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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Domenica, 28 Gennaio, 2007 - 15:28

SALVIAMO IL CLIMA CON IL CONSUMO CRITICO

Come contribuire a ridurre l'effetto serra attraverso le nostre scelte di acquisto quotidiane
di Giuliano Guglielmo
http://vaslombardia.org/

L’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e dei relativi obblighi di riduzione delle emissioni di gas-serra, rappresentano un’occasione unica per cominciare a porre le basi per la creazione di una società a minore impatto ambientale, meno dipendente dai combustibili fossili e più attenta all’uso delle risorse naturali. Per rendere possibile ciò è necessario, non solo un forte impegno da parte delle istituzioni e delle imprese, ma anche da parte dei singoli cittadini, a partire dai piccoli gesti quotidiani. Ogni nostra azione, anche se apparentemente trascurabile, se moltiplicata per milioni di persone, può avere degli effetti di vasta portata.
Tra i comportamenti che tutti noi dovremmo cominciare a cambiare spiccano in particolare le nostre scelte di acquisto quotidiane che, pur apparendo ai nostri occhi come innocue, comportano spesso un impatto ambientale notevole. Ogni bene che comperiamo porta infatti con sé un “bagaglio” di anidride carbonica (il principale gas responsabile dei cambiamenti climatici), dovuto ai consumi di energia e di combustibili fossili connessi al suo processo produttivo, al suo trasporto del prodotto dal produttore al consumatore, alla sua gestione e conservazione, e al suo smaltimento finale. Ecco perché è necessario che ognuno di noi diventi maggiormente consapevole delle proprie scelte al momento di fare la spesa, e le orienti verso quei beni che riducono al minimo l’impatto sul clima. Il consumo critico rappresenta inoltre una leva potentissima in grado di condizionare le dinamiche dei mercati e di indurre le imprese ad adottare comportamenti più attenti nei confronti dell’ambiente.
Qui di seguito troverete degli utili consigli che potrete mettere in pratica fin da subito al momento di fare la spesa. Rappresentano solo un inizio per “cominciare a calare la barca in acqua e partire verso un a grande rotta”.
1. La prima regola che dovremmo mettere in pratica consiste nel ridurre gli sprechi, stando attenti a consumare tutti i prodotti alimentari entro la data di scadenza ed evitando di “cestinare” con eccessiva facilità gli avanzi. Lo stesso criterio vale per gli altri tipi di beni (scarpe, vestiti, apparecchiature elettriche ecc.) che, una volta danneggiati, gettiamo via con estrema facilità, ma la cui vita potrebbe essere allungata attraverso piccoli interventi di riparazione. Oggi purtroppo il sistema economico in cui viviamo rende spesso più conveniente sostituire i prodotti danneggiati o difettosi con altri nuovi di zecca, piuttosto che ripararli. Un consumatore responsabile dovrebbe però guardare non solo al costo dei prodotti espresso dal loro prezzo di mercato, ma anche al loro “costo ambientale”, rilevabile dal consumo di risorse e di energia necessari per produrlo. Consumare meno e meglio, recuperare, riparare, riutilizzare e riciclare dovrebbero pertanto diventare i “comandamenti” di un eco-consumatore.
2. Per i beni di largo consumo (acqua, frutta, verdura, latte ecc.) sarebbe meglio preferire quelli la cui zona di produzione è più vicina possibile a quella di acquisto. Così facendo si eviterà di contribuire ad accrescere l’inquinamento atmosferico connesso al trasporto dei beni, che quasi sempre avviene “su gomma”, dal luogo di origine e produzione al luogo di acquisto e consumo. Si stima ad esempio che negli Stati uniti le derrate agricole percorrano in media 2000 chilometri dal produttore al consumatore, con evidenti effetti negativi in termini di congestionamento delle strade e di peggioramento della qualità dell’aria.
3. Un’altra regola importantissima consiste nel comprare esclusivamente frutta e verdura di stagione. Molti ortaggi tipici dei periodi estivi (peperoni, pomodori, zucchine ecc.) che ormai troviamo nei supermercati in qualsiasi periodo dell’anno vengono spesso coltivati, nei periodi freddi, all’interno di serre che per essere riscaldate consumano tantissima energia. Preferiamo inoltre frutta e verdura proveniente da coltivazioni biologiche in quanto, oltre a non far uso di pesticidi e concimi di sintesi, preservano la naturale fertilità del suolo e la permanenza in esso di una notevole quantità di sostanza organica, che rappresenta un naturale “magazzino” di anidride carbonica. Basti pensare che un aumento del solo 0,15% della sostanza organica presente nel suolo consentirebbe di fissare in esso una quantità di CO2 corrispondente alle emissioni complessive dell’Italia per un anno!!!
4. Evitiamo l’acquisto di prodotti surgelati che comportano degli enormi costi energetici per il sostenimento della “catena del freddo”. Sarebbe inoltre preferibile comprare prodotti semplici, da utilizzare come materie prime per ricette casalinghe (zuppe di verdure, pizze, biscotti, dolci, marmellate ecc.) invece di quelli eccessivamente elaborati, come piatti preconfezionati, cibi liofilizzati, merendine e snack prodotti industrialmente. Ne trarranno benefici la salute, l’ambiente e le nostre tasche!
5. Se proprio non possiamo fare a meno di acquistare acqua imbottigliata preferiamo il vuoto a rendere (riciclare una bottiglia integra consente un risparmio energetico cinque volte superiore alla fusione del vetro rottamato) oppure informiamoci sulla possibilità di installare al proprio rubinetto un depuratore. I migliori sono quelli ad “osmosi inversa” in quanto, facendo passare l’acqua attraverso una membrana semipermeabile dai pori infinitesimali, trattengono ogni possibile fonte di inquinamento (nitrati, tensioattivi, cloro, tracce di pesticidi ecc.). Così facendo avremo ogni giorno acqua pura a disposizione , senza dover ogni volta andarla a comprare, ed eviteremo il notevole lo spreco di energia e petrolio connesso alla produzione delle bottiglie e al loro trasporto. La spesa viene oltretutto ammortizzata nell’arco di pochissimi anni.
6. Limitiamo i nostri consumi di carne in quanto per produrla è necessario adibire a pascolo o a produzione di foraggio estese aree di territorio, a discapito delle foreste, che rappresentano i principali assorbitori naturali di CO2. Questo problema è particolarmente rilevante nelle zone equatoriali dove ogni anno migliaia di ettari di foresta vengono tagliati per creare pascoli per il bestiame al fine di soddisfare la crescente domanda di carne dei paesi ricchi. La produzione di carne comporta inoltre uno spreco di risorse in quanto la stessa superficie di terra che, se usata per allevare bestiame, può sfamare una sola persona, coltivata a cereali e legumi ne potrebbe sfamare dieci! Infine anche le mucche, con le loro flatulenze, producono gas-serra che contribuiscono sensibilmente all’alterazione climatica.
7. Un altro modo per contribuire a salvare il patrimonio forestale è connesso ai nostri consumi di carta e legno. Per l’acquisto di prodotti cartacei (risme di fogli per fotocopie, quaderni, tovaglioli, fazzoletti e carta igienica) preferiamo quelli realizzati in carta riciclata, possibilmente non sbiancata con cloro (ogni tonnellata di carta riciclata consente infatti di risparmiare circa 1600 litri di petrolio ed evita l’abbattimento di diversi alberi). Sarebbe inoltre buona regola sostituire i tovaglioli ed i fazzolettini di carta con quelli di stoffa, riutilizzabili centinaia di volte. Per ciò che riguarda i prodotti in legno (mobili, tavole, porte, finestre, parquet ecc.) prima di acquistarli controlliamo che abbiano la certificazione di provenienza da foreste coltivate in modo sostenibile (in cui gli alberi abbattuti vengono sostituiti da giovani piante). In linea di massima è preferibile comprare il legno europeo (betulla, rovere, faggio, acero, robinia ecc.) rispetto a quello proveniente da foreste tropicali, spesso tagliate in modo illegale. Per ciò che concerne l’acquisto di mobili esistono inoltre delle aziende che producono pannelli in truciolato utilizzando come materia prima esclusivamente legno di scarto, che altrimenti finirebbe in discarica.
8. Un’efficace espediente che permette di risparmiare soldi salvaguardando l’ambiente consiste anche nella condivisione dei beni. Potremmo ad esempio contribuire a limitare il numero di giornali, libri e riviste che invadono sempre più le nostre case attraverso la creazione di una rete di scambio tra amici, oppure recandoci presso le biblioteche comunali, dove possono essere liberamente consultati ed in molti casi anche presi in prestito, a costo zero.
9. Evitiamo l’acquisto di bombolette spray che, pur non contenendo più come gas propellenti i famigerati clorofluorocarburi, responsabili dell’assottigliamento dell’ozonosfera, hanno al loro posto altri gas il cui “potere climalterante” (consistente nella capacità di trattenere il calore), risulta essere oltre 20 volte superiore all’anidride carbonica. Al loro posto è quindi preferibile acquistare i prodotti “no-gas”.
10. Durante i nostri acquisti è inoltre importante fare attenzione agli imballaggi e agli involucri in cui sono confezionati i prodotti, la cui produzione e smaltimento comporta il consumo di notevoli quantità di risorse e di energia. Spesso risultano essere composti da materiali difficilmente riciclabili ed occupano un volume che molte volte è maggiore dello stesso prodotto che contengono. Sarebbe pertanto importante seguire alcune fondamentali regole: evitare di acquistare prodotti usa e getta (come piatti e bicchieri di “carta”), preferendo quelli riutilizzabili; comprare confezioni “formato famiglia” anziché quelle monodose; scegliere i prodotti sfusi al banco al posto di quelli preconfezionati; preferire prodotti con minor imballaggio e confezionati con materiale riciclato o facilmente riciclabile (cartoncino, vetro, P.E.T. ecc.); per i saponi liquidi e i detersivi scegliere le ricariche da svuotare nel contenitore acquistato la prima volta; portare con sé borse riutilizzabili in cui riporre la spesa, invece di farsi dare alla cassa nuovi sacchetti in plastica; evitare di acquistare rotoli e vaschette di allumino per avvolgere e contenere il cibo (la produzione di questo metallo comporta infatti consumi elevati di energia e causa molte emissioni nocive) preferendo invece altre soluzioni come la carta per il pane, i vasetti vuoti della marmellata o le comode vaschette riutilizzabili in plastica alimentare.
11. Preferire i prodotti che riportano il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea (ecolabel) riconoscibile da una margherita costituita da una “E” circondata da 12 stelle. Questo marchio contraddistingue quei prodotti che, durante l’intero ciclo di vita (produzione, utilizzo e smaltimento finale), consentono un ridotto inquinamento dell’aria e dell’acqua, un basso consumo di energia, un uso limitato di sostanze nocive, una minore produzione di rifiuti, ecc. In Italia sono attualmente presenti sul mercato oltre 800 prodotti appartenenti a 11 categorie merceologiche: carta, vernici, concimi, detersivi, lampadine, lavatrici, lavastoviglie, calzature, ecc.
…MI RACCOMANDO ALLORA: RICORDIAMO SEMPRE DI METTERE NEL CARRELLO DELLA SPESA ANCHE UNA BUONA DOSE DI SENSIBILITA’ E COSCIENZA!!!