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Martedì, 6 Febbraio, 2007 - 13:57

INTERVENTO DI FRANCA RAME

IN AULA SULLA BASE DAL MOLIN DI VICENZA

Questa mattina in aula si è discusso sulla base Dal Molin di Vicenza.

nota Franca Rame durente l'intervento si è interrotta richiamando il ministro Parisi all'attenzione, che nel frattempo chiacchierava con altre persone. Invitata a dal Presidente Marini a continuare, ha proseguito l'intervento, nella scarsità d'attenzione da parte del Ministro.
"Grazie Signor Presidente, Onorevole Ministro, Onorevoli rappresentanti del governo, Onorevoli Colleghi,: ci penserei bene prima di procedere all allargamento della base americana a Vicenza.
Le basi militari Usa nel mondo sono oltre 850, In Europa 499. In 8 sono custodite 480 testate nucleari.
Il territorio italiano è disseminato di basi americane: Sigonella, Aviano, Camp Darby, ecc.; le strutture sono complessivamente 113.
Conosciamo le spese militari degli Usa nel nostro Paese e conosciamo anche le spese sostenute dallo stato italiano, non grazie a dichiarazioni dei nostri governi (noi sappiamo tacere!) ma dall’ultimo rapporto ufficiale reso noto dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.Il contributo annuale alla “difesa comune” versato dall'Italia agli Usa per le “spese di stazionamento”delle forze armate americane è pari a 366 milioni di dollari. Tre in contanti,il resto: «affitti gratuiti, caserme, case, palazzi, riduzioni fiscali varie e costi dei servizi ridotti».
Quello che le imprese del Nord-Est e del Meridione chiedono disperatamente da anni, gli Usa lo incassano in silenzio già da tempo.“la base si può fare, ma senza carri armati.” Ha dichiarato in sintesi il ministro Parisi, 28 settembre 2006.E CHE COSA CI facciamo signor ministro: coltivazione biologica?
Che accadrà oltre il filo spinato, nel territorio americano?
I giornali dicono che Vicenza avrà in grembo un’unità d’assalto, con caratteristiche esclusivamente offensive, ospiterà unità atte a garantire il massimo della potenza nel minimo tempo, per tutte le operazioni in medio Oriente e nei cosiddetti stati canaglia. Quella di Vicenza sarà la base militare più grande d’Europa da qui partiranno le forze d’azione per l’Iraq e l’Afghanistan e ogni altra guerra mediorientale per esportare “un cimitero di pace e democrazia” e importare petrolio in cambio di quotidiani massacri. in Iraq c’è la guerra, che ha mietuto ad oggi oltre 55 mila vittime civili. Il nostro governo si occupa di moratoria internazionale sulla pena di morte, ma non fa caso che dal veneto partirà un’armata di distruzione. Ripudiamo la guerra, ma offriamo i nostri territori perché gli altri la facciano!
Ma che garbata forma d’ipocrisia!
Gli stati ospitanti basi americane, noi tra questi, paghiamo il 41% dei costi. L’impatto del “Dal Molin” sarebbe di consumi idrici pari a 30.000 abitanti vicentini, gas naturale 5.500 abitanti, ed energia elettrica 26.000 abitanti.
E’ questo il vostro modo di RIPUDIARE LA GUERRA come è scritto nella nostra costituzione? Dove sono i segni di rottura con il passato? Quali decisioni ha preso questo governo per imprimere un vero cambiamento, una inversione di rotta?
Non ci stiamo.
Mi dispiace dirlo, ma il presidente Prodi ha sbagliato. Ha deciso autonomamente, senza neppure consultarsi con il suo esecutivo.
Al termine della conferenza stampa gli è sfuggito un momento di sincerità, quando ha commentato: “certo che costruire un aeroporto militare proprio nel centro di una città è un pochino insensato…
Com’è che ha cambiato idea Signor Presidente, arrivando a dichiarare, senza timore del ridicolo, che non si tratta di un problema politico, bensì di una questione meramente urbanistica, che lei non può risolvere, perché non è il sindaco di Vicenza.
La città palladiana del teatro Olimpico rischia di diventare una Caporetto di questo governo.Chiediamo, pretendiamo, esigiamo, che il nostro primo ministro ascolti i diretti interessati, prima di passare all’azione, e si consulti anche con noi, per decisioni così gravi, dal momento che l’Italia è una repubblica parlamentare!
Caro presidente, l’unica via d’uscita… e sarebbe la prima volta che succede nella storia del mondo, è riconoscere di aver commesso un errore.
Sarebbe un gesto straordinario, degno di un leader saggio e che ascolta la sua gente.
Un gesto che le farebbe riguadagnare di colpo la fiducia
che dal giorno dell’insediamento del governo ad oggi, come dicono i sondaggi, si è parzialmente incrinata. Credo che ne parlerebbero, con ammirazione, tutti i giornali del mondo.
Noi cittadini italiani vogliamo la pace, non come alterativa alla guerra ma come valore assoluto e insostituibile, e la potremo perseguire solo allontanando dal territorio italiano chi minaccia ogni giorno la pace!
Per quanto esposto dichiaro voto contrario alle mozioni dell’opposizione".