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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Venerdì, 16 Marzo, 2007 - 17:36

NO LIBERALIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

Buongiorno, tra pochi giorni al senato nel silenzio più assoluto verrà approvato il disegno legge lanzilotta sul riordino dei servizi pubblici locali, è veramente preoccupante per l'impatto che avrà soprattutto sui beni comuni come acqua, energia e su servizi importanti come trasporti e rifiuti, ecc, molte realtà sociali, reti e movimenti sono state in audizione in commissione , FP CGIL, Contratto Acqua, Rete Nuovo Municipio, Atac, solo per citarne alcune, tutte concordi per disegnare un nuovo disegno strategico che mette al centro una gestione e proprietà pubblica e partecipata dai cittadini, ma purtroppo il disegno di legge licenziato non tiene conto di queste istanze, andando dritto dritto verso una liberalizzazione molto pesante, ci sono diversi emendamenti sostenuti dai Verdi, Pcdi, RC, Sinistra DS e altri singoli senatori che posso cambiare il senso di questo disegno di legge, MA C'E' BISOGNO DI UNA MOBILITAZIONE DAL BASSO, DI FAR CONOSCERE E INFORMARE SU QUANTO STA' ACCADENDO a tal fine abbiamo preparato un appello che vi allego, se volete sottoscriverlo vi prego di comunicarmelo via mail a salvatore.amura@libero.it grazie mille Salvatore Amura CHIEDIAMO ATTENZIONE E RESPONSABILITA’, NON VOGLIAMO LA LIBERALIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI. APPELLO AI PARLAMENTARI DI CAMERA E SENATO E AL GOVERNO SUL RIORDINO DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI Nel silenzio più assoluto, sta procedendo l'iter del disegno di legge sul riordino dei servizi pubblici locali,per questo richiamiamo tutti i parlamentari a all'ascolto delle proposte e delle indicazioni delle comunità locali che in questi anni hanno lavorato per una presenza pubblica forte nella proprietà e nella gestione dei servizi pubblici locali. Esprimiamo forte contrarietà sul disegno di legge 772 proposto dal governo che impone la messa sul mercato dei servizi pubblici locali essenziali per la vita delle comunità quali il Trasporto Pubblico Locale, il Gas, il trattamento,la raccolta e lo smaltimento dei Rifiuti, l’Elettricità,l'energia. In Senato articolate e ampie sono state le proposte fatte dai vari movimenti sociali in audizione in commissione: la Funzione Pubblica della CGIL, il Contratto per l’Acqua, la Rete del Nuovo Municipio, diverse associazioni come Attac, ARCI, ma ora occorre una maggioranza che sostenga questi punti. Quindici e più anni di politiche di aziendalizzazione, liberalizzazione, privatizzazione dei servizi di pubblica utilità, hanno dimostrato nei fatti di non mantenere le promesse: è peggiorata la qualità dei servizi, è aumentata la precarizzazione del lavoro e sono aumentate le tariffe. Tale fallimento manifesta che la qualità, l’universalità e l’efficienza dei servizi può essere garantita solo da un maggior controllo e partecipazione nella gestione dei servizi stessi da parte dei cittadini: questo deve essere fortemente riportato al centro della discussione e forte deve essere l’impegno del governo e del parlamento in questa direzione. Una materia così essenziale per il benessere delle comunità locali richiederebbe una discussione pubblica sul tema dei beni comuni e dei servizi pubblici che coinvolga gli amministratori e le comunità locali, le organizzazioni dei lavoratori e la cittadinanza tutta;ora,in fase di decisione,occorre far sentire forte questa voce! I proponenti di questo appello chiedono pertanto ai Parlamentari di modificare il testo della proposta di legge accogliendo le proposte fatte da amministratori locali, associazioni e reti sociali in favore del mantenimento pubblico dei servizi e della possibilita'di scelta da parte delle amministrazioni locali. Per rafforzare la richiesta di modifica del disegno di legge, si realizzera' una giornata di confronto ed approfondimento di tutti gli aspetti del dibattito in corso ed iniziative di pressione a partire dal Senato . inviare le adesioni via mail a salvatore.amura@libero.it Primi firmatari Fulvio Aurora - Vice Presidente Presidente di Medicina Democratica Eors Cruccolini - Presidente Consiglio Comunale di Firenze Marco Boschini - Coordinatore Nazionale Associazione dei Comuni Virtuosi. Lia Bandera - Presidente CRIC Giorgio Ferraresi - Direttore LPE Politecnico Milano Tommaso Fattori - Rappresentante del forum italiano dei movimenti per l'acqua Anna Rozza - Assessore alle Politiche Sociali, Nuove Povertà – Integrazione, Pace e Cooperazione Internazionale - Provincia di Cremona Salvatore Amura - Coordinatore Nazionale Rete del Nuovo Municipio -- Forum di discussione della Rete del Nuovo Municipio http://www.nuovomunicipio.org - forum@liste.nuovomunicipio.org Iscrizione: forum-subscribe@liste.nuovomunicipio.org Cancellazione: forum-unsubscribe@liste.nuovomunicipio.org

Venerdì, 16 Marzo, 2007 - 15:21

Piano di illuminazione: che cosa si propone?

Ieri si è tenuto un consiglio di zona straordinario sul tema del programma sull'illuminazione cittadina, alla presenza dell'Assessore ai Lavori Pubblici Simini: il consiglio straordinario, nonostante la portata dell'ordine del giorno, non ha avuto un seguito nella cittadinanza, insufficiente di numero di partecipanti. Questo è niente altro che conseguenza di una mancanza sul territorio che dia una strutturazione complessiva dell'informazione e della comunicazione tra il Consiglio di Zona e la popolazione residente nella circoscrizione, interessata su temi vari a pronunciare le proprie istanze, o i propri pareri, consigli, inviti, sollecitazioni. Ma questo è un capitolo a parte e riguarda un tema più complesso inerente al decentramento.
Prima della riunione mi sono documentato nel testo della Relazione previsionale di bilancio 2007/2009 e ho evinto che sulla questione esistono sì alcuni punti di novità, che Simini ha ribadito e riportato in seduta, ma non sussiste un punto che ritengo fondamentale in merito: l'inquinamento luminoso, quello visivo, che rende la nostra città in alcuni spazi e luoghi accecante nel vero senso della parola, impedendo di vedere il cielo. L'inquinamento di questa portata arreca danno sia alla vista per la cittadinanza, soprattutto quella residente presso o vicino a insegne pubblicitarie che inquinano in termini di luminosità, ma se continuativo può influire anche sulla stabilità "metabolica" e sui bioritmi di vita delle persone, degli animali, ma anche delle piante, della vegetazione, con il grave sconquasso derivante da questa situazione. Ebbene nella Relazione è previsto un progetto di intervento per rimuovere e limitare fenomeni di inquinamento acustico e aereo: buoni propositi, ma non si evince nessun riferimento a quali siano le modalità di intervento e quali intenzioni di predisposzione di misure ci siano per rimuovere questo fenomeno, dovuto all'assenza esclusiva di controllo sui livelli di intensità luminosa di insegne pubblicitarie, riportandoli a giusto regime. Simini considera che esiste in merito una "inossservanza diffusa" dei parametri massimi consentiti ex lege in tema di intensità luminosa prodotta da insegne pubblicitarie, oppure insegne commerciali, poste presso le entrate dei negozi. Ma non ho avuto nessun tipo di "conforto" e di enunciazione di propositi virtuosi ed efficaci per rimuovere questa insopportabile situazione. 

In secondo luogo nel mio intervento, oltre a sottolineare l'esigenza urgente di risolvere l'inquinamento luminoso, oggi diffuso, a detta anche di Simini, ho chiesto quali siano le misure predisponibili e che l'assessorato ha intenzione di adottare per diffondere fonti di energia rinnovabile e sostenibile atte ad alimentare la rete elettrica municipale. Simini parla di nuove tecnologie, ma non supporta queste tesi, di grande valore, ma pur sempre teoriche, con dati previsionali economici che quantifichino l'entità dell'intervento che, per la sua complessità e per la sua portata, dovrà essere cospicuo, almeno spero che lo sia. Si sta discutendo di bilancio a Palazzo Marino: si sta per votare le linee economiche che guideranno l'amministrazione nel prossimo anno di governo. Esistono delle misure predisposte dalla legge finanziaria 2007 che incentivano notevolmente i comuni e i muinicipi che adottano modelli di sostenibilità ecocompatibile e forme di risparmio energetico e di rinnovabilità per il proprio tessuto cittadino e in ambito municipale. Mi chiedo quale previsione in termini monetari ci sia da parte dell'assessorato in merito e quali norme intende perseguire e attivare, nonchè a quali articolati della legge stessa intende riferirsi, dato che esistono non solo sulla carta, ma anche attraverso cospicue disponibilità di finanziamento e di sostengo presenti presso i ministeri competenti, affinchè questa buona dichiarazione di intenti, che apprezzo, anche perchè programmatica e generale, senza precedenti, quindi in discontinuità rispetto a una pratica amministrativa passata, supportata dalla medesima maggioranza attuale, e sottoposta a severe critiche per la fallacità che essa ha determinato della medesima da parte dello stesso Simini, possa tradursi in un impegno reale, fattibile, concreto, pratico e chiaro, visibile nelle sue parti integranti. A Milano, e in questo caso il sistema impiantistico di illuminazione è puramente coinvolto - parlo delle palature, dei tralicci, dei fari presenti in molti contesti demaniali -, in passato non vi è mai stata un'adeguata attenzione all'arredo urbano e all'armonia del decoro urbano, in quanto esistono ancora oggi lampioni nascosti dalle frasche degli alberi, oppure pali non omogenei in termini architettonici, oppure fari potenti che sprigionano illuminazione altamente intensa vicino a isole ambientali dove sussiste la vegetazione, sottoposta a una presenza costante di luce artificiale assai nociva.

Il Piano programmatico dell'illuminazione deve essere promosso con la partecipazione dei consigli di zona che, dovranno, sintetizzare con capacità programmatica e con spirito più universale i punti dolenti e le linee di intervento in merito al sistema di illuminazione. Queste le parole di Simini, che accolgo con interesse e direi anche con stupore, in quanto sembrano contestare le pratiche e le metodologie promosse dalla precedente consiliatura, guidata da una coalizione di uguale colore politico, dove non esisteva il concetto di armonizzazione del sistema di diffusione dell'illuminazione con il contesto urbano, sociale, civico, cittadino, demaniale (vedi, appunto, la sovrapresenza di strutture di illuminazione non sempre consone al luogo dove esse vengono inserite, con grave pregiudizio estetico urbano). E la volontà, che considero chiaramente espressa da Simini, è quella di coinvolgere i consigli di zona, per dare una carattere di partecipazione della cittadinanza locale di indirizzare con maggiore cognizione di causa gli interventi necessari per risolvere questioni che ineriscono il sistema e la rete d'illuminazione. Sono contento, ma i criteri che possano rendere questo presupposto come concreto non sono stati esplicati. Non esiste autonomia decisionale dei Consigli, che non hanno neppure la possibilità, tramite il geometra presente nella struttura, di programmare interventi riparatori urgenti e di prima necessità a livello edilizio e demaniale: con il precedente regolamento sul decentramento, il geometra poteva, su istanza del consiglio di zona, provvedere a intervenire per rimuovere un infisso rotto presso una struttura scolastica di propria competenza, arrecando giovamento immediato a un problema che può essere risolto senza gravami amministrativi e ulteriori passaggi burocratici. Ora questa possibilità non esiste, non sussiste. Mi chiedo se l'intenzione rimane sempre quella di ascoltare il consiglio di zona, leggere l'elenco di punti di intervento segnalati, e attestare i criteri politici di intervento progettuale sul sistema di illuminazione di zona, ma dare conseguenza in uns econdo tempo, magari terzo tempo, predisponendo tutte le procedure decisionali che ineriscono altre tipologie di intervento pubblico di caratura cittadina. Se rimane questo l'obiettivo, penso che siamo difronte a un ennesimo buon proponimento che rimane, come sempre "a la carte". Dov'è il decentramento necessario e la reale municipalità? Ritorniamo sullo stesso problema che deve essere risolto in breve tempo: l'assessora, senatrice, consigliera provinciale, Colli parlava di 100 giorni per riformare in senso più espansivo i poteri attribuiti ai consigli di zona, ma ne sono passati più di 300, senza nessun tipo di proposta su cui discutere o su cui inziaire a discutere, COINVOLGENDO I CONSIGLI DI ZONA, la cittadinanza, l'associazionismo, i comitati. Attendere Godot non è sempre stimolante e piacevole. Ma la speranza non ha mai fine. 

 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Cinsiglio di Zona 4

Venerdì, 16 Marzo, 2007 - 13:42

ROM CABARET

> ROM CABARET
>
> Cervantes Puskin Mérimée Bizet
>
> Trovatori Turchi in Italia
>
> poesie popolari e d'autori Rom
> a cura di
>
> Giuseppe Di Leva e Dijana Pavlovic
> con la collaborazione di Margherita Monga
>
> fisarmonica Jovica Jovic violino Marta Pistocchi
> intervengono:
>
> Paolo Bessegato Claudio Migliavacca
> 19 e 20 marzo 2007 h. 19.00, Take Away, via S. Marco 33, Milano tel.
> 026552204

Venerdì, 16 Marzo, 2007 - 13:38

Cittadinanze Imperfette

Arci Lombardia e CGIL Lombardia organizzano

Giovedì 22 marzo '07
Camera del Lavoro di Milano,
C.so di P.ta Vittoria, 43 - sala De Carlini

Ore 20.30 presentazione del libro
Cittadinanze Imperfette.
Rapporto sulla discriminazione razziale di rom e sinti in Italia
(a cura di Nando Sigona e Lorenzo Monasta)

Con Nando Sigona, attivista di OsservAzione e ricercatore presso il
gruppo di ricerca su Sviluppo e Migrazioni Forzate (DFM) della Oxford
Brookes University (UK).

Rom e sinti, quelli che comunemente chiamiamo "zingari" o "nomadi", sono
la minoranza etnico-culturale più discriminata d'Europa. Come
documentano i numerosi casi riportati in questo volume, anche in Italia
questo popolo è oggetto di discriminazione in molti ambiti, in molti
modi e da parte di diversi soggetti, talvolta anche istituzionali.

Ore 21.30 presentazione del documentario
SUSPINO. UN GRIDO PER I ROM, di GILLIAN DARLING KOVANIC (2006)

Il documentario offre uno sguardo sulla persecuzione che affligge la
minoranza europea più numerosa e umiliata. Con la caduta del comunismo e
il rafforzamento del nazionalismo di destra, i rom sono diventati il
capro espiatorio delle nuove democrazie dell'Est Europa. A causa di
violenti conflitti e discriminazioni, decine di migliaia di rom
dell'Europa Orientale scappano dai loro Paesi. Questo video parla della
Romania, dove la più grande concentrazione di rom in Europa è
considerata 'nemico pubblico'. E parla dell'Italia, dove i rom sono
considerati nomadi e relegati a vivere nei campi, negando loro i diritti
umani fondamentali concessi ai rifugiati e ai cittadini stranieri.

osservAzione - centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom
e sinti è un'associazione di promozione sociale (ONLUS) impegnata nella
lotta contro l'anti-ziganismo e le violazioni dei diritti umani e per la
promozione dei diritti di rom e sinti in Italia.

Venerdì, 16 Marzo, 2007 - 10:26

Delibera di utilizzo spazi del Cantiere del Nuovo

PROPOSTA DI DELIBERAZIONE
OGGETTO: APPROVAZIONE DELLA PROPOSTA ALLA PROVINCIA DI MILANO DI UTILIZZO DI ALCUNE STRUTTURE ALL’INTERNO DEL “NUOVO POLO DELL’INNOVAZIONE – CANTIERE DEL NUOVO” E DELL’AREA DI SEDIME CHE SI DOVESSE RENDERE LIBERA A SEGUITO DELLA RINUNCIA DELLA CCIA.
Si propone di deliberare in merito a quanto in oggetto secondo lo schema che segue.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI ZONA 6
Massimo Girtanner
IL CONSIGLIO DI ZONA 6
CONSTATATO CHE:
  • sull’area della Provincia di via Soderini – ex vivaio della Regione di ca. 23.000 mq – la Provincia ha in progetto di realizzare il “Cantiere del Nuovo”;
  • esiste la possibilità, che a seguito della rinuncia della C.C.I.A., la Provincia possa lasciare libera l’area di sedime di ca. 2.500 mq., confinante col Parco Strozzi;
PRESO ATTO :
  • che da parte della Provincia e della C.C.I.A. non c’è ancora una precisa volontà a rinunciare all’area di sedime del Palazzo dell’Innovazione;
  • della indisponibilità  della Provincia a prendere in considerazione la possibilità di modificare la parte di sua competenza diretta denominata “Cantiere del Nuovo”;
  • che la proposta che segue scaturisce dalla volontà di dare servizi al quartiere che attualmente mancano e/o sono carenti e di usufruire di spazi pubblici all’uso collettivo;
PROPONE ALLA PROVINCIA, NEL TENTATIVO  DI DARE UNA RISPOSTA ALLE ISTANZE PROVENIENTI DALLA CITTADINANZA E IN PIENO SPIRITO DI COLLABORAZIONE INTERISTITUZIONALE, LE SEGUENTI RICHIESTE IRRINUNCIABILI:
  1. apertura del parco della via D’Alviano all’uso pubblico, con ingresso sulla via D’Alviano, e con orari analoghi ai parchi pubblici;
  2. caffetteria e ristorante aperti al pubblico;
  3. utilizzo della palestra da parte della zona con convenzioni da stipulare con le assoc.sportive, gruppi di quartiere, Consiglio di Zona, almeno 1 giorno alla settimana;
  4. disponibilità gratuità dell’auditorium per assemblee pubbliche ad uso del quartiere e del Consiglio di Zona;
  5. individuazione di uno spazio multifunzionale (ca. 300 mq.) per attività aggregative anziani e giovani con possibilità dell’uso di alcune salette per riunioni/incontri per le realtà della zona;
  6. utilizzo con apertura al pubblico della biblioteca libri + multimediale in orari anche serali come quelle pubbliche;
  7. disponibilità dell’area di sedime – qualora si liberasse per il diniego all’utilizzo da parte della C.C.I.A. – a titolo gratuito al Comune di Milano per realizzare, anche col contributo della Provincia, la nuova scuola materna attualmente sullo spartitraffico di via Caterina Da Forlì.
  8. Si chiede inoltre la realizzazione di un campo sportivo attrezzato ad uso delle associazioni sportive zonali
DELIBERA
Di approvare i punti di cui sopra
Approvata all’unanimità nella seduta di Consiglio di Zona 6 del 15 marzo 2007

Venerdì, 16 Marzo, 2007 - 02:51

Car pooling: uno sguardo normativo

Riporto a supporto del mio intervento sulla necessità di adottare il car pooling, insieme alla pratica del car sharing e della sua implementazione, un quadro normativo più dettagliato in cui si fa riferimento espressivo a procedure, modalità amministrative di attuazione e di attivazione di queste pratiche virtuose, che decongestionano il traffico privato cittadino, diminuiscono le emissioni di CO2 e di polveri sottili, determina un risparmio energetico e un risparmio economico per la cittadinanza che usufruisce di queste disposizioni e di questi particolare servizio. La pratica del car pooling ha avuto ottimi risultati negli USA, ma anche in Europa, e ha determinato una diminuzione netta di macchine circolanti, con l'utilizzo collettivo e non individuale dell'automobile. Molte persone si spostano ogni giorno nella stessa direzione, giungono alla stessa destinazione, fanno nello stesso momento e compiono azioni in piena sincronia organizzativa: sarebbe opportuno che ognuna di queste persone decida di consorziarsi e provvedere a utilizzare insieme la macchina, magari prelevata da un parcheggio in cui è attiva la convenzione con il servizio di car sharing.
Il primo articolo del D.M. 27/3/98 sulla mobilità sostenibile indica le procedure che potrebbero consentire la diffusione su territorio nazionale, nei rispettivi municipi, di servizi di car sharing e di car pooling, atti e finalizzati a migliorare la qualità della vita cittadina e dell'ambiente, dell'aria, risparmiando risorse energetiche e riducendo l'inquinamento e la superfetazione di veicoli privati utilizati individualmente. Istituisce la cosidetta ICS, Ininziativa Car Sharing, che altro non è che un coordinamento in rete di città e municipi che attuano con diverse modalità e procedure amministrative questo servizio agevolante la collettività.

Articolo 1.
Finalità e aree di intervento 
1 - Con il presente decreto si promuove l'integrazione ed il completamento del progetto per la realizzazione di un sistema coordinato ed integrato di servizi locali di carsharing, finalizzato, insieme ad altri interventi, alla riduzione strutturale e permanente dell'impatto ambientale derivante dal traffico urbano tramite l'attuazione di politiche di mobilità sostenibile, già previsto e finanziato nel quadro del progetto nazionale realizzato attraverso ICS - Iniziativa Car Sharing, con capofila il Comune di Modena.
2 - Per la realizzazione del progetto nazionale carsharing, ICS ha già adempiuto agli impegni previsti dal decreto di finanziamento e sta provvedendo alla attivazione del servizio nelle città aderenti. Va inoltre evidenziato che il Protocollo di Intesa del 26/1/2000 è stato sottoscritto, oltre che dalle otto città che avevano presentato progetti ai sensi del D.M. 27/3/98, anche da sei città, che hanno proposto l'istituzione di servizi locali di carsharing.
3 - Dopo la firma del Protocollo di intesa, inoltre, anche altre città hanno chiesto di poter aderire a ICS ed utilizzare i servizi messi a disposizione da ICS attraverso l'utilizzo dei fondi del Ministero dell'Ambiente.

L'articolo 22 della legge 24 novembre 2000, n. 340 “Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi – Legge di semplificazione 1999”, parla di procedure amministrative di programmazione e di integrazione dei provvedimenti di costituzione di servizi di car sharing e car pooling finalizzati a incrementare l'efficenza dei trasporti e la loro sostenibilità, tramite il cosidetto PUM, Piani Urbani di Mobilità, che hanno la finalità di armonizzare amministrativisticamente la programmazione del terrtiorio in piena sintonia con le esigenze di trasporto della collettività e di rispetto dei parametri ambientali ed ecosistemici non danneggianti la qualità dell'aria e della vita.

Art. 22.
(Piani urbani di mobilità)
1. Al fine di soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione, assicurare l’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, la riduzione dei consumi energetici, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale, la minimizzazione dell’uso individuale dell’automobile privata e la moderazione del traffico, l’incremento della capacità di trasporto, l’aumento della percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche con soluzioni di car pooling e car sharing e la riduzione dei fenomeni di congestione nelle aree urbane, sono istituiti appositi piani urbani di mobilità (PUM) intesi come progetti del sistema della mobilità comprendenti l’insieme organico degli interventi sulle infrastrutture di trasporto pubblico e stradali, sui parcheggi di interscambio, sulle tecnologie, sul parco veicoli, sul governo della domanda di trasporto attraverso la struttura dei mobility manager, i sistemi di controllo e regolazione del traffico, l’informazione all’utenza, la logistica e le tecnologie destinate alla riorganizzazione della distribuzione delle merci nelle città. Le autorizzazioni legislative di spesa, da individuare con il regolamento di cui al comma 4, recanti limiti di impegno decorrenti dall’anno 2002, concernenti fondi finalizzati, da leggi settoriali in vigore, alla costruzione e sviluppo di singole modalità di trasporto e mobilità, a decorrere dall’anno finanziario medesimo sono iscritte in apposito fondo dello stato di previsione del Ministero dei trasporti e della navigazione.

Giovedì, 15 Marzo, 2007 - 17:34

Car pooling: è possibile

Si parla da tempo di emissioni di CO2, addebitando questo fatto alla presenza sovrabbondante di autovetture, congestionanti il traffico urbano, inquinanti a livello aereo sprigionando polveri sottili e PM10, causa di patologie gravi a livello respiratorio per la cittadinanza nel suo complesso, spesso incurabili. Una ricerca attesta che i bambini oggi residenti a Milano soffrono di asma bronchiale e l'eleasticità pomonare si è fortemente ridotta alla stessa stegua di un fumatore. La preoccupazione è talmente forte che come consiglieri, ma anche come cittadine e cittadini, abbiamo attivato diversi forum e thread di discussione in questa stanza tali da garantire una discussione aperta e franca sul tema, incisiva nei processi decisionali funzionali e dare risposte altre, alternative alla questione più complessa e generale della "mobilità" e del traffico urbano e cittadino.
In questo mio intervento voglio prorre alla vostra attenzione un elemento nuovo su cui dibattere, che, se ben attuata e ponderata, può essere tradotta in proposta ulteriore alle già presenti buone proposte per virtuose pratiche che il Comune dovrebbe e sarebbe tenuto ad attivare affinchè al problema complesso si possa dare soluzioni plurime e differenziate, quindi efficaci a rimuovere questa piaga che inficia sulla salute e il benessere della cittadinanza: il car pooling.
Tecnicamente il car pooling è l'utilizzo collettivo della autovettura, dove in un consorzio, acordo consortile possiamo dire, tra i soggetti interessati, si distribuiscono benefici e doveri economici e di altro genere, utili a ridurre drasticamente la presenza di macchine inquinanti sul nostro suolo cittadino.
Da un'indagine europea risulta che in Italia esistono più di 5000 autovetture in media per chilometro, a differenza di un dato europeo che calcola un numero di 3000 macchine per chilometro. Ma addirittura è sconfortante sapere che l'utilizzo della macchina privata in Italia è di 1,2 paseggeri per automobile, ossia quasi singolare, soggettivo, individuale. Tant'è che si attesta subito il presente dato come fondato, nel momento in cui ci accorgiamo per strada che esistono automobili correnti con alla guida solo l'autista senza alcun passeggero nell'abitacolo a presso. Un auto per una persona: questo dato aumenta a dislivello il numero di auto e da questo deriva il congestionamento delle nostre strade, l'aumento dei tempi per spostamento da una parte all'altra, l'aumento delle emissioni di CO2, l'aumento di consumo di combustibile, con derivato aumento delle spese. Io penso che occorra invertire la tendenza. Questa proposta può essere un punto iniziale, graduale per rendere più responsabile e collettivo l'utilizzo dell'automobile. Occorre chiaramente, nella fase di sua attuazione, primo passo prevedibile come problematico a livello organizzativo, consolidare pratiche e tendenze che possano essere omgenee tra persone e destinatari di questo provvedimento: ossia stesse esigenze, disponibilità uniforme di spostamento per il raggiungimento del veicolo, tempi uniformi per lo spostamento e durata omogenea disponibile per il tragitto. Ma da un'indagine tedesca avviata a Dormund risulta che esiste un'ampia percentuale di casi che possono essere considerati come uniformi e uniformanti, tali da rendere più possibile questa pratica.

Non è, ripeto, la panacea ufficiale a tutti i mali, ma è un punto iniziale, possibile, attuabile, non devastante per le pratiche ormai consolidate, e non sempre benefiche per la collettività, tra le persone.

Un caro saluto
Alessandro Rizzo
www.partecipami.it/?q=blog/172

Giovedì, 15 Marzo, 2007 - 16:19

Auto piene, strade più vuote

Auto piene, strade più vuote

http://www.lavoce.info/news/view.php?id=40&cms_pk=1545&from=indexMatteo Maria Galizzi
Forse anche per sfuggire a un servizio ferroviario che non brilla in affidabilità, chi viaggia quotidianamente si rassegna a subire sulle strade l’alea di code chilometriche in compagnia della radio o del telefonino.

I numeri della Commissione

La Commissione europea stima che, ogni giorno, sulle strade urbane e non, le autostrade e le tangenziali europee si formano code per una lunghezza totale di 7.500 chilometri, mentre la velocità media nelle città è di soli 15 chilometri orari. Ogni anno tre milioni di nuovi veicoli si sommano a quelli già circolanti, in venti anni la distanza media che percorriamo in auto è raddoppiata, ed è destinata a raddoppiare ancora da qui al 2025. Il quadro italiano ha tinte ancor più fosche, dato che la nostra rete autostradale è la più intasata d’Europa: 5809 veicoli per ogni chilometro contro i 3218 della media continentale. Naturalmente, la maggiore mobilità è allo stesso tempo concausa ed effetto collaterale dell’accelerazione nell’integrazione europea, così come l’organizzazione della settimana su ritmi flessibili è un carattere immodificabile della nostra economia.
Tuttavia, è utile tener presenti anche i costi legati alla congestione stradale. Anche senza parlare delle polveri sottili, i trasporti sono responsabili in Europa del 28 per cento di quelle emissioni di CO2 che con il Protocollo di Kyoto ci siamo impegnati a tagliare da qui al 2012 dell’8 per cento rispetto ai livelli del 1990. Se pare assodato che la congestione pesi per circa il 6 per cento della nostra spesa complessiva in carburante, le stime sui suoi costi complessivi, diretti e indiretti, non si possono proprio dire puntuali, variando da un minimo di 130 miliardi di euro all’anno a un massimo di 270, che sarebbe pari al 4 per cento del Pil europeo. Inoltre, le condizioni delle strade (e la congestione fra queste) risultano essere tra i fattori esplicativi degli incidenti stradali in quasi un terzo dei casi.

Il car pooling può essere un rimedio?

Chiunque, magari fermo in coda in autostrada, può eseguire una verifica empirica del tasso di occupazione delle automobili effettivamente circolanti: in Europa su ogni auto che viaggia c’è una media di 1,2 passeggeri. Se si riuscisse ad alzare la media anche solo a 1,5 persone, il numero di auto circolanti calerebbe automaticamente del 20 per cento.
Il car-pooling altro non è se non il consorziarsi in un gruppo di amici, vicini o colleghi, per condividere un’auto e i suoi costi per un tragitto comune: colleghi e pendolari per andare a lavorare insieme, genitori per accompagnare a scuola i propri e i figli dei vicini, amici, per uscire la sera o fare le spese con un’auto sola. Il car-pooling ha attratto soprattutto gli appassionati di ricerca operativa e di algoritmi di ottimizzazione. Gli economisti invece lo associano tipicamente ai temi delle esternalità e dei beni pubblici, sebbene la peculiarità del car-pooling stia piuttosto nel sostanziale allineamento tra interessi individuali e sociali. In effetti, se faccio salire un collega sulla mia auto non faccio solo un favore alla collettività, liberandola di un auto in circolazione, ma soprattutto a me stesso: divido i costi della benzina e dei pedaggi autostradali, mi alterno alla guida, con maggior concentrazione e sicurezza, ho compagnia per il viaggio.
Il vero interrogativo, dunque, sembra essere perché questa pratica non sia nei fatti molto più frequente. Più che una spiegazione, generica, basata sulla razionalità limitata o la miopia comportamentale degli individui, appare convincente l’evidenza per cui gli atteggiamenti consolidati siano difficilmente modificabili anche quando irrazionali o sub-ottimali. Sembrano giocare un ruolo ancor più convincente l’attaccamento personale, il sentimento di inviolabilità della sfera privata e di libertà incondizionata che sono tipicamente associati all’utilizzo dell’auto. Ancora, l’ostacolo cruciale può essere rappresentato dal problema di coordinamento delle scelte individuali e di organizzazione delle informazioni che sono necessarie per il successo del car-pooling. Si potrebbe allora pensare a interventi a favore del car-pooling, attraverso incentivi monetari oppure indiretti (l’ingresso in città in caso di blocco o le corsie privilegiate) o con campagne di sensibilizzazione. Si è anche cercato di organizzare direttamente il processo di matching tra passeggeri con esigenze compatibili, e le simulazioni a riguardo sono piuttosto incoraggianti. Uno studio dell’istituto tedesco Irpud, ad esempio, ha analizzato dati disaggregati su quasi 213mila viaggi giornalieri nell’area urbana di Dortmund. Una delle simulazioni suppone che ciascun viaggiatore sia disposto a spostarsi a piedi fino a 500 metri per incontrare il suo equipaggio e abbia un margine di flessibilità di un quarto d’ora su quando partire: risulta che fino a due terzi dei viaggi di lavoro sarebbero tra loro compatibili, con un risparmio della metà dei chilometri percorsi nella giornata.

Partire dai posti di lavoro

Guardando alle concrete esperienze europee (Svizzera, Regno Unito, Belgio, Olanda, Scandinavia), si vede che tali tentativi decollano soprattutto se viene coinvolta un’ampia platea di soggetti, residenti in aree sufficientemente dense. I più interessati a condividere il viaggio sono coloro che usano l’auto per distanze di almeno 5 chilometri e ne percorrono più di 35mila all’anno. L’interesse sale se si ha un lavoro con orari fissi o facilmente prevedibili, se il coniuge ha orari variabili, e con il numero delle patenti in famiglia, ed è invece indipendente dal numero e dall’età delle auto di proprietà. Per garantire successo agli esperimenti di car-pooling (in cui, tipicamente, una prima cattiva esperienza equivale a un fallimento definitivo), sembra allora cruciale partire dai posti di lavoro, non soltanto perchè è più semplice il processo di matching, ma soprattutto perché si possono più facilmente risolvere i problemi comportamentali, l’ostacolo principale a condividere l’auto. Infatti, tra viaggi in comune e fiducia tra colleghi si instaura tipicamente un circolo virtuoso, gli orari, la puntualità e le idiosincrasie personali sono già note, i gesti quotidiani (velocità, fumo, radio) possono essere concordati con maggiore tranquillità. Resta poi aperta la questione economica. Con l’unica eccezione di un’agenzia svizzera, che consiglia 0,2 franchi per passeggero/chilometro, chi organizza gli equipaggi di car-pooling si è sempre guardato bene dal dare indicazioni su come dividere le spese. Viene sempre lasciata alla libera contrattazione tra i membri del car-pool. I quali, per lo più, scelgono il baratto, alternando i giorni in cui lasciare a casa l’auto. Forse un po’ di coraggio in questa direzione servirebbe anche da noi.

Giovedì, 15 Marzo, 2007 - 15:55

contro le truffe

http://criminology.meetup.com/44/

E’ la nostra salvezza contro le truffe perpetrate dalla
multinazionali, dalla banche, dallo Stato, dalle compagnie
telefoniche, dalle compagnie petrolifere. E’ semplicemente un’azione
legale condotta da uno o più avvocati (studi legali) nell’interesse di
diversi soggetti che sono incorsi nel medesimo problema. Esempi?
Cirio, Parmalat, TangoBond, truffe miliardarie verso i cittadini.

Ma come dovrebbe essere una Class Action efficace?
- Prima di tutto dovrebbe avere le stesse potenzialità di quella
americana, filtrata dei possibili abusi che la stessa ammette.
- Ogni cittadino può farsi promotore della Class Action.
- La Class Action deve essere richiesta per qualunque atto illecito,
omissione, inadempimento contrattuale che ha arrecato danni a un
alto numero di cittadini. Tipici sono gli ambiti degli investimenti
finanziari, assicurativi, telecomunicazioni, energia, salute, ecc.
- Prevedere una verifica preliminare da parte del giudice.
 - Al fine di garantire che le proposte transattive siano compiute
nell’esclusivo interesse della classe e non di quella degli studi
legali che la seguono, le transazioni, per essere valide, devono
essere votate dagli iscritti alla classe.
- In caso di transazione o di sentenza favorevole è previsto un
meccanismo automatico di risarcimento gestito da un “curatore
amministrativo” nominato dal giudice. Tutti i cittadini appartenenti
alla definizione di classe (stabilita dal giudice) possono iscriversi
per ottenere il risarcimento entro sei mesi dalla sentenza.
- Prevedere la possibilità di condannare l’azienda che ha commesso
un illecito plurioffensivo non solo in rapporto al danno direttamente
procurato, ma anche in rapporto al vantaggio economico ottenuto
dall’azienda stessa.
- In caso di soccombenza della classe, nulla è dovuto agli avvocati
che hanno avviato la class action, in caso di vittoria, la parcella è
calcolata come percentuale dei risarcimenti ottenuti nella misura
massima del 10%.
Cosa sta combinando il Governo?
Prodi, Bersani, Rutelli, in varie occasioni su TV e giornali ci hanno
già preannunciato che non vogliono una Class Action all’americana, che
tradotto vuol dire che non vogliono sentir parlare di proposte di legge
presentate da Pedica (IdV), Poretti (RnP), Fabris (UDEUR), ma vogliono
far approvare il ddl Bersani-Schioppa-Mastella che è una porcheria
all’italiana perchè prevede:
1) il diritto di avviare la Class Action è riservato alle associazioni
riconosciute dal Governo, cioè quelle che fanno parte del CNCU (cioè
pagate dallo Stato, le famose 16 sorelle). In questo modo si andrebbe
a limitare il potere di questa legge, concedendo la facoltà di avviare
la Class Action ad un’associazione che non ha intenzione di avviare
una causa contro chi gli versa i contributi pubblici. Tradotto, una
Class Action controllata e filtrata dallo Stato. Non deve essere
l’associazione a filtrare le Class Action ma deve essere il giudice.
2) Dopo aver vinto la Class Action, il singolo cittadino dovrà
mettere mano al portamonete e avviare un’azione giudiziaria per
avere il risarcimento che gli spetta.
Mi chiedo allora, a che serve la Class Action?
Insomma, stanno preparando una legge che tutelerà le famose forze
occulte del Governo, cioè coloro che ci han truffato e continueranno a
farlo.
Approvando una delle tre Proposte di legge elencate prima avremo una
legge forte, che farà ripensare diverse volte una multinazionale prima di
truffarci, che non ci farà spendere soldi in avvocati e che spingerà
gli avvocati a dare il massimo dato che la loro parcella sarà il 10%
del valore della causa. Invece il nostro Governo vuole l’opposto.
Cosa occorre fare?
Scrivete ai politici chiedendo di approvare una Class Action in linea
con il PDL 1834 Pedica, PDL 1443 Poretti e il PDL 1330 Fabris.
E naturalmente firmare la petizione (http://www.petitiononline.com/cait2006/petition.html).
Ed iscriversi al Reset Class Action Group (http://criminology.meetup.com/44/).
Ma occorre soprattutto far girare la voce.
Riusciremo questa volta a non farci fregare come per l’indulto?
 
Antonio Imperi

Giovedì, 15 Marzo, 2007 - 15:44

Pieve Emanuele - PRESENTAZIONE RECUPERO URBANO

Via delle Rose si avvia verso la trasformazione: dove oggi ci sono
edifici residenziali e depositi dimessi oggetto di progressivo
degrado edilizio e sociale domani ci saranno case in edilizia
residenziale sovvenzionata e libera, un parco commerciale di 21.600
metri quadrati, una piazza pedonale coperta di 3.132 metri quadrati;
una scuola materna di 4 sezioni per 120 bambini, un asilo nido in
grado di ospitare 60 bambini; 8.675 mq di verde e 1.300 adibiti a
parco giochi.

Dal 7 marzo è stato depositato il progetto di piano, in variante al
Prg vigente e promosso ad integrazione dell’Accordo di Programma del
Programma di Recupero Urbano “Quartiere ex INCIS di pieve Emanuele”.

Fino al 5 Aprile ci sarà il tempo per raccogliere le osservazioni al
progetto depositato, dopodichè entreremo nel vivo della fase esecutiva.

Dopo gli incontri degli scorsi anni l’amministrazione comunale torna
in Via delle Rose per compiere insieme ai cittadini un altro passo
avanti importante nell’iter burocratico per il piano di recupero di
via delle Rose: saranno presenti il Sindaco Francesco Argeri, il
ViceSindaco e Assessore ai Lavori Pubblici Raffaele Vampa,
l’Assessore all’Urbanistica Paolo Festa e l’Assessore alla
Partecipazione e alla Comunicazione Salvatore Amura.
Per discutere ancora insieme di questa importante trasformazione che
riguarda i cittadini del quartiere e di tutta la città, per
presentare il progetto nei suoi dettagli e le integrazioni avvenute
in seguito alle osservazioni raccolte durante i tanti incontri che si
sono tenuti nella fase di progettazione.

ASSEMBLEA PUBBLICA IN VIA DELLE ROSE

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DI RECUPERO URBANO

VENERDì 23 MARZO 2007 ORE 21
presso i locali del Ristò Self-Service di via delle Rose

La documentazione inerente il progetto di piano, in variante al Piano
Regolatore Generale Vigente, è depositata in libera visione al
pubblico presso gli uffici della Segreteria Comunale, nella sede
municipale di Via Viquarterio n. 1, 2° piano, per quindici giorni
consecutivi, ovvero fino al 21 marzo 2007, durante i quali chiunque
può prenderne visione, secondo i seguenti orari: mattino: lunedì,
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 09.00 alle 11.30;
pomeriggio: lunedì dalle 14.30 alle 16.30; mercoledì e giovedì dalle
16.30 alle 18.15; sabato e nei festivi: dalle 10.30 alle 12.30.
Le eventuali osservazioni dovranno pervenire al protocollo generale
dell’ente entro i quindici giorni consecutivi, decorrenti dalla data
del termine per il deposito, cioè entro le ore 18:15 del giorno 05
aprile 2007; esse dovranno essere redatte in triplice copia, di cui
una su carta bollata e presentate al Protocollo Generale del Comune
di Pieve Emanuele; i grafici che eventualmente fossero prodotti, a
corredo di dette osservazioni, dovranno anch’essi essere redatti in
triplice copia, di cui una munita di competente bollo.
Il Responsabile del procedimento è l’Ing. Arturo Guadagnolo, in
qualità di Responsabile dei Servizi Tecnici Territoriali del Comune
di Pieve Emanuele.

Il Sindaco
Francesco Argeri

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