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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Martedì, 20 Maggio, 2008 - 14:20

Dalla Carfagna solo irresponsabilità e grossolanità

Come si può tollerare e lasciare passare alcune dichiarazioni espresse da chi dovrebbe avere una conoscenza chiara e scientifica su questioni che riguardano le discriminazioni sessuali di ogni genre, presenti sul nostro territorio nazionale.
Come può l'ex valletta oggi ministra delle pari opportunità, Carfagna, sostenere che non c'è bisogno di sostenere e patrocinare manifestazioni, quali il gay pride, rivendicanti i diritti di libertà e civili per le cittadine e i cittadini omosessuali, che vorrebbero vedere in Italia praticare quello che negli altri paesi civili ed europei praticano ormai da diversi decenni: parlo del riconoscimento delle coppie di fatto.?
Ma come si può asserire che in Italia non esiste la necessità di sensibilizzare sui temi della discriminazione omofobica, nel momento in cui leggiamo ogni giorno gravi atti di intolleranza espressi in modo avverso a persone che esprimono un orientamento sessuale altro? Come si può asserire tali infondatezze e assurdità nel momento in cui molti omosessuali vengono emarginati sui luoghi di lavoro, altri ancora vengono esclusi dal beneficio di tutele e di garanzie previste dall'ordinamento, altri ancora sono sottoposti a verifica della propria "condotta sessuale" che deve essere "normale" altrimenti si è dispensati dal servizio sanitario regionale di assistenza, riferendomi, in questo caso, all'ultima disposizione in merito alle linee di intervento e ai criteri per l'elargizione della rete dei servizi sanitari?
Ma come si può avere un ministro con un compito particolare e di rilevante portata sociale affetta da pregiudizi e da una cultura grossolana e da "bar"? Si vuole relegare la questione a puro oggetto di dibattiti, magari medico sanitari, magari proponenti "cure riabilitative", su esempio di cliniche private apertesi in alcuni stati degli USA, dove si considera l'omosessualità una malattia e non un naturale orientamento?
Ma come si può dire che non c'è bisogno di manifestazioni rivendicatrici i diritti degli omosessuali se ancora in molti paesi l'omosessualità viene vista e considerata come reato penalmente perseguibile, o come devianza?
Ma è possibile che, invece di provvedere a proporre un progetto di estensione dei diritti e delle garanzie a prescindere dall'orientamento sessuale, per un'eguaglianza effettiva delle persone, si provveda a denigrare e a infangare la dignità di persone che combattono contro discriminazioni sessuali ignobili e intollerabili? E come si può tollerare dichiarazioni denigranti e fortemente irrispettose pronunciate dal deputato dell'UDC, Volontè, che, pur portando un cognome degno di stima, ha nuovamente confermato la propria insensibilità confessionale e perbenista, bollando, come già fatto da Alemanno a Roma, il Gay Pride come un baccanale fuori stagione, dal momento che è una manifestazione ricca di contenuti e di calibro internazionale?

Non posso tollerare ancora queste dichiarazioni di insensibilità e irresponsabilità politica di grave portata, di ignoranza grossolana e volgare: non stupiamoci se aumenta un clima di persecuzione e di inollteranza con atteggiamenti violenti e pericolosi per la convvienza civile e sociale se abbiamo responsabili istituzionali che si esprimono come fossero nell'atrio di un'osteria in attesa di avere il posto assegnato per mangiare una buona e grassa pietanza.

Occorre opporsi con coscienza e con costanza a questa deriva incivile e ignobile.
Ed è solo l'inizio di una legislatura che sarà fortemente destabilizzante le minime, ancora limitate, conquiste di civiltà che abbiamo ottenuto in anni di Repubblica, nonchè proponente atti limitanti e limitativi dei diritti civili di eguaglianza tra le cittadine e i cittadini.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4

Sorvoliamo sull'"ex valletta", alquanto discriminante, ma dovresti sapere che il Parlamento italiano è omofobo "per definizione" (lo è ora e lo era anche prima). Io sono convinto che forse sia più semplice coinvolgere la società su alcuni temi rispetto all'iter parlamentare. Le conquiste civili in Italia sono state fatte fuori dal Parlamento il quale è stato poi costretto a ratificare la "volontà popolare".

Sulle coppie di fatto, ad esempio, è probabile che nel Paese ci sia una maggioranza che in Parlamento non c'è.

Non mi sono mai piaciuti i Gay Pride, ma questa è una questione personale, non credo siano il migliore veicolo per rivendicare giusti diritti. 

Commento di Utente non registrato inserito Mer, 21/05/2008 10:35

Scusa non mi ero registrato, il commento è mio. ;)

Commento di Paolo Ramella inserito Mer, 21/05/2008 10:36

Caro Paolo,
è chiaro esiste una società reale che è più avanti della lentezza elefantiaca e intrisa di pregiudizi espressa da parte della rappresentanza istituzionale. Credo, poi, che nel futuro prossimo i tempi che si presenteranno saranno ancora più duri e preoccupanti, nel momento in cui esiste una ministra che utilizza questi termini per, poi, cercare di rettificare, ma confermando sostanzialmente la stessa analisi, nonchè una televisione di stato, TG1 in particolare, che rende visibile uno scempio e un linciaggio di massa da giustizia sommaria e privata contro transessuali in un quartiere di Roma.
Mi riferisco a quanto trasmesso lunedì sera dall'edizione del TG1 dove si è dedicato in prima pagina un servizio che riprendeva atti di una violenza inaudita di accanimento contro i transessuali che, purtroppo, si protistuiscono nelle vie di un quartiere di Roma, come in tante altre città. E' condannabile la prostituzione soprattutto come schiavizzazione e forma di sfruttamento disumano, ma occorre rimuovere il fenomeno non tramite campagne di istigazione alla violenza e all'intolleranza nei riguardi di persone che sono vittime di un mercato nero illegale e che vengono colpevolizzate perchè transessuali, espressione rispettosa e altra della propria sessualità.
Gli effetti di questa informazione che, a pari delle dichiarazioni omofobe della ministra pin-up, alimentano sentimenti di razzismo sessuale e di emarginazione, nonchè legittimano atti di violenza e di avversione a chi esprime un altro tipo di sessualità naturale, sono stati visibili nella stessa serata di ieri a Roma, nei pressi delo stesso quartiere oggetto dell'inquietante servizio del TG1. Un giovane dalla testa rasata, sembra militante di estrema destra, ha aggredito un transessuale, insultandolo con epiteti simili a quelli ripresi dallo stesso servizio del TG1 la sera di lunedì, dove si vede, sempre nell'ottica della giustizia sommaria e privata, un giovane entrare in bosco e, sotto l'inerte presente della polizia di stato, uscire con un transessuale tenuto per un braccio con la forza e con acredine, e che è stato subito condotto in una delle pattuglie presenti, strattonandolo con percussioni varie.
Ma è chiaro che il clima di intolleranza prosegue se prosegue una campagna di denigrazione, derisione e oltraggio della dignità di diverse categorie di cittadine e di cittadini, di persone umane, che vengono prese come "capri espiatori" di un disagio diffuso e di una decadenza etica e cultruale senza pari nel passato prossimo della storia della nostra Repubblica.
Sono veramente preoccupato per il clima di odio e di istigazione all'odio. Ma i rappresentanti di questa fase appena aperta di legislatura e di governo proseguono sulla strada dell'irresponsabilità e della non consapevolezza, almeno apparente, delle gravi conseguenze derivanti da certe dichiarazioni avventate e inquietanti.
Poi posso essere anche io critico su come viene organizzato il Gay Pride, ma dire che è una parata, come sostenuto da Alemanno, o dal perbenista Volontè, il deputato dell'UDC, non il rispettabile regista, dalle nudità da censurare e dalle manifestazioni sessuomani da baccanali. Chi esprime questi pareri palesa una totale ignoranza e ipocrisia in merito alla necessità esistente nella società di provvedere a rendere estendibili i diritti di eguaglianza e civili a prescindere, come scrive l'articolo 3 della Costituzione, dalle loro idee, dal sesso, dalla religione, dall'etnia, dal ceto sociale.
E' per questo che ritengo questa mobilitazione nazionale, internazionale, nasce a New York nella fine degli anni 60, necessaria e importante, anche solamente per denunciare che si assite continuamente a forme di intolleranza e di discriminazioni gravi e disumane, in ogni angolo del pianeta, e in Italia sotto gli occhi, spesso inerti e indifferenti, della maggioranza delle persone. L'indifferenza e il cinismo sono cancri della società e danno alimento a una rottura della convivenza civile e sociale, come scriveva Pasolini. Quanto è attuale quellìillustre artista, uno dei miei riferimenti culturali e politici.

Un caro saluto
Alessandro

Commento di Alessandro Rizzo inserito Gio, 22/05/2008 12:46