Interrogazione su autorizzazione concerto nazirock
c.a dell’Assessorato Parchi e Giardini del Comune di Milano;
del Settore Parchi e Giardini del Comune di Milano;
dello Sportello Unico all’Edilizia del Comune di Milano;
del Comando della Polizia Locale Zona 4;
della Presidenza del Consiglio di Zona 4;
del Consiglio di Zona 4 e di tutte le sue componenti
Interrogazione
Sabato 17 maggio presso la Palazzina Liberty si è tenuta un’iniziativa di solidarietà con il popolo congolese, una mostra fotografica, mentre concomitante a qualche metro di distanza, presso l’oratorio di Santa Maria del Suffragio, si è tenuto un evento con le bambine e i bambini del quartiere, nonché i genitori rispettivi.
Le due manifestazioni avevano un cospicuo numero di partecipanti e questo testimonia la qualità e l’interesse delle due iniziative.
Nello stesso giorno si apprende dalla stampa che si sarebbe tenuto un concerto “nazirock”, denominato "Presidio Milano", e promosso da Forza nuova, e la "Skinhouse", che, come testimoniano alcune documentazioni, è espressione diretta della setta neonazista degli Hammer, paladina della "lotta per la supremazia ariana nel mondo", in rapporti con il Ku Klux Klan statunitense.
Nella manifestazione si sarebbero esibiti alcuni gruppi musicali, tra cui “I malnatt” e “La peggio gioventù”, che propongono da sempre testi istigatori l’odio razziale e alla violenza, all’intolleranza. Occorre anche dire che questi ultimi sono stati diffidati dal questore di Cremona a ripresentare iniziative nella città, data la portata eversiva dei contenuti delle stesse.
L’autorizzazione alla manifestazione è stata rilasciata da parte del Settore Parchi e Giardini, previa richiesta formulata dagli organizzatori presso lo Sportello Unico dell’Edilizia del Comune di Milano, senza essere oggetto di una necessaria e preventiva discussione nella nostra sede consiliare, considerando soprattutto il potenziale pericolo che avrebbe potuto arrecare alla quiete pubblica, all’ordine pubblico, anche in presenza di due manifestazioni concomitanti, patrocinate e promosse dal nostro consiglio.
Nella serata di venerdì 16 maggio è stata revocata l’autorizzazione da parte della Prefettura, grazie a un intervento tempestivo e una richiesta effettuata dai capigruppo in Consiglio Comunale del centrosinistra, nonché un intervento da parte del Presidente del Consiglio di Zona 4, Paolo Zanichelli, presso la Prefettura di Milano, mentre gli organizzatori con toni e comunicati minatori avessero espresso l’intenzione di promuoverla a prescindere dalla decisione presa.
La collocazione della manifestazione avrebbe, poi, creato alta tensione e conflittualità, nociva e perniciosa per la cittadinanza residente e per la zona, soprattutto in presenza, a pochi passi, del Centro Sociale Autogestito Vittoria, da tempo soggetto ad azioni intimidatorie da parte di diverse realtà di estrema destra, come testimoniano alcune scritte minatorie e apologetiche di fascismo impresse sui muri dell’edificio del centro stesso il 25 aprile ultimo scorso.
E’ opportuno sottolineare, anche, che il Comando della Polizia Locale di zona 4, che il sottoscritto e diversi consiglieri di zona abbiamo provveduto a contattare, il giorno precedente alla manifestazione, quando siamo venuti a conoscenza dell’autorizzazione rilasciata dal settore competente, su invito dello stesso settore contattato, non era a conoscenza né del permesso attribuito agli organizzatori del concerto, né della manifestazione che si sarebbe tenuta il giorno seguente.
Alla luce di questo episodio e in riferimento alla forte obiezione e critica in merito all’autorizzazione rilasciata per effettuare un concerto con gruppi musicali autori di testi dal contenuto istigatore alla violenza razziale e all’odio, all’intolleranza e fortemente apologetici di fascismo, si chiede:
- al Settore Parchi e Giardini del Comune di Milano le motivazioni addotte all’atto del rilascio dell’autorizzazione, quali fossero i contenuti, i termini e la portata della richiesta effettuata dagli organizzatori;
- all’Assessorato Parchi e Giardini se si sia provveduto a verificare la portata della richiesta di autorizzazione, dato che la manifestazione avrebbe arrecato pregiudizio grave all’ordine pubblico e alla quiete cittadina, creando possibili tensioni e pericoli di conflitti in base ai summenzionati elementi, e, in caso affermativo, la motivazione per cui il consiglio di zona 4, competente territorialmente, non sia stato informato anticipatamente al fine di discuterne la portata in riferimento alle possibili conseguenze derivabili, necessariamente prevenibili tramite un parere negativo espresso in merito alla realizzazione del concerto;
- di provvedere, da parte dell’amministrazione e dell’assessorato, di informare in presenza di simili manifestazioni dai contenuti fortemente provocatori il consiglio di zona competente in tempo debito;
- allo stesso Settore la motivazione per cui il Comando della Polizia Locale di Zona 4 non fosse stato informato e reso a conoscenza di una simile manifestazione, dato che ogni evento pubblico richiede la presenza di un servizio di vigilanza che tuteli l’ordine pubblica e la sicurezza civile, soprattutto in presenza di un evento che avrebbe arrecato gravi pregiudizi alla quiete sociale e pacifica del quartiere.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
Massimo Gentili
Capogruppo Comunisti Italiani
Consiglio di Zona 4 Milano
Pierangelo Tosi
Capogruppo Verdi per la Pace
Consiglio di Zona 4 Milano
Interrogazione su criteri per interventi manutenzione scuole
del Settore Educazione del Comune di Milano;
dell’Assessorato all’Educazione e ai Servizi Sociali del Comune di Milano;
della Commissione Educazione del Consiglio di Zona 4 di Milano;
p.c. della Commissione Edilizia del Consiglio di Zona 4 di Milano
- all’Assessorato competente se, in presenza di una proposta già definita in merito o di un progetto da delineare, è previsto il coinvolgimento degli organi consiliari decentrati e circoscrizionali e l’attribuzione ai medesimi di una parte della funzione che riguarderebbe il monitoraggio e il censimento delle necessità e delle urgenze di intervento strutturale, in quadrando una complessiva definizione di criteri e linee di indirizzo utili e funzionali a dare efficacia e maggiore razionalizzazione alla politica amministrativa di intervento;
- alla Commissione Educazione del Consiglio di Zona di indire una riunione di commissione in merito, con la presenza di un direttore del settore o di un rappresentante funzionario dell’assessorato, affinché si possa predisporre un elenco di proposte utili a integrare il progetto e il testo discusso in commissione affinché si dia centralità ai consigli circoscrizionali nella definizione delle linee di indirizzo per organizzare interventi strutturali di tipo ordinario o straordinario.
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
Interrogazione su mobbing Comune di Milano
della Presidenza della commissione Consiliare Nr 15 POLITICHE DEL LAVORO E DELL'OCCUPAZIONE - PERSONALE - FORMAZIONE - RICERCA E INNOVAZIONE del Comune di Milano
dell’Assessorato alle Politiche dell’Occupazione e al Lavoro del Comune di Milano;
del Settore al Lavoro del Comune di Milano;
della presidenza del Consiglio Comunale di Milano;
della Commissione Servizi Sociali del Consiglio di Zona 4 di Milano.
si chiede
- all’Assessorato alle Politiche dell’Occupazione e al Lavoro del Comune di Milano se è prevista una proposta di delibera in riferimento e prendendo come base la normativa vigente a livello nazionale, le disposizioni in materia, la letteratura giurisprudenziale in materia di cause giuslavoristiche e, infine, utile e funzionale a prevenire e reprimere fenomeni di mobbing all’interno della struttura comunale;
- all’Assessorato stesso, al settore di riferimento e alla Presidenza del Consiglio Comunale quali siano le funzioni e i ruoli a cui il Comitato paritetico per il mobbing è stato istituito e da chi è composto, dato che dalla definizione pariteticità si intende la presenza di componenti esterni, se è a termine e quali siano i poteri a esso attribuiti.
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
Interrogazione sugli sgomberi campo nomadi Via Bonfadini
del Settore Sicurezza del Comune di Milano;
dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano;
della Commissione Servizi Sociali del Consiglio di Zona 4 di Milano;
p.c. della Commissione Sicurezza del Consiglio di Zona 4 di Milano
- all’Assessorato alla sicurezza del Comune di Milano e all’assessorato alle politiche sociali del Comune di Milano se sono state previste misure e provvedimenti utili e funzionali a garantire una collocazione alternativa alla comunità interessata, concependo come prioritarie disposizioni che tutelino le famiglie presenti, affinché non si ripropongano le situazioni in cui i vari nuclei sono stati divisi, creando problemi sociali relativi al necessario ricongiungimento familiare.
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
Capogruppo Comunisti Italiani
Consiglio di Zona 4 Milano
Lettonia: diritti umani della comunità Lgbt a rischio
Nel 2005 il Consiglio comunale di Riga si era opposto allo svolgimento del Gay Pride che, a seguito dell'intervento del Tribunale amministrativo, ha avuto luogo tra lanci di uova e lacrimogeni.
Durante la marcia personalità politiche ed istituzionali (tra cui l'allora primo ministro e il vicepresidente del Parlamento) hanno rilasciato dichiarazioni apertamente omofobiche.
Per firmare l'appello, da me sottoscritto, clicca l'url:
http://www.amnesty.it/flex/Fi
Dario Fo alla Feltrinelli presenta il suo nuovo libro
Vivimilano 22 maggio 2008
I pedalò in via Molino delle Armi, i ragazzi che corrono sui trampoli per le strade vuote tra automobili accatastate, le assemblee all'Arena per riscrivere gli articoli della Costituzione... Così Dario Fo ha immaginato Milano nel suo libro «L'Apocalisse rimandata», edito da Guanda, che presenta oggi alla Feltrinelli.
Cara ministra, voglio spiegarle perché compie un atto di omofobia
apprendo dalle sue dichiarazioni e/o da quelle del suo ufficio stampa la sua contrarietà al Pride lesbo-gay-trans perché allergica alle unioni civili.
Vorrei segnalarle, a lei Ministro delle Pari Opportunità, un aspetto conseguente al vuoto e all'indifferenza legislativa sugli oltre due milioni di persone conviventi in Italia legati da un progetto di vita a due, sia di tipo eterosessuale che omosessuale.
L'articolo 577 del nostro Codice Penale non prevede l'inasprimento di pena in caso di violenza tra conviventi poiché il mero rapporto di convivenza non è idoneo ad integrare l'aggravante.
La stragrande maggioranza di casi di violenza purtroppo è di tipo domestico e secondo le leggi vigenti le botte, i lividi e le cicatrici fanno meno male se chi le subisce non è una moglie sposata in Chiesa o al Municipio ma è una convivente, pur se «lavoratrice e madre». Esistono già precedenti a tal riguardo: non molto tempo fa a Milano un sessantenne accusato di gravi lesioni alla sua compagna convivente da anni è stato «punito» solo con due mesi di reclusione 1000 euro di multa per l'assenza del riconoscimento dell'aggravante. A Merida, in Spagna, invece un omosessuale sposato e violento è stato punito secondo i criteri della violenza coniugale. Le ricordo ugualmente che l'articolo 143 del Codice civile italiano non punisce i conviventi che non prestano le cure al proprio compagno o compagna ma «limita ai soli coniugi l'obbligo all'assistenza morale e materiale», ovvero se sei gay e convivente e il tuo compagno è a letto gravemente malato puoi permetterti di non prenderti cura di lui perché per lo Stato italiano sei un emerito sconosciuto senza legami ufficiali.
Come vede una volta tanto invece di parlare di diritti civili sto parlando di doveri civili, quelli per cui si scende in piazza a rivendicare non privilegi ma responsabilità.
Non riconoscere la nostra capacità affettiva e progettuale, il non considerarci capaci di non morire di solitudine legislativa è un atto di omofobia e di discriminazione.
Pochi giorni fa una ragazza sedicenne a Pesaro è stata accoltellata dalla madre perché si era innamorata di un'altra donna e ha voluto rendere partecipe la madre di questa sua straordinaria esperienza confessandole al contempo il suo essere lesbica e innamorata.
In Italia non abbiamo nessun diritto e in questo nuovo clima di criminalizzazione del diverso nutriamo maggiori paure.
L'ostentazione omofoba e transfoba è legittimata e giustificata anche da queste dure condanne al Pride e non vorrei che qualche gruppo si sentisse di avere un patrocinio culturale da questo Governo per azioni di disturbo in sedi di associazioni lesbo-gay-trans o luoghi di ritrovo, come purtroppo è già avvenuto. Lei è diversa dalla destra francese, più chiusa, meno aperta a mettersi in discussione, pronta sola a definire «signore» anche una transessuale come me: Sarkozy non vuole abolire i Pacs del precedente governo, apre al riconoscimento della genitorialità acquisita e in occasione della Giornata contro l'Omofobia ha ricevuto rappresentanti del nostro movimento, tra cui Saverio Aversa di Rifondazione Comunista.
Lei cosa fa? Lei parla di omosessuali da discriminare perché «costituzionalmente sterili», di condanne al Pride e non riconosce che la omo/transessualità è tuttora un problema semplicemente perché atteggiamenti infastiditi come i suoi ci creano problemi.
Dalla Carfagna solo irresponsabilità e grossolanità
Come si può tollerare e lasciare passare alcune dichiarazioni espresse da chi dovrebbe avere una conoscenza chiara e scientifica su questioni che riguardano le discriminazioni sessuali di ogni genre, presenti sul nostro territorio nazionale.
Come può l'ex valletta oggi ministra delle pari opportunità, Carfagna, sostenere che non c'è bisogno di sostenere e patrocinare manifestazioni, quali il gay pride, rivendicanti i diritti di libertà e civili per le cittadine e i cittadini omosessuali, che vorrebbero vedere in Italia praticare quello che negli altri paesi civili ed europei praticano ormai da diversi decenni: parlo del riconoscimento delle coppie di fatto.?
Ma come si può asserire che in Italia non esiste la necessità di sensibilizzare sui temi della discriminazione omofobica, nel momento in cui leggiamo ogni giorno gravi atti di intolleranza espressi in modo avverso a persone che esprimono un orientamento sessuale altro? Come si può asserire tali infondatezze e assurdità nel momento in cui molti omosessuali vengono emarginati sui luoghi di lavoro, altri ancora vengono esclusi dal beneficio di tutele e di garanzie previste dall'ordinamento, altri ancora sono sottoposti a verifica della propria "condotta sessuale" che deve essere "normale" altrimenti si è dispensati dal servizio sanitario regionale di assistenza, riferendomi, in questo caso, all'ultima disposizione in merito alle linee di intervento e ai criteri per l'elargizione della rete dei servizi sanitari?
Ma come si può avere un ministro con un compito particolare e di rilevante portata sociale affetta da pregiudizi e da una cultura grossolana e da "bar"? Si vuole relegare la questione a puro oggetto di dibattiti, magari medico sanitari, magari proponenti "cure riabilitative", su esempio di cliniche private apertesi in alcuni stati degli USA, dove si considera l'omosessualità una malattia e non un naturale orientamento?
Ma come si può dire che non c'è bisogno di manifestazioni rivendicatrici i diritti degli omosessuali se ancora in molti paesi l'omosessualità viene vista e considerata come reato penalmente perseguibile, o come devianza?
Ma è possibile che, invece di provvedere a proporre un progetto di estensione dei diritti e delle garanzie a prescindere dall'orientamento sessuale, per un'eguaglianza effettiva delle persone, si provveda a denigrare e a infangare la dignità di persone che combattono contro discriminazioni sessuali ignobili e intollerabili? E come si può tollerare dichiarazioni denigranti e fortemente irrispettose pronunciate dal deputato dell'UDC, Volontè, che, pur portando un cognome degno di stima, ha nuovamente confermato la propria insensibilità confessionale e perbenista, bollando, come già fatto da Alemanno a Roma, il Gay Pride come un baccanale fuori stagione, dal momento che è una manifestazione ricca di contenuti e di calibro internazionale?
Non posso tollerare ancora queste dichiarazioni di insensibilità e irresponsabilità politica di grave portata, di ignoranza grossolana e volgare: non stupiamoci se aumenta un clima di persecuzione e di inollteranza con atteggiamenti violenti e pericolosi per la convvienza civile e sociale se abbiamo responsabili istituzionali che si esprimono come fossero nell'atrio di un'osteria in attesa di avere il posto assegnato per mangiare una buona e grassa pietanza.
Occorre opporsi con coscienza e con costanza a questa deriva incivile e ignobile.
Ed è solo l'inizio di una legislatura che sarà fortemente destabilizzante le minime, ancora limitate, conquiste di civiltà che abbiamo ottenuto in anni di Repubblica, nonchè proponente atti limitanti e limitativi dei diritti civili di eguaglianza tra le cittadine e i cittadini.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4
Arcigay: la Carfagna "fa battute da bar, destra omofoba"
da La Stampa
Il ministro: «Niente patrocinio al
Gay Pride, non sono discriminati».
Esplode la bufera. Il Pd: «Sbaglia»
ROMA
«Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono,
i Gay Pride». È questa la posizione espressa dal ministro per le Pari
Opportunità, Mara Carfagna al Corriere della Sera. «Hanno obiettivi
che non condivido. Io - spiega l'esponente del governo - sono pronta
ad occuparmi di contrasto alle forme di discriminazione e di
violenza. Sono pronta a dare patrocini a seminari e convegni che si
occupano di questi problemi».
Arcigay all'attacco
Ma sulle dichiarazioni della Carfagna è bufera. «Come fa la Carfagna
a sostenere il ministro che non esistono discriminazioni sui luoghi
di lavoro per le persone omosessuali?», si domanda il presidente
nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso. «Come comunità omosessuale -
attacca Mancuso - avremmo tanto bisogno di un ministro delle Pari
Opportunità che sia al corrente del ruolo che ricopre. Invece, dalle
prime uscite ufficiali come ministro di Mara Carfagna abbiamo sempre
più l'impressione che non sappia dove si trova». «Saremmo tanto
curiosi di sapere quali sono i gay che la Carfagna dice di conoscere
e in quale mondo ella vive, perché ci pare che abbia una percezione
della realtà del tutto distorta - aggiunge Mancuso -».
Il Pd: «La Carfagna farebbe bene a partecipare al Gay Pride»
Arcigay chiede quindi un incontro alla Carfagna affinchè «il ministro
possa emanciparsi dal ruolo di matrigna, distaccarsi dal mondo delle
favole e ritornare tra i comuni mortali, che hanno bisogno di
risposte concrete, non di consunte e provocatorie esternazioni sui
giornali. Per questo sarebbe bene che un principe la baci e la
svegli». Anche il giudizio del Pd sulla Carfagna è critico: «Il
gaypride non è altro che una giornata di rivendicazione dei diritti
delle persone omossessuali, credo che la ministra Carfagna farebbe
bene a partecipare», suggerisce polemicamente al ministro per le Pari
opportunità la sua collega del governo-ombra, la senatrice Vittoria
Franco.
L'Udc: bene così, basta con le connivenze con i sindacati gay di
sinistra
Sulla stessa linea il socialista Franco Grillini, leader storico di
Arcigay, intervenuto ai microfoni di Ecotv: «Mi sembra che per il
ministro Mara Carfagna sia più facile sparare a zero sul Gay Pride
utilizzando i soliti pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni anzichè
svolgere una positiva attività di governo». «Le sue sono solo due
battutacce da bar - aggiunge Grillini - che confermano quanto la
destra italiana sia omofoba e non ami la diversità». Apprezzamenti
alla Carfagna giungono invece dall'Udc. Il deputato Luca Volontè è
netto: «Le stravaganti connivenze politiche con i sindacati gay di
sinistra sono finiteè una buona notizia. Nell'ultimo anno - aggiunge
Volontè - oltre ai patrocini per sfilate e baccanali fuori stagione,
abbiamo visto sponsorizzare dalle istituzioni pubbliche mostruosità
blasfeme di ogni tipo».
Cassazione; Coppie di fatto verso diritti famiglia legittima
Cassazione; Coppie di fatto verso diritti famiglia legittima
Roma, 22 mag. (Apcom) - La Cassazione spiana la strada per equiparare le coppie di fatto alla famiglia legittima. Infatti chi picchia reiteratamente la convivente si macchia del reato di maltrattamenti in famiglia al pari di un uomo regolarmente sposato. E' quanto affermato dalla Suprema corte che, con la sentenza 20647 di oggi, ha confermato il carcere preventivo nei confronti di un 45enne di Torre del Greco che, per anni, aveva picchiato la sua compagna, dalla quale aveva avuto, peraltro, anche una figlia. "Ai fini della configurabilità del reato di maltrattamenti in famiglia - ecco l'importante approdo giurisprudenziale raggiunto da piazza Cavour - non assume alcun rilievo la circostanza che l'azione delittuosa sia commessa ai danni di persona convivente more uxorio. Infatti, il richiamo contenuto nel nostro Codice penale alla famiglia deve intendersi riferito ad ogni consorzio di persone tra le quali, per strette relazioni e consuetudini di vita, siano sorti rapporti di assistenza e solidarietà per un apprezzabile periodo di tempo, ricomprendendo questa nozione anche la famiglia di fatto".