.: Il Blog di Alessandro Rizzo

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Fo agli allievi di Brera: no al trasloco truffa
Il Nobel ex allievo dell'accademia: pochi spazi e spese folli. Il presidente Mazzotta: non sanno cosa vogliono
www.corriere.it
MILANO - «Dovete diventare attivi, civili, partecipi... (pausa teatrale, ndr) Incazzati». L’applauso più convinto è l’ultimo, dura un paio di minuti. Dario Fo ha appena concluso il suo intervento in difesa dell’Accademia di Brera, la (sua) scuola di belle arti che «deve recuperare il rapporto con la città», farsi vedere e sentire, nel caso anche con «azioni di lotta creativa». Ma deve farlo qui, nel palazzo storico degli Umiliati, non in una caserma o in un capannone di periferia. L’assemblea degli studenti si riunisce ieri mattina. Sala 10, tutto esaurito e posti in piedi.
Tema: no al trasferimento nella caserma Magenta di via Mascheroni. Il Nobel ed ex allievo («Son rimasto solo io...») sprona i ragazzi: «È crollato l’interesse collettivo verso Brera. Se perdete voi questa battaglia, le altre accademie spariscono». È il rischio denunciato nei volantini: la «sconfitta» della cultura. Il collettivo ha appeso gli striscioni nel cortile napoleonico e la Soprintendenza non ha gradito. Il caso del trasloco dell’Accademia divide gli inquilini del palazzo da undici mesi: Pinacoteca, Accademia, Osservatorio, Orto botanico. Comune e ministeri di Cultura e Difesa hanno individuato nella Magenta la futura sede della scuola, in modo da liberare spazi per il raddoppio della Pinacoteca. L’accordo è del novembre 2008, firmato anche dal presidente delle Belle arti, Gabriele Mazzotta. Contro di lui ci sono il direttore Gastone Mariani, professori e studenti: «Non ce ne andiamo».
Mazzotta replica: «Sanno cosa non vogliono, non sanno cosa vogliono ». I ministri? «Magliari». Le proposte? «Bidoni». Dario Fo chiosa così gl’interventi di allievi e docenti. In sostanza: gli spazi in via Mascheroni sono insufficienti, 3.500 metri quadri e non i 26 mila promessi; il trasloco costerebbe «troppo», 5 milioni di euro e non gli 800 mila euro previsti inizialmente; nella caserma si può realizzare un museo d’arte dell’Accademia, non portarci la didattica. Il direttore Mariani: «Dateci Palazzo Citterio o Palazzo Cusani e ne riparliamo». Lunedì ne ha parlato a cena al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Il presidente Mazzotta ha chiesto ufficialmente «un aumento degli spazi nella Magenta » e il direttore ai Beni culturali, Mario Turetta, sta trattando con la Difesa. Fo avverte: «Non accettiamo truffe e beffe, vogliono solo eliminare l’Accademia, infastidisce tutto quello che è libero. Dalla scuola deve partire una nuova rivoluzione culturale ». Lo dice agli studenti: «Coinvolgete il mondo esterno. Siete molti, fatevi sentire». Applausi.
Armando Stella
23 ottobre 2009