Le culture del mondo mettono su casa a milano
Banda del Villaggio Solidale. La banda è nata nel giugno 2004, dopo lo sgombero del campo rom di via Capo Rizzuto a Milano e ha partecipato al Progetto "Villaggio Solidale" promosso dalla Casa della Carità di Don Colmegna.
Sarà un luogo di incontro ed elaborazione, scambio e proposta che promuoverà atteggiamenti e modi di pensiero interculturali. Un laboratorio di idee ma anche un luogo in cui sostenere le capacità progettuali di singoli o associazione legati all'intercultura, per offrire a loro e ai cittadini un nuovo spazio espressivo.
La programmazione culturale prevederà laboratori di arti dal vivo, spettacoli- evento, rassegne cinematografiche e teatrali, seminari e corsi di formazione, cercando di attraversare i vari codici espressivi e i diversi linguaggi, dall’espressività teatrale a quella musicale, da quella figurativa e visiva a quella culturale e materiale.
L'obiettivo è fare della Casa delle Culture il luogo in cui ripercorrere “i segni”, le tracce di culture diverse, per farne materiali di discussione, di conoscenza e di promozione culturale.
Un impegno particolare sarà dedicato alle attività rivolte ai bambini ed agli adolescenti, oramai pienamente inseriti nella scuola italiana, per mantenere i rapporti con le culture dei genitori.
Dai comitati Navigli: il parcheggio Darsena non si deve fare
COMUNICATO STAMPA
Cell. 333.4715238
Un obiettivo primario: difendere il Parco Agricolo Sud
Coldiretti, FAI, Confagricoltori, ma anche le più autorevoli sigle associazionistiche del mondo ambientalista, Legambiente, VAS, Amici della Terra, WWF, hanno presentato lo scorso aprile un documento in cui si denuncia il pericolo che, in assenza di una programmazione territoriale, e in presenza di grandi opere in occasione dell'EXPO 2015, Milano e comuni limitrofi incorrerebbero in materia di sostenibilità dello sviluppo, nel rispetto dei vincoli ambientali ed ecologici, storici e architettonici delle città e del paesaggio, spesso ancora agricolo. Si legge infatti nel documento:"L'Expo 2015, le numerose infrastrutture in via di realizzazione, l'assenza di programmazione territoriale sostenibile - affermano le associazioni -, la corsa alla cementificazione delle aree verdi, considerate aree vuote, rischiano di portare al collasso il nostro sistema produttivo, ambientale, storico e culturale: occorre un patto tra tutte le associazioni per fronteggiare con forza il disastro annunciato".
Il collasso del nostro sistema produttivo deriverebbe dalle numerose infrastrutture in programmazione. E' vero soprattutto se si legge oggi su Repubblica on-line che il Parco Agricolo Sud potrebbe diventare in futuro scenario di attraversamenti di bretelle autostradali di corrispondenza tra Milano Malpensa in congiunzione con la Tangenziale Est, mentre si è già dato il via libera del Parco e dei 62 Comuni per permettere "ai sindaci di costruire sull’1,5 per cento del territorio comunale che rientra nel parco, per un massimo di 15 ettari".
Questo determina l'avvio di un progetto di edificabilità di altri e ulteriori 470 ettari, che vanno ad aggiungersi ai 400 già previsti dai Piani di cintura urbana da poco definiti.
Il panorama è veramente sconcertante e preoccupante. CIA, Coldiretti e Confagricoltori, insieme a sindaci delle zone limitrofe, tra cui il sindaco di Cassinetta di Lugagnano, da sempre attivo contro la cementificazione indiscriminata, si sono opposti a questo scenario devastante sia per l'economia, essendo il Parco un'oasi ancora ricca di cascine e di produzioni dirette familiari, sia dal punto di vista ambientale e sistemico, essendoci una prevalenza di progetti di edificazione indistinta di case e di strade e infrastrutture.
Credo che ci si debba maggiormente opporre a questo progetto in quanto il concetto di "edificazione indistinta" porta a vedere nel Parco Agricolo Sud occasioni per imprese e aziende edificatrici di copiose opportunità di attività industriali a danno della collettività. La Costituzione Repubblicana cita tra i suoi articoli la limitazione della libera impresa privata come principio condizionato e limitato dal fatto di non ledere interessi collettivi che, nella gerarchia dei valori del nostro Stato, sono posti essere superiori rispetto agli altri. Non solo: ma credo che in virtù del fatto che molti altri grandi progetti di edificazioni mastodontiche avessero comportato a Milano degli arenamenti nei lavori di esecuzione dovuti esclusivamente a questioni di indirizzo giurisdizionale da risolvere in merito agli appalti e in merito alle modalità attivate. Mi viene in mente il caso abbastanza recente dei lavori previsti per il quartiere Santa Giulia: case e appartamenti già venduti ma di cui ancora non si conosce bene il termine della loro edificazione e l'approntamento delle nuove strutture.
Una proposta di delibera in Regione e in Comune di Milano vorrebbe degradare la destinazione dell'area del Parco da "agricola" ad "area a verde" garantendo, così, una maggiore possibilità ulteriore a quella già deliberata di edificazione. Nei progetti differenti esistenti in campo, oltre a quelli riguardanti nuove aree urbane per edilizia privata o convenzionata, sottoposta, quindi, ad alti canoni di affitto e di vendita, abbiamo anche la prospettiva di estendere lo IEO, l'Istituto Europeo per l'oncologia, costituendone un polo di ricerca. Non è ancora compresa la portata volumetrica del progetto, nonchè non è ben evidenziata la funzione dei singoli edifici, che saranno integrati nel piano generale di ricerca, quindi le diverse parti che comporranno il progetto complessivo.
Il progetto è chiaramente encomiabile, essendo volto alla ricerca scientifica contro le malattie tumorali. Niente può essere detto e opposto nel merito, ma il tema all'ordine del presente post è altro. E' un tema di sostenibilità di singoli progetti a livello urbanistico, ambientale, sociale, culturale, ecologico, economico. Si evidenzia nel comunicato di Legambiente dell'aprile 2008, sottoscritto da altre organizzazioni, che il Piano di Governo del Territorio non è adeguato e non garantisce gli strumenti, che un tempo garantiva, di calibratura dei diversi interventi in merito alle conseguenze derivanti sul territorio in cui gli stessi andavano a inserirsi. Il Piano permetteva, infine, una partecipazione più attiva e consapevole di cittadine e di cittadini all'analisi, prima, dell'opera e all'approvazione o non approvazione della stessa, avendo canali opportuni dove poter palesare le proprie considerazioni e pareri. I consigli di zona a Milano e i comuni potevano avere disponibilità temporali entro le quali poter consultarsi in merito e poter esprimere posizioni ufficiali circa i singoli progetti. Questo, ormai, appartiene al passato. I tempi stessi, parlo di Milano, per esperimere localmente e circoscrizionalmente pareri in merito ai singoli progetti sono stati ulteriormente decurtati, decurtando in complesso la potestà stessa della tipologia di intervento del consiglio circoscrizionale. Possiamo dire che questa potestà è ormai meramente consultiva non vincolante, ossia il Comune può decidere se recepirne la portata o respingerla.
E' anche interessante come opere di possibile devastazione culturale e sociale di un determinato ambiente, promosse a prescindere dal contesto in cui si collocano, possano essere interpetate come opportune solamente se si evidenziano le iniziative collaterali da esse derivanti. Mi spiego meglio: la proposta recepita dal parco e dai 60 comuni permetterebbe di aumentare la destinazione di area edificabile del parco complessivo anche per promuovere un'opera infrastrutturale di avanzamento della comunicabilità tra l'autostrada Milano Malpensa e la Tangenziale Est. E', questo, un esempio di come indorare la pillola amara con un dolce sapore.
E' possibile, me lo sono chiesto anche in merito alle irricevibili dichiarazioni del ministro per le infrastrutture Matteoli fatte in appoggio al progetto devastante del raccordo maremmano dell'autostrada, che si pensi di procedere con una politica sulla mobilità ormai inconcepibile nel contesto attuale dello sviluppo di pratiche di mobilità alternative e sostenibili, quali il trasporto su ferro o, addirittura, per vie idriche e fluviali, come avviene a Parigi? Esistono vie alternative che potrebbero, se azionate, garantire un alleggerimento cospicuo del congestionamento autonomobilistico e una maggiore sostenibilità a livello economico e sociale, ambientale ed ecologico. Sono concorde sul fatto che occorra rendere comunicabili diverse vie con l'aereoporto di Malpensa: ma occorre farlo solo incrementando strade e autostrade che tagliano ingenti aree di parco e di paesaggio storico urbanistico, e non, come avviene nel resto d'Europa, ma non solo, incrementando e investendo su vie alternative di trasporto, da quelle ferroviarie a quelle metropolitane, a quelle fluviali?
Opporsi a questa proposta non è indice di "localismo individualistico", la cosidetta sindrome di nimby, nè di luddismo nostalgico, ossia di idiosincrasia con qualsiasi opera che suoni vagamente come "progresso". Opporsi a questo progetto è sinonimo di voler difendere e tutelare un bacino che è un valore e un patrimonio comune, e che in senso collettivo deve essere governato con la consapevolezza di gestione di un'area notevole a livello ambientale e con una responsabilità intergenerazionale utile e congrua a renderci consapevoli che ogni proposta di modifica dello sviluppo urbanistico, oggi nel contesto milanese e metropolitano, potrebbe avere effetti irreversibili, come sottolineato dal direttore generale del FAI, Marco Magnifico.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
di nuovo sui nostri balconi le bandiere della pace!
Tutti noi stiamo vedendo cosa succede a GAZA: migliaia di feriti e di morti tra il popolo palestinese, anche tra donne e bambini.
STOP alla guerra!
All'epoca della guerra "imbroglio" contro le armi di distruzione di massa immaginate in Iraq, le nostre bandiere arcobaleno non hanno ovviamente evitato il conflitto, ma sono state il segno palpabile di una visione alternativa dei rapporti tra i popoli, anche prescindendo dai giudizi di merito.
Sono cresciute piano piano, hanno fatto fiorire di colori le nostre città, hanno detto in silenzio che larga parte degli italiani, poco sensibile alla propaganda guerrafondaia, era disposta invece a schierarsi per la pace.
Oggi, di fronte a questa strage immane di innocenti e alle tragiche immagini dei bambini massacrati a Gaza, il silenzioso messaggio di queste bandiere, molto più del clamore delle manifestazioni, può essere il modo rispettoso di commemorare ed onorare quei morti.
Esponiamole tutti.
Facciamo rifiorire l'arcobaleno simbolo di pace nelle nostre città.
Se riusciamo a dare la massima diffusione a questo appello, possiamo riuscirci.
OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE!
Cari saluti a tutti/e
Il collettivo "lavoriamo insieme per l'unità della sinistra - zona tre – Milano”, composto da compagni/e di PRC, PdCI, SD, VERDI, LISTA FO e non iscritti/e a partiti.
Via ValBavona:un centro direzionale tra le case
Riporto l'articolo di sabato del Corriere della Sera a firma D'Amico sulla nuova edificazione di un centro direzionale tra le case di via ValBavona, la piscina Cardellino e a ridosso del parco del Cardellino. La questione è controversa. E' attivo un comitato di residenti che si batte per un minore impatto ambientale ed una viabilità "sostenibile". Angelo valdameri,consigliere di zona 6 Lista Fo
HUMOR: Social crack....pardon! social card
Social crack.
Posted by Arnald under Diversamente occupati
Non male visto che in Italia, notoriamente, le cose non funzionano nella quasi totalità. Certo, chi si è presentato senza soldi alla cassa avrebbe voluto sotterrarsi dalla vergogna. Immaginate un po’ di trovarvi lì, col carrello pieno di 40 euro di merce (quindi una busta di insalata, un litro di latte, un pollo geneticamente modificato e se c’è lo sconto un’imitazione della coca-cola) e non poterla pagare.
Non si potrà nemmeno dire “si stava meglio quando si stava peggio”, perché questa carta è praticamente una soluzione figlia della carta annonaria del ventennio.
Tuttavia cari miei, ce le stiamo meritando tutte perché, come mi disse qualcuno, non esiste uomo al mondo che possa farti certe cose se tu non glielo permetti. Quindi, quando vedo qualche vecchia rincoglionita alla posta che comincia a urlare e maledire gli impiegati perché s’è rotta di aspettare, quando vedo che i nostri servizi non funzionano con massimo danno per la nostra vita di cittadini, sul mio volto compare un ghigno di soddisfazione.
Bravi italiani, bravi tutti, me compreso che a trentatre anni ho già sostenuto il sistema dandogli fiducia troppe volte (mai per Berlusconi, ma cambia poco). Stavolta indietro non si torna e se per fortuna non ho una social card con la quale pulirmi il culo, mi resta sempre la tessera elettorale. - Arnald
Un comitato può rilanciare la cultura a Milano?
Non mi pronuncio in merito alle nomine, dato che molte di queste sono chiaramente rispettabili per importanza e per conformazione intellettuale. Direi che ci siano nomi di tutto rispetto. Ma non è un problema personalistico ma, bensì, un problema di metodo. Si pensa davvero, assessore, che basti una commisione di saggi per rilanciare la cultura a Milano. Gli Stati Generali sono interessanti: ma chi partecipa? Quanti partecipano? E chi partecipa a questi lavori, che si terranno nell'incantevole scenario di Chiaravalle, possono definirsi rappresentativi di un ampio mondo vivace e plurale che nutre la città di appuntamenti e di iniziative di un certo calibro, spesso non riconosciute dall'amministrazione?
Milano ha bisogno di rilanciare la cultura ripartendo da chi la cultura la vive e la promuove, con senso di dedizione e di sperimentazione, basandosi sull'esigenza di congiungere espressività dei pensieri e delle creatività, nonchè opportunità per le nuove generazioni, sono molte, diverse, che si affacciano in questa città e che richiedono attenzione. Non parlo di sostegno, utile e necessario per qualsiasi attività: parlo di attenzione, riconoscimento, conoscenza e conoscibilità.
Questo a Milano non avviene. Qualche mese fa definii assurdo il fatto che a Milano i teatri importanti, sono diversi e vari, che sorgono in città vengano afidati sempre alle solite compagnie, sempre alle solite gestioni, valide, chiaramente autorevoli, ma comunque appartenenti a un "ancien régime", rispettabile, ma avulso dalle esigenze della contemporaneità. Nel resto di Europa vediamo compagnie giovanili teatrali avere la gestione di importanti teatri cittadini. Mi viene in mente Berlino, Parigi, Londra, ma anche New York. A Milano questo non è possibile a caua di una gerontocrazia permanente che non libera, signore assessore Finazzer Flory, le vere e libere energie culturali.
La cultura fa parte, ormai, di un contesto interno allo stato sociale: diventa una sorta di esigenza politica di sviluppo collettivo tanto quanto lo è il servizio sanitario, scolastico, medico assistenziale, previdenziale.
Per soddisfare questa vasta esigenza e domanda occorre una pluralità delle offerte e una capillarità delle medesime al fine di garantire uno spettro complesso e completo funzionale a garantire una domanda sempre più duttile e variegata.
Esterni ha lanciato il Comitato dei "30 piscinella", 30 piccoletti, che, insieme a 20 giovanissimi, i "bei fioeu" e di bambini, "i piscinitt", costruirà una proposta di diversi punti utile ad affiancare e corroborare il Comitato dei saggi, in uno spirito di dialogo costruttivo, di confronto con l'assessorato, ma certamente di stimolo per lavori che rischierebbero di diventare autoreferenziali e poco rispondenti alle esigenze sociologiche e culturali della Milano contemporanea, post moderna, ma per questo non decadente nella dedizione e nella capacità di innovazione sperimentale.
Vediamo se oltre al libro bianco si costruirà un progetto partecipato e coinvolgente le nuove energie.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
riscaldamento non funzionante al Teatro della Quattordicesima
20139 Milano tel. 02 884.58400
fax 02 884.58418
c.a del Settore Decentramento del Comune di Milano;
dell’Ufficio Tecnico del Comune di Milano;
del Vicesindaco del Comune di Milano, Riccardo Decorato;
del Ufficio Tecnico del Consiglio di Zona 4 di Milano;
del Settore Decentramento di Zona 4 di Milano
Ripetutamente sono state sollevate istanze da parte dei gestori dello spazio teatrale del Teatro della Quattordicesima ubicati in Via Oglio 18 presso il Centro Civico di Zona 4 di Milano e che tali istanze erano indirizzate a denunciare uno stato permanente di assenza del servizio di riscaldamento nei locali interessati, e in particolare la sala teatrale, gli spazi scenici e i camerini interni alla struttura, nonché l’androne e il corridoio di accesso alla sala, prospiciente allo spazio teatrale
visto
che dopo ripetute segnalazioni al Vicesindaco e all’Ufficio Tecnico del Comune non è stato ancora predisposto un servizio di intervento utile e funzionale a rimuovere questo stato di cose e che nonostante il disservizio perduri da tre mesi, ossia tutto il periodo invernale, arrecando pregiudizio alle attività artistiche e alla copiosa utenza che ogni settimana vive il teatro e usufruisce degli spettacoli, nonché alle stesse lavoratrici e lavoratori
considerata anche
che i tecnici sopraggiunti per riattivare i sifoni posti nell’androne del teatro abbiano ravvisato presenze di fanghi nelle tubature di conduttura dell’acqua calda, e che tali presenze ostruiscono il passaggio della stessa e sono conseguenza di un’assenza perdurata e perdurante di adeguata manutenzione del servizio di riscaldamento
e considerato inoltre
che è stata riscontrata una mancanza totale del servizio di spalatura della neve nel corridoio esterno conducente al Teatro e che tale assenza ha creato problemi alle lavoratrici e ai lavoratori della struttura, tanto che questi ultimi si sono trovati a supplire la mancanza del servizio rimuovendo direttamente la neve
si segnala inoltre
che fino a ieri la temperatura registrata nei locali era in media di 16 gradi nelle ore pomeridiane, mentre in alcune fasi della giornata si sono riscontrate anche temperature di 10, 11 gradi nella parte riguardante l’androne
- al Settore Decentramento del Comune di Milano di provvedere a garantire un’adeguata manutenzione della struttura, possibilmente nel quadro complessivo di un’anagrafe delle esigenze di interventi strutturali di cui il teatro necessita, in specifico al sistema generale di riscaldamento, alle tubature di conduzione dell’acqua calda;
- allo stesso Settore e all’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, e al Vicesindaco Decorato, facendo seguito alle ripetute segnalazioni emesse e predisposte dalle operatrici e dagli operatori della struttura artistica indirizzate al Vicesindaco Decorato finalizzate a denunciare la situazione di totale assenza di servizio di riscaldamento adeguato, di provvedere a disporre nell’immediatezza procedure utili a rimuovere lo stato di alto disagio e ripristinare una condizione climatica di vivibilità dei locali;
- allo stesso Settore e all’Ufficio Tecnico del Comune di provvedere a riattivare il servizio di riscaldamento, considerando le cause che hanno prodotto un inconveniente riguardo la totale assenza di una manutenzione adeguata e continuativo del sistema di riscaldamento complessivo;
- infine al Vicesindaco Decorato e al Settore di competenza i motivi e le cause che hanno determinato la totale assenza di un servizio di spalatura della neve nel corridoio prospiciente la struttura teatrale e conducente alla medesima, nonché un intervento tempestivo e adeguato a rimuovere la permanenza di ghiaccio sul selciato, pericoloso per i passanti
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo per Milano – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
sospensione del servizio fornito da Milano Ristorazione il 7/1/09
20139 Milano tel. 02 884.58400
fax 02 884.58418
Dell'Assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano;
Dell’Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano;
Della Direzione di Milano Ristorazione s.p.a.;
del Consiglio di Zona 4 di Milano e di tutte le sue componenti
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano
Omofobicus: ascoltate la Regione Lombardia sull’omosessualità
E' indegno che alcuni esponenti del consiglio regionale si esprimano con termini barbari e volgari. La Giornata contro l'omofobia a livello internazionale è necessaria anche per non permettere che fenomeni di questo tipo possano "legittimare", e quindi autorizzare istituzionalmente, azioni di rappresaglia e di persecuzione omofobiche.