.: Il Blog di Alberto Angelo Alfredo Bruno

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SICUREZZA: un altro modo d'intederla
Sicurezza.
Io no. Per me, come per moltissimi altri cittadini, sicurezza è anche altro.
Da una morte assurda una riflessione sulle politiche sociali.
Un altro giovane, 27 anni, rumeno, ucciso oggi a Senago (provincia di Milano) dal meccanismo di un cassonetto basculante per la raccolta di indumenti usati. Povere cose che vengono protette da anni a rischio della vita di chi, spinto dalla necessità, è costretto a forzare una di queste trappole. Mi chiedo che furto sia "rubare" dei vecchi vestiti per coprirsi, indumenti donati liberamente dai cittadini. Nessuna proporzione c'è poi tra i sistemi posti a difesa dell'eventuale magro "bottino" di chi è costretto ad introdursi in una di queste macchine e il suo valore. Che aspettiamo a far cessare questa pericolosa vergogna? Il prossimo cadavere appeso a una scatola blindata a riprova di quanta poca intelligenza aleggi anche tra le nostre disastrate strutture assistenziali?
pipistro
www.pipistro.splinder.com
"Pipistro" mi scrive su uno dei miei due Blogs, di uno dei tanti fatti assurdi che colpiscono le fasce più vulnerabili della popolazione. Il fatto di per se si commenta da solo, ma parte da un fondo terribile: avere un disperato bisogno di indumenti, tanto da dover tentare di procurarsi indumenti, sottraendoli da un contenitore destinato a raccogliere indumenti per chi ha un bisogno disperato di indumenti. Detta così pare un gioco di parole, ma il dramma con cui inzia questo fatto e il dramma con cui finisce è una sorta di piccola terribile parabola discendente della sofferenza e della disperazione.
A Milano, ci sono molti "guardaroba per indigenti", dove brave e precise volontarie , molte nelle Caritas, molte nelle parrocchie, molte nei gruppi Vincenziani e ancora molte nelle associazioni del volontariato laico, si dedicano a lavare, riattare e suddividere questi diversi capi di vestiario, che i cittadini donano per i poveri.
E' un lavoro da "certosini" quello della rigenerazione di questi capi, dove molti indumenti devono essere necessariamente inviati al macero, perchè nemmeno una "maghetta" del rammendo può riattare certi capi, lasciati da chi a volte confonde la carità e al solidarietà con il luogo dove lasciare rifiuti.
In questi "guardaroba", non si "vestono" solo stranieri come molti credono, ma anche tantissimi milanesi.
Già perchè il bisogno è sempre maggiore e la "forbice", tra la possibilità economica delle persone e il costo della vita nella nostra città è sempre più elevata.
Bisogna allora che Milano, la grande Milano solidale, sviluppi maggiori politiche sociali, o meglio che riprenda a far rivivere le politiche di solidarietà sociale che storicamente gli appartenevano, ma che in questi dieci anni, a sempre meno gestito, lasciando la responsabilità e il peso di ciò all'iniziativa del volontariato sociale che per fortuna, nel buco dell'Amministrazione, in questo caso poco civica, ha suplito al bisogno.
Ma il volontariato può e deve essere un patrimonio e fornire un importante contributo delle politiche sociali del Comune, ma non "essere le politiche" o meglio le "non" politiche sociali dell'Amministrazione di centrodestra.
SICUREZZA: non è solo polizia
Vi è l'idea comune che quando si parla di sicurezza si intenda maggior presenza di forze dell'ordine e minor presenza del crimine. Ma sicurezza non è solo ciò.
P.le Gabrio Rosa: l’evidente fallimento delle politiche di controllo del territorio e l’assenza politiche per i giovani.
Sta di fatto che nessun indicatore di tale condizione era stato recepito prima, perché …perché sono ormai assenti quelle attività, che in alcuni comuni dell’hinterland milanese invece, nonostante le gravi difficoltà di bilancio, si tentano in tutti i modi di mantenere in vita, proprio per evitare il degenerare di tali tensioni.
Un danno sociale, che deve essere evitato e contrastato attraverso l’incontro alle necessità e alle irrequietezze giovanili, così come ai bisogni contingenti come la ricerca di un percorso di studio o di lavoro, riducono la possibilità che si verifichino esplosioni di violenza collettiva di questa portate.
Linate, la SEA, Milano e l'otto ottobre del 2001
Il "Comitato 8 Ottobre", nasce dove finisce la vita.
Si perchè è il Comitato che si è costituito dopo la tregedia aerea di Linate, dell'otto ottobre 2001, quando un aereo della SAS, in fase di decollo a Linate, prima si scontro con un piccolo aereo da turismo che invase la pista e poi finì la sua corsa andando a distruggersi contro il deposito bagagli del terminal.
Andare in visita agli amici del "Comitato 8 ottobre", non è solo un atto d rinnovo della memoria su una delle più grandi tragedie della storia moderna di Milano, ma è per Ferrante e per me, come andare a trovare dei parenti a cui si è legati per l'esperienza nel dolore che si è vissuto insieme, una vicinanza che non ha nulla a che fare con il rinnovo del Consiglio Comunale.
Ma quello che è importante ricordare e che i famigliari delle 118 vittime e dell'unico sopravvissuto, si sono unitì da subito dietro la spinta dello stesso Ferrante, allora Prefetto, e si sono riuniti in un comitato dedicandosi, oltre che alla tutela di se e alle giuste cause di risarcimento, a creare un movimento di sensibilizzazione della collettività sulla sicurezza dei voli in Italia.
Quando parliamo di sicurezza dei voli, parliamo anche della sicurezza della nostrà città (fu un caso che il disastro del 2001, restò nell'area di Linate), ma di migliaia di milanesi che da Linate partono e tornano ogni giorno e da altre migliaia di persone che vengono a Milano, per lavoro e anche per turismo.
Ma per parlare di sicurezza in senso concreto in un mondo, quello areonautico italiano dove pare che tutti abbiano competenze ma nessuno abbia responsabilità, è fondamentale avere anche titolo per poter intervenire sulla questione della sicurezza in questo nodo importante nel sistema dei trasporti di Milano.
La partecipazione del Comune in SEA è anche uno strumento per poter agire nelle scelte anche sulla sicurezza appunto di migliaia di fruitori del trasporto aereo, e non essere solo passivi spettatori, o al massimo di ricavare soldi dalle contrvanzioni dei vigili urbani distaccati nei parcheggi e nelle zone degli ingressi e delle uscite dello scalo.
Le competenze SEA, quale gestore dello scalo aereo è anche quello di garantire gli standard di sicurezza.
Quindi la partecipazione del Comune di Milano in SEA non è solo una questione di partecipazioni nelle aziende di servizio da parte del Comune, ma anche una questione di vigilanza sulla sicurezza e l'incolumità di una parte di popolazione, significa poter non solo "dire" la propria a titolo, ma soprattutto poter "fare qualcosa" a titolo.
Perchè l'otto ottobre del 2001 non sia una tragedia vana, perchè non possiamo e non vogliamo dimenticare.
Alberto Bruno
Milano, una città che ti espelle.
Quando ero un ragazzino le periferie di Milano erano quei quartieri, a volte graziosi ma più delle volte tristi che si sviluppavano al di fuori della circonvallazione dei filobus, quella della 90/91 per intenderci. L’ultimo pezzo della Martesana in Melchiore Gioia era ancora scoperto e quando si andava a Senago o Bresso a trovare i parenti si diceva che si andava in campagna. Oggi la periferia di Milano, se si osserva la metropoli con una veduta aerea è un’estensione d’urbanizzazione continua che ingloba molti comuni, non solo della prima fascia, ma anche della seconda e pure della terza fascia.
Una cosa comunque era certa, la periferia era abitata in grande prevalenza (escluderei San Siro e Città Studi e alcuni rioni particolari) da chi non poteva abitare, dentro le mure o appunto entro la cerchia della 90/91. Il non potere ovviamente si riferiva alle disponibilità economiche.
Oggi, molti se vogliono coniugare, stipendio e una qualità della vita accettabile, si sono trasferiti a vivere in zone più lontane ancora, come le provincie di Varese, Pavia, Lecco.
Non parlo di chi in quelle zone è nato e cresciuto, ma poi il lavoro o gli studi l’hanno portato a lavorare a Milano, ma di quella massa di milanesi, che ad un certo punto della loro vita, non sono stati più in grado di permettersi il lusso di vivere in Città, poichè il vivere in città, lì avrebbe costretti a compromessi economici tali da impoverirli.
L’idea comune che questa emigrazione forzata da Milano dei suoi figli, si il cattivo frutto del costo della casa. Ciò è vero, ma in parte.
Se vivete in città e avete un figlio piccolo in età d’asilo nido, scoprirete che anche quello è oggi un motivo di espulsione da Milano.
Già perché oggi, se siete un cittadino con una fascia di reddito medio, sarete costretto a fare due scelte se volete inserire il bambino al Nido, (…scelta che sii è obbligati a fare non per andare a giocare a tennis, ma andare al lavoro): o vi rivolgete all’offerta privata pagando, oppure se credete nella scuola pubblica e che la città debba offrire dei servizi alla popolazione per fruire di ciò siete anche disposti a pagare il massimo della retta, dovete cimentarvi in una sorta di lotteria pubblica per tentare l’inserimento del vostro “cucciolo” nel Nido Comunale, seguendo il seguente iter:
1) Chiamate un numero telefonico del Comune (due anni fa rispondevano da Bari, solo perché in India non conoscono ancora l’italiano e non possono attivare il servizio) o usate Internet, il quale vi indica il nido comunale più vicino a casa vostra e altri due nidi in opzioni a chilometri da casa vostra.
2) Presentate la domanda, e contestualmente scoprite che per il giusto criterio di graduatoria a punteggio basato sul rapporto domande e posti disponibili, avrete una possibilità di inserire il bimbo al nido nella giusta età, solo se:
a) Siete veramente poveri;
b) Siete veramente degli “evasori fiscali totali”.
Se non rientrate nelle due categorie opposte, ma formalmente uguali, entrate nel girone delle graduatorie, …con un po’ di fortuna attorno alla fine dell’anno scolastico forse vi arriverà una chiamata per sapere se non avete ancora sistemato il bambino in un nido a pagamento privato, …se non avete scelto di abbandonare l’infante nella pubblica via o se non avete optato per creare lavoro voi stessi, in altre parole riversando uno stipendio medio di uno dei due componenti della famiglia, per pagare una donna che esegua il vostro compito di sostituto genitore, mentre voi per pagare la “Tata” e i pannolini al marmocchio, vi cercate un secondo lavoro o v’inventate motivi di lavoro straordinario per tirare la fine del mese, dopo aver scoperto ovviamente che anche la vostra stessa Tata è vittima di questo infernale girone. C’è un ultima ipotesi, uno dei due genitori sceglie di smettere di lavorare, così il reddito si abbasserà a tal punto che poi sarete voi a cercare un posto come “Tata”.
Se invece siete un momento più in la della graduatoria, forse vostro figlio, al compimento del suo ingresso alla Scuola Materna, potrà essere ammesso al Nido Comunale, ma a quel punto sarete già alle prese con un nuovo girone.
Ecco allora che se avete una reddito medio, dovete far conto con il sistema d’assistenza alla prima infanzia, il mutuo e altri “chiari di luna”, con grande probabilità accetterete l’idea di fare i pendolari e opterete per trasferirvi in un ridente comune fuori Milano, dove c’è tanto verde, poche anime, una casa ad un prezzo accettabile, l’asilo nido bello e accogliente, permettendovi di avere raggiunto il giusto compromesso per una buona qualità della vita, magari (consentitemi un citazione di Paolo Rossi) il luogo scelto si chiamerà pure “Milano 15”, così per mitigare la coatta scelta di emigrare da Milano e ovviamente si troverà solo a 10 minuti di macchina dal centro di ….Pescara.
Ora se nasco e cresco a Milano, mi chiedo perché sia costretto a pensare di continuare a vivere in questo modo, …ho un’opportunità che non voglio perdere.
Scelgo di vivere Milano.
Scelgo di vivere in Milano
Scelgo Ferrante.
Grazie: la Lista Ferrante è la IV forza politica di Milano.
Milano per i prossimi cinque anni sarà amministrata da Letizia Moratti.
A lei e alla sua compagine i migliori auguri di riuscire ad onorare tutte le promesse elettorali fatte, compreso i 100.000 nuovi posti di lavoro.
Milano ha bisogno di gradi amministrazioni e la maggioranza dei milanesi ha fatto questa scelta, per cui noi che siamo una grandissima minoranza, attendiamo con fiducia di vedere trasformarsi in fatti le parole.
Da Letizia Moratti, ragionevolmente dobbiamo quindi aspettarci grandi cose.
Una grande minoranza di Milano ha però anche dato una grande fiducia, a Bruno Ferrante e una quaota consistente di Milano, specificatamente alla Lista Ferrante.
La Lista Ferrante è nata e si è sviluppata, come insieme di persone, molte di centro, alcune di sinistra e alcune di destra, che hanno evidenziato le gravi carenze della gestione dell'amministrazione civica dell'ultima giunta Albertini, che si sono riconosciute nel progetto di Bruno Ferrante e che con Lui hanno dato vita ad una Lista Civica, che non ha avuto mai la confromazione organizzativa ne politica di un partito.
60 candidati consiglieri comunali, in gran parte sconosciuti gli uni agli altri prima di questa esperienza, si sono ritrovati in tale contesto a muoversi con ognuno una propria strategia di campagna elettorale, con un uso di strumenti diversi o simili, ma senza che ciò sia stato concertato da una "regia della comunicazione e della propaganda".
Infatti ognuno di noi ha imparato a conscere l'altro, nel corso della campagna e non prima, come di solito avviene nei partiti e non a goduto della "macchina i partito".
Nessuna organizzazione centrale ha fatto spese per una campagna unitaria della Lista.
Nessuna organizzazione centrale ha fissato calendari pubblici di Lista e tutto quanto è stato fatto è frutto dell'iniziativa, della creatività, delle professionalità e delle capacità dei singoli candidati, che insieme a centinaia di candidati nei quartieri e i volontari hanno lavorato, inventandosi alcuni e rari momenti comuni e tanti momenti individuali.
Questa "non" organizzazione, questo "non" partito è oggi la quarta formazione politica di Milano.
Senza "danè", senza gradi esperienze alle spalle, ma con grande volontà e senso civico, la Lista Ferrante è oggi la quarta formazione politica di Milano.
Un patrimonio che non vogliamo e non possiamo disperdere, per cui per prima cosa, nella cosciente sofferenza di non aver raggiunto l'obiettivo di portare Bruno Ferrante a Palazzo Marino, quale Sindaco, dobbiamo comunque dire grazie, a quanti nella Lista civica si sono riconosciuti e anche senza esprimere preferenze hanno votato Lista Ferrante.
Grazie quindi prima di tutto a Bruno Ferrante, questo uomo che ha voluto mettersi in gioco per Milano e per averci concesso il piacere di scoprirci in tantissimi a credere che Milano può essere una grande città e avere un grande futuro e grazie a tutti quei tantissimi milanesi che hanno creduto in questo gruppo di cittadini motivati e che hanno votato Lista Ferrante.
APPELLO AI MILANESI
VOTA LISTA FERRANTE: SCRIVI BRUNO NELLA PREFERENZA
Bruno FERRANTE e Alberto A.A. BRUNO
IL PROBLEMA SICUREZZA : Il programma della Lista Ferrante
A Milano c’è un grande senso di insicurezza, soprattutto fra gli anziani. Come sempre i mass media hanno ha una grossa responsabilità. I racconti di scippi, furti, aggressioni, truffe sono all’ordine del giorno e non possono non impensierire la vecchietta che va a fare la spesa o il vecchietto che va in banca a ritirare la pensione. E le donne hanno paura per gli episodi di violenze e di stupri che si verificano per la strada.
MICROCRIMINALITA’
Proposte
Lunedì 22 cm, h.18,Hotel Galles,P.zza Lima:MILANO SICURA!
Lunedì 22 maggio, ore18.00,
Hotel Galles, Piazza Lima