Sì, noi lo vogliamo!
CRONACA DEL 23 MARZO 2010 Ore 10.44: è in corso la lunghissima relazione del giudice Alessandro Criscuolo, decisamente affascinante. Molto spazio è dedicato alla sentenza di Venezia. Adesso la relazione si inoltra nell'esame delle ragioni addotte dalla Difesa dello Stato che chede la non ammissibilità della questione. Tra poco parleranno gli avvocati. Nel frattempo viene ricordata la costituzione parte civile del Presidente del Consiglio che chiede ovviamente l'inammissibilità. Ore 11.00: Il presidente della Consulta Francesco Amirante, terminata la discussione ha L'appuntamento con la comunità è questa sera alle ore 19 con la fiaccolata in Piazza Montecitorio a Roma. La mattina del 24 marzo la Corte Costituzionale ha inviato un comunicato per informare che la decisione è stata rinviata alla Camera di Consiglio di
ufficio stampa arcigay
Alle ore 10.15 di oggi 23 marzo 2010 la Corte Costituzionale inizia a trattare in un'udienza pubblica la questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso.
ringraziato le parti intervenute per la “preparatio longa” e la
“dispositio brevis”. La Corte va a discutere altre questioni. Si riunirà in camera di consiglio alleore 17 per esprimersi su ogni tema, compresi i ricorsi sul matrimonio tra persone dello stesso sesso.
lunedì 12 aprile 2010
W lo stato laico!
Stato confessionale.
dalla nascita siete circondati di croci. No, stavolta non in senso metaforico, ma letterale. Questo paese è ossessionato dall’accontentare uno stato straniero che aggira, scavalca e denigra le nostre leggi. Che ci spiega cosa è morale e cosa no: uno Stato che però, quando fa qualcosa di immorale, dà la colpa al diavolo. Poi sono cazzi dei magistrati andarlo a cercare ‘sto povero diavolo, ma i preti non si toccano. Se non in compagnia dei bambini.
Non c’è atto, dalla trombata all’aborto, dalla nascita alla morte, dal voto all’astensione (anche sessuale) che non passi per le bocche dei vescovi.
Ieri il cardinal Bagnasco, tanto per mettere le mani nelle nostre urne (oltre che nelle tasche e nelle coscienze) ha invitato tutti a non votare chi è a favore dell’aborto. Però caro cardinale, poteva anche essere un po’ più positivo. Non avrebbe fatto bene anche a dire di andare tutti a votare per chi sconfiggerà il cancro in tre anni? – Arnald
interrogazioni presentate in consiglio di zona 4 il 23 marzo 2010
LAVORO SUBORDINATO: precauzioni d'abuso (da parte dei datori di lavoro)
Precauzioni per l’abuso.
mentre le nostre piazze si popolano di viola, rosso e nero, il governo zitto zitto, quatto quatto, legifera a più non posso per mettere i lavoratori con le spalle al muro. Ultima, in ordine di tempo, la questione dell’arbitrato in caso di controversia tra datore di lavoro e sottoposto.
Di cosa si tratta? Semplice. In caso il fine rapporto non accontenti il lavoratore e questi decida di portare in causa il datore di lavoro, da oggi la controversia può essere risolta non più dai giudici, ma da un arbitro che deciderà a sua discrezione le sorti della questione.
Ora, immaginate di fare un colloquio di lavoro e il vostro futuro capo vi chieda, candidamente: “Lei è disposto a firmare un foglio in cui accetta di risolvere la nostra futura controversia attraverso un arbitrato?”.
Provate a rispondere: “No”. Poi fatemi sapere se siete stati assunti. – Arnald
Milano, chiusura del Plastic: dubbi ed enigmi
Un consigliere di Zona indaga sui retroscena dell’imminente chiusura del locale più cult d’Italia.
Da tempo ci si domanda se il Plastic chiuderà, quel meraviglioso e storico locale che è stato definito da Andy Warhol come uno dei migliori in Europa. Non potevo che allarmarmi davanti a tale ipotesi e ho provveduto come consigliere di Zona 4, circoscrizione dove sorge la memorabile discoteca, a esporre un’interrogazione nella seduta di Consiglio di giovedì 25 febbraio dove anche chiedevo se nell’area interessata fossero programmati interventi edilizi, previa demolizione dell’attuale stabile e conseguente costruzione di nuovi complessi, magari con appartamenti a carissimo prezzo. La società proprietaria dello stabile, Casa Rosa srl, ha risposto con una certa tempestività, caso raro se si pensa ai tempi di risposta dell’amministrazione comunale, definendo esserci imprecisioni "generate probabilmente da notizie che sono state strumentalmente e artatamente diffuse".
L’esistenza della mia interrogazione è stata appresa dalla società accedendo al mio blog. Il Plastic non è un locale come un altro: è stato luogo di avanguardia soprattutto musicale negli ultimi venti anni, ospitando artisti d’ogni angolo del globo, alla ricerca di stimoli artistici per l’Europa. Nel 1980 l’esordio del locale avviene con l’organizzazione delle prime serate gay milanesi dal titolo "Man To Man". Il locale, insignito quest’anno del riconoscimento della Civica Benemerenza (Ambrogino D’Oro), non ha nulla da invidiare ai tanti club londinesi, dal momento che ha sempre ospitato nella sua fase iniziale serate London Loves, frutto della percezione dell‘importanza che avrebbe assunto il rock inglese con gli anni.
La suddetta società proprietaria mi ricorda che il contratto di locazione con il sig. Nisi, titolare del locale, è terminato il 31/12/2004 e che, dopo 6 anni di proroga, è previsto il suo scioglimento definitivo il giorno 30 giugno 2010. Si aggiunge nella stessa lettera di risposta che al sig. Nisi è stato spiegato molto chiaramente che i lavori di consolidamento dell'immobile, le cui condizioni fatiscenti sono ben note a tutti, e la sua successiva affittanza degli appartamenti derivati dalla ristrutturazione sono "assolutamente incompatibili con l'esistenza di una discoteca al piano di sotto". Infine la proprietà sottolinea il proprio diritto a desiderare che "lo stabile possa riacquistare un aspetto più decoroso anziché lasciarlo deperire". La società si augura che il gestore del locale possa trovare altra locazione al fine di poter, così, onorare "la benemerenza recentemente ricevuta".
A parere del sottoscritto il Plastic non può che rimanere in quell’edificio, perché questo è un fondamentale elemento della memoria culturale della nostra città. Molti locali storici rischiano di essere chiusi per diversi motivi: questa tendenza inficia il tessuto sociale di Milano, cancellando un passato fatto di testimonianze e di spazi visibili.
Rimangono forti perplessità in merito, che ho nuovamente sollevato in consiglio, chiedendo l’indizione di commissioni a riguardo. Perchè proprio oggi la proprietà ha assunto questa volontà, legittima e direi anche plausibile, di intervenire per riqualificare lo stabile? Da quanto Casa Rosa è proprietaria dello stabile? E perché la ristrutturazione dello stabile e del piano terra dovrebbero essere incompatibili con la presenza del Plastic?
Mi sovviene un'altra questione: quali sono effettivamente i progetti di riqualificazione dello stabile?
Mi viene con maggiore determinazione da chiedere cosa si intenda quando la proprietà assicura per quanto riguarda il piano terra che "le opere previste consisteranno in manutenzione straordinaria per conservare l'edificio nel modo più opportuno e risolvere tutti gli elementi di degrado". Non si comprende bene a quali utilizzi sia destinato l’intero stabile e il motivo dell’assenza totale di volontà di rinnovare la concessione all’intramontabile locale.
La questione è chiaramente privatistica, dato che si basa sul rapporto tra un proprietario e un gestore di un locale. In questa circostanza, però, le ripercussioni sono evidentemente pubbliche dato che la storica discoteca ha sempre espresso un ruolo e una funzione di aggregazione culturale di alto livello e valore culturale per la cittadinanza tutta. Si tratta di contestualizzare gli interventi, legittimi e rientranti nell’inviolabile diritto di proprietà della società, permettendo una soluzione adeguata funzionale a mantenere aperto in quel luogo un locale che ha un’identità storica fondamentale nel panorama culturale, non solo giovanile, ma anche di diverse generazioni, della nostra città. Tale problematica deve fortemente interessare l'amministrazione comunale in tutti i suoi livelli, come auspica anche la proprietà dello stabile, dato che la chiusura del Plastic determinerebbe una diminuzione della qualità della vita della città, aumentandone alienazione e dispersione, soprattutto nelle fasce giovanili.
Qual è la reale destinazione finale dell'immobile dove attualmente risiede il Plastic, una volta che sarà ristrutturato?
Da quanto tempo "Casa Rosa" è proprietaria dell'immobile?
Oltre ai titoli di benemerenza già assegnati, come può il Comune di Milano intervenire nell'interesse del bene pubblico, ma senza intromettersi in una questione strettamente privatistica?
Vista la lunga fortuna, anche in termini economici, realizzata dai titolari del Plastic c'è mai stata possibilità di un accordo che prevedesse la ristrutturazione dell'immobile a carico dei titolari stessi in cambio di un prolungamento del contratto?
I titolari del Plastic stanno realmente facendo di tutto per mantenere il locale aperto?
E' così vero che il Plastic possa esistere solo in quel luogo? Cosa stanno facendo i titolari del Plastic per provare a spostare il locale in un altro immobile?
Alessandro Rizzo
Capogruppo LA SINISTRA - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano
fonte:
http://www.gay.tv/articolo/1/
Sabato 20 marzo mattina: manifestazione della memoria e dell'impegno contro le mafie
Desidero segnalare la manifestazione promossa da libera, associazione contro le mafie, che si terrà sabato 20 marzo prossimo.
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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IMPORTANTE! Milano, sabato 20 marzo
Ore 10.00 Partenza Manifestazione da Bastioni Porta Venezia
Ore 11.30-13 Piazza Duomo: Lettura dei nomi delle vittime e interventi di Libera, Avviso Pubblico, familiari delle vittime
vivere la sua vita
in una stagione diversa
con nuove immagini
e nuove parole
ma con la stessa volontà
di negarsi alla crudeltà degli assassini
alle astuzie dei mercanti
che offrono scampoli di potere
per elevare al cielo
le loro piramidi di voti
alle chiacchiere di chi copre
la sua svendita
al migliore offerente
con patacche senza valore
Sabato 20 marzo , pomeriggio: le 100 Piazze della Costituzione repubblicana.
Interrogazioni presentate in CDZ 4 - 11 marzo 2010
È la chiesa cattolica fonte di maschilismo
09/03/2010 - Ufficio stampa Arcigay
Proprio l'8 marzo 2010 in occasione della Festa della Donna il vaticano non si è risparmiato l’ultima offesa verso la dignità delle persone omosessuali, spiegando con Celestino Migliore, Osservatore permanente all’ONU, che in “recenti documenti ufficiali ci sono interpretazioni di 'genere' che dissolvono ogni specificità e complementarietà tra uomini e donne E che già stanno macchiando e ostacolando ogni serio e tempestivo avanzamento nella ricognizione della dignità e dei diritti delle donne”. In pratica secondo il vaticano il maschilismo presente nella società sarebbe colpa delle politiche a favore dei diritti lgbt.
“Migliore fa bene a ricordare le tante discriminazioni subite dalle donne ancora in molte parti del mondo. Il rappresentante del Vaticano dimentica però che la Chiesa Cattolica è proprio uno di quei luoghi dove la donna è tutt'oggi discriminata, senza la possibilità di accesso al sacerdozio e senza alcun diritto in un sistema gerarchico composto di soli uomini.” – dichiara il responsabile Relazioni Internazionali di Arcigay Stefano Bucaioni.
“Se le donne hanno dovuto lottare, ed in molte parti del mondo continuano a lottare, per l'uguaglianza, non è certo responsabilità del movimento omosessuale che invece si è sempre affiancato a quello femminista nella battaglia per l'uguaglianza, proprio perché omofobia, maschilismo ed eterosessismo hanno la stessa base di pregiudizio. Le radici di questa disparità, della violenza e delle discriminazioni subite dalle donne, affondano nelle culture maschiliste ed eterosessiste di molte religioni, Islam e Cattolicesimo in prima fila. Consigliamo quindi al Nunzio Vaticano di riflettere su come la sua Chiesa ha trattato e tratta le donne, invece di cercare improbabili responsabilità altrove.”
“È ormai chiaro che il vaticano sta portando avanti una nuova caccia alle streghe contro le persone omosessuali, ritenendole responsabili di tutti i mali di questo mondo” – conclude Bucaioni – “e arrivando persino ad ostacolare la richiesta di depenalizzazione dell'omosessualità, con la quale si chiede all'ONU di intervenire per porre fine alle condanne a morte che in alcuni paesi colpiscono lesbiche, gay e trans.”
si attende la sentenza della Consulta, ma si attende anche il Comune di Milano
Milano, 23 marzo 2010
Alla cortese attenzione di
Consiglio di Zona 4 di Milano;
Presidenza del Consiglio di Zona 4 di Milano;
Commissione Politiche Sociali del Consiglio Comunale;
Presidenza del Consiglio Comunale di Milano;
Commissione Pari Opportunità del Consiglio Comunale;
Assessorato alle Politiche Sociali e alla Famiglia del Comune di Milano
Istanza in merito alla necessità di attivare un percorso amministrativo indirizzato a recepire provvedimenti e disposizioni utili e funzionali a estendere garanzie amministrative e pari opportunità fiscali per coppie di fatto omosessuali o eterosessuali
Oggi è un’importante data in quanto la Corte Costituzionale in udienza pubblica si sta pronunciando legittimità di una serie di articoli del codice civile che impediscono il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Il procedimento è stato avviato grazie al ricorso effettuato da una coppia omosessuale di Venezia e una di Trento, rappresentati legalmente dalla Rete Lendford, dopo aver visto ostacolata la richiesta di procedere alla pubblicazione del proprio matrimonio da parte dell’Ufficiale Giudiziario.
La motivazione del ricorso si fonda sul presupposto per cui non esisterebbe nell’ordinamento giuridico nessun tipo di esclusione e di divieto alla realizzazione di matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Nel ricorso si esplicita il fatto per cui l’opposizione a tale richiesta sarebbe in contrasto con i principi di eguaglianza espressi nella nostra Costituzione Repubblicana e con diverse direttive dell’Unione Europea, determinando impari trattamenti per persone lgbt a differenza di quanto, invece, è previsto per persone eterosessuali o componenti di coppie di membri di sesso differente.
L’Avvocatura dello Stato asserisce che, qualora la sentenza si esprimesse negativamente circa la sussistenza di illegittimità della richiesta di pubblicizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, questo presupposto determinerebbe un’"operazione di manipolatura del tessuto normativo" che compete al legislatore.
La Costituzione Italiana, secondo diversi studi di insigni giuristi, definisce il matrimonio come unione tra coniugi e non vieta in nessun modo il matrimonio tra persone dello stesso sesso, nonché è opportuno rilevare come la dimensione di accoglimento di tale istanza garantirebbe una promozione della nostra cultura che si basa sulla promozione dei diritti della persona, nonché determinerebbe un presupposto necessario e utile ad aprire una stagione legislativa che attui i principi di eguaglianza espressi nella nostra Costituzione.
I Comuni e gli Enti Locali possono fare molto per recepire un principio ormai acquisito a livello europeo, comunitario e spesso giurisprudenziale, istituendo provvedimenti e disposizioni indirizzate a estendere a coppie di fatto, costituite da persone dello stesso sesso o di sesso diverso, le medesime garanzie, agevolazioni e regimi fiscali previsti per le coppie di diritto. Sarebbe opportuno invitare la Commissione Pari Opportunità e la Commissione Politiche Sociali del Consiglio Comunale di Milano di procedere nella lettura della proposta di istituire un Registro delle Convivenze Affettive, proposta licenziata dalle suddette commissioni ma rigettata dal Consiglio Comunale con voto trasversale, magari implementando le parti costitutive come da testo originario, nonché alla Presidenza del Consiglio Comunale di provvedere a inserire in uno dei prossimi ordini del giorno di seduta consiliare l’esame di provvedimenti e di disposizioni utili a garantire l’estensione di garanzie e opportunità per le coppie di fatto. Una simile azione istituzionale garantirebbe un esempio fattivo di ostacolo e opposizione a ogni forma di omofobia, che continua a imperversare all’interno della nostra società, spesso legittimata da comportamenti di fatto di rappresentanti amministrativi e politici e da alcune loro affermazioni di dileggio e di pregiudizio ideologico, nonché ad accelerare il recepimento di proposte che siano indirizzate a condannare reati a contenuto omofobico con la previsione di disposizioni che tutelino le vittime di tale violenza e che prevengano altri atti di eguale misura.
Alessandro Rizzo
Capogruppo LA SINISTRA - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano