

12 febbraio: salviamo il Darwin Day
Comunicato stampa salviamo il Darwin Day
LAV: un Natale dalla parte degli animali

Con la LAV


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4 settembre:in piazza con i precari della scuola
"L'altra via": Un libro non solo da leggere, ma da promuovere
Per opportuna informazione.
cari saluti
Antonella
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Sobrietà, decrescita, sostenibilità, o comunque vogliamo chiamarla, non è solo una questione di tecnologia e stili di vita, ma anche di assetto economico. "Se produciamo e consumiamo di meno che ne sarà dei posti di lavoro? E lo stato dove troverà i soldi per fare funzionare sanità, istruzione e tutti gli altri servizi?" Ecco due grandi domande che terranno la gente lontana da noi fin quando non dimostreremo come sia possibile coniugare sobrietà con piena occupazione e diritti
fondamentali per tutti.
Va bene fare lo yogurth in casa, ma dobbiamo anche tornare a fare politica, quella alta, di progettazione di un'altra economia, non più orientata alla crescita, ma alla dignità per tutti mantenendo un apparato produttivo leggero. Un passaggio che ci impone di ripensare un po' tutto perchè i meccanismi di funzionamento dell'economia della crescita non si addicono all'economia del limite.
Tanti sono i nodi da sciogliere: quali bisogni privilegiare? quale ruolo assegnare al denaro? quale spazio riservare al mercato? come conciliare una forte economia pubblica con un basso regime economico? come riorganizzare il lavoro?
Questi e molti altri sono i temi affrontati in "L'altra via", un libro agevole scritto da Francesco Gesualdi, che delinea un nuovo orizzonte possibile e i passi immediati che si possono compiere per avviare l'inversione di marcia. Un libro non solo da leggere, ma da dibattere, promuovere, trasformare in manifesto politico.
Edito da Altreconomia in formato supertascabile, consta di una settantina di pagine, ha un prezzo di copertina di tre euro ed è reperibile in libreria e nelle botteghe del mondo.
In alternativa può essere acquistato on line su www.altreconomia.it, o può essere richiesto al Centro Nuovo Modello di Sviluppo <coord@cnms.it>.
Le voci fuori dal coro difficilmente trovano spazio sui grandi mezzi di stampa, possono diffondersi solo attraverso il passaparola. Per questo chiediamo a chi crede in un'altra economia di passare questo messaggio agli amici o di inserirlo nelle mailing list di appartenza. Se poi ci fosse chi vuole organizzare dei banchetti di vendita, ce lo faccia sapere: insieme cercheremo la forma di prezzo e di pagamento più agevole. Un altro mondo è possibile solo con una forte partecipazione
dal basso.
per iscrizioni e cancellazioni http://liste.retelilliput.org/
Il paradosso del nostro tempo
Il paradosso del nostro tempo
DEL DR. BOB MOORHEAD
Information clearing house
Il paradosso del momento storico in cui viviamo è che abbiamo edifici più alti, ma tolleranza più bassa; autostrade più ampie, ma punti di vista ridotti; spendiamo di più, ma abbiamo meno; compriamo di più, ma ne godiamo di meno.
Abbiamo case più grandi, ma famiglie più piccole; siamo più agiati, ma abbiamo meno tempo; abbiamo più lauree, ma meno buon senso; sappiamo di più, ma abbiamo meno giudizio; siamo più esperti, ma con più problemi; più medicine, ma meno benessere.
Beviamo troppo, fumiamo troppo, siamo spendaccioni, ridiamo troppo poco, guidiamo troppo veloce, ci arrabbiamo più in fretta, facciamo le ore piccole, ci alziamo più stanchi, leggiamo troppo di rado, guardiamo troppa televisione e preghiamo raramente.
Abbiamo moltiplicato i nostri beni ma ridotto i nostri valori. Parliamo troppo, amiamo di rado e odiamo spesso.
Sappiamo come guadagnarci da vivere, ma non sappiamo vivere; abbiamo aggiunto anni alla nostra vita, ma non vita ai nostri anni.
Siamo andati e tornati dalla luna, ma ci è difficile attraversare la strada per incontrare i nostri vicini. Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non quello interiore. Abbiamo fatto cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo ripulito l’aria, ma inquinato la nostra anima. Abbiamo scisso l’atomo, ma non i pregiudizi.
Scriviamo di più ma impariamo meno; pianifichiamo più cose ma ne otteniamo meno. Abbiamo imparato ad affrettarci, ma non ad aspettare; abbiamo salari più alti, ma moralità più bassa; abbiamo più cibo, ma meno armonia; costruiamo più computers per contenere più informazione, per fare più copie che mai, ma comunichiamo di meno. Abbiamo migliorato la quantità ma non la qualità.
Sono tempi di cibo veloce e di digestione lenta, di uomini alti ma bassi di carattere, di enormi profitti, ma di rapporti superficiali.
Sono tempi di relativa pace nel mondo, ma di guerre interne; più agi, ma meno gioie; più tipi di cibo ma meno nutrimento.
Sono giorni di doppi salari, ma più divorzi; di case sfarzose ma distrutte da separazioni. Questi sono i giorni dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta, della moralità da scarto, di avventure di una notte, di corpi sovrappeso e di pillole che ci esaltano, ci tranquillizzano e ci ammazzano.
È il tempo in cui c’è molto in vetrina, ma poco in magazzino. Il tempo in cui la tecnologia vi ha portato questo articolo, ed è il tempo in cui potete o fare la differenza oppure semplicemente “saltare alla pagina successiva”.
Il Dr. Bob Moorehead, è ex pastore della Overlake Christian Church di Seattle's. (Ritiratosi nel 1998 dopo 29 di attività in tale chiesa). Questo saggio è apparso col titolo "The Paradox of Our Age" in “Words Aptly Spoken” la raccolta del Dr. Moorehead del 1995 di preghiere, omelie e monologhi utilizzati nei suoi sermoni e trasmissioni radiofoniche
Titolo originale: "The Paradox Of Our Time"
Fonte: http://www.informationclearing
Tradotto per www.comedonchisciotte.org da GIANNI ELLENA
I disabili tra pregiudizio e realtà: LA TERZA NAZIONE DEL MONDO
E' con molto piacere che segnalo il libro scritto dal fratello di una amica di una mia amica e siccome "gli amici dei miei amici... sono miei amici" non potevo non divulgare la notizia.
Cordiali saluti atutti/e
Antonella
Serie Bianca Feltrinelli - In libreria dal 15 gennaio 2009
MATTEO SCHIANCHI
LA TERZA NAZIONE DEL MONDO
I disabili tra pregiudizio e realtà
Sono 650 milioni i disabili nel mondo, oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione del mondo dopo Cina e India. In Italia, sono circa 6 milioni, la seconda regione dopo la Lombardia. Sono le vittime di malattie congenite o acquisite, traumi psichici, incidenti sul lavoro e stradali, tumori. Lhandicap non solo coinvolge molte persone, ma riguarda tutti poiché le sue cause stanno nei rischi, nelle fatalità, nelle casualità cui sono soggette le nostre esistenze. Proprio perché la temiamo, rifiutiamo la disabilità, la sua vista ci disturba e ci inquieta. Lhandicap è un trauma che sconvolge i corpi, le soggettività, le relazioni degli individui e del mondo circostante. Lhandicap è lutto della perdita della normalità, non una menomazione, ma una specifica condizione umana.Ma non esiste handicap senza sguardo sullhandicap. Questo sguardo è pieno di rifiuto, pregiudizi, pietismo provati dai normali sui disabili e dai disabili su se stessi: qui si creano e si alimentano il rifiuto e lemarginazione. Uno sguardo stigmatizzante che in realtà ha profonde radici psicologiche e culturali. Lo stato sociale è ancora insufficiente, nella prevenzione e nelle risposte alle forme di handicap, e dovrebbe rifarsi alla recentedichiarazione Onu dei diritti dei disabili, non ancora ratificata dallItalia. Le politiche sono incentrate sullassistenzialismo, ma hanno buchi strutturali che fanno dellintegrazione una chimera: barriere architettoniche, risorse insufficienti, leggi parzialmente applicate, nessuna fornitura di strumenti psicologici per affrontare il trauma. Questi deficit contribuiscono a sommergere i disabili nelle difficoltà quotidiane, nelle solitudini, nelle forme di povertà, in vite completamente sacrificate allhandicap.
Matteo Schianchi, laureato in Storia contemporanea, ha studiato presso lEcole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Svolge attività di ricerca storica e lavora come traduttore di saggistica. Ha partecipato agli Europei e ai Mondiali di nuoto con la nazionale italiana di sport disabili.
http://www.feltrinellieditore
Benvenuto Barack: mandiamo un messaggio globale di speranza
La vittoria di Obama potrebbe essere un nuovo inizio per le relazioni fra gli Usa ed il mondo.
Ecco la lista di 10 promesse fatte in campagna elettorale da Obama che riguardano il mondo intero:
1. Ridurre le emissioni di anidride carbonica degli Usa dell’80% entro il 2050 e svolgere un ruolo forte e positivo nel negoziare un trattato vincolante per rimpiazzare il Protocollo di Kyoto in scadenza
2. Ritirare le truppe dall’Iraq entro 16 mesi, senza mantenere basi permanenti nel paese
3. Stabilire l’obiettivo chiaro di eliminare le armi nucleari dal pianeta
4. Chiudere il centro detentivo di Guantanamo Bay
5. Raddoppiare gli aiuti Usa per dimezzare la povertà estrema entro il 2015 ed accelerare la lotta a Aids/Hiv, tubercolosi e malaria
6. Aprire relazioni diplomatiche con paesi come Iran e Siria, per perseguire la pacifica risoluzione delle tensioni
7. De-politicizzare i servizi segreti in modo che non si ripetano mai più manipolazioni come quelle che hanno spinto gli Usa in Iraq
8. Lanciare uno sforzo diplomatico all’altezza di fermare le stragi in Darfur
9. Accettare di negoziare solo nuovi accordi commerciali che contengano protezioni ambientali e del lavoro
10. Investire 150 miliardi di dollari in 10 anni per supportare le energie rinnovabili e raggiungere un milione di auto elettriche in strada entro il 2015
Mandiamo un messaggio globale di speranza, e un invito a lavorare insieme, al nuovo Presidente – sarà messo su un muro gigantesco a Washington:
Raggiungiamo 1 milione di firme e messaggi per Obama da tutti i paesi del Mondo!
Firma il link qui sotto e gira questa mail ad altri:
http://www.avaaz.org/it/milli
Dopo 8 lunghi anni di Bush – un nuovo inizio!
Gli interessi costituiti sono ancora lì, ma la vittoria di Obama porta per gli Usa la opportunità di unirsi finalmente alla comunità mondiale per occuparsi delle sfide urgenti sui cambiamenti climatici, i diritti umani e la pace.
Dopo anni, anche decenni, di sfiducia, cogliamo questo momento di unità, riconciliazione e speranza per inviare un messaggio di calorose congratulazioni ed un invito a lavorare insieme al nuovo Presidente degli Americani.
Abbiamo costruito un gigantesco muro vicino alla Casa Bianca a Washington, dove il numero di firme sotto al nostro messaggio ed i messaggi personali da tutto il mondo cresceranno nelle prossime ore. Abbiamo anche chiesto ad Obama di ricevere personalmente la nostra petizione da un gruppo di membri di Avaaz.
Questo è un momento di festa per la democrazia, ma gli squali stanno già girando in tondo – compagnie petrolifere, costruttori di armi, lobbisti conservatori, e la potente cricca neo-con che ci ha regalato la guerra in Iraq stanno già press ando furiosamente per affievolire le possibilità di cambiamento. Obama ha promesso unità nazionale, e questi interessi chiederanno un alto prezzo per quella unità.
Agiamo rapidamente per fare in modo che le genti del mondo siano ascoltate, ora che Obama si troverà di fronte a scelte cruciali nei prossimi giorni su come mantener fede alle sue promesse elettorali per assicurare un trattato globale robusto sul clima, abolire la tortura e chiudere la prigione di Guantanamo, ritirarsi con prudenza dall’Iraq e raddoppiare gli aiuti per far passare alla storia la povertà nel mondo. Di rado abbiamo avuto maggiori chance di essere ascoltati da un Presidente Usa.
Faremo notare che sulle tematiche più urgenti che si trovano ad affrontare Obama ed il popolo Americano – dalla crisi finanziaria ai cambiamenti climatici -- abbiamo bisogno di lavorare assieme come un mondo unito, per ottenere il cambiamento.
Con speranza,
Ricken, Brett, Alice, Iain, Paula, Paul, Graziela, Pascal, Milena e tutto il tema Avaaz.
PS – Qui trovi un link alle campagne precedenti di Avaaz – [ http://www.avaaz.org/it/repor
Mandaci tue foto da mettere sul nostro muro, per email a obamawall@avaaz.org
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[ http://www.avaaz.org/act/open
CHI SIAMO
Avaaz.org è un'organizzazione non-profit e indipendente, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229
Clicca[ http://www.avaaz.org/it/repor
Cultura a Milano: RESPIRO INTERNAZIONALE O FIATO CORTO?
Riporto un articolo apparso su ChiamaMilano di oggi, 31 ottobre 2008
Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
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RESPIRO INTERNAZIONALE O FIATO CORTO?
Il Sindaco nomina un nuovo, collaborativo, Assessore alla cultura ed evita la mina del rimpasto
“Finazzer chi?” il Consigliere comunale azzurro mostra un certo stupore nell’accogliere la notizia della nomina del nuovo Assessore alla cultura. Dalle voci che abbiamo raccolto non è il solo. Il fascinoso Finazzer Flory non sembra essere ai vertici della hit parade della notorietà tra i banchi di Palazzo Marino, e non si capisce se ciò vada a maggior danno di quei consiglieri comunali “ignoranti” o del successore di Sgarbi.
È comunque fuor di dubbio che con la nomina del nuovo Assessore alla cultura il Sindaco abbia messo a segno un doppio colpo: da una parte ha individuato un personaggio meno ingombrante e più collaborativo del vulcanico neo Sindaco di Salemi, il quale appena appresa la notizia ha definito la nomina di Finazzer illegittima e ha minacciato di adire alle vie legali; dall’altro ha stoppato nuovamente le velleità di rimpasto –nutrite soprattutto dal gruppo consiliare di Forza Italia– fattesi ancor più insistenti dopo la firma del decreto Expo da parte del Governo.
I malumori non serpeggiano solo tra gli azzurri, anche dalla Lega, nonostante commenti ufficiali favorevoli alla nomina del successore di Sgarbi, c’è più d’una perplessità, al di là della facile ironia di chi ha individuato nel cognome un po’ esotico del nuovo Assessore il mantenimento della promessa fatta dal Sindaco dopo la cacciata di Sgarbi: il nuovo responsabile della cultura sarà un nome di respiro internazionale.
Anche nel comitato di saggi che il Sindaco aveva costituito per affiancarla nella gestione del dopo-Sgarbi la nomina di Finazzer Flory non è stata presa bene.
Appena noto il nuovo Assessore è arrivata la lettera di dimissioni firmata da cinque nomi di tutto rilievo del milieu culturale meneghino: Andrée Ruth Shammah, regista e direttrice del Teatro Franco Parenti, Gianni Canova critico cinematografico, Massimo Vitta Zelman, editore, Davide Rampello, Presidente della Triennale, Enrico Micheli, finanziere ma anche ex Presidente del Conservatorio. Forse aspiravano a quella poltrona? Probabilmente, a detta di molti, ognuno di loro l’avrebbe occupata meglio.
Finazzer Flory garantisce una gestione tranquilla di quel poco cui le politiche culturali sono state ridotte ormai da un ventennio e soprattutto va a coprire la quindicesima poltrona in Giunta sulle sedici consentite dalla legge. A questo punto l’unico vacante posto da assessore rimane quello delle attività produttive, per il momento gestito ad interim, dopo la cacciata di Tiziana Maiolo, dall’Assessore Terzi. I consiglieri di Forza Italia dovranno accontentarsi. Speravano in due poltrone: quella alle attività produttive e quella nuova di Assessore al bilancio se il sindaco avesse rinunciato a quest’ultima delega e tenuto quella alla cultura.
Invece, gli scontenti che si lamentano sin dalla formazione delle liste per le ultime elezioni politiche che hanno escluso alcuni consiglieri che speravano di approdare a Roma, saranno costretti a rimuginare ancora.
Intanto il governo cittadino sembra ricalcare sempre più quello nazionale: un uomo –o donna– solo al comando, i pochi ruoli chiave occupati da fidatissimi e figure poco ingombranti sulle poltrone di minor peso.
B.P.
CHE FINE FA LA CASA DELLE CULTURE DEL MONDO
Dal notiziario ChiamaMilano del 19 novembre 2010.
Cari saluti a tutti/e
Antonella Fachin
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CHE FINE FA LA CASA DELLE CULTURE DEL MONDO
Il 14 dicembre scade la convezione e la Provincia non ha proposto il rinnovo né indetto un nuovo bando
In due anni di attività sono state moltissime le iniziative realizzate nello spazio, che comprende un’area espositiva, un piccolo auditorium, un centro di documentazione e studio con connessione wi-fi, e un caffè-bar dove incontrarsi e sperimentare i sapori del mondo.
Per farsene un’idea basta consultare l’archivio delle iniziative 2009 e 2010 sul sito dedicato all’interno del portale internet della Provincia di Milano.
Quello che non è dato sapere è cosa conterrà questo spazio a partire dal prossimo 14 dicembre, data in cui scadrà la convenzione con la Cooperativa “Farsi Prossimo – Centro Come” e l’Arci di Milano che in questo biennio hanno gestito lo spazio.
“Al momento non è chiaro se e come questa esperienza proseguirà, perché non è ancora stato indetto un nuovo bando e non si sa se l’Amministrazione provinciale intenda prorogare la gestione alle attuali associazioni” spiega Valter Molinaro, Consigliere di Zona 8, che ha presentato una mozione in CdZ per invitare la Provincia “a rinnovare la convenzione in essere o indire un nuovo bando di gestione affinchè tale positiva esperienza possa proseguire nel nostro territorio per i positivi risultati raggiunti e per le potenzialità che questo spazio ha saputo esprimere e rappresentare nella Provincia e nella città di Milano”.
Già lo scorso 30 settembre era stata presentata un’interrogazione urgente sugli stessi temi dal Consigliere provinciale Massimo Gatti.
A seguito di numerose email ricevute dai cittadini della zona e non, l’Assessore provinciale alla Cultura, Umberto Maerna, ha risposto: “La Provincia di Milano e l'Assessorato alla Cultura rilanceranno l’attività della Casa delle Culture del Mondo di via Natta, al fine di renderla ancor di più un reale polo attrattivo e dinamico di diffusione culturale, aperto al territorio, a gruppi culturali ed alle numerose associazioni rappresentative delle tante realtà presenti a Milano e in provincia. Realtà che in questi mesi hanno manifestato interesse per la struttura senza tuttavia aver avuto sinora la possibilità di accedervi”.
A parte la considerazione che l’attività della Casa delle Culture non ha bisogno di essere ri-lanciata, in quanto già funzionante in vari modi e forme, a parte che queste realtà che non hanno potuto accedere alla struttura non è specificato quali siano, non viene esplicitato dall’Assessore in che modo intende operare questo miglioramento della Casa delle Culture: non si fa cenno ad alcun bando né a nomi di associazioni che potrebbero gestire lo spazio. Restiamo a vedere cosa accadrà dopo il 14 dicembre. Intanto sulla pagina dedicata in facebook, gli organizzatori invitano all’ultima festa interculturale fissata per domenica 21 novembre.
Antiniska Pozzi