.: Il Blog di Alessandro Rizzo

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Proposta legge su tutela minoranze rom e sinti
Relazione
La presente proposta di legge individua le modificazioni alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, necessarie ad estendere alle minoranze rom e sinti la tutela assicurata dalla legge medesima alle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e a quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.
Durante l’iter parlamentare il riferimento alle minoranze sinti e rom fu stralciato dal provvedimento, nonostante più di una proposta di legge abbinata ne tenesse giustamente conto. La grave omissione da parte del legislatore fu denunciata all’indomani dell’approvazione della legge 482/1999 da quella parte della cosiddetta “società civile” sensibile alle problematiche relative a tali minoranze. Oggi come allora la considerazione che lo “stralcio” fosse coerente con le norme tipiche della legge, risulta infatti insufficiente. Quel pregiudizio culturale, che storicamente e socialmente accompagna l’idea dei rom e dei sinti, sembrò infatti prevalere su un approccio più moderno e coerente ad una, seppur complessa, realtà sociale. La conseguenza di questa decisione fu quella di rinviare ad una legislazione ad hoc (peraltro mai varata) le realtà rom e sinti respingendo in una sorta di “ghetto culturale”, prima ancora che “legislativo”, un mondo ricco di esperienze e fermenti propri.
Attualmente i rom e i sinti che vivono in Italia sono circa 110 mila la maggioranza dei quali sono sinti. Si tratta comunque della percentuale di presenza più bassa in Europa. L’avvento dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione hanno determinato il venir meno delle attività artigianali attraverso le quali i nomadi si garantivano un’autonomia economica e, conseguentemente, una collocazione sociale che, seppur non avulsa da pregiudizi e discriminazioni, assicurava loro un relativo livello di accettazione da parte della popolazione autoctona. La radicale trasformazione dell’economia ha dunque portato alla loro totale marginalizzazione riducendo la cultura rom e sinti a problema sociale. Il rifiuto del diverso, diffusosi negli ultimi anni anche in seguito all’aumento dei fenomeni migratori, ha accentuato il clima di generale pregiudizio nei confronti di queste minoranze. Le resistenze diffuse a tutti i livelli, anche per l’ignoranza relativa alla storia e alla cultura di questi popoli, hanno permeato il dibattito politico inducendo le istituzioni a dare risposte inadeguate, come ad esempio, è avvenuto con la creazione dei “campi nomadi”. Si tratta di moderni ghetti collocati vicino a periferie già povere e a rischio o vicino a zone industriali semiabbandonate. Tale marginalizzazione si sovrappone alla povertà e al disagio delle stesse periferie incancrenendo problemi esistenti e creando in molti casi situazioni di “emergenza sociale”.
Con questa proposta di legge si intende pertanto riportare l’attenzione sulle minoranze sinti e rom in quanto portatrici di una cultura propria e superare le logiche segreganti e assistenziali che hanno condizionato le politiche degli ultimi anni. Il primo passo, a parere delle proponenti, è il riconoscimento dello status di minoranze (negato nel 1999) al fine di costruire percorsi di riconoscimento reale delle diverse espressioni culturali presenti in Italia. E tali percorsi devono inevitabilmente passare per la valorizzazione della lingua e della cultura proprie dei popoli sinti e rom.
Il riconoscimento di questi popoli coadiuverà la promozione di quei processi di inserimento sociale e formativi in ambito locale e nazionale, attivando peraltro una sempre più stretta collaborazione tra gli Enti locali e l’associazionismo che opera nel settore.
E’ significativo dunque che la presente proposta di legge novelli la legge 15 dicembre 1999, n. 482. Si ritiene infatti che sia proprio a partire da questo riconoscimento che debba prendere avvio un nuovo percorso teso a ricercare soluzioni legislative riguardanti le minoranze rom e sinti nell’ambito dei temi di volta in volta all’esame del Parlamento o delle assemblee regionali. Esattamente come oggi avviene per le altre minoranze che vivono sul territorio nazionale.
Oltre ad inserire i rom e i sinti nell’elenco delle minoranze linguistiche a cui la normativa vigente si rivolge, un comma aggiuntivo all’articolo 1 stabilisce che la Repubblica promuove lo sviluppo delle lingue e delle culture diffuse in aree del Paese in cui la presenza minoritaria è tale da non poter essere inquadrata nell'ambito delle prerogative previste dalla presente legge. Tale norma di principio si rende necessaria in considerazione della diffusione a macchia di leopardo delle comunità rom e sinti sul territorio nazionale.
“2 –bis. La Repubblica promuove altresì lo sviluppo delle lingue e delle culture di cui all’articolo 2 diffuse in aree del Paese in cui la presenza minoritaria è tale da non poter essere inquadrata nell'ambito delle prerogative previste dalla presente legge”