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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Giovedì, 6 Settembre, 2007 - 11:10

Global cities: i cambiamenti delle megalopoli

Global Cities alla Tate Modern  Global Cities. Turbine Hall, Tate Modern  Global Cities: una mostra alla Tate Modern 
20 giugno - 27 agosto 2007

 http://www.labiennale.org

Global Cities è una mostra che esamina i recenti cambiamenti avvenuti in dieci città di interesse globale: Il Cairo, Istanbul, Johannesburg, Londra, Los Angeles, Città del Messico, Mumbai, San Paolo, Shangai e Tokyo. L’esposizione apre dal 20 giugno al 27 agosto 2007 e presenta una spettacolare installazione nella Turbine Hall della Tate Modern.

Global Cities, aperta all’intero pubblico della Tate, è organizzata in collaborazione con la Fondazione La Biennale di Venezia e grazie alla partecipazione di Land Securities e al supporto di Savills e Derwent London.

La mostra comprende i lavori di architetti e artisti di fama internazionale come Zaha Hadid, Rem Koolhaas, Herzog e de Meuron, Nigel Coates, Nils Norman, Richard Wentworth, Fritz Haeg, Hillary Lloyd, Celine Condorelli e Can Atlay.

Global Cities nasce dalla sezione centrale della 10. Mostra Internazionale di Architettura, che, tra settembre e novembre 2006, ha registrato la presenza di oltre 130.000 visitatori: la mostra di architettura più visitata fino a oggi tra quelle della Biennale di Venezia. L’esposizione alla Tate Modern ha Londra come punto di riferimento per un percorso comparativo tra le città analizzate. L’allestimento della mostra nella Turbine Hall sarà a cura di Pentagram.

L’esposizione si concentra sulle problematiche più importanti che i grandi centri urbani si trovano ad affrontare: dai flussi migratori alla mobilità, dall’integrazione alla crescita sostenibile. L’analisi delle cinque tematiche principali analizzate - velocità, dimensione, densità, diversità e forma – trae spunto da uno studio socio-economico e geografico condotto da ricercatori della London School of Economics.

Oltre a questi dati, la mostra alla Tate Modern presenta una vasta gamma di opere artistiche sotto forma di video e fotografie che offrono interpretazioni soggettive delle condizioni urbane in ognuna delle dieci città. Le commissioni di artisti e architetti hanno focalizzato la loro attenzione sul contesto londinese e su problematiche specifiche come la sostenibilità e l’integrazione; questi lavori, appositamente realizzati, saranno esposti sia nella Turbine Hall che nell’area di Southwark.

Metà della popolazione mondiale vive oggi in aree urbane; per questo le città sono sempre più al centro del dibattito pubblico, della speculazione culturale e dell’attenzione dei media. Un secolo fa solo il 10% degli abitanti del pianeta viveva in città, mentre entro il 2050 si prevede che il 75% degli 8 miliardi di persone che popolano la Terra vivrà in aree urbane, in particolare nel Sud del mondo. La forma, le dimensioni e la struttura di megalopoli esplosive come Mumbai, Shangai, Città del Messico, Istanbul o Il Cairo influenzano non solo la vita dei milioni di nuovi abitanti ma anche la salute e la sostenibilità dell’intero pianeta, visto che da esse dipende il 75% del totale delle emissioni di CO2. La crescente importanza economica, sociale e culturale fa sì che le città siano oggi più importanti che mai e che diventino il crocevia della creatività, della crescita economica e dei conflitti sociali.

La mostra costituisce inoltre l’occasione di avviare un dibattito allargato che si svilupperà attraverso una serie di incontri pubblici. Il programma prevede anche film e dibattiti che avranno luogo durante il weekend tra il 22 e il 25 giugno alla Architecture Foundation di Londra.

Informazioni
Helen Beeckmans/Daisy Mallabar, Tate Press Office
Tel. 0044 20 7887 8731, e-mail pressoffice@tate.org.uk
Erica Bolton, Bolton and Quinn
Tel. 0044 20 7221 5000, e-mail erica@boltonquinn.com

Martedì, 4 Settembre, 2007 - 17:15

Ticket: prosegue la stagione delle boutade

Ancora la Giunta conferma la stessa sceneggiatura: sui ticket di ingresso nella città, la eco tassa come è stata ribattezzata per renderla più "political correct", la querelle sospesa prima della chiusura dell'anno amministrativo scorso si è riaperta come un canale in piena coperto da una leggera coltre di asfalto. Le boutade alla Moratti sono ormai tipiche di un'azione politica di governo assente, senza prospettive e senza linee di programmaticità: dov'è un serio e coerente progetto sulla mobilità, che possa garantire un decongestionamento del traffico veicolare e camionale, correlato da un aumento strutturale e un'ottimizzazione delle linee di trasporto pubblico? Londra ha adottato i ticket di ingresso nella città, ma ha anche agevolato i pendolari rendendo un servizio di trasporto pubblico competitivo con l'utilizzo del trasporto privato. Rebus sic stantibus non è concepibile vedere nei ticket la soluzione di ogni mali: non è una panacea, in quanto non è neppure deterrente all'utilizzo dell'autovettura e, infine, applicato solamente all'interno della cerchia delle mura spagnole inficerebbe la periferia che si troverebbe ulteriormente aggravata dalla presenza di flussi di automobili, la cui quantità non potrebbe trovare adeguate collocazioni e un discreto numero di parcheggi dove albergare.
Penso che alla Giunta manchi una visione complessiva della politica per la mobilità: le esternazioni fatte come fulmini a ciel sereno non hanno adeguate possibilità di essere considerate come funzionali al miglioramento delle condizioni di vita e ambientali. Credo che la tassa di entrata sia una gabella che non disincentiva l'utilizzo dell'automobile e aggrava i pendolari meno abbienti, in quanto dotati di autovetture certamente non a basso impatto ecologico, in quanto "costose".
Ma è ancora più chiaro come questa maggioranza di centrodestra milanese abbia poca capacità di poter decidere in modo autonomo, essendo frazionata, fortemente incoerente, poco autonoma rispetto alle imposizioni nazionali e alle logiche nazionali di "equilibrismi" da "saltimbanco". Addirittura la parola del dominus absolutus, Berlusconi, ha dovuto essere data per poter portare quella "pax romana" necessaria per dirimere le contrversie interne e intestine, che rimangonoe  permangono. Esempio ne è la dichiarazione della sindaca disarcionata nel suo potere decisionale, ostaggio delle dinamiche e logiche extraterritoriali romane (ma, mi domando, non sono loro a propagandare la "rivoluzione federalista" a ogni passo, mentre nella pratica amministrativa adottano misure e metodi da centralismo burocratico?): non c'è decisione sulla data di avvio della sperimentazione, pertanto ogni dilazionamento dei tempi è giusitificabile. Apettando Godot, ogni data di inizio può essere lecita, secondo la dichiarazione della sindaca: basta che i partiti trovino la loro !quadratura del cerchio" che consiste nell'immobilismo assoluto e nell'assenza di prospettive per questa città.
L'ambiente aspetta, nel mentre avremo un autunno fatto di mattine dove il congestionamento veicolare sarà sempre più intenso, dove autovetture saranno catapultate nella cerchia urbana, dove ogni automobilista attenderà con forte dose di impazienza e di stress chiuso nel proprio abitacolo bloccato in una marea oceanica di automobili inquinanti, dove i trasporti pubblici saranno ostacolati nel loro tragitto, dove alcune linee saranno sospese in alcuni tratti senza nessun tipo di "modifica" temporanea del tragitto a causa di lavori in corso per altri parcheggi sotterranei mastodontici, destinati a inghiottire altre autovetture, richiamando pendolari automobilisti dall'esterno; dove i ciclisti dovranno fare lo slalom come su una pista da sci di un campionato mondiale alpino, essendo mancanti tratti interi di piste ciclabili a singhiozzo.
E' questa la politica sui trasporti e per il rilancio della qualità del vivere e dell'aria a Milano promossa dalla Giunta? Forse è questo lo stato idilliaco gradito dall'amministrazione, essendoci sul tavolo niente altro che dichiarazioni da campagna elettorale permanente, in un'ottica di populismo plebiscitario, e fallimenti che gettano giusto e concepibile discredito rispetto all'attuale maggioranza.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Lunedì, 3 Settembre, 2007 - 13:41

20 ottobre 2007 a Roma presentare il conto ..Scuola!

20 ottobre a Roma: proposta di mobilitazione e manifestazione delle scuole e dei movimenti:
E’  ORA DI PRESENTARE IL CONTO:
1 DIMISSIONI DI FIORONI
2 RISORSE ECONOMICHE PER IL SOCIALE E NON PER BANCHIERI,                 
                                                          INDUSTRIALI, VATICANO E GUERRE
3 NO ALLA GUERRA E ALL’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI 
4 BASTA CON LE MENZOGNE: BROGLI ELETTORALI E 11 SETTEMBRE
5 TOLLERANZA ZERO CON LE CLASSI DIRIGENTI
La presente per proporre una ampia mobilitazione delle scuole e dei movimenti e affermare la volontà di discontinuità con il precedente governo. Le motivazioni aumentano ogni giorno di più e occorre una nostra grande prova di forza altrimenti non si fermeranno mai.
1- Dimissioni di Fioroni: propongo di elaborare un Manifesto da affiggere in tutte le scuole con le accuse a questo Ministro, uomo dello Stato del Vaticano nella scuola italiana pubblica e laica: il suo sostegno e finanziamento alle scuole private cattoliche (a loro bastano anche 8 alunni per classe!) e l’immiserimento delle scuole pubbliche, i tagli al sostegno, le promesse non mantenute sul tempo pieno, l’assunzione di migliaia di docenti di religione e la mancanza di docenti per gli alunni stranieri e per l’intercultura, le Nuove Indicazioni che cancellano Darwin e la storia moderna dalla Scuola Primaria e immiseriscono la qualità dell’offerta formativa, la troppo lenta ed irrisoria eliminazione del precariato nella scuola, la mancata approvazione del decreto Bersani originario ecc………….
Nelle scuole proponiamoci di arriviamo ad un pronunciamento dei Docenti contro la politica scolastica di questo Ministro in “continuità” con la Moratti. Facciamo valere l’unica grande forza della scuola, la nostra possibilità di comunicazione e relazione con 8 milioni di famiglie. 
 2- Le risorse economiche per la scuola pubblica, per le nostre pensioni, per eliminare il precariato ci sono! In realtà è  in atto ancora un colossale travaso di risorse economiche dalla scuola e dalla spesa sociale  verso la scuola privata, le spese militari, le grandi aziende, le gerarchie cattoliche. Fermiamoli, o non finiranno più! Ogni anno oltre cento miliardi di grande evasione fiscale di banchieri e industriali, commercianti, liberi professionisti: da decenni dichiarano un reddito medio inferiore a quello dei lavoratori dipendenti. Da sommare a tutte le altre agevolazioni, agli incentivi e contributi statali. Ogni anno diversi miliardi di euro di agevolazioni fiscali ed altri contributi allo Stato del Vaticano ed alle gerarchie cattoliche ed alle loro scuole e aziende (es. l ’8 per 1000 non dichiarato va al 90 % al Vaticano). Le spese militari sono in rilevante aumento: forse che l’agonizzante industria italiana spera di risollevarsi nuovamente, come in passato, trasformandosi in industria di guerra? E che futuro ci prepara?
3- No alla guerra ed alle spese militari (quest’anno + 19%). Per impegni del precedente governo di centro-destra ed in “continuità” 20 miliardi di euro sono stanziati per l’acquisto di 120 cacciabombardieri dagli USA che si sommano ad altrettanti cacciabombardieri in acquisto dalla UE (ma la Costituzione non dice che l’Italia ripudia la guerra?… e i cacciabombardieri, come le portaerei non sono armi difensive!).  Si trovano  subito i soldi per finanziare, in continuità, la base Usa di Vicenza o per la “piattaforma di lancio” europea in Libano, si sono buttati via oltre 4 miliardi di euro di denaro pubblico  per massacrare il popolo irakeno prima e quello afgano oggi, in “continuità”… Nonostante il popolo italiano sia contro le Guerre, entrambi i governi non hanno esitato a intraprendernedi nuove (a quando Darfur, Somalia Siria Iran Cina…?) ed a umiliare l’Italia agli occhi di gran parte dell’umanità come paese occidentale prepotente e guerrafondaio In questo caso la “continuità” è secolare…Parliamone nelle classi … da subito. Testimoniamo la nostra solidarietà alla “RESISTENZA (anche la Nostra, all’epoca, era chiamata terrorismo)” dei popoli aggrediti e non diventiamo complici morali di questi crimini contro l’umanità.
4- Basta con le menzogne. I gruppi al potere possono controllare e modificare gli esiti del voto elettronico: Stati Uniti, Messico ed anche Italia l’ hanno dimostrato. Gli otto tecnici addetti al controllo informatico dell’ultima votazione elettorale in italia, mandati da Tronchetti Provera /telecom, sono attualmente in galera! Mettiamola così: sono stati dirottati oltre un milione e duecentomila  di schede bianche su Forza Italia per impedire una grande vittoria dell’Unione e di chi aveva promesso di rappresentare gli interessi dei movimenti; hanno costruito così una vittoria risicata, dove i rappresentanti di industriali e centristi sono determinanti, per rendere possibile il continuo ricatto e controllo delle istanze dei movimenti.
(Cerca su google “imbroglio elettorale”) Per questo non interessa a nessuno approfondire, Prodi o Berlusconi, a distanza di oltre un anno dal voto. Questo è il primo grande imbroglio di cui siamo state vittime. Il secondo, e più importante, è l’ 11 settembre. I familiari delle vittime hanno denunciato Bush per alto tradimento, vi sono oltre 200 prove che dimostrano la falsità della versione ufficiale. Quanti crimini sono stati compiuti e giustificati dall’11 settembre ? Chi sono i veri terroristi? Discutiamone in classe, portiamo le scolaresche a vedere il film ZERO curato anche da Dario Fo, di prossima uscita , scarichiamo le release al film (cerca con google “Inganno globale”
5- Tolleranza zero : si ma con le classi dirigenti, con i falsi in bilancio ed i grandi evasori fiscali, con gli imbrogli delle finanziare e delle banche, con chi destina il nostro denaro pubblico ai privati, alle aziende, alle gerarchie ecclesiastiche, con chi fa le guerre, non certo contro degli emarginati lavavetri o i soliti stranieri di comodo. Milano (e la Lombardia) è da oltre vent’anni governata dal centro-destra ed ancora si pone il problema della sicurezza (proporzionale a quanto non investito in convivenza), è la città con le tasse locali più alte d’Italia,  è la città più inquinata e tra le meno vivibili d’Europa, è una città in implosione che prima o poi esploderà. Ci manca solo che, in continuità,  questo Governo ne segua l’esempio. Così come ci rifiuteremo di scaricare sul bullismo tutti i problemi della scuola, come vorrebbero fare.
Buon anno scolastico a tutti, partiamo caldi per ritrovarci a Roma caldissimi. Appunto, tolleranza zero e portiamo il sociale nella scuola, come negli anni sessanta e settanta.
Ambrosi Luigi   

Lunedì, 3 Settembre, 2007 - 13:38

4 settembre 2007 a Torino

4 SETTEMBRE

GIORNATA DEL DIRITTO ALLO STUDIO

NO AL NUMERO CHIUSO ALL'UNIVERSITA'

Il Partito Umanista condivide ed appoggia le iniziative del Comitato Demokratìa per la libera scelta e il diritto allo studio, che ha raccolto migliaia di firme per l'abolizione del numero chiuso all'Università .
E' ormai inequivocabile l'incostituzionalità della L.264/99 sul numero chiuso (che è quindi una legge senza valore giuridico), la sua antidemocraticità (discriminante anche a livello socio-economico) , le contraddizioni del Ministro Mussi che si ostina a difendere i poteri degli Atenei italiani a discapito della libertà individuale del cittadino. Tale situazione è insostenibile perché costringe i ragazzi a subire un corso di laurea scelto non da loro ma imposto da uno Stato, che non è più Stato di diritto. Si perdono così anni preziosi (con ritardi nella realizzazione lavorativa) che nessuno potrà risarcire; si costruiscono professionisti di ripiego, frustrati e scontenti che non offriranno certo il meglio nelle loro prestazioni professionali. Il Comitato Demokratìa e La Comunità per lo Sviluppo Umano hanno presentato al Ministro Mussi una Carta di Proposte in sostituzione del numero chiuso (sbarramento dopo il primo anno, secondo il modello francese, e altro).
Per questo il comitato promuoverà azioni sia a Torino che nella altre città in concomitanza dei prossimi test di ammissione.
Indignati di fronte all'ennesima ingiustizia, con grave violazione alla Costituzione.
Tra le migliaia di adesioni: Marco Columbro, Luciana Littizzetto, Enzo Garinei, Beppe Rosso, Valter Malosti, Luciano Roccia, Renato Altissimo, Ernesto Olivero, Guido Ceronetti e tanti altri.
L'appuntamento è il 4 settembre 2007 dalle ore 8 di fronte a Palazzo Nuovo (via Sant'Ottavio) in poi.
Partito Umanista Torino

Domenica, 2 Settembre, 2007 - 19:50

15 settembre 2007 a Vicenza Partito Umanista

Inizierà il 6 settembre a Vicenza il “Festival No Dal Molin in concomitanza con la tradizionale festa vicentina "dei Oto" per coinvolgere tanta gente e continuare ad opporsi all’ampliamento della base USA.
Il Festival prevede dibattiti, azioni, spettacoli teatrali e musicali dal 6 al 16 settembre, alcuni in città altri al Presidio Permanente. Sarà allestito anche un campeggio attivo dall'8 settembre nei pressi del Presidio Permanente a Caldogno, in Via M. Teresa di Calcutta che potrà ospitare centinaia di persone (è necessaria la prenotazione – vedere sul sito e chiedere a Emiliano - eminews@hotmail. com)
Il comitato di Vicenza ci ha chiesto di mobilitare gente da tutta Italia soprattutto per il sabato 15 settembre.
Per conoscere programma del festival e partecipanti:
EleonoraKiss

Domenica, 2 Settembre, 2007 - 13:39

Trasporti pubblici:No,agli adeguamenti tariffari automatici

    Dal 1 settembre 2007 sono previsti aumenti sul trasporto extraurbano che riguarderà tram, bus e metropolitane.
L'aggravio di spesa interesserà quindi cittadini abitanti fuori Milano, già notoriamente  penalizzati da un servizio non all'altezza delle esigenze per vari motivi, anche storici.
In questa occasione si è assistito ad un ennesimo rimpallo di responsabilità tra diversi enti locali in merito ad una scelta certamente impolare.
Noi non intendiamo attribuire particolari responsabilità a chicchesia. Ci limitiamo ad esprimere la nostra critica per scelte che non derivano, a stesso dire dagli enti interessati, da precisi ragionamenti tecnico  organizzativi, ma dalla semplice applicazione di meccanismi di adeguamento dei prezzi.
Il legislatore deve avere delle idee chiare sull'opportunità di mantenere o modificare o eliminare del tutto questi meccanismi di adeguamento tariffari, che altrimenti vivono di una incomprensibile, agli occhi dei cittadini, vita propria con nessun riferimento al miglioramento del servizio trasporti.
Non riteniamo all'altezza dei compiti di una qualsiasi amministrazione alzare le mani in segno di impotenza nei confronti di problemi la cui gestione è senza dubbio, alcuno, nei loro poteri e doveri.  
In secondo luogo vogliamo far notare, che questi aumenti tariffari, contribuiscono a creare un sistema di trasporto pubblico ancora più complesso e di difficile fruizione contro tutte le buone dichiarazione di principio, miranti ad avvicinare sempre più i cittadini all'utilizzo del mezzo pubblico. Quindi anzichè aumentare gli oneri per coloro che vengono da fuori città riteniamo che una risposta adeguata ai ben noti problemi legati al traffico sia l'introduzione della tariffa unica in tutta l'area metropolitana e una gestione coordinata di tutti gli enti preposti all'organizzazione del servizio trasporti.
Ribadiamo che i problemi del trasporto non possono essere adeguamente risolti se non anche con il contributo di coloro che li vivono in prima persona, da ciò rinnoviamo la nostra richiesta come Comitato Trasporti Puntuali e Civili di poter interloquire con tutti gli Enti locali, riproponendo un lavoro di indagine e denucia realizzato da noi quest'anno, sottoforma di LIBRO BIANCO, sulla base delle segnalazioni di centinaia di cittadini e consegnato a tutte le istituzioni : Comune, Provincia e Regione.    

Anna Celadin
Presidente Dialoghi Necessari
Giovedì, 30 Agosto, 2007 - 11:30

Bozza del nuovo regolamento dei Consigli di Zona

Allego la bozza "non emendabile" del nuovo regolamento dei Consigli di Zona elaborata dal gruppo di lavoro dei presidenti di zona.

Sabato, 25 Agosto, 2007 - 22:49

Il potere dell'incontro umano

Il potere dell'incontro umano

www.lifegate.it


Si sta diffondendo sempre di più in Italia il counseling, una nuova professione che insegna a valorizzare e potenziare le proprie capacità di ascolto ed empatia per metterle al servizio della crescita personale altrui, in tanti ambiti diversi.
E' un atteggiamento professionale peculiare quello con cui counselor si rivolge al cliente, a metà strada tra il rituale distacco del medico e il caldo coinvolgimento dell'amico del cuore, tra l'aritmetica competenza del commercialista e quella carismatica di un maestro. Carl Rogers stesso, in Psicoterapia di consultazione (ed. Astrolabio), definisce il counseling come "un legame sociale diverso  da tutti quelli che l'individuo può aver sperimentato fino a quel momento". Che cosa caratterizza questa relazione, la cui specificità ha portato alla decisione di non italianizzare il nome della professione ma di mantenerne la dizione originaria - counseling - dal significato così insostituibile?

Proprio il fatto che, prima ancora di essere un rapporto professionale, il counseling è un rapporto umano. E' un momento privilegiato di interazione in cui il counselor crea le condizioni per una comunicazione autentica, in cui il cliente si senta accolto, ascoltato, accettato, compreso. In un tipo di società dallo stile di vita sempre più frenetico, anonimo e automatizzato nelle relazioni interpersonali, diventa sempre più difficile per le persone crearsi situazioni in cui potersi aprire con un interlocutore senza doverne temere il giudizio, la considerazione superficiale, il disinteresse o addirittura il rifiuto.

Il counseling risponde a questa profonda necessità di incontro autentico e di condivisione di riflessioni inascoltate che spesso, una volta accolte da un orecchio attento, da sole si incanalano verso una possibile risoluzione adatta alla persona. Anche in questo il counseling si distingue da altre relazioni professionali, nel suo accompagnare dolcemente l'interlocutore verso l'esplorazione della sua situazione sostenuto dal sottinteso che sarà lui stesso a poter trovare la soluzione di volta in volta necessaria, che è lui - il cliente - l'"esperto", l'unico possibile esperto nell'arte di comprendere e dirigere la sua stessa vita.

Al di là della metodologia e delle tecniche usate dai diversi approcci nel counseling, questa priorità dell'incontro umano accomuna tutte le scuole, è l'essenza stessa della relazione di counseling. E' qualcosa che non si impara sui libri ma che è la vita stessa a insegnare, è un atteggiamento interiore di profondo rispetto e accettazione di sé e dell'altro, che può solo nascere da un lavoro di crescita personale, da un aver sviluppato in prima persona quello che Adrian Van Kaam definisce "impegno esistenziale": la consapevolezza della propria fondamentale libertà di fronte alle sollecitazioni della vita, della potenziale creatività di dare direzione e qualità alle relazioni e della responsabilità conseguente nei confronti della propria esistenza.

La formazione al counseling, ai futuri professionisti in questa nuova professione destinata a diffondersi sempre di più, passa necessariamente per un percorso di scoperta, riconoscimento e consolidamento delle qualità umane presenti in ogni persona che abbia affrontato in prima persona un percorso di conoscenza, accettazione e integrazione personale. Un percorso che sviluppa, a sua volta, la sicurezza interiore necessaria per accompagnare un altro essere umano alla ricerca di sé, con la stessa tranquilla fiducia con cui una guida di montagna accompagna un escursionista sul suo percorso: fornendo stimoli ma sapendo attendere che l'altro sia pronto a coglierli, incoraggiando senza forzare, mettendo in guardia senza invadere, guidando, passo per passo, verso una crescente autonomia e una maggior fiducia in se stessi.

Il counseling è basato su una profonda fiducia nell'essere umano, nella sue capacità di autodeterminazione e nei suoi valori più alti potenzialmente presenti in ognuno. E' questa fiducia che deve impregnare l'atteggiamento di ogni counselor, deve essere il messaggio subliminale che viene passato nella relazione per sostenere la persona nella sua ricerca di sé, con la tranquilla certezza che non spetterà mai al counselor dirle dovere deve andare e cosa deve fare.

Chi conduce l'incontro dovrà "soltanto" essere lì per l'altro, esserci davvero, con tutto se stesso con tutta l'attenzione, l'empatia, la partecipazione di cui è capace chi ha già fatto quella strada in prima persona e decide di intraprendere la professione del "facilitatore" del processo di crescita, della guida di montagna verso tra vette e abissi dell'animo umano, di catalizzatore di un ampliamento di punti di vista e di orizzonti.
Questa presenza, questa capacità di mettere a disposizione la propria umanità, questa autentica premura dimostrata nei confronti del proprio interlocutore, prima ancora di qualsiasi tecnica o strategia pianificata a tavolino, sono gli elementi fondanti, peculiari e vincenti di questa nuova professione di aiuto, del counseling.

Sabato, 25 Agosto, 2007 - 19:16

Italia pronta ad accogliere Pegah

LONDRA LA ESPELLE, RISCHIA LAPIDAZIONE IN PATRIA, ITALIA PRONTA AD ACCOGLIERE LESBICA IRANIANA

(25/08/2007)  Un portavoce della Farnesina ha confermato che Pegah Emambakhsh sarà accolta nel nostro paese. Il pressing del ministro Pollastrini.

tags:
iran lapidazione pollastrini sodomy law
www.gay.tv

Roma - Un  portavoce del ministero degli esteri ha confermato che
Pegah Emambakhsh, la lesbica iraniana rifugiata in Gran Bretagna e da lì espulsa, perchè non ha prove per dimostrare la sua
omosessualità, avrà asilo umanitario nel nostro paese. Pegah deve
essere rimpatriata da Londra il 28 Agosto, ma il suo caso è al centro
dell'attenzione dei media britannici e delle organizzazioni
umanitarie che hanno portato a conoscenza dell'opinione pubblica il
suo caso.

D'altro canto, oltre a raccontare come la sua compagna più
vecchia sia stata arrestata, torturata e infine lapidata per
omosessualità
in Iran e come il suo stesso padre sia stato torturato per aver aiutato la propria figlia a fuggire dal paese fornendo nomi
e date, ci si chiede cosa altro debba fare un omosessuale per dimostrare il suo orientamento. Pegah rischia la stessa sorte della compagna e anche se Londra ottenesse assicurazioni dall'Iran che non sarebbe condannata a morte, nessuno impedisce all'Iran di arrestare e torturare Pegah per altri supposti reati.

Il Ministro italiano delle Pari Opportunità Pollastrini si è esposto
di prima persone offendo l'asilo alla lesbica iraniana.

Per una panoramica completa della situazione dei diritti umani in
Iran segnaliamo www.donneiran.org e www.gaymiddleeast.com

Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv

Giovedì, 23 Agosto, 2007 - 19:56

sottoscrivete l'appello per Pegah per evitare la barbarie

In Iran l'omosessualità è reato. Ma non solo viene punito, perseguito, diventa oggetto di procedimento penale: l'omosessualità prevede delle pene capitali, ossia la pena di morte.
Nel 2005 due adolescenti reputati essere gay e sospettati di avere stuprato un coetaneo, senza alcuna prova, sono stati impiccati in pubblica piazza: la pena esemplare che denigra la persona, che la annienta, per una colpa inesistente, per il fatto di scegliere liberamente il proprio orientamento sessuale. Oggi Pegah Emambakhsh, una donna di 40 anni rischia di essere rimpatriata in Iran, nella propria terra natia, dal governo britannico. Pegah è trattenuta in un centro di accoglienza Yarlswood di Bedford, dopo un decreto di espulsione emesso dopo l'arresto della ragazza. Il diritto di asilo in questo caso non sussiste? Pegah rischia di essere uccisa da una pena da definirsi barbarica: i diritti umani vengono elusi costantemente dall'Iran, fin dai tempi della nascita del regime vicino alle ideologie di Komeini, confessionale. La pena capitale a cui è stata condannata Pegah è la lapidazione lenta, ossia un modo sadico e veramente disumano di uccidere una persona, lanciando alla stessa prima pietre di media dimensione, che possano produrre contusoni dolorose, poi pietre di dimensione sempre maggiore, fino ad arrivare al colpo finale, se sussiste, in quanto, spesso, si tiene la vittima agonizzante fino allo stremo delle sue forze, all'ultimo respiro. Pegah rischia di essere rimaptriata solamente perchè arrestata, considerata non beneficiante del diritto di soggiornare in Gran Bretagna, nonostante si sia in presenza di una causa chiara che determina l'ascrivibilità del caso nella piena titolarità di beneficiare il soggetto richiedente di diritto di asilo, quindi di soggiorno assicurato, di piena e indiscutibile accoglienza. Le organizzazioni per i diritti civili e umani internazionali e britanniche si stanno mobilitando per chiedere al governo Brown di rivedere e modificare la propria decisione che risulterebbe essere stridente, assai antitetica e fortemente contrastante con la storia di un Paese che è civile, in quanto primo al mondo ad avere garantito una carta costituzionale, la Magna Charta, e ad avere istituito un Parlamento rappresentativo, una Monarchia costituzionale, grande conquista di democrazia per l'Europa dei regni dei sovrani assoluti. Aderire all'appello che riporto a piè di pagina è un dovere se, in un futuro ormai prossimo, rischieremmo di vedere i nostri diritti, quelli di altre categorie, di altre persone, a rischio: occorre tutelare un diritto ormai acquisito come indiscutibile della libertà di orientamento sessuale e di eguaglianza, giustizia sociale e civile a prescindere dalle proprie inclinazioni sessuali e preferenze. Non è ammissibile che nel Terzo Millennio ci siano ancora episodi di questa portata medioevale che facciano di una personale scelta un caso perseguibile: credo che sia condannabile oltremodo se l'atteggiamento della Gran Bretagna perdurasse indistintamente, aprendo una gorssa falda nella storia democratica e civile di questo Paese, che ancora vorrei considerare, come fino a oggi fatto, Paese dei diritti umani.
Fermare questa onta è un dovere se vogliamo un mondo dove l'umanità non possa più vedere ripetersi i gravi crimini efferati di un passato fatto di sangue e di repressione di innocenti.

La Gran Bretagna rifiuta l’asilo ad una cittadina iraniana lesbica condannata a morte

http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1815

Pegah Emambakhsh, lesbica iraniana di quarant’anni fuggita dall’Iran nel 2005 e arrestata a Sheffield, dove viveva, nella giornata del 13 agosto scorso con un procedimento di espulsione dal Regno Unito - dove la donna aveva richiesto asilo perché perseguitata nel suo Paese a causa dell’orientamento sessuale - è tuttora trattenuta all’interno del centro di accoglienza Yarlswood di Bedford, con un decreto d’espulsione slittato dal 16 agosto al 27 agosto grazie all’iniziativa degli attivisti di "Sheffield ASSIST - the Asylum Seeker Support Initiative" e all’intervento del locale PM Richard Caborn. Il PM avrebbe infatti chiesto una proroga per l’espulsione della donna alla Border and Immigration Agency (BIA) impegnandosi a effettuare maggiori accertamenti sul caso e sulla presunta omosessualità della stessa.
Matteo Pegoraro del Gruppo Everyone - unico gruppo di attivisti per i diritti umani che sta gestendo il caso dall’Italia, con la cooperazione dell’IRQO (Iranian Queer Organization) -, si è messo in contattato con Ann Campbell dell’ASSIST di Sheffield, che ha dichiarato che Pegah, a causa dello stress, ha riscontrato crisi nervose e avrebbe anche tentato il suicidio. "La donna è reduce da una vita di stenti e sofferenze: un matrimonio combinato da cui sono nati due figli che non può più vedere e una relazione profonda con una compagna che, scoperta dall’autorità iraniana, è stata arrestata, torturata e condannata a morte" dichiara Pegoraro, leader del Gruppo con Roberto Malini. "La donna iraniana viene descritta da chi l’ha incontrata negli ultimi tempi - e dagli stessi attivisti di Sheffield - come una persona molto carina, incredibilmente paziente, onesta e intelligente, che non chiede altro che una seconda chance per la propria vita".
"E’ essenziale" aggiunge Malini "che il Governo del Regno Unito accetti la richiesta di asilo sulla base delle dichiarazioni di Pegah Emambakhsh, che si dichiara omosessuale e pertanto rischia, se rimpatriata, l’arresto, la tortura e la messa a morte. Fare altrimenti significherebbe violare la vita privata della donna, rischiando di intimare umilianti dimostrazioni di natura sessuale, inutili esami clinici e psicologici, procedure inquisitoriali lesive della dignità umana."
Anche Rami Lavitzky, polacco figlio della Shoah e noto studioso dell’Olocausto - membro del Gruppo Everyone -, ha dichiarato che "Persino lo Stato di Israele accolse gli Ebrei profughi dell’Olocausto solo in base alla fiducia nelle loro dichiarazioni. Molti erano infatti senza alcun documento che attestasse la veridicità delle loro parole".
Il Gruppo Everyone ha inoltre stilato oggi un appello rivolto al Governo del Regno Unito e a tutti Paesi che si ritengono civili - recapitato anche all’Ambasciatore italiano a Londra e alle principali organizzazioni che stanno seguendo il caso -, dove si legge che "la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani protegge coloro che sono perseguitati a causa della loro diversità senza che questa debba essere provata. L’omosessualità è uno stato che esiste nel momento in cui viene percepito o anche solo dichiarato da un essere umano. Pretendere una prova di tale inclinazione è una violazione dei diritti umani" e che pertanto "Il gruppo EveryOne chiede con forza che Pegah Emambakhsh, Jasmine K. (analogo caso che si sta verificando in Germania, come riportato oggi dal Corriere della Sera, n.d.r.) e tutte le persone perseguitate in quanto omosessuali vengano ospitate come profughe dai Paesi che si ritengono civili e tutelate dagli effetti dell’intolleranza."
Matteo Pegoraro - Gruppo Everyone
Florence, Italy
Info: +39 334 8429527
matteo.pegoraro@infinito.it
roberto.malini@annesdoor.com
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Questo il testo dell’appello in italiano del Gruppo Everyone, per sottoscrivelo, inviare una mail con nome e cognome e con oggetto "Adesione appello caso Pegah Emambakhsh" a matteo.pegoraro@infinito.it o roberto.malini@annesdoor.com
Il caso Pegah Emambakhsh e la necessità di tutelare i diritti delle persone perseguitate per la loro omosessualità
Un appello al governo del Regno Unito e a tutte le istituzioni democratiche
Pegah Emambakhsh (40) è una donna lesbica iraniana. A causa della sua omosessualità rischia di essere condannata a morte dal giudici della Repubblica islamica dell’Iran. Si è rifugiata in Gran Bretagna, a Sheffield, dove ha chiesto asilo politico. Questo diritto le è stato negato con motivazioni pretestuose, fra le quali il fatto che non sussistono prove certe della sua omosessualità, e dunque di un vero rischio di persecuzione in Patria.
Anche in Germania una giovane donna lesbica di nome Jasmine K. ha chiesto asilo ma le è stato rifiutato dalle autorità con la stessa inconsistente motivazione: non può provare di essere lesbica.
La "Dichiarazione Universale dei Diritti Umani" protegge coloro che sono perseguitati a causa della loro diversità senza che questa debba essere provata. L’omosessualità è uno stato che esiste nel momento in cui viene percepito o anche solo dichiarato da un essere umano. Pretendere una prova di tale inclinazione è una violazione dei diritti umani. Persino lo Stato di Israele accolse gli Ebrei profughi dell’Olocausto solo in base alla fiducia nelle loro dichiarazioni. Molti erano senza documenti.
Questo è il solo modo di rispettare i diritti dell’uomo. L’alternativa sarebbero umilianti dimostrazioni di natura sessuale, inutili esami clinici e psicologici, procedure inquisitoriali lesive della privacy e della dignità umana. Il gruppo EveryOne chiede con forza che Pegah Emambakhsh, Jasmine K. e tutte le persone perseguitate in quanto omosessuali vengano ospitate come profughe dai paesi che si ritengono civili e tutelate dagli effetti dell’intolleranza.
Per il Gruppo Everyone: Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Ahmad Rafat, Dario Picciau, Steed Gamero, Rami Lavitzky
Per ulteriori approfondimwenti:

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