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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Venerdì, 23 Ottobre, 2009 - 13:23

In Provincia affossato l'ordine del giorno contro l'omofobia

Un ennesimo schiaffo alla lunga battaglia contro l'omofobia e la violenza contro persone LGBT. Era un testo molto semplice, diretto, fortemente condivisibile che invitava il Consiglio provinciale di Milano a condannare atti omofobici, di cui il nostro Paese negli ultimi mesi è stato drammaticamente interessato. La maggioranza di centrodestra, dopo diverse mediazioni su un testo già mediato, ha respinto la proposta di ordine del giorno con futili e insostenibili motivazioni quali la non urgenza e gravità della presa di posizione. La proposta vedeva come proponente Luca Gandolfi, consigliere dell'Italia dei Valori, con l'adesione di diversi consiglieri, tutti dell'opposizione di centrosinistra. e alcuni capigruppo della maggioranza. Il titolo della proposta era "solidarietà alle vittime dell'intolleranza omofobica e di ferma condanna di ogni forma di violenza". Era impensabile che qualcuno potesse esprimersi in modo negativo a tale documento, che era corroborato da uno spirito di buon senso. Il centrodestra che è intriso di una sottocultura estremista e integralista, antieuropea, lontana da ogni concezione umana del valore della persona, del rispetto della dignità dell'essere umano e civico, ha espresso la peggiore caratteristica di una coalizione caratterizzata da intolleranza e razzismo.

In Consiglio di Zona 4 in una comunicazione/ordine del giorno ho chiesto che l'organo territoriale esprimesse il proprio appoggio e invito diretto al Comune di Milano per accogliere la proposta, presentata da alcuni consiglieri dell'opposizione, Basilio Rizzo, Pierfrancesco Majorino, di conferire all'AGEDO, Associazione Genitori di Omosessuali, la Benemerenza Civica, l'Ambrogino d'Oro. L'atto potrebbe costituire una rottura in una prassi amministrativa che ha visto più volte rigettare proposte indirzzate a rimuovere le differenze e a garantire una promozione dei diritti civili e dell'eguaglianza, delle pari opportunità, di estensione di tutele finora non previste per persone LGBT. 

Il Comune nel maggio 2008 aveva respinto con voti trasversali la proposta di istituire un Registro delle Convivenze Affettive. Questa proposta è rimasta ancora inevasa, pur essendo stata condivisa ampiamente nelle varie commissioni consiliari. La decisione di consegnare il titolo all'AGEDO vorrebbe indicare la predisposizione culturale di un cambiamento in Consiglio Comunale: è un'associazione che si batte contro le discriminazioni, che promuove iniziative di promozione dei diritti civili, dei diritti di una comunità, quella lgbt, sempre più vittima di intolleranti pregiudizi con esiti spesso drammaticie  tragici, persecutori. Non possono esistere pregiudizi nei riguardi di un orientamento che è condizione umana di una persona e che come tale deve saperla e poterla vivere con grande tranquillità e libertà. L'omosessualità non è una scelta, nè un aspetto genetico ereditario: non ci si domanda sul che cos'è l'omosessualità. La domanda deve essere com'è la condizione e migliorare la vita di chi è omosessuale per natura, per inclinazione, per caratteristica propria. 

Il voto in Consiglio Provinciale ha dimostrato ancora una volta come sia ostile il mondo istituzionale attuale e nostrano che legittima di fatto ogni atteggiamento omofobico e di persecuzione di persone lgbt, di intolleranza e di esclusione. Per cambiare rotta e percorso occorre fare lobby, ossia creare un movimento coeso e forte che possa incidere chiaramente nella società, luogo prepolitico, per, poi, realizzare un passo istituzionale e amministrativo. La discrasia tra società rappresentata e istituzioni rappresentanti è sempre più ampia. Occorre denunciare chiaramente chi nelle istituzioni ha espresso atteggiamenti e comportamenti omofobici o di forte insensibilità e ostilità verso ogni atto o documento che potesse condannare comportamenti intolleranti presenti nella nostra comunità, nonchè promuovere diritti civili e opportunità. Occorre indicare queste persone come irresponsabili e fortemente avulse da un contesto attuale che richiede pari diritti e pari garanzie a prescindere dal proprio orientamento sessuale. Occorre indicarli come non votabili alle prossime elezioni. Come ha fatto Il Fatto con la lista dei nomi dei deputati che erano assenti ingiustificati durante la seduta parlamentare in cui si discuteva dello scudo fiscale. Pochi voti contrari in aggiunta a quelli espressi avrebbero determinato una crisi politica di governo e affossato una proposta insostenibile dal punto di vista etico, economico e sociale. Non sono tavole di proscrizione, ma sono elementi che garantiscono una maggiore trasparenza nel rapporto di rappresentatività e che indicano le condotte dei propri eletti come pubbliche e leggibili da parte di chi ha delegato loro la propria rappresentanza politica. A questo deve fare seguito la possibilità per il rappresentato di poter esprimere il proprio giudizio sul comportamento assunto dal rappresentante. 

Ricordiamo Harvey Milk nella grande battaglia contro la proposta della destra eversiva di proibire agli omosessuali cariche e funzioni pubbliche ed educative. Occorre fare rete, fare pressione, costruire un gruppo coeso che sappia esprimere identità, cultura e proposte incisive, anche radicali in un contesto di estremismo ideologico confessionale. 

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4