Musica e accattonaggio contro i giustizieri
MUSICA E ACCATTONAGGIO CONTRO I GIUSTIZIERI
IN CAMICIA VERDE OGGI COME IN CAMICIA NERA IERI
Dobbiamo prendere atto che per avere un sostegno sociale occorra mendicare un intervento per avere risposte ai propri bisogni e sembra che ci sia un’inquietante connessione tra questi due fattori: ridurre i fondi per le politiche sociali, da una parte, e aumentare quel disagio funzionale a creare uno stato di insicurezza che, spesso, si traduce in emarginazione e in fenomeni di devianza.
Noi che crediamo che se ci fosse maggiore attenzione alle politiche sociali non ci sarebbe bisogno di parlare di sicurezza, come sempre dobbiamo prendere atto che le prime vittime di questi provvedimenti siano gli immigrati, non considerati cittadini e tra questi soprattutto i rom..
Non a caso, oggi siamo in presenza di un nuovo attacco demagogico e intollerante della Lega, che ha indetto una “passeggiata volontaria” contro la presenza di insediamenti di nomadi nella zona comprendente i quartieri di Rogoredo, Gratosoglio e Chiaravalle.
Siamo di fronte alla bieca e volgare connessione tra criminalità e nomadismo, pericoloso accostamento che mette in discussione la convivenza sociale nella nostra città.
Di fronte a questa situazione l’amministrazione si assuma le proprie responsabilità, ora, non aumentando un clima già presente di paure irrazionali, seminando terrore negli animi dei residenti, individuando all’occorrenza il capro espiatorio più opportuno per distogliere l’attenzione verso le reali cause della sofferenza.
Noi consideriamo grave e insopportabile che chi siede nelle istituzioni che governano questa città possa impunemente proporre atti illegali e veri e pericolosi rigurgiti di un tragico passato, come la “passeggiata” della Lega, quando non erano verdi ma nere le camice di chi andava in giro per il Paese a farsi giustizia da sé.
Per questo, oltre a condividere la condanna già espressa dalle forze politiche e sociali democratiche, facciamo un appello alle autorità che devono far rispettare la legge, mentre per parte nostra proponiamo una diversa passeggiata, pacifica elemosinando qualche moneta per rimpinguare le casse del fondo per le politiche sociali, allietata dalla musica rom, e filmando quello che è il vero atto illegale e pericoloso per la sicurezza di tutti e non solo di quelli, come i rom, che sono considerati gli ultimi della società e perciò i più esposti ai pregiudizi, agli insulti, all’intolleranza e infine alla violenza.
Milano wireless: dalla proposta alla realizzazione
Al Presidente del Consiglio di Zona 4
Paolo Zanichelli
Al Consiglio di Zona e alle sue componenti
Discriminazione in Europa:un problema fondamentale
Discriminazione in Europa, un problema fondamentale. Al via un'azione di Amnesty International
Mentre l’Unione europea (Ue) celebra l’Anno delle pari opportunità per tutti, il razzismo e la discriminazione restano un problema fondamentale per i diritti umani in tutto il continente. È quanto denuncia Amnesty International, che ha lanciato oggi una propria azione su questi temi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale.
“Oltre alla concreta minaccia di abusi verbali e violenza fisica, vi sono cittadini che non possono condurre una vita normale, trovare un lavoro, affittare un appartamento o semplicemente passeggiare per strada senza essere fermati e perquisiti, per il solo fatto di avere il colore ‘sbagliato’ o essere di un’etnia ‘sbagliata’” – ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso l’Ue.
In una lettera alla Commissione europea, al Consiglio dell’Ue e al Parlamento europeo, l’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato l’attuazione di misure concrete per porre fine alla discriminazione razziale che, secondo quanto recentemente dichiarato dal Commissario Franco Frattini, è fortemente in aumento in Europa.
“Abbiamo visto, in passato, cosa ha prodotto in Europa il razzismo. L’Europa ha la responsabilità storica di affrontare con priorità assoluta questo problema, che i cittadini europei avvertono con preoccupazione, dato che ha un impatto quotidiano sulla vita di milioni di persone” – ha aggiunto Oosting.
Pur apprezzando iniziative come l’Anno delle pari opportunità per tutti, Amnesty International constata come vi sia uno scarto evidente tra le promesse e la realtà concreta. Meno della metà degli Stati membri dell’Ue ha adottato piani nazionali d’azione contro il razzismo e ha ratificato il Protocollo che permetterebbe di portare in giudizio casi di discriminazione.
Negli ultimi due anni, Amnesty International ha ampiamente documentato come, nella legge e nella pratica, la discriminazione colpisca cittadini stranieri e minoranze etniche in tutt’Europa.
“La discriminazione è un problema fondamentale in Europa. Agisce trasversalmente e produce ulteriori violazioni in aree dove i diritti umani sono già a rischio, come nel contesto dell’anti-terrorismo e dell’immigrazione irregolare” – ha concluso Dick Oosting.
Amnesty International chiede all’Ue di:
- sollecitare l’attuazione della Direttiva sull’uguaglianza razziale e quella sull’uguaglianza nell’impiego;
- migliorare la propria legislazione e dare uguale ed efficace protezione da tutte le cause e da tutti gli atti di discriminazione;
- introdurre una legislazione che fornisca efficace protezione dai crimini razzisti e dai crimini dell’odio in tutti i paesi dell’Ue, pur salvaguardando la libertà d’espressione.
Amnesty International chiede inoltre agli Stati membri dell’Ue di:
- firmare e ratificare, durante il corrente Anno delle pari opportunità per tutti, il Protocollo opzionale n. 12 alla Convenzione europea per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
- garantire che la legislazione interna dia uguale ed efficace protezione da tutte le cause e da tutti gli atti di discriminazione;
- adottare, applicare e sottoporre a valutazione piani nazionali d’azione contro il razzismo, in linea con l’impegno preso nel corso della Conferenza mondiale contro il razzismo, tenutasi a Durban nel 2001.
FINE DEL COMUNICATO Roma / Brussels, 21 marzo 2007
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
Chiudere Guantánamo, ora!
Mobilitazione globale di Amnesty International in occasione del quinto anniversario dell'apertura del centro di detenzione di Guantánamo Bay
In occasione del quinto anniversario dell’apertura del centro di detenzione di Guantánamo Bay, milioni di soci e di simpatizzanti di Amnesty International in ogni parte del mondo sono mobilitati a partire da oggi (giovedì 11 gennaio) per chiedere alle autorità Usa la chiusura, una volta per tutte, del campo di prigionia.
Con l’inizio del sesto anno di detenzioni nella base navale Usa in territorio cubano, Amnesty International rinnova il suo appello affinché tutti i detenuti di Guantánamo Bay siano sottoposti a un processo equo senza ulteriore ritardo oppure siano rilasciati. Manifestazioni e altre iniziative sono previste in città di più di venti paesi, tra cui Washington, Tokio, Tunisi, Tel Aviv, Londra, Madrid e Asunción.
A Roma, l’appuntamento è alle 17.30 in piazza di Pietra. Al centro della piazza verrà allestita una gabbia con detenuti in tuta arancione e verranno lette testimonianze di ex detenuti di Guantánamo. Seguirà una conferenza stampa, alle 18.30, all’interno del Caffè Fandango, nella stessa piazza.
“Nessuna persona può essere posta al di sotto della protezione della legge e nessun governo può ritenersi al di sopra di essa” – ha dichiarato Irene Khan, segretaria generale di Amnesty International. “Il governo statunitense deve mettere fine a questa parodia di giustizia. Inoltre, non basta che i leader mondiali si dicano preoccupati per Guantánamo, continuando al contempo a portare avanti i loro rapporti con gli Usa come se niente fosse. La comunità internazionale deve esercitare una pressione efficace sugli Usa affinché chiudano Guantánamo e ripristinino il rispetto per il diritto internazionale”.
“Ogni giorno che passa” – ha aggiunto Khan – “la crudeltà del regime di detenzione a tempo indeterminato raggiunge nuovi picchi. Guantánamo è finita per diventare il simbolo di quanto si siano rivelate vuote le promesse del governo Usa che il rispetto dei diritti umani e della legge sarebbe stato al centro della risposta agli attacchi dell’11 settembre 2001. Torture, umiliazioni, discriminazione, aggiramento dei tribunali e disprezzo per i trattati internazionali, nella quasi totale impunità, sono parte integrante dei cinque anni di vita di Guantánamo”.
Il primo di oltre 750 detenuti, di più di 45 nazionalità, è arrivato alla base di Guantánamo l’11 gennaio 2002. In seguito, vi sono stati trasferiti minorenni anche di 13 anni di età, gente che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato e decine di persone consegnate agli Usa da Pakistan e Afghanistan in cambio di taglie di migliaia di dollari.
Cinque anni dopo, a Guantánamo rimangono ancora circa 400 detenuti. Nessuno di loro è stato processato o è comparso di fronte a un tribunale. La loro detenzione è illegale. Nessuno di loro sa per quanto tempo dovrà stare lì e questa è di per sé una forma di abuso psicologico, che si aggiunge agli abusi fisici cui sono sottoposti i prigionieri. La crudeltà di una detenzione pressoché in isolamento si estende alle loro famiglie.
Le autorità statunitensi hanno definito i detenuti di Guantánamo “combattenti nemici” in un conflitto globale. Che il mondo sia considerato un “campo di battaglia” lo dimostra il fatto che i prigionieri sono stati catturati in Gambia, Bosnia, Mauritania, Egitto, Indonesia e Thailandia, oltre che in Pakistan e Afghanistan.
Sebbene le sue attività siano circondate dal segreto, è noto che la Cia ha gestito un centro d’interrogatorio a Guantánamo. Amnesty International ha segnalato con preoccupazione alle autorità Usa che agenzie di altri paesi, tra cui Cina e Libia, sono entrate nel centro di detenzione e hanno preso parte ai maltrattamenti.
Inoltre, alcuni dei prigionieri di Guantánamo sono stati detenuti in carceri segrete, gestite dalla Cia in altre parti del mondo, prima di essere trasferiti alla base navale.
“Guantánamo è il centro di una ragnatela di prigioni segrete e di trasferimenti illegali di prigionieri che gli Usa hanno esteso al mondo, con la complicità di altri governi, inclusi quelli europei, del Medio Oriente e dell’Africa del Nord” – ha denunciato Khan. “È davvero arrivato il momento che gli Usa e i loro partner in queste attività illegali smantellino questa ragnatela di segretezza e di violazioni dei diritti umani”.
“Anziché rafforzare la sicurezza, queste pratiche hanno indebolito i diritti umani e la legge, che rappresentano il migliore antidoto all’insicurezza, e hanno minato l’autorevolezza degli Usa quando parlano di diritti umani altrove, come in Darfur” – ha concluso Khan.
Il governo Usa non solo ha ignorato gli standard internazionali sui diritti umani, ma ha anche bloccato il controllo giudiziario delle sue stesse corti. Lo scorso ottobre, il presidente Bush ha posto la propria firma sull’Atto sulle Commissioni militari, che sottrae alle corti statunitensi la giurisdizione per ricevere reclami di habeas corpus da parte di cittadini stranieri detenuti come “combattenti nemici”, compresi quelli di Guantánamo. L’habeas corpus è una garanzia fondamentale contro la tortura e le detenzioni arbitrarie. Amnesty International chiede che sia ripristinata e che sia abolito, o ne vengano sostanzialmente mutate le norme, l’Atto sulle Commissioni militari.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 11 gennaio 2007
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
Resoconto incontro Appello contro Patto Legalità
- affrontare il tema politico con un incontro pubblico sulla legge per il riconoscimento della minoranza rom e sinti come passo determinante per aprire un confronto culturale e dare voce al loro punto di vista;
- creare occasioni di conoscenza lavorando con i rom e le associazioni disponibili
- elaborare proposte che favoriscano l’incontro tra culture diverse con progetti di lavoro comune che partano dai problemi concreti dei campi.
URGENTE presidio a s.Babila ore 17,30 domani
Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile
afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato
all'alba
di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani.
Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi
famigliari. Non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun
documento che comprovi la sua detenzione. Alcuni afgani, che lavorano
nel
posto in cui Rahmatullah Hanefi è rinchiuso, ci hanno detto però che lo
stanno interrogando e torturando "con i cavi elettrici".
Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele
Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo
italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto
potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi,
l'interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua
famiglia.
Oggi, domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che
in
un "alto meeting sulla sicurezza nazionale" presieduto da Hamid Karzai,
è
stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto
capire
che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare
false prove.Non è accettabile che il prezzo della liberazione del
cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso
cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al
Governo
italiano, negli ultimi cinque giorni, di impegnarsi per l’immediato
rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che
l’avrebbe
fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola
data.
Anche tu puoi aderire su http://www.emergency.it/appel
Il presidio in contemporanea a quello che ci sarà domani a Roma e in altre
città d'Italia contro il voto di guerra in Senato (finanziamento missioni
estere) e per la liberazione di Rahmatullah Hanefi, il collaboratore di
Emergency che si ha ¨ adoperato per il rilascio di Daniele Mastrogiacomo, e Adjmal
Nashkbandi , l'interprete.
MARTEDI 27 MARZO H. 17.30
SAN BABILA
DIFFONDERE IL PIù POSSIBILE - EMERGENCY
Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile
afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all'alba
di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani. Da allora nessuno ha potuto
vederlo o parlargli, nemmeno i suoi famigliari. Non è stata formulata
nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione.
Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è
rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando
“con i cavi elettrici”.
Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele
Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo
italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto
potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi,
l'interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.
Oggi, domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in
un “alto meeting sulla sicurezza nazionale” presieduto da Hamid Karzai, è
stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire
che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare
false prove.
Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano
Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da
Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano, negli ultimi
cinque giorni, di impegnarsi per l’immediato rilascio di Rahmatullah
Hanefi e il governo ci ha assicurato che l’avrebbe fatto. Chiediamo con
forza al Governo italiano di rispettare le parola data.
Teresa Sarti Strada
Presidente di Emergency
SOSTENERE IL GOVERNO PRODI PER IL CAMBIAMENTO
Genova: cittadini, architetti della sicurezza
Genova - Centro storico: cittadini, architetti della sicurezza
La prevenzione del crimine e la tutela delle vittime e dei gruppi a rischio attraverso la progettazione partecipata e la creazione di reti di solidarietà.http://www.kallipolis.net/pro
Genova-Centro Storico
Partner di progetto:
- Associazione Kallipolis
- C.G.I.L.-Camera Metropolitana del Lavoro di Genova
- S.P.I. (Sindacato Pensionati)
- Associazione “La Coscienza di Zena”
- Parrocchia di San Giovanni di Pré
- Parrocchia di San Sisto di Pré
- Comitato Centro Storico
- Comitato Abitanti del Quartiere
- Comitato Donne di San Bernardo.
Per raggiungere tali risultati, si intende per prima cosa intervenire sull’area studio progettando e realizzando una riqualificazione secondo il modello partecipativo.
Programma Fà la Cosa Giusta!
Per il 2007, Fa’ la cosa giusta! punta a una qualità sempre più alta di convegni, incontri e seminari. L’idea portante è un programma d’incontri snello, focalizzato sul tema cardine della quarta edizione: l'energia. Attorno a questo tema si è sviluppato un progetto ambizioso, pensato e realizzato insieme al nodo di Milano della Rete Lilliput, il cui motto è: “Non solo una fiera, ma le basi di un percorso che continua”.
Al percorso di progettazione del programma culturale hanno partecipato numerose associazioni e reti di Milano che desideriamo ringraziare per l'impegno e la capacità propositiva. Grazie a loro il programma di incontri e convegni per Fa' la cosa giusta! 2007 avrà una forte coerenza interna, un alto livello di qualità e di approfondimento e un elevato grado di rappresentatività per la città di Milano e la Lombardia, ma sempre con lo sguardo verso una dimensione nazionale e globale.
L'idea forte alla base di questo percorso partecipato è il tentativo di fare sì che il programma convegnistico diventi sempre di più il cuore pulsante della fiera: un vero laboratorio per riuscire a connettere le diverse esperienze e proposte e concorrere alla nascita di nuove relazioni e elaborazioni, che partano da Fa' la cosa giusta! per continuare a svilupparsi successivamente. La fiera come punto di approdo e al contempo di partenza per una nuova e più forte cultura di rete.
In questo senso va inquadrata la nuova struttura del programma convegnistico: diverse tipologie di incontri che risponderanno a tre livelli diversi di consapevolezza e di disponibilità al coinvolgimento del visitatore. Una struttura che trae la sua ispirazione dai principi fondamentali della progressione nonviolenta, principi che l'intero gruppo ha fatto propri, provando ad applicarli a tematiche che solo in apparenza sono distanti.
• INFORMAZIONE: occasioni per accostarsi ad un tema e per stimolare la nascita di nuove conoscenze e consapevolezze
• FORMAZIONE: occasioni per approfondire le conoscenze e acquisire competenze maggiori attraverso workshop e seminari.
• AZIONE: incontri che coinvolgono le reti già attive e puntano a metterle in relazione con altre reti, politiche economiche e sociali, per organizzare azioni collettive sempre più partecipate.
• EVENTI COLLEGATI
VENERDI 13 APRILE
Programma ufficialeore 18:00/21:00
CONVEGNO DI APERTURA: La sfida dei limiti: risorse, inquinamento, alternative possibili.
A cura di Altreconomia e del tavolo per la sezione speciale Energ-eticamente!
Intervengono: Vincenzo Balzani (Università di Bologna); Gianni Silvestrini, (Politecnico di Milano, direttore Kyoto Club e della rivista Qualenergia); Lorenzo Pagliano (Politecnico di Milano) ; Luigi De Paoli (Università Bocconi, Direttore Master MEMA); Fabrizio Fabbri (capo segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente); On. Pierluigi Bersani (Ministro dello Sviluppo Economico – invitato). Modera Sylvie Coyaud (Il Sole 24 ore, La Repubblica)
La creazione e lo sviluppo di Reti di Economia Solidale
A cura di RES, nuovi stili di vita
ore 15:00/19:00
Il Codice del Consumo, aspettative e problematiche.
Promosso da Provincia di Milano – Direzione di progetto Diritti, Tutele e Cittadinanze sociali in collaborazione con le associazioni dei consumatori
Happy Hour socialmente responsabile.
A cura di ARCi e Campagna Meno Beneficenza Più Diritti
ore 16:30/17:30
Incontro a cura della Provincia di Ascoli Piceno
Incontro a cura di GAMEDIT
ore 16:00/17:00
Presentazione degli atti del convegno: “Spaziare, voce del verbo farsi spazio".
A cura dell'Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Milano
Presentazione degli atti del convegno "La responsabilità sociale delle imprese. Equità e sostenibilità globale"
A cura dell'Assessorato alla Cooperazione Internazionale della Provincia di Milano
Programma ufficiale
ore 10:00/13:00
Gestione dei rifiuti urbani e industriali. Prevenzione, recupero dei materiali, trattamento, produzione di energia dalla combustione.
A cura di Medicina Democratica e Rete Rifiuti Zero
Economia e società nell'era climatica.
A cura di Ecoistituto Terremutanti
ore 10:00/13:00
Le Reti di Economia Solidale e le Pubbliche amministrazioni Locali
A cura di RES, nuovi stili di vita
Energia e gestione del potere: le fonti di energia alternative al petrolio.
A cura di Casa Pace e Basta Guerra
Energie rinnovabili e tecnologie appropriate per il sud del mondo.
A cura di Ass.ne Salvambiente
14:30/15:30 (1°parte); 17:00/17:30 (2° parte)
Workshop: Il G.A.S., gruppo d'acquisto solidale.
A cura di Intergas
Workshop: La liberalizzazione del mercato dell'energia.
Il clima cambia...e tu cosa aspetti? Incontro d'azione delle reti italiane per il lancio della Campagna Mondiale sul Clima.
A cura di Ecoistituto Terremutanti e Global Climate Campaign
ore 15:30/16:30
Red Century: ditelo con un fiore giusto
A cura di Cgil, Cisl e Uil di Imperia con Movimento Fiori e Diritti Liguria
ore 14:00/17:00
Il fondo di cooperazione provinciale, un'esperienza innovativa per una nuova cooperazione comunitaria
A cura dell'Assessorato alla Partecipazione e cooperazione internazionale della Provincia di Milano.
Significati e strumenti dell'educazione alla mondialità e al consumo a scuola.
A cura di CTM Altromercato e Chico Mendes
ore 11:00 / 13:00
Presentazione del libro “Vivi con stile”, vademecum pratico per il vivere quotidiano.
Presentazione di “Pedalabile Beat”, romanzo di formazione sentimentale e ciclistica
Sala Acqua
ore 10:00/13:30
Teatro Forum: Il valore della decrescita e la critica al consumo
A cura del Gruppo per il Programma culturale, in collaborazione con Ass.ne Giolli.
Acqua e Energia: un contratto per i Beni Comuni
ore 10:00/12:00
Energia, Acqua, Trasporti.
A cura di ATTAC Milano
Workshop: Acqua buona, controllata, comoda, poco costosa
A cura del Comitato Milanese per l'Acqua
ore 10:00/11:30
Seminario: I G.A.S e il risparmio energetico.
A cura di Intergas
Fonti energetiche e sostenibilità in agricoltura. Opportunità e problemi aperti
A cura di AIAB Lombardia
Quelli che la partecipazione: la "redazione aperta" di Terre di mezzo
Incontro con Luca Mercalli, Presidente società meteorologica italiana Onlus.
ore 14:00/18:00
La Responsabilità Sociale delle Organizzazioni.
Promosso da: Provincia di Milano – Direzione di progetto Diritti, Tutele e Cittadinanze sociali in collaborazione con le associazioni dei consumatori
ore 10:00/11:00
Sviluppo sostenibile e solidarietà. L'impegno quotidiano di COOP Lombardia per sviluppare qualità, equità e rispetto dell'ambiente.
A cura di COOP Lombardia
Incontriamoci in Salute! Esperienze mutualistiche e assicurative a favore degli operatori della cooperazione sociale per una sanità più sostenibile.
A cura di Consorzio Sociale Caes Italia e Cesare Pozzo
TFR e Risparmio consapevole.
A cura di CGIL Lombardia
Vestire giusto è possibile: l'esperienza della nuova filiera tessile Altromercato.
A cura di CTM Altromercato
ore 11:15/13:00
Presentazione del libro “11 settembre. I miti da smontare” (Ed. Altreconomia)
Uno spazio aperto e attrezzato per poter sistemare e riparare le proprie biciclette, aiutati dai volontari ed esperti ciclisti delle associazioni. All'interno dello spazio saranno proposte iniziative e presentati progetti per la mobilità sostenibile e la promozione dell'uso della bicicletta.
A cura di +bc e Ciclobby