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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Domenica, 24 Giugno, 2007 - 17:51

CRISTOPHER STREET DAY

CRISTOPHER STREET DAY – DOPO ROMA L’ORGOGLIO GAY DI NUOVO IN PIAZZA
24/06/2007 - Il Manifesto - L.Fa.
MILANO È L'IMMAGINE DI UNA CITTÀ DOVE, PER DIRLA CON GRILLINI, PRESIDENTE ONORARIO DELL'ARCIGAY, «C'È LA PIÙ GRANDE COMUNITÀ OMOSESSUALE D'ITALIA MA VENIAMO TRATTATI COME APPESTATI». Milano - In 30 mila al «pride» di Milano. Un trionfo di coriandoli e cuoricini mulinella per le strade appena attraversate dal pride milanese, gli addetti della nettezza urbana seguono a ruota e fanno pulizia appena i manifestanti sfumano dietro l'angolo. Questa è l'immagine di una città dove, per dirla con Grillini, presidente onorario dell'Arcigay, «c'è la più grande comunità omosessuale d'Italia ma veniamo trattati come appestati». Si riferisce alle scritte omofobe apparse settimane fa davanti alla libreria Babele, e alla meschineria del Comune di Milano che ha negato il patrocinio allo storico festival del cinema gay. Ma non è aria di polemiche oggi, basta un bel mazzo di finocchi freschi appoggiato davanti a Palazzo Marino, dove abita Letizia Moratti, apostrofata «Monatti». Perché, dopo il successo di Roma, il pride milanese - ribattezzato «Christopher Street Day» in ricordo della rivolta dei gay americani nel '69 - scorre verso la sua notte bianca all'insegna di una ritrovata rilassatezza, anche politica (nel senso che dalla politica nessuno si aspetta più nulla, e che i politici locali non hanno paura a farsi vedere). A cominciare dal saluto del ministro Pollastrini (assente giustificata), ma sempre più convinta a lottare per l'allargamento dei diritti di ognuno; sfila anche il malconcio centrosinistra milanese, mescolando le sue bandiere (verdi, rosse, rosso pallido, gialline) tra Drag Queen, marinaretti sculettanti, trans «costretti a fare sesso di notte con i signori che di giorno mi negano un lavoro» e slogan che dovrebbero rientrare nel programma di qualunque essere dotato di buon senso, «giù le mani dalle nostre vite, via le mani dalle nostre mutande» (sfila Aldo Busi). In corteo, oltre alla comunità glbt, coppie etero, single impenitenti, bambini, e un gruppo di fascinosi stewart della compagnia low cost EasyJet, che si accredita come azienda non legata a «pregiudizi anacronistici».
Ieri, anche Verona ha celebrato il suo pride, nei locali del centro sociale La Chimica, che il sindaco Tosi vuole sgomberare.