sgombero forzato, in Forlanini: integrazione distrutta anche qui!
oggi c'è stato l'ennesimo sgombero forzato, in viale Forlanini.
Qui sotto trovate il comunicato diramato dai volontari che da un paio di anni assistono i primi nuclei familiari di rumeni di etnia rom che avevano trovato riparo in un'area abbandonata in zona Forlanini.
Anche qui i bambini e i ragazzini andavano a scuola: in zona 4 si era tenuta molti mesi fa una assemblea pubblica cui avevo partecipato, e alcune di queste famiglie rumene erano intervenute per raccontare la loro storia, la loro vita; era venuto, accompagnato dai suoi genitori, anche un bambino che frequentava con impegno e successo la scuola elementare, che aveva fatto amicizia con i compagni di classe, che si era integrato con la classe.... era un bambino come tutti gli altri.
Ciò che mi colpì allora e che ricordo ancora oggi è il suo atteggiamento: impaurito dalla tanta gente vociante, con la testa bassa non osava guardare negli occhi gli adulti.....un bambino entrato nel mondo dei grandi pieno di contraddizioni, alcuni lo aiutavano ad avere una istruzione, a far parte della comunità maggioritaria; altri lo rifiutavano per principio in quanto Rom, ma a vederlo (jeans e giaccone, pulito, capelli corti e in ordine) non aveva proprio nulla che lo differenziasse
dagli altri bambini della sua età.....
Quale destino avrà questo bambino e tutti gli altri bambini e bambine rom i cui genitori da oltre un anno accompagnavano i loro figli alle scuole dell'obbligo del quartiere?
Che fine faranno tutte le energie spese dai volontari, dalle maestre, dal parroco per consentire - finora con successo- un processo di integrazione e di inserimento scolastico e lavorativo?
Che fine ha fatto la civiltà, se dobbiamo assistere ad azioni di accanimento e persecuzione come queste?
Cordiali saluti
Antonella Fachin
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SGOMBERO IN VIALE FORLANINI
Mentre oggi l'assessore alla sicurezza De Corato festeggia l'ennesimo sgombero, la società civile deve incassare l'ennesima sconfitta.
Con l'operazione svoltasi oggi vengono infatti sgomberati 45 rom rumeni che vivevano in baracche di fortuna alle spalle dell'area della ex caserma di Viale Forlanini 50. Al nucleo preesistente si erano aggiunti negli scorsi giorni alcuni altri nuclei famigliari sgomberati da Via Rubattino negli
scorsi giorni.
Un'efficienza ai limiti (?!?) dell'accanimento dato che la suddetta area è già al quarto sgombero solo quest'anno, mentre i rom di Via Rubattino trasferitisi subiscono il secondo "sfratto" in pochi giorni. E questo non è un record.
Questo però è anche sintomo di un'assoluta mancanza di politiche di inserimento dei rom a Milano.
Distruggendo gli insediamenti, si distrugge anche una micro-struttura sociale ed il lavoro di affiancamento sociale fatto da singoli ed associazioni. Si punta a creare singoli allo sbando, invece che comunità strutturate che possano integrarsi. Si mettono in strada minori, impedendo loro di proseguire percorsi scolastici che stanno già effettuando.
Mentre i comunicati stampa del Comune parlano dello "sgombero numero 180" noi vediamo Pietro, 38 anni, che aveva una casa a Cormano e lavorava come operaio edile. Poi il licenziamento, la perdita dell'appartamento e quindi via Rubattino e viale Forlanini. Pietro questa mattina avrebbe mandato i due figli (6 e 10 anni) a scuola, vicino a Lambrate. Dove torneranno i figli di Pietro?
Vediamo Dan, 54 anni, che suona la fisarmonica alle feste fissarci con occhi rassegnati.
Vediamo Nicoleta e Simon, 5 e 6 anni, che ci chiedono "dove ci mandano adesso?" o la piccola Fiorentina, quattro sgomberi in sei mesi di vita.
E non vediamo diversi altri che, siccome sono dovuti andare al lavoro (anche i Rom lavorano!) al ritorno non troveranno nemmeno una baracca ad aspettarli.
E' possibile che la Milano dell'Expo abbia come risposta per costoro solo le ruspe?
Fiorella D'Amore, Stefano Nutini, gruppo di sostegno Forlanini; Gianluca Tarasconi, centro
umanista La Svolta; Massimo Gentili, consigliere di zona 4, gruppo La Sinistra.
Interrogazioni presentate in CDZ 4 il 26 novembre
ESPERIENZE LOCALI DEL MOVIMENTO LGBT
“ESPERIENZE LOCALI DEL MOVIMENTO NELL’AFFERMAZIONE DELL’IDENTITA’ CULTURALE, SOCIALE E POLITICA”
La società sistematicamente e in modo conservativo, paternalisico, pone come norma, attaverso quella che Mieli considererà "educastrazione", l'eterosessualità, la classificazione della sessualità basata sui generi, sulla dicotomia maschile e femminile, e come perversa ogni altra manifestazione spontanea della propria sessualità, del proprio orientamento.
In questo contesto, ricco di ancestrale omofobia e di persecuzione di ogni alterità, Mieli invitava a fondare la liberazione e l'autodeterminazione personale sulla consapevolezza della propria identità, castrata, silentita, repressa, censurata da un perbenismo conformista e omologante del pensiero unico dominante.
Stonewall ci insegna che l'organizzazione degli omosessuali nella battaglia rivendicativa e di emancipazione collettiva debba avvenire attraverso gli strumenti dell'unità e della coesione: individualmente non si riesce a garantire un'efficace opposizione all'oppressione ancora esistente delle alterità, in quanto il collettivo diventa memoria condivisa di una storia che identifica una comunità, quella lgbt.
Buffoni nel suo romanzo "Zamel" ricorda nel dialogo tra i due protagonisti sulle tappe del movimento e sul suo futuro, in cui parla della strutturazione su tre livelli delle sue fasi, quella primaria della ricerca della propria sessualità, inividuale, quella secondaria dell'accettazione dell'eterosessismo come base fondante dei rapporti interpersonali (spesso identificabile nel vivere l'omosessualità come fatto privato, quasi nascosto, non manifesto),e quella ultima della rivendicazione politica della propria autodeterminazione sessuale e dell'affermazione del sè (noi in Italia siamo in transizione molto difficile tra il secondo e il terzo livello), come sia facile per gli ebrei tramandare la propria identità, essendoci strutture utili a poterlo fare, nuclei familiari, istituzioni tradizionali.
Uno nasce ebreo e subito viene identificato come tale tramite punti di riferimento presenti per tutta la sua vita, dalla nascita alla morte. Chi nasce omosessuale non ha punti di riferimento all'origine: si trova solo e deve costruire la ricerca della propria identità in modo solitario, spesso in un contesto ostile, nemico, antagonista alla propria natura. Ed è per questo che occorre costruire struttura, organizzazione, propugnare modelli culturali che affermino in modo chiaro e libero la propria identità, la propria soggettività, che è presente e scritta nella memoria collettiva.
Nei luoghi di lavoro, in base alle nostre professionalità possiamo dare un contributo a costruire quella comunità culturale che sappia proporre vertenze e istanze nel mondo sociale odierno, fatto di pregiudizi e spesso avverso.
Un esempio nella storia ci proviene da Hirschfeld, medico tedesco che fondò nel 1897 il Wissenschaftlich-humanitär
Il Movimento oggi è davanti a una svolta epocale: gli ultimi Pride insegnano come le mobilitazioni della comunità diventino mobilitazioni democratiche, coinvolgenti, espressione di chi, cittadina e cittadino, voglia esprimere l'immancabile esigenza di affermare i diritti umani, estenderli, applicando le convenzioni ONU, la Carta dei Diritti dell'Uomo, i principi di eguaglianza a prescindere dall'appartenenza razziale, etnica, religiosa, così come sessuale, di orientamento sessuale.
Il 17 ottobre Arcigay e diverse associazioni lgbt hanno aderito attivamente alla Manifestazione Nazionale contro il razzismo, dimostrando come il Movimento possa diventare soggetto politico partecipato nella nostra contemporaneità, abbattendo pregiudizi e odi che sono fomentati spesso da rappresentanti delle istituzioni intrise di eterosessismo e di omofobia.
Il potere è patriacale, storicamente paternalista per definizione e viene esercitato nel liberismo sfrenato secondo l'ottica della prevaricazione, dell'indivisualismo, della rivendicazione soggettiva e ossessiva della proprietà privata: la legge darwinista sociale sembra essere da elemento portante nella contemporaneità. Occorre che di omosessualità sia il Movimento a palarne, dimostrando di avere la capacità vertenziale e politica di rivendicare diritti e garanzie oggi disconosciute legislativamente e culturalmente in Italia: le ondate omofobiche sono conseguenze di un comportamento istituzionale che, non solo considera l'omosessualità alla stregua di una perversione, vedi la questione di illegittimità costituzionale sollevata dall'UDC in riferimento al testo di legge sull’aggravante omosessuale nei reati contro la persona, ma anche avvalla con comportamenti e dichiarazioni manifestazioni omofobiche.
Angelo Pezzana fondatore storico de il F.U.O.R.I. enunciava in un editoriale sul primo numero del Fuori quello che sarà il programma rivendicativo dell'associazione e di tutte quelle a venire: "Noi oggi rifiutiamo quelli che parlano per noi. (...) Per la prima volta degli omosessuali parlano ad altri omosessuali. Apertamente, con orgoglio, si dichiarano tali. Per la prima volta l'omosessuale entra sulla scena da protagonista, gestisce in prima persona la sua storia (...). Il grande risveglio degli omosessuali è cominciato. E' toccato a tanti altri prima di noi, Ebrei, Neri (ricordate?), ora tocca a noi. Ed il risveglio sarà immediato, contagioso, bellissimo."
Il Movimento lgbt sta crescendo in consapevolezza e maturazione politica, rendendo pubblico il tema dei diritti della comunità come questione che deve interessare tutte e tutti, di cui lo stesso movimento si occupa, manifestandosi e proponendosi nella propria identità, e sta inserendo percorsi associazionistici differenti. Ormai sono diverse le associazioni e i collettivi culturali e tematici che nascono fuori dall'autorevole ed estesa Arcigay: ricordo a Milano Gaystatale, collettivo studentesco; ricordo Le Rose di Gertrude, realtà culturale; ricordo il Tavolo contro l'omofobia e il Tavolo Arcobaleno, da poco risorto, esempio di una nuova capacità organizzativa, esempio di una nuova stagione rivendicativa, esempio di una complessità e ricchezza basata sulle differenze dei percorsi singolarmente intrapresi ma uniti dall'esigenza rivendicatoria.
Il Movimento sta esprimendo e deve esprimere anche una capacità di servizio, di assicurare assistenza sociale, civile, oltre che riferimento culturale nella crescita individuale spesso difficile e molto tormentata, traumatica. L'esempio può venire anche in questo caso dalla comunità ebraica, o dal Movimento Nonviolento di Martin Luther King. Creare una società nella società non è sinonimo di ghettizzazione, ma è una fase temporale e transitoria utile a dare sostegno e riferimento alle diverse individualità spesso sole, abbandonate, debolmente assoggettate al modello eterosessista dilagante e ricattabili, spesso cedenti e passive.
In Francia e in Inghilterra sorgono associazioni monotematiche: le associazioni di gay indiani a Londra, oppure le associazioni dei tennisti lgbt a Parigi. E', questo, esempio di una realizzazione del sè in un contesto culturale e sociale utile e funzionale a garantire un'autodeterminazione consapevole più forte. I contesti particolari sono, poi, tenuti insieme dal Movimento nella sua complessità, al fine di non abbandonare il panorama politico e complesso dove operare e dove agire universalmente per la propria autodeterminazione. A Parigi esiste il Centre LGBT in pieno centro e vive dell’esistenze e delle coesistenze di percorsi differenti collettivi che si uniscono in un contesto generale che è quello del Movimento in una relazione paritetica, orizzontale, di pari dignità. Nessuno deve rivendicare il titolo prioritario di prevaricazione sulle altre realtà: sarebbe un perpetuarsi delle logiche eterosessiste e patriarcali del potere storicamente esercitato, fonte di una società di pregiudizi culturali deleteri e devastanti. Ogni realtà si specializza, ogni realtà agisce offrendo servizi, oggi negati dalle istituzioni e dalla società, aggregando parti individuali della comunità ma unendosi politicamente nella lotta e nella battaglia verso una società umana, libera, dei diritti, della democrazia: dell'eguaglianza e del rispetto della persona come cives.
Alessandro Rizzo
Collaboratore di Culturagay.it
In risposta al Signor Marzocchi circa i fatti del Liceo Gandhi
Gentile Alfonso,
il suo intervento è puntuale e ben circostanziato e sono interessato a risponderle in modo dettagliato, riprendendo frase per frase le sue legittime e ponderate riflessioni.
Lei dice, permettendo:
"Alcune considerazioni personali : ma mica possiamo considerare manifesto unità repubblica riformista eccetera i veri depositari della verità assoluta e comunque non soggetti a impulsi ideologici ?"
Non dico che gli altri organi di stampa non siano parziali. Nessun organo di stampa è parziale a mio avviso. Ma è anche giusto e umano che sia così, a mio parere. Il problema sussiste quando dalla parzialità, la lettura dei fatti tramite la chiave ideale, si passi alla faziosità ideologica. Mi spiace ma vedo ne Il Giornale, senza offesa per chi lavora nel quotidiano e per la professionalità di molti giornalisti, una certa direzione ideologica, spesso precostituita, molto spesso poco analitica.
Afferma
"sono contrario alle politiche di chiusura o anche solo di limitazione delle scuole pubblich"
Non ne avevo dubbi dato che l'istanza delle ragazze e dei ragazzi riguarda la richiesta di rendere semplicemente attuativa la sentenza emessa dal TAR, su ricorso degli stessi, in cui si invita l'amministrazione ad attivare le classi anche se sono costituite dal minimo prestabilito dal Ministero di studenti. Si tratta di una scuola civica, non è l'unica il Liceo Gandhi, abbiamo anche l'IPPSIA, non di un'istituzione ministeriale e, pertanto, è sottoposta alle disposizioni e direttive assessorili del Comune di Milano. Non c'è bisogno, cred, di andare fino all'ONU per rivendicare il diritto, ma si tratta di chiedere coerenza e conseguente adempimento amministrativo all'Assessore Moioli. Atti, questi, che non sono stati ancora evasi, con inadempienza dell'amministrazione rispetto a una sentenza di organo giudicante.
Sul tema quale sinistra occorra costruire in Italia occorrerebbe aprire un'altra discussione in altra sede. Ne sarei felice. Una chiosa mi permetta: più che idealizzare quale tipo di sinistra per il sottoscritto, come sto cercando nella mia dimensione di fare, occorrerebbe partire dai territori approntando modelli partecipativi avanzati verso una democrazia progressiva e civica. Non occorrono in questi tempi ingegnerie filosofiche politiche, ma attività e condivisione di processi decisionali spesso accentrati, come dimostrano molti progetti proposti dal Comune, dalla Giunta senza corrispondenza sul tessuto quotidiano della città, senza il coinvolgimento. Occorre secondo me una riforma delle modalità di fare politica e una rivoluzione culturale, nel senso gobettiano del termine.
Lei afferma
"Sull ' uso delle forze dell ' ordine per reprimere il dissenso anzichè affrontare sopratutto le grandi criminalità sono d 'accordo con lei , ma oggi sempre nella cronaca locale de " il giornale " ho letto che con una mozione del consiglio comunale approvato anche da PD Italia dei valori e verdi si sono condannati gli atti dei contestatori ai danni degli studenti che gestiscono la cusl . Al momento della votazione c ' era scritto che è uscito dall 'aula un consigliere della lista Fo ".
Ecco vede è proprio qui la contraddizione. Su un episodio di questo genere, certamente non condivisibile, da cui occorre prendere le distanze, ma non così odioso per la collettività quanto altri episodi illegali che costellano la città, il Consiglio Comunale esprime mozioni di solidarietà trasversali abbastanza scontate nel testo e nella sostanza, direi superflue per la propria efficacia politica. Dall'altra parte abbiamo chi in Consiglio Comunale considera la Commissione Antimafia un inutile orpello che va a ostacolare, addirittura, l'attività della Magistratura, dimostrando di non conoscere le basi elementari dell'ingegneria istituzionale che prevede per commissioni di questo calibro, una era stata istituita nel 1990 a ridosso dei primi fatti di criminalità e di corruzione a Milano, presieduta dall'insigne giurista Carlo Smuraglia, un'attività non istruttoria, non giudicante, ma di affiancamento politico amministrativo alle attività di idnagine svolte dagli organi della polizia investigativa, nonchè di approfondimento delle cause sociologiche e politiche dei fenomeni di criminalità organizzata. Chi ha proposto in Consiglio Comunale una mozione in occasione delle aggressioni avute a danno del sindacalista dell'Ortomercato vittima di intimidazioni a sfondo mafioso per dichiarazioni da lui medesimo fatte di denuncia di infiltrazioni malavitose nel più grande mercato ortofrutticolo italiano? Con questo, sia chiaro, non voglio considerare che la questione sia sottovalutata in Consiglio, nè che tanto meno ci sia connivenza, lungi da me a fare simili considerazioni. ma vedo comunque due tempi e due misure, due urgenze, due priorità differentemente valutate.
Sulle sue considerazioni interessanti riguardo al panorama editoriale e alle scelte di lettura dei quotidiani in base alla sussistenza delle pagine locali condivido che per avere un giornale che sposi totalmente la propria impostazione ideale occorra fondarne ognuno di noi uno proprio. Penso si debba in questo caso aprire una nuova discussione in merito all'asfittico e asfissiante panorama editoriale italiano. Per informazione: proprio perchè a parere mio esiste una concentrazione del controllo dei maggiori quaotidiani nelel grandi case editrici, molti giornali più indipendenti, nel senso non subordinati a nessuna fazione politica istituzionale o economica, hanno dovuto vedere tagliare le pagine dedicate alle redazioni locali per mancanza di fondi sufficienti. Mi viene in mente Il Manifesto, L'Unità, ma anche L'Opinione, certamente giornale non di sinistra.
sulle sue conclusioni e, preciamente quando afferma
"no ai tagli alle scuole comunali e in genere pubbliche , sì a possibili riforme partecipate da tutti gli studenti e personale universitario di qualsiasi orientamento politico"
condivido pienamente le sue riflessioni. Una cosa: non è una questione di orientamento politico, ma è una questione fondamentale che deve reggere come principio assoluto: l'applicazione del diritto allo studio come previsto dalla nostra Costituzione, lex fundamentalis scriverebbe Kelsen, su cui deve avanzare le proposte politiche per migliorare la scuola pubblica, per renderla accesso ai saperi in modo democratico. Vede il problema è quello di avere ultimamente visto una degenerazione dei criteri di accessibilità alla formazione, scadendo in un'impostazione spesso classista, o comunque emarginante. Questo è un punto che occorrerebbe analizzare. Ecco le giuste istanze di questi ragazzi e docenti che rivendicano il diritto di proseguire i loro studi utilizzando un'pportunità storica di Milano, le scuole civiche, dove chi non avrebbe potuto adire ai più alti livelli di titoli di studio poteva trovare in queste istituzioni il giusto accesso e compimento.
A presto
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Lista Uniti con Dario Fo
ps: trovate la discussione nell'apposita discussione aperta dal sottoscritto nella stanza "Forum Permanente sulla Città"
Consiglio di Zona 4 MilanoMozione urgente "Rimozione installazioni irregolari sul Naviglio Pavese"
Consiglio di Zona 6 Seduta del 23/11/2009
Porta Genova – Barona
Lorenteggio – Giambellino
Mozione urgente “ Rimozione installazioni irregolari sul Naviglio Pavese”
Premesso
Che la Regione Lombardia con una delibera del 1987 sanciva "l'incompatibilità dei barconi con la monumentalità dei Navigli", che portò la stessa Istituzione a ritirare le concessioni dei barconi nel 22 marzo 1995 (Dgr n. V/65499), consentendo concessioni solo provvisorie.
A ciò sono seguiti 14 lunghi anni di mancata applicazione e controllo che hanno inoltre portato alla morosità rispetto alle indennità di occupazione pari a 20/30 mila euro per singola unità dal 2001 ad oggi.
premesso inoltre che
nel corso del corrente anno a seguito di un'istruttoria svolta attraverso la convocazione di una Conferenza di Servizi (avvenuta con atti del 23 giugno scorso), che ha espresso parere non favorevole alla regolarizzazione delle concessioni il Settore Demanio e Patrimonio alla fine di agosto, ha indirizzato ai gestori dei barconi una richiesta di rilascio e messa in pristino dello stato dei luoghi e di corresponsione gli arretrati entro un mese, termine questo scaduto senza che nessuna delle richieste abbia avuto seguito.
A metà ottobre nella V Commissione Regionale (Territorio) licenziava un progetto di legge, di iniziativa della Giunta regionale, che contiene una maxi-sanatoria per tutte le occupazioni senza titolo che si registrano sui laghi e corsi d’acqua lombardi, accogliendo però all’unanimità un emendamento che escludeva, per i motivi già ricordati, i barconi del Naviglio Pavese.
A fine ottobre in aula il Consiglio Regionale ha modificato l’esito della V Commissione votando un emendamento che ricomprendeva detti barconi nella delibera di sanatoria.
Ritenendo
Come Consiglio di Zona 6 incompatibile tale decisione con il proprio intento e ricerca di un adeguato progetto di salvaguardia e riqualificazione dell’intera area, oltreché scandalosa l’impunità e la scelta di condono nei confronti di tali attività
Impegna
il Presidente del Consiglio di Zona 6, ad adoperarsi verso tutte le Istituzioni e Settori interessati, per dare piena applicazione alle deliberazioni dell’Amministrazione Comunale in occasione della Conferenza dei Servizi del 23 Giugno 2009
Appuntamento al Rebis Giovani per parlare di Movimento LGBT
“ESPERIENZE LOCALI DEL MOVIMENTO NELL’AFFERMAZIONE DELL’IDENTITA’ CULTURALE, SOCIALE E POLITICA”
giorno mondiale dell'infanzia: Milano sgombera i bimbi rom!
Per opportuna informazione.
Giustamente questi genitori, i cui figli andavano a scuola con bimbi e bime rom, si chedono: ieri 20/11 si è celebrata la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia: i bambini del campo rom di via Rubattino se ne saranno accorti?
La riconciliazione si vede nei fatti, signora Sindaco, non nelle parole o negli interventi ai convegni.
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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Comunicato stampa
I GENITORI DELLA SCUOLA "BRUNO MUNARI" DI MILANO PER L'ACCOGLIENZA E CONTRO LO SGOMBERO DEI BAMBINI ROM
di Associazione Genitori Scuola "Bruno Munari"36 bambini frequentavano le nostre scuole e avevano avviato così un percorso di integrazione che per loro poteva rappresentare l’unica possibilità di accedere a un futuro migliore.
Lo sgombero non ha offerto a queste famiglie delle alternative concrete: abbiamo sentito che i bambini sopra i 6 anni sarebbero stati separati dalle madri. Alcuni sono finiti fuori provincia. Noi genitori non sappiamo se in questo momento i compagni di classe dei nostri figli hanno un riparo per dormire, né se torneranno nelle nostre scuole.
L’azione di sgombero era annunciata da settembre. Da allora i genitori dell’Associazione, con le comunità di S. Egidio, Padri Somaschi, Naga, con gli insegnanti delle scuole del circolo di via Pini hanno intrapreso molte iniziative di solidarietà e sensibilizzazione anche presso il Consiglio di Zona e le Commissioni consiliari del Comune di Milano.
Ora questi bambini hanno perso tutto e noi abbiamo perso l’occasione di dimostrare loro che siamo un paese democratico capace di accogliere persone e culture diverse dalla nostra, magari in difficoltà.
Abbiamo perso l’occasione di dimostrare ai nostri figli che la tolleranza e la convivenza civile sono valori alla base di una società democratica e che le diversità devono essere vissute e valorizzate come risorse. Che l’accoglienza è un valore universale che non distingue tra etnie, culture e paesi di provenienza (in questo caso, tra l’altro si tratta per la maggior parte di cittadini Rumeni, quindi appartenenti alla UE).
Ricordiamo che ieri 20/11 si è celebrata la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia: i bambini del campo rom di via Rubattino se ne saranno accorti?
Stefano Pasta stefanopasta@gmail.com
http://www.elementareinfeltre
info@elementareinfeltre.it
Contro la transfobia
Il 20 novembre viene celebrato in tutto il mondo il TDOR - Transgender Day Of Remembrance, in ricordo dell’assassinio della transessuale Rita Hester a Boston nel 1998, per mettere in luce come siano ancora profondi e diffusi pregiudizi e discriminazioni nei confronti delle persone transgender.
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Transessuali sono le persone che percepiscono una non corrispondenza tra la propria identità di genere e il proprio sesso biologico. Questa percezione porta a desiderare di ridefinire il proprio genere come quello opposto al proprio sesso biologico attraverso una trasformazione dei propri attributi sessuali primari e secondari. Alcune persone transessuali completano il transito di cambiamento del sesso con interventi chirurgici, altre invece no, acquisendo solo alcune caratteristiche fisiche e identitarie dell’altro sesso.
Il cambio di nome anagrafico è possibile secondo la legislazione italiana solo per le persone che hanno effettuato l’operazione di riattribuzione sessuale.
Le transessuali MtF sono le persone che da un sesso biologico maschile transitano verso un‘identità femminile.
IMPORTANTE E URGENTE: coperte e lavoro per i rom di via Rubattino
per gli uomini: lavori di edilizia: imbianchino; piastrellista; idraulico ecc.;
per le donne: lavori di pulizia.
Chi desidera prendere direttamente contatto con Stefano Pasta può scrivere al seguente indirizzo email:
stefanopasta@gmail.com
Antonella Fachin
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IMPORTANTE E URGENTE: coperte e altro per i rom
Abbiamo organizzato un punto di raccolta di materiali necessari per le famiglie Rom sgomberate ieri mattina, presso una sede degli scout.
LUOGO DI CONSEGNA
Sede GRUPPO SCOUT MI 68 Via Cambini 10 (ang. via Padova) entrata dalla Polisportiva c/o Parrocchia San Giovanni Crisostomo
ORARI DI CONSEGNA
Oggi 20/11 dalle 21 alle 22:30
Domenica 22/11 dalle 17 alle 19
OGGETTI NECESSARI:
+ COPERTE
+ MATERASSI
+ VESTITI PESANTI
+ SCARPE
+ SCARPE PER BAMBINI
RIFERIMENTO
Marco (capo gruppo scout MI68)
348-84725612
I volontari della Comunità di Sant'Egidio provvederanno poi ad accordarsi con gli scout per il ritiro del materiale raccolto e la consegna alle famiglie Rom.
DIVULGATE!
Grazie a tutti per la collaborazione e la solidarietà
Guido
Con Testa e Cuore: Mozione Marco Mori Presidente Arcigay
Credo di fare cosa utile e importante pubblicare le mozioni congressuali per Arcigay Milano.
Si vota domani e dopodomani, la discussione è convocata per domani pomeriggio alla sede di Via Bezzecca 3 Milano.
Buona lettura
Alessandro Rizzo