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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Martedì, 26 Giugno, 2007 - 19:53

Sostenere Barack Obama per un cambiamento necessario

Sempre più Obama. E' assolutamente importante sostenere questo candidato per la candidatura alla Casa Bianca per il Partito Democratico. E' necessaria una svolta negli Stati Uniti d'America. Barak ha sconfessato anni e anni di legittimazione, da parte di deputati e senatori democratici, della guerra di aggressione in Iraq: ha detto, giustamente, che occorre ridare agli Stati Uniti d'America quella autorevolezza internazionale che fanno di questa potenza non uno stato propenso alla colonizzazione, all'esportazione della guerra preventiva, a quella guerra di espansione senza fine e senza termine, perchè globale, perchè permanente, ma occorre ridare agli USA quella sua caratteristica storica, che si legge nella Dichiarazione d'Indipendenza, dove chiaramente si enucleano diritti civili e umani contro l'oscurantismo feudalistico e medioevale. Sono, questi, presupposti dimenticati da parte della superpotenza, abbandonati in nome di un profitto e della ricerca di un profitto depredando le risorse naturali presenti in molti territori indipendenti di stati autodeterminati. E' giunta definitivamente l'ora di dire basta a una politica estera e internazionale assolutamente fallimentare che aumente le spese militari, tagli lo stato sociale, aumenta l'incertezza di un contingente la cui finalità è insensata come operazione bellica in Iraq, senza soluzione, senza termine. E' giunta l'ora di dire: ritiro immediato del contingente dall'Iraq, e promozione di un'autodetemrinazione di quel popolo, martoriato e angariato da mesi e mesi di occupazione e di tensione bellica civile distruttiva. E' giunta l'ora di irportare una nuova politica estera che sappia promuovere le grandi battaglie dei grandi ideali lungimiranti: l'ambiente, un nuovo sviluppo globale, la promozione dei diritti umani, inalienabili, la promozione dei diritti dei popoli. Questi sono gli intenti nelle diverse dichiarazioni espresse da Barak nei suoi comizi, comizi fatti tra le persone, tra lòe cittadine e i cittadini in una campagna elettorale sentita, avvertita, dei grandi sogni possibili, degli echi che ancora risuonano di quel mitico annuncio "I have a dream" risuonato nelle strade di New Orleans nella grande battaglia per l'emancipazione della popolazione e minoranza nera in America, espressa da Martin Luther King, a cui Barak spesso si riferisce. Obama potrebbe cambiare il volto di uno stato sanguinario, di uno stato che si è macchiato di ignominia con le diverse azioni belliche che hanno mietuto vittime innocenti nei vari angoli di questo pianeta. Ripartire come la grande tradizione liberale, democratica, pacifista americana vorrebbe e vuole. Quella dei cortei contro la guerra in Vietnam, quella delle mobilitazioni per i diritti civili, quella per i diritti delle minoranze, degli omosessuali, delle donne per l'aborto e per la loro emancipazione. Esiste un'altra America che è quella della mamma del soldato inviato in Iraq per combattere a nome di non si sa chi e per conto di non si sa chi, ma morto, sacrificato per nessun valore e nessun obiettivo, ammesso che si possa considerare una guerra avere obiettivi e finalità auliche. Esiste un'altra America che è quella della grandi mobilitazioni contro la pena di morte, ancora presente in gran parte degli stati, esiste un'altra America che è quella della convivenza, della fratellanza, dell'eguaglianza, dei diritti sociali, che vengono espressi ogni giorno da chi contesta le scelte scellerate di un'amministrazione irresponsabile; esiste l'America delle denunce alla Al Gore e alla Gugghenaim, che nel film documentario "An Incredible Truth", parlano scientificamente del futuro prossimo di un mondo ostaggio di coloro che per il profitto e per il lucro non considerano i cascami che questo sviluppo può determinare sull'intero sistema geoclimatico e umano. Esiste un'America della tolleranza, della laicità, che è quella in cui si denuncia la presenza di sette religiose che per interessi politici e di potere, nonchè di profitto, si autopromuovono come detentrici della verità assoluta, che si autoeleggono come le uniche assolute verita, dividendo la comunità, la collettività, individuando falsi nemici, acuendo con azioni di terrorismo psicologico gli scontri e le avversioni, mietendo odio, deviando l'attenzione delle persone frustrate verso obiettivi errati, che non sono i gangli di un potere causanti il loro malessere diffuso e generale, ma, bensì, sono quelli falsi, ideologici, inesistenti, incomprensibilmente immateriali. Barak parla di laicità, vuole eliminare la legge federale e l'emendamento costituzionale che vieta i matrimoni tra omosessuali. Sostiene la Chiesa Unionista, che da sempre viene considerata di tradizione culturale liberal e che già nel 1972 aveva ordinato un prete omosessuale in modo dichiarato e che celebra da due anni matrimoni tra gay. Eì ora di voltare pagina, America: il sogno americano deve ricominciare a essere visibile, percepibile. Altrimenti tutto il mondo ne risentirà: ricordate la lettera di alcune studentesse e di alcuni studenti che si scusavano per la rielezione dell'oscurantista e guerrafondaio Bush Jr, in cui loro dicevano che avevano votato per l'alternativa, ma che il dato elettorale era una vergogna per gli USA nei riguardi davanti al mondo intero? Non vorrei dare a queste sane persone una nuova opportunità di avvertire la sofferenza e la tristezza di una sconfitta, che sarebbe sconfitta per il mondo intero. Rinasci America.

Alessandro Rizzo

Martedì, 26 Giugno, 2007 - 10:28

Trasparenza finanziamenti Consiglio di Zona

In un periodo dove è forte l'esigenza di una maggior trasparenza
nell'assegnazione di fondi pubblici; propongo che venga indicato, sul materiale
pubblicitario di quelle manifestazioni finanziate dal Cons. di Zona 7, che
appunto tale iniziativa beneficia di contributo per un valore di x euro.
Così anche il cittadino potrà agevolmente controllare come vengono spesi i
suoi soldi, valutando anche la congruità tra qualità dell'iniziativa e quantità
del finanziamento.

Allego mozione.

Saluti.
Ivano Grioni

Domenica, 24 Giugno, 2007 - 17:54

GAY E DIRITTI ESSERE IN TANTI NON BASTA PIU’

GAY E DIRITTI ESSERE IN TANTI NON BASTA PIU’
24/06/2007 - Il Manifesto - Gianni Rossi Barilli
LA QUESTIONE È INVECE CHE NON SI PUÒ PIÙ ASPETTARE CON PAZIENZA UN'IPOTETICA MATURAZIONE DI CHI GOVERNA QUESTO PAESE. LA LEGGE SUL DIVORZIO PASSÒ A UN SECOLO DI DISTANZA DALLA PRESENTAZIONE DELLA PRIMA PROPOSTA DI LEGGE IN MATERIA. PER LA PARITÀ DEI DIRITTI GLBT, COME SINGOLI PRIMA ANCORA CHE COME COPPIE, NON DEVE ACCADERE LA STESSA COSA. Ascoltare la piazza. Questo ritornello l'abbiamo sentito innumerevoli volte all'indomani del Family day organizzato dalle parrocchie. Non tutte le piazze però sono uguali, se dobbiamo considerare la fredda accoglienza politica ricevuta dal pride di Roma della scorsa settimana, che pure ha avuto dimensioni altrettanto o anche più imponenti del family day. D'altro canto, visto che le due piazze sostenevano istanze contrapposte, sarebbe forse logico concludere che non era possibile ascoltarle entrambe. Ma si tratta di un ragionamento valido solo se si sposa la tesi ideologica dell'oltranzismo religioso che vive come un'aggressione inaccettabile tutto ciò che non rientra nella sua ristretta e prescrittiva visione del mondo. E proprio di questo si tratta in Italia, dove chiunque voglia evitare di passare per estremista deve genuflettersi ai diktat di papa Ratzinger o perlomeno dare per scontato che siano argomenti sacrosanti.
Eppure basterebbe guardarsi un po' intorno per capire che le tesi apocalittiche e interessate del Vaticano sono completamente fuori dalla realtà. Basterebbe osservare a come si sta evolvendo la società italiana per vedere che la conclamata crisi della famiglia «costituzionalmente intesa» non dipende affatto dalle richieste di riconoscimento di gay, lesbiche e transessuali. E basterebbe mettere il naso nelle politiche di nostri vicini come la Francia o la Germania (tralasciando per una volta la diabolica Spagna) per sapere che il sostegno alle famiglie eterosessuali non è per nulla incompatibile con il superamento delle discriminazioni nei confronti degli omosessuali. Questo è però proprio quanto il sistema politico italiano si rifiuta di fare. Per amorale valutazione del fatto che da noi le truppe del papa pesano assai di più di quelle del frastagliato popolo glbt e per l'arcaica impostazione culturale (leggi crassa ignoranza e impermeabilità al buonsenso) della nostra classe dirigente.
Cosa devono fare quindi le persone glbt che chiedono diritti minimi per avere la possibilità di essere cittadini come gli altri? È ormai chiaro che riempire le piazze e far vedere che si è in tanti di per sé non basta. Dunque si è cominciato a pensare di usare altri metodi, partendo dalla necessaria premessa che la politica istituzionale, un tempo interlocutore indispensabile per il cambiamento in una società arretrata, è diventata oggi una controparte e un elemento di freno. Si è parlato per esempio di forme di sciopero fiscale, facendo gridare allo scandalo gli alfieri governativi della lotta all'evasione che non hanno esitato a etichettare l'idea come uno scivolone berlusconiano. Di ben altro si tratta però. Come ha spiegato il presidente di Arcigay Aurelio Mancuso in un articolo sul Riformista «stiamo parlando di azioni che si rifanno alla tradizione della non violenza anti collaborazionista indiana». Qualcuno ricorda ad esempio l'obiezione di coscienza alle spese militari che una volta si faceva in Italia? Altre proposte sono l'astensionismo elettorale attivo o addirittura la restituzione polemica delle carte d'identità. Si può discutere dell'adeguatezza di questa o quella forma di lotta, ma certo è che si diffonde la consapevolezza che qualcosa di nuovo e incisivo bisogna fare. C'è anche la via giudiziaria, già intrapresa singolarmente da alcune coppie omosessuali per contestare in tribunale le discriminazioni subite, ma si tratta di un percorso lungo e tortuoso. La questione è invece che non si può più aspettare con pazienza un'ipotetica maturazione di chi governa questo paese. La legge sul divorzio passò a un secolo di distanza dalla presentazione della prima proposta di legge in materia. Per la parità dei diritti glbt, come singoli prima ancora che come coppie, non deve accadere la stessa cosa.

Domenica, 24 Giugno, 2007 - 17:53

OMOFOBIA APPROVARE DDL ANTIVIOLENZA

OMOFOBIA: ARCIGAY E ARCILESBICA, APPROVARE DDL ANTIVIOLENZA
LE ASSOCIAZIONI SONO STATE ASCOLTATE IN COMMISSIONE GIUSTIZIA ALLA CAMERA. Roma - ''Siamo soggetti attivi di promozione sociale, venti anni di lavoro siano utili alla crescita
culturale del nostro Paese''. E' quanto hanno detto le associazioni Arcilesbica e Arcigay, che sono state ascoltate dalla commissione Giustizia della Camera, relativamente al disegno di legge 2169 contro le violenze e le discriminazioni per orientamento di genere.
I due presidenti Francesca Polo (Arcilesbica) e Aurelio Mancuso (Arcigay) hanno cosi' potuto consegnare agli atti parlamentari ed esporre ai componenti una corposa documentazione contenente alcuni rilievi giuridici alla legge, oltre a diversi fatti di omofobia registrati nel nostro paese.
Secondo la presidente di Arcilesbica ''da anni le nostre associazioni sono attive nel difficile lavoro di contrasto alle discriminazioni che le persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) sono costrette a subire. Questo attraverso le nostre linee di ascolto, che svolgono in maniera competente un lavoro di supporto alle vittime delle violenze. Ma non basta. E' necessario che il ddl venga approvato in tempi brevissimi perche' finalmente, anche il nostro paese, dichiari inammissibile l'istigazione all'odio contro le persone lesbiche, gay e trans''.
''Abbiamo chiesto - prosegue Mancuso - che le nostre realta' associative, ben radicate nel paese e gia' fortemente impegnate sul fronte antiviolenza, siano riconosciute come soggetti attivi di promozione sociale. Le elevate competenze acquisite in 20 anni di lavoro diffuso diventino strumenti concreti di contrasto e prevenzione alla violenza in modo da favorire la crescita della coscienza civile e culturale dell'Italia''.

Domenica, 24 Giugno, 2007 - 17:51

CRISTOPHER STREET DAY

CRISTOPHER STREET DAY – DOPO ROMA L’ORGOGLIO GAY DI NUOVO IN PIAZZA
24/06/2007 - Il Manifesto - L.Fa.
MILANO È L'IMMAGINE DI UNA CITTÀ DOVE, PER DIRLA CON GRILLINI, PRESIDENTE ONORARIO DELL'ARCIGAY, «C'È LA PIÙ GRANDE COMUNITÀ OMOSESSUALE D'ITALIA MA VENIAMO TRATTATI COME APPESTATI». Milano - In 30 mila al «pride» di Milano. Un trionfo di coriandoli e cuoricini mulinella per le strade appena attraversate dal pride milanese, gli addetti della nettezza urbana seguono a ruota e fanno pulizia appena i manifestanti sfumano dietro l'angolo. Questa è l'immagine di una città dove, per dirla con Grillini, presidente onorario dell'Arcigay, «c'è la più grande comunità omosessuale d'Italia ma veniamo trattati come appestati». Si riferisce alle scritte omofobe apparse settimane fa davanti alla libreria Babele, e alla meschineria del Comune di Milano che ha negato il patrocinio allo storico festival del cinema gay. Ma non è aria di polemiche oggi, basta un bel mazzo di finocchi freschi appoggiato davanti a Palazzo Marino, dove abita Letizia Moratti, apostrofata «Monatti». Perché, dopo il successo di Roma, il pride milanese - ribattezzato «Christopher Street Day» in ricordo della rivolta dei gay americani nel '69 - scorre verso la sua notte bianca all'insegna di una ritrovata rilassatezza, anche politica (nel senso che dalla politica nessuno si aspetta più nulla, e che i politici locali non hanno paura a farsi vedere). A cominciare dal saluto del ministro Pollastrini (assente giustificata), ma sempre più convinta a lottare per l'allargamento dei diritti di ognuno; sfila anche il malconcio centrosinistra milanese, mescolando le sue bandiere (verdi, rosse, rosso pallido, gialline) tra Drag Queen, marinaretti sculettanti, trans «costretti a fare sesso di notte con i signori che di giorno mi negano un lavoro» e slogan che dovrebbero rientrare nel programma di qualunque essere dotato di buon senso, «giù le mani dalle nostre vite, via le mani dalle nostre mutande» (sfila Aldo Busi). In corteo, oltre alla comunità glbt, coppie etero, single impenitenti, bambini, e un gruppo di fascinosi stewart della compagnia low cost EasyJet, che si accredita come azienda non legata a «pregiudizi anacronistici».
Ieri, anche Verona ha celebrato il suo pride, nei locali del centro sociale La Chimica, che il sindaco Tosi vuole sgomberare.

Sabato, 23 Giugno, 2007 - 17:12

Relazione Laboratorio Politico Metropolitano

Versione documentale della relazione discorsiva della riunione di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO del 16/06/2007.

 


Introduzione
Questo primo contributo intende assolvere alla funzione di riassumere, sistematizzare e ampliare (sotto il profilo degli obiettivi generali e delle modalità di lavoro operative) alcune delle considerazioni sviluppate oralmente durante il primo incontro di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO tenutosi a Milano il 16 giugno 2007 presso il circolo ARCI Bellezza.
Nel confermare la prossima riunione di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO per il 5 luglio alle ore 18.30  c/o ARCI provinciale – Via Adige 11 – Milano si trasmette a tutti i partecipanti alla prima riunione l’elenco completo dell’indirizzario raccolto durante il primo incontro.
Inoltre, nell’invitare tutti i partecipanti a LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO a registrarsi al FORUM aperto al seguente indirizzo web http://newtus.humanbit.com/forum/ per sviluppare una discussione nel merito di questo documento, si sostiene l’opportunità di ampliare al contempo la rete delle persone alle quali rivolgere la presente proposta di lavoro (sul modello di una nuova persona per ciascun partecipante).
Di seguito il merito dell’intervento relativo al progetto LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO, articolato per punti.
 


LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO

 

LABORATORIO DI SPERIMENTAZIONE DI NUOVE FORME DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA ALLA POLITICA NELL’AREA METROPOLITANA DI MILANO.

 

1. Premessa

La politica è un’arte nobile che deve continuare ad appassionare tutti cittadini.
Questa è la sfida per le forze politiche di sinistra che credono nella possibilità di trasformare la società secondo modelli di uguaglianza tra gli uomini e giustizia sociale.
La politica è partecipazione dei cittadini, senza la quale il modello di organizzazione democratica di una comunità si svuota di significato.
La passione di tutti coloro i quali desiderano impegnarsi in politica è direttamente proporzionale sia al grado di partecipazione ai processi di analisi della realtà e dei bisogni delle persone, sia alle opportunità di condivisione delle proposte formulate per soddisfarli.
I modelli di rappresentazione dei bisogni e di formulazione delle istanze nelle sedi istituzionali, fondati sulla delega impersonale, appaiono non sempre capaci di rispondere alle legittime aspettative dei cittadini.
Le opzioni organizzative proposte delle attuali forze politiche non sempre riescono ad esaurire il desiderio e il bisogno di partecipazione di tutti coloro i quali danno la propria disponibilità ad impegnarsi in un percorso politico.
La partecipazione democratica a tale processo politico rappresenta dunque il fondamento ed una questione strategica per l’affermazione dei principi di uguaglianza e giustizia, tanto quanto quella della formulazione delle proposte di merito per qualunque forza politica, e ancora di più per le organizzazioni della Sinistra che affondano la propria identità nella matrice popolare dei movimenti di lotta che hanno attraversato i sessanta anni di storia della nostra Repubblica. In questa fase di ripensamento della Sinistra italiana la nascita di un movimento di sinistra democratica che ha la vocazione di assumere la responsabilità di governo del Paese attraverso un processo di aggregazione di tutte le forze politiche di sinistra in Italia, appare una grande opportunità di rinnovato impegno per molti cittadini che a quei valori non intendono rinunciare.
Per queste ragioni un gruppo di donne e uomini che vivono la realtà di Milano ha deciso di promuovere la costituzione, all’interno del Movimento della Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo, di un Laboratorio di sperimentazione di nuove forme di partecipazione democratica alla politica, sinteticamente LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO.
Ciò nell’obiettivo ultimo di offrire un contributo di proposta politica e di sperimentazione di soluzioni concrete a partire dall’ascolto delle istanze provenienti dalle più diverse forme di auto rappresentazione della società civile della comunità dell’area metropolitana milanese.
A partire dalla promozione di un rinnovata forma di partecipazione diretta alla politica da parte dei cittadini della propria comunità.
2. Un’associazione politica di sinistra, democratica e plurale.
LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO vuole proporsi quale luogo di sperimentazione di nuove forme di partecipazione democratica alla politica da parte dei cittadini interessati a comprendere i bisogni di chi vive nella nostra comunità e ad agire per sviluppare risposte a tali bisogni.
LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO intende proporsi quale luogo aperto e plurale di partecipazione, ascolto, discussione e proposta politica per chiunque vorrà condividere il proprio manifesto di valori e programma di lavoro che saranno predisposti attraverso una discussione partecipata e collegiale.
LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO si propone quale opportunità di partecipazione originale per i cittadini, anche in ragione dei differenti tempi, luoghi e stili di vita di chi vi parteciperà, attraverso modalità di discussione e strumenti di comunicazione che valorizzino competenze e reti di relazione di ciascuno.
Infine, LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO, all’interno del percorso di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo, si propone di sostenere la costruzione di rapporti politici autonomi con la pluralità di soggetti organizzati ed informali che rappresentano le istanze dei cittadini non soltanto sul territorio, bensì nelle molteplici reti che si vanno affermando nelle nostre comunità e che vedono protagonisti i più diversi corpi sociali intermedi nei quali la società civile si organizza.

3. Un percorso di lavoro e uno scenario di riferimento.


3.1. Obiettivi

 
LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO intende sperimentare un percorso di lavoro all’interno dello scenario politico dell’area metropolitana milanese che vedrà rinnovare le proprie istituzioni (Provincia, Regione e Comune) nel corso dei prossimi 3/4 anni.
Ciò nell’obiettivo di offrire un contributo programmatico alle forze politiche che vorranno condividere il percorso di analisi e di proposta che LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO sarà in grado di formulare.
 
LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO concentrerà la propria riflessione e proposta politica a partire dall’ANALISI delle RELAZIONI ECONOMICHE E SOCIALI che caratterizzano la qualità della vita nell’area metropolitana milanese con particolare riguardo alla:
 
  1. condizione abitativa dei cittadini;
  2. condizione lavorativa;
  3. condizione delle relazioni tra i cittadini e tra i cittadini e l’ambiente (naturale, sociale, famigliare, relazionale).
Tale approccio consentirà di finalizzare il proprio impegno politico nella direzione di conferire maggiore concretezza ai processi di rappresentazione politica (anche nelle sedi istituzionali) dei bisogni dei cittadini.

LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO desidera valorizzare le risorse acquisite in termini di competenza dei propri associati nella prospettiva di offrire a tutti i cittadini un luogo di analisi, riflessione e condivisione di “pensieri politici” capaci di tradursi in risposte concrete ai bisogni delle persone, anche attraverso l’assunzione di responsabilità nella gestione di servizi ai cittadini.

Ciò nell’obiettivo di costruire, nella pratica condivisa, un argine alla deriva ”antipolitica” che appare essere l’approdo noto e rassegnato di una crescente moltitudine di cittadini.

 

3.2. Metodologia

LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO ritiene di dover procedere nello sviluppo di diverse fasi di lavoro composte di diverse azioni, non necessariamente progressive, e che anzi potranno sovrapporsi in relazione alla disponibilità delle competenze e delle risorse offerte da chi ne farà parte. A tal proposito ritiene strategica l’assunzione di strumenti di comunicazione interna ed esterna all’associazione capaci di valorizzare le opportunità delle reti informatiche e delle reti delle competenze professionali. (vedi sezione successiva Strumenti operativi di lavoro).
Inoltre, LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO immagina di potersi dotare di luoghi fisici di agibilità politica sia in termini di promozione di occasioni di socialità e aggregazione tra i propri associati, sia nella prospettiva di sviluppo di specifici interventi progettuali. (vedi sezione successiva Fasi progettuali e azioni concrete).
Per effetto di questo approccio LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO ritiene di voler assumere quale metodologia di lavoro quello del LAVORO DI GRUPPO attraverso l’organizzazione dei propri associati in nuclei operativi responsabili dello sviluppo delle azioni condivise e programmate.
Tale impostazione presuppone dunque che ciascun associato a LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO si impegni nel/nella:
  1. Condivisione della responsabilità collettiva (senza meccanismi di delega ad uno o più gruppi di lavoro) circa il reperimento delle risorse necessarie allo sviluppo delle attività e alla gestione delle stesse risorse secondo i criteri di efficacia ed efficienza;
  2. Sostegno agli obiettivi politici condivisi in LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO attraverso la diffusione della sua proposta di lavoro a tutti i cittadini interessati e incontrati in qualunque ambito relazionale;
  3. Condivisione con tutti gli associati di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO delle proprie competenze professionali al fine di sviluppare i PROGETTI ASSOCIATIVI nell’obiettivo di tradurre in applicazioni pratiche risposte ai bisogni dei cittadini.
  4. Promozione di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO come associazione di rete che, anche attraverso la socializzazione delle competenze dei propri associati e l’utilizzo delle tecnologie informative quale strumento efficace ed efficiente, si propone di individuare dentro e fuori il proprio network le risorse umane e materiali necessarie per sviluppare interventi progettuali con l’obiettivo di rispondere a bisogni concreti dei cittadini, così promuovendo, al contempo, la fattiva partecipazione di tutti gli associati di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO.

3.3. Fasi progettuali e azioni concrete

Pur nella consapevolezza della necessità di procedere quanto prima alla definizione di un piano di lavoro organico e complessivo dell’associazione, il gruppo dei promotori ritiene, nell’osservanza dello spirito di AUTENTICA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA al lavoro di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO, che sia compito di questo intervento tratteggiare in modo più puntuale soltanto la prima delle tre fasi che si immaginano possano comporre il percorso politico di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO stesso.
Rimane dunque soltanto accennata ogni riflessione programmatica che riguarda lo sviluppo delle due successive fasi rispetto a quella descritta qui di seguito.
Nella prima fase del lavoro LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO ritiene di dover impiegare le proprie energie nello sviluppo delle seguenti azioni:
  1. Organizzazione di strumenti di comunicazione interna ed esterna finalizzati alla definizione del profilo identitario e programmatico di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO e allo sviluppo di un confronto tematico da parte di coloro i quali aderiscono ad esso sin dal primo incontro (attraverso la costituzione di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO come associazione che si dota, in rete, di strumenti di comunicazione web);
  2. Mappatura dei corpi sociali intermedi che svolgono azione di promozione e rappresentazione di bisogni sociali ed economici espressi dai cittadini sul territorio nelle seguenti aree tematiche:
a)      casa e sistemazione abitativa;
b)      lavori e condizione lavorativa;
c)      relazioni comunitarie caratteristiche tra i cittadini e relazioni tra i cittadini e l’ambiente naturale, sociale, famigliare, relazionale nel contesto metropolitano.
Inoltre si ritiene importante indicare, a titolo esemplificativo e non tassativo, le seguenti soggettività quali espressione degli interlocutori verso i quali rivolgere la propria attenzione nello sviluppo di tale azione:
a)      associazionismo culturale e di promozione sociale impegnato nei diversi settori della cultura,dello sport, dell’ambiente;
b)      volontariato laico e cattolico;
c)      rappresentanze di interessi di cittadini italiani e stranieri sul territorio, quali i comitati di quartiere, le associazioni di marketing territoriale e quelle delle comunità etniche;
d)      luoghi di discussione del lavoro e delle professioni, quali i comitati di rappresentanza sindacale del lavoro dipendente e dell'impresa sociale, le associazioni di categoria e le forme nuove di lavoro autonomo;
e)      luoghi di ricerca, produzione e circolazione dei saperi, quali le agenzie formative di ogni ordine e grado sia sul territorio sia nella rete, sia pubbliche sia private, e le associazioni di rappresentanza delle diverse componenti presenti in quei luoghi;
f)       rappresentanti del mondo dell’impresa di ogni dimensione;
  1. Raccolta di documentazione e di contributi di riflessione dei suddetti soggetti in relazione ai bisogni rappresentati e in relazione alle aree tematiche sopra individuate;
  2. Raccolta dei contributi dottrinali e di ricerca sociale elaborati da soggetti autorevoli della comunità metropolitana, sia di provenienza istituzionale (enti locali, università, ecc..), sia di provenienza privata (organizzazioni sociali di rappresentanza del lavoro dipendente, dell’impresa, centri di ricerca, singoli studiosi);
  3. Scrittura dell’agenda dei bisogni e dei conflitti sociali ed economici caratterizzanti il territorio metropolitano attraverso lo svolgimento di incontri con i suddetti corpi sociali intermedi e l’approfondimento in contesti seminariali aperti alla cittadinanza.
  4. Definizione delle istanze da tradurre nella formulazione di proposta politica da sottoporre al Movimento della Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo e a tutte le forze politiche del centrosinistra
  5. Applicazione pratica delle soluzioni possibili a tali istanze mediante la sperimentazione di progetti concreti che trasferiscano tali intuizioni teoriche in servizi a risposta di bisogni.
  6. Individuazione di progetti eventualmente già esistenti nelle aree tematiche sopra individuate che necessitano del sostegno di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO in termini di risorse necessarie o di  promozione politica di tali progetti;
  7. Ampliamento continuo e progressivo della rete di associati di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO attraverso la formulazione della proposta associativa a soggetti individuali o entità organizzate incontrate nell’ambito del lavoro di mappatura e confronto sopra descritto.
In una seconda fase del lavoro LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO si propone di sviluppare, pur mantenendo inalterata l’attenzione all’approccio analitico ai bisogni, un più ampio impegno diretto alla sperimentazione di progetti che concretizzino, mediante l’erogazione di servizi, risposte ai bisogni dei cittadini.
Ciò a partire dalle riflessioni e dalle elaborazioni che saranno maturate quale conseguenza delle azioni di mappatura, analisi e confronto con le organizzazioni dei cittadini sviluppate nel corso della prima fase.
Una terza fase di missione di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO dovrà quindi concentrare l’impegno successivo all’analisi dei bisogni dei cittadini, della raccolta delle istanze delle organizzazioni mediante le quali esse sono rappresentate e della sperimentazione progettuale in soluzioni possibili in una attività di COMPIUTA FORMULAZIONE POLITICA di proposte da sottoporre al confronto di tutte le forze politiche di sinistra, a partire da quanto avrà potuto realizzare il Movimento Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo.

3.4. Strumenti operativi di lavoro

LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO ritiene di dover valorizzare al massimo le opportunità di partecipazione dei cittadini modificando anche lo stile dell’impegno politico a partire dall’assunzione di strumenti di comunicazione originali.
La rete informativa consente di veicolare informazioni e di procedere allo svolgimento di confronti anche approfonditi su qualunque tema, solo se viene superata una certa pratica della militanza politica legata alla presenza fisica in un luogo fisico, a fronte di un percorso di educazione che abitui i cittadini all’utilizzo di differenti e diversificati strumenti di comunicazione.
Per queste ragioni LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO si propone di essere innanzitutto un’associazione che opera attraverso gli strumenti del web che più rispondono alle esigenze di applicazione della metodologia del lavoro di gruppo.
Lo strumento principale di comunicazione esterna di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO dovrà quindi essere un sito web composto di diverse sezioni e dotato di strumenti di interazione tra gli associati, ed in particolare:
  1. Una sezione descrittiva delle finalità di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO comprensiva di statuto, dichiarazione di missione, modello organizzativo e programma di lavoro;
  2. Una sezione dedicata alle attività, suddivisa in aree tematiche di approfondimento e progetti in corso o da svilupparsi, a loro volta aventi sottocategorie che forniscano informazioni sullo stato dei singoli progetti, la documentazione raccolta, le azioni compiute o da svolgersi, ecc.;
  3. Una sezione dedicata esclusivamente agli associati e cioè a tutti coloro che partecipano regolarmente alle attività di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO. Tale sezione potrà contenere tutto l’archivio storico del materiale raccolto ed elaborato (in una prima fase attraverso il forum).
  4. Un sezione “registrati” aperta a chiunque, soggetti individuali o associazioni, desiderino soltanto essere informati delle attività di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO.
  5. Una Newsletter che il gruppo di lavoro di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO dovrà inviare regolarmente a tutti gli associati e a coloro che si saranno registrati. (Attraverso la newsletter tutti saranno aggiornati dello stato di avanzamento del lavoro di ricerca e dei progetti in corso e saranno inoltrate le richieste specifiche delle risorse di supporto alla realizzazione dei progetti stessi.
  6. Un forum o blog, quale strumento di comunicazione interna, attraverso il quale tutti e solo gli associati di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO potranno scambiarsi idee e opinioni sulle attività da sviluppare (in una fase successiva tale strumento potrà essere assorbito dalla sezione dedicata agli associati che si svilupperà all’interno del sito web).

4. Conclusioni e avvio del lavoro

In conclusione di questo elaborato appare necessario puntualizzare i prossimi passaggi operativi attraverso i quali dare concretamente avvio al percorso di lavoro sopra descritto.
Si ritiene che schematicamente debbano essere immediatamente compiute le seguenti azioni:
  1. Apertura del forum di discussione e raccolta del lavoro di confronto tra i partecipanti a LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO;
  2. Registrazione da parte di tutti i partecipanti a LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO;

3.       Suddivisione di tutti i partecipanti a LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO e formazione di 2 gruppi di lavoro responsabili dello sviluppo del lavoro descritto nei punti n. 1 e 2 del paragrafo Fasi progettuali e azioni concrete;

Rimane comunque inteso che il presente documento deve essere considerato quale proposta di lavoro messa a punto dal gruppo dei promotori di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO e, pertanto, da considerarsi esclusivamente quale base di discussione per i partecipanti a LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO stesso.
Infine appare auspicabile che, a partire dalla discussione del presente testo che potrà svilupparsi mediante la partecipazione al forum http://newtus.humanbit.com/forum/, la prossima riunione del 5 luglio affronti e definisca compiti e responsabilità per l’avvio del lavoro.

Sabato, 23 Giugno, 2007 - 17:10

LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO

il lavoro di LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO prosegue!
Non abbiamo ancora avuto modo di incontrarti ma speriamo che tu possa parteciapre al nostro prossimo incontro che si terrà GIOVEDì 5 LUGLIO, alle ORE 18.30 presso la sede dell'ARCI in VIA ADIGE 11 (MM GIALLA - P.TA ROMANA).
SEGNA SUBITO in AGENDA questo APPUNTAMENTO e CERCA di COINVOLGERE almeno 1 ALTRA PERSONA trasmettendogli la RELAZIONE.
A seguito della prima riunione del 16 giugno, ti trasmettiamo:
1. TESTO RELATIVO ALLA RELAZIONE INTRODUTTIVA della prima riunione;
2. Indirizzo del FORUM DI DISCUSSIONE che abbiamo aperto: http://newtus.humanbit.com/forum/
Cosa ti chiediamo di FARE SUBITO:
1. REGISTRARTI al FORUM utilizzando la funzione REGISTER in ALTO A DESTRA della pagina che visualizzi (se hai problemi contattaci);
2. INSERIRE nel FORUM (dopo la registrazione) un TUO CONTRIBUTO DI PRESENTAZIONE cercando di raccontare delle TUE COMPETENZE e dei TUOI RAPPORTI con ORGANIZZAZIONI SUL TERRITORIO con riguardo alle AREE TEMATICHE specificate al successivo punto 4 (nella prima sezione in alto MI PRESENTO);
3. LEGGERE il testo della RELAZIONE e farci avere un TUO COMMENTO ed eventuali proposte di integrazione con un messaggio a QUESTA MAIL;
4. COMUNICARCI, scrivendo una MAIL a QUESTO INDIRIZZO, a quale dei 2 GRUPPI DI LAVORO (nella relazione è spiegata la funzione dei gruppi) sei interessato a PARTECIPARE tra:
a) GRUPPO COMUNICAZIONE (che dovrà raccogliere ed elaborare il materiale per costruire il SITO WEB da mettere on line da settembre);
b) GRUPPO RICERCA (che dovrà cominciare il lavoro di ricerca e contatto con le organizzazioni sul territorio nelle seguenti aree tematiche:
1. CASA,
2. LAVORO,
3. RELAZIONI TRA I CITTADINI, AMBIENTE (sociale, economico, relazionale) e TERRITORIO.
Scasaci se questa comunicazione è così piena di "COSE DA FARE", ma siamo convinti che LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO sia un progetto politico ambizioso e che, per avere successo, abbia bisogno dell'impegno responsabile di tutti noi.
Aspettiamo DAVVERO di SENTIRTI PRESTO.
Buon lavoro.
LABORATORIO POLITICO METROPOLITANO
Sabato, 23 Giugno, 2007 - 08:52

Sgomberi campi rom:appello al sindaco.

Al prefetto di Milano

Al consiglio comunale di Milano

Alla società civile di Milano

Il consiglio comunale di Milano ha deciso a larga maggioranza con la
sola opposizione di cinque consiglieri della minoranza, di sgomberare i
campi nomadi abusivi. Immediatamente la giunta comunale ha proceduto a
sgomberi a tappeto senza predisporre nessun tipo di soluzione per
centinaia di rom rumeni che si trovano ora in condizioni disperate
determinando gravi situazioni di tensione come è avvenuto al campo di
via Triboniano.

Le conseguenze di questa scelta destano grandissime preoccupazioni.
Questi sgomberi non offrono alternative: uomini, donne e bambini
vengono semplicemente abbandonati a se stessi costringendoli a cercare
rifugi di fortuna o, peggio ancora, a bivaccare nei parchi milanesi.
Costretta a un nomadismo da tempo abbandonato perde le tracce di
integrazione che si erano create - occasioni di lavoro, inserimento
scolastico - una popolazione che ha lasciato il disastro della loro
terra per cercare la loro piccola parte di felicità nell?opulenta
Lombardia e per questo sono disposti ad accettare condizioni che una
società normalmente civile non dovrebbe consentire a nessuno.

Chi voleva, a parole, la sicurezza ora soffia sul fuoco

genera una situazione di degrado umano e di conflitto;

legittima le azioni squadristiche contro i rom di leghisti e razzisti
vari;

giustifica chi pensa che cittadini stranieri, persone e popoli abbiano
meno diritti e più leggi speciali, secondo precedenti storici che
hanno tragicamente segnato la storia umana;

infine abbandona a se stesse le molte associazioni e i volontari che
agiscono sul sociale e seguono i rom..

Noi crediamo che una politica responsabile e degna di un Paese civile
non debba inseguire il malcontento, il disagio e anche il pregiudizio
ma costruire le condizioni di diritti e doveri uguali per tutti per una
convivenza pacifica e rispettosa delle .diverse culture.

Per questo chiediamo alle autorità prima di tutto di sospendere questa
scelta dissennata che porta solo tensione, che si trovino
nell?immediato soluzioni che rispettino la dignità e la condizione
umana dei rom, infine che le aree vengano svuotate solo dopo aver
trovato soluzioni abitative adeguate per tutti, avviando una politica
concordata anche con i rom di processi di inserimento reale nel mondo
lavorativo e sociale; dopo aver consegnato alla gestione delle forze
dell'ordine e al sistema di giustizia solo chi lo deve essere.

Bisogna abbandonare la logica dei campi e prevedere, come è avvenuto e
avviene in molti altri paesi, sia in Italia che in Europa, percorsi di
inserimento sociale, lavorativo ed abitativo adeguato, come anche per i
rifugiati e richiedenti asilo.

Facciamo perciò un appello
alle istituzioni e  alla politica perché tornino a produrre e proporre
idee, contenuti, progetti per l'agire sociale della nostra comunità,
mettendo al centro il diritto-dovere dell'accoglienza di una città, il
rispetto dell'interesse generale di tutti i cittadini, italiani o
stranieri che siano;
alla società civile perché intervenga anche con atti concreti
manifestando la volontà di. rifiutare una comunità fondata
sull?esclusione e sull?odio  esercitato sui più deboli e indifesi dei
nostri concittadini.

ARCI, Associazione Aven Amenza, Associazione NAGA, Comitato per le
libertà e i diritti sociali, Festa dei popoli di Opera, Opera
nomadi. Per adesioni: leonardo.fiorentino@comune.milano.it

Venerdì, 22 Giugno, 2007 - 14:34

"Cantiere del Nuovo" di via Soderini

A firma dei partiti che sostengono la Giunta Penati alla Provincia di Milano, è stato distribuito in questi giorni, nelle case di via Soderini e al mercato ambulante di via Strozzi, un pieghevole patinato a colori (allegato) che illustra il progetto del "Cantiere del Nuovo" sull'area dell'ex vivaio della Regione in via Soderini. Oltre all'illustrazione ci sono le finalità del progetto e alcune proposte di utilizzo di spazi per il quartiere sotto l'ipogeo. Fa specie che ad informare il quartiere siano i partiti e non la Provincia stessa. Giova inoltre rammentare che sin dall'inizio si è formato un comitato di cittadini che con forza si oppone al progetto trovandolo invasivo e non pertinente con il luogo e le strutture presenti nei pressi: ospedali, una parrocchia molta frequentata con vari servizi anche sportivi,una casa albergo per lavoratori, due strutture sanitarie e riabilitative per anziani e disabili, diversi complessi scolastici e il parco di via Strozzi. Le perplessità poi sono aumentate dopo la rinuncia della C.C.I.A. a costruire il palazzo dell'Innovazione, venendo meno un soggetto importante. e patner della Provincia nel progetto del cosidetto "Cantiere del Nuovo".
Sorge un domanda: chi ha pagato il pieghevole e perchè fare propaganda adesso se i giochi, come si va sostenendo da più parti, sono fatti, il progetto è immutabile e il cantiere prossimo all'apertura?. Credo che la gente saprà valutare questa propaganda e al momento opportuno saprà reagire con gli strumenti che la democrazia offre.A.Valdameri

Venerdì, 22 Giugno, 2007 - 12:45

Comunicato su sgomberi a Milano

Al prefetto di Milano
Al consiglio comunale di Milano
Alla società civile di Milano
Il consiglio comunale di Milano ha deciso a larga maggioranza con la sola opposizione di cinque consiglieri della minoranza, di sgomberare i campi nomadi abusivi. Immediatamente la giunta comunale ha proceduto a sgomberi a tappeto senza predisporre nessun tipo di soluzione per centinaia di rom rumeni che si trovano ora in condizioni disperate determinando gravi situazioni di tensione come è avvenuto al campo di via Triboniano.
Le conseguenze di questa scelta destano grandissime preoccupazioni. Questi sgomberi non offrono alternative: uomini, donne e bambini vengono semplicemente abbandonati a se stessi costringendoli a cercare rifugi di fortuna o, peggio ancora, a bivaccare nei parchi milanesi. Costretta a un nomadismo da tempo abbandonato perde le tracce di integrazione che si erano create - occasioni di lavoro, inserimento scolastico - una popolazione che ha lasciato il disastro della loro terra per cercare la loro piccola parte di felicità nell’opulenta Lombardia e per questo sono disposti ad accettare condizioni che una società normalmente civile non dovrebbe consentire a nessuno.
Chi voleva, a parole, la sicurezza ora soffia sul fuoco
genera una situazione di degrado umano e di conflitto;
legittima le azioni squadristiche contro i rom di leghisti e razzisti vari;
giustifica chi pensa che cittadini stranieri, persone e popoli abbiano meno diritti e più leggi speciali, secondo precedenti storici che hanno tragicamente segnato la storia umana;
infine abbandona a se stesse le molte associazioni e i volontari che  agiscono sul sociale e seguono i rom..
Noi crediamo che una politica responsabile e degna di un Paese civile non debba inseguire il malcontento, il disagio e anche il pregiudizio ma costruire le condizioni di diritti e doveri uguali per tutti per una convivenza pacifica e rispettosa delle .diverse culture.
Per questo chiediamo alle autorità prima di tutto di sospendere questa scelta dissennata che porta solo tensione, che si trovino nell’immediato soluzioni che rispettino la dignità e la condizione umana dei rom, infine che le aree vengano svuotate solo dopo aver trovato soluzioni abitative adeguate per tutti, avviando una politica concordata anche con i rom di processi di inserimento reale nel mondo lavorativo e sociale; dopo aver consegnato alla gestione delle forze dell'ordine e al sistema di giustizia solo chi lo deve essere.
Bisogna abbandonare la logica dei campi e prevedere, come è avvenuto e avviene in molti altri paesi, sia in Italia che in Europa, percorsi di inserimento sociale, lavorativo ed abitativo adeguato, come anche per i rifugiati e richiedenti asilo.
Facciamo perciò un appello
alle istituzioni e  alla politica perché tornino a produrre e proporre idee, contenuti, progetti per l'agire sociale della nostra comunità, mettendo al centro il diritto-dovere dell'accoglienza di una città, il rispetto dell'interesse generale di tutti i cittadini, italiani o stranieri che siano;
alla società civile perché intervenga anche con atti concreti manifestando la volontà di. rifiutare una comunità fondata sull’esclusione e sull’odio  esercitato sui più deboli e indifesi dei nostri concittadini.
ARCI, Associazione Aven Amenza, Associazione NAGA, Comitato per le libertà e i diritti sociali, Festa dei popoli di Opera, Opera nomadi

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