.: Il Blog di Antonella Fachin

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Amicizia al campo rom di via Rubattino per abbattere i muri
… 12 milioni di euro, ma ci rendiamo conto dell’enormità buttata via in maniera inconcludente?!?!? E’ una scelta insensata, perseguita senza ragioni di buon senso, ma solo per motivi ideologici… e i fatti lo dimostrano.
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin
Amicizia al campo rom di via Rubattino per abbattere i muri
“È da settimane che pensiamo di scrivere questa lettera, ma non è facile mettere per iscritto le sensazioni e i rapporti creati in questi ultimi sei mesi”, dicono madre e figlia: la prima lavora in un grande gruppo editoriale, la seconda è studentessa in un liceo delle scienze sociali. “Abbiamo iniziato ad interessarci dei problemi dei bambini sgomberati nel novembre 2009 dal campo Nomadi di Rubattino -dicono-: dopo poco abbiamo iniziato a darci da fare in prima persona, a conoscere, stimare e voler bene a queste persone”, che vogliono elencare per nome “Garofizia, Annamaria, Cristian, Eliza, Alina, Cristina e molti altri ancora”. Un impegno, “ma forse è meglio chiamarla passione -dicono- che ci ha molto unite nonostante ognuna si sia trovata a vivere questa esperienza in modo diverso.
Milena, la mamma, si è molto impegnata nel seguire il progetto del vino R.o.m. che ha permesso ad alcuni di loro di inserirsi nel mondo del lavoro e di trovare una sistemazione stabile e una casa. Ai più piccoli si è invece appassionata molto Paola, che ha iniziato a conoscerli, giocarci ed aiutarli con le docce. “Cose pratiche sicuramente importanti -dicono madre e figlia- ma quello che ci sta più a cuore è il rapporto che abbiamo creato con loro, fatto di aiuto reciproco ma anche di chiacchierate, scherzi, abbracci, risate e pomeriggi passati insieme”. E allora è bello “vedersi correre incontro una bambina che, nonostante la difficoltà della sua vita, è ancora capace di ridere e di affezionarsi, capendo che non tutte le persone che ha intorno sono cattive e indifferenti come quelle che ogni pochi mesi le tolgono la sua piccola baracca” oppure “trovarsi a bere un caffè dopo aver scaricato casse e casse di vino con un ragazzo a cui si è riusciti a trovare un lavoro e sentirlo parlare con un emozione indescrivibile di ciò che gli stanno insegnando e di quanto sia fiero di riuscire a garantire con i suoi sforzi una 'vita normale' alla sua famiglia”.
Infine, una domanda: “Perché noi con qualche bottiglia di vino, il nostro tempo e la nostra passione riusciamo a garantire ad alcuni Rom un lavoro e il comune con 12 milioni di euro riesce solo a costruire muri contro l'integrazione e a distruggere il poco che hanno? Aiutateci ad avere delle risposte”.
(ar)