.: Il Blog di Alessandro Rizzo

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«Basta leggi speciali e razziste»
Un tribunale per la prima volta ha applicato l'aggravante di clandestinità. Che ne pensi?
L'aggravante specifica è del tutto estranea alla forma reato. E' oggettiva, cioé senza colpa né dolo: non indica la volontà di delinquere. Quindi presenta rilevanti profili di incostituzionalità, insomma è una ulteriore discriminazione, l'ennesimo tassello della costruzione di un diritto separato e dedicato agli stranieri. In parte è già così: la normativa sui trattenimenti nei Cpt è già speciale, perché questo tipo di limitazione della libertà non si applica agli italiani.
Tanto più che oggi si prefigurano 18 mesi di detenzione, un'autentica follia.
La Corte costituzionale non considera il Cpt un carcere poiché il tempo di trattenimento è stato definito limitato, mentre portarlo a 18 mesi significa di fatto imprigionare un soggetto per una sanzione di tipo amministrativo. E' un tempo spaventoso e ingiustificato: se non si riesce ad eseguire un'espulsione in 2 mesi, a cosa serve detenere una persona un anno e mezzo? Oggi, il Viminale stesso dice che si riesce ad eseguire solo il 45% delle espulsioni. Inoltre, non capisco come si combini il reato di immigrazione clandestina con il Cpt: se viene istituito un nuovo reato, il colpevole deve andare in carcere. Ho letto i disegni di legge e fatico a capire, allora dicano che vogliono trasformare i Cpt in vere e proprie carceri; in più, per mantenere lo stesso numero di «trattenuti» per 18 mesi bisognerebbe costruirne nove volte tanti.
Non sento proteste.
La valanga è cominciata nel 1998 ai tempi della legge Turco-Napolitano, dopo dieci anni la detenzione separata è stata metabolizzata da tutti. Ricordiamoci che in Italia il reato di clandestinità c'è già, perché la seconda espulsione è già reato: ora si vuole solo sdoganare una misura che in seconda battuta era già prevista. E' inaudito perché l'Italia non ha una normativa che permette un accesso regolare, e infatti il 93% di incremento degli stranieri sul territorio è dovuto a sanatorie, per cui l'irregolarità è strutturale, è come dire che tutti gli stranieri sono criminali. Detto questo, ormai gli italiani se la prendono anche con i regolari, basta guardare cosa sta accadendo ai rom, che sono quasi tutti comunitari (e negli ultimi 5 anni, a Milano, non sono aumentari: sono sempre 5.000!)
La caccia è anche sui tram...
Particolarmente odioso, perché è un'azione che non tende a colpire i potenziali delinquenti ma tutti coloro che usano i mezzi pubblici, e tendenzialmente sono lavoratori e lavoratrici, badanti, muratori, magari in nero. I vigili di Milano, comunque, da anni svolgono ruoli di polizia, più o meno da quando i sindaci sono stati eletti direttamente. Da quel momento si sono sentiti tutori in prima persona dell'ordine pubblico, e oggi assistiamo a un'escalation.
Come si può ripartire, di questi tempi, con una mobilitazione antirazzista?
Credo che una risposta immediata sul territorio oggi sia molto difficile, in altre parole si rischia il flop, anche se in questi casi sarebbe doveroso. Penso a un'azione di lunga durata di tipo più strutturale, andare nei quartieri, rimettere in connessione soggetti e associazioni che non si parlano più. Il problema sono gli italiani, che in larga parte condividono le misure repressive. Bisogna riportare la razionalità nelle strade, anche a costo di prendersi qualche insulto, prevedo tempi lunghi ma ormai non possiamo fare altro. Un presidio di protesta, con dieci o venti persone, lo si può anche organizzare, ma servirebbe più che altro per farsi vedere da giornali e televisioni.
Facciamo finta che da oggi il pacchetto sicurezza di Maroni è legge per come lo conosciamo attraverso le indiscrezioni. Cosa accadrebbe nella realtà?
Ho l'impressione che ancora una volta si tratti di un intervento simbolico per sfruttare il miglior capro espiatorio che ci sia, l'immigrato. Non sarà molto effiace, sarebbe come cercare di colpire uno sciame di api impugnando il bazooka, le poche che prendi le sfracelli, ma il «problema» rimane. Diverso è l'impatto culturale di questa deriva sicuritaria, la quale, se ancora fosse necessario, fomenta ancora di più i peggiori istinti razzisti. Ma, concretamente, facciamo due conti. Negli ultimi cinque anni, tra respingimenti alla frontiera e espulsioni, in Italia abbiamo cacciato più o meno 100 mila persone all'anno, quindi per rendere applicabile la pena per il reato di clandestinità bisognerebbe raddoppiare in un anno la popolazione carceraria. Diventerebbe il maggiore di tutti i reati commessi, per non parlare dei costi...
Gli stranieri che contatti sono preoccupati più del solito?
Le persone che telefonano al Naga hanno paura, sono semi-clandestini, con alloggio e lavoro. Per i colloqui, abbiamo cominciato a dare i numerini.