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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Mercoledì, 25 Novembre, 2009 - 13:05

In risposta al Signor Marzocchi circa i fatti del Liceo Gandhi

Gentile Alfonso,

il suo intervento è puntuale e ben circostanziato e sono interessato a risponderle in modo dettagliato, riprendendo frase per frase le sue legittime e ponderate riflessioni.

Lei dice, permettendo:

"Alcune considerazioni personali : ma mica possiamo considerare manifesto unità repubblica riformista eccetera i veri depositari della verità assoluta e comunque non soggetti a impulsi ideologici ?"

Non dico che gli altri organi di stampa non siano parziali. Nessun organo di stampa è parziale a mio avviso. Ma è anche giusto e umano che sia così, a mio parere. Il problema sussiste quando dalla parzialità, la lettura dei fatti tramite la chiave ideale, si passi alla faziosità ideologica. Mi spiace ma vedo ne Il Giornale, senza offesa per chi lavora nel quotidiano e per la professionalità di molti giornalisti, una certa direzione ideologica, spesso precostituita, molto spesso poco analitica. 

Afferma 

"sono contrario alle politiche  di chiusura o anche solo di limitazione delle scuole pubblich"

Non ne avevo dubbi dato che l'istanza delle ragazze e dei ragazzi riguarda la richiesta di rendere semplicemente attuativa la sentenza emessa dal TAR, su ricorso degli stessi, in cui si invita l'amministrazione ad attivare le classi anche se sono costituite dal minimo prestabilito dal Ministero di studenti. Si tratta di una scuola civica, non è l'unica il Liceo Gandhi, abbiamo anche l'IPPSIA, non di un'istituzione ministeriale e, pertanto, è sottoposta alle disposizioni e direttive assessorili del Comune di Milano. Non c'è bisogno, cred, di andare fino all'ONU per rivendicare il diritto, ma si tratta di chiedere coerenza e conseguente adempimento amministrativo all'Assessore Moioli. Atti, questi, che non sono stati ancora evasi, con inadempienza dell'amministrazione rispetto a una sentenza di organo giudicante.

 

Sul tema quale sinistra occorra costruire in Italia occorrerebbe aprire un'altra discussione in altra sede. Ne sarei felice. Una chiosa mi permetta: più che idealizzare quale tipo di sinistra per il sottoscritto, come sto cercando nella mia dimensione di fare, occorrerebbe partire dai territori approntando modelli partecipativi avanzati verso una democrazia progressiva e civica. Non occorrono in questi tempi ingegnerie filosofiche politiche, ma attività e condivisione di processi decisionali spesso accentrati, come dimostrano molti progetti proposti dal Comune, dalla Giunta senza corrispondenza sul tessuto quotidiano della città, senza il coinvolgimento. Occorre secondo me una riforma delle modalità di fare politica e una rivoluzione culturale, nel senso gobettiano del termine.

Lei afferma

"Sull ' uso delle forze dell ' ordine per reprimere il dissenso anzichè affrontare sopratutto le grandi criminalità sono d  'accordo con lei , ma oggi sempre nella cronaca locale de " il giornale " ho letto che con una mozione  del consiglio comunale approvato  anche da PD Italia dei valori e verdi si sono condannati gli atti dei contestatori ai danni degli studenti che  gestiscono la cusl . Al momento della votazione c ' era scritto che è uscito dall  'aula un consigliere della lista Fo ".

 

Ecco vede è proprio qui la contraddizione. Su un episodio di questo genere, certamente non condivisibile, da cui occorre prendere le distanze, ma non così odioso per la collettività quanto altri episodi illegali che costellano la città, il Consiglio Comunale esprime mozioni di solidarietà trasversali abbastanza scontate nel testo e nella sostanza, direi superflue per la propria efficacia politica. Dall'altra parte abbiamo chi in Consiglio Comunale considera la Commissione Antimafia un inutile orpello che va a ostacolare, addirittura, l'attività della Magistratura, dimostrando di non conoscere le basi elementari dell'ingegneria istituzionale che prevede per commissioni di questo calibro, una era stata istituita nel 1990 a ridosso dei primi fatti di criminalità e di corruzione a Milano, presieduta dall'insigne giurista Carlo Smuraglia, un'attività non istruttoria, non giudicante, ma di affiancamento politico amministrativo alle attività di idnagine svolte dagli organi della polizia investigativa, nonchè di approfondimento delle cause sociologiche e politiche dei fenomeni di criminalità organizzata. Chi ha proposto in Consiglio Comunale una mozione in occasione delle aggressioni avute a danno del sindacalista dell'Ortomercato vittima di intimidazioni a sfondo mafioso per dichiarazioni da lui medesimo fatte di denuncia di infiltrazioni malavitose nel più grande mercato ortofrutticolo italiano? Con questo, sia chiaro, non voglio considerare che la questione sia sottovalutata in Consiglio, nè che tanto meno ci sia connivenza, lungi da me a fare simili considerazioni. ma vedo comunque due tempi e due misure, due urgenze, due priorità differentemente valutate.

 

Sulle sue considerazioni interessanti riguardo al panorama editoriale e alle scelte di lettura dei quotidiani in base alla sussistenza delle pagine locali condivido che per avere un giornale che sposi totalmente la propria impostazione ideale occorra fondarne ognuno di noi uno proprio. Penso si debba in questo caso aprire una nuova discussione in merito all'asfittico e asfissiante panorama editoriale italiano. Per informazione: proprio perchè a parere mio esiste una concentrazione del controllo dei maggiori quaotidiani nelel grandi case editrici, molti giornali più indipendenti, nel senso non subordinati a nessuna fazione politica istituzionale o economica, hanno dovuto vedere tagliare le pagine dedicate alle redazioni locali per mancanza di fondi sufficienti. Mi viene in mente Il Manifesto, L'Unità, ma anche L'Opinione, certamente giornale non di sinistra. 

 

sulle sue conclusioni e, preciamente quando afferma 

"no ai tagli alle scuole comunali e in genere pubbliche , sì a possibili riforme partecipate da tutti gli studenti e personale universitario di qualsiasi orientamento politico"

condivido pienamente le sue riflessioni. Una cosa: non è una questione di orientamento politico, ma è una questione fondamentale che deve reggere come principio assoluto: l'applicazione del diritto allo studio come previsto dalla nostra Costituzione, lex fundamentalis scriverebbe Kelsen, su cui deve avanzare le proposte politiche per migliorare la scuola pubblica, per renderla accesso ai saperi in modo democratico. Vede il problema è quello di avere ultimamente visto una degenerazione dei criteri di accessibilità alla formazione, scadendo in un'impostazione spesso classista, o comunque emarginante. Questo è un punto che occorrerebbe analizzare. Ecco le giuste istanze di questi ragazzi e docenti che rivendicano il diritto di proseguire i loro studi utilizzando un'pportunità storica di Milano, le scuole civiche, dove chi non avrebbe potuto adire ai più alti livelli di titoli di studio poteva trovare in queste istituzioni il giusto accesso e compimento. 

A presto 

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Lista Uniti con Dario Fo

 

ps: trovate la discussione nell'apposita discussione aperta dal sottoscritto nella stanza "Forum Permanente sulla Città"

Consiglio di Zona 4 Milano