggio (se l’amministrazione favorisse la filiera dell’“imballaggio a rendere”, come una volta c’era il vuoto a rendere, sono certa che le imprese per prime e “volontariamente” troverebbero soluzioni più economiche e più facilmente gestibili, tramite la riduzione della quantità di imballaggi utilizzati);
2. sviluppo della raccolta differenziata e dell’umido (che rappresenta il 30-40% dei rifiuti):
- basterebbero centri per la produzione di compost (=dalla terra alla terra),
- piattaforme di recupero e riciclo dei rifiuti destinati a rientrare nelle rispettive filiere e
- discariche per il rimanente residuo secco, che potrebbe rappresentare il 5-10% dei rifiuti prodotti e non sarebbe tossico quanto il residuo degli inceneritori (potendo così essere smaltito in discariche per rifiuti urbani non tossici).
Invece siamo ancora fermi al vecchio approccio basato su: smaltire in discarica e bruciare.
Tra inceneritori e discariche … arriveremo a dover dire: meglio le discariche perché le future generazioni potranno almeno recuperare le risorse sotterrate dai loro avi nel 20° e 21° secolo! Con gli inceneritori si troveranno tra le mani solo polvere!!!
Altro che NUOVO PIANO RIFIUTI!
Questo piano nasce già vecchio, ossia come espressione di una impostazione, di una mentalità vecchia e drammaticamente superata, insomma MIOPE, perché non guarda al di là del proprio naso, non guarda al futuro, non considera la necessità di preservare le risorse del pianeta!!!
Vi invito tutti/e a partecipare al
CONVEGNO CON PATROCINIO UNESCO SUL TEMA DELLA RD UMIDO: DALLA TERRA ALLA TERRA
Gli Amici di Beppe Grillo di Milano si propongono si sostenere tale iniziativa, di modo da risvegliare il senso civico dei milanesi, convinti che i più elevati livelli di recupero (in alcune città italiane, come Novara, siamo oltre il 70%, mentre a Milano il dato è del 43%) siano conseguiti in presenza di servizi dedicati alla raccolta differenziata di organico/umido particolarmente efficaci.
Riteniamo che il potenziamento della Raccolta Differenziata sia da perseguirsi per ridurre l’utilizzo degli impianti di incenerimento, in quanto nocivi per la salute e costosi per i cittadini; la Raccolta Differenziata anche della frazione umida favorirebbe inoltre la creazione di lavoro, nonché il rispetto dell’ambiente, tramite il recupero dell’organico come concime sotto forma di Compost, con la conseguente riduzione dell’utilizzo dei fertilizzanti chimici.
per un 4 novembre diverso: L’obbedienza non è più una virtù
Per un 4 novembre diverso, conviene leggersi -o rileggersi- lo scritto di Don Milani
"L’obbedienza non è più una virtù".
Scritto nel febbraio del 1965, è indirizzato ai cappellani militari toscani che in un comunicato avevano definito l'obiezione di coscienza (fino al 1972 assimilata alla renitenza alla leva e alla diserzione) «estranea al comandamento cristiano dell'amore» e «espressione di viltà».
Milani stesso raccontò più tardi che un ritaglio di giornale col comunicato dei cappellani gli era stato portato da un amico mentre come sempre stava con i suoi ragazzi: l'attività quasi esclusiva del priore a Barbiana era infatti quella scuola popolare (attiva «dodici ore al giorno, 365 giorni l'anno») che avrebbe di lì a poco prodotto Lettera a una professoressa, il più radicale pamphlet contro la scuola di classe mai scritto in Italia.
Lo sdegno dei ragazzi per il fatto che nessuna autorità, né civile né religiosa, avesse reagito al pronunciamento dei cappellani rafforza nel priore la scelta di prendere posizione.
Dalle ricerche e gli studi fatti con i suoi scolari nasce la Lettera ai cappellani militari, dapprima stampata e diffusa in mille copie e poi ripresa dal settimanale del Partito comunista italiano Rinascita.
Scoppia un caso: una campagna stampa denigratoria e ostile, una pioggia di lettere anonime, la minaccia della sospensione a divinis per Milani, la denuncia, per Milani e il direttore di Rinascita Luca Pavolini.
Milani si autodifende rincarando la dose in una famosa Lettera ai giudici.
Entrambi gli imputati vengono assolti in primo grado «perché il fatto non costituisce reato».
Nel processo d'appello Pavolini sarà condannato a cinque mesi e dieci giorni,
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4 novembre:Non glorificare la guerra - ignoranza e falsi idoli
Manifesto – 2.11.08
Per parte mi rifaccio ad un altro passaggio della lettera scritta da don Lorenzo Milani ai cappellani militari: "Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri".
Cultura a Milano: RESPIRO INTERNAZIONALE O FIATO CORTO?
Riporto un articolo apparso su ChiamaMilano di oggi, 31 ottobre 2008
Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
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RESPIRO INTERNAZIONALE O FIATO CORTO?
Il Sindaco nomina un nuovo, collaborativo, Assessore alla cultura ed evita la mina del rimpasto
“Finazzer chi?” il Consigliere comunale azzurro mostra un certo stupore nell’accogliere la notizia della nomina del nuovo Assessore alla cultura. Dalle voci che abbiamo raccolto non è il solo. Il fascinoso Finazzer Flory non sembra essere ai vertici della hit parade della notorietà tra i banchi di Palazzo Marino, e non si capisce se ciò vada a maggior danno di quei consiglieri comunali “ignoranti” o del successore di Sgarbi.
È comunque fuor di dubbio che con la nomina del nuovo Assessore alla cultura il Sindaco abbia messo a segno un doppio colpo: da una parte ha individuato un personaggio meno ingombrante e più collaborativo del vulcanico neo Sindaco di Salemi, il quale appena appresa la notizia ha definito la nomina di Finazzer illegittima e ha minacciato di adire alle vie legali; dall’altro ha stoppato nuovamente le velleità di rimpasto –nutrite soprattutto dal gruppo consiliare di Forza Italia– fattesi ancor più insistenti dopo la firma del decreto Expo da parte del Governo.
I malumori non serpeggiano solo tra gli azzurri, anche dalla Lega, nonostante commenti ufficiali favorevoli alla nomina del successore di Sgarbi, c’è più d’una perplessità, al di là della facile ironia di chi ha individuato nel cognome un po’ esotico del nuovo Assessore il mantenimento della promessa fatta dal Sindaco dopo la cacciata di Sgarbi: il nuovo responsabile della cultura sarà un nome di respiro internazionale.
Anche nel comitato di saggi che il Sindaco aveva costituito per affiancarla nella gestione del dopo-Sgarbi la nomina di Finazzer Flory non è stata presa bene.
Appena noto il nuovo Assessore è arrivata la lettera di dimissioni firmata da cinque nomi di tutto rilievo del milieu culturale meneghino: Andrée Ruth Shammah, regista e direttrice del Teatro Franco Parenti, Gianni Canova critico cinematografico, Massimo Vitta Zelman, editore, Davide Rampello, Presidente della Triennale, Enrico Micheli, finanziere ma anche ex Presidente del Conservatorio. Forse aspiravano a quella poltrona? Probabilmente, a detta di molti, ognuno di loro l’avrebbe occupata meglio.
Finazzer Flory garantisce una gestione tranquilla di quel poco cui le politiche culturali sono state ridotte ormai da un ventennio e soprattutto va a coprire la quindicesima poltrona in Giunta sulle sedici consentite dalla legge. A questo punto l’unico vacante posto da assessore rimane quello delle attività produttive, per il momento gestito ad interim, dopo la cacciata di Tiziana Maiolo, dall’Assessore Terzi. I consiglieri di Forza Italia dovranno accontentarsi. Speravano in due poltrone: quella alle attività produttive e quella nuova di Assessore al bilancio se il sindaco avesse rinunciato a quest’ultima delega e tenuto quella alla cultura.
Invece, gli scontenti che si lamentano sin dalla formazione delle liste per le ultime elezioni politiche che hanno escluso alcuni consiglieri che speravano di approdare a Roma, saranno costretti a rimuginare ancora.
Intanto il governo cittadino sembra ricalcare sempre più quello nazionale: un uomo –o donna– solo al comando, i pochi ruoli chiave occupati da fidatissimi e figure poco ingombranti sulle poltrone di minor peso.
B.P.
scuola pubblica: Gli scontri a Roma
Gli scontri di ieri a Roma
scuola pubblica: IL GIORNO DOPO
Mi sembra un’analisi realistica e realizzabile del movimento della scuola
Antonella Fachin
www.retescuole.net
Milano , 29/10/2008
IL GIORNO DOPO. Michele Corsi
Il governo ha convertito in legge il decreto 137. Lo ha fatto a gran velocità, come sta accadendo per tutti i provvedimenti che riguardano la scuola e l'università. Si è giustamente condannata quest'arroganza, ma non ci si è soffermati sul perché: perché coartare tempi, porre la fiducia, impedire dibattiti? Per disprezzo nei confronti delle Camere? Ma se dispongono di una maggioranza larghissima! La risposta mi pare semplice: discussioni parlamentari prolungate avrebbero facilitato la circolazione di informazioni tra genitori e insegnanti, e dunque avrebbe aumentato la loro capacità di reazione. Hanno sbagliato i calcoli? Direi di sì.
Il movimento, questo movimento, non cessa d'allargarsi. Non credo che i nostri governanti, ed anche l'opposizione, si rendano davvero conto di quel che sta accadendo nel Paese. E' un movimento dal basso, molecolare, incontrollato che sta prendendo forma dall'inizio di settembre, anche se della sua esistenza i media si sono accorti solo ora. Le sue molecole sono i comitati misti genitori-insegnanti delle elementari e delle scuole d'infanzia. Solo nel milanese ne sorgono di nuovi quotidianamente. Il governo dice che sono manovrati dalla sinistra. Magari, qualcuno di noi potrebbe dire. E invece è proprio la scomparsa della sinistra e di una credibile e combattiva opposizione che ha fatto comprendere a tutti che per salvare la scuola si doveva far da sé, senza delegare.
Il governo spera che, grazie alla velocità d'azione, questa massa di gente tornerà a casa. Di nuovo, si sta sbagliando. Le tappe forzate imposte da Berlusconi hanno aumentato la rabbia e l'indignazione del movimento. La frustrazione non si sta trasformando in senso d'impotenza e depressione, perché in queste settimane abbiamo sperimentato la nostra forza. Senza l'aiuto di nessuno abbiamo imposto ai media e all'intera opinione pubblica l'urgenza della scuola e dell'università.
E' una forza che deriva dalla determinazione, dalla fantasia, ma anche da un fattore molto semplice, che ha spaventato sempre, nei secoli, qualsiasi governo in carica: la forza dei numeri. Siamo tanti. E più il movimento si ramifica dalle grandi città sino ai piccoli comuni, più questi numeri diventano popolo. Ed è l'unico fattore in grado di fermare chi ci governa. Berlusconi può ignorare il movimento, ma non i sondaggi che per la prima volta lo danno in calo, e proprio grazie alla scuola. E tra un po' ci saranno le amministrative... La Gelmini ha dato per persi gli insegnanti, altrimenti non direbbe tali e tante castronerie, nessuno può permettersi però di dar per persi i genitori. Il popolo della scuola è una valanga di lavoratori del settore, ma anche, e ancor di più: papà, mamme, nonni, studenti...
Qualcuno in qualche stanza sta cercando di mettere in pratica le parole che per l'età Cossiga dice ora a ruota libera, dopo averle nascoste per anni. Non ero molto cresciuto all'epoca, ma ricordo quando l'allora ministro degli interni chiedeva l'unità nazionale perché gli "studenti criminali" devastavano l'Italia. L'abbiamo sempre sospettato, ma ora lo dice lui: era tattica, e un bel po' di vetrine le hanno spaccate i suoi agenti. Davvero pensiamo che non ritenteranno lo stesso gioco? Di imbecilli di parte nostra disposti a giocare il suo gioco francamente ne vedo pochini. Vedo anzi molta ingenuità. Come quegli studenti che a Roma immaginavano che fosse davvero possibile manifestare insieme a quelli di estrema destra. Dobbiamo ancora e soltanto contare sul numero. E allargarlo, perché il movimento non ha raggiunto il massimo delle sue potenzialità: non tutte le università si sono mosse, gli insegnanti delle superiori e delle medie sono fermi, tanti comuni piccoli e medie città devono essere raggiunte, le assemblee informative coi genitori le dobbiamo ancora organizzare in tanti posti... Siamo milioni, perché questi sono i numeri della scuola e dell'università pubblica, e dobbiamo porci nelle condizioni di "essere" quei milioni.
Alcuni immaginano che ora si torni a casa. E qui forse è mancato uno sforzo di comunicazione da parte del movimento. Occorre dunque ribadire alcuni concetti. Quella che è stata approvata è una legge che è solo un pezzetto di tutti gli adeguamenti legislativi che dovranno essere votati per far passare i tagli, tagli che sono stati votati il 6 agosto con l'art.64 della legge n.133. Devono ancora uscire le leggi che riguardano medie, superiori, università e scuole d'infanzia, devono ancora uscire i loro regolamenti attuativi, come del resto anche le misure previste dalla 137 prevedono altri passaggi prima di essere applicate. Del resto i tagli saranno spalmati su tre lunghi anni. Gli otto miliardi di tagli alla scuola troveranno piena sistemazione nella legge finanziaria, che deve essere ancora votata. Abbiamo davanti molti mesi di resistenza nelle scuole e nelle università. Sarà dura? Sì certo, ma vediamola anche dal loro punto di vista: una mobilitazione che non cessa e che arriverà sino al momento delle iscrizioni, e poi della formazione degli organici, contestando punto per punto, anno dopo anno... Non è la prima volta che una legge è approvata e i suoi contenuti non applicati. Ne sa qualcosa Fioroni, che pure lui avrebbe voluto tanto tagliare... (sì, meno della Gelmini, ma la differenza tra loro, dunque, è di quantità?). Occorre, però, attrezzarsi a questa lotta: consolidando le strutture di movimento, mettendole in collegamento tra loro, praticando l'unità dal basso, inventando forme di lotta prolungate e sostenibili...
Sento molto parlare in queste ore di referendum. E' un errore. Significa mettere in piedi una macchina che assorbe una quantità enorme di energie per esiti per di più incerti, e in un momento in cui la lotta è appena cominciata. Se ne potrà parlare, certo, ma non prima di aver percorso sino in fondo ogni possiblità di mobiltazione nelle scuole, nelle università, nelle strade. Nel frattempo le forze dell'opposizione istituzionale potrebbero fare una cosa molto carina: adeguare i loro programmi e le loro proposte. Il PD è ancora dell'idea di tagliare alla scuola pubblica non 8 ma 6 miliardi, per esempio? La proposta di referendum però ci mostra che almeno un passetto l'hanno fatto: la richiesta del ritiro della 137, perché fino ad una settimana fa non erano su questa linea. Bene, ora ne chiediamo un altro di passetto: la richiesta di abrogare gli articoli della 133 che riguardano scuola e università. Sì, perché anche se si facesse il referendum sulla 137, rimarrebbe la 133, ovvero i tagli. E il dibattito sarebbe: i tagli ci sono, nelle elementari non li attuiamo, e allora chi facciamo fuori?
Lo sciopero del 30 mostra chiaramente la strada da seguire. Certo, di scioperi non ne potremo far tanti, ma sappiamo essere creativi nel trovare nuove forme di lotta. E' uno sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali maggioritarie, ma di cui tutto il movimento si è impossessato. Sarà uno sciopero con manifestazioni dall'ampiezza senza precedenti. Berlusconi sperava, approvando il giorno prima il decreto, di demotivare rispetto alla partecipazione. Il successo di questa giornata speriamo gli mostri senza ombra di dubbio che continua a sbagliare valutazione: siamo solo all'inizio.
La contemporaneità della crisi economica e dei tagli a scuola e università costituisce una sorta di metafora. I governi di tutto il mondo, dopo averci per vent'anni catechizzato sulle virtù del mercato lasciato libero dall'intervento statale, i soldi (statali) per le banche li hanno trovati subito. E, nello stesso identico momento, tolgono soldi all'istruzione, in Italia, ma anche in Francia: i soldi, che poi sono i nostri soldi, scorrono e vanno da qua a là, dalle nostre aule ai loro conti. La manifestazione autorganizzata del milanese il 30 sarà aperta da uno striscione retto simbolicamente da tutti i soggetti sociali coinvolti nella lotta: maestre, universitari, medi. C'è scritto: "scuola e università non pagheranno la vostra crisi".
Tremonti, benefattore delle banche, Gelmini, ladra di scuola: decidiamo noi quando la partita è chiusa.
Michele Corsi, Retescuole
se non ora quando? appello per una commissione antimafia
Rinnovo l'invito ad aderire all'appello qui sotto riportato per memoria ... è un piccolo gesto ma dall'alto valore simbolico: anche a Milano ci sono criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, camorristiche ecc. e bisogna prenderne coscienza anche a livello politico!
Invia la tua adesione all'indirizzo listafoappello@gmail.com scrivendo:
Qui di seguito le numerose adesioni sinora pervenute... ma le adesioni non sono mai abbastanza!!!
Chi ha già aderito segnali l'appello ad amici e parenti. GRAZIE!
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Basilio Rizzo, Giovanni Colombo, Vladimiro Merlin, Patrizia Quartieri, Francesca Zajczyk, Emilio Molinari, Vittorio Agnoletto, Alessandro Rizzo,Gianni Barbacetto, Antonello Patta, Gianni Occhi, Irma Dioli, Nando dalla Chiesa, Luciano Muhlbauer, Lorenzo Frigerio, Paolo Cagna Ninchi, Giuseppe Natale, Amalia Navoni, Maurizio Pagani, Antonella Fachin, Franco Brughiera, Raffaele Taddeo, Sergio Segio, Tommaso Zampagni, Thomas Schmid, Marco Bersani, Paolo Azioni, Vanni Mirandola, Nello Vescovi, Liborio Francesco Cozzoli, Luisa Spinoso, Renata Sparacio, Francesco Pedrazzi, Giulio Cengia, Guido Gavazzi, Maria Carla Baroni, Alessandro Cangemi, Anna Alziati, Angelo Valdameri, Vincenzo Viola, Rossana Campisi, Fabrizio Casavola, Francesca Mileto Fausto Marchesi, Aligi Maschera, Christian Elevati, Loredana Fantini, Roberto Brambilla, Rolando Mastrodonato, Valerio Imbatti, Aldo Rossetti, Luigi Candreva, Alessandro Guido, Eleonora De Bernardi, Cristina Agosti, Piero Basso, Enrica Torretta, Roberto Cagnoli, Ida Alessandroni, Giampaolo Ferrandini, Ersilia Monti, Stefano Panigada, Giacomo Sicurello, Mirella De Gregorio, Luigi Campolo, Empirio Vito, Emanuele Gabardi, Vincenzo Vasciaveo, Edda Boletti, Saverio Benedetti, Silvano Pasquini, Fabio Ricardi, Camillo Gama Malcher, Cristina Benato, Edgardo Bernasconi, Claudio Armellini, Silvia Biassoni, Pietro Zanisi, Emanuele Concadoro, Mariateresa Lardera, Grazia Casagrande, Simona Platè, Gabriella Benedetti, Enzo Bensi, Massimo Gentili, Stefania Cappelletti, Mercedes Mas, Davide Frigerio, Giovanni Amico, Giogo Nobili, Rosanna Gatti, Andrea Sanclemente, Gabriella Grasso, Paolo Meyer, Giuliana Nichelini, Silvio Agnello, Luca Ariano, Marco Alberti, Claudia Giella, Ibrahîm 'Abd an-Nûr Gabriele Iungo, Gregorio Mantella, Sergio Marinoni, Anna Pedrazzi, Simone Panozzo, Michele Sacerdoti, Luigi Ranzani, Tommaso Botta, Mona Mohamed, Tommaso Dilauro, Maurilio Pogliani, Franco La Spina, Paolo Baruffa, Eliana Scarafaggi, Maurilio Grassi, Pennu, Roberto Prina, Donatela Cabrini, Giulio Cavazioni, Claudia Guastaldi Musso, Biagio Strocchia, Aldo Sachero, Donfrengo, Miriam Garavaglia, Marco Fassino, Luciano Luca Pasetti, Ferdinando Lenoci, Fabio di Falco, Lidia Meriggi, Ennio Riva, Carmen Cavazzoli, Renato Mele, Nadia Barbetti, Teresa Isenburg, Paolo Migliavacca, Monica Rossi, Giancarlo Roncato, Marina Lagori, Mario Bonica, Camilla Notarbartolo, Luisa A. Meldolesi, Bianca Dacomo Annoni, Renato Vallini, Tiziana Marsico, Daniele Gaggianesi, Ester Prestini, Salvatore Fraticelli, Alessandra Durante, Anna Maria Osnaghi, Rino Messina, Mattea Avello, Daniele Leoni, Angela Persici, Ruggero Bogani, Laura Bogani, Armando Costantino, Bruno Giulio, Antonio Lupo, Amanda e Silvio, Vincenzo Modarelli, Cristina Simonini, Alessandra Manzoni, Giuliana De Carli, Renato Merlini, Maria Luisa Sciarra, Federico Marchini, Luciana P. Pellegreffi, Alda Capoferri, Stefania Fuso Nerini, Riccardo Poggi, Maria Rosa Strocchi, Luisa Motta, Giovanna Groppi, Renato Lana, Massimo De Giuli, Guido Bolzani, Tony Rusconi, Romano Miglioli, Guia Faglia, Liborio Francesco Cozzoli, Silvia Olivotti, Ermanno de Gregorio, Annamaria Trebo, Lino de Gregorio, Tina Fusar Poli, Marina Querciagrossa, Giuliana Zoppis, Melissa Corbidge, Emanuela Nava, Davide Radaelli, Paolo Zani, Siliana Silvia Inguaggiato, Ernesto Pedrini, Marisa Gaggini, Giorgio Boccalari, Carla Gnecchi Ruscone, Luca Trada, Francesco Paolella, Edvige Cambiaghi, Carlo Rossi, Adele Rossi, Daniela Rossi, Roberto Zuccolin, Paola Iubatti, Marina Gorla, Pasquale Palena, Paolo Limonta, Elena Tagliaferri, Stefano Levi Della Torre, Marco Tatò, Edoardo Bottini, Davide Pelanda, Simona Bessone, Antonio Frascone, Renata Rambaldi, Tatiana Cazzaniga, Cristina Franceschi, Nicoletta Lucatelli, Francesca Carmi, Federico Mininni, Jacopo Casadei, Sandro Artioli, Carla Dentella, Alessandro Zanardi, Giovanna Ronco, Giovanni Acquati, Franco Calamida, Giuseppina Renzetti, Alfredo Minichini, Patrizia Tovazzi, Roberto Capucciati, Piercarlo Collini, Stefano Costa, Davide Sini, Paola Trotta, Antonio de Cristofaro, Andrea Fedeli, Alberto Risi, Annamaria Palo, Luigia Pasi, Brunella Panici, Vincenzo di Giacomo, Bianca Avigo, Marco Gimmelli, Flora Tannini, Stefania Veronese, Milena Mazzoni, Ernesto Rossi, Ezio Fornasier, Alessandro Guido, Serena Scionti, Parisina Dettoni, Cesarina Martin, Mariolina De Luca Cardillo, Teresa Ricco, Erica Rodari, Domenico Bertelli, ASSOCIAZIONE PROGETTO GAIA (Milano), Marco Poma, Silvio Saffaro, Massimo Incontri, Mauro Leoni, Valeria Cornelio, Adriano Sgrò, Donatella Lunardon, Alberto Mazzenzana, Giovanna Procacci, Alessandro Angelotti, Daniela Bastianoni, Grazia Lurati, Giuseppe Caldera, Antonio Iosa, Silva Dondi, Guido Consonni, Giulio Meraviglia, Bruno Banone, Sara Montrasio, Luisa Ferrario, Giovanni Abbiati, Norberto Trabucchi, Lucia Bertolini, Graziella Osellame, Raffaella Noseda, Chiara Noseda, Francesco Pirelli, Patrizia Miozzi, Maurizio Bertasi, Donatella Costelli, Céline Dissard, Gianni Cabinato, Maria Rosaria Canzano, Angela Di Terlizzi, Luciano Vailati, Augusta Bottazzi, Daniela Galuzzi, Viki Corsieri, Luca Prini------------------------------------------
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