Ticket: prosegue la stagione delle boutade
Ancora la Giunta conferma la stessa sceneggiatura: sui ticket di ingresso nella città, la eco tassa come è stata ribattezzata per renderla più "political correct", la querelle sospesa prima della chiusura dell'anno amministrativo scorso si è riaperta come un canale in piena coperto da una leggera coltre di asfalto. Le boutade alla Moratti sono ormai tipiche di un'azione politica di governo assente, senza prospettive e senza linee di programmaticità: dov'è un serio e coerente progetto sulla mobilità, che possa garantire un decongestionamento del traffico veicolare e camionale, correlato da un aumento strutturale e un'ottimizzazione delle linee di trasporto pubblico? Londra ha adottato i ticket di ingresso nella città, ma ha anche agevolato i pendolari rendendo un servizio di trasporto pubblico competitivo con l'utilizzo del trasporto privato. Rebus sic stantibus non è concepibile vedere nei ticket la soluzione di ogni mali: non è una panacea, in quanto non è neppure deterrente all'utilizzo dell'autovettura e, infine, applicato solamente all'interno della cerchia delle mura spagnole inficerebbe la periferia che si troverebbe ulteriormente aggravata dalla presenza di flussi di automobili, la cui quantità non potrebbe trovare adeguate collocazioni e un discreto numero di parcheggi dove albergare.
Penso che alla Giunta manchi una visione complessiva della politica per la mobilità: le esternazioni fatte come fulmini a ciel sereno non hanno adeguate possibilità di essere considerate come funzionali al miglioramento delle condizioni di vita e ambientali. Credo che la tassa di entrata sia una gabella che non disincentiva l'utilizzo dell'automobile e aggrava i pendolari meno abbienti, in quanto dotati di autovetture certamente non a basso impatto ecologico, in quanto "costose".
Ma è ancora più chiaro come questa maggioranza di centrodestra milanese abbia poca capacità di poter decidere in modo autonomo, essendo frazionata, fortemente incoerente, poco autonoma rispetto alle imposizioni nazionali e alle logiche nazionali di "equilibrismi" da "saltimbanco". Addirittura la parola del dominus absolutus, Berlusconi, ha dovuto essere data per poter portare quella "pax romana" necessaria per dirimere le contrversie interne e intestine, che rimangonoe permangono. Esempio ne è la dichiarazione della sindaca disarcionata nel suo potere decisionale, ostaggio delle dinamiche e logiche extraterritoriali romane (ma, mi domando, non sono loro a propagandare la "rivoluzione federalista" a ogni passo, mentre nella pratica amministrativa adottano misure e metodi da centralismo burocratico?): non c'è decisione sulla data di avvio della sperimentazione, pertanto ogni dilazionamento dei tempi è giusitificabile. Apettando Godot, ogni data di inizio può essere lecita, secondo la dichiarazione della sindaca: basta che i partiti trovino la loro !quadratura del cerchio" che consiste nell'immobilismo assoluto e nell'assenza di prospettive per questa città.
L'ambiente aspetta, nel mentre avremo un autunno fatto di mattine dove il congestionamento veicolare sarà sempre più intenso, dove autovetture saranno catapultate nella cerchia urbana, dove ogni automobilista attenderà con forte dose di impazienza e di stress chiuso nel proprio abitacolo bloccato in una marea oceanica di automobili inquinanti, dove i trasporti pubblici saranno ostacolati nel loro tragitto, dove alcune linee saranno sospese in alcuni tratti senza nessun tipo di "modifica" temporanea del tragitto a causa di lavori in corso per altri parcheggi sotterranei mastodontici, destinati a inghiottire altre autovetture, richiamando pendolari automobilisti dall'esterno; dove i ciclisti dovranno fare lo slalom come su una pista da sci di un campionato mondiale alpino, essendo mancanti tratti interi di piste ciclabili a singhiozzo.
E' questa la politica sui trasporti e per il rilancio della qualità del vivere e dell'aria a Milano promossa dalla Giunta? Forse è questo lo stato idilliaco gradito dall'amministrazione, essendoci sul tavolo niente altro che dichiarazioni da campagna elettorale permanente, in un'ottica di populismo plebiscitario, e fallimenti che gettano giusto e concepibile discredito rispetto all'attuale maggioranza.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
20 ottobre 2007 a Roma presentare il conto ..Scuola!
4 settembre 2007 a Torino
Per questo il comitato promuoverà azioni sia a Torino che nella altre città in concomitanza dei prossimi test di ammissione.
15 settembre 2007 a Vicenza Partito Umanista
Trasporti pubblici:No,agli adeguamenti tariffari automatici
Bozza del nuovo regolamento dei Consigli di Zona
Il potere dell'incontro umano
Il potere dell'incontro umano
www.lifegate.it
Si sta diffondendo sempre di più in Italia il counseling, una nuova professione che insegna a valorizzare e potenziare le proprie capacità di ascolto ed empatia per metterle al servizio della crescita personale altrui, in tanti ambiti diversi.
Proprio il fatto che, prima ancora di essere un rapporto professionale, il counseling è un rapporto umano. E' un momento privilegiato di interazione in cui il counselor crea le condizioni per una comunicazione autentica, in cui il cliente si senta accolto, ascoltato, accettato, compreso. In un tipo di società dallo stile di vita sempre più frenetico, anonimo e automatizzato nelle relazioni interpersonali, diventa sempre più difficile per le persone crearsi situazioni in cui potersi aprire con un interlocutore senza doverne temere il giudizio, la considerazione superficiale, il disinteresse o addirittura il rifiuto.
Il counseling risponde a questa profonda necessità di incontro autentico e di condivisione di riflessioni inascoltate che spesso, una volta accolte da un orecchio attento, da sole si incanalano verso una possibile risoluzione adatta alla persona. Anche in questo il counseling si distingue da altre relazioni professionali, nel suo accompagnare dolcemente l'interlocutore verso l'esplorazione della sua situazione sostenuto dal sottinteso che sarà lui stesso a poter trovare la soluzione di volta in volta necessaria, che è lui - il cliente - l'"esperto", l'unico possibile esperto nell'arte di comprendere e dirigere la sua stessa vita.
La formazione al counseling, ai futuri professionisti in questa nuova professione destinata a diffondersi sempre di più, passa necessariamente per un percorso di scoperta, riconoscimento e consolidamento delle qualità umane presenti in ogni persona che abbia affrontato in prima persona un percorso di conoscenza, accettazione e integrazione personale. Un percorso che sviluppa, a sua volta, la sicurezza interiore necessaria per accompagnare un altro essere umano alla ricerca di sé, con la stessa tranquilla fiducia con cui una guida di montagna accompagna un escursionista sul suo percorso: fornendo stimoli ma sapendo attendere che l'altro sia pronto a coglierli, incoraggiando senza forzare, mettendo in guardia senza invadere, guidando, passo per passo, verso una crescente autonomia e una maggior fiducia in se stessi.
Il counseling è basato su una profonda fiducia nell'essere umano, nella sue capacità di autodeterminazione e nei suoi valori più alti potenzialmente presenti in ognuno. E' questa fiducia che deve impregnare l'atteggiamento di ogni counselor, deve essere il messaggio subliminale che viene passato nella relazione per sostenere la persona nella sua ricerca di sé, con la tranquilla certezza che non spetterà mai al counselor dirle dovere deve andare e cosa deve fare.
Italia pronta ad accogliere Pegah
LONDRA LA ESPELLE, RISCHIA LAPIDAZIONE IN PATRIA, ITALIA PRONTA AD ACCOGLIERE LESBICA IRANIANA
(25/08/2007) Un portavoce della Farnesina ha confermato che Pegah Emambakhsh sarà accolta nel nostro paese. Il pressing del ministro Pollastrini.tags:
iran lapidazione pollastrini sodomy law
www.gay.tv
Roma - Un portavoce del ministero degli esteri ha confermato che
Pegah Emambakhsh, la lesbica iraniana rifugiata in Gran Bretagna e da lì espulsa, perchè non ha prove per dimostrare la sua
omosessualità, avrà asilo umanitario nel nostro paese. Pegah deve
essere rimpatriata da Londra il 28 Agosto, ma il suo caso è al centro
dell'attenzione dei media britannici e delle organizzazioni
umanitarie che hanno portato a conoscenza dell'opinione pubblica il
suo caso.
D'altro canto, oltre a raccontare come la sua compagna più
vecchia sia stata arrestata, torturata e infine lapidata per
omosessualità in Iran e come il suo stesso padre sia stato torturato per aver aiutato la propria figlia a fuggire dal paese fornendo nomi
e date, ci si chiede cosa altro debba fare un omosessuale per dimostrare il suo orientamento. Pegah rischia la stessa sorte della compagna e anche se Londra ottenesse assicurazioni dall'Iran che non sarebbe condannata a morte, nessuno impedisce all'Iran di arrestare e torturare Pegah per altri supposti reati.
Il Ministro italiano delle Pari Opportunità Pollastrini si è esposto
di prima persone offendo l'asilo alla lesbica iraniana.
Per una panoramica completa della situazione dei diritti umani in
Iran segnaliamo www.donneiran.org e www.gaymiddleeast.com
Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv
sottoscrivete l'appello per Pegah per evitare la barbarie
In Iran l'omosessualità è reato. Ma non solo viene punito, perseguito, diventa oggetto di procedimento penale: l'omosessualità prevede delle pene capitali, ossia la pena di morte.
Nel 2005 due adolescenti reputati essere gay e sospettati di avere stuprato un coetaneo, senza alcuna prova, sono stati impiccati in pubblica piazza: la pena esemplare che denigra la persona, che la annienta, per una colpa inesistente, per il fatto di scegliere liberamente il proprio orientamento sessuale. Oggi Pegah Emambakhsh, una donna di 40 anni rischia di essere rimpatriata in Iran, nella propria terra natia, dal governo britannico. Pegah è trattenuta in un centro di accoglienza Yarlswood di Bedford, dopo un decreto di espulsione emesso dopo l'arresto della ragazza. Il diritto di asilo in questo caso non sussiste? Pegah rischia di essere uccisa da una pena da definirsi barbarica: i diritti umani vengono elusi costantemente dall'Iran, fin dai tempi della nascita del regime vicino alle ideologie di Komeini, confessionale. La pena capitale a cui è stata condannata Pegah è la lapidazione lenta, ossia un modo sadico e veramente disumano di uccidere una persona, lanciando alla stessa prima pietre di media dimensione, che possano produrre contusoni dolorose, poi pietre di dimensione sempre maggiore, fino ad arrivare al colpo finale, se sussiste, in quanto, spesso, si tiene la vittima agonizzante fino allo stremo delle sue forze, all'ultimo respiro. Pegah rischia di essere rimaptriata solamente perchè arrestata, considerata non beneficiante del diritto di soggiornare in Gran Bretagna, nonostante si sia in presenza di una causa chiara che determina l'ascrivibilità del caso nella piena titolarità di beneficiare il soggetto richiedente di diritto di asilo, quindi di soggiorno assicurato, di piena e indiscutibile accoglienza. Le organizzazioni per i diritti civili e umani internazionali e britanniche si stanno mobilitando per chiedere al governo Brown di rivedere e modificare la propria decisione che risulterebbe essere stridente, assai antitetica e fortemente contrastante con la storia di un Paese che è civile, in quanto primo al mondo ad avere garantito una carta costituzionale, la Magna Charta, e ad avere istituito un Parlamento rappresentativo, una Monarchia costituzionale, grande conquista di democrazia per l'Europa dei regni dei sovrani assoluti. Aderire all'appello che riporto a piè di pagina è un dovere se, in un futuro ormai prossimo, rischieremmo di vedere i nostri diritti, quelli di altre categorie, di altre persone, a rischio: occorre tutelare un diritto ormai acquisito come indiscutibile della libertà di orientamento sessuale e di eguaglianza, giustizia sociale e civile a prescindere dalle proprie inclinazioni sessuali e preferenze. Non è ammissibile che nel Terzo Millennio ci siano ancora episodi di questa portata medioevale che facciano di una personale scelta un caso perseguibile: credo che sia condannabile oltremodo se l'atteggiamento della Gran Bretagna perdurasse indistintamente, aprendo una gorssa falda nella storia democratica e civile di questo Paese, che ancora vorrei considerare, come fino a oggi fatto, Paese dei diritti umani.
Fermare questa onta è un dovere se vogliamo un mondo dove l'umanità non possa più vedere ripetersi i gravi crimini efferati di un passato fatto di sangue e di repressione di innocenti.
La Gran Bretagna rifiuta l’asilo ad una cittadina iraniana lesbica condannata a morte
http://www.socialpress.it/art
matteo.pegoraro@infinito.it
roberto.malini@annesdoor.com
Global cities: i cambiamenti delle megalopoli
http://www.labiennale.org
Global Cities è una mostra che esamina i recenti cambiamenti avvenuti in dieci città di interesse globale: Il Cairo, Istanbul, Johannesburg, Londra, Los Angeles, Città del Messico, Mumbai, San Paolo, Shangai e Tokyo. L’esposizione apre dal 20 giugno al 27 agosto 2007 e presenta una spettacolare installazione nella Turbine Hall della Tate Modern.
Global Cities, aperta all’intero pubblico della Tate, è organizzata in collaborazione con la Fondazione La Biennale di Venezia e grazie alla partecipazione di Land Securities e al supporto di Savills e Derwent London.
La mostra comprende i lavori di architetti e artisti di fama internazionale come Zaha Hadid, Rem Koolhaas, Herzog e de Meuron, Nigel Coates, Nils Norman, Richard Wentworth, Fritz Haeg, Hillary Lloyd, Celine Condorelli e Can Atlay.
Global Cities nasce dalla sezione centrale della 10. Mostra Internazionale di Architettura, che, tra settembre e novembre 2006, ha registrato la presenza di oltre 130.000 visitatori: la mostra di architettura più visitata fino a oggi tra quelle della Biennale di Venezia. L’esposizione alla Tate Modern ha Londra come punto di riferimento per un percorso comparativo tra le città analizzate. L’allestimento della mostra nella Turbine Hall sarà a cura di Pentagram.
L’esposizione si concentra sulle problematiche più importanti che i grandi centri urbani si trovano ad affrontare: dai flussi migratori alla mobilità, dall’integrazione alla crescita sostenibile. L’analisi delle cinque tematiche principali analizzate - velocità, dimensione, densità, diversità e forma – trae spunto da uno studio socio-economico e geografico condotto da ricercatori della London School of Economics.
Oltre a questi dati, la mostra alla Tate Modern presenta una vasta gamma di opere artistiche sotto forma di video e fotografie che offrono interpretazioni soggettive delle condizioni urbane in ognuna delle dieci città. Le commissioni di artisti e architetti hanno focalizzato la loro attenzione sul contesto londinese e su problematiche specifiche come la sostenibilità e l’integrazione; questi lavori, appositamente realizzati, saranno esposti sia nella Turbine Hall che nell’area di Southwark.
Metà della popolazione mondiale vive oggi in aree urbane; per questo le città sono sempre più al centro del dibattito pubblico, della speculazione culturale e dell’attenzione dei media. Un secolo fa solo il 10% degli abitanti del pianeta viveva in città, mentre entro il 2050 si prevede che il 75% degli 8 miliardi di persone che popolano la Terra vivrà in aree urbane, in particolare nel Sud del mondo. La forma, le dimensioni e la struttura di megalopoli esplosive come Mumbai, Shangai, Città del Messico, Istanbul o Il Cairo influenzano non solo la vita dei milioni di nuovi abitanti ma anche la salute e la sostenibilità dell’intero pianeta, visto che da esse dipende il 75% del totale delle emissioni di CO2. La crescente importanza economica, sociale e culturale fa sì che le città siano oggi più importanti che mai e che diventino il crocevia della creatività, della crescita economica e dei conflitti sociali.
La mostra costituisce inoltre l’occasione di avviare un dibattito allargato che si svilupperà attraverso una serie di incontri pubblici. Il programma prevede anche film e dibattiti che avranno luogo durante il weekend tra il 22 e il 25 giugno alla Architecture Foundation di Londra.
Informazioni
Helen Beeckmans/Daisy Mallabar, Tate Press Office
Tel. 0044 20 7887 8731, e-mail pressoffice@tate.org.uk
Erica Bolton, Bolton and Quinn
Tel. 0044 20 7221 5000, e-mail erica@boltonquinn.com