.: Eventi

« Aprile 2024
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          

.: Candidati

.: Link

Pagina Personale

.: Ultimi 5 commenti

.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 25 Novembre, 2009 - 13:32

ESPERIENZE LOCALI DEL MOVIMENTO LGBT

“ESPERIENZE LOCALI DEL MOVIMENTO NELL’AFFERMAZIONE DELL’IDENTITA’ CULTURALE, SOCIALE E POLITICA”

La società sistematicamente e in modo conservativo, paternalisico, pone come norma, attaverso quella che Mieli considererà "educastrazione", l'eterosessualità, la classificazione della sessualità basata sui generi, sulla dicotomia maschile e femminile, e come perversa ogni altra manifestazione spontanea della propria sessualità, del proprio orientamento.
In questo contesto, ricco di ancestrale omofobia e di persecuzione di ogni alterità, Mieli invitava a fondare la liberazione e l'autodeterminazione personale sulla consapevolezza della propria identità, castrata, silentita, repressa, censurata da un perbenismo conformista e omologante del pensiero unico dominante.
Stonewall ci insegna che l'organizzazione degli omosessuali nella battaglia rivendicativa e di emancipazione collettiva debba avvenire attraverso gli strumenti dell'unità e della coesione: individualmente non si riesce a garantire un'efficace opposizione all'oppressione ancora esistente delle alterità, in quanto il collettivo diventa memoria condivisa di una storia che identifica una comunità, quella lgbt.
Buffoni nel suo romanzo "Zamel" ricorda nel dialogo tra i due protagonisti sulle tappe del movimento e sul suo futuro, in cui parla della strutturazione su tre livelli delle sue fasi, quella primaria della ricerca della propria sessualità, inividuale, quella secondaria dell'accettazione dell'eterosessismo come base fondante dei rapporti interpersonali (spesso identificabile nel vivere l'omosessualità come fatto privato, quasi nascosto, non manifesto),e quella ultima della rivendicazione politica della propria autodeterminazione sessuale e dell'affermazione del sè (noi in Italia siamo in transizione molto difficile tra il secondo e il terzo livello), come sia facile per gli ebrei tramandare la propria identità, essendoci strutture utili a poterlo fare, nuclei familiari, istituzioni tradizionali.
Uno nasce ebreo e subito viene identificato come tale tramite punti di riferimento presenti per tutta la sua vita, dalla nascita alla morte. Chi nasce omosessuale non ha punti di riferimento all'origine: si trova solo e deve costruire la ricerca della propria identità in modo solitario, spesso in un contesto ostile, nemico, antagonista alla propria natura. Ed è per questo che occorre costruire struttura, organizzazione, propugnare modelli culturali che affermino in modo chiaro e libero la propria identità, la propria soggettività, che è presente e scritta nella memoria collettiva.
Nei luoghi di lavoro, in base alle nostre professionalità possiamo dare un contributo a costruire quella comunità culturale che sappia proporre vertenze e istanze nel mondo sociale odierno, fatto di pregiudizi e spesso avverso.
Un esempio nella storia ci proviene da Hirschfeld, medico tedesco che fondò nel 1897 il Wissenschaftlich-humanitär

es Komitee (Comitato scientifico-umanitario) insieme ad Adolf Brand, Benedict Friedlaender ed altri appartenenti al gruppo che pubblicava Der Eigene. Questo comitato voleva eliminare il paragrafo 175 del Codice Prussiano, secondo cui l'omosessualità era reato, definibile come perversione, come offesa dei costumi. Medicina e scienza secondo Hirschfeld potevano dare quegli elementi oggettivi secondo cui l'omosessualità venisse analizzata come inclinazione naturale, espressione naturale della propria personalità umana, abbattendo pregiudizi ignoranti e ideologici. In gioventù Hirschfeld nel 1896 pubblicò un opuscolo anonimo dal titolo Saffo e Socrate, che trattava di amori omosessuali.

Il Movimento oggi è davanti a una svolta epocale: gli ultimi Pride insegnano come le mobilitazioni della comunità diventino mobilitazioni democratiche, coinvolgenti, espressione di chi, cittadina e cittadino, voglia esprimere l'immancabile esigenza di affermare i diritti umani, estenderli, applicando le convenzioni ONU, la Carta dei Diritti dell'Uomo, i principi di eguaglianza a prescindere dall'appartenenza razziale, etnica, religiosa, così come sessuale, di orientamento sessuale.
Il 17 ottobre Arcigay e diverse associazioni lgbt hanno aderito attivamente alla Manifestazione Nazionale contro il razzismo, dimostrando come il Movimento possa diventare soggetto politico partecipato nella nostra contemporaneità, abbattendo pregiudizi e odi che sono fomentati spesso da rappresentanti delle istituzioni intrise di eterosessismo e di omofobia.
Il potere è patriacale, storicamente paternalista per definizione e viene esercitato nel liberismo sfrenato secondo l'ottica della prevaricazione, dell'indivisualismo, della rivendicazione soggettiva e ossessiva della proprietà privata: la legge darwinista sociale sembra essere da elemento portante nella contemporaneità. Occorre che di omosessualità sia il Movimento a palarne, dimostrando di avere la capacità vertenziale e politica di rivendicare diritti e garanzie oggi disconosciute legislativamente e culturalmente in Italia: le ondate omofobiche sono conseguenze di un comportamento istituzionale che, non solo considera l'omosessualità alla stregua di una perversione, vedi la questione di illegittimità costituzionale sollevata dall'UDC in riferimento al testo di legge sull’aggravante omosessuale nei reati contro la persona, ma anche avvalla con comportamenti e dichiarazioni manifestazioni omofobiche.
Angelo Pezzana fondatore storico de il F.U.O.R.I. enunciava in un editoriale sul primo numero del Fuori quello che sarà il programma rivendicativo dell'associazione e di tutte quelle a venire: "Noi oggi rifiutiamo quelli che parlano per noi. (...) Per la prima volta degli omosessuali parlano ad altri omosessuali. Apertamente, con orgoglio, si dichiarano tali. Per la prima volta l'omosessuale entra sulla scena da protagonista, gestisce in prima persona la sua storia (...). Il grande risveglio degli omosessuali è cominciato. E' toccato a tanti altri prima di noi, Ebrei, Neri (ricordate?), ora tocca a noi. Ed il risveglio sarà immediato, contagioso, bellissimo."
Il Movimento lgbt sta crescendo in consapevolezza e maturazione politica, rendendo pubblico il tema dei diritti della comunità come questione che deve interessare tutte e tutti, di cui lo stesso movimento si occupa, manifestandosi e proponendosi nella propria identità, e sta inserendo percorsi associazionistici differenti. Ormai sono diverse le associazioni e i collettivi culturali e tematici che nascono fuori dall'autorevole ed estesa Arcigay: ricordo a Milano Gaystatale, collettivo studentesco; ricordo Le Rose di Gertrude, realtà culturale; ricordo il Tavolo contro l'omofobia e il Tavolo Arcobaleno, da poco risorto, esempio di una nuova capacità organizzativa, esempio di una nuova stagione rivendicativa, esempio di una complessità e ricchezza basata sulle differenze dei percorsi singolarmente intrapresi ma uniti dall'esigenza rivendicatoria.
Il Movimento sta esprimendo e deve esprimere anche una capacità di servizio, di assicurare assistenza sociale, civile, oltre che riferimento culturale nella crescita individuale spesso difficile e molto tormentata, traumatica. L'esempio può venire anche in questo caso dalla comunità ebraica, o dal Movimento Nonviolento di Martin Luther King. Creare una società nella società non è sinonimo di ghettizzazione, ma è una fase temporale e transitoria utile a dare sostegno e riferimento alle diverse individualità spesso sole, abbandonate, debolmente assoggettate al modello eterosessista dilagante e ricattabili, spesso cedenti e passive.
In Francia e in Inghilterra sorgono associazioni monotematiche: le associazioni di gay indiani a Londra, oppure le associazioni dei tennisti lgbt a Parigi. E', questo, esempio di una realizzazione del sè in un contesto culturale e sociale utile e funzionale a garantire un'autodeterminazione consapevole più forte. I contesti particolari sono, poi, tenuti insieme dal Movimento nella sua complessità, al fine di non abbandonare il panorama politico e complesso dove operare e dove agire universalmente per la propria autodeterminazione. A Parigi esiste il Centre LGBT in pieno centro e vive dell’esistenze e delle coesistenze di percorsi differenti collettivi che si uniscono in un contesto generale che è quello del Movimento in una relazione paritetica, orizzontale, di pari dignità. Nessuno deve rivendicare il titolo prioritario di prevaricazione sulle altre realtà: sarebbe un perpetuarsi delle logiche eterosessiste e patriarcali del potere storicamente esercitato, fonte di una società di pregiudizi culturali deleteri e devastanti. Ogni realtà si specializza, ogni realtà agisce offrendo servizi, oggi negati dalle istituzioni e dalla società, aggregando parti individuali della comunità ma unendosi politicamente nella lotta e nella battaglia verso una società umana, libera, dei diritti, della democrazia: dell'eguaglianza e del rispetto della persona come cives.

Alessandro Rizzo
Collaboratore di Culturagay.it