.: Il Blog di Antonella Fachin

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HUMOR: il partito dei disoccupati
25 poliziotti per accompagnare una ronda !!!
Da www.arcoiris.it2345#more-2345
http://domani.arcoiris.tv/?p=
25 poliziotti accompagnano una ronda che trema di paura
23-09-2009ANCORA 100 PASSI……IN DONO ALLA BIBLIOTECA DI PONTERANICA
IMPASTATO REALIZZATO IN OCCASIONE DEL TRENTENNALE DELLA SCOMPARSA
del Comune di Milano aderiscono alla manifestazione di sabato 26 settembre
a Ponteranica promossa dall’Associazione Casa Memoria Peppino Impastato,
dal Comitato Peppino Impastato di Ponteranica e dall’Associazione Libera.
La Lista Fo e il PRC, organizzatori del convegno “A 100 passi dal Duomo”
tenuto a Milano in occasione del trentennale della morte di Peppino
Impastato fanno dono di n. 100 copie del libro, realizzato nell’occasione,
alla biblioteca di Ponteranica perché ne faccia dono ai suoi utenti. Un
ulteriore modo per far conoscere l’esperienza e i valori testimoniati da
Peppino quali giustizia, legalità, solidarietà, accoglienza.
titolazione della Biblioteca civica del comune di Ponteranica alla figura
di Peppino Impastato, avvenuta tre anni fa con una cerimonia di
inaugurazione che vide una grande partecipazione di cittadini.
La volontà della precedente Giunta di centrosinistra di dedicare la
Biblioteca a colui che, ragazzo, aveva combattuto con la cultura e la forza
della comunicazione la mafia e il potere criminale delle cosche di Cinisi,
è sempre stata osteggiata dalla Lega che, una volta al governo della città,
non ha aspettato molto ad annullare la delibera.
Definire il presente atto come gesto incivile e discriminatorio sarebbe un
eufemismo: con un impeto di ignoranza e di gretto localismo, un sindaco ha
ritenuto di poter cancellare il ricordo di una figura che deve assurgere ad
esempio di rettitudine etica nella lotta per la legalità e l’emancipazione
dei più deboli.
Occorre rivendicare il ritorno della titolazione della Biblioteca a Peppino
Impastato, ma anche resistere contro ogni volontà di cancellare la memoria
collettiva e la passione civile oggi, con maggiore urgenza e necessità, ci
deve vedere impegnate e impegnati contro una dilagante corruzione mafiosa e
omicida, cancro principe e primario di ogni convivenza civica e sociale
pacifica, ostacolo al progresso della cittadinanza.
INVITO ALLA CITTA': NON RESPINGIAMO I DIRITTI DEGLI INDIVIDUI
NOI NON RESPINGIAMO I DIRITTI DEGLI UOMINI E DELLE DONNE
A Milano il 25 e il 26 settembre c'è un occasione importante per rendere visibile e chiaro il nostro disaccordo sulle politiche di questo Governo sull'immigrazione e in particolare per denunciare la barbarie dei respingimento verso la Libia.
Il 25 e il 26 settembre il Ministero dell'Interno e l'ANCI hanno organizzato presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, la Seconda Conferenza Nazionale sull'Immigrazione.
Arci Milano e Arci Nazionale si sono inventati una iniziativa di protesta pacifica, creativa che riesca a parlare anche a tutte le persone che non pensano che il rispetto dei diritti degli immigrati riguardi direttamente la democrazia e quindi tutti noi, senza distinzione.
Ci siamo immaginati un iniziativa di contro-informazione:
NOI NON RESPINGIAMO I DIRITTI DEGLI UOMINI E DELLE DONNE
Invitiamo tutte le associazioni, i soggetti collettivi, i cittadini , le cittadine a partecipare attivamente e far propria la giornata di contro informazione.
E allora...... a venerdi' 25 settembre a partire dalle 18.30 alle colonne di San Lorenzo
Per informazioni e per segnalare contributi, idee e collaborazioni:
scovazzi@arci.it
PER CHI VOLESSE DARE UNA MANO A COSTRUIRE MATERIALMENTE L'INIIATIVA L'APPUNTAMENTO E' VENERDI ( MATTINA E POMERIGGIO) in Arci – via Adige, 11, ma da estendere in ogni comune
A Milano il 25 e il 26 settembre c'è un occasione importante per rendere visibile e chiaro il nostro disaccordo sulle politiche di questo Governo sull'immigrazione e in particolare per denunciare la barbarie dei respingimento verso la Libia.
Il 25 e il 26 settembre il Ministero dell'Interno e l'ANCI hanno organizzato presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, la Seconda Conferenza Nazionale sull'Immigrazione. Arci Milano e Arci Nazionale si sono inventati un iniziativa di protesta pacifica, creativa che riesca a parlare anche a tutte le persone che non pensano che il rispetto dei diritti degli immigrati riguardi direttamente la democrazia e quindi tutti noi, senza distinzione.
Ci siamo immaginati un iniziativa di contro-informazione di improvvisazione teatrale itinerante da realizzare venerdì 25 alle 18.30 partendo dalle colonne di San Lorenzo fino ad arrivare alla Darsena.
Invitiamo tutte le associazioni, i soggetti collettivi, i cittadini , le cittadine a partecipare attivamente e far propria la giornata di contro informazione.
E allora...... a venerdi' 25 settembre a partire dalle 18.30 alle colonne di San Lorenzo
Per informazioni e per segnalare contributi, idee e collaborazioni:
scovazzi@arci.it.
PER CHI VOLESSE DARE UNA MANO A COSTRUIRE MATERIALMENTE L'INIIATIVA L'APPUNTAMENTO E' VENERDI ( MATTINA E POMERIGGIO) in Arci – via Adige, 11
chiusura delle scuole civiche serali: la profezia si avvera!
Chiusura dei Corsi del Civico Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato IPIA (paritario serale), di via Rubattino.
Con determina del 3 agosto 2009, tutte le classi, dal primo al quinto anno, dell'IPIA sono state chiuse. Si tratta di una storica istituzione del Comune di Milano in zona 3: la sede originaria è sempre stata in via Deledda (piazzale Loreto), fin dalle sue origini negli anni ’60; il trasferimento in via Rubattino, avvenuto 4 anni fa, doveva essere solo temporaneo, in attesa del completo adeguamento dell’edificio comunale in Via Deledda.
La scuola serale per studenti-lavoratori di via Rubattino rappresenta l’unica realtà in zona che offra l’opportunità di un miglioramento della condizione sociale e lavorativa; spesso è il luogo del reinserimento in un percorso di studi di sicuro sbocco professionale; per altri versi, negli ultimi anni, rappresenta anche un luogo privilegiato di incontro, conoscenza e confronto fra studenti italiani e stranieri, i quali ultimi trovano così il miglior viatico di inserimento nel tessuto culturale e lavorativo cittadino.
L'istituto forma impiantisti elettrici e tecnici elettronici, e ha sempre un elevato numero di iscritti, da 18 a 25 studenti per classe. Gli studenti-lavoratori iscritti all'IPIA hanno ricevuto a fine agosto una lettera dal Comune con la quale sono stati invitati a iscriversi all'IPSIA Marelli oppure all'ITIS Giorgi.
Ora, il Marelli è un istituto professionale statale che si trova però in via Livigno, zona Nord Ovest - Maciachini, davvero fuori zona per un’utenza che gravita - per la residenza o per il lavoro - sulla zona est di Milano: per molti di loro la sede proposta sarebbe difficilmente raggiungibile considerando l’orario di inizio delle lezioni serali, intorno alle 17.30, quando il traffico è più intenso e per essi ciò significherebbe impossibilità di frequenza.
Il Giorgi, che presenta problematiche logistiche simili (è ubicato in viale Liguria), non è neanche un istituto professionale, è un istituto tecnico e come tale rilascia un diploma alla fine del quinquennio con l’esame di Stato, ha una struttura didattica completamente diversa e per accedervi gli studenti devono superare un esame di idoneità/integrativo al quale nessuno li ha preparati. L'indicazione del Giorgi non tiene peraltro conto del fatto che chi ha scelto il professionale lo ha fatto innanzitutto perché al termine dei primi tre anni si ottiene, con esame interno, un diploma di qualifica di impiantista elettrico/elettronico che permette di svolgere subito un lavoro specializzato nel settore, con mansioni e competenze secondo le norme di legge.
Si fa un gran parlare di “presidio del territorio”. Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia Locale possono fare molto ma non certo creare e gestire luoghi di aggregazione, di istruzione e formazione al lavoro. Nelle civiche scuole serali si formano cittadini, e famiglie: grazie agli studi svolti, i diplomati riescono a trovare più facilmente il lavoro corrispondente alla loro preparazione, così integrandosi pienamente nel tessuto sociale.
Il Comune di Milano possiede un patrimonio importante di personale esperto e di competenze, sedi diffuse sul territorio, anche periferico della città, e attrezzature di laboratorio di alto valore formativo: le scuole civiche serali sono in grado di avvicinare la scuola alle esigenze del mercato del lavoro.
Incredibilmente, ora il Comune sta operando per lo smantellamento e/o drastico ridimensionamento di un efficace strumento di presidio del territorio e di crescita non solo professionale ma anche civica dei suoi cittadini! Il Comune risparmierebbe di sicuro con la chiusura della scuola IPIA e di tutti gli altri corsi o classi (licei, istruzione tecnica, idoneità), ma il costo lo pagherà tutta la città in termini di una potenziale popolazione studentesca senza possibilità di istruzione e formazione perchè la gran maggioranza dei frequentanti i civici corsi non potrebbe sostenere i costi proibitivi delle scuole private.
In sostanza, il Comune di Milano sta smantellando il suo patrimonio di cultura e formazione professionale e sempre più reale sta diventando l'ipotesi, direi la profezia (agghiacciante) che Piero Calamandrei fece sulla scuola pubblica.
Calamandrei fu giornalista, giurista, politico e docente universitario durante il fascismo, uno dei pochi a non avere né chiedere mai la tessera del partito.
Nel febbraio del 1950 al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, Calamandrei fece un discorso sulla scuola, parole che sono purtroppo attualissime. Pubblico il suo discorso per chi non l'avesse mai letto e per i ragazzi, le giovani generazioni di Milano e dell'Italia: leggetelo ne vale la pena per aprire gli occhi e il cervello... ne va del vostro futuro!
Non consentiamo all'assessore Moioli di smantellare e impoverire le civiche scuole serali di Milano, da sempre esempio di eccellenza e fiore all'occhiello della nostra città!
Cordiali saluti a tutti/e----------------
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
CapogruppoUniti con Dario Fo per Milano
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“Quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell’articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia.
Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole, non è creata per questo. La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano essere un bene e non un pericolo, occorre: - che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre. - che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione. Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c’erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l’espressione, “più ottime” le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione.
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro.
La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito.
Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime.
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
- rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
- attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
- dare alle scuole private denaro pubblico.
Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico! Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. »
la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito […]. Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell’art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato”. Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche […]. Ma poi c’è un’altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la “frode alla legge”, che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla […].
E venuta così fuori l’idea dell’assegno familiare, dell’assegno familiare scolastico. Il ministro dell’Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a “stimolare” al massimo le spese non statali per l’insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private.
Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno […]. Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica. Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l’arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l’arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! […].
Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito“. Piero Calamandrei, 1950
HUMOR: AFGHANISTAN: Mission impossible
Mission impossible.
HUMOR: la crisi e l'odore dei soldi
L’odore dei soldi.
HUMOR: IL FLOP DI BERLUSCONI
Reti unificate.
La nuova influenza: Una risposta alle domande più frequenti
http://www.altroconsumo.it/in
Cari saluti a tutti/e-------------
Antonella
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Una risposta alle domande più frequenti
Cerchiamo di sciogliere ogni dubbio rispondendo alle domande più frequenti.
L'influenza "suina", come fu battezzata inizialmente, è una malattia respiratoria acuta che si presenta con sintomi paragonabili a quelli della classica influenza stagionale, causata però da un nuovo virus influenzale del tipo A (H1N1).
L'appellativo "suina" deriva dall'origine del virus: è frutto dell'incrocio tra due ceppi di virus influenzali che infettano i maiali, due virus da tempo diffusi negli allevamenti.
Si ha una pandemia quando una nuova infezione riesce ad espandersi in più zone del mondo contemporaneamente, in tempi rapidi e diffusamente a livello delle singole aree, così come sta facendo il virus A H1N1. È proprio la novità dell'agente infettivo, contro cui l'uomo non ha ancora avuto il tempo di costruire difese immunitarie, il fattore che determina il rapido espandersi del virus nella popolazione. La stessa paura ci fu per la SARS e per l'infleunza aviaria, entrambe infezioni nuove per l'uomo, anche se in questi casi la pandemia non si verificò.
In termini di vie di trasmissione, sintomi e trattamento non sembra esserci differenza tra le due influenze. La differenza sta nella probabilità di essere contagiati. L'influenza stagionale è data da virus influenzali che da tempo circolano nella popolazione, di cui l'uomo negli anni conserva parziale memoria immunologica, cioè capacità di difendersi (parziale, poiché il virus si ripresenta leggermente diverso ogni anno). L'infezione annuale quindi non sorprende tutta la popolazione, e proprio per questo il numero di malati e di decessi è contenuto.
La trasmissione da uomo a uomo avviene come per la classica influenza: si verifica per via aerea attraverso le micro-gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche per via indiretta attraverso il contatto con mani ed oggetti contaminati dalle secrezioni respiratorie dei malati. Per questo una buona igiene delle mani e ed una maggiore accortezza nel non diffondere l'infezione (per es. coprendo bocca e naso non con le mani, ma con un fazzoletto in caso di starnuti e colpi di tosse) è essenziale nel limitare la diffusione dell'influenza.
In questo momento, i dati disponibili indicano più a rischio di complicazioni i malati cronici, come persone con problemi cardiaci e respiratori, i grandi obesi, chi ha difese immunitarie compromesse da malattie o terapie, gli anziani, i bambini sotto i due anni e le donne in gravidanza.
Ci sono alcune semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione di malattie infettive in generale, e quelle che si trasmettono per via aerea (come l'influenza). In particolare:
I sintomi che caratterizzano l'influenza A/H1N1 sono gli stessi della classica influenza stagionale, e sostanzialmente tre:
Se si ha il sospetto di essere malati, non bisogna recarsi in ambulatorio, né in farmacia, né in ospedale, ma contattare il proprio medico telefonicamente. Ci fornirà tutte le istruzioni del caso, sia per quanto riguarda le norme di comportamento da assumere che per quanto riguarda la terapia. L'influenza infatti, nella maggior parte dei casi, si conclude con la guarigione del paziente: il medico di famiglia, conoscendo bene lo stato di salute dei pazienti e quello dei familiari conviventi, è il riferimento da privilegiarsi per ogni tipo di necessità.
Normalmente, in caso di influenza si fa ricorso soltanto a rimedi contro i sintomi. Oltre ai semplici ma efficaci rimedi casalinghi (assunzione di liquidi, riposo, umidificazione dell'aria…) il medico di famiglia potrà consigliare alcuni farmaci, generalmente antipiretici contro la febbre e antidolorifici per il mal di testa e i dolori articolari e muscolari.
Il virus H1N1 è sensibile ai farmaci antivirali oseltamivir (Tamiflu, 36,80 euro) e zanamivir (Relenza, 32,60 euro), acquistabili in farmacia solo con ricetta medica, totalmente a carico del paziente.
Secondo il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali il vaccino contro il nuovo virus influenzale sarà disponibile dalla seconda metà di novembre 2009 ai primi mesi del 2010.
Curarsi in Europa: cure e rimborso dal Serv. Sanitario
Tratto da Altroconsumo:ritti-all-estero-s253063/nm-newsletter-p250293/prm_id_c/3091.htm --------------
Se la risposta è no. Se l'Asl esprime un parere negativo sul vostro caso, il ministero della Salute dà le seguenti indicazioni:
se viene rigettata la vostra domanda di autorizzazione di recarvi all'estero per farvi curare potete presentare ricorso, in questo ordine: al Direttore generale della Asl, al tribunale amministrativo regionale (Tar), al Consiglio di Stato in sede di appello; infine al Presidente della Repubblica con ricorso straordinario;
se vi viene rigettata la domanda di rimborso di eventuali spese sostenute, potete ricorrere: alla magistratura ordinaria (giudizio di 1° grado), alla magistratura ordinaria di appello (giudizio di 2° grado), alla magistratura di Cassazione (giudizio di 3° grado).
http://www.altroconsumo.it/di
Cari saluti a tutti/e
Antonella
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Curarsi in Europa
Articolo pubblicato su Test Salute 80, giugno 2009
Se la vostra salute è dispettosa e durante una vacanza all'estero decide di darvi qualche grattacapo, è opportuno sapere come risolvere con serenità anche il più banale imprevisto. Non occorre interrompere il vostro soggiorno, perché tutti i cittadini europei che si trovano ad affrontare un problema di salute, mentre sono in viaggio in un altro Stato membro, hanno diritto a ottenere le cure sanitarie e il rimborso, grazie all'intervento dei Servizi sanitari nazionali.
L'imprevisto: cosa fare?
Un accesso diretto: se vi trovate in un qualsiasi Stato dell'Unione Europea e in quelli extra-Ue con cui l'Italia ha stipulato delle convenzioni, dopo aver presentato l'apposito documento, avrete diritto a ricevere l'assistenza sanitaria prevista senza oneri a vostro carico. Sarà la Asl di vostra appartenenza a provvedere alle spese.
Basta la tessera sanitaria. Lo strumento che vi consente di godere di un accesso diretto alle cure necessarie e urgenti durante una vacanza è la Tessera Europea di Assicurazione Malattia (Team), che dal 1° giugno 2004 ha sostituito il modulo cartaceo E111. La nuova tessera, introdotta con l'obiettivo di agevolare la mobilità delle persone nell'Ue, è un documento personale, che presenta un formato unico per tutti i 27 Stati della Ue. Nel nostro Paese viene rilasciata a tutte le persone iscritte al Ssn in possesso della cittadinanza italiana, con residenza in Italia. Ogni Stato membro, in base alle decisioni comunitarie, ha stabilito se emettere la Team come Tessera autonoma, oppure se integrarla nella Tessera sanitaria nazionale, già esistente. L'Italia ha optato per questa seconda possibilità, emettendo un'unica tessera con le funzioni di tessera sanitaria nazionale sul fronte e di Team sul retro.
Con la Team potrete accedere ai servizi sanitari pubblici del paese in cui vi trovate, esattamente come i suoi residenti. Questo significa che se per la legislazione dello Stato che vi ospita è previsto per alcune prestazioni il pagamento di un ticket, anche voi dovrete pagarlo.
Prestazioni previste. Il personale sanitario del Paese in cui soggiornate non è tenuto a fornirvi quei trattamenti (come le cure dentistiche) che possono attendere il vostro ritorno a casa. Inoltre, se dovete intraprendere un percorso terapeutico che prevede trattamenti prolungati e visite di controllo, allora potrete ricevere la prima assistenza nel paese straniero, a cui seguirà una visita a casa da parte del vostro medico curante.
Attenzione: la tessera non consente di richiedere il trasferimento gratuito nel Paese di origine in caso di grave trauma o malattia. Per questo è necessaria una copertura assicurativa ad hoc (ce ne siamo occupati su SD 95, luglio 2007). Nel caso abbiate smarrito o dimenticato la tessera è opportuno contattare la vostra Asl.
Pianificare un intervento
Diversa è la situazione nel caso in cui vogliate andarvi a curare all'estero per scelta. Poiché il nostro Ssn assicura a tutti i cittadini un'assistenza sanitaria in forma gratuita, per ricevere cure all'estero si devono verificare due condizioni: avete bisogno di una prestazione di altissima specializzazione che non potete ricevere in Italia in maniera tempestiva o in forma adeguata; i tempi di attesa per la vostra cura o intervento non sono compatibili con la malattia.
Come fare? Se si verificano questi due casi dovete recarvi alla vostra Asl di residenza e presentare la domanda di cure all'estero, insieme a una relazione medica, che motivi la richiesta e contenga l'indicazione del centro al quale vi volete rivolgere. L'Asl, a sua volta, invia la richiesta al Centro regionale di riferimento, che deve esprimere il proprio parere sulla richiesta. I criteri su cui si basano i centri per accettare la domanda sono, come sottolineato in precedenza, due: l'inadeguatezza e la tempestività.
Se il centro di riferimento esprime un parere positivo e se la struttura estera individuata è pubblica o privata convenzionata, la Asl rilascia il documento E112 e l'assistenza vi verrà erogata in forma gratuita. Se, invece, la struttura estera è privata, l'Asl vi rilascia un'autorizzazione scritta, grazie alla quale potrete chiedere il rimborso della spesa che avrete anticipato, al vostro rientro in Italia.
Naturalmente dovrete presentare tutte le fatture e i documenti relativi alla prestazione ricevute. Attenti, dunque, a non smarrirli.
Infine, potreste rivolgervi anche alla Corte di Giustizia della Ue.