.: Eventi

« Aprile 2024
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          

.: Categorie

.: Ultimi 5 commenti

.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Mercoledì, 9 Aprile, 2008 - 12:53

Obbiettivo raggiunto per la legge sul disarmo nucleare...

Obbiettivo raggiunto per la legge di iniziativa popolare sul disarmo nucleare
sabato 29 marzo 2008

Comments Image
Photo Image Sharing

Il 28 Marzo 2007 sono state depositate alla Camera dei Deputati 67.248 firme valide per la proposta di legge "Un Futuro senza Atomiche".
Le firme raccolte sono in realtà molte di più: ad oggi oltre 70.000 e continuano ad arrivare.
La Campagna, iniziata nell'ottobre 2007 per promuovere una legge di iniziativa popolare che dichiari l'Italia zona libera da armi nucleari, intanto continua: Non appena si saranno insediate le nuove Camere uscite dall'elezione di aprile la nostra proposta di legge sarà protocollata con un nuovo numero e comincerà il suo percorso. Inoltre verrà inviata una lettera individuale a ciascun parlamentare e ogni comitato potrà contattare gli eletti della propria zona, rafforzando la richiesta di sostegno alla legge.

Altre informazioni nel sito: www.unfuturosenzato miche.org

Friends Image
Photo Image Sharing

gruppo umanista davanti ambasciata USA a Milano presidio fatto nel 2007.

Sabato, 29 Marzo, 2008 - 23:28

Manifestazione a Taranto "Ambiente"

Oggi è nato un nuovo potere a Taranto: l'opinione pubblica ambientale.
Finalmente migliaia di persone per le strade: una incredibile voglia di
cambiamento ha contagiato bambini, ragazzi e adulti. A manifestare
contro l'inquinamento,
assieme all'Associazione BAMBINI CONTRO
L'INQUINAMENTO, c'era la gente comune, quella che si chiede se stiamo
veramente mangiando formaggio o mozzarella alla diossina.
Da domani le Amministrazioni pubbliche e gli "inquinatori" non potranno
ignorare e men che meno deludere questo nuovo potere che sta nascendo
dalla società civile. Il neo assessore comunale all'ambiente, il dottor
Sebastiano Romeo, ha dichiarato che convocherà le Associazioni
ambientaliste il giorno 9 aprile. Sarà quella l'occasione per mettere
nero su bianco i passi concreti che l'Amministrazione civica farà per
rispondere alle aspettative della cittadinanza. PeaceLink riproporrà i
"dieci comandamenti" presentati in occasione del Convegno di
TarantoViva sulla "diossina nel sangue di tarantini". Tra essi,
la massima priorità va data a
      * "Ridurre la quantità totale annuale di diossine emessa dalla
        ciminiera E312 di Ilva",
      * "Effettuare nell'Ilva il monitoraggio in continuo dei POPs
        (Inquinanti Organici Persistenti), in particolare diossine e
        PCB", 
      * "Ridurre al minimo le emissioni diffuse di fumi e polveri
        contenenti inquinanti in tutta l'area a grande rischio
        ambientale",
      * "Estendere  il monitoraggio degli alimenti, del sangue e del
        latte materno",
      * "Porre limiti al pascolo nelle aree inquinate".
Confortati dalla straordinaria giornata di mobilitazione, ribadiamo che
per abbattere il mostruoso inquinamento che ci sovrasta serve un
progetto completo, con persone autorevoli e competenze di alto livello.
La strada imboccata dall'Arpa Puglia ci dà fiducia. Ma, attenzione, da
ora in poi la fiducia non va più riposta nelle promesse di "buona
volontà" delle aziende. Associazioni e movimenti stanno facendo la loro
parte, da apripista, ora tocca alle Istituzioni garantire che a Taranto
non si mangi più "pane e diossina". Occorre punire i "politici alla
diossina". Invitiamo i cittadini a non votare più quei partiti che sono
scesi a compromessi con gli inquinantori. Norme permissive e sciagurate
omissioni in campo ambientale hanno portato Taranto sull'orlo del
baratro sanitario. Adesso basta: non votiamoli più.

 
Per PeaceLink

Biagio De Marzo
Alessandro Marescotti
http://www.peacelink.it
http://www.tarantosociale.org

E' nato un nuovo potere a Taranto: l'opinione pubblica ambientale

Da domani le Amministrazioni pubbliche e gli "inquinatori" non potranno ignorare e men che meno deludere questo nuovo potere che sta nascendo dalla società civile. Associazioni e movimenti stanno facendo la loro parte, da apripista, ora tocca alle Istituzioni garantire che a Taranto non si mangi più "pane e diossina". Occorre punire i "politici alla diossina". Invitiamo i cittadini a non votare più quei partiti che sono scesi a compromessi con gli inquinantori.
29 marzo 2008 - Biagio De Marzo, Alessandro Marescotti (Peacelink)
- Oggi è nato un nuovo potere a Taranto: l'opinione pubblica ambientale. Finalmente migliaia di persone per le strade: una incredibile voglia di cambiamento ha contagiato bambini, ragazzi e adulti. A manifestare contro l'inquinamento, assieme all'Associazione BAMBINI CONTRO L'INQUINAMENTO, c'era la gente comune, quella che si chiede se stiamo veramente mangiando formaggio o mozzarella alla diossina.
Da domani le Amministrazioni pubbliche e gli "inquinatori" non potranno ignorare e men che meno deludere questo nuovo potere che sta nascendo dalla società civile. Il neo assessore comunale all'ambiente, il dottor Sebastiano Romeo, ha dichiarato che convocherà le Associazioni ambientaliste il giorno 9 aprile.
Sarà quella l'occasione per mettere nero su bianco i passi concreti che l'Amministrazione civica farà per rispondere alle aspettative della cittadinanza.
PeaceLink riproporrà i "dieci comandamenti" presentati in occasione del Convegno di TarantoViva sulla "diossina nel sangue di tarantini". Tra essi, la massima priorità va data a
  • Ridurre la quantità totale annuale di diossine emessa dalla ciminiera E312 di Ilva",
  • Effettuare nell'Ilva il monitoraggio in continuo dei POPs (Inquinanti Organici Persistenti), in particolare diossine e PCB",
  • Ridurre al minimo le emissioni diffuse di fumi e polveri contenenti inquinanti in tutta l'area a grande rischio ambientale",
  • Estendere il monitoraggio degli alimenti, del sangue e del latte materno",
  • Porre limiti al pascolo nelle aree inquinate".
    Confortati dalla straordinaria giornata di mobilitazione, ribadiamo che per abbattere il mostruoso inquinamento che ci sovrasta serve un progetto completo, con persone autorevoli e competenze di alto livello. La strada imboccata dall'Arpa Puglia ci dà fiducia. Ma, attenzione, da ora in poi la fiducia non va più riposta nelle promesse di "buona volontà" delle aziende.
    Associazioni e movimenti stanno facendo la loro parte, da apripista, ora tocca alle Istituzioni garantire che a Taranto non si mangi più "pane e diossina". Occorre punire i "politici alla diossina". Invitiamo i cittadini a non votare più quei partiti che sono scesi a compromessi con gli inquinantori. Norme permissive e sciagurate omissioni in campo ambientale hanno portato Taranto sull'orlo del baratro sanitario. Adesso basta: non votiamoli più.
    - - -

  • Sabato, 29 Marzo, 2008 - 23:16

    Tomas Hirsch La fine della preistoria


    TOMÁS HIRSCH

    LA FINE DELLA PREISTORIA

    Un cammino verso la libertà

    PREFAZIONE DI EVO MORALES,
    PRESIDENTE DELLA BOLIVIA

    Formato 14 X 21 | pagg. 208 | 14,00 € | Dal 14 aprile in libreria | ISBN 978-88-89091-53-5

    “Che lo sappiamo o no, il nostro destino dipende dal destino del sistema di cui facciamo parte e non il contrario. È come se fossimo a bordo di un treno diretto verso un precipizio; non è spostando i sedili all’interno dei vagoni che eviteremo l’incidente. Per questo dobbiamo arrestare il convoglio o cambiare la sua direzione di marcia”.

    In questo libro, Tomás Hirsch esamina un pianeta la cui situazione non consente più di pensare in termini isolazionisti o campanilisti. È una situazione caotica, pericolosa e profondamente iniqua che sta conducendo l’umanità verso guerre, crisi energetiche e impoverimento generalizzato. L’autore definisce la situazione mondiale come la crisi terminale legata alla fine dell’attuale civiltà materialista, mette in guardia sulla minaccia costituita dal suo crollo ed elabora proposte per evitare un collasso che potrebbe assumere caratteristiche traumatiche, soprattutto per i gruppi sociali più svantaggiati.

    La sfida dei popoli è prendere atto della direzione presa dalla globalizzazione e dal modello neoliberista, riprendersi il potere che troppo a lungo è stato delegato a “capi” e “leader” che non rappresentavano la base, operando un cambiamento a partire dal basso, dalle comunità locali.

    Sin dall’inizio del saggio, Hirsch indaga sulle radici della violenza che permea tutto il sistema sociale. “La violenza fisica, razziale, religiosa, psicologica, sessuale e soprattutto economica, derivata dall’ingiustizia sociale e dalla disuguaglianza di diritti e opportunità, è arrivata fino al presente come un sinistro lascito. È possibile sradicare una volta per tutte la maledizione della violenza dalle società umane?”. Sì, è possibile, nonostante finora i movimenti politici e le minoranze arroccate al potere si siano mossi per sfruttare tale violenza anziché debellarla. Con un occhio di riguardo alla situazione latinoamericana, Hirsch denuncia situazioni di dittatura politica ma soprattutto economica, all’interno delle quali i popoli vengono ridotti in uno stato di schiavitù. Da qui – dal basso, dal micro, dall’individuo - deve nascere e svilupparsi il cambiamento, la rinascita che porrà al centro l’uomo, i suoi diritti e le sue esigenze primarie e getterà le basi di un nuovo rapporto tra capitale e lavoro, rivalutando l’importanza e la dignità produttiva dei lavoratori.

    L’inversione di rotta non potrà venire dalle destre, ma nemmeno dalle sinistre totalitarie. Quando “Mao lanciò la rivoluzione culturale, disse: ‘Che mille fiori fioriscano’. Lo slogan suonava bene, però poi si affrettarono a precisare che tutti i fiori dovevano essere uguali”. Questo appiattimento annulla l’umanità, che non è fatta di assoluti, ma di sfumature e diversità. Il riscatto dei popoli non è utopico poiché la rivolta alla subordinazione è profondamente insita nell’essere umano. L’uomo anela alla libertà e a imprigionarlo ora non sono soltanto i limiti naturali, verso i quali da sempre si ribella, ma anche i giganteschi ingranaggi bellici e di potere.

    Sta apparendo all’orizzonte un’ondata nuova, destinata a riscrivere la storia; appaiono le prime avvisaglie di un cambiamento epocale nel segno della nonviolenza che unirà elementi sociali e spirituali e segnerà la fine della preistoria violenta.

    Tomás Hirsch (Santiago del Cile, 1956) è stato tra i fondatori del Partito Umanista, il primo partito legalizzato in Cile come strumento di lotta nonviolenta contro la dittatura di Pinochet.
    Tutta la sua azione politica e sociale si ispira al pensiero di Mario Rodriguez Cobos, detto Silo, che Tomas Hirsch riconosce come sua guida spirituale da quando ha conosciuto il suo messaggio, all’inizio degli anni Settanta.
    Tra il 1990 e il 1992 ha rappresentato il primo governo post-dittatura come ambasciatore cileno in Nuova Zelanda. È stato candidato alla Presidenza della Repubblica nelle elezioni del 1999 come rappresentante del Partito Umanista e nel 2005 a nome di Juntos Podemos Mas, la più amplia alleanza della sinistra cilena dai tempi di Allende,
    Da allora Tomas Hirsch è diventato un personaggio noto e riconosciuto in tutta l’America Latina, ha partecipato a forum e incontri con presidenti come Lula, Ortega, Chavez e Morales. Con quest’ultimo ha stabilito una relazione di vicinanza e appoggio reciproco, rafforzata dalla presenza di Evo Morales al Secondo Forum Latinoamericano, svoltosi a La Paz nel novembre del 2007 e dalla stesura della prefazione di questo libro. Tomas Hirsch è inoltre l’unico politico cileno a sostenere la rivendicazione di uno sbocco al mare avanzata dalla Bolivia nei confronti del Cile.

    Per informazioni, materiali e copie in lettura rivolgersi a :
    Laura Nava
    Ufficio stampa - Nuovi Mondi
    +39.059.412. 607, cell.+39. 340.3094318
    e-mail: nava@nuovimondi.info - ufficiostampa@nuovimondi.info

    Mercoledì, 19 Marzo, 2008 - 13:29

    Presidio a Milano ore 16,30 Pzza della Scala per Tibet

    PRESIDIO A MILANO IL 20 MARZO ORE 16,30 IN pzza  della  Scala  PER TIBET

    In solidarietà alla protesta dei monaci e della popolazione
    tibetana, il
    Partito Umanista appoggia
    il presidio
    di protesta…

    Anteprima immagine

    ..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /.Image Hosting by Picoodle.com' /...Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /....Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /.Image Hosting by Picoodle.com' /...Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /.Image Hosting by Picoodle.com' /...Image Hosting by Picoodle.com' /....Image Hosting by Picoodle.com' /.

    .................................................

    Martedì, 18 Marzo, 2008 - 11:06

    Solidarietà con la protesta in Tibet.

                     Image Hosting by Picoodle.com' /        Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /....Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..

    Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /......Image Hosting by Picoodle.com' /.Image Hosting by Picoodle.com' /...Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /..Image Hosting by Picoodle.com' /.Image Hosting by Picoodle.com' /...Image Hosting by Picoodle.com' /....Image Hosting by Picoodle.com' /.

    Dopo le proteste dei monaci e della popolazione birmana represse nel
    sangue pochi mesi fa, assistiamo di nuovo alla mobilitazione di un
    popolo, quello tibetano, oppresso da cinquant’anni di vessazioni e
    discriminazioni da parte della Cina. E purtroppo la risposta è ancora
    brutale: carri armati per le strade, caccia all’uomo, morti e feriti,
    oscuramento dell’informazione.

    *Chiediamo al governo cinese le seguenti misure:*

    *- *Fine immediata della repressione delle proteste pacifiche

    - Ritiro dell’ultimatum ai manifestanti

    - Ripresa immediata dei negoziati con i rappresentanti del Dalai Lama,
    per arrivare al più presto ad una soluzione accettabile da entrambe le
    parti.

    *A livello internazionale chiediamo:*

    - l’invio di osservatori che documentino, denuncino e fermino le
    continue violazioni dei diritti umani in atto in Tibet

    - la pressione sul governo cinese affinché fermi la repressione e
    intavoli i negoziati.

    - la minaccia di arrivare al boicottaggio delle Olimpiadi, se la Cina
    non adotterà le misure richieste.

    Partito Umanista

    Lunedì, 17 Marzo, 2008 - 11:36

    No War Day, Denuncia e impegno


    "No War Day", denuncia e impegno

    ...Alla fine, sabato scorso, anche il clima si è arreso. Ha accettato, in un certo senso, la sfida della pace e le nubi sono rimaste in un cantuccio, giusto un po' imbronciate, temendo la solarità dei nostri volti dialoganti. Ma senza colpo ferire.
    Avevamo pure subìto un imprevisto spostamento, per lasciar spazio ai banchini della Destra e della Lega. Ma piazza Cordusio, dove s'intreccia la Milano venusta del "Brolett" col nascente rampantismo del primo Credito, assumeva forse un valore ancor più simbolico per la nostra sbandata e ondosa allegria. Si respirava un che d'eterno nei nostri occhi. Sentirsi dire che un domani, nei libri di storia, non si studieranno solo le Crociate e le conquiste, ma anche e soprattutto i simboli "NO WAR", non Carlo V o le bombe intelligenti bensì Gandhi, King, Silo, Yunus... ci ha riempiti d'un sano orgoglio. Perché solo così abbiamo avvertito la percezione d'un futuro più tenero e dolce.
    Un grazie agli amici di Mondo Senza Guerre, organizzatori dell'evento, del Partito umanista, del Centro delle Culture, Guerre & Pace, No Dal Molin, Amici di Beppe Grillo e tanti sconosciuti passanti che pian piano, incuriositi dallo strano messaggio e vincendo l'iniziale esitazione, si sono uniti al nostro variopinto gruppo.
    Credo sia opportuno lasciar la parola a loro. Anche perché sono fra i pochissimi che riescono a dibattere senza annoiare.

    Intervento di Alessandro Di Falco, Partito umanista (per questo e altri, cfr. anche il seguente video , n.d.r.)
    Ringrazio gli amici di Mondo Senza Guerre e del Movimento umanista che mi hanno dato la possibilità di intervenire a questo evento pubblico, uno tra i molti che la gente di buon cuore sta mettendo in atto in diverse parti del mondo in questi giorni.

    L’11 settembre 2001 un attentato terroristico causò la morte di 3.000 civili, in larga parte americani. Probabilmente, lo stesso giorno, qualche altro americano moriva perché privo dell’assistenza sanitaria, qualche altro veniva ucciso da un connazionale con un’arma da fuoco, qualche altro modernamente “giustiziato”, a migliaia venivano licenziati per mantenere libero il mercato, e così via...

    Larga parte della popolazione mondiale, lo stesso giorno, pativa la fame, la sete, le malattie e ne moriva... Palestinesi si armavano o si promettevano al martirio e israeliani si adoperavano per martirizzare, morendone entrambi... e così via... insomma, un giorno di ordinaria amministrazione per molti e di buoni affari per pochi.

    Però, da quel giorno in poi, si fece insistente la voce che era necessaria una guerra, una guerra per porre fine a questa scocciante minaccia che è il terrorismo e vivere finalmente secondo il modello occidentale. “L’unico modello! Democratico! Libero! E in definitiva il migliore. La guerra! La risposta alle barbarie!”.

    Fu così che si invase l’Afghanistan, poi l’Iraq. Nel 2004 quella guerra arrivò anche in Europa, prima a Madrid e poi a Londra. Un’Europa che ancora si domandava incredula sulla guerra dei primi anni Novanta nella ex-Jugoslavia.

    Ma la buona gente non ci stava, manifestava, a milioni scesero in piazza opponendosi a questa logica dell’occhio per occhio, sapendo bene che, in definitiva, dalla violenza non nascerà mai la pace.
    E allora iniziarono a cercare di convincere queste persone che ci sono guerre e guerre, tutte brutte, per carità... alcune però necessarie... E allora per darcela a bere parlarono di guerra lampo: “Ti faccio male ma smetto subito”; di guerra chirurgica: “Ti asporto il male di netto e passa tutto”... salvo poi dimenticarsi le pinze nell’addome! Guerra umanitaria! “Ora sì che abbiamo ragione di farla questa guerra!”, vogliono farci credere,...è umanitaria! “A fin di bene ti massacro, e se mi riesce ti rianimo, se poi muori, mi spiace...tanto, lo giuro”.

    E missili, e proiettili intelligenti, quelli che uccidono subito e solo i cattivi... ma provocano il cancro a distanza di anni... anche a chi li ha usati! Davvero troppo intelligenti!

    E ora ci parlano di armi nucleari...

    Armi nucleari?!? ...ma non era un capitolo chiuso negli anni ‘80?
    Ma a chi vogliono fare paura? Ai cosiddetti “cattivi”? A chi desidera la pace per sé e per gli altri? Forse a tutti...

    In questi giorni non si sente parlare che di vita. Si fa a gara a chi la difende di più. E di sicurezza... Telecamere, più polizia, più armi, pene più severe!

    MA DI QUALE SICUREZZA CI PARLANO? DI QUALE VITA? LA NOSTRA O LA LORO?

    Di certo con una legge elettorale come questa la loro di vita la difendono benissimo, ed è molto più sicura! La domanda è: fino a quando?

    Il Partito umanista esiste dagli ‘80, e quando e dove ha potuto si è presentato alle elezioni perché nel voto si potesse esprimere un’opportunità non-violenta alla disastrosa direzione degli avvenimenti.

    Piccolo partito, ci dicono... E’ vero, ma che possibilità ha di esprimersi e crescere? Soprattutto, con quelli grandi, ce la passiamo forse meglio?

    Utopici. Questo, a dir la verità, ce lo dicono un po’ meno oggi...

    I sognatori siamo noi o chi crede che il prezzo che dovrà pagare a questo sistema andrà diminuendo giorno dopo giorno, stando a guardare?

    Sanità ed educazione gratuita e di buon livello per tutti è quello che chiedevamo e chiediamo. Una democrazia partecipativa dove venga chiesto alle persone se vogliono partecipare ad una guerra o preferiscono dare un’opportunità alla pace.

    Dove alle gente venga chiesto se ha più bisogno di una base militare o di non pagare le tasse universitarie. Se ha più bisogno di nuovi aerei da guerra piuttosto che di insegnanti e asili. Dove venga chiesto se vuole più gente armata o se preferisce più personale sanitario.
    Dove, in definitiva, si possa esprimere la libera scelta di ogni individuo di decidere della propria vita.
    Questa è per noi una politica di pace.
    Molte grazie.
    Daniela  Tuscano.
    Mercoledì, 12 Marzo, 2008 - 14:22

    Diamo un'opportunità alla pace!

    Appello a tutte le forza politiche che partecipano alle prossime elezioni
    e che credono alla pace e alla nonviolenza

     
     
    Il 15 marzo in tutto il mondo la gente chiederà:
    DIAMO UN’OPPORTUNITÀ ALLA PACE!
               
    In occasione del quinto anniversario dall’invasione dell’Iraq, in tutto il mondo il Movimento Umanista e tutte le associazioni che aderiscono agli ideali di pace e nonviolenza si danno appuntamento: dalla Spagna, all’Argentina, dalla Guinea all’India, da New York a Praga, da Roma a Istambul per manifestare nella settimana dal 15 al 22 marzo per :
     
    -          la restituzione dei territori occupati
    -          il ritiro delle truppe d’invasione
    -          lo smantellamento degli arsenali nucleari  
     
    Giorgio Schultze, portavoce europeo del Nuovo Umanesimo, spiega così lo spirito della manifestazione: “Il 19 marzo di cinque anni fa, gli Stati Uniti attaccarono l’Iraq per la prima volta, portando la morte a circa un milione di persone. Questa guerra preventiva, mai autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, né dalla comunità internazionale, ha segnato una svolta negativa nella politica internazionale. Oggi si parla apertamente di attacco nucleare preventivo in Iraq. Centinaia di migliaia di dollari dei contribuenti vengono spesi in armamenti quando quelli già esistenti sono in grado di distruggere la terra per ben 25 volte. La gente non vuole questa pazzia. Il 15 marzo, da tutto il pianeta inizierà a sentirsi un clamore che dice: diamo un’opportunità alla pace!”
     
    Sabato 15 marzo alle ore 15.30 in Via Dante angolo Piazza Cordusio verrà composta la scritta
    “NO WAR” per manifestare la ferma volontà di non dimenticare le ingiustizie e i tragici eventi a cui il conflitto iniziato cinque anni fa ha dato vita. La scritta verrà composta da centinaia di cartoncini bianchi, sorretti dai manifestanti, e verranno effettuate foto aeree della scritta.
    Nel corso della giornata, sono previsti interventi di personalità attive nel campo della pace e del
    disarmo e la presenza di tavolini di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che dichiari
    ”l’Italia zona libera da armi nucleari” (www.unfuturosenzatomiche.org)
     
    Invitiamo le forza politiche che partecipano alle prossime elezioni che credono alla pace e alla nonviolenza ad aderire e partecipare a questo evento e proclamare il proprio impegno da portare al governo qualora venissero eletti.
     
     
     
    La manifestazione è stata promossa dal Movimento Umanista, aderiscono Europe for Peace, Partito Umanista, Centro delle Culture, Mondo Senza Guerre, La Comunità per lo Sviluppo Umano e numerose altre associazioni pacifiste

    Martedì, 11 Marzo, 2008 - 20:44

    La salvezza fuori dal tempio di Daniela Tuscano


    martedì 11 marzo 2008

    La salvezza fuori dal tempio

    Stavolta non ho potuto onorare l'appuntamento della domenica, ma è pur vero che non si può ingabbiare il tempo nella tirannia d'un orologio. Meglio così: quest'annuncio "traslato", che lascerò in prima pagina fino al week-end, otterrà l'attenzione che merita.

    Al tramonto della sua esistenza don Milani aveva profetizzato che Dio, stanco della nostra incredulità e della bestemmia del nome cristiano, sarebbe risorto in Estremo Oriente. E quando alludo a incredulità e nome cristiano non parlo solo della "progredita" Europa, anche perché, a scorno di quanto farfuglia qualche ateo devoto, il cristianesimo è nato in un luogo e in una cultura opposti a quella occidentale.
    Ma non si tratta di luoghi geografici, quanto dell'anima. E allora, se guardiamo all'anima,
    i seguaci delle "religioni del Libro" non stanno rimediando un'ottima figura. A un viceministro israeliano scappa una simpatica battuta, invocando nientemente che una Shoah per i palestinesi - qui la bestemmia della memoria, anzi, della Memoria, si fa più stridente e diabolica; dal canto loro, i palestinesi rispondono organizzando una strage di studenti ebrei in una scuola rabbinica. Ritorna il sangue di Caino, che a quanto risulta non è mai sazio.
    Qui da noi, nei nostri blindati e opulenti paraggi, la guerra è passata di moda. La gente è stufa. Vero. Ma, di solito, quando la gente si stufa di una cosa, non si insiste nel propinargliela. In questo caso ne hanno ideata un'altra: anche perché ogni abbandono comporta le sue fatiche, e soprattutto i suoi costi. A 23 miliardi e 352 milioni (dati della Finanziaria 2008) non si rinuncia a cuor leggero. Molto più pratico, ed economico, smettere di parlarne; e nella "civiltà" dell'immagine, lo sappiamo, se di un problema non si discute, significa che quel problema non esiste. Anche se poi, di straforo, i politici di entrambi gli schieramenti lo assicurano, quasi a farne un punto d'onore: se vinciamo, le missioni di pace (=militari) continueranno. In nome della giustizia, della solidarietà, del dialogo e del rispetto: s'intende.
    Se Dio ha voltato lo sguardo da qualche altra parte, posandosi magari sui monaci tibetani a cui padre Marinetti ha dedicato una commossa lettera (cfr. commento n° 1), sarebbe un po' da capire. Non è la Quaresima che si aspetta, non penso gli piaccia essere trattato ancora da povero cristo.
    Ma non ci lascia mai del tutto soli. Anche se ce lo meriteremmo. Qualche voce nel deserto delle metropoli torna a risuonare, per gridare "Basta", non solo a parole. Sabato prossimo Mondo Senza Guerre organizza infatti un grande ritrovo a Milano, Roma, Torino, Formia per creare un immenso simbolo della pace coi nostri corpi e il nostro sorriso. Per ricordare e ammonire. Per dimostrare che ci siamo, con la nostra fisicità e la nostra voglia di vivere e di sperare. Per indicare che no, non ci avranno.
    L'appuntamento ambrosiano è previsto per le 15.30 in via Dante, poi si snoderà verso il Duomo, dove resteremo fino alle 18 circa.
    E' più di un gesto simbolico. E' una denuncia. E' ricordare che, se ci si lamenta per il carovita, la responsabilità si trova anche e soprattutto nello "scontro di civiltà". Chiamare le cose col proprio nome. Sì, sì; no, no. Il resto viene dal Maligno. Niente di più stringente. Nulla di più carnale.
    ***
    QUARESIMA DI FRATERNITA' A BRESSO. Daniel Duaz Ibarra è l'ideatore e il fondatore di FUNDAVIDA, un'opera formata da soli argentini, che si occupa di seguire e dare un'educazione cristiana ai bambini semza famiglia del paese di Media Agua e dintorni. Daniel è attualmente in Italia.
    Pubblicato da daniela tuscano

     

    il soldato che non voleva la guerra

    Guerriero che in terra straniera
    porti la gloria

    sangue non vuoi spargere
    ma armi indossi con
    falsa divisa.

    Intero premio del tuo valore
    m’inchino!

    Indifferenza dono a
    miserabili generali
    con capo avvolto
    senz’ anima
    e che il cuor venduto
    al poter sovrano!

    Che storia sia!

    Con occhi ardenti t’osservo
    fra braccia mie voglio stringerti
    al tuo ritorno
    gioendo alla sorte di
    vera libertà ottenuta.

    by donatella camatta

    Allegato Descrizione
    t_15marzom_a043779.jpg
    14.23 KB
    Domenica, 9 Marzo, 2008 - 12:14

    Forum Europeo Umanista a Milano il 17-18-19 Ottobre 2008

    DSC 5261

    http://www.humanistforum.eu/


    Forum Europeo

    Milano 17.18.19 ottobre 2008

              "La Forza  della  Noviolenza"

    I governi europei sostengono di voler “promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei loro popoli“, ma poi partecipano alle guerre scatenate dagli Stati Uniti e non si oppongono alla nuova, folle corsa agli armamenti nucleari; lo scontro tra le culture è fomentato a detrimento del dialogo e della cooperazione, mentre si rafforzano i fanatismi e il razzismo; l'avidità e il miope egoismo dei potenti stanno distruggendo le risorse ambientali e il futuro delle giovani generazioni. I sogni di progresso, uguaglianza e sicurezza si sono tradotti in affari per pochi e in debiti per la maggioranza. Autoritarismo, manipolazione dell'opinione pubblica ed esclusione dei cittadini dalle decisioni sono prassi quotidiana nell’esercizio del potere.
    Coloro che governano il nostro continente non possono immaginare un futuro diverso da quello che consente loro la legge del mercato, alla quale restano incatenati. Essi ormai non rappresentano più i popoli d'Europa, nei quali sta cominciando a manifestarsi una nuova sensibilità.
    Esiste un movimento sociale nascente, che sta iniziando a prendere coscienza di se stesso. Questo movimento rifiuta la violenza, spinto da un forte impulso morale.
    Tale rifiuto implica non solo l’impegno contro tutte le forme di violenza, che stanno producendo dolore e sofferenza in Europa e nel mondo, ma anche la scelta della nonviolenza come metodologia d’azione.
    Nella crisi globale che sta attraversando l’umanità, la nonviolenza non è più soltanto una possibile alternativa, ma è una necessità. Non esiste altra via d’uscita per garantire la
    sopravvivenza e lo sviluppo dell’umanità e realizzare un mondo senza violenza.
    Il cammino verso la nonviolenza è un percorso intenzionale, che richiede un profondo cambiamento personale, la riconciliazione con se stessi e con gli altri, imparando a trattare gli altri come si vorrebbe essere trattati. A livello sociale, implica la ricerca di mezzi nuovi e creativi per risolvere i conflitti, nella prospettiva di superare completamente la violenza in tutte le sue forme di espressione.
    In questo contesto, è necessario creare ambiti di confluenza, interscambio e discussione
    per coloro che aspirano a mettere in moto un nuovo modello di sviluppo, che abbia come fondamento etico e come metodologia d’azione la nonviolenza attiva. Questi ambiti di incontro si apriranno alle forze sociali, politiche, economiche, gli intellettuali e a ogni persona che voglia coordinare azioni, definire progetti e rafforzare l’enorme potenza dell’azione nonviolenta.
    Nel Forum Umanista Europeo, che si terrà a Milano nell’ottobre del 2008, i popoli d'Europa si incontreranno per lavorare alla costruzione di un’Europa aperta al futuro, diversa, accogliente, nonviolenta e solidale, capace di aprire i nuovi orizzonti e i nuovi cammini che l’essere umano ha bisogno di percorrere e di dare il proprio apporto alla nascita della Nazione Umana Universale, la nuova civiltà planetaria libera dalla violenza.
    Il programma del forum, in via di definizione, prevede tavoli di lavoro su:
    • Economia alternativa
    • Anti-discriminazione
    • Diritti umani
    • Culture, migrazioni e cooperazione internazionale
    • Arte ed espressioni popolari
    • Ecologia e Ambiente
    • Pace e Disarmo
    • Sanità
    • Educazione
    • Mezzi di comunicazione
    • Movimento studentesco
    • Religiosità e spiritualità
    • Tecnologia digitale
    • Partiti politici
    • Nuove generazioni
    • La menzogna dell'informazione
    E inoltre seminari, conferenze, laboratori, dibattiti su temi di attualità, esposizioni, presentazioni di libri e film, eventi artistici e tutti i contributi che organizzazioni e singoli vorranno fornire
    • Luisa Morgantini Italy - Vice-president of the European Parliament
    • Giulietto Chiesa Italy . Member of the European Parliament
    • Giorgio Schultze Italy - Spokesperson for New Humanism in Europe
    • Jan Tamas Czech Republic - Spokesperson for the "No to the Bases" movement in the Czech Republic
    • Hans Kristensen USA - Director, Nuclear Information Project, Federation of American Scientists.
    • Angelo Baracca Italy - professor of physics at Florence University
    • Rita Borsellino Italy - Progetto L'altra Storia
    • Pina Grassi Italy - ADDIO PIZZO e Libero Futuro, Associazione antiracket Libero Grassi
    • Giovanni Impastato Italy - Associazione Peppino Impastato-Casa Memoria di Cinisi
    • Claudio Fragasso Italy - director
    • Noam Livne Israel - "refusnik" and anti-militarism activist
    • Giorgio Forti Italy - Network of Jews Against Occupation
    • Monica Czyza Spain - Center of Cultures of Barcelona
    • Mohammed Bakri Palestine - director and actor
    • Angelica Romano Italy - Peace, Disarmament and Demilitarization Committee, Naple
    Domenica, 9 Marzo, 2008 - 12:00

    NO Guerra 15 Marzo a Milano ore 15,30

    Cinque  anni dopo  l'invasione  dell' Iraq..

    IL PARLAMENTO LO CHIAMA  " MISSIONE DI PACE"


    Unisciti  alla  voce della Gente  chiede  Diritti, Dignità  fine  della  Violenza!!

    www.pumilano.it 

    Umanisti  in Europa  

    La situazione dell'Europa di oggi è un disastro:
    Privatizza la salute e l'educazione, trasformando i diritti di tutti in buoni affari per pochi
    Ha convertito l'immigrazione in una nuova forma di schiavitù, installando l'esclusione e la discriminazione nel seno della società
    Si è fatta complice della folle corsa agli armamenti e della criminale invasione di territori, ammettendo al proprio interno il potere distruttivo nucleare che pone il mondo sull'orlo della catastrofe
    Col pretesto di proteggere dal terrorismo, installa meccanismi di controllo progressivo che, nel nome della sicurezza, uccidono la libertà della gente
    Infine, ha svuotato di contenuto la democrazia sottomettendo la gente alla manipolazione da parte di poteri economici crescenti e dei mezzi di comunicazione al loro servizio.

    Da tempo abbiamo detto che se c'è un solo modello e questo modello non funziona, c'è bisogno di un'uscita di emergenza e abbiamo costruito la via umanista come uscita. Oggi è evidente per tutti che questo sistema neoliberista è fallito. È arrivato il momento di dargli il colpo di grazia e di usare l'uscita di emergenza.
    I primi passi devono essere:
    Smantellare gli arsenali nucleari, come si propone nella campagna per il disarmo nucleare mondiale lanciata da Silo. Questa è la massima urgenza del momento attuale.
    Ritirare immediatamente tutte le truppe europee che stanno invadendo o partecipando all'invasione di territori stranieri
    Uscita dei paesi europei dalla NATO e chiusura delle sue basi in territorio europeo
    garantire salute ed educazione gratuite e di qualità per tutte le persone che vivono in Europa
    Cancellare le leggi sull'immigrazione e chiudere tutti i centri di detenzione. Dare priorità a una cooperazione internazionale reale, non soggetta alle leggi del mercato
    Cancellare le leggi antiterrorismo
    Garantire l'esercizio della democrazia reale attraverso leggi di responsabilità politica, la decentralizzazione del potere e il rispetto delle minoranze.
    L'Europa raccoglie in sé la maggior concentrazione di diversità del pianeta. Tutte le culture del mondo convivono già sul nostro suolo. Tra di noi si esprimono anche tutti i conflitti di questo mondo. È il nostro maggiore problema, la nostra sfida più grande e, allo stesso tempo, è anche la nostra più grande possibilità di risoluzione e di contributo alla Nazione Umana Universale.
    Ogni passo di avvicinamento, ogni momento di comprensione, ogni ponte gettato tra culture, generazioni e credenze è parte di questa nuova costruzione, che non solo è necessaria per l'Europa, ma che sarà anche un contributo ispiratore per altri luoghi e altri popoli che hanno necessità di avanzare verso la pace.
    L'Europa ha bisogno di superare le leggi di mercato per liberare la sua enorme portata di conoscenza, di tecnologia e di risorse e metterla al servizio di tutti gli esseri umani e dei popoli della nostra Terra.
    Esiste un movimento sociale nascente, che sta cominciando a prendere coscienza di se stesso. Questo movimento rifiuta la violenza, spinto da un forte impulso morale. Questo impulso morale ha le sue radici in profondi spazi comuni, propizi all'incontro spirituale tra i popoli.
    Coloro che governano il nostro continente non possono immaginare un futuro diverso da quello che consente loro la legge di mercato, alla quale restano incatenati. Essi ormai non rappresentano più i popoli d'Europa.
    I popoli d'Europa si incontreranno e si esprimeranno in molteplici forum, con la loro crescente diversità, con i loro fronti d'azione, con le loro campagne e le loro attività che non solo denunciano l'immoralità del modello attuale, ma che, anche, propongono questa Europa aperta al futuro, diversa, accogliente, nonviolenta, solidale e ispiratrice.
    Noi, partecipanti al Forum Umanista Europeo, prendiamo l'impegno di dare spinta al cambiamento invitando con ogni mezzo alla partecipazione e alla costruzione di questa nuova Europa.

    http://www.humanistforum.eu/

    Allegato Descrizione
    15 marzo pu2.pdf
    189.36 KB
    1 2 3 4 5 6 7 8 9
    ...
    RSS feed