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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Martedì, 30 Marzo, 2010 - 13:00

Grazie Vittorio: ora occorre una SINISTRA UNA

Penso che i commenti a freddo siano sempre spesso fartti in modo affrettato e poco ponderato. Ma vedo comunque dei dati impressionanti che sono oggettivi e che devono portare a considerare la situazione presente e creatasi come pericolo ormai reale e non solo paventato da noi, che siamo stati spesso definiti le "cassandre" dell'odio. La situazione economica e sociale del paese è drammaticamente precipitata. Vedo sempre di più persone di qualsiasi età e di qualsiasi etnia, spesso, molto spesso, giovani italiani, davanti allo spaccio di Pane Quotidiano in Viale Toscana. Basta andare la mattina in quel sito e si può constatare, a pochi passi dal centro di formazione dell'imprenditoria italiana per eccellenza, l'Università Bocconi, quanta sofferenza e disagio ci sia e quanto questo sistema che noi vediamo perpretarsi in diverse forme sia fallimentare, crei esclusione, emarginazione. Nonostante questo il voto delle elezioni regionali ha premiato quella forza che da anni parla di riforme federaliste, fiscali, mentre al governo del Paese non ha proposto nulla che potesse beneficiare le condizioni sociali degli italiani: parlo della Lega che ha in scacco integralmente il governo di centrodestra e che da "costola della sinistra", drammaticamente definita da alcuni dirigenti del PD, è diventata la realtà che ha come "costola" il PdL. E' la Lega della semplificazione manichea della società, la divisione tra buoni e cattivi, i buoni gli italini, meglio se padani, gli imprenditori di piccola taglia che assumono in nero quegli stessi migranti senza diritti e senza prospettive umane, definiti come cattivi, pericolo per l'identità, non so bene quale sia, a volte simoboleggiata nelle pagane ampolle del Po, a volte nel simbolismo da crociata del crocefisso. La difesa dei simboli e la creazione del nemico fisico sono gli ingredienti micidiali di una nuova sottocultura di piazza e di governo, espressione di un localismo egoistico e ossessivo.

Io vorrei parlare della Sinistra. Credo che il PD abbia nuovamente manifestato la sua debolezza: la debolezza di un progetto mai esistito, mai partito, mai concretizzato, mai identificato, protervio a rincorrere la destra sulle parole "magiche" del sicuritarismo e sulla frase ormai perdente del privato è bello. Occorrerebbe a casa loro fare una riflessione su come si vinca con candidati forti e alternativi, Vendola in Puglia, e si perda coi candidati fotocopia del centrodestra, ostinatamente ossessionati nell'apparire come gli sceriffi agli occhi di un bacino di consenso non individuato, o comunque mai proprio, il caso è Penati.
Io vorrei parlare della Sinistra, appunto. Ho sostenuto Vittorio Agnoletto perchè credevo nella sua proposta che aveva un lungo periodo di attuazione programmatica. L'ho sostenuto, ma lo sosterrei ancora, convintamente. Aveva un programma e una proposta politica di lungo periodo: quella proposta rimane imperitura, attuale, aperta, necessitante di un radicamento territoriale e di un'elaborazione continua e puntuale. Grazie Vittorio, davvero, per quello che hai fatto, per quello che hai saputo rappresentare, per quello che hai potuto garantire e dare: ossia il sogno che la costruzione di una Sinistra Unica, una Sinistra di alternativa, una Sinistra indipendente, autonoma, sia una necessità assoluta che deve essere costruita senza distinzioni, senza esclusioni, senza differenzazioni, senza diffidenze e, soprattutto, senza veti incrociati tra chi si definisce più ideologico dell'altro. E' un'esigenza che è vincente. Ha ragione Vittorio quando dice: dove la sinistra tutta, quella sinistra a sinistra del PD, si presenta INSIEME, senza abbandonarsi, come a Milano, al canto mistificatore delle sirene delle tattiche di breve periodo, ha un ritorno forte, buono, consistente, cospicuo. E' il caso delle Marche, dove il candidato governatore, Rossi, ha saputo contare su un appoggio unitario della sinistra e ha saputo incardinare un progetto di alternativa forte che ha acquisito il 7% abbondante dei consensi. Quando la sinistra si presenta divisa, frastagliata tra realtà diverse, in schieramenti spesso differenti, una parte della quale magari, come a Milano, abbandonata alla tattica di corto respiro politico dell'alleanza di governo fine a sè stesso, perde, non riesce a catalizzare consenso, non capitalizza un ritorno elettorale di una cittadinanza che vuole partecipare e che chiede un cambiamento, che vuole avere sentinelle vigili nelle sedi istituzionali che possano arginare i pericoli delle logiche clientelari e affaristiche, di cui la Lombardia è intrisa. Ora ho paura perchè vedo un Consiglio Regionale dove la sinistra rischia di non avere consiglieri. Vedo un Consiglio Regionale dove sarà sempre più difficile dire NO all'affarismo costruttivista legato alle "grandi opere faraoniche" e demolitorie del tessuto civile, sociale e culturale della regione, in conseguenza ai grandi appalti dati ai soliti noti in occasione dell'EXPO. Vedo un Consiglio Regionale dove sarà sempre più difficile opporsi a una dilagante corruzione malavitosa, sempre più attrattiva di capitali, e sempre meno controllata e contrastata dalle istituzioni, dal Comune alla Regione, appunto. Un Consiglio Regionale dove sarà sempre più difficile controllare le convenzioni sanitarie, la correttezza dei bilanci, oggi oggetto di indagini giudiziarie per il gioco perverso degli accrediti. Un Consiglio Regionale dove sarà difficile dire NO a manipolazioni dello statuto in nome di un federalismo fiscale non voluto dalla cittadinanza che disse No al referendum del 2006 a un progetto di fatto secessionista presente nelle controriforme costituzionali partorite dal centrodestra. Un Consiglio Regionale dove la laicità sarà una voce sempre meno presente, soprattutto nella tutela dell'autodeterminazione della donna, nella difesa dell'applicazione della normativa sull'aborto, nella garanzia dell'estensione dei diritti e delle opportunità pari anche per le persone lgbt, nella battaglia contro l'omofobia.
Vedo un Consiglio Regionale debole sulle pressioni dei poteri forti finanziari ed economico/corporativi. Questo perchè non c'è chi, come Vittorio, non è uno di loro: non è uno appartenente a quel consociativismo corporativo che vede ampie fette di torta possibilmente distribuibili tra più soggetti, che si siederanno al tavolo a discapito della difesa dei beni pubblici e della collettività. Non è qualunquismo, il mio. E' la realtà. L'amara realtà. Una realtà sempre più drammaticamente e presente in un panorama dove abbiamo un centrodestra che è proiettato a fare degli interessi privati la propria filosofia di governo, e un Partito Democratico sempre più incline ad amministrare il quotidiano, a non palesare un'alternativa, a considerare le voci del neoliberismo consociativo come voci interessanti.

Ho paura di un consiglio regionale così strutturato, ma credo che da fuori le istituzioni si possa fare opposizione, radicando un pensiero che sia altro da quello unico e omologante. Di sinistra c'è bisogno, c'è necessità, c'è voglia. Penso che questa necessità sarà soddisfatta se insieme unitariamente si potrà e vorrà procedere, abbandonando diffidenze e sterili contrapposizioni anacronistiche, ma creando tessuti culturali unitaria basati su valori e ideali indefettibili. Un'unità che si possa basare su quel senso di civiltà e di onestà che ci contraddistingue. Occorre proseguire, con Vittorio e con tutte e tutti noi in questo percorso. Penso sia la strada buona per procedere verso quella "terra promessa" che in molte realtà territoriali non è più solo promessa, ma è reale, tangibile. Perchè non in Lombardia, a Milano?

Alessandro Rizzo
Capogruppo LA SINISTRA - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano