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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Venerdì, 3 Luglio, 2009 - 16:27

India: da oggi l'omosessualità non è più reato

Importantissima sentenza dell'Alta Corte di Nuova Dehli che stabilisce che considerare reato l'omosessualità è anticostituzionale. Adesso una legge difenderà gay e lesbiche da violenze e persecuzioni.

Questo è un giorno che passerà alla storia per la comunità lgbt indiana. L'Alta Corte di Delhi ha stabilito che i rapporti sessuali fra adulti consenzienti dello stesso sesso non devono essere più considerati come un crimine. La sentenza dovrà ora essere accolta in parlamento, dove dovrà essere recepita in una apposita legge. La decisione della Corte era stata sollecitata da fondazioni dei diritti di gay e lesbiche vittime di discriminazioni. Il giudice ha deciso che la sezione 377 del codice penale indiano, che risale al tempo del dominio britannico e che riguarda il cosiddetto "sesso contro natura", è viola i principi di uguaglianza sanciti dalla costituzione indiana perché discrimina gli omosessuali.

La corte ha però deciso che l'aspetto penale resta per i rapporti non consenzienti e per quelli non vaginali. Alla lettura della sentenza, secondo la televisione IBN Live, in aula ci sono stati manifestazioni di gioia estrema da parte degli attivisti per i diritti degli omosessuali. In base alla legge indiana il "sesso contro natura" è punibile con il carcere fino a 10 anni, e con l'ergastolo in casi più gravi. Gruppi di attivisti umanitari e organizzazioni non governative da anni lottano per l'abrogazione di questa legge, che accomuna i rapporti omosessuali a quelli con gli animali. Ma tutte le petizioni sono state rigettate dalle autorità indiane che, almeno finora, hanno sempre considerato i comportamenti omosessuali contrari alla morale indiana. Le associazioni che cercano di tutelare le ragioni dei gay portano una nuova importante argomentazione a sostegno della loro tesi: la lotta all'Aids. In India ci sarebbero milioni di omosessuali a rischio Aids che, per paura del carcere, non denunciando la loro condizione e quindi non hanno accesso alle necessarie cure mediche. Nei giorni scorsi il governo aveva annunciato una revisione della legge, prima di fare dietrofront dopo le proteste di gruppi religiosi musulmani, che hanno definito l'omosessualità contraria alla legge islamica e alla morale. Secondo la nota agenzia di stampa internazionale Associated Press, la sentenza dell'alta corte varrebbe solo per il territorio di Nuova Dehli.

"Sono così eccitato che non sono stato ancora in grado di diffondere la notizia - ha dichiarato Anjali Goplan, presidente della Naz Foundation, un'organizzazio che si occupa di salute e sessualità e che aveva partecipato alla petizione per la decriminalizzazione dell'omosessualità -. Finalmente siamo entrati nel XXI secolo". Certo Non basterà una legge a cambiare la mentalità e la cultura di un intero popolo da secoli abituato a considerare i gay e le lesbiche come dei depravati, ma almeno dovrebbe proteggerli dai criminali e dalle persecuzioni della polizia. Ed è di certo un grandissimo passo avanti.

www.gay.it

Mercoledì, 1 Luglio, 2009 - 14:33

SGOMBERATO L'EX-CINEMA APOLLO DI MONZA

SGOMBERATO L'EX-CINEMA APOLLO DI MONZA, OCCUPATO DAL BOCCACCIO. UN INTERVENTO DETTATO SOLO DA RAGIONI POLITICHE
Stamattina presto, le forze dell’ordine hanno sgomberato con la forza l’ex-cinema Apollo di Monza, occupato sabato scorso dai ragazzi del centro sociale Boccaccio. Un intervento ingiustificato, con il contorno di inutili violenze – un ragazzo è finito al pronto soccorso a causa delle manganellate - e dettato da ragioni esclusivamente politiche.
Infatti, l’occupazione non rappresentava certo un problema di ordine pubblico, tanto meno toglieva qualcosa a qualcuno. Anzi, semmai aggiungeva qualcosa alla città, ridando vita a uno spazio abbandonato al degrado sin dal 2004.
Gli attivisti del Boccaccio, il centro sociale monzese sgomberato l’anno scorso, alcuni mesi fa avevano persino promosso una petizione per chiedere che lo stabile venisse recuperato e messo a disposizione della cittadinanza. Ma nessuna risposta concreta è arrivata dal Comune e non ci risulta che esista alcun progetto sull’area.
Ora l’ex-Apollo è stato sgomberato e di nuovo assegnato all’abbandono e al degrado. Probabilmente assisteremo al solito scaricabarile su chi ha deciso l’insensata azione di forza di stamattina. È stato il Prefetto, oppure il Questore, o quel Sindaco di Monza, il leghista Mariani, che soltanto due giorni fa si era dichiarato pubblicamente disponibile a un confronto con i ragazzi?
Comunque sia, la sostanza non cambia. Prendiamo atto che le istituzioni preferiscono consegnare spazi al degrado, pur di non permettere a dei cittadini che non la pensano come il centrodestra di fare attività culturale, sociale e politica. E chi se ne frega se a Monza, come in altre città lombarde, gli spazi pubblici e sociali a disposizione dei cittadini, specie se giovani, sono sempre più rari.
Da parte nostra esprimiamo piena solidarietà ai ragazzi e alle ragazze del Boccaccio, auspicando - cosa di cui anzi siamo certi - che da domani in poi ricomincino la battaglia perché Monza non venga ridotta a una città dormitorio.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Mercoledì, 1 Luglio, 2009 - 13:48

Documenti presentati in CDZ 4 il 25 giugno

Documento in merito alla gestione di 12000 euro da parte della Commissione Cultura circoscrizionale e l'organizzazione del Mese della Cultura

La cultura riveste un ruolo fondamentale per la coesione sociale di un territorio e per uno stimolo alla partecipazione e al dialogo, al confronto, alla valorizzazione degli spazi, alla promozione delle libere espressioni di pensiero e di arte.
In questi ultimi anni si inserisce la cultura tra i capitoli di uno stato sociale inclusivo, che promuova non solo i diritti e l'eguaglianza delle opportunità tra le persone ma, anche e inoltre, lo stare bene, il vivere bene, in armonia e in sintonia con la comunità e con la propria personalità, la propria autodeterminazione.
E' chiaramente necessario che il ruolo fondamentale di un'amministrazione territoriale, seppure di dimensioni più ristrette e relative come il nostro Consiglio di Zona, si identifichi nella promozione delle realtà, associazionistiche e soggettive, delle professionalità, delle esperienze che esprimono novità culturali e proposte culturali di grande valore e risultato collettivo e pubblico.
L'idea di dedicare un periodo dell'anno a momenti e iniziative culturali e artistiche che siano presenti uniformemente sul nostro territorio circoscrizionale è assolutamente giusta, condivisbile, importante e fondamentale per una promozione della nostra circoscrizione, per un'offerta plurale alla cittadinanza di incontro e di confronto, per una consocenza delle realtà che vivono la zona, per un concetto di sicurezza che si costruisce partendo dalla diffusione di saperi e di messaggi aggregativi.
Raggiungere questa finalità, ambiziosa ma non impossibile, impegnativa è necessario investire in modo universale e coinvolgente sui componenti della Commissione Cultura, rendendo, questa, primaria nella proposta di un progetto che sappia, proprio per la necessità di garantire un'offerta variegata e vasta, diversificata, coinvolgente, essere rappresentativo delle esigenze e delle sensibilità culturali della zona.
Costituire un gruppo ristretto di persone, indubbiamente di valore, che debbano esprimere un progetto in questo senso, non è un'analisi personalistica, nominato senza un previo coinvilgimento e una previa conoscenza delle professionalità e delle esperienze dei singoli componenti della commissione stessa, rischia di non proporre un progetto ampio e plurale, coinvolgente e mirato alla partecipazione. Rischia di diventare esclusivo, svuotando di funzioni e di contenuto la Commissione stessa, unico organo collegiale di definizione di scelte condivise. Occorre sottolineare il fatto di un mancato coinvolgimento ex ante delle associazioni della zona al momento della definizione del progetto del "Mese della Cultura", dialogando con esse e coinvilgendole in base alle proprie sensibilità e finalità, in un quadro di valorizzazione delle professionalità e di un loro investimento nell'interesse pubblico e collettivo. Un'altra critica che viene espressa riguarda i 12000 euro stanziati per la realizzazione del mese della cultura: una cifra importante se si considera che un suo impiego sta determinando il blocco di iniziative promuovibili su proposta della commissione e/o delle singole associazioni, più volte interfacciatesi con la Commissione. E' opportuno indicare un ridimensionamento della lunghezza temporale di questo impegno riportando nella Commissione il ruolo e la funzione principe decisionale e di scelta, coinvolgendo le associazioni nella fase preparatoria, anche nella semplice individuazione dei criteri di formulazione organizzativa del calendario di attività; e, infine, riconoscendo a queste ultime la necessaria professionalità in termini culturali ed economici, una volta espressa la loro disponibilità a partecipare al percorso fin dall'inizio.
La proposta è interessante e ambiziosa, giustamente, ed è proprio per questo che occorre rifomulare modalità organizzative che sappiano coinvilgere e rendere partecipi e responsabilizzati i soggetti coinvolti, definendo in modo perentorio la funzione principale e primaria della commissione stessa, organo collegiale istruttorio utile canale istituzionale finalizzato a esprimere proposte al Consiglio.

I consiglieri di Zona 4 Milano
Alessandro Rizzo, Franz Brunacci, Massimo Gentili, Daniele Olivieri, Pierangelo Tosi

RICORDO DI IVAN DELLA MEA: richiesta di minuto di silenzio al Consiglio di Zona 4 in seduta giovedì 25 giugno

E’ morto il 19 giugno all’Ospedale San Paolo di Milano Ivan Della Mea. Volevamo ricordarlo per la figura rilevante sia dal punto di vista musicale e cantautorale, sia per l’alto spessore intellettuale e politico di una personalità fatta di coerenza e di passione, di dedizione e di senso della solidarietà.
La sua ispirazione ha portato a grandi brani che si ascrivono nella più conosciuta e rappresentativa tradizione folck italiana. Nel 62 scrive Canti e inni socialisti, in occasione del 70° anniversario del Partito socialista italiano. Dischi del Sole è l’lp uscito con la collaborazione di Giovanna Marini e Paolo Pietrangeli, Ballate della piccola e grande violenza e il Nuovo Canzoniere scandiscono e raccontano i momenti delle lotte sindacali e studentesche lungo tutto l’arco degli anni 60: mobilitazioni che arricchirono la nostra democrazia e la partecipazione. Particolari sono stati per oggetto e per messaggio sociale Ballata per Ciriaco Saldutto, dedicata a uno studente torinese morto suicida dopo essere stato bocciato, e la celebre El me Gatt, una delle più importanti canzoni di protesta italiane, rimangono imperiture nella letteratura musicale nostrana di tradizione popolare.
Dirige l’Istituto De Martino, eccellente istituzione educativa nel campo della ricerca antropologica musicale, partecipando a diverse produzioni cinematografiche e letterarie, ricordiamo tra queste “Il sasso dentro” del 1990 e “Sveglia nel buio” del 1997.
Ricordare Ivan Della Mea è importante in questo nostro consiglio perché è stata una figura preponderante a livello sociale e culturale nella nostra circoscrizione: è stato Preidente del Circolo ARCI Corvetto, promuovendo uno spazio con una funzione collettiva e aggregativi di forte spessore all’interno di un periferia, spesso fatta di emarginazione, sapendone interpretare caratteristiche e virtù.

Mercoledì, 1 Luglio, 2009 - 13:45

Aggressione transfobica a Bologna: occorre denunciare

Un'altra aggressione ai danni di un trans a Bologna. Si ripetono da diversi mesi a questa parte fatti di violenza contro coloro che vengono definiti "diversi", perchè omosessuali, perchè transessuali, transgender. O semplicemente perchè vogliono come tutte e tutti noi rivendicare il diritto di esprimere liberamente la propria personalità, autodeterminandosi, autoaffermando il proprio diritto di vivere dignitosamente. Non possiamo nascondere che questo intollerabile esponenziale aumento di persecuzione nei confronti di componenti della comunità glbtqi sia dovuto alla totale assenza di risposte positive da parte delle istituzioni. Un responsabile del pride di Genova ha affermato che ha dovuto abbandonare il CDU nel momento in cui aveva fatto coming out sostenendo con posizioni poltiiche inequivocabili e coerenti la realizzazione della manifestazione nazionale a Genova. Prima era "tollerato" perchè silente, perchè all'oscuro, non poteva esprimere liberamente il proprio orientamento.
Omofobia è generata da dichiarazioni violente di alcuni esponenti del centrodestra, che attaccano verbalmente e offendono la dignità di persone che vogliono vivere libere la propria sessualità, riconoscendosi nella comunità di diritti civili e sociali riconosciuti a tutte e a tutti secondo la legge Costituzionale.

Riporto il comunicato stampa di Arcigay e di Arcilesbica sui fatti di Bologna, unendomi nell'esprimere la solidarietà alle amiche transgender, soggetti passivi di un atto ignobile e barbaro di due criminali passanti.

Spero che le autorità procedano nel perseguire i responsabili di questo vile atto di intolleranza.

Chiediamo alle Istituzioni di condannare questo atto violento e riaffermiamo con forza la nostra volontà di raggiungere l’uguaglianza
L’atto intollerabile della notte scorse evidenzia come sia forte lo stigma nei confronti delle persone transessuali: è evidente che lo scopo di aggressioni come queste sia annientare la dignità della persona.

Le persone transessuali si confrontano ogni giorno con questo stigma e proprio per questo grande è la difficoltà di trovare un lavoro “diurno” e dignitoso.
Con rammarico ricordiamo che qualche giorno fa, da un settimanale cattolico, è stata lanciata una offensiva contro lo “zerovirgola” rappresentato proprio dai transessuali. Il periodico in questione si dichiarava indignato per la decisione della regione che per una campagna celebrativa dei 60 anni della Costituzione aveva scelto un filmato che rappresentava un sereno colloquio di lavoro diuna persona transessuale, come esempio dei valori che l’articolo 3 della Costituzione sostiene, evidenziando quindi il carattere inclusivo della nostra Carta costituzionale..
Proprio per l’inclusione e contro l’oppressione il 28 giugno di 40 anni fa la comunità LGBT newyorkese si ribellò ai vessanti e violenti controlli di polizia dando inzio al movimento per i diritti civili. Oggi ci ribelliamo al gesto di questi balordi e vogliamo riaffermare con forza il nostro Orgoglio e con altrettanta forza la nostra volontà di raggiungere la piena uguaglianza e dignità di tutte le persone senza distinzione di genere o orientamento sessuale.
Alle due amiche transessuali va tutta la nostra solidarietà, il gesto violento che hanno subito è di chiara matrice transfobica: chiediamo alle istituzioni di riconoscerlo e di condannarlo come tale, e alle forze dell’ordine di fare chiarezza sulla natura dell’atto.

Elisa Manici, presidente ArciLesbica Bologna
Emiliano Zaino, presidente Arcigay Il Cassero

Lunedì, 29 Giugno, 2009 - 14:20

Sant’Ambrogio e Darsena, via libera ai box

Da milano.corriere.it:

Lavori e proteste

Sant’Ambrogio e Darsena, via libera ai box

Pronti i progetti definitivi per i parcheggi sotterranei. «Cantieri aperti entro l’anno»

Una svolta per due. Il proget­to definitivo del parcheggio in Sant’Ambrogio è pronto e sarà consegnato dai costruttori al Comune a metà di questa setti­mana: l’apertura del cantiere è certa, pur rimandata da luglio a settembre. La proposta di Dar­sena spa per l’autosilo sottac­qua sarà invece sul tavolo del­l’assessore Bruno Simini vener­dì: ai 713 posti auto a rotazione saranno affiancati 300 box in vendita ai residenti, una modi­fica inserita dai promotori per colmare il buco da circa 12 mi­lioni di euro scavato nel bilan­cio da rilievi archeologici, ritar­di e lungaggini. L’accordo pub­blico- privato è «quasi fatto»: i lavori sul Naviglio dovrebbero partire a fine 2009, a cinque an­ni dall’avvio fantasma, in una Darsena nel frattempo marcita, diventata latrina e discarica, re­clamata dagli striscioni appesi alle finestre del quartiere. In pratica, pratiche sblocca­te. L’intervento accanto alla ba­silica di Sant’Ambrogio inizie­rà dallo spostamento della rete fognaria, per poi passare ai 236 posti a rotazione e 234 per resi­denti (un sistema elettronico, discusso con la Soprintenden­za, controllerà le vibrazioni pro­dotte dal cantiere). La rampa d’accesso sarà collocata davan­ti al sacrario di largo Gemelli, mentre lo stradone diventerà isola pedonale, senza auto né bus, ma con vialetti di pietra, fi­lari d’alberi, aiuole, panchine. Non sono bastate le proteste di cittadini, intellettuali e Italia Nostra a bloccare il progetto: «È un oltraggio alla basilica», sostengono. E non da soli. L’ul­tima petizione antibox è firma­ta dal presidente deputato del Santo Sinodo della chiesa greca ortodossa: in una mail inviata al Comune l’8 giugno, l’autori­tà religiosa s’è spinta oltre prof e ambientalisti, definendo l’au­tosilo sotto la basilica un «atto sacrilego» e un’offesa ai cristia­ni ortodossi. Motivo: gli operai dovranno ribaltare l’area identi­ficata nell’antico «cimitero ad martires della Legione Tebana» (nella basilica di Sant’Ambro­gio un sacello è dedicato pro­prio a San Vittore martire, la cu­pola in Ciel d’oro). Altra pratica, la Darsena. Il presidente della società che ha vinto l’appalto, Ezio Pellegrini, ha rassicurato il Comune il 25 giugno, via posta elettronica: «Abbiamo intensamente lavo­rato e stiamo ancora lavoran­do... ». Un messaggio formale, certo, ma che a Palazzo Marino è stato letto come un’apertura, del tipo sediamoci a un tavolo e firmiamo: la proposta delle imprese prevede l’aumento a 42 degli anni di concessione ai privati e il ritocco a 1,80 euro della tariffa oraria dei box. Ve­nerdì sarà il giorno decisivo. Mentre «importanti» sono stati le ultime settimane in piaz­za XXV Aprile, altro parcheggio in ritardo sulla tabella di mar­cia e ultimamente frenato pure dalla crisi economica. «Proble­mi risolti, da luglio si procede­rà più velocemente», assicura Giampiero Villoresi, l’architet­to progettista dell’autosilo.

Armando Stella
astella@corriere.it
29 giugno 2009

Lunedì, 29 Giugno, 2009 - 11:55

Class action:ulteriore rinvio, l'Italia è la barzelletta d'Europa

Class action: ulteriore rinvio, rischiamo di diventare la barzelletta d'Europa
Dalla newsletter di Altro consumo del  26 giugno 2009

 
Il Governo si appresta a far slittare di ulteriori sei mesi l'entrata in vigore della normativa sulle class action. Si tratta di una notizia assolutamente negativa non solo per i consumatori ma anche per lo sviluppo moderno dell'economia del nostro Paese. Mentre viene così ancora una volta calpestato l'interesse generale, la maggioranza dichiara di volersi impegnare a discutere delle modifiche da apportare alla normativa con le associazioni di consumatori: non c'è da esserne felici, considerato che le nostre proposte migliorative da tempo consegnate a governo e maggioranza sono rimaste inascoltate.
 
Un rinvio dopo l'altro
Dopo due successivi rinvii, l'entrata in vigore delle class action era fissato per il 1° luglio. Ora ecco altri 6 mesi di rinvio. Senza contare che di recente il Senato, sulla base di un emendamento governativo, aveva svuotato di efficacia e impatto la normativa cancellando anche la retroattività delle class action. Una presa in giro bella e buona per i cittadini e un ulteriore regalo alla lobby di quelle parti più retrograde dell'industria nazionale che, anche in questo periodo di crisi, continuano a rifugiarsi nella protezione del governo, arroccate nelle loro posizioni di privilegio. Ci troviamo di fronte allo scontro fra chi sta dalla parte dei consumatori (e che chiede di poter disporre di uno strumento che non penalizza ma responsabilizza le imprese) e del diritto e chi vuole che le aziende, anche se commettono illeciti a loro danno, restino protette da un sistema giudiziario che funziona male.
 
L'importanza delle azioni di gruppo
Perché è importante l'introduzione delle class action? Perché un consumatore danneggiato dal comportamento illecito di un'azienda subisce un danno che, individualmente, può essere poco rilevante dal punto di vista economico. E quindi può subentrare un atteggiamento remissivo da parte del singolo. La portata economica del danno diventa invece di un certo peso se si considera l'impatto che il comportamento illecito produce sulla collettività dei consumatori. Le azioni collettive risarcitorie, la class action, non sono una minaccia per le imprese, ma uno strumento efficace di controllo diffuso del rispetto delle regole e della responsabilità sociale dell'impresa. Uno strumento che già esiste in Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Olanda, Norvegia, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito. Contiunuano peraltro a livello europeo i lavori che porteranno a una normativa europea sulle class action, anche per questo il terzo e probabilmente non ultimo rinvio della class action all'italiana rischia di far diventare il nostro Paese la barzelletta d'Europa.
 
Riteniamo che un'azione collettiva debba poter essere allargata al più ampio numero di soggetti: la class action dovrà essere applicabile a tutti i consumatori vittime di illeciti diffusi. Diventa importante che tutti i cittadini facciano sentire la loro voce, per questo vi invitiamo a continuare a sottoscrivere il nostro appello al quale aderisce anche il Centro Tutela Consumatori Utenti.
 
Dalle bollette gonfiate ai mutui: molti i casi da class action
Se il nostro appello rimanesse inascoltato, i consumatori che hanno ricevuto negli ultimi anni le bollette gonfiate di Telecom Italia non potranno usufruire dello strumento della class action per far valere i propri diritti. Stesso trattamento per tutti coloro che illegittimamente non hanno potuto esercitare la surroga gratuita del mutuo a causa delle pratiche commerciali scorrette delle banche. Anche i cittadini di Roma e provincia che hanno pagato per anni un sovrapprezzo per il pane, nonostante la recente decisione dell'Antitrust contro il cartello dei panificatori, non potranno essere risarciti.
 
La class action non sarà utilizzabile nemmeno per gli oltre 4000 risparmiatori coinvolti nella vicenda Parmalat che si sono rivolti a Altroconsumo.
 
Se anche tu, come noi, sei indignato dal rinvio deciso a fine 2008, iscriviti a questo gruppo su Facebook Class action: ulteriore rinvio, beffa per i cittadini - indigniamoci!", dove ti aggiorneremo sulle nostre prossime iniziative in merito alla legge sulle class action.
 
Leggi il testo dell'appello:
Appello per l'entrata in vigore in Italia dell'azione collettiva risarcitoria (Class Action)
Il 2009 avrebbe potuto iniziare con il festeggiamento da parte dei cittadini italiani di un'importante conquista per la tutela dei loro diritti: l'entrata in vigore anche nel nostro Ordinamento dell'istituto della class action.
Come è noto, purtroppo così non è stato. Il governo è intervenuto, infatti, in extremis, e ancora per decreto, con un rinvio di ulteriori sei mesi, dopo il primo rinvio deciso a giugno scorso e la promessa, non mantenuta, che il testo sarebbe stato migliorato e definitivamente approvato entro fine 2008.
Per ALTROCONSUMO, associazione indipendente di consumatori , si è trattato di una straordinaria occasione perduta per rendere finalmente effettiva la tutela per tutte quelle situazioni nelle quali i consumatori, avendo subito ingiuste vessazioni avrebbero potuto difendere collettivamente i loro diritti, considerato anche che, allo stato, non vi sono strumenti veramente efficaci ed accessibili sul piano dell'azione individuale.
1) Una normativa sulle class action che sia facilmente azionabile, accessibile, equa, percorribile in tempi rapidi e certi è utile per i consumatori, ma anche per la modernizzazione del nostro sistema economico e per le imprese che intendono misurarsi correttamente sul mercato
La gravità della mancata entrata in vigore della normativa sulle class action risulta in tutta la sua evidenza se solo si prova a pensare a quante e quali volte - solo nel corso dell'ultimo anno - si sono verificati comportamenti illeciti plurioffensivi posti in essere da parte di aziende nell'ambito di rapporti contrattuali, extracontrattuali, derivanti da abusi di posizione dominante e/o da intese anticoncorrenziali o da pratiche commerciali scorrette come gli addebiti in bolletta per servizi telefonici non richiesti, gli abusi di banche e assicurazioni, i sempre più frequenti disservizi nel trasporto aereo e ferroviario, la pubblicità ingannevole, che hanno leso in maniera seriale i diritti di tanti cittadini, consumatori e utenti i quali non si sono attivati con cause individuali in quanto non lo hanno giudicato conveniente visto l'importo prevalentemente poco elevato della questione e l'inefficienza della giustizia civile.
Occorre inoltre rilevare che se i danni di ogni singolo consumatore sono spesso modesti, ove computati individualmente, essi hanno invece una portata economica rilevante se considerati nel loro insieme, per l'impatto economico che il comportamento illecito di un'impresa può produrre sulla collettività dei consumatori e sul mercato. In tal senso l'atteggiamento remissivo del singolo danneggiato ricade, più in generale, sull'efficienza stessa del mercato. Siamo, infatti, convinti che le azioni collettive contro i comportamenti scorretti nel sistema economico non costituiscano una "minaccia" per le imprese, ma che, al contrario, oltre ad essere un valido strumento per la tutela dei consumatori, possano rivelarsi un'utile leva di private enforcement per una più efficace regolazione del mercato. La class action, insomma, non è contraria agli interessi delle aziende, ma è anzi confacente allo sviluppo di un mercato più sano ed efficiente, in questo senso dovrebbe essere vista favorevolmente da parte delle imprese più virtuose, corrette e competitive.
L'istituto della class action, infatti, colmando il divario tra il riconoscimento statico dei diritti individuali e la possibilità di loro effettiva tutela in via giudiziale, costituisce anche un incentivo al maggior rispetto delle regole e un mezzo per prevenire, o almeno contenere, il compimento di illeciti per effetto dell'onere finanziario che esse possono comportare a carico del responsabile. Sotto questo profilo la class action appare pienamente funzionale all'esigenza di una vigilanza e controllo diffuso e della responsabilità sociale d'impresa.
L'introduzione delle azioni collettive risarcitorie nel nostro Ordinamento, inoltre, porrebbe l'Italia al passo con quei Paesi membri dell'Unione europea, quali ad esempio Portogallo, Francia, Spagna, Olanda, Inghilterra, dove tale strumento è già in vigore da tempo con ottimi risultati per i consumatori e il mercato .
2) Un iter legislativo confuso e fuorviante - il tempo è scaduto, che il governo dica francamente in Parlamento e al Paese, al di là delle cortine fumogene, quale è la sua visione in materia di azioni collettive e si comporti di conseguenza
Sebbene non abbia ancora conosciuto la luce, la storia della class action made in Italy è già lunga e controversa. Dopo un primo tentativo con una proposta di legge nella XIV Legislatura, approvato pressoché all'unanimità alla Camera ma poi arenatosi al Senato, dove non è stato mai avviato l'esame da parte delle commissioni competenti, è nella scorsa Legislatura che, a seguito di varie e articolate discussioni su altre proposte di legge, è arrivata l'approvazione nel dicembre 2007 a mezzo della legge finanziaria che ha introdotto il nuovo art. 140-bis, rubricato "Azione collettiva risarcitoria" nel Codice del Consumo.
Secondo tale norma la class action sarebbe dovuta diventare applicabile a partire dal 30 giugno 2008 sennonché soli cinque giorni prima, quando già i vari soggetti legittimati - ivi compresa Altroconsumo - si erano attivati anche presso i consumatori per il tempestivo avvio delle prime azioni collettive, il governo decideva di intervenire con un decreto facendo slittare l'appuntamento al gennaio 2009 "al fine di individuare e coordinare specifici strumenti di tutela risarcitoria collettiva, anche in forma specifica nei confronti delle pubbliche amministrazioni".
Peccato che, malgrado si fosse ravvisata la sussistenza dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza atti ad intervenire per decreto, e nonostante il governo attualmente in carica disponga di una ampissima maggioranza parlamentare i sessanta giorni successivi all'approvazione del provvedimento non venivano utilizzati per inserire in sede di conversione gli emendamenti intesi a "migliorare" il testo della normativa vigente e allargare il campo dell'azione collettiva risarcitoria anche alla Pubblica Amministrazione. Né si utilizzavano i quattro mesi successivi per approvare in Parlamento una norma che modificasse in tempo utile per la nuova scadenza di dicembre 2008 il testo vigente, tantomeno in questo periodo il governo e/o le commissioni parlamentari competenti si degnavano di consultare le associazioni dei consumatori e/o di acquisire il parere del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti che veniva così evidentemente svuotato di una sua prerogativa in una materia di sua specifica competenza.
Giungeva così in dicembre, attraverso l'art. 19 del c.d. decreto milleproroghe, l'ulteriore rinvio, ancora per decreto, ancora con un provvedimento che si limitava a far slittare di altri sei mesi l'entrata in vigore della normativa sulle class action nulla dicendo circa le modifiche da introdurre. Di lì a poco, il 23 dicembre, il governo presentava sì finalmente i propri emendamenti ma tali modifiche al testo di legge vigente, nel merito e sugli aspetti negativi dei quali diremo in conclusione, non venivano presentati in sede di conversione del decreto legge milleproroghe bensì quale emendamento al disegno di legge n. 1195 pendente in Senato.
La questione, si badi bene, non è di poco momento, infatti, un governo cosciente di avere già lasciato scadere una proroga introdotta per decreto all'entrata in vigore di un importante provvedimento legislativo, e che si veda così costretto ad introdurre una successiva proroga, qualora abbia finalmente preso una posizione sulle modifiche da apportare al testo di legge dovrebbe affrettarsi a introdurre gli emendamenti in sede di conversione del decreto di proroga. Così non è stato e questo ci conduce purtroppo a ritenere che probabilmente, nelle intenzioni dell'esecutivo, questa ulteriore proroga all'entrata in vigore delle class action è solo la seconda di una lunga serie e che si stia utilizzando una altrimenti assurda tecnica legislativa nel preciso obiettivo di dare luogo ad un rinvio sine die evitando di affrontare l'opinione pubblica su quella che è la propria visione in materia di azioni collettive, ovvero che non ci debbono essere.
3) L'emendamento presentato dal governo al Senato introduce quasi esclusivamente elementi peggiorativi rispetto al testo vigente e volti a ridurre l'efficacia e l'ambito di applicabilità della class action
Potremmo fermarci qui, ma vogliamo nutrire ancora qualche flebile speranza che vi possa essere un ravvedimento da parte del governo e, quindi, non ci esimiamo dal commentare nel merito, seppure in sintesi, l'ultimo emendamento, frutto della pressione lobbistica dell'industria operata nelle segrete stanze e non in consultazione pubblica nelle più consone sedi istituzionali, presentato dall'esecutivo il 23 dicembre 2008 in Senato al disegno di legge n. 1195 che modifica l'art. 140 bis del Codice del Consumo, ora rubricato "Azione di classe".
  • L'unico aspetto positivo che ravvisiamo è l'introduzione, al comma 12, dell'esecutività della sentenza di condanna, considerato che nel testo vigente si parla, invece, solo di accertamento di un diritto.
  • L'eventuale deposito cautelativo della somma dovuta da parte dell'impresa dopo la sentenza di primo grado, di cui al comma 13, è, in realtà, una misura a favore dell'impresa condannata, non certo dei consumatori, di regola il debitore dovrebbe, infatti, pagare il dovuto, anche in pendenza di appello, essendo la sentenza di primo grado provvisoriamente esecutiva per legge, principio che deve essere rispettato anche per quanto concerne le class action.
  • Non siamo contrari neanche all'allargamento della legittimazione attiva, di cui all'art.1. Sia chiaro, non abbiamo mai chiesto la legittimazione esclusiva in capo alle associazioni di consumatori iscritte all'Elenco nazionale ai sensi dell'art. 137 del Codice del Consumo, in quanto siamo sempre stati fermamente convinti che la class action debba consentire un più efficace accesso alla giustizia per il cittadino-consumatore in caso di illeciti plurioffensivi, non certo creare una cerchia ristretta di soggetti legittimati ad agire che, oltre a rischiare di rivelarsi un collo di bottiglia per le molteplici possibili azioni avrebbe una sgradevole accezione protezionistica che spesso contestiamo a ragione in alcuni settori di mercato per quanto concerne le imprese.
Vi sono poi due modifiche notevolmente peggiorative rispetto al testo vigente:
  • E' improprio e fuorviante parlare di "retroattività" (o meno) della legge. Su questo punto il comma 2 dell'art. 30bis che stabilisce che la class action si applica "anche retroattivamente, agli illeciti compiuti successivamente al 1° luglio 2008" appare di rara grossolanità. Tutte le leggi processuali si applicano alle azioni esercitabili successivamente alla loro entrata in vigore secondo il principio generale "tempus regit actum". Una deroga a tale principio comporterebbe che domande identiche, introdotte nello stesso momento e originate dallo stesso fatto risulterebbero soggette a due diverse procedure (azione collettiva o individuale) a seconda di quando è avvenuto l'illecito, il che, a nostro avviso, pone seri problemi di costituzionalità, rispetto ai principi di cui all'art.3 e 24 Cost. Conseguentemente chiediamo non tanto che l'azione collettiva risarcitoria sia "retroattiva" (senza limitazioni di tempo, come invece previsto dall'emendamento) ma, molto più semplicemente, che essa sia applicabile, a partire dalla sua data di entrata in vigore, a tutti i soggetti legittimati che hanno validi diritti da azionare, ovvero che essa possa operare per tutti i consumatori vittime di illeciti plurioffensivi, senza discriminazioni di ordine "cronologico", cioè derivanti dal momento in cui essi hanno subito il torto.
  • La pubblicazione a spese del soccombente dell'eventuale ordinanza di inammissibilità dell'azione collettiva (come previsto dal paragrafo 8 del comma 1 dell'emendamento del Governo) è una disposizione assurda, punitiva e assolutamente da eliminare. Da parte nostra non abbiamo mai chiesto l'introduzione dei danni punitivi in favore dei consumatori e a danno delle imprese, che pur esistono nell'esperienza statunitense, in quanto non concepiamo la class action come strumento punitivo delle imprese e vogliamo che sia introdotto in Italia un istituto giuridico equilibrato e non strumentalizzabile. Ciò detto, appare a dir poco peculiare l'introduzione, ai sensi del paragrafo 8, di una sorta di danno punitivo a contrario. In caso di ordinanza di ammissibilità dell'azione collettiva, bisognerebbe, invece, prevedere che i costi di informazione ai consumatori siano messi a carico dell'impresa e non del soggetto promotore dell'azione collettiva.
Infine, siamo consci che nell'altra ala del Parlamento, presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, è stata presentata ed è in discussione una proposta di testo unificato in materia di azione risarcitoria collettiva redatta essenzialmente sulla base della proposta di legge n. 410 e tenendo conto di taluni aspetti della proposta di legge n. 1824, si tratta di un testo forse più articolato di quello proposto dal governo in Senato, ma non intendiamo in ogni caso qui prenderlo in esame. Piuttosto, quale parte sociale interessata e per poter presentare ulteriori e più dettagliate osservazioni rivendichiamo la necessità di sapere al più presto dal governo quali siano le sue reali intenzioni, se intende cioè procedere con l'emendamento introdotto al Senato ovvero con il disegno di legge pendente alla Camera. A leggere le relazioni dei lavori della Commissione Giustizia della Camera sembra che anche gli stessi deputati di maggioranza e opposizione abbiano questa stessa necessità di chiarezza e si sentono un po' in balia di questo iter legislativo a dir poco peculiare e della cortina fumogena messa in atto dal governo sulla class action.
Tutto ciò premesso e considerato, Altroconsumo e gli aderenti al presente appello chiedono al governo di fare in modo che l'ennesimo rinvio circa l'entrata in vigore della normativa sulle class action sia effettivamente l'ultimo e che, quindi, una volta introdotti i miglioramenti sopra esposti, anche in Italia sia possibile utilizzare un'azione di classe facilmente azionabile, accessibile, equa, percorribile in tempi rapidi e certi, a partire dal 1° luglio 2009 o prima.
 
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Giovedì, 25 Giugno, 2009 - 11:30

stato dell’organico biblioteche per il 75° Congresso dell’IFLA

Milano, 25 giugno 2009

 

Alla cortese attenzione del

Settore Cultura del Comune di Milano;

dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano;

del Settore Manutenzione del sistema bibliotecario del Comune di Milano del Comune di Milano;
della Commissione Educazione e Biblioteche del Consiglio di Zona 4 di Milano

 

 

Interrogazione in merito allo stato dell’organico attualmente in dotazione alle strutture bibliotecarie milanesi in vista del 75° Congresso dell’IFLA

 

Considerato che

 

dal 20 al 27 agosto Milano ospiterà il 75° Congresso dell’IFLA, nel Convention Centre di Fiera Milano City, Congresso dell'International Federation of Library Associations

 

visto che

 

la scelta di Milano è importante anche perchè determina una responsabilità per l'amministrazione comunale il cui settore bibliotecario rientra nelle proprie competenze gestionali e organizzative, riconoscendo alla città un ruolo fondamentale nell'ambito dell'offerta di spazi di consultazione e di accesso ai saperi nella dimensione nazionale e internazionale

 

preso atto che

 

A organizzare l'iniziativa internazionale è, oltre al Comune di Milano e all'Assessorato alla Cultura, il Ministero per i Beni e le Attività culturali (in particolare la Direzione generale Beni Librari e Istituti Culturali); la Regione Lombardia (in particolare l’Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia)

 

Rilevato che

 

l'evento e l'appuntamento non può essere finalizzato a una discussione, seppure fondamentale, circa le scelte di merito e di ambito tematico riguardanti alle modalità e ai criteri di circolazione del bene patrimoniale libristico e ai rapporti tra l'amministrazione bibliotecaria e gli editori nell'acquisizione utile e necessaria di libri, ma deve saper individuare strategie opportune e necessarie per il miglioramento qualitativo e quantitativo del servizio bibliotecario

 

considerato che

 

in questa ultima dimensione deve affrontarsi in modo diretto e particolare la situazione attuale del sistema del servizio bibliotecario milanese e comunale, civico, sia dal punto di vista delle strutture, un loro miglioramento e un loro amplimento in termini di presenza, tema che indurrebbe a formulare alcune problematiche riguardanti lo stato attuale del progetto della BEIC, sia dal punto di vista quantitativo e qualitativo dell'offerta del servizio

 

visto che

 

in questa dimensione è necessario valutare l'insufficienza dell'attuale organico predisposto nelle diverse biblioteche civiche, come testimoniano diverse risposte ricevute a mie interrogazioni sollevate in merito e come dimostrano le chiusure inaspettate delle sedi presenti nella nostra circoscrizione avutesi in diversi momenti nell'ambito del servizio giornaliero

 

si chiede

in prospettiva dell'appuntamento internazionale del Congresso IFLA

 

- all'assessorato biblioteche e cultura del Comune di Milano se sia stata predisposta una disposizione utile e funzionale a prevedere un aumento dell'organico e una sua distribuzione equa nei vari plessi, anche in funzione di un ampliamento dell'offerta sul territorio municipale e una corretta distribuzione in vista di un miglioramento qualitativo dell'offerta;

- al settore biblioteche del Comune di Milano l'attuale situazione riguardante l'organico presente nelle varie strutture e, in particolare, nell'ambito del settore di zona 4;

- all'assessorato biblioteche e cultura del Comune di Milano se sia predisposta l'ipotesi di ampliamento quantitativo delle attuali strutture bibliotecarie, essendo diverse le zone non beneficiate nel proprio ambito di un plesso bibliotecario adeguato a soddisfare le esigenze della popolazione residente

 

si prende occasione con la presente

 

di chiedere

 

al settore manutenzione del sistema bibliotecario del Comune di Milano di provvedere nel breve tempo a intervenire presso la Biblioteca di Via Oglio 18 sulla porta della sala consultazioni e comunicante con l'esterno, oggi totalmente inagibile in quanto il vetro è scheggiato; nonchè se le impalcature oggi presenti lungo i muri perimetrali esterni della struttura bibliotecario siano funzionali a garantire l'intervento di ristrutturazione dell'impiantito del terrazzo sovrastante la biblioteca di Via Oglio al fine di sostituire i pannelli oggi mancanti nel soffitto dei locali interni alla struttura, intervento, questo, più volte richiesto tramite interrogazioni formulate dal sottoscritto

 

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

 

Giovedì, 25 Giugno, 2009 - 11:29

riqualificazione dell’area ex Sert di Via Montemartini

Milano, 25 giugno 2009

 

Alla cortese attenzione del

Settore Lavori Pubblici del Comune di Milano;

dell’Assessorato Lavori Pubblici del Comune di Milano;

dell’Assessorato all'edilizia del Comune di Milano;
della Commissione Territorio e Trasporti del Consiglio di Zona 4 di Milano

 

Interrogazione in merito al progetto di riqualificazione dell’area di Via Montemartini prima occupata da una struttura SERT di assistenza alle tossicodipendenze

 

Considerato che

 

in via Montemartini esiste da tempo un'area totalmente priva di manutenzione da diverso tempo e di progetti di riqualificazione adeguati e pertinenti

 

preso atto che

 

l'area vedeva sorgere una struttura adibita in un primo momento a una biblioteca civica e, in un secondo momento, a un centro di servizio per assistenza e terapia per tossicodipendenti, Sert, anch'esso chiuso da qualche anno

 

constatato che

 

attualmente l'area sorge in un contesto prossimo a residenze pubbliche gestite dall'ALER e dalla Romeo, nonchè in un contesto di verde e giardino

 

visto che

 

la struttura è abbastanza consona a essere adibita e riproposta per progetti di riqulificazione di utilità sociale e pubblica, anche in vista dell'ampliamento dei servizi oggi presenti nella città, tra cui biblioteche civiche, molto carenti nella circoscrizione

 

si chiede

 

- al settore lavori pubblici del Comune di Milano se esista un provvedimento in fase esecutiva o definitva, stadio preliminare, inerente alla riqualificazione dell'area e, in caso affermativo, lo stato attuale dei lavori e della fase preliminare di progettazione;

- all'assessorato lavori pubblici e all'assessorato all'edilizia e al territorio se esista un progetto di riqualificazione dell'area e se tale progetto predisposto sia indirizzato a interventi funzionali al riutilizzo della struttura e a quale destinazione la struttura sarebbe finalizzata e riproposta, nonchè se tali interventi determinino una variazione della volumetria complessiva della struttura e, addirittura, una modificazione totale dell'attuale assetto strutturale;

- alla Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di provvedere a inserire in un punto all'ordine del giorno di una prossima seduta di commissione l'esame della questione, invitando progettisti e dipendenti del settore di riferimento comunale o dell'assessorato, nonchè la cittadinanza residente in loco

 

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

Giovedì, 25 Giugno, 2009 - 11:28

stato attuale di bilancio della Società Milano Sport spa

Milano, 25 giugno 2009

 

Alla cortese attenzione del

Assessorato allo Sport e al Tempo Libero del Comune di Milano;

Direzione della Società Milano Sport spa;

Assessorato al Bilancio del Comune di Milano;
della Presidenza Commissione Bilancio del Consiglio Comunale;

dell’Assessorato Aree Cittadine del Comune di Milano;

 del Settore Aree Cittadine del Comune di Milano;
della Commissione PMZ/CAM del Consiglio di Zona 4 di Milano

 

 

Interrogazione in merito allo stato attuale di bilancio della Società Milano Sport spa e ai criteri di elargizione dei servizi da essa espressi

 

Considerato che

 

la copertura di spese di cassa immediate da parte della società MilanoSport, le cui disponibilità economiche e finanziarie rischiavano di definire un bilancio in perdita dopo 6 mesi di gestione del presente anno, è stata garantita tramite intervento del Comune di Milano attraverso il versamento di 500000 Euro

 

preso atto che

 

le spese previste servono a coprire gli stipendi erogati dalla società ai dipendenti per il mese di giugno e ai fornitori

 

constatato che

 

da un articolo pubblicato su Repubblica a nome di Alessia Gallione lo scorso 5 giugno si denuncia che diversi milioni non sono stati ancora erogati da parte del Comune per la ristrutturazione degli impianti sportivi e che tale anticipo abbia determinato una perdita notevole nelle casse della società

 

visto che

 

il Comune di Milano ha definito un nuovo piano strategico funzionale a garantire un pareggio dei conti in bilancio della società, a cui corrisponde ogni anno un corrispettivo di circa 7 milioni versati in funzione del carattere sociale delle tariffe non di mercato dell’erogazione dei servizi dell’azienda

 

rilevato che

 

il Presidente di MilanoSport Mirko Paletti avverte che in base di una nuova pianificazione e un rinnovato accordo circa priorità e obiettivi di investimento da parte della società con il Comune di Milano si stiano “facendo approfondimenti con il Comune”

 

preso atto di fatto che

 

il nuovo piano strategico e i rinnovati accordi tra Comune e MilanoSport saranno disposti in modo tale per cui si ipotizza l’istituzione di un nuovo sistema tariffario in cui si preveda un aumento delle tariffe per le face di reddito più alte beneficiare dei servizi, “salvaguardando anziani e associazioni”

 

si chiede

 

-       All’Amministrazione della Società Milano Sport quali fossero in base alla finanziaria 2009 e alle linee di indirizzo dell’amministrazioni le voci di capitolo di spese immediate in base alle priorità e agli obiettivi prefissatisi e quali criteri siano stati presi per determinarne la loro entità;

-       All’Assessorato allo Sport e al Tempo Libero del Comune di Milano se sussistono gli aumenti di tariffe previsti nell’articolo di Repubblica e, in caso affermativo, i criteri di imposizione definiti e di erogazione dei servizi emessi dalla Società;

-       All’amministrazione Comunale, all’Assessorato al Bilancio e all’Assessorato alle aree cittadine  in cosa consistano le ipotesi di rinnovo del piano strategico concordato con la società per la ridefinizione delle priorità e degli obiettivi di investimento, al fine di garantire un’economia di scala volta al pareggio del bilancio di gestione societario di fine anno;

-       All’Assessorato al Bilancio del Comune di Milano e alla Commissione Bilancio del Consiglio Comunale lo stato attuale finanziario ed economico della società stessa, definendo, così, una maggiore chiarezza circa il futuro gestionale dei servizi erogati dalla società, in particolare modo i capitoli di spesa che riguardano gli investimenti nella manutenzione degli impianti sportivi, la nostra circoscrizione ne è particolarmente interessata in riferimento all’impianto sportivo di Via Mecenate, nonché i servizi offerti e predisposti dai Centri di Aggregazione Multifunzionale, i rapporti di lavoro e la qualità dei primi

 

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

 

Giovedì, 25 Giugno, 2009 - 11:26

sicurezza della rete di trasporto pubblico

Milano, 25 giugno 2009

 

Alla cortese attenzione del

Settore Attuazione Mobilità e Trasporti – Servizio Trasporto Pubblico del Comune di Milano;

Direzione dell’ATM e dell’Amministratore Delegato Elio Catania;
della Presidenza della Commissione Traffico e Mobilità del Consiglio Comunale;

 dell’Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano;
della Commissione Territorio e Trasporti del Consiglio di Zona 4 di Milano

 

 

Interrogazione in merito alla sicurezza della rete di trasporto pubblico, dei dipendenti e allo stato economico dell’Azienda Trasporti Municipale

 

Considerato che

 

Ogni anno si stimano mediamente 2550 incidenti, di varia entità e portata, e che riguardano mezzi di superficie Atm, autobus e tram e sulla totalità si evidenzia che il 94% degli stessi sono causati da automobilisti nel traffico

 

Preso atto che

 

Si contano 160 Km di percorsi protetti e le corsie preferenziali per bus, filovie e tram Atm su un totale di 1495 complessivo di chilometri ed estensione di tutta la rete di trasporto

 

Visto che

 

Il 19 giugno due tram della linea 29/30 in Piazza Cinque Giornate, situazione al confine di pertinenza territoriale della nostra circoscrizione, ma di eguale interesse per la nostra zona, si sono scontrati dopo che un tram ha deragliato sulla corsia di svolta a sinistra andando a impattare con il tram che giungeva dalla parte opposta, causando sei persone lievemente ferite, dei quali due sono state trasportate all'Istituto clinico Città Studi, altre due all'ospedale San Raffaele e, infine, le ultime due a Paderno Dugnano

 

Constatato che

 

Il 6 novembre 2008 il sottoscritto aveva presentato un’interrogazione titolata “Sicurezza e utilizzabilità dei mezzi pubblici ATM a fronte di ultimi disagi e incidenti e a fronte delle ultime dichiarazioni dell’Amministratore Delegato Elio Catania” dove si chiedevano informazioni di tipo gestionale, amministrativo, economico e programmatico predisposte da parte dell’ATM e dell’Assessorato alla mobilità del Comune di Milano in merito al miglioramento della rete di servizio di trasporto della città

 

Visto di fatto che

 

A tale interrogazione è stata recapitata in data 10 aprile la risposta del Settore Attuazione Mobilità e Trasporti – Servizio Trasporto Pubblico, dove si fa riferimento alla legge 24 novembre 2006 n. 286 il cui testo ha introdotto il finanziamento di un fondo destinato ad interventi diretti ad “elevare il livello di sicurezza nei trasporti pubblici locali ed il loro sviluppo”, e alla legge 27 dicembre 2006, legge finanziaria 2007, tramite cui si istituisce “il fondo sopra citato attribuendo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la gestione di tale fondo”, mentre, infine, il decreto del Ministero dei Trasporti del 26 novembre 2007 n 4801 ha assegnato al Comune di Milano un finanziamento di € 32050000 “al fine della realizzazione degli interventi finalizzati all’ottenimento di migliori condizioni di sicurezza nella Metropolitana Milanese”

 

Rilevato che

 

A fronte dell’ultimo episodio sarebbe opportuno richiedere l’istituzione di una commissione di indagine comunale sul funzionamento dei mezzi pubblici, come richiesto da parte di alcuni consiglieri dell’opposizione, tra cui Carlo Montalbetti, al Presidente della Commissione Traffico e Mobilità del Consiglio Comunale, con la finalità di “verificare lo stato di manutenzione dei mezzi e della rete, l’addestramento del personale e le eventuali responsabilità del management, indicando i necessari provvedimenti che ATM dovrà adottare per rendere sicuro il trasporto pubblico a Milano”

 

PQM

Si chiede

 

-       al Settore Attuazione Mobilità e Trasporti – Servizio Trasporto Pubblico del Comune di Milano se, tra le voci di spesa previste in base al finanziamento predisposto dalle leggi e dal decreto soprammenzionati, sono previsti capitoli indirizzati alla soddisfazione degli interventi di manutenzione dei mezzi e della rete stessa di trasporto metropolitana, non solo metropolitana ma anche di superficie, nonché alla messa in sicurezza, tramite misure e provvedimenti, della rete stessa complessiva e delle vetture;

-       all’Assessorato alla Mobilità se sia stato attuato un monitoraggio complessivo della rete di trasporto pubblica, le esigenze e le necessità definite e riportate, nonché provvedimenti tesi a migliorarne il funzionamento e a implementarne la sicurezza viabilistica;

-       alla Direzione dell’ATM se siano state predisposte misure necessarie e occorrenti per la garanzia e la tutela della sicurezza dei passeggeri e del personale, il quantitativo di orario che ciascun dipendente effettua sulla linea, la gestione degli straordinari che i macchinisti e gli automobilisti effettuano, nonché la sussistenza di corsi di aggiornamento e di addestramento migliorativi;

-       si rinnova alla stessa Direzione dell’ATM e all’Amministratore Delegato Elio Cattania la richiesta già espressa nella precedente interrogazione del 6 novembre 2008 concernente la verifica e la pubblicazione dei provvedimenti amministrativi in merito alle linee strategiche ed economico - finanziarie dell’azienda nell’anno gestionale in corso, ancora non conosciute da parte del sottoscritto e del presente consiglio;

-       alla Presidenza della Commissione Traffico e Mobilità del Consiglio Comunale se l’ipotesi e la proposta espressa da parte di alcuni consiglieri comunali, tra cui il consigliere Carlo Montalbetti, sia stata presa in esame e come si consideri avviarne l’istituzione e l’organizzazione complessiva, le sue funzioni e attribuzioni

 

Alessandro Rizzo

Consigliere Lista Uniti con Dario Fo – Gruppo La Sinistra

Consiglio di Zona 4 Milano

 

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