.: Il Blog di Gennaro Maurello
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Stop ai parcheggi sotto la Darsena
Stop ai parcheggi sotto la Darsena
L’area trasformata nella discarica della movida tornerà così al suo aspetto originale. Con l’acqua che scorre e il verde tutto intorno, almeno per ora. Del parcheggio si riparlerà, forse, dopo il 2015. «È arrivato il momento di sanare le quattro ferite aperte in città —� ha spiegato il sindaco riferendosi ai quattro parcheggi che hanno accumulato ritardo negli ultimi anni — . La Darsena sarà restituita alla città. Sarà un’area bonificata, verde e riqualificata».
«Non potevano aspettare oltre — ha aggiunto l’assessore ai Lavori pubblici Bruno Simini — dal momento che per ben quattro volte l’i mpresa ci ha fornito progetti inaccoglibili». Oltre a 300 box per residenti la società aveva chiesto al Comune di prolungare la concessione di 12 anni e alzare le tariffe dei posti a rotazione. Proseguiranno invece gli altri tre parcheggi: piazza Meda verrà aperta in tempo per la Prima della Scala, lo scavo di piazza XXV Aprile terminerà nella primavera del 2011 mentre i lavori in piazza Sant’Ambrogio partiranno entro dicembre per concludersi a fine 2011.
In tre casi su quattro, dunque, si procede. Incredula la reazione dei Comitati dei Navigli che da anni sostengono che i 700 parcheggi a rotazione e i 300 box per residenti non solo non avrebbero risolto il problema ma avrebbero rovinato un luogo storico di Milano. «Sembra impossibile che abbiano cambiato idea — commentano i residenti — visto come sono finite le proteste negli altri casi. Ora è il momento di pensare seriamente al futuro di quest’area».
«È una grande vittoria di tutti quelli che da anni dicono che quel parcheggio è una follia — dice Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd a Palazzo Marino — . Ora bisogna lanciare un concorso di idee per riqualificare l’area rispettando la sua vocazione storica ed eliminare il degrado di cui sono moralmente responsabili i due sindaci che hanno approvato il progetto». Mentre Enrico Fedrighini, dei Verdi, domanda: «Qualcuno chiederà i danni all’amministratore di condominio?» inteso come Albertini.
Una riqualificazione definitiva però ancora non verrà fatta. Il progetto che vinse il concorso internazionale nel 2004 e che doveva ridisegnare la zona alla fine dei lavori del parcheggio dovrà aspettare, perché l’area resta inserita nel piano urbano dei parcheggi. Il che significa che alla fine dell’iter burocratico di revoca della concessione alla Darsena spa — che potrebbe portarsi dietro anche cause legali e richieste di risarcimento — se un privato dovesse presentare un nuovo progetto l’amministrazione potrebbe rifare la gara. E tutto ripartirebbe da capo.
Di certo fino al 2015 non si farà nulla, assicurano in Comune. L’E xpo, acceleratore di tutte le opere infrastrutturali, in questo caso funzionerà da freno perché dalla Darsena dovranno partire le vie d’acqua. Ma il 2015 è lontano e nel frattempo il progetto potrebbe finire in soffitta.
Mozione sulla riorganizzazione servizio bibliotecario
Franz Brunacci - Consigliere Gruppo Misto
Massimo Gentili - Capogruppo La Sinistra
Daniele Olivieri - Consigliere PS - Gruppo La Sinistra
Pierangelo Tosi - Capogruppo Verdi
interrogazioni presentate in seduta di consiglio dell'8 ottobre
20139 Milano tel. 02 884.58400
fax 02 884.58418
Presidente della Commissione consiliare comunale Arredo urbano, Aree verdi, Parchi e Giardini, Decoro e Pubblicità del Consiglio Comunale di Milano;
Assessorato all’Arredo, Decoro Urbano e Verde del Comune di Milano;
del Settore Arredo Urbano del Comune di Milano
della Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di Milano
- alla stessa Commissione consiliare se, durante la fase di discussione, nel proseguimento della trattazione delle proposte di modifica al regolamento, siano stati esaminati punti e capitoli riguardanti la copertura economica e l’individuazione dei criteri per definire un adeguato e necessario ampliamento degli spazi di comunicazione sociale e pubblica;
- all’Assessorato all’Arredo, Decoro Urbano e Verde del Comune di Milano se sia stato definito un quadro complessivo di proposte per le modifiche al regolamento medesimo, in caso affermativo quali esse siano e se siano stati definiti provvedimenti utili e funzionali a garantire interventi tempestivi per rimuovere situazioni intollerabili dal punto di vista urbanistico, nonché se siano stati definiti criteri per l’individuazione di un ampliamento degli spazi di comunicazione sociale e pubblica;
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
20139 Milano tel. 02 884.58400
fax 02 884.58418
Assessorato alla Salute del Comune di Milano;
Assessorato alla Mobilità, Trasporti, Ambiente del Comune di Milano;
Settore Ambiente del Comune di Milano;
Settore Sistemi Integrati per i Servizi e Statistica;
Settore Salute del Comune di Milano
considerato che
- all’Assessorato alla Mobilità, Trasporti, Ambiente del Comune di Milano se sia stato predisposto o preso in considerazione un programma di modifiche inerenti il progetto, ancora in via sperimentale, concernente l’ecopass, magari affrontando integrazioni nelle modalità attuative che possano maggiormente corrispondere ai provvedimenti adottati in altre città europee, di particolare riferimento è la “congestion charge”, adottata a Londra con ottimi risultati in termini di deterrenza all’utilizzo dell’automobile privata e di diminuzione delle emissioni aeree;
- allo stesso assessorato alla Mobilità se siano stati previsti progetti e provvedimenti finalizzati a incentivare l’utilizzo di mezzi alternativi di trasporto in ambito di mobilità sostenibile, nonché se siano state recepite le istanze, provenienti da diversi consigli circoscrizionali, tra cui il nostro, riguardanti la richiesta di ampliamento ed estensione delle zone coperte dal servizio di Bike sharing, provvedendo anche a garantire stazioni di servizio per ciclisti, come attuato in diversi comuni italiani e lombardi, tra cui Sesto San Giovanni, San Donato Milanese e Bergamo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
20139 Milano tel. 02 884.58400
fax 02 884.58418
dell’Assessorato all’Educazione del Comune di Milano;
del Settore all’Educazione del Comune di Milano;
del Vicesindaco del Comune di Milano con delega alla sicurezza, Riccardo Decorato;
della Commissione Educazione del Consiglio di Zona 4 di Milano;
del Consiglio di Zona 4 e delle sue componenti;
del Comando della Polizia Municipale di Zona 4 di Milano;
pc: della Commissione Sicurezza del Consiglio di Zona 4 di Milano
- All’Assessorato alla Sicurezza, nonché al Vicesindaco del Comune di Milano, Riccardo Decorato, da cui ancora non si sono avuti riscontri in merito all’interrogazione presentata dal sottoscritto, nuovamente, a fronte dei preoccupanti e gravissimi fatti verificatisi venerdì 22 maggio, che non hanno precedenti e che determinano, invece, intollerabili precedenti in merito, ossia l’entrata di agenti della DIGOS all’interno delle strutture scolastiche interessate, se lo stesso ne fosse a conoscenza, quale organo abbia la responsabilità delle disposizioni che hanno determinato l’irruzione degli agenti, se il Comando della Polizia Municipale di Zona 4 fosse stato informato della disposizione stessa, nonché, infine, le motivazioni derivanti da una simile disposizione non tollerabile nell’ambito della garanzia e della tutela dell’autonomia didattica e scolastica, principio fondante l’ordinamento costituzionale repubblicano
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
20139 Milano tel. 02 884.58400
fax 02 884.58418
del Settore Lavori Pubblici del Comune di Milano;
dell'Assessorato al Territorio del Comune di Milano;
del Settore Territorio del Comune di Milano;
della Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di Milano;
della Commissione Edilizia del Consiglio di Zona 4 di Milano
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
Il Times: «Ha gettato vergogna sull'Italia, ora deve dimettersi»
«Silvio Berlusconi ha gettato vergogna su se stesso e sul suo paese con le sue buffonate sessuali e i suoi tentativi di evitare i processi. Ora si deve dimettere»: così il Times in un commento intitolato «Gotico italiano» a corredo dell'ampia copertura dedicata alla bocciatura del Lodo Alfano. L'articolo di cronaca titola: «I giudici danno un colpo mortale a Silvio Berlusconi». La vicenda ha grande spazio su tutti i giornali britannici. Dopo la sentenza della corte costituzionale, i processi contro il premier possono riprendere, dice il giornale: «Berlusconi è ora un imputato che affronta un processo penale».
«Berlusconi può restare al suo posto solo se il suo partito e i suoi alleati lo sostengono - argomenta il quotidiano - Ma sarebbero sciocchi a farlo. La disintegrazione della litigiosa sinistra ha convinto molti elettori che non c'è alternativa a Berlusconi, se l'Italia vuole un governo abbastanza forte da farle attraversare l'attuale, seria crisi. Berlusconi può quindi immaginare di essere ancora piuttosto popolare. È la classica auto-illusione di un uomo che si è convinto della propria propaganda, in larga parte portata dai giornali e dalle stazioni tv che possiede. Un'altra cosa che non ha capito è l'inquietudine generata dalla sua vicinanza con Vladimir Putin e Muammar Gheddafi, e il ridicolo che si è gettato addosso con le sue buffonate sessuali. Molti italiani hanno visto le rivelazioni sulle prostitute con indulgente divertimento. Ma il danno alla reputazione del suo paese, simboleggiato dal rifiuto di Michelle Obama di accettare il suo abbraccio, ha iniziato a mostrarsi: i suoi indici di popolarità hanno iniziato a cadere».
«Berlusconi - conclude Times - ha visto questo, così come la vicenda della corte costituzionale, come un complotto ordito dai suoi nemici politici. Non lo era. È nato dalla seria preoccupazione sull'onestà e la capacità di giudizio di un uomo che guida il governo di un'importante democrazia occidentale. Se il processo di Milano ricomincia, Berlusconi deve, come ogni altro cittadino, apparire in aula. Lì potrà esercitare il diritto di ogni cittadino a difendersi contro le accuse. Resta innocente finchè non sarà provato colpevole. Il processo, comunque, sarà un'enorme distrazione dal suo lavoro di primo ministro. Ha tentato di vivere al di sopra della legge; ora essa lo consumerà. È sicuramente il momento che Berlusconi smetta di mettere i suoi interessi prima di quelli del suo paese. Dovrebbe dimettersi».
www.unita.it
Obbligo di cura paziente in stato vegetativo. La sentenza del Tar
Che differenza fa?
Molta: l'atto ministeriale in questione, seppur viziato rimane in vita e dispiega i propri effetti in via generale, salvo disapplicazioni specifiche operate su casi singoli dai giudici ordinari.
Diverso sarebbe stato se il Tar Lazio avesse riconosciuto la illegittimita' e contrarieta' alle norme costituzionali, annullando per tutti il provvedimento in questione.
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Condominio. Il conflitto d’interessi ...
Quali sono le conseguenze nel caso di una deliberazione assunta con il voto di un condomino in conflitto d’interessi? Prima di ogni cosa è necessario valutare il peso specifico del singolo voto in relazione alle delibera. A norma dell’art. 2373 c.c., infatti, la deliberazione è impugnabile qualora “non si sarebbe raggiunta la necessaria maggioranza” senza il voto di chi avrebbe dovuto astenersi. Bisognerà, quindi, verificare che il voto espresso dal condomino che avrebbe dovuto astenersi non sia stato determinante in relazione a quella delibera. Qualora il voto dovesse risultare decisivo, la deliberazione sarebbe impugnabile.
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Racket case:distinguere tra delinquenti e povera gente
Racket case, Gatti (Altra Provincia-PRC-PdCI): “Distinguere tra delinquenti e povera gente, subito una commissione comunale”
Milano, 6 ottobre 2009. Il Capogruppo in Provincia di Milano per Lista civica un’Altra Provincia-PRC-PdCI, Massimo Gatti, ha partecipato questa mattina al sopralluogo della commissione sicurezza della Provincia di Milano presso le case popolari di via Giorgio Savoia, quartiere Stadera. I consiglieri hanno incontrato i residenti e il Presidente dell'associazione “Sos racket e usura”, Frediano Manzi, vittima di minacce nei giorni scorsi per aver denunciato in un video il racket dell'occupazione abusiva degli alloggi popolari.
“Come ho già fatto la scorsa settimana in consiglio provinciale, ho ribadito a Frediano Manzi la mia solidarietà. – ha dichiarato Massimo Gatti – E’ necessario innanzitutto sviluppare un’azione coordinata delle Istituzioni per fornirgli un aiuto concreto e protezione.
Per essere conseguenti con questa necessità, le destre al governo, invece di impaurire la popolazione con una propaganda continua sulla sicurezza, dovrebbero dare risposte concrete a chi di sicurezza si occupa di professione come i sindacati di polizia che questa mattina hanno protestato davanti alla Questura di Milano contro i tagli.
Dopo sei anni di politica fallimentare di Regione e Comune di Milano sul patrimonio abitativo pubblico, è necessaria una grande azione istituzionale affinché i centinaia di alloggi sfitti vengano da subito sistemati con una manutenzione straordinaria e assegnati.
Noi siamo in prima fila contro l’infiltrazione della criminalità organizzata ed è necessario che tante altre voci e azioni si uniscano a quella di Frediano Manzi affinché non ci sia più alcun alibi per il racket e le occupazioni abusive e tutti gli alloggi occupati dai malavitosi siano liberati a beneficio degli aventi diritto.
In merito a chi ha occupato per necessità invece, il Comune di Milano deve avere la capacità di ascoltare sindacati e comitati inquilini e deve provvedere al più presto all’istituzione di una Commissione, prevista dalla legge regionale 36/08, che valuti attentamente caso per caso.”
Da femminismo a veline "rivoltato il significato delle parole"
Dal femminismo alle veline «Così abbiamo rivoltato il significato delle parole»
di Marisa Ombra da unita.itCredo che tutte siamo rimaste attonite davanti all’operazione culturale che si è svolta sotto i nostri occhi: una operazione che, se non ha cancellato, ha sicuramente stravolto buona parte dell’impianto teorico che ha accompagnato il movimento politico delle donne. Le parole chiave sono state rivoltate. Scoperta del corpo, liberazione sessuale, affermazione di sé, autonomia, identità, desiderio, eguaglianza, differenza, eccetera, hanno preso significati opposti. L’affermazione orgogliosa «il corpo è mio e lo gestisco io» per esempio. Intendeva dire la vergogna e chiudere con l’antica figura della donna oggetto, riposo del guerriero, «regalo fatto da Dio agli uomini ». Era sembrata una svolta irreversibile, l’affermazione di un nuovo senso comune. Nonsipuòdire che le donne non si siano impossessate del proprio corpo. Per farne cosa? Donne immagine e prostitute di lusso hanno fatto di sé una nuova moderna (?) figura del mercato, che procede attraverso l’oculato bilanciamento dei costi e dei profitti, il dosaggio fra servilismo e pretesa di compensi dissociati da ogni personale competenza. Il corpo è diventato impresa da mettere a frutto. Direi che il ritorno indietro è ancora più mortificante del già vissuto. Perché in questa contrattazione uno dei due contraenti ha il potere (anche quando è piccolo potere), l’altra mette sulla bilancia una proprietà massimamente effimera. È questo che volevamo? Com’è potuto accadere? La tendenza non sarebbe inquietante se l’ambizione di avere visibilità e successo attraversoun perverso mercanteggiamento, non fosse diventata l’orizzonte di buona parte di una generazione, il senso stesso della vita, dell’essere donna («mi sento velina dentro» risponde una ragazza all’intervistatrice). E se le ragazze in corsa non fossero spesso accompagnate dalle madri: madri giovani, che hanno visto passare sotto i loro occhi, forse addirittura attraversato, il femminismo.
Da una signora che probabilmente non ha attraversato il femminismo, è venuta una parola che aveva contato molto per le donne di un’epoca segnata dalla soggezione e dall’esclusione: dignità. Avendo nella mente e nel cuore quella parola, una generazione è arrivata a raddrizzare la schiena ed hacominciato a risalire verso la libertà. Ciò che oggi comunica smarrimento e sensazione di impotenza è la perdita di questo sentimento. Perché l’uso programmato del corpo implica una tensione di tutto l’essere, cervello compreso; occupa l’anima. Si realizza così un paradosso: l’autonomia, la capacità di decidere del proprio destino, viene cercata attraverso l’asservimento volontario e la perdita della dignità. Molte di noi, credo, in questi mesi si sono fatte domande e hanno provato vergogna. Sono convinta che quel che manca è la presa di parola collettiva, se non altro per non far mancare una rappresentazione diversa di ciò che una donna vuole e può fare.
adesioni contro la depenalizzazione dell’art. 659 del C.P.
Gentili Cittadini,
è stato da poco pubblicato on-line il seguente link per raccogliere adesioni contro la depenalizzazione dell’art. 659 del Codice Penale (*).
http://firmiamo.it/sign/list/nessunotocchilaquiete
Il Comune di Milano vorrebbe “affrontare” i disagi determinati dagli elevati livelli di inquinamento acustico attraverso un’importante modifica legislativa.
Da anni chiediamo agli amministratori comunali l’adozione di idonee politiche in difesa dei cittadini e del territorio dei Navigli ma l’Assessore al Commercio Terzi continua a non ascoltarci intraprendendo iniziative che vanno in direzione diametralmente opposta.
Vi invitiamo a sottoscrivere e divulgare la petizione.
Cogliamo l’occasione per segnalarvi che giovedì 8 ottobre 2009 sarà in discussione, presso il CDZ 6, il progetto che prevede la realizzazione di una piattaforma in Darsena, non più per un breve periodo (3 mesi), ma per ben 3 anni e che ospiterà, tra i vari eventi, anche concerti.
Non condividiamo tale progetto.
La Darsena va riqualificata dopo inaccettabili politiche che l’hanno portata a gravi livelli di incuria e degrado.
La Darsena va restituita alla città di Milano tutelando ed enfatizzando le sue caratteristiche storiche e paesaggistiche. Manifestiamo all’Assessore Orsatti – che sarà presente in tale seduta – il nostro disappunto verso un uso - abuso del territorio per servire i ben noti interessi economici che hanno snaturato uno dei quartieri simbolo di Milano.
Cordiali Saluti: I rappresentanti dei Comitati Cittadini dei Navigli
(*) Art. 659. Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone
1. Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a trecentonove euro.
2. Si applica l'ammenda da centotre euro a cinquecentosedici euro a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell'Autorità.
La sinistra raccolga quel segnale di popolo
Dal quotidiano Liberazione
Paolo Ciofi
E ' stata davvero una piazza del popolo, il 3 ottobre a Roma: di donne e di uomini che vogliono cambiare il sistema informativo per garantire la libertà d'informazione, e partecipare alle scelte di fondo che riguardano il presente e il futuro del Paese. In migliaia e migliaia erano lì non per osannare la maschera di un capo, ma per lanciare un segnale forte e chiaro, di presenza e di partecipazione, a chi governa e a chi sta all'opposizione. Mi torna in mente, in una situazione assai diversa, il Circo Massimo del 23 marzo 2002, quando tre milioni di persone risposero all'appello della Cgil chiedendo rappresentanza e un nuovo corso politico, ma non furono ascoltate dalle "due sinistre".
Sono passati sette anni e i cambiamenti sono profondi. La Tv, da mezzo di informazione, di acculturazione di massa e di unificazione nazionale, è stata definitivamente trasformata nel suo contrario: in strumento fondamentale per dominare il popolo, ridurlo allo stato amorfo e primordiale di consumatore di massa soggiogato dalla potenza del denaro, cui è concessa la libertà di dire sì o no nei sondaggi e di andare a votare ogni cinque anni.
I partiti, da strumenti di partecipazione per consentire ai lavoratori di concorrere alla direzione politica del Paese secondo Costituzione, sono stati rovesciati come un guanto e ridotti a oligarchie al servizio del capo: l'organizzazione del popolo, dei lavoratori, delle persone che quotidianamente vivono le conseguenze drammatiche della crisi, è stata sostituita dalla rincorsa al presenzialismo televisivo come surrogato della politica. E in Tv il popolo viene blandito, lusingato, guidato e anche (metaforicamente) bastonato, come puntualmente ha eseguito il retroscenista Minzolini, direttore del Tg1.
E' questa spirale perversa che occorre spezzare, restituendo ai partiti e alla politica un carattere popolare e di massa. Senza di che, in assenza del conflitto sociale, si precipita nel caos della guerra di tutti contro tutti, e per battere Berlusconi ci si affida alla Corte costituzionale, ai giudici o al capo dello Stato. Di che si tratta, se non dello svuotamento della democrazia?
In queste condizioni la libertà d'informazione, come ogni altra libertà, è a rischio in questo Paese. Ma proprio perché Piazza del Popolo ha lanciato un bel segnale, che ha mandato fuori giri il capo proprietario-utilizzatore finale e la sua squadra di guastatori d'assalto, ora a sinistra quel segnale è necessario raccoglierlo. E non ripetere gli errori del passato.
06/10/2009