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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 24 Gennaio, 2007 - 22:42

LIBRO BIANCO ....CTPC.....disagi ATM.....

1 messaggio
Sono ancora qui a segnalare disfunzioni sulla linea 2 della metropolitana.
Ieri, 23 gennaio 2007, per un guasto agli impianti di Cascina Gobba (negli ultimi mesi succede frequentemente) la circolazione dei treni ha subito pesanti ritardi.
Come se non bastasse, la pioggia di ieri ha creato allagamenti nelle stazioni di Garibaldi e Lambrate.
Un paio di mesi fa ti avevo inviato delle fotografie della stazione di Gorgonzola. Ebbene, in quei punti scendeva copiosa l'acqua.
Un saluto e buon lavoro.
Mauro G.
2 messaggio
Segnalo che anche il 23 gennaio il solito autobus interurbano n 322 (cesano boscone - bisceglie) non ha rispettato la corsa delle 18.05 (l'autobus è passato in anticipo alla feramta)

... anno nuovo ... soliti disagi!!!!!!!

vi prego vivamente di verificare xchè se l'autobus non rispettta l'orario saltano tutte le successive coincidenze con metrò/treno ..... la gente si sposta con atm per andare a lavorare non certo a giocare
3 messaggio

23/01/2007 martedì mattino treno metrò linea  2  n 17 partito da Gorgonzola alle 7.30  è arrivato in Cadorna alle 8,31 cioè con 20 minuti di ritardo,  problemi agli impianti della stazione Gobba. Raccontando la cosa sul lavoro ho scoperto che anche la linea gialla in contemporanea ha avuto gli stessi ritardi.
23/01/2007 martedì sera treno linea 2  n 24  partito da Cadorna alle 18,30 in direzione Gessate alla fermata di Crescenzago durante la frenata gli autoparlanti della radio interna sul soffitto hanno incominciato a fare un rumore stridulo forte e molto fastidioso che ho dovuto sopportare a ogni frenata per tutte le fermate rimaste.
Quando sono sceso ho segnalato il problema all'agente di stazione e penso che comunicano all'autista del treno di spegnere la radio interna, però io ormai il danno l'ho subito e non è certo la prima volta.
 4 messaggio                       
Vorrei segnalarvi i continui disagi subiti in questa settimana, da lunedì 15 gennaio il solito treno in arrivo a gessate alle 16.37 ha accumulato costantemente un ritardo di almeno 7 minuti ogni giorno causando la costante mancanza di coincidenza con il bus per trezzo delle 16.42 causando una pausa di attesa di altri 25 minuti. Nonostante la continua richiesta di posticipare la partenza del bus di almeno 3 minuti ad ATM non ha avuto nessuna risposta
5
VI VOLEVO RINGRAZIARE IN QUANTO OGGI 23 gennaio  '07 OLTRE AL GUASTO SULLA LINEA
BISCEGLIE/SESTO MARELLI IL TRENO DELLE 7:20/7:25 è ARRIVATO A SESTO ALLE
08:00 PASSATE ED AI TORNELLI (MA PROPRIO DAVANTI A BLOCCARE L'USCITA) TRE
CONTROLLORI KE HANNO CREATO COSì UN INGORGO DI GENTE.
GRAZIE A VOI TUTTI DALLO STIPENDIO MI VERRANNO TOLTI 8 MINUTI.... CHI PAGA?
SEMPRE NOI UTENTI KE OLTRE A PAGARE X UN SERVIZIO MOLTO SCADENTE LO PAGHIAMO
ANCHE SUL LAVORO!!!!!

SONO STRAINCAZZATA STAMATTINA!!!

6
lunedì 22 gennaio 07  MM1 Turro su 4 entrate con tessera magnetica 3 non erano funzionanti e tutti in fila per passare, e arrivati a Duomo la scala mobile era ferma.
7
noi UTENTI saliamo sul mezzo al capolinea,il conducente scende allontanandosi.Alle ore 18.29 il conducente non è al suo posto ed alle 18.31 arriva un mezzo che si affianca e il conducente di questo segnala che è il suo il mezzo (il 5347) che farà la corsa e dobbiamo quindi tutti scendere (alcuni con borse o valigia) e "traslocare".Chiedo al conducente subentrato perché il collega ci abbia lasciato lì senza dire niente. Risponde : chiedetelo a lui !
Giorno: 19/01/2007
Ora: 18
Minuti: 31
Mezzo: Bus Interurbano
Linea: 920
Numero vettura: 5347
8
La segnalazione già inviata lo scorso OTTOBRE riguardo mancanza di tabella oraria al capolinea di Cascina Burrona ed altre fermate lungo la linea, ha ottenuto una azione SOLAMENTE PARZIALE la scorsa settimana (tra il 13 e 19 Gennaio) quando è stato apposto l'orario invernale SOLAMENTE presso Cascina Burrona e NON NELLE ALTRE FERMATE. Dobbiamo ringraziare ?
Giorno: 22/01/2007
Mezzo: Bus Interurbano
Linea: 924
9
Molto lodevole da parte di ATM rinnovare tutte le pensiline obsolete di Milano. Belle quelle nuove, nuovi materiali, nuove strutture. Tutto bello. Però...c'è un però: anzi due.
Primo: i sedili studiati non sono perfettamente anatomici e invitano a non sedersi (dovrebbe avvenire il contrario dato che l'attesa dei mezzi non è mai di 5-10 min., ma si protrae anche di 20 min. o mezz'ora, e quindi si dovrebbe tornare alla struttura del sedile come prima, cioè piatta).
Secondo: le cartine di milano sono state posizionate proprio sopra al sedile: quando è vuoto il sedile si riesce a leggere: MA QUANDO SONO TUTTI SEDUTI L'IMPRESA DIVENTA ARDUA A TROVARE UNA VIA, DATO CHE NON SI PUO' STARE ADDOSSO ALLE PERSONE, IN QUANTO IL FASTIDIO E' MOLTISSIMO.
SOLUZIONE: dato che il sedile occupa 2/3 della lunghezza della pensilina, ed il rimanente 1/3 è vuoto, completemante vuoto, che ne direste di spostare le mappe proprio lì? Non sembra troppo astrusa come pretesa.
Un ultimo consiglio: quando fate le cose nuove, chiedete prima anche consiglio ai Vostri utenti, che possono ispirare le menti eccelse dei Vostri architetti. Se l'Atm è molto orientata alla comunicazione (cosa che si vede molto in questi ultimi anni, dalla pubblicità, dai giornali, dalla Tv in metrò), dovrebbe sapere che è molto importante il feed-back dei suoi clienti, perché senza quello non si va molto lontano.

Mercoledì, 24 Gennaio, 2007 - 22:33

17 febbraio Manifestazione a Vicenza.....


SABATO 17 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE A VICENZA, CONTRO LA GUERRA
E LE BASI DI GUERRA, PER LA PACE E LA GIUSTIZIA

Una mobilitazione unitaria che pone al suo centro il NO alla base Usa a
Vicenza, uno degli strumenti di guerra.

Il popolo dei vicentini è contrario alla decisione assunta dal Presidente
del consiglio Romano Prodi, dal Sindaco di Vicenza Enrico Hullweck e dalla
Presidente della provincia Manu ela Dal Lago di concedere il territorio
vicentino per la costruzione di una base militare con un impatto ambientale
e sociale devastante. La contrarietà è ampia e coinvolge tutti: cittadini,
movimenti, sindacati, partiti, associazioni, membri nelle istituzioni ed
Enti locali.

Sulla base di Vicenza si pongono due questioni:

- la pace, l’Italia sta facendo passi importanti per restituire
all’Europa protagonismo ed autonomia, mentre sul “caso” Vicenza il governo
è in contraddizione con gli atti fin’ora compiuti rispetto alla politica
estera e inficia l’esercizio della stessa sovranità nazionale ;

- il rapporto con la comunità locale, la quale non può essere irrisa
ma va ascoltata. La politica non può alzare un muro tra se stessa e la
comunità. I cittadini devono potersi esprimere e contare.

Per questo noi, invitiamo tutte le donne, gli uomini, le ragazze e i
ragazzi, le organizzazioni della società civile, i sindacati, i movimenti e
gli Enti Locali a partecipare alla manifestazione internazionale che si
terrà sabato 17 febbraio a Vicenza.

Una manifestazione pacifica, di popolo, non violenta e colorata che
ribadisce che la democrazia non significa imporre le decisioni dall’alto, ma
si costruisce partendo dall’ascolto delle comunità che vogliono un futuro di
pace, di sviluppo di qualità e di buona occupazione.

Chiediamo ai responsabili della politica italiana di lavorare con coraggio e
tenacia per scongiurare il malcontento che ha imboccato la strada
dell’antipolitica e dello scollamento della società dalle istituzioni. Il
governo non può non assumersi la responsabilità del confronto con la diffusa
ostilità della popolazione a questa decisione, espressa dalla richiesta
referendaria e da numerose mobilitazioni.

Chiediamo infine al governo che sia coerente col proprio programma al cui
centro c’è la pace, anche opporsi alla nuova base Usa a Vicenza, strumento
di guerra, significa compiere un passo avanti per costruire un mondo
diverso, fatto di pace e non di guerra.

Coordinamento dei Comitati NO al Dal Molin

__._,_.___

Mercoledì, 24 Gennaio, 2007 - 22:30

Rifugiati Via Forlanini Milano

Al Sig. Ministro
degli Affari interni
 
e p.c.
al Sig. Ministro
della Solidarietà sociale
 
 
Milano, 23.1.2007
 
Sottoponiamo alla vostra attenzione una situazione che vi dovrebbe essere nota a grandi linee, ma che qui riepiloghiamo in modo più analitico, perché la esaminiate e possiate porvi rimedio.
 
I fatti: dalla fine della scorsa estate, circa 200 rifugiati dal Corno d’Africa (prevalentemente eritrei, ma anche etiopi, somali e sudanesi, in prevalenza giovani maschi, sfuggiti alla coscrizione militare obbligatoria, ma con una piccola presenza anche di donne e bambini) si sono accampati alla periferia di Milano, nella caserma dismessa di viale Forlanini, lungo la strada che porta all’aeroporto; in precedenza, quando il clima era più mite, dormivano all’aperto nei giardini pubblici della città.
Si tratta di uomini e donne tutti protetti dall’asilo (in prevalenza umanitario, in piccola parte politico), provenienti da sistemi politico repressivi, arrivati per la maggior parte a Lampedusa e da lì, istradati dalle autorità di pubblica sicurezza dopo la concessione del titolo di protezione  verso Milano, con la promessa esplicita – rivelatasi ben presto menzognera – di un rifugio, di un lavoro e dell’acquisizione della lingua.
 
Le associazioni e le organizzazioni firmatarie di questo documento si sono adoperate, a livello politico e umanitario, per garantire ascolto e risoluzione alla  situazione dei rifugiati di via Forlanini.
 
Nei mesi di ottobre-novembre 2006 si sono tenuti cinque incontri in Prefettura alla presenza dei tre livelli istituzionali lombardi, Anci regionale, Terzo settore, Sindacati,  Prefettura e Questura, per definire un piano di accoglienza definitivo per 160 persone, censite dalla Questura nel mese di settembre.
 
Riteniamo utile segnalare che il concetto di programmazione partecipata e di costruzione di risposte condivise non siano ancora “pratica” delle Amministrazione pubbliche lombarde e che ai tavoli non è mai stato “accettato” un attore essenziale come il Comitato dei rifugiati di via Forlanini.
 
Nel frattempo, il Governo italiano e l’Anci nazionale hanno veicolato per risolvere l’”emergenza profughi” circa 1.9000.000 euro, accanto al finanziamento previsto dall’ex PNA. Se non ricordiamo male soldi pubblici, il cui impiego non è trasparente per  i cittadini. Risulta evidente che 160 persone a Milano non riescono ad essere accolte con i soldi stanziati!.
 
Siamo a gennaio 2007 e dobbiamo registrare l’inserimento in strutture di accoglienza solo di 80 persone, l’abbandono totale delle 80 persone prese in carico ufficialmente dalle Istituzioni lombarde e con essi di tutti gli altri rifugiati politici che nel frattempo sono arrivati a Milano. 
 
Oggi, la situazione è disperata e senza prospettive: questi uomini e queste donne vivono all’addiaccio; le condizioni igieniche e sanitarie, oltre che la salute psichica di queste persone protette dal Governo Italiano, sono messe a durissima prova, e iniziano a comparire sintomi di evidente cedimento.
 
Ci rendiamo perfettamente conto che la situazione milanese, con i fatti recenti di Opera e via Triboniano, ma anche con i precedenti tragici di via Adda e via Lecco (quest’ultimo episodio, giusto un anno fa, presentava la stessa fenomenologia: rifugiati del Corno d’Africa alla disperata ricerca di un riparo, sgomberati e lasciati per strada; alcuni di loro li abbiamo ritrovati, dopo varie loro peripezie, in via Forlanini), è quanto mai critica.
 
Una situazione come quella di via Forlanini, più silenziosa nel suo decorso – fuori dall’occhio dei mass media e dell’interesse politico per la marginalità dei soggetti che vi sono coinvolti, letteralmente senza voce – certo è non meno drammatica.
 
Si riconferma, purtroppo, la vanità del riconoscimento dell’asilo – che formalmente li dovrebbe tutelare – a fronte di una situazione realmente catastrofica.
 
Siamo a un anno dall’emergenza di via Lecco e le Amministrazioni, pur sostenute economicamente dal Governo centrale, non sono riuscite a esprimere delle politiche di accoglienza non emergenziale e a programmare, stabilizzare e implementare un sistema pubblico di accoglienza degno di questa parola.
 
Siamo consapevoli che Il Governo italiano non ha funzioni e responsabilità nella programmazione e gestione dell’accoglienza locale, ma riteniamo utile segnalarvi delle richieste e dei piani di ragionamenti:
 
·         Occorre porre fine alla mancanza di una legge organica sull’asilo politico.
·         Occorre porre rimedio urgentemente all’anomalia milanese, già segnalata alla Commissione CPT nella sua vista a Milano, della convivenza, regolata dal medesimo regime di regole e di violazione di diritti,  del Centro d’Identificazione per richiedenti asilo all’interno del CPT di via Corelli.
·         Occorre che il Governo nazionale sviluppi interventi di informazione e di sensibilizzazione sui temi dell’accoglienza, degli strumenti e delle risorse disponibili verso le Amministrazioni pubbliche, coinvolgendo l’Anci nazionale.
·         Occorre costruire organismi di monitoraggio nazionale di analisi e di studio del fenomeno dei richiedenti asilo politico e del sistema di accoglienza presente su tutto il territorio nazionale. Questo forse farebbe terminare la” pantomima “dell’emergenza rifugiati a cui assistiamo inermi tutti gli anni.
 
Sullo sfondo – è doveroso tenerne conto – esiste il gravissimo contesto della crisi del Corno d’Africa, precipitata da tempo in specifici fronti di guerra, negli ultimi giorni tragicamente intensificata tra Somalia ed Etiopia; masse ingenti di popolazione senza difesa, obbligate all’esodo davanti all’estensione dei conflitti e degli arbitri delle forze in campo, sono spinte – anche a costo di gravissimi sacrifici – a fuggire, cercando rifugio anche in Italia.
 
L’estensione delle guerre porterà quindi a nuove fughe e nuovi arrivi, che meritano risposte degne di un paese civile. Di qui, la necessità di una risposta strutturale, organica e non emergenziale e di politiche estere chiare.
 
Auspichiamo con forza che la situazione qui riepilogata trovi adeguata considerazione e rimedio, nelle varie articolazioni dei pubblici poteri e delle istituzioni che vi sono coinvolte.
 
Associazione immigrati eritrei in Italia – Milano; Coordinamento democratici eritrei in Italia
Naga – Milano; Arci – Milano; Circoli Porta Vittoria e Forlanini del Partito della rifondazione comunista – Milano; Social forum zona 4 – Milano; Coordinamento Nord-Sud – Milano;
Rete Radiè Resch – Milano; SdL Intercategoriale (Sincobas-Sult) – Milano; Comitato Molise Calvairate- Ponti; Partito Umanista- Milano; BastaGuerra- Milano; Rete scuole senza permesso ( Milano)
 
 

Mercoledì, 24 Gennaio, 2007 - 22:26

scuola Araba bilingue di Via Ventura Milano

9 FEBBRAIO 2007
dalle 15 alle 17
via Ventura 4

Milano
 
le mamme delle scuola araba bilingue Nagib Mahfuz
ti invitano alla presentazione del progetto di integrazione
 
L’ora del tè in via Ventura 4
 
un ciclo di incontri con cadenza mensile per aprire un dialogo con la cittadinanza milanese allo scopo di fare conoscere la cultura araba e avviare un confronto sereno e costruttivo tra persone di diverse nazionalità che sentono la necessità di aprirsi al diverso, che hanno a cuore la pacifica convivenza tra i popoli e desiderano partecipare e contribuire alla costruzione di momenti scambio culturale
 
durante il percorso ci si confronterà sui seguenti argomenti
 

l’educazione dei figli a scuola e in famiglia

il ruolo della donna in famiglia e nella società

il rapporto di coppia: ruoli e responsabilità

donne e religione

 
il ciclo di incontri si concluderà a fine anno scolastico con una
FESTA MULTIETNICA
 
partecipano al progetto le seguenti organizzazioni che si occupano di difesa del diritto allo studio, lotta al razzismo, tutela dei diritti degli immigrati, integrazione degli stranieri e promozione della pace nel mondo e della solidarietà tra i popoli:
 
 
Retescuole
Il Centro delle Culture
Associazione Todo Cambia
 Associazione Antirazzista e Interetnica 3 Febbraio
Associazione Insieme per la Pace
Asociaciòn Cultural de Chile
Action for Peace Italia
Partito Umanista
 

Mercoledì, 24 Gennaio, 2007 - 17:11

OGGETTO: Destinazione del TFR ai sensi del DL n° 2

Al Direttore di Settore Zona 4 Dr. Carlo Premoselli
Al Presidente del Consiglio di Zona 4 Dr. Paolo Zanichelli

 
 
OGGETTO: Destinazione del TFR ai sensi del DL n° 252/2005
 
A seguito dell’entrata in vigore della legge di riforma del sistema di previdenza complementare, a decorrere dal 1° gennaio 2007 e fino al 30 giugno 2007, ogni lavoratore dipendente sarà tenuto a scegliere la destinazione del proprio trattamento di fine rapporto maturando.
Nella fattispecie il lavoratore dovrà comunicare per iscritto alla propria azienda se intende destinare il TFR maturando a una delle forme pensionistiche complementari previste dalla legge, o se intende mantenere il TFR in azienda.
 
La materia è sicuramente di interesse generale ed è particolarmente complessa, pur in attesa dei decreti attuativi, a causa delle diverse situazioni lavorative dei singoli e degli innumerevoli contratti di categoria che regolano i rapporti di lavoro.
Inoltre è pevista la formula del silenzio/assenso per cui, a chi non opererà nessun tipo di scelta, il TFR verrà conferito automaticamente a una delle varie tipologie di fondi pensione previsti dalla legge.
 
Essendo di fondamentale importanza la diffusione di corrette informazioni rispetto a provvedimenti legislativi come quello in oggetto, ed essendo i Settori di Decentramento e i Consigli di Zona rispettivamente gli organi amministrativo-politici più vicini alla cittadinanza, si propone di valutare l’opportunità di organizzare, da parte del Settore con la collaborazione del Consiglio di Zona, un’assemblea pubblica di informazione alla cittadinanza medesima sulle modalità tecniche di adesione a quanto stabilito dal su indicato DL.
 
Si propone inoltre di valutare anche l’opportunità di creare un servizio al cittadino, tipo sportello informativo, con la presenza di un esperto e con cadenza da definire, per il periodo gennaio 2007 – giugno 2007, utilizzando figure professionali sicuramente già esistenti all’interno della pubblica amministrazione, oppure avvalendosi eventualmente di consulenti esterni.
 
Certo di un Vostro cortese e sollecito riscontro, porgo cordiali saluti.
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Martedì, 23 Gennaio, 2007 - 16:42

MM3 Paullese - San Donato - un incontro

Filippo PENATI, Presidente della Provincia di Milano, sara' a San Donato Milanese oggi 23 gennaio, alle 21, in aula consiliare.
Via Cesare Battisti, 2. c/o palazzo comunale.
Mi rendo conto che i tempi potrebbero essere ristretti, ma ci provo
lo stesso a informarti nel caso avessi la possibilità di esserci.
In tali occasioni piu' si è, ovvio, e meglio è.
Penati presenterà, con un gruppo di assessori ed esponenti politici del centro
sinistra, un primo bilancio dell'attività svolta a due anni e mezzo dalle elezioni.
In base agli obiettivi illustrati nella presentazione dell'evento, l'incontro si pone
l'obiettivo di dare voce alle proposte, suggerimenti e critiche che provengono dal
territorio.  
Il principale sponsor istituzionale del progetto in oggetto dovrebbe essere
proprio la Provincia di Milano, pertanto sarebbe stato utile, credo,
organizzare e mobilitare una buona parte dei cittadini che hanno aderito alla
Petizione.
Uniti, non urlanti, ma tanti, dietro uno striscione che sintetizzi il
problema e l'obiettivo al centro del comune sentire che li aggrega.
Cio' al fine di rendere meno virtuale, meno eterea, la petizione on-line.
Cosi' possono rischiare di apparire, infatti, questo tipo di iniziative
in rete.
Ma come dicevo, purtroppo per far questo non ci sono i tempi tecnici necessari.
Questa sera io ci saro'. Non so se ve ne sarà la possibilità, ma la mia speranza è quella di poter cogliere l'occasione per chiedere, de visus, a Penati,
le ragioni di una sorta  di cambiamento di rotta che vi è stata nella politica di
assegnazione delle priorità agli investimenti che impattano su Incremento trasporto pubblico/ambiente, rispetto agli intendimenti enunciati alle origini del suo mandato. Tali erano i temi cruciali della politica enunciata in piu' di un
documento diffuso da questa nuova squadra.
Dopo aver dichiarato che "..i prolungamenti extraurbani delle linee
metropolitane, a nostro giudizio, sono la misura per eccellenza atta a
risolvere i problemi della congestione del traffico del territorio milanese..."
(Paolo Matteucci, Assessore alla vibilità, mobilità e trasporti della Provincia
di Milano - 25 novembre 2004), oggi sappiamo che l'opera prioritaria del settore trasporti per la Provincia di  Milano e' la tangenziale est-est.
Il trasporto pubblico, il suo reale sviluppo, la sua reale incentivazione, il
problema dell'inquinamento, restano al palo.
E' con qualche milione di metri cubi di asfalto e cemento a sei corsie che
si perseguono tali obiettivi?
Nella speranza di poterci incontrare questa sera ti invio
un cordiale saluto.
Franco Valenzano
Aggiornati sulle news della petizione, inserisci tuoi commenti/suggerimenti sul
sito:
Per chi volesse approfondire:
_____________________________________________________________________________
Il 25 novembre 2004, la Giunta provinciale di Milano ha approvato lo schema di
Accordo per il prolungamento della linea metropolitana 3 fino a Paullo.
Paolo Matteucci, Assessore alla vibilità, mobilità e trasporti della Provincia
di Milano dichiara:"Un progetto che si muove in quella logica di prolungamenti
extraurbani delle linee metropolitane che a nostro giudizio sono la misura per
eccellenza atta a risolvere i problemi della congestione del traffico del
territorio milanese. Il prolungamento della linea 3 è una risposta, seppur
parziale, alla richiesta di potenziamento dei collegamenti su una direttrice
che oggi appare oggettivamente problematica".
In un documento del 2 marzo 2006 dal sito della provincia si dichiara:
"La Provincia continua a perseguire gli obiettivi del programma di governo che
trova il suo fulcro nel "Patto per lo sviluppo sostenibile". Un progetto
ambizioso, che punta al rilancio del sistema economico milanese, strettamente
legato alla creazione di un nuovo welfare ambrosiano, alla soluzione dei
problemi della mobilità, alla difesa dell'ambiente, alla promozione della
cultura."
Oggi sappiamo che l'opera prioritaria del settore trasporti per la Provincia di
Milano e' la tangenziale est-est. Rimane difficile comprendere e immaginare
come una nuova tangenziale dalle proporzioni già annunciate possa ovviare al
problema dell'inquinamento, alla salvaguardia dell'ambiente, a migliorare la
qualità della vita e possa portare a un uso più intelligente del mezzo privato.
E' con qualche milione di metri cubi di asfalto e cemento a sei corsie che
si perseguono tali obiettivi?
Ma l'assessore di cui sopra il 30 novembre 2006 dichiara:
"Le Istituzioni devono offrire alternative valide, con la rete di trasporto
pubblico ma anche con la capacità di analizzare e fornire gli strumenti più
moderni e adeguati a facilitare questo bisogno di mobilità, ottimizzando i
tempi di spostamento, salvaguardando l'ambiente e migliorando la qualità della
vita."
Il trasporto pubblico, il suo reale sviluppo, la sua reale incentivazione
restano al palo.

Martedì, 23 Gennaio, 2007 - 11:47

DAR: Una cooperativa per il diritto alla casa

DAR è una cooperativa di abitazione nata nel 1991 con l’obiettivo di ricercare alloggi dignitosi a basso costo da affittare a tutti coloro, lavoratori italiani e stranieri, che non possono sostenere gli alti affitti del mercato libero. La parola "dar" significa "casa" in arabo, e già nel nome la cooperativa indica qual è il suo obiettivo: rispondere al bisogno di tutti coloro che non hanno un tetto sulla testa, indipendentemente dal colore del passaporto.

DAR opera ristrutturando alloggi di proprietà o, molto più numerosi, alloggi ottenuti in affitto o in comodato da enti pubblici (ALER, Comuni) per poi riaffittarlii ai soci a un canone "moderato". In poco più di dieci anni di attività DAR ha risanato e assegnato alloggi ad oltre duecentotrenta famiglie.

DAR si caratterizza per l’impegno sociale: tutti possono essere soci della cooperativa e partecipare alla sua attività, ma non tutti i soci hanno diritto all’alloggio cooperativo, riservato a persone economicamente svantaggiate.

DAR, accanto al tradizionale impegno per il reperimento di alloggi dignitosi da offrire in affitto, ha avviato un progetto per consentire l’accesso al mutuo per l’acquisto della prima casa a persone che normalmente hanno difficoltà ad accedere a prestiti bancari (lavoratori stranieri, lavoratori precarî ed altri).

Milano - Molise

 

Milano - Molise 1
Nei primi mesi del 1999 l’Aler assegna a DAR alcuni appartamenti in varie zone della città che consentono alla Cooperativa di mettere a disposizione dei propri soci 8 nuovi alloggi nell’aprile del 2000 in zona Molise.
Caratteristiche: 8 appartamenti, collocati in case popolari, di cui 7 bilocali la cui superficie varia tra 47 e 56 mq e un quadrilocale (risultante dall'accorpamento di due bilocali) di 95 mq.

 

Milano - Molise 2
Nella primavera del 2001, l’Aler delibera di assegnare a DAR tutti gli alloggi già assegnati ad altre associazioni che vi hanno rinunciato; in questo modo DAR ottiene un altro alloggio in zona Molise. Le assegnazioni potranno avvenire nel gennaio 2002.
Caratteristiche: 1 bilocale collocati in case popolari, la cui superficie è di 48 mq.
Milano - Corvetto

 

Milano - Corvetto 1
Dopo lunghe vicissitudini burocratiche, nell’autunno del 1996 si conclude l’accordo con lo Iacp (oggi Aler) per la cessione in affitto alla Cooperativa DAR di nove alloggi in zona Corvetto. Nel novembre dell’anno successivo terminano i lavori di ristrutturazione e nove famiglie entrano negli appartamenti messi a disposizione da DAR.
Caratteristiche: 9 bilocali collocati in case popolari; la superficie degli alloggi varia da 44 a 59 mq.

 

Milano - Corvetto 2
Nei primi mesi del 1999 l’Aler assegna a DAR altri appartamenti in varie zone della città che consentono alla Cooperativa di mettere a disposizione dei propri soci 2 nuovi alloggi, nell’aprile del 2000, in zona Corvetto.
Caratteristiche: 2 bilocali collocati in case popolari di 38 e 49 mq.
http://www.darcasa.org

Lunedì, 22 Gennaio, 2007 - 01:06

"QUANDO L'ECONOMIA UCCIDE BISOGNA CAMBIARE!"

http://www.bilancidigiustizia.it/index.php?module=pagesetter&func=viewpub&tid=6&pid=11

Con questo slogan "Beati i Costruttori di Pace", in occasione del quinto raduno del movimento tenutosi a Verona il 19 settembre 1993, lanciano la campagna "Bilanci di Giustizia" rivolta alle famiglie, intese come soggetto micro-economico. Ad oggi le famiglie impegnate sono più di 500.

Cosa si prefigge la campagna? In sintesi, l’obiettivo delle famiglie è modificare secondo giustizia la struttura dei propri consumi e l’utilizzo dei propri risparmi, cioè l’economia quotidiana. Parlare di "giustizia" è impegnativo, perché suppone un orizzonte etico condiviso in buona parte ancora da costruire, ma la sfida è proprio quella di combattere l’invadenza e lo strapotere della "razionalità economica" a partire dal carrello del supermercato e dallo sportello di una banca. Da qui l’adesione convinta al consumo critico e alla finanza alternativa (MAG e Banca Etica) a favore di uno sviluppo che risulti sostenibile per i poveri del pianeta, per il pianeta stesso e - perché no - anche per noi.

Ciò che però contraddistingue Bilanci di Giustizia è l’idea che questi obiettivi si possano realizzare efficacemente solo insieme, in modo organizzato, mediante una comunicazione costante e un’azione comune. Lo strumento ideato sia per "auto-misurare" il proprio impegno che per socializzarlo nel movimento e all’esterno, in funzione politica, è quello del bilancio familiare; lì si rendono visibili e si quantificano i cambiamenti effettuati nelle scelte economiche.

I bilanci mensili degli aderenti alla Campagna sono inviati alla segreteria nazionale, che ne cura l'elaborazione statistica e redige un rapporto annuale. La segreteria pubblica inoltre una circolare periodica che serve a tenere in collegamento le famiglie impegnate nell'operazione.

Un primo obiettivo è il contenimento dei consumi. Le famiglie che hanno inviato i bilanci nel 1999 docuentano un consumo mensile individuale medio di £. 1.378.000 a fonte di un pari dato ISTAT di £. 1.766.000. Quindi un risparmio medio mensile individuale di £. 386.000. L'obiettivo principale però è scegliere i consumi tenendo presente anche "la giustizia". Tale atteggiamento è stato documentato nel 1999 con uno spostamento di consumi, da parte delle famiglie partecipanti, per una percentuale del 27,9% sulla totalità dei consumi.

Nel contesto dei 6,8 miliardi di consumi rilevati, 1.815 milioni sono stati spostati, trasferendo la spesa da acquisti giudicati dannosi per la salute, per l'ambiente e per i popoli del Sud del mondo a prodotti alternativi, che non danneggiano cicli biologici o che non rappresentano uno sfruttamento ingiusto di persone e di risorse naturali.

Le famiglie impegnate nella campagna hanno dimostrato la possibilità di condurre una vita sobria senza compiere sacrifici eccessivi: prova ne sia che la spesa media mensile risulta di 150.000 lire inferiore al dato ISTAT '95 sui consumi degli italiani e che, nella sua composizione, è stato rilevato un minore esborso per generi voluttuari, quali l'abbigliamento e i regali.

Comportamenti ormai consolidati sono risultati la raccolta differenziata dei rifiuti e l'acquisto di prodotti delle Botteghe del Mondo, messi in atto dal 60% degli aderenti, insieme alla preferenza per alimenti di stagione e il riuso e scambio di vestiti, abitudini acquisite da quasi il 50%.

Di fronte ai meccanismi economici dominanti e al miraggio di rendite elevate, 604 milioni sono stati invece destinati ad investimenti finanziari nelle MAG, in Banca Etica e nelle cooperative sociali. Con una media di 4 milioni di lire a famiglia nel '96, tanto la formazione di capitale sociale di cooperative quanto depositi e prestiti, con possibilità di autoriduzione del tasso d'interesse, sono il primo forse timido segnale di una nascente domanda di finanza etica

Per il sostegno economico ai progetti di cooperazione e sviluppo, così come per le adozioni a distanza, simboli di una globalizzazione della gratuità e di un'equa redistribuzione delle risorse, sono stati destinati dalle famiglie 128 milioni.

Interventi strutturali sulla casa, con la posa di pannelli solari o la coibentazione delle pareti, o sull'auto, con l'installazione dell'impianto a gas, hanno comportato una spesa complessiva di alcune decine di milioni; altrettanti ne sono stati impiegati per l'auto-formazione, attraverso la sottoscrizione di abbonamenti a riviste "alternative" e l'appoggio a gruppi ed associazioni pacifiste ed ambientaliste.

A che cifre arriveremmo se vi potessimo aggiungere quelle di tutti i soggetti impegnati nel consumo critico e nella finanza etica che non sono ancora collegati fra loro? 

Lunedì, 22 Gennaio, 2007 - 00:53

cos'è Lillinet un'altra rete in costruzione

http://www.lillinet.org/index.php?module=Pagesetter&func=viewpub&tid=1&pid=1

Lillinet e' una iniziativa nata nel corso del 2003 all'interno della Rete di Lilliput con lo scopo di fare raccolta fondi per le attività della Rete. Il meccanismo utilizzato è quello della sottoscrizione di un servizio di connessione a internet di tipo “DialUp”, una cosiddetta freenet: un servizio analogo a quello di molti provider, in cui l'utente finale non paga un canone di abbonamento, ma paga solo il tempo che rimane connesso; per chi offre il servizio, vi è un introito direttamente proporzionale alla spesa dell'utente.

Per chi allora l'ha pensata e promossa, lillinet aveva però anche un altro scopo: unire i consumi di molti utenti di servizi (telefonia e telecomunicazione per iniziare), con l'obiettivo di sottrarli all'economia tradizionale e spostarli verso l'economia solidale. Dopo meno di un anno dal suo avvio, la forte adesione in termini numerici (circa 3000 utenti) e il crescente interesse di diversi gruppi interessati all'economia solidale (G.A.S./R.E.S., Bilanci di Giustizia, ...) ci confermano che l'intuizione iniziale era corretta: il mondo dell'economia solidale e' pronto ad aprirsi al settore dei servizi e non a caso questo argomento ha dominato l'incotro nazionale dei GAS che si è tenuto a Firenze nell'aprile 2004. Inoltre la forte crescita di consensi alle iniziative di economia alternativa e partecipata, lascia pensare che ci siano anche i numeri perche' a questo bisogno rispondano soggetti che nascano dall'interno dell'economia solidale stessa.
Con questa ottica lillinet sta muovendo i primi passi verso la costruzione di un progetto di economia solidale. I soggetti coinvolti fino ad ora sono ReteLilliput, la rete dei G.a.s., i Bilanci di Giustizia, l'Associazione Peacelink, la società OpenContent e la Cooperativa Sociale Il Gabbiano (Pisa), che fin dall'inizio e' stato partner tecnico e personalita' giuridica per lillinet. Progressivamente Il Gabbiano dovrebbe assumere i pieni caratteri di fornitore e un lavoro retribuito dovrebbe sostituire lo sforzo fatto fino ad ora come volontari dal Gruppo di Lavoro Internet di ReteLilliput. E' in programma l'ampliamento dei servizi e il coinvolgimento di nuovi partner e infine ci piacerebbe anche aprire spazi di dibattito su altri ambiti del consumo in cui sperimentare la strategia di Lillinet.
Lunedì, 22 Gennaio, 2007 - 00:39

Impariamo a leggere le etichette alimentari

Le sostanze utilizzate dall’industria alimentare per conservare, colorare e insaporire gli alimenti sono così tante da disorientare il consumatore ogni volta che prova a leggere l’etichetta alimentare.
Il risultato è che tutti, o quasi, non badano a quello che mangiano e sono costretti a fidarsi delle proposte del mercato. A parte alcune cose banali come zucchero, farina di grano tenero, sale, latte in povere e poco altro, la lista degli ingredienti è costituita da sigle e numeri o da parole che non forniscono di fatto alcuna informazione. Quante persone associano alla sigla E 202 il sorbato di potassio? E se anche fosse riportata, come spesso accade, la dizione sorbato di potassio, quanti consumatori sono in grado di capire a cosa serve e quanto sia innocuo?
Pochi. Pochissimi. Siamo tutti costretti a fidarci e a delegare ad altri la nostra salute.
In questo numero proviamo a fare chiarezza su cosa prevede la legge e sul significato delle sigle che sono riportate sulle etichette alimentari. Nei numeri che seguiranno proveremo a dare un senso più specifico ad ognuno degli ingredienti che compaiono sull’etichetta.

L’elenco degli ingredienti è obbligatorio per le etichette alimentari solo dal 1982; successivamente è stato stabilito, con il Decreto legislativo 109 del 27 gennaio 1992, che l’etichetta deve inoltre contenere queste informazioni: nome del prodotto; ingredienti; peso netto e peso sgocciolato; scadenza temporale; nome del produttore, lotto di appartenenza; modalità di conservazione:

La legge stabilisce che l’etichetta alimentare non deve generare confusione sulle caratteristiche del prodotto anche se le figure utilizzate per stimolare il consumatore all’acquisto possono essere libere. In questo caso l’etichetta deve avvisare il potenziale acquirente che l’immagine ha il solo scopo di attirare la sua attenzione.

In etichetta deve essere riportata la data di scadenza che può avere due forme: “da consumarsi preferibilmente entro ..” e “da consumarsi entro ..”. Il significato è fortunatamente banale ed intuitivo. Nel primo caso si tratta di prodotti che non si alterano facilmente come la pasta e significa che se l’alimento viene consumato alcuni giorni dopo la data di scadenza non dobbiamo preoccuparci. Il secondo caso è invece riferito a quei prodotti facilmente deperibili come i latticini che devono assolutamente essere consumati non oltre la data indicata.
La data viene espressa con giorno e mese per i prodotti che si conservano per meno di 3 mesi; con mese e anno per quelli che si conservano per più di 3 mesi ma per meno di 18; con anno per quelli che si conservano per almeno di 18 mesi.

Il peso deve essere espresso semplicemente col termine “peso netto” e con anche la dizione “peso sgocciolato” quando l’alimento è solido ed immerso in un liquido.

Per quanto riguarda la sicurezza alimentare sono state introdotte recentemente delle norme. Ad esempio i prodotti ortofrutticoli devono avere delle indicazioni chiare che riguardano la tracciabilità come la loro natura, l’origine e la categoria. Anche il codice a barre riporta in questo senso delle interessanti informazioni sulla provenienza del prodotto. Quando accanto alle barrette compare il numero 80 significa che la merce è prodotta in Italia, 40 Germania, 30 Francia, 76 Svizzera, 45 Giappone, 87 Olanda, 90 Norvegia, 57 Danimarca ecc.
Il nostro prodotto confezionato deve anche fornire indicazioni che riguardano il materiale con il quale si trova in contatto: PVC significa polivinilcloruro, CA cartone, Al alluminio, ACC banda stagnata.

Ma veniamo agli ingredienti che sicuramente rappresentano l’elemento più importante per orientare le nostre scelte di acquisto.
In primo luogo è fondamentale sapere che l’ordine con il quale sono riportati non è casuale ma è decrescente: il primo ingrediente è il principale costituente del prodotto.
In fondo all’etichetta troviamo gli additivi ovvero un’eterogenea classe di sostanze che servono per colorare, conservare e insaporire l’alimento. Si tratta di sostanze non sempre innocue. Sono identificate in base alla loro funzione (colorante, antiossidante ecc), da una lettera e da un numero. La lettera E significa che l’utilizzo dell’additivo è permesso in tutti i paesi dell’Unione Europea. Il numero indica la categoria: coloranti da E100 a E199, conservanti da E200 a E299, antiossidanti da E300 a E322, correttori di acidità da E325 a E385, addensanti – emulsionanti – stabilizzanti da E400 a E495.

Michele Arcadipane
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