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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 24 Aprile, 2008 - 14:18

Per un 25 aprile di Resistenza a Roma, Milano, in Italia

Il 25 aprile è Festa di Aprile, dove rieccheggia più che mai quest'anno con capacità incisiva lo spirito delle parole nel monito di Calamandrei, "Ora e sempre Resistenza".

Ho letto l'appello lanciato da diverse realtà, giornalistiche e politiche, antifasciste e democratiche a fare del 25 aprile un segnale di opposizione seria e convinta a una deriva pericolosa, che può essere conseguente a determinati dati elettorali, verso la cancellazione della memoria e dei valori della Resistenza, che scrissero la nostra Costituzione, proprio nel 60° anniversario dalla sua formazione e scrittura.  Leggo che il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha ufficialmente detto che il 25 aprile e il 1 maggio sarà in vacanza, via da Milano, dopo avere partecipato, gli anni scorsi, alle manifestazioni e avere gridato nel 2007 sul palco, alla presenza del Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, "Viva la Resistenza", nonchè nel 2006 avere accompagnato il proprio padre partigiano, almeno così sembra, per tutto il corteo. Lei quest'anno ha deciso di prenotare un lungo soggiorno fuori "porta" e non presenziare, prima volta nella storia della Milano postbellica e repubblicana, al corteo per le celebrazioni della Festa della Liberazione. Sarà forse il risultato delle contestazioni che ricevette due anni fa in Corso Vittorio Emanuele? Non si comprendono le ragioni reali, ma si può presumere che il riconoscimento fondante di questa giornata da tutti non è recepito e ci sono alcuni esponenti, tra cui anche il prossimo presidente del consiglio, nostro malgrado, che non partecipano alle mobilitazioni di questa importante data. Io credo, poi, che ogni figura amminsitrativa e politica debba essere esposta e cogliere con senso di responsabilità e riflessione ogni motivo di dissenso e di critica: non arroccarsi in una chiusura pretestuosa e, a parere del sottoscritto, alquanto provocatoria.
Il panorama attuale alla vigilia del grande giorno, del giorno che rifondò il Paese ridandogli quella dignità, indipendenza e democrazia reale vilipese e annientate dalla ferocia di una dittatura aberrante nazifascista, non è certamente, a livello politico e culturale, dei migliori: un deputato della PDL, Selva, quello che prese l'autoambulanza in servizio per arrivare in tempo a un appuntamento in televisione e che con grande sfacciataggine esaltò in pubblico questo suo indegno comportamento, si permette di dire che la festa del 25 aprile dovrebbe essere cancellata dal calendario delle ricorrenze repubblicane, mentre un condannato con sentenza di primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, Marcello Dell'Utri, si autoproclama come colui che dovrò revisionare tutti i libri di storia e cancellare da essi la cosidetta "retorica della Resistenza". Infine abbiamo la decisione del comune di centrodestra di Alghero che ha vietato cantare nei cortei del 25 aprile "Bella Ciao", procurando, così, la presenza di due cortei, uno comunale, l'altro in dissenso, giustamente, per un atto di una portata indegna.

A Roma da le pagine de Il Manifesto si invitano le coscienze democratiche e antifasciste a mobilitarsi il 25 aprile in Piazza per dare un segnale chiaro di riscatto della parte migliore di questo nsotro Paese, la parte più viva e sana, che vuole resistere a ogni tentativo di ripristinare condizioni di destabilizzazione dell'ordine repubblicano e democratico, agendo sulla memoria, cancellandola dai libri, dalle coscienze civiche, dalla storia dell'Italia, a due giorni dal voto per scegliere se confermare l'amministrazione di centrosinistra o, invece, consegnare la capitale nelle mani di un esaltato post missino, da sempre evidenziatosi per atteggiamenti fortemente reazionari e negazionisti, Gianni Alemanno, al seguito di una coalizione di forze che non si risconoscono nella nostra Carta Costituzionale, nelle fondamenta del nostro stato Repubblicano nato dalla Resistenza, che si pongono al di fuori dell'arco delle culture che scrissero quella carta che ancora oggi è considerata punto di riferimento europeo per un progetto di democrazia compiuta, progressiva e reale.

Mi associo a questo appello con forza e determinazione, convinzione. Credo anch'io che il dato elettorale di Roma potrebbe essere un presupposto politico per dire che c'è volontà di opporsi a pericolose derive di destra, una destra irresponsabile e revisionista, che già pone in essere palesi indicazioni di destrutturare il sostrato culturale e civico di convivenza dmeocratica e sociale nel nostro Paese, tessuto connettivo di 60 anni di Repubblica antifascista.

Occorre ripartire da Roma per dire che esiste ancora un'Italia che vuole resistere e che resistendo difende e attuerà i valori e principi della nostra Costituzione, come recita un documento approvato dalla conferenza regionale dell'ANPI in Lombardia:"Attuare la Costituzione, non solo difenderla, operazione già necessaria e imprescindibile".

Ripartiamo da Roma per fermare le derive plebiscitarie di una destra antieuropea e xenofoba.

Alessandro Rizzo

Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano

Consiglio di Zona 4 Milano