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Martedì, 19 Maggio, 2009 - 14:06

Università: la Provincia può democraticizzarla

Molte ragazze e molti ragazzi si sono protratti questa mattina a ridosso delle banchine di attesa del treno diretto per Torino per salire sul convoglio che li avrebbe portati nella città che ospita il "G8 delle Università", una specie di incontri al vertice dei vertici, rettori e docenti, in cui si discute del futuro didattico e del sistema universitario, i cui destinatari principali sono appunto gli esclusi: le ragazze e i ragazzi, studentesse e studenti; ma anche le ricercatrici e i ricercatori, i tanti precari dell'amministrazione. Questi ultimi non possono accedere alle scelte che spettano ai soliti "soloni" baronali. Non vioglio, veramente, porre una categoria in antitesi a un'altra: sarebbe la fine di ogni clima sociale indispensabile per creare una prospettiva politica di soluzione di diverse questioni e problematiche. I manifestanti sono partiti, pur non avendo avuto un abbassamento del costo del biglietto del treno, oggetto della contestazione. Ma il problema rimane nel sistema unviersitario: le rappresentanze didattiche e amministrative assumono modalità e criteri sempre più manageriali, aziendali e non di governo di luoghi di sapere e di conoscenza, universali.

Cosa può fare la Provincia? Attivare percorsi interdinamici in cui le singole categorie possano addivenire a confronti propositivi su temi quali la ricerca, l'investimento nella cultura e nella formazione, l'accesso ai saperi, creando circoli virtuosi forti e lungimiranti utili a dare avvio a un percorso democraticizzato e che renda partecipi chi oggi è escluso da dinamiche accentratrici e obsolete di intendere il sistema Università. 

 

Alessandro Rizzo

Candidato al Consiglio Provinciale

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