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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Venerdì, 27 Febbraio, 2009 - 09:22

Via Bardolino: forse trovata la soluzione a un forte disagio

Via Bardolino: forse trovata la soluzione a un forte disagio e degrado.

 
Mercoledì 25 febbraio si è svolto il sopralluogo in via Bardolino per valutare la difficile soluzione ad una situazione di forte disagio per i residenti e di degrado.
Presenti il dr..Percacciuolo dell'assessorato di Croci, il geom Mondani della Pianificazione e Territorio oltre ad altre 2 funzionari dei LL.PP., il consigliere Mapelli in rappresentanza del presidente di zona 6, il sottoscritto ed altri rappresentanti del Consiglio di Zona 6 e i rappresentanti del Comitato Mulino Doppio.
I tecnici hanno constatato che le dimensioni della strada sono insufficienti a sostenere il passaggio continuo dei mezzi pesanti, la pericolosità e l’incolumità per i vicini residenti del Mulino Doppio costretti a farsela a piedi in mancanza di un mezzo ATM che li colleghi alla Barona.
Si sono valutate diverse possibilità:
1) l'apertura di una bretella dalla cava alla Cantalupa- via De Finetti - che bypassi la via Bardolino (passaggio di 200 mezzi pesanti al giorno), con conseguente interdizione al passaggio sulla via Bardolino dei camion;
2) l'allargamento della via Bardolino a ca.8,5 mt con la realizzazione di un percorso pedonale protetto. La difficoltà è quella delle diverse proprietà dei terreni;
3) la creazione di un percorso pedonale in aggiunta all'attuale larghezza della via Bardolino. Ipotesi che verrebbe presa in considerazione solo in “extrema ratio”.
Tutti hanno convenuto dell’urgenza nell’affrontare il problema e trovare la giusta soluzione. Da qui la consapevolezza che lascelta non può che essere politica, per consentire di arrivare ad una delle soluzioni come prioritarie.
Si è chiesto anche la verifica della concessione della cava e il controllo da parte della P.M. del passaggio dei mezzi pesanti dove non potrebbero passare (via Valpolicella).
Il finanziamento sembra che ci sia.
Angelo Valdameri, consigliere di zona 6 Lista Fo

Giovedì, 26 Febbraio, 2009 - 14:31

Volontariato da regolamentare?

Questo è quello che pare abbia dichiarato il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio… a questo punto non capisco perché mai debba rimanere volontariato e non sia servizio pubblico a tutti gli effetti!

 
Del resto, se in Italia il volontariato è così diffuso la ragione principale è una sola: perchè il volontariato sopperisce alle carenze del pubblico!
Dove, invece, il pubblico è più efficiente, c'è molto meno bisogno di volontariato.

Cari saluti
Antonella Fachin
Volontariato da regolamentare
"Il volontariato italiano va messo a sistema". Lo ha affermato il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, intervenendo a Roma alla presentazione del bilancio della campagna nazionale del volontariato LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori). "Questo vuol dire andare a misurare cosa entra, cioè le risorse umane. Ma anche cosa esce, cioè le prestazioni".
E' importante, per Fazio, che con l'impegno del volontariato "debbano uscire prestazioni integrate con il resto del Servizio sanitario nazionale. La LILT - ha sottolineato Fazio - con la sua forma pubblico-privato rappresenta un modello ideale. Tanto che noi già finanziamo la Lega a livello governativo, e credo siano soldi ben spesi. In momenti di maggiore sostenibilità sarei il primo a cercare di aumentare questo contributo".
Fazio ha ricordato che i volontari, non solo quelli della LILT, hanno un ruolo importante. "Ma è cruciale che siano strutturati. Possiamo farlo con la LILT e non abbiamo preclusioni a farlo anche con privati che si mettano a disposizione".

Giovedì, 26 Febbraio, 2009 - 13:18

La class action nei confronti della PA: le disposizioni approvate

Per opportuna informazione.
Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin

La class action nei confronti della PA: le disposizioni approvate dal Parlamento

Nella seduta del 25 febbraio il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge 847-B, che contiene la delega al Governo per l’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico ("ddl Brunetta").
L’articolo 4 del testo approvato delega il Governo a prevedere mezzi di tutela giurisdizionale degli interessati nei confronti delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici, quando una pluralità di utenti o consumatori sia stata lesa da:
-          violazione di standard qualitativi ed economici o degli obblighi contenuti nelle Carte dei servizi;
- omesso esercizio dei poteri di vigilanza, di controllo o sanzionatori;
- violazione dei termini o mancata emanazione di atti amministrativi generali.
Riporto qui di seguito il testo dell’art. 4, comma 2, lettera l:
l) consentire a ogni interessato di agire in giudizio nei confronti delle amministrazioni, nonché dei concessionari di servizi pubblici, fatte salve le competenze degli organismi con funzioni di regolazione e controllo istituiti con legge dello Stato e preposti ai relativi settori, se dalla violazione di standard qualitativi ed economici o degli obblighi contenuti nelle Carte dei servizi, dall’omesso esercizio di poteri di vigilanza, di
controllo o sanzionatori, dalla violazione dei termini o dalla mancata emanazione di atti amministrativi generali derivi la lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti o consumatori, nel rispetto dei seguenti criteri:
1) consentire la proposizione dell’azione anche ad associazioni o comitati a tutela degli interessi dei propri associati;
2) devolvere il giudizio alla giurisdizione esclusiva e di merito del giudice amministrativo;
3) prevedere come condizione di ammissibilità che il ricorso sia preceduto da una diffida all’amministrazione o al concessionario ad assumere, entro un termine fissato dai decreti legislativi, le iniziative utili alla soddisfazione degli interessati; in particolare, prevedere che, a seguito della diffida, si instauri un procedimento volto a responsabilizzare progressivamente il dirigente competente e, in relazione alla tipologia degli enti, l’organo di indirizzo, l’organo esecutivo o l’organo di vertice, a che le misure idonee siano assunte nel termine predetto;
4) prevedere che, all’esito del giudizio, il giudice ordini all’amministrazione o al concessionario di porre in essere le misure idonee a porre rimedio alle violazioni, alle omissioni o ai mancati adempimenti di cui all’alinea della presente lettera e, nei casi di perdurante inadempimento, disponga la nomina di un commissario, con esclusione del risarcimento del danno, per il quale resta ferma la disciplina vigente;
5) prevedere che la sentenza definitiva comporti l’obbligo di attivare le procedure relative all’accertamento di eventuali responsabilità disciplinari o dirigenziali;
6) prevedere forme di idonea pubblicità del procedimento giurisdizionale e della sua conclusione;
7) prevedere strumenti e procedure idonei ad evitare che l’azione di cui all’alinea della presente lettera nei confronti dei concessionari di servizi pubblici possa essere proposta o proseguita, nel caso in cui un’autorità indipendente o comunque un organismo con funzioni di vigilanza e controllo nel relativo settore abbia avviato sul medesimo oggetto il procedimento di propria competenza.
Caratteristiche dell'azione  
La legittimazione ad agire in giudizio spetta al singolo interessato nonché ad associazioni o comitati a tutela degli interessi dei propri associati.
Per essere ammissibile, il ricorso dovrà essere preceduto da una diffida all’amministrazione o al concessionario a provvedere alla soddisfazione degli interessati.
Il giudizio è affidato alla giurisdizione esclusiva e di merito del giudice amministrativo (il Tribunale Amministrativa Regionale “TAR”); in caso di accoglimento dell’istanza il giudice ordinerà all’amministrazione o al concessionario di rimediare alle violazioni riscontrate e, nei casi di perdurante inadempimento, potrà disporre la nomina di un commissario.
E’ espressamente escluso che il giudice possa condannare al risarcimento del danno.
Nei confronti dei concessionari di servizi pubblici l’azione non potrà essere proposta o proseguita nel caso in cui un’autorità indipendente o comunque un organismo con funzioni di vigilanza e controllo nel relativo settore abbia avviato sul medesimo oggetto il procedimento di propria competenza.

Giovedì, 26 Febbraio, 2009 - 08:44

Meglio attivi oggi che radioattivi domani

MEGLIO ATTIVI OGGI
CHE RADIOATTIVI DOMANI

 
Due problemi straordinari segnano il nostro tempo:
A    le fonti fossili ( petrolio innanzitutto) sono in esaurimento
B    la combustione dei fossili ha aumentato l’anidride carbonica ( CO2)  nell’aria che ha provocato l’aumento della temperatura sul pianeta
 
PER FAR FRONTE A QUESTI PROBLEMI STRAORDINARI È NECESSARIO :
A   sviluppare in modo massiccio fonti rinnovabili di energia ( solare, fotovoltaico, eolico) che devono essere promossi con incentivi pubblici e l’utilizzo della leva fiscale.
B   ridurre i consumi di energia favorendo i mezzi pubblici,le biciclette, riutilizzando le risorse, diminuendo i rifiuti
C   aumentare l’efficienza energetica con la riqualificazione  degli edifici e degli elettrodomestici
CIÒ CHE NON SI DEVE ASSOLUTAMENTE FARE
È RITORNARE AL NUCLEARE CIOÈ COSTRUIRE NUOVE CENTRALI NUCLEARI COME VUOLE FARE IL GOVERNO BERLUSCONI.
 
Dobbiamo rifiutare il nucleare, come abbiamo già fatto nel referendum del 1987  perché:
1   le centrali nucleari hanno costi molto elevati (5 miliardi di euro l’una) che gravano sulle nostre finanze e richiedono tempi di costruzione molto lunghi (10 anni circa)
2   le centrali nucleari continuano ad avere problemi di sicurezza per le popolazioni (in questi anni ci sono stati tanti incidenti nucleari che spesso vengono sottaciuti). La radioattività è una delle cause dell’aumento di leucemie e tumori
3    le centrali nucleari hanno  problemi di smaltimento delle scorie radioattive e del materiale nucleare  ( non abbiamo ancora smaltito le scorie delle centrali nucleari di 30 anni fa. Nella bolletta alla voce A2 paghiamo una retta per il loro smaltimento. Nessun Comune le vuole sul suo territorio)
4   l’uranio che serve per le centrali nucleari è una risorsa in via di esaurimento ( ci sarà solo fino al 2050) e costa moltissimo, richiede molta energia per estrarlo
5   le centrali nucleari richiedono enormi quantità d’acqua, un bene che sta scarseggiando
6   le centrali nucleari producono CO2  durante l’estrazione, il trasporto, la purificazione e l’arricchimento dell’uranio ( gli impianti di arricchimento utilizzano impianti a carbone),  durante la costruzione delle centrali e nella fase di smantellamento
7   il nucleare civile è legato al nucleare militare, espone quindi il mondo a rischi di proliferazione delle armi nucleari e al terrorismo ( è l’argomento che viene portato contro l’Iran)
8  il nucleare civile è un modello che richiede sistemi di gestione autoritari, centralizzati ed antidemocratici. Non a caso le centrali nucleari civili vengono considerate alla stregua di siti militari.
Coordinamento Nord Sud del Mondo                     Diciannoverde                     lista Uniti DarioFo zona 8 - 6

Martedì, 24 Febbraio, 2009 - 12:33

Parcheggio in Darsena, obiettivo 2011

Da La Repubblica del 24.2.09
(Alessia Gallone)
Parcheggio in Darsena obiettivo 2011
Palazzo Marino e costruttori verso l’accordo: “Via ai lavori in autunno”
Sembra che il Comune di Milano e l’operatore che dovrebbe realizzare il parking sotterraneo in Darsena stiano per raggiungere un accordo. Con i nuovi obiettivi i lavori potrebbero partire in autunno e terminare nel 2011.
L’accordo prevede l’aumento delle tariffe e 300 box per residenti in più. La capienza arriverebbe così a 1000 posti auto, 700 a rotazione e 300 per i residenti. Dai due piani interrati previsti si passerebbe agli attuali 3. I box verrebbero a costare da 33 mila a 40 mila euro. La trattativa è ripartita sul piano economico. Si può ragionare, dice l’assessore ai LL.PP. Simini, ripartendo dal piano parcheggi che stima un fabbisogno in quell’area di circa 1000 posti auto. Ovvero ai 713 posti a rotazione disegnati inizialmente se ne potranno sommare 300 per residenti. I privati inoltre chiedono di rivedere la durata della concessione – da 30 a 42 anni - e la tariffa oraria dei posteggi che si aggiri attorno all’euro e mezzo. Simini ribatte tariffe basse e costi dei box sostenibili. L'operatore chiede inoltre di rinnovare la concessione pubblicitaria del maxi-cartellone al centro della Darsena, ritirata dopo le proteste della Sovrintendenza per il degrado del cantiere.

Martedì, 24 Febbraio, 2009 - 11:21

Navigli, scoppia la rivolta dei residenti

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/dettaglio/navigli-scoppia-la-rivolta-dei-residenti/1594894

Navigli, scoppia la rivolta dei residenti

Il Comune denunciato, pronta una diffida per il sindaco. A Palazzo Marino si cerca un difficile compromesso

di Franco Vanni

Procedere «a carico dei responsabili dei reati eventualmente accertati» per i disagi che patiscono ogni anno da maggio a ottobre: schiamazzi, sporcizia e sosta selvaggia. Lo chiedono i residenti della zona Navigli alla procura della Repubblica. E i «responsabili», dice l’esposto, sono il Comune e i gestori dei locali notturni.

Le cinque pagine del documento sono un elenco di lamentele: i troppi bar aperti in zona, il mancato rispetto delle norme sul rumore, i tavolini che intralciano il passaggio delle ambulanze. E ancora: gli sconti fatti da Palazzo Marino sul prezzo dell’ingombro dei marciapiedi e il fatto che i barconi sul Naviglio Pavese siano da anni abusivi.

Se ci sia o meno materiale per aprire un fascicolo lo deciderà la procura. Ma i residenti non hanno dubbi: «Sono anni che l’a mministrazione gestisce i Navigli in modo vergognoso, ora vogliamo smuovere le cose» dice Gabriella Valassina, portavoce del Comitato dei Navigli.

Risponde Giovanni Terzi, assessore al Commercio del Comune: «Mi faccio garante del fatto che i commercianti rispetteranno tutte le regole, ma non si può pretendere di spegnere i Navigli la sera. Troveremo un compromesso».

Il giro di vite nel già tesissimo rapporto fra residenti e Comune arriva ora perché Palazzo Marino deve decidere quando far partire l'isola pedonale estiva. I gestori dei bar vorrebbero che cominciasse subito. L’assessore al Traffico, Edoardo Croci, ammette che «nulla è ancora deciso». I residenti non la vogliono e basta. «Abbiamo il diritto di dormire — attacca Anna Brala, del comitato Ripa Ticinese — tavolini e gazebo chiamano degrado». Fa eco il Comitato dei Navigli: «Accettiamo l’isola solo se ci viene garantito il rispetto delle regole — dice la portavoce Marina Varriano — e solo da giugno a settembre». Un gruppetto di residenti sta addirittura raccogliendo firme contro il mercatino dell’antiquariato sul Naviglio Grande l’ultima domenica di ogni mese.

Il secondo tema caldo è l’isola pedonale - quella permanente - che nel disegno del Comune dovrebbe partire il prossimo autunno e togliere per sempre le auto dalle sponde. Ma mentre Croci annuncia «la disponibilità a incontrare i residenti per arrivare a un progetto condiviso» i comitati preparano un’altra battaglia: lo studio di avvocati P&S, a cui si è rivolto il Comitato della Ripa, consegnerà una formale diffida al sindaco in cui si sostiene che il progetto, con la conseguente apertura dei bar fino alla tarda serata, non offre garanzie dal punto di vista dell’i nquinamento acustico.

Nel quartiere, comunque, non tutti sono contro l’isola pedonale. Non lo sono, ovviamente, i gestori dei bar: «È un progetto che serve a rilanciare gli affari — dice Daniele Gionta, loro rappresentante — e il quartiere sarà più vivo». Anche l’Associazione residenti dei Navigli raccoglie firme perché l’isola definitiva si faccia subito: «Le vie trasformate in posteggio non piacciono a nessuno — dice il presidente Augusto Scacchi — sono sicuro che anche chi oggi si oppone al progetto poi ne trarrà beneficio».

(23 febbraio 2009)

Giovedì, 19 Febbraio, 2009 - 19:19

Ennesima beffa:Consiglio di Zona 6 straordinario andato deserto

COMUNICATO STAMPA
ENNESIMA BEFFA: OGGI 19 FEBBRAIO, IL CONSIGLIO DI ZONA 6
CONVOCATO SULLE PROBLEMATICHE DEL QUARTIERE RONCHETTO
E’ ANDATO DESERTO,.
Il Consiglio di Zona 6 straordinario era stato richiesto, fin da ottobre 2008 dagli abitanti del Ronchetto, con una petizione sottoscritta da oltre 500 cittadini (numero previsto per convocare un Consiglio di Zona straordinario).
Le problematiche del quartiere Ronchetto riguardano: il degrado di piazza Negrelli, la mancata realizzazione della bretella Buccinasco-Merula-Chiodi, l’ampliamento e la riqualificazione del parco Teramo, la viabilità Faenza-Parenzo.
Dopo oltre 4 mesi di attesa il Consiglio di Zona oggi è andato deserto per la mancanza di gran parte della maggioranza di centrodestra e del suo presidente Girtanner e/o del vice, indispensabili per la validità dello stesso.
Inoltre, anche gli assessori comunali interessati alle problematiche hanno brillato per la loro assenza.
I numerosi cittadini presenti e l’opposizione in Consiglio di Zona sono indignati per la mancata attenzione e la scarsa sensibilità, tante volte sbandierate ma mai praticate.
L’opposizione in Consiglio di Zona 6:
PD, IDV, Lista Ferrante, Lista Fo, Socialisti, Verdi, PRC

19.2.2009

Mercoledì, 18 Febbraio, 2009 - 13:23

VERGOGNA ITALIANA! Il premier salvato dal lodo Alfano

VERGOGNA ITALIANA!

Il premier salvato dal lodo Alfano

di PIERO COLAPRICO

Da avvocato parlava con competenza di "equilibrismi" e "svicolare", ma alla fine quello che ha svicolato è stato l'altro. E come accade non di raro in ogni paese del mondo, il pesce piccolo è finito nella padella e il pesce grosso nuota forse non felice, ma di certo libero dalla rete.

David Donald Mills Mac Kenzie, avvocatone inglese, è stato condannato ieri per aver accettato una "regalia" in dollari e aver detto più d'una bugia ai magistrati italiani. Ma chi, stando alle accuse, e stando alla sentenza di primo grado emessa ieri, ne ha tratto i maggiori profitti e benefici, e cioè Silvio Berlusconi, si è dileguato negli abissi. Come non raramente gli è accaduto, negli ultimi quindici anni.

C'è una storia, è sempre la stessa storia, nessuno la narra più. Qualcuno ricorda Bettino Craxi, il suo amico ristoratore Giorgio Tradati e una sigla curiosa, All Iberian? In breve. Tradati, quando incontra suo malgrado i magistrati nel pieno di Mani Pulite, non può che confessare almeno un po' di quello che sa. è uno dei prestanome di Craxi e conferma che nel '91 (sì, sono storie di diciassette anni fa, il tempo passa senza essere raggiunto dalla verità) su un conto svizzero dell'allora segretario socialista affluiscono quindici miliardi di lire. Li manda una società con sede in un paradiso fiscale, la All Iberian. E, caso più unico che raro in Tangentopoli, su questa società poco dopo il conto craxiano rimanda indietro cinque miliardi. In quale modo fossero sbagliati i conti del dare o dell'avere, non si è mai saputo, c'è ancora chi se lo chiede.

Ma Silvio Berlusconi - qualcuno lo ricorderà - giura sulla testa dei suoi figli di non saperne niente. "Volete che con mio senso estetico potrei scegliere un nome così brutto?", ribatte ai cronisti in un corridoio del tribunale. Eppure, Craxi e Berlusconi finiscono nel processo chiamato, appunto, All Iberian: le rogatorie non consentono dubbi, quella società danarosa che dà soldi in nero ai politici fa parte del grappolo di ditte e conti bancari esteri del sistema-Berlusconi. Nel frattempo, il teste Omega, e cioè Stefania Ariosto, porta a Ilda Boccassini rivelazioni tali da consentire indagini dure, e il processo che porterà alla condanna in Cassazione di Cesare Previti, il braccio destro di Berlusconi negli affari giudiziari, e a scoprire un bel racket di giudici e avvocati per aggiustare le sentenze.
Il premier, che è e resta un combattente invidiabile, affronta però ogni tempesta. Spesso ribatte colpo su colpo. Appena può, abbandona nel mare agitato i perdenti e i perduti. Ma chissà come, tra i flutti, qualcuno dalla procura pesca quel pesciolino inglese. Che poi tanto pesciolino non è: è un signore elegante, giramondo, affabile, che ha sposato Tessa Yowell, allora ministro della Sanità governo Blair e ora (si sono separati) sottosegretario alle Olimpiadi di Londra 2012.

Il pesciolino, il 18 luglio 2004, dieci anni dopo l'addio alla toga di Antonio Di Pietro, viene convocato nella noiosa e triste procura milanese. Di fronte a lui un pm che suscita sentimenti negativi e positivi in egual misura, si chiama Fabio De Pasquale. Era stato lui a respingere la richiesta di libertà di Gabriele Cagliari, ex presidente Eni, trovato morto soffocato a San Vittore. Ma è lui che con caparbietà segue piste che altri evitano.

Mills, si sa, ha curato "situazioni" nei paradisi fiscali per il gruppo Mediaset e altri gruppi italiani. Un professionista di livello mondiale. Sbarca dall'aereo con sicumera e si siede davanti ai pm, in qualità di fondatore di una galassia di cifre e monete e sigle. Ci sta un'ora, due ore. Alla fine, dieci ore.

E, sorpresa, la sua corazza cede: "Io - dice in sostanza - durante l'inchiesta e il processo All Iberian non ho raccontato le vere titolarità dei conti". E siccome gli sono arrivati 600mila dollari, e deve spiegarli, aggiunge: "Quelle somme mi furono date da Carlo Bernasconi per conto di Silvio Berlusconi erano un regalo per gli equilibrismi che avrei dovuto fare per svicolare da alcune situazioni difficili che si erano venute a creare". Una contortamente perfetta frase da avvocato.

Bernasconi, nel frattempo, è morto. Ma sono vivi i fiscalisti inglesi ai quali Mills si è rivolto dicendo, più o meno, "sono in un guaio". Ha cercato di cambiare versione, ha mandato lettere su lettere - l'ultima nella scorsa udienza - coinvolto personaggi vari che però con All Iberian e dintorni non c'entrano nulla. I giudici, ricusati ma riaffermati, non gli hanno creduto. Ed è evidente che in quell'aula non credono nemmeno a Berlusconi: ma mentre Mills è condannato, l'altro fa la conta di quelli che lo difendono e naviga con il vento in poppa. Sempre più intoccabile grazie al lodo Alfano, irraggiungibile in virtù del tempo che prescrive sentenze e corrode tutti tranne lui, potentissimo per il combinato disposto della carica politica, dei suoi miliardi in euro, della sudditanza incondizionata di fans della strada e onorevoli del Palazzo, Berlusconi è davvero al di là delle angosce degli imputati mortali. E tale resterà.

(18 febbraio 2009http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/politica/processo-mills/lodo-alfano-colaprico/lodo-alfano-colaprico.html
Martedì, 17 Febbraio, 2009 - 17:42

Ecco la nostra manifestazione d’amore a Sanremo

www.arcigay.it

Si svolgerà sabato 21 febbraio 2009 – giorno della serata finale del Festival della Canzone Italiana 2009 – a partire dalle ore 15.00 con un concentramento in Corso Trento e Trieste, per le strade di Sanremo la manifestazione nazionale “Se m’innamoro”.

La manifestazione è promossa e organizzata da Arcigay, Arci Liguria, Arci Imperia, ArciLesbica, Famiglie Arcobaleno, Agedo.
Il titolo prende spunto da una delle canzoni vincitrici del Festival, quella del 1985, cantata dai Ricchi e Poveri, inno festoso che contiene nel suo testo anche dei versi che con leggerezza rivendicano l’universalità dell’amore:
“Ma guarda il mondo come è strano, si stupisce se ti dico che ti amo
ma se ci togli anche l'amore, dopo averci tolto tutto, dove andiamo?”

La manifestazione vedrà sfilare per le strade del Festival le storie delle persone LGBT, dei loro amici e delle loro famiglie, attraverso una partecipazione gioiosa e ben visibile, con canti e balli sulle note delle molte canzoni italiane che raccontano amori omosessuali.
Il movimento LGBT torna a manifestare nella città dei fiori dopo 37 anni: si svolse proprio a Saremo infatti il 5 aprile 1972 la prima manifestazione gay italiana della storia, nata per contestare le posizioni anti-scientifiche di un congresso di sessuologia.
Sarà un momento per riaffermare tutti assieme la nostra dignità e per rispondere ai personaggi pubblici di ogni sorta che sulla nostra pelle cercano di fare ascolti, introducendo nel nostro paese argomenti che in altri paesi fanno sobbalzare dalle sedie governanti di tutti i colori politici.
Il nostro esserci significa affermare con allegria, che l'armonia sono i tanti colori, il pluralismo, le differenze. Saremo in piazza, gay, lesbiche, bisessuali, trans, etero, donne e uomini da tutta Italia, per ribadire che il vero amore non ha confini e non si fa intimorire dall'oscurità del fanatismo religioso e politico.
Ecco il programma completo della manifestazione che prevede una rassegna di eventi nell’arco di 3 giorni nella provincia di Imperia.

Giovedì 19 febbraio 2009 – ore 11.00
Sanremo (IM) - Sala Federazione Operaia, via Corradi 47
(a 300 metri dal Teatro Ariston)

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE
Parteciperanno:
Rita De Santis, presidente nazionale Agedo
Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay
Walter Massa, presidenza nazionale Arci
Francesca Polo, presidente nazionale ArciLesbica
Giuseppina La Delfa, presidente nazionale Famiglie Arcobaleno
Novena, gruppo musicale www.myspace.com/novena
Giovedì 19  febbraio 2009 – ore 21.00
Imperia - Circolo Arci Camalli, Via Bastioni di Mezzo, Oneglia

Presentazione del libro di Franco Grillini “Ecce Omo - 25 anni di rivoluzione gentile”
Parteciperà l’autore
Venerdi 20 febbraio 2009 - ore 18.30
Sanremo (IM) - Libreria Mondadori

Presentazione del libro di Maura Chiulli “Piacere Maria - Aiutatemi a dire che l'omosessualità non è una malattia”
Parteciperanno:
l’autrice Maura Chiulli
Riccardo Gottardi, segretario nazionale Arcigay
Alixia Patri, CGIL Scuola
Rita De Santis, presidente nazionale Agedo
Sabato 21 febbraio 2009 – ore 15.00
Sanremo (IM)

SE M’INNAMORO
Manifestazione nazionale per la dignità di tutte e tutti
Corteo festoso per le Strade del Festival
Concentramento ore 15.00 Corso Trento e Trieste (inizio pista ciclabile)
Partenza corteo ore 15.30 che proseguirà per:
Corso Raimondo
Zampillo di Via Roma
Via Nino Bixio
Lungomare Italo Calvino
Arrivo in Piazzale Carlo Dapporto
Festa di piazza fino alle ore 19.00

***
Agedo – Associazione Genitori di Omosessuali
Arcigay, Associazione Lesbica e Gay Italiana
ArciLesbica – Associazione nazionale
Arci – Nuova Associazione Liguria
Arci – Nuova Associazione Imperia
Famiglie Arcobaleno – Associazione genitori omosessuali

Martedì, 17 Febbraio, 2009 - 17:40

Sul caso Conchetta il Comune risponda

Vediamo il contesto e analizziamolo, fuori da ogni portata di strumentalizzazione che può insanamente nascere e che ha caratterizzato alcune dichiarazioni degli ultimi giorni da parte di alcuni amministratori.
Il Conchetta esiste ormai da decenni, è dotato di una libreria ricca di opere e di saggi, punto di incontro per discussioni e dibattiti pubblici: è uno spazio aperto, contaminante, adeguato. Questa presenza non ha mai, dico mai, comportato una manifestazione di infastidimento e di avversione da parte della cittadinanza residente: se per infastidimento si intende semplicemente il rumore arrecato a causa dei concerti, vorrei solamente sottolineare, anche alla luce dell'ultimo Piano di Azzonamento Acustico, che il contesto sociale e urbano dove il Cox18 si inserisce è già soggetto a serate in cui il rumore derivante dai vicini locali è abbastanza sostenuto: gli avventori dei bar e dei pub determinano un incremento alquanto cospicuo dell'inquinamento, se così possiamo definirlo, acustico della zona, tanto che, ormai, la zona dei Navigli nel suo complesso sembra più una cittadella del divertimento, pur essendo residenziale.
Ma il pretesto del rumore e dell'inquinamento acustico è veramente paradossale in una città che soffre da anni di inquinamento acustico derivante da una presenza intensa del traffico autoveicolare, dato che lo sviluppo viabilistico è nato e prosegue ponendo il mezzo privato al centro delle opere varie e costose che l'amministrazione intende affrontare, vedi il piano parcheggi. 
Dunque: nessun problema riguardante la convivenza sociale e pacifica nel quartiere. Anzi possiamo dire che il Conchetta è stato autore di mobilitazioni che riguardavano la vita del quartiere, promuovendo incontri e manifestazioni per la difesa del caratter epubblico e della sua gestione pubblica del patrimonio urbanistico e civico della zona. La promozione del territorio nasce con la partecipazione e non possiamo assolutamente affermare che questo elemento il Cox18 non lo abbia perseguito a fondo e puntualmente, diventando parte attrice in un contesto aggredito da interessi speculativi ed edilizi molto ampi. 
Il Cox18 ospita un archivio, Primo Moroni, che, a detta dello stesso Assessore alla cultura, Finazzer Flory, appartiene a tutti senza incedere in opportunistiche visioni di faziosità ideologica, direi di stampo securitario, come manifestate da altri amministratori comunali, colleghi di Finazzer Flory. 
Ancora una volta il Comune di Milano e la sua amministrazione ha palesato un fallimento nella gestione della questione. Il fallimento e l'incapacità ha riportato lo stesso clima che si era creato nel 1993 all'insediamento della Giunta Formentini, dove si provvide a voler sgomberare il Leonacavallo. In quella occasione, però, il dialogo divenne necessario, in quanto il Centro Sociale era una realtà autonoma e viva, che non poteva essere sfrattata, riconoscendone la portata e la qualità pubblica e culturale, sociale e aggregativa che immetteva nel territorio comunale e nel suo tessuto civico. 
Il Comune di Milano, si legge dalle dichiarazioni dei legali del Comune, non ha avuto partita nella questione. Ma mi domando perchè il Comune non abbia saputo, invece, sviluppare un confronto attivo e dinamico che sapesse fare convergere due esigenze: la necessità di legalità e la necessità di preservare questo patrimonio sociale e aggregativo pubblico. 
Si parla di usucapione da parte dei possessori degli spazi del Conchetta: ma questo diritto viene negato dalla stessa amministrazione che procede in giudizio contro i possessori considerandoli occupanti abusivi. La questione non è puramente giudiziaria. Ha contorni giudiziari, questo è vero, essendoci due ricorsi e due procedimenti. Ma non può essere liquidata come tema di interesse esclusivamente della Magistratura, che deve procedere nella sua autonomia e nella sua indipendenza, chiaramente, a verificare i diritti e i doveri reciproci esistenti tra i due soggetti contendenti. 
La questione è politica a parere del sottoscritto, che di politica si interessa essendo consigliere di una zona a Milano. 
Come è anche importante sottolineare che il fatto di dichiarare che il Comune non abbia manifestato interesse a promuovere una via risolutiva condivisa del contenzioso, che ha generato tensione e conflittualità, testimoni semplicemente che l'amministrazione non ha saputo farsi interpete di un'esigenza diffusa sul territorio, ossia reperire spazi dove la cultura e il confronto attivo e dinamico tra generazioni, etnie diverse possa esplicarsi senza entrare necessariamente in contrasto con il territorio e le sue esigenze. Il Comune ha agito per nome del Vicesindaco De Corato solamente come fosse un attore privato che si vede depodestato dal proprio patrimonio, occupato da altre persone, con cui incorrere un'azione giudiziaria e contro cui chiamare e sollecitare l'intervento della Polizia e della Prefettura, finalizzato allo sgombero dei locali. La logica è questa: la proprietà è mia, chi la occupa se ne deve andare. E' una massima, questa, che porta  generare visioni e logiche a parere del sottoscritto pericolose e miopi. 
La proprietà è del Comune, ma è anche della cittadinanza residente e non residente, è patrimonio pubblico e non proprietà privata. Il caso è politico proprio per questo e non puramente risolvibile con la semplice applicazione del diritto privato, civile, considerando questioni soggettive e individuali. 
Cosa avrebbe dovuto, quindi, fare il Comune? Avrebbe dovuto interloquire con il Centro Sociale Conchetta, che da anni vive lo spazio e lo promuove come luogo pubblico e aperto, con i residenti, con la società civile, addivenendo a una composizione degli interessi che non sono discordanti e che mirano a valorizzare il patrimonio comunale in vista di una sua utilizzazione per necessità ed esigenze sociali e collettive. 
Mi viene una domanda: ma come mai il Comune è molto interessato affinchè quell'area, che trova in essere un patrimonio storico vivo, come testimonia l'assessore Finazzer Flory, venga sgomberata? Esistono già in essere alcuni progetti che ineriscono quell'area? E se esistono e sussistono con chi sono stati definiti? Quale è la portata dei progetti? Si tratta di proposte edilizie?
Lo sgombero forzato e improvviso è, a parere mio, un atto di prevaricazione: non discuto l'attività della Polizia e della Prefettura, ma discuto politicamente l'inesistenza di un confronto attivo tra le parti interessate che solo l'amministrazione comunale avrebbe dovuto favorire, anticipando e prevenendo conflitti insanabili.
Mi domando, poi, come possa essere, invece, tollerabile il fatto che l'amministrazione avesse favorito, se non addirittura accelerato, la richiesta di uno spazio pubblico a Cuore Nero, essendo palese che la presenza di un centro di stampo xenofobo e promuovente attività di natura neofascista e negazionista, avesse avuto una seria e coerente manifestazione di contrasto e di opposizione democratica da parte della cittadinanza residente, che si è mobilitata diverse volte contro l'apertura di uno spazio gestito da coloro che fanno dell'apologia di fascismo la propria finalità assoluta.
Chi istiga la violenza, l'odio razziale e si fa promotore di apologia di fascismo, a parere del sottoscritto e di tutto l'ordinamento costituzionale, non può avere nella nostra Repubblica diritto di cittadinanza. La discussione rimane, pertanto, aperta e si basa sulla preoccupante presa d'atto di un atteggiamento e di una politica dai due pesi e dalle due misure  definita dall'amministrazione.
Su questo esigerei risposta da parte del Vicesidnaco e dell'amministrazione comunale, essendo convinto che la presenza di Cuore Nero in città genererà inevitabilmente una situazione di conflittualità, spesso insanabile e dirompente per la pacifica convivenza sociale della nostra città.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

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