20 ottobre 2007 a Roma presentare il conto ..Scuola!
4 settembre 2007 a Torino
Per questo il comitato promuoverà azioni sia a Torino che nella altre città in concomitanza dei prossimi test di ammissione.
15 settembre 2007 a Vicenza Partito Umanista


Trasporti pubblici:No,agli adeguamenti tariffari automatici
Bozza del nuovo regolamento dei Consigli di Zona
Il potere dell'incontro umano
Il potere dell'incontro umano
www.lifegate.it





Proprio il fatto che, prima ancora di essere un rapporto professionale, il counseling è un rapporto umano. E' un momento privilegiato di interazione in cui il counselor crea le condizioni per una comunicazione autentica, in cui il cliente si senta accolto, ascoltato, accettato, compreso. In un tipo di società dallo stile di vita sempre più frenetico, anonimo e automatizzato nelle relazioni interpersonali, diventa sempre più difficile per le persone crearsi situazioni in cui potersi aprire con un interlocutore senza doverne temere il giudizio, la considerazione superficiale, il disinteresse o addirittura il rifiuto.
Il counseling risponde a questa profonda necessità di incontro autentico e di condivisione di riflessioni inascoltate che spesso, una volta accolte da un orecchio attento, da sole si incanalano verso una possibile risoluzione adatta alla persona. Anche in questo il counseling si distingue da altre relazioni professionali, nel suo accompagnare dolcemente l'interlocutore verso l'esplorazione della sua situazione sostenuto dal sottinteso che sarà lui stesso a poter trovare la soluzione di volta in volta necessaria, che è lui - il cliente - l'"esperto", l'unico possibile esperto nell'arte di comprendere e dirigere la sua stessa vita.
La formazione al counseling, ai futuri professionisti in questa nuova professione destinata a diffondersi sempre di più, passa necessariamente per un percorso di scoperta, riconoscimento e consolidamento delle qualità umane presenti in ogni persona che abbia affrontato in prima persona un percorso di conoscenza, accettazione e integrazione personale. Un percorso che sviluppa, a sua volta, la sicurezza interiore necessaria per accompagnare un altro essere umano alla ricerca di sé, con la stessa tranquilla fiducia con cui una guida di montagna accompagna un escursionista sul suo percorso: fornendo stimoli ma sapendo attendere che l'altro sia pronto a coglierli, incoraggiando senza forzare, mettendo in guardia senza invadere, guidando, passo per passo, verso una crescente autonomia e una maggior fiducia in se stessi.
Il counseling è basato su una profonda fiducia nell'essere umano, nella sue capacità di autodeterminazione e nei suoi valori più alti potenzialmente presenti in ognuno. E' questa fiducia che deve impregnare l'atteggiamento di ogni counselor, deve essere il messaggio subliminale che viene passato nella relazione per sostenere la persona nella sua ricerca di sé, con la tranquilla certezza che non spetterà mai al counselor dirle dovere deve andare e cosa deve fare.
Italia pronta ad accogliere Pegah
LONDRA LA ESPELLE, RISCHIA LAPIDAZIONE IN PATRIA, ITALIA PRONTA AD ACCOGLIERE LESBICA IRANIANA
(25/08/2007) Un portavoce della Farnesina ha confermato che Pegah Emambakhsh sarà accolta nel nostro paese. Il pressing del ministro Pollastrini.tags:
iran lapidazione pollastrini sodomy law
www.gay.tv
Roma - Un portavoce del ministero degli esteri ha confermato che
Pegah Emambakhsh, la lesbica iraniana rifugiata in Gran Bretagna e da lì espulsa, perchè non ha prove per dimostrare la sua
omosessualità, avrà asilo umanitario nel nostro paese. Pegah deve
essere rimpatriata da Londra il 28 Agosto, ma il suo caso è al centro
dell'attenzione dei media britannici e delle organizzazioni
umanitarie che hanno portato a conoscenza dell'opinione pubblica il
suo caso.
D'altro canto, oltre a raccontare come la sua compagna più
vecchia sia stata arrestata, torturata e infine lapidata per
omosessualità in Iran e come il suo stesso padre sia stato torturato per aver aiutato la propria figlia a fuggire dal paese fornendo nomi
e date, ci si chiede cosa altro debba fare un omosessuale per dimostrare il suo orientamento. Pegah rischia la stessa sorte della compagna e anche se Londra ottenesse assicurazioni dall'Iran che non sarebbe condannata a morte, nessuno impedisce all'Iran di arrestare e torturare Pegah per altri supposti reati.
Il Ministro italiano delle Pari Opportunità Pollastrini si è esposto
di prima persone offendo l'asilo alla lesbica iraniana.
Per una panoramica completa della situazione dei diritti umani in
Iran segnaliamo www.donneiran.org e www.gaymiddleeast.com
Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv
sottoscrivete l'appello per Pegah per evitare la barbarie
In Iran l'omosessualità è reato. Ma non solo viene punito, perseguito, diventa oggetto di procedimento penale: l'omosessualità prevede delle pene capitali, ossia la pena di morte.
Nel 2005 due adolescenti reputati essere gay e sospettati di avere stuprato un coetaneo, senza alcuna prova, sono stati impiccati in pubblica piazza: la pena esemplare che denigra la persona, che la annienta, per una colpa inesistente, per il fatto di scegliere liberamente il proprio orientamento sessuale. Oggi Pegah Emambakhsh, una donna di 40 anni rischia di essere rimpatriata in Iran, nella propria terra natia, dal governo britannico. Pegah è trattenuta in un centro di accoglienza Yarlswood di Bedford, dopo un decreto di espulsione emesso dopo l'arresto della ragazza. Il diritto di asilo in questo caso non sussiste? Pegah rischia di essere uccisa da una pena da definirsi barbarica: i diritti umani vengono elusi costantemente dall'Iran, fin dai tempi della nascita del regime vicino alle ideologie di Komeini, confessionale. La pena capitale a cui è stata condannata Pegah è la lapidazione lenta, ossia un modo sadico e veramente disumano di uccidere una persona, lanciando alla stessa prima pietre di media dimensione, che possano produrre contusoni dolorose, poi pietre di dimensione sempre maggiore, fino ad arrivare al colpo finale, se sussiste, in quanto, spesso, si tiene la vittima agonizzante fino allo stremo delle sue forze, all'ultimo respiro. Pegah rischia di essere rimaptriata solamente perchè arrestata, considerata non beneficiante del diritto di soggiornare in Gran Bretagna, nonostante si sia in presenza di una causa chiara che determina l'ascrivibilità del caso nella piena titolarità di beneficiare il soggetto richiedente di diritto di asilo, quindi di soggiorno assicurato, di piena e indiscutibile accoglienza. Le organizzazioni per i diritti civili e umani internazionali e britanniche si stanno mobilitando per chiedere al governo Brown di rivedere e modificare la propria decisione che risulterebbe essere stridente, assai antitetica e fortemente contrastante con la storia di un Paese che è civile, in quanto primo al mondo ad avere garantito una carta costituzionale, la Magna Charta, e ad avere istituito un Parlamento rappresentativo, una Monarchia costituzionale, grande conquista di democrazia per l'Europa dei regni dei sovrani assoluti. Aderire all'appello che riporto a piè di pagina è un dovere se, in un futuro ormai prossimo, rischieremmo di vedere i nostri diritti, quelli di altre categorie, di altre persone, a rischio: occorre tutelare un diritto ormai acquisito come indiscutibile della libertà di orientamento sessuale e di eguaglianza, giustizia sociale e civile a prescindere dalle proprie inclinazioni sessuali e preferenze. Non è ammissibile che nel Terzo Millennio ci siano ancora episodi di questa portata medioevale che facciano di una personale scelta un caso perseguibile: credo che sia condannabile oltremodo se l'atteggiamento della Gran Bretagna perdurasse indistintamente, aprendo una gorssa falda nella storia democratica e civile di questo Paese, che ancora vorrei considerare, come fino a oggi fatto, Paese dei diritti umani.
Fermare questa onta è un dovere se vogliamo un mondo dove l'umanità non possa più vedere ripetersi i gravi crimini efferati di un passato fatto di sangue e di repressione di innocenti.
La Gran Bretagna rifiuta l’asilo ad una cittadina iraniana lesbica condannata a morte
http://www.socialpress.it/art
matteo.pegoraro@infinito.it
roberto.malini@annesdoor.com
con l'EXPO nuove aree edificabili: e il controllo?
Leggo a proposito su Repubblica del 4 giugno a firma di Stefano Rossi:
"Finita l´Expo, il contratto prevede che i proprietari presentino un piano attuativo «atto alla valorizzazione delle aree» con quasi assoluta libertà di azione, come si legge nella relazione al consiglio generale della Fondazione Fiera: «Un mix funzionale libero, con esclusione delle attività insalubri». I proprietari avranno anche il diritto di vendere le aree: diritti e obblighi saranno trasferiti con la proprietà all´acquirente. E' chiaro che l'edificabilità e la procedura di edificazione, il progetto stesso, sarà oggetto di transazione privata tra le parti contraenti: la cittadinanza, i consigli di zona e lo stesso consiglio comunale non avranno più alcuna possibilità di intervenire nella fase esecutiva e definitiva dei progetti. Sufficiente è solamente il fatto che sia tutto indirizzato alla realizzazione funzionale del grande evento dell'EXPO 2015. E', questa, a parere del sottoscritto un'eccezione che detta un precedente inquietante per il futuro dello sviluppo urbano della nostra città: ma soprattutto per il futuro coinvolgimento democratico della cittadinanza nelle scelte che riguardano l'amministrazone del territorio in un'ottica di condivisione e di definizione di un progetto sostenibile a livello umano e sociale. Credo che si tratti di una reale svendita di territori ai privati e di un affidamento della città e delle sue dimensioni alle volontà dei privati, che assumeranno una logica tutta imprenditoriale nell'assumere certe scelte che chiaramente non saranno avvertite come collettive e, quindi, condivisibili dalla cittadinanza e dalle istituzioni consiliari.
Se questo è il primo atto decisionale conseguente alle buone intenzioni espresse penso che siamo totalmente sulla strada sbagliata, anzi fuorviante.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
Ticket: prosegue la stagione delle boutade
Ancora la Giunta conferma la stessa sceneggiatura: sui ticket di ingresso nella città, la eco tassa come è stata ribattezzata per renderla più "political correct", la querelle sospesa prima della chiusura dell'anno amministrativo scorso si è riaperta come un canale in piena coperto da una leggera coltre di asfalto. Le boutade alla Moratti sono ormai tipiche di un'azione politica di governo assente, senza prospettive e senza linee di programmaticità: dov'è un serio e coerente progetto sulla mobilità, che possa garantire un decongestionamento del traffico veicolare e camionale, correlato da un aumento strutturale e un'ottimizzazione delle linee di trasporto pubblico? Londra ha adottato i ticket di ingresso nella città, ma ha anche agevolato i pendolari rendendo un servizio di trasporto pubblico competitivo con l'utilizzo del trasporto privato. Rebus sic stantibus non è concepibile vedere nei ticket la soluzione di ogni mali: non è una panacea, in quanto non è neppure deterrente all'utilizzo dell'autovettura e, infine, applicato solamente all'interno della cerchia delle mura spagnole inficerebbe la periferia che si troverebbe ulteriormente aggravata dalla presenza di flussi di automobili, la cui quantità non potrebbe trovare adeguate collocazioni e un discreto numero di parcheggi dove albergare.
Penso che alla Giunta manchi una visione complessiva della politica per la mobilità: le esternazioni fatte come fulmini a ciel sereno non hanno adeguate possibilità di essere considerate come funzionali al miglioramento delle condizioni di vita e ambientali. Credo che la tassa di entrata sia una gabella che non disincentiva l'utilizzo dell'automobile e aggrava i pendolari meno abbienti, in quanto dotati di autovetture certamente non a basso impatto ecologico, in quanto "costose".
Ma è ancora più chiaro come questa maggioranza di centrodestra milanese abbia poca capacità di poter decidere in modo autonomo, essendo frazionata, fortemente incoerente, poco autonoma rispetto alle imposizioni nazionali e alle logiche nazionali di "equilibrismi" da "saltimbanco". Addirittura la parola del dominus absolutus, Berlusconi, ha dovuto essere data per poter portare quella "pax romana" necessaria per dirimere le contrversie interne e intestine, che rimangonoe permangono. Esempio ne è la dichiarazione della sindaca disarcionata nel suo potere decisionale, ostaggio delle dinamiche e logiche extraterritoriali romane (ma, mi domando, non sono loro a propagandare la "rivoluzione federalista" a ogni passo, mentre nella pratica amministrativa adottano misure e metodi da centralismo burocratico?): non c'è decisione sulla data di avvio della sperimentazione, pertanto ogni dilazionamento dei tempi è giusitificabile. Apettando Godot, ogni data di inizio può essere lecita, secondo la dichiarazione della sindaca: basta che i partiti trovino la loro !quadratura del cerchio" che consiste nell'immobilismo assoluto e nell'assenza di prospettive per questa città.
L'ambiente aspetta, nel mentre avremo un autunno fatto di mattine dove il congestionamento veicolare sarà sempre più intenso, dove autovetture saranno catapultate nella cerchia urbana, dove ogni automobilista attenderà con forte dose di impazienza e di stress chiuso nel proprio abitacolo bloccato in una marea oceanica di automobili inquinanti, dove i trasporti pubblici saranno ostacolati nel loro tragitto, dove alcune linee saranno sospese in alcuni tratti senza nessun tipo di "modifica" temporanea del tragitto a causa di lavori in corso per altri parcheggi sotterranei mastodontici, destinati a inghiottire altre autovetture, richiamando pendolari automobilisti dall'esterno; dove i ciclisti dovranno fare lo slalom come su una pista da sci di un campionato mondiale alpino, essendo mancanti tratti interi di piste ciclabili a singhiozzo.
E' questa la politica sui trasporti e per il rilancio della qualità del vivere e dell'aria a Milano promossa dalla Giunta? Forse è questo lo stato idilliaco gradito dall'amministrazione, essendoci sul tavolo niente altro che dichiarazioni da campagna elettorale permanente, in un'ottica di populismo plebiscitario, e fallimenti che gettano giusto e concepibile discredito rispetto all'attuale maggioranza.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano