.: Il Blog di Alessandro Rizzo

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presentazione libro "inferno Bolzaneto"
in libreria l'atto d'accusa dei magistrati di Genova
Bolzaneto e nel settimo anniversario dei fatti di Genova, esce in libreria
"INFERNO BOLZANETO. L'ATTO D'ACCUSA DEI MAGISTRATI DI GENOVA" del
giornalista Mario Portanova, con la prefazione di Giuliano Pisapia.
Lunedì 14 luglio il libro verrà presentato a Milano, alle ore 21 presso lo
Spazio Melampo di via Tenca 7.
Ne parleranno insieme all'autore Vittorio Agnoletto, Nando dalla Chiesa e
Massimo Rebotti.
generali? Vicende
passate, i cui ricordi sono ormai scoloriti? No. Storie d'Italia. E
storie recenti.
Fatti accaduti a Genova tra il 20 e il 22 luglio del 2001.
diritti calpestati e
di garanzie, individuali e collettive, annullate e fatte a pezzi. Ecco
perché non è
possibile dimenticare. Ecco perché questo libro, che racconta Genova e
il dopo Genova,
le piazze e le aule dove si è cercato di fare giustizia, è un
ulteriore, importante,
lucido, documentato tassello per evitare che si possa dimenticare
quanto sembrava anche
solo impossibile immaginare.”
melampo@melampoeditore.it
ore 21
via Carlo Tenca, 7 - Milano
(MM Repubblica)
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L'atto d'accusa dei magistrati
di Genova
Mario Portanova
Vittorio Agnoletto
Nando dalla Chiesa
Massimo Rebotti
la requisitoria dei pubblici ministeri Patrizia
Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati al processo
contro 45 uomini e donne delle forze dell’ordine. Tra
il 20 e il 22 luglio 2001, nel “carcere provvisorio”
del G8 di Genova oltre 200 manifestanti inermi
subirono botte, manganellate, ustioni, insulti,
umiliazioni, vessazioni, minacce, in un regime di
terrore che avvolgeva ogni angolo della caserma, dal
piazzale d'ingresso ai bagni, all’infermeria.
dell’inchiesta giudiziaria e gli atti del processo.
L’accusa dei magistrati genovesi è durissima: «A
Bolzaneto sicuramente vi sono stati comportamenti
deliberatamente inumani, crudeli e degradanti»,
scrivono. «Non c'è emergenza che possa giustificare
quello che è accaduto. Non c'è giustificazione perché
si era ormai lontani dagli scontri di piazza e quella
caserma, dove lavoravano pubblici ufficiali, doveva
rappresentare un luogo di sicurezza e di rispetto dei
diritti per ogni detenuto».
Ma se esistesse, a Bolzaneto sarebbe stato commesso.