.: Il Blog di Alessandro Rizzo

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Violenza omofoba: reprimerla ora con la solidarietà
E' quanto mai sconcertante che ancora nel Terzo Millennio si possano leggere fatti e notizie di questo calibro: nessuno ricorderà le baribarie a cui furono sottoposti omosessuali e lesbiche sotto i regimi omicidi nazifasciti, le deportazioni di massa a cui furono soggetti. Il triangolo rosa è una testimonianza: l'Italia è vittima di un pregiudizio che è come una forma cancerogena per il progresso umano e civile del nostro Paese, in consonanza con l'articolo 3 della Costituzione, ossia l'eguaglianza delle persone a prescindere da credi religiosi, da ideologie, da orientamento sessuale, da genere. Penso che occorra predisporre misure e provvedimenti atti a perseguire penalmente con azioni investigative di polizia gli autori di questi atti ignominiosi, aberranti, di intolleranza e di persecuzione verso gli omosessuali. Negli Stati Uniti d'America come in Svezia e in Norvegia sono stati istituiti speciali corpi della polizia di stato con il compito di indagare e di reprimere fenomeni di questo genere, episodi odiosi di questa portata: in Italia esiste un'interrogazione, firmata in primis dall'onorevole Grillini e dall'onorevole Luxuria, dove si chiede espressamente al Ministro degli Interni di provvedere a costituire in Italia un simile servizio di stato, con personale preposto e specializzato per accogliere denunce e per perseguire reati di questo genere. Ma, come scrive Luca Trentini dell'Arcigay, occorre anche prevedere forme di prevenzione culturale e di sviluppo di una solidarietà sociale utili a prevenire reati di violenza omofoba e a sostenere psicologicamente e socialmente le vittime di questi atti odiosi e brutali. Occorre definire un percorso che renda forza e vigore al concetto e al principio di diversità, di tolleranza, di eguaglianza, di giustizia sociale, di cultura delle diversità, tramite azioni informative e formative, tramite proposte politiche chiare, tramite eventi e iniziative di conoscenza e di confronto, reprimendo ogni forma e ogni fonte che possa indurre a forme di intolleranza omofoba, di discriminazione e di persecuzione. Esistono e persistono nell'informazione odierna e quotidiana messaggi, subliminali o meno, che inducono a considerare il diverso come soggetto da emarginare, deridere, schernire. La violenza è un elemento troppo presente nella comunicazione mediatica massiva: un'informazione è equa se riesce a trasmettere in modo diretto e documentato la realtà sociale e civile quotidiana. Occorre che ci sia solidarietà diffusa, tramite un'azione propedeutica comune che sappia considerare le vittime di queste brutalità barbare come soggetti deboli in un contesto di intolleranza e persecuzione omofoba, alimentata da una diffusa strumentalizzazione di forze politiche che fanno della violenza la propria bandiera, che alimentano l'odio e l'emarginazione a fini elettoralistici e di consenso populista. Si proceda a tamponare in qualche modo una deriva violenta che rischierebbe di alterare la convivenza civile e sociale e di produrre fenomeni ulteriori di discriminazione verso coloro che vengono considerati come "diversi", perchè semplicemente esprimono forme e modi alternativi di vivere liberamente la propria esistenza: come scriveva Martin Niemöller se oggi non procedo per difendere un altro da atti di intolleranza e persecuzione solamente perchè quell'altro non appartiene alla mia "categoria" sociale, culurale, etnica, civica, sessuale, un giorno verrà che attaccheranno anche me violentemente e non avrò nessuno su cui valermi per potermi difendere in modo proficuo e determinato.
Alessandro Rizzo
La risposta di noi “froci di merda”
Da "Pegaso 09"
Il 15 maggio Paolo Ferigo, presidente di Arcigay Milano, viene aggredito in una pizzeria con pugni, schiaffi e minacce di morte. 13 maggio, Torre del Lago Marco, 27 anni, viene picchiato dopo un bacio con il fidanzato. 11 maggio, Padova, il vicepresidente di Arcigay Udine subisce un'aggressione. A Roma il 7 maggio un ventiduenne viene pestato da un gruppo di coetanei per aver rivolto loro un apprezzamento. Il 18 maggio a Rovigo aggressione ad un ragazzo di 21 anni da un gruppo di giovani vicini all'estrema destra. 20 maggio: viene rinvenuta una scritta sulla sede di Arcigay Grosseto «Froci di Merda». 11 maggio: Matteo Marliani, presidente di Arcigay Pistoia e candidato alle amministrative, trova tre volantini intimidatori: «Fuori i pervertiti da Pistoia, mai un finocchio in comune, difendiamo la famiglia tradizionale». In una scuola media il 28 aprile un ragazzino di 12 anni finisce all'ospedale dopo essere stato aggredito da un compagno che lo tormentava dicendogli: «sei gay», a poca distanza dalla tragedia di Torino: Matteo, 16 anni, si toglie la vita a causa del bullismo.
referente settore Arcigay Diritti Umani e Lotta alla violenza
dirittiumani@arcigay.it