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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Sabato, 10 Ottobre, 2009 - 12:27

QUEST'UOMO OFFENDE NOI DONNE E LA DEMOCRAZIA: FERMIAMOLO

È ormai evidente che il corpo della donna è diventato un’arma politica di capitale importanza, nella mano dei Presidente del consiglio. È usato come dispositivo di guerra contro la libera discussione, l’esercizio di critica, l’autonomia del pensiero. La donna come lui la vede e l’anela è avvenenza giovanile, seduzione fisica, ma in primissimo luogo è completa sottomissione al volere del capo. È lì per cantare con il capo, per fare eco al capo, per mettersi a disposizione del capo, come avviene nelle fiere promozionali o nei dispotismi retti sul culto della personalità. Le qualità giudicate utili per gli show pubblicitari si trasformano in doti politiche essenziali, producendo indecenti confusioni di genere: ubbidienza e avvenenza diventano l’indispensabile tirocinio per candidarsi a posti di massima responsabilità. Diventano il burqa gettato sul corpo femminile, per umiliarlo sulle scene televisive e tramutarlo in arma che ferisce tutti e tutto. Contro questa cretinizzazione delle donne, della democrazia, della politica stessa, protestiamo. Quest’uomo offende le donne e la democrazia. Fermiamolo. 

Michela Marzano 

Barbara Spinelli 

Nadia Urbinati

 

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391110

Ho passato tutta la mia vita a difendere l'autonomia, di pensiero e di azione, per me stessa e per i miei figli, senza distinzione di genere.
Poi arriva un arrogante, furbo, incivile che crede di poter avere il mondo ai suoi piedi e che considera ancora le donne come prede da conquistare.
Se appartenessi al genere maschile promuoverei una campagna di rivolta degli uomini, perchè c'è da vergognarsi ad essere rappresentati da un omuncolo di tal fatta!
Fortunatamente non tutti gli uomini sono così, ma perchè non si fanno sentire?

Commento di Anna Capovilla inserito Sab, 10/10/2009 17:10

Cara Anna,
condivido pienamente le tue riflessioni, che sottoscrivo in pieno. Berlusconi esprime il totale dileggio eterosessista nei riguardi delle donne e degli omosessuali, è di qualche settimana fa la triste battuta "ora manca che dicano che io sia gay" detta riguardo ai fatti, realmente sussistenti, imputatigli da parte della stampa estera, perchè ha una visione egoarca e prevaricante del potere e dell'esercizio di ogni forma di prepotenza e di esclusione. Ricordo che qualche anno fa è stato promosso un appello di uomini, sorretto da diverse associazioni, di condanna contro la violenza contro le donne, quella stessa violenza che ogni giorno, in forma verbale, fisica, psicologica e sociale viene esercitata da parte di una sottocultura "maschilista" e "paternalista". Appello a cui io aderì come ho aderito all'appello che ho riportato nella presente. Volevo solo ricordare a chi liquida l'esternazione aberrante e volgare di Berlusconi nei riguardi di Rosy Bindi, a cui va ancora tutta la mia solidarietà sociale e politica, come una semplice disputa tra parlamentari che tale espressione palesa un'idea di donna sottoponibile al potere maschilista, di donna accettabile solamente se viene utilizzata in modo "finale", magari piacevole fisicamente, magari candidabile in qualche elezione comunale per particolari avvenenze, non pensante, silente, disposta a pratiche edoniste.
Una donna pensante, autodeterminata, propositiva intellettualmente viene vista come disturbante la distorta visione sociale del mondo in chiave egoarchica e maschilista, pertanto. Ricordo che tale espressione non è una semplice boutade dal momento in cui questo governo ha promosso come primo atto, a fronte del taglio alle entrate derivato dall'eliminazione indistinta dell'ICI, l'eliminazione del fondo istituito dal Governo Prodi per il sostegno alle attività e alle iniziative di perseguibilità della violenza contro le donne, di repressione di tali ignominosi reati, di prevenzione e di sostegno alle vittime di tali crimini vili. Tutto è stato fatto per battere cassa, a discapito dell'innumerevole casistica che vede molto spesso in ambito familiare donne vittime di aggressioni di ogni grado e di ogni genere. Queste sono le pari opportunità di un governo che si prefissa di raggiungere le impari opportunità: che cosa aspettarsi da chi si professa e agogna di diventare tramite leggi ad personam primus inter im-pares?

Alessandro Rizzo

Commento di Alessandro Rizzo inserito Mar, 13/10/2009 14:04