Destinazione del cinque per mille per la Comunità del Giambellino
Destinazione del cinque per mille
Cara amica, caro amico,
anche quest’anno i contribuenti possono destinare una parte delle loro imposte – il cinque per
mille – agli enti senza scopo di lucro, oltre che all'università e alla ricerca scientifica, alla ricerca
sanitaria e ai servizi sociali dei comuni di residenza.
Comunità del Giambellino rientra tra gli enti aventi diritto a tale contributo.
Destinare a Comunità del Giambellino il cinque per mille è molto semplice: basta indicare sulle
certificazioni o dichiarazioni dei redditi relativi all’anno d’imposta 2009 (CUD, 730-1 oppure
Modello Unico) il codice fiscale della nostra cooperativa che è
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e la propria firma nell’apposito spazio sotto la dicitura “Sostegno del volontariato, delle
organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle
associazioni e fondazioni”.
La scelta di destinare il cinque per mille non è alternativo alla scelta dell’otto per mille. Inoltre non
aggrava l’importo dell’Irpef già dovuto dal contribuente in quanto è lo Stato che rinuncia ad una
parte delle imposte per finanziare gli enti e le associazioni interessate.
Nel caso di contribuenti esonerati dall’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, la
scelta del 5 per mille potrà essere espressa sull’apposita scheda del modello Cud 2009 fornito dal
datore di lavoro. Questa scheda, con le stesse modalità previste per l’otto per mille, dovrà essere
consegnata in busta chiusa allo sportello di una banca o di un ufficio postale. La busta deve
indicare la dicitura “Scelta per la destinazione del cinque per mille dell’Irpef”, il codice fiscale, il
cognome e il nome del contribuente.
Confidiamo che questa opportunità possa essere accolta da parte tua e da chi riterrai opportuno
coinvolgere.
Ti salutiamo cordialmente e restiamo a disposizione per forniti ogni chiarimento su questa iniziativa
e sulle nostre attività sociali
il Presidente
Riccardo Farina
Segreteria tel. 02 42 56 19
www.giambellino.org
Comunità del Giambellino
nasce nel 1979 come associazione di volontari che operavano nel quartiere del
Giambellino a Milano, sui diversi fronti dell’emarginazione e del disagio sociale. Nel 1993 si
è costituita in Cooperativa sociale.
Nella progettazione e nella conduzione degli interventi ci proponiamo di essere attenti
alle nuove forme di esclusione sociale, promuovendo interventi innovativi in collaborazione
con i servizi e le agenzie dell’ente pubblico. Cooperiamo per sviluppare realtà territoriali
solidali. Promuoviamo il volontariato come possibilità per partecipare con responsabilità
alla vita sociale e sviluppare l'identità personale.
Comunità del Giambellino è federata al Coordinamento Nazionale delle Comunità di
Accoglienza (CNCA)
RADUNO NAZIFASCISTA DEL 24 APRILE NON C'E' PIÙ. ma...
Per opportuna informazione e riflessione riporto il commento di Luciano Muhlbauer e, in allegato, le canzoni di Federico Goglio in arte “Skoll”.
E' palese che un conto è commemorare la morte di un ragazzo, attraverso una iniziativa di ricordo del PASSATO
Antonella Fachin
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Plastic di Milano, il mistero si infittisce
Seconda tappa dell'indagine conoscitiva che GAY.tv sta effettuando con il consigliere di zona Alessandro Rizzo sullo storico club, destinato alla chiusura.
Il Plastic dovrà chiudere ci si domanda ancora, mentre prosegue il mio impegno amministrativo a fare chiarezza su questo passaggio. Il locale è storicamente rilevante, tutte e tutti noi ne siamo convinti, e interrompere l'esercizio commerciale, con un forte risvolto aggregativo e culturale di qualità, sarebbe un grave peccato per la città e il tessuto sociale.
Eravamo rimasti alle famose domande che si ponevano come urgenti a cui occorreva ci fossero altrettante risposte che rendessero trasparente la situazione complessiva. Due collezioni fotografiche di forte impatto estetico e contenutistico con didascalie e descrizioni puntuali descrivono la storia del Plastic, raffigurando i volti, sono migliaia, di uomini e donne dello spettacolo e della musica, dell'arte internazionale, avvicendatisi sul palco del locale. Ho pensato, come consigliere di zona 4, di fare un sopralluogo sul posto per vedere in che stato versa l'edificio dove sorge il Plastic e quali siano le problematiche che la società proprietaria afferma esserci. La domanda su come mai solo oggi ci sia l'intenzione di avanzare lavori di ritstrutturazione dello stabile rimane inevasa, così come sorge un altro quesito alquanto più consistente.
All'interno dell'edificio abbiamo, al primo piano, quindi sopra il locale e il ristorante sottostante, un cantiere che occupa un braccio dello stabile di Viale Umbria 120. In questo spazio sembrano procedere lavori di ristrutturazione, mentre all’entrata dello stabile è riportata una tabella con l’indicazione delle informazioni utili per conoscere i responsabili degli interventi manutentivi, la proprietà, Casa Rosa srl, il progettista Arch. Caminada, il direttore dei lavori, Arch. Golinelli, e la data di inizio dei lavori, 3 febbraio 2010, senza indicazione circa i tempi di durata dell’intervento.
Questo intervento ha finora arrecato una sola conseguenza: quella di avere fatto cedere una parte del soffitto dei servizi del ristorante sottostante. Nessuna iniziativa è stata intrapresa per sanare un problema che diventa alquanto gravoso: la presenza di eternit sul terrazzo retrostante dello stabile.
Ho chiesto in consiglio di zona alla società proprietaria, Casa Rosa srl, di informare la cittadinanza e gli organi consiliari sull’entità dei lavori previsti, la loro durata dei lavori non specificata sulla tabella informativa del cantiere, e, infine, i motivi della chiusura dei cantieri presenti al primo piano. Sarebbe opportuno, per fare chiarezza e per comprendere il destino dello storico locale, interesse collettivo della società, poter visionare la convenzione esistente con la società che ha in carico i lavori di intervento e quali siano le misure di controllo della qualità e della sicurezza per i lavoratori operanti in cantiere.
Non ho ancora appreso quali siano le funzioni a cui parti dello stabile, una volta ritrutturato, dovrebbero essere disposte: a uso abitativo, commerciale, oppure terzo settore. Se è a uso abitativo vorrei sapere i canoni previsti di locazione e di vendita al pubblico e vorrei comprendere, pertanto, le ragioni per cui la società proprietaria afferma nella risposta alla mia precedente interrogazione, che la coabitazione del locale al piano terra sarebbe impossibile con le nuove destinazioni d'uso degli spazi dell'edificio, dal momento che non mi si informa sulla destinazione del piano terra, una volta completati i lavori di intervento.
E' un lungo percorso, questo, che vorrei intraprendere, ovviamente non da solo, in cui mi pongo come obiettivo finale la trasparenza sulla gestione dell'edificio e del suo futuro e sulla prospettiva di un locale che non può essere derubricato e cancellato come fosse un esercizio commerciale come tanti, molti. Il Plastic ha segnato pagine di storia della vita culturale milanese ed europea, internazionale. La sua presenza deve essere assicurata e la sua permanenza in quello stabile ha un valore infinito per quella memoria collettiva a cui tutte e tutti noi abbiamo diritto di mantenere viva.
Pensavo proprio in questi giorni come un città che si chiude in sé stessa, che non offre occasioni aggregative alternative, che non garantisce luoghi e spazi da vivere e agire insieme, che porta i propri residenti a vivere in una tranquillità assordante, rinchiusi nelle proprie abitazioni, volti solamente a consumare e a produrre, è una città volta al declino civile e sociale. Proprio per evitare che questo avvenga, in nome di interessi speculativi o di guadagno esterni, penso sia necessario che la richiesta di mantenere in vita il Plastic, senza affidarlo a temporanee e precarie proroghe della scadenza del contratto di locazione, sia nell'interesse collettivo di crescita e di maturazione di una metropoli che ambisce a diventare cosmopolita, ricca di opportunità di contaminazioni culturale e di idee.
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano
La "destra milanese" onora Sergio Ramelli
Giovedì 20 aprile 2010 alle ore 21.00, con partenza da Piazzale Sisa, fiaccolata e corteo silenzioso per Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani.
Grande manifestazione unitaria (ed apartitica) della comunità militante della destra milanese e lombarda, in Onore di tutti i Camerati Caduti per la Patria e per l'Idea.
Saranno presenti tutte le sigle e tutti i gruppi dell'area, saranno ammesse solo bandiere tricolori e con la croce celtica.
La "destra milanese" onora i Caduti della RSI
Domenica 18 aprile a Milano
Santa Messa al Campo X
in Suffragio ed Onore di Benito Mussolini e
dei Combattenti della Repubblica Sociale Italiana
Ritrovo alle ore 9.45 al Cimitero Maggiore.
La manifestazione militare e religiosa è organizzata da:
Unione Nazionale Combattenti della R.S.I. di Milano
Associazione Nazionale Arditi d’Italia (A.N.A.I.)
Interverranno i rispettivi Presidenti:
Armando Santoro e Pierpaolo Silvestri
e l'Avvocato Vetullio Mussolini
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Servono sempre giovani volontari per pulire, sistemare e
mantenere adeguatamente in ordine le Tombe dei nostri Caduti.
Informazioni ed adesioni:
Marisa Gambini 339.4523048
Guido Giraudo 335.6361865
APPELLO PER IL RICONOSCIMENTO MATRIMONIO CIVILE TRA PERSONE STESSO SESSO
APPELLO PER IL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO AL MATRIMONIO CIVILE TRA PERSONE DELLO STESSO SESSO COME PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
http://www.affermazionecivile
Martedì 23 marzo 2010 sarà un giorno importante per la storia italiana.
Il 23 Marzo la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità di alcune norme del Codice Civile (Articoli 93, 96, 98, 107, 108, 143, 143-bis, 156-bis) che, in materia di matrimonio e famiglia, nel riferirsi genericamente a “marito” e “moglie”, discriminano le coppie di persone dello stesso sesso.
È da sottolineare che in Italia non esiste una definizione legale di matrimonio, né un divieto espresso al matrimonio tra persone dello stesso sesso, né la differenza di sesso è esplicitamente richiesta quale condizione per contrarre matrimonio.
Al contrario sono molti i principi costituzionali che ammoniscono contro l’esclusività del paradigma eterosessuale del matrimonio civile. Tra i più importanti la tutela della dignità di ognuno di cui all’art. 2, quindi il principio imperativo di uguaglianza, affermato dall’art. 3, infine le disposizioni della Carta di Nizza, patrimonio anche dell’Italia grazie all’art. 117.
Inoltre il diritto a sposarsi è sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Carta di Nizza.
Perciò dichiariamo che siamo profondamente convinti che a tutti i cittadini e a tutte le cittadine debba essere garantita parità e uguaglianza e pertanto anche il diritto di sposarsi, indipendentemente dal loro sesso e dal loro orientamento sessuale.
Il 23 marzo la Corte costituzionale potrà finalmente ribadire la distinzione tra matrimonio religioso e matrimonio civile e affermare che il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso non è un tema eticamente sensibile, ma semplicemente un diritto fondamentale della persona che non può essere negato.
Occorre affermare che il matrimonio civile è un istituto giuridico non sostituibile, né surrogabile da altri, e che solo con l’accesso anche delle coppie dello stesso sesso a tale istituto sono rispettati e pienamente applicati i principi fondamentali di eguaglianza e pari dignità sociale di tutti i cittadini, sanciti dalla nostra Costituzione.
Per questa ragione, congiuntamente a questo appello di cui siamo primi firmatari, si sta promovuendo la costituzione di un Comitato nazionale per il riconoscimento del diritto al matrimonio civile tra persone dello stesso sesso.
È quindi a tutti i cittadini che condividono e vivono i valori della piena democrazia, sanciti solennemente nella nostra Carta costituzionale, che rivolgiamo l’invito a sottoscrivere questo appello e a unirsi a noi nella richiesta di sostenere il riconoscimento del diritto di tutti i cittadini, senza distinzioni basate sull’orientamento sessuale, a poter creare la propria famiglia e ad assumere davanti alla legge i diritti e gli obblighi che derivano dal matrimonio.
È giunto il tempo che certi diritti, come il diritto al matrimonio e a costituire una famiglia, diventino diritti certi per tutti!
IVAN SCALFAROTTO
Vice Presidente dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico
SERGIO ROVASIO
Segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti
ADESIONE DEL SOTTOSCRITTO
- Alessandro Rizzo (Milano, consigliere di zona 4)
Credo sia giunto il momento di riconoscere un diritto esistente nell'ordinamento ma ostacolato nella sua applicazione da una gran parte della classe politica istituzionale irresponsabile, affetta da pregiudizi, confessionalista, spesso ignorante le esigenze e le necessità di un'intera comunità lgbt
La comunità lgbt italiana guarda con fiducia all’Europa
09/04/2010 - Ufficio stampa Arcigay
La Corte Costituzionale portoghese ha dato oggi il via libera alla legge sui matrimoni omosessuali, approvata tre mesi fa dal Parlamento.
La Corte ha spiegato che il concetto di matrimonio, proveniente da un certa tradizione, è oggi ben diverso, aperto e in evoluzione e motivando l’approvazione con il fatto che l’apertura alle coppie gay e lesbiche non ostacola la salvaguardia dell’unione uomo-donna. Ora l’ultimo passaggio prima dell’entrata in vigore è la firma del Capo dello Stato.
Dopo il 12 aprile anche la Corte Costituzionale italiana si esprimerà sulla legittimità dei matrimoni tra persone dello stesso sesso nel nostro ordinamento, rispondendo a due ordinanze dei Tribunali di rimessione degli atti alla Consulta che affrontano il tema di coppie dello stesso sesso che non hanno ottenuto dal Comune di residenza la possibilità di procedere alla pubblicazione del rito prematrimoniale.
“La comunità lgbt italiana attende con ansia e grande speranza questa decisione, auspicando che possa essere riconosciuto un diritto fondamentale di uguaglianza e che finalmente le famiglie omosessuali possano smettere di essere invisibili grazie ad un riconoscimento pubblico dei propri amori e delle proprie relazioni.” – dichiara il presidente nazionale Arcigay Paolo Patanè – “Più volte gli organismi europei hanno invitato i Paesi UE a dare dignità a tutte le relazioni familiari, convinti che solo attraverso la tutela di ogni persona e di ogni coppia si possa davvero costruire una nuova società ricca di molteplici relazioni affettive.”
www.arcigay.it/si-noi-lo-vogli
Con il Portogallo diventano nel mondo sono 8 i Paesi che estendono il matrimonio a tutte le coppie: Belgio, Olanda, Spagna, Svezia, Norvegia, Portogallo, Canada, Repubblica Sudafricana, mentre altri 17 riconoscono pari diritti a tutte le coppie, eterosessuali e omosessuali: Austria, Francia, Danimarca, Regno Unito, Lussemburgo, Germania, Svizzera, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Finlandia, Islanda, Andorra, Croazia, Colombia, Nuova Zelanda, Uruguay. Inoltre 6 Stati USA (Massachussetts, Connecticut, Iowa, Vermont, New Hampshire, Washington D. C.) e alcune regioni o municipi di tre grandi Paesi americani (Brasile, Argentina, Messico) riconoscono il matrimonio anche per coppie gay e lesbiche.
Interrogazione in merito allo stato di avanzamento lavori metro 4
Milano, 8 aprile 2010
Alla Cortese Attenzione
Alla cortese attenzione del
Assessorato al Bilancio del Comune di Milano;
Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Milano;
Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano;
Settore Lavori Pubblici del Comune di Milano;
Settore Territorio del Comune di Milano;
Settore Mobilità del Comune di Milano;
Settore Bilancio del Comune di Milano;
Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di Milano
Interrogazione in merito al cronoprogramma e ai costi complessivi per la realizzazione della linea della Metropolitana 4, alla notizia della possibilità di fondi disposti per la costituzione della Società appaltatrice per la prima fase dei lavori, e in attesa del parere della Corte dei Conti in merito all’accordo CIPE firmato dal Governo per lo sblocco dei fondi per il completamento dei lavori
Considerato che
Nei prossimi giorni, in attesa anche del bilancio sottoposto ad approvazione in Consiglio Comunale, la Corte dei Conti dovrà decidere se assentire alla disponibilità di 900 milioni di euro dello Stato per dare il via alla realizzazione delle linee della metropolitana 4 e 5
Preso atto che
L’Assessore al Bilancio Giacomo Beretta ha affermato che i lavori per il completamento della linea 5, che collegherà Garibaldi con Linate, “potranno prendere il via entro la fine di aprile” assicurando di aver superato anche il problema concernente i finanziamenti del Comune, previsti per una somma di 400 milioni per la realizzazione della linea 4
Visto che
«Abbiamo trovato una soluzione tecnica che ci permette di spendere i nostri fondi senza uscire dai vincoli del patto» chiosa l’Assessore, forte di un parere del Ministero del Tesoro, che ha firmato l’accordo avutosi in sede CIPE (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) che prevedeva già da novembre i finanziamenti sulla carta necessari per il completamento delle linee
tutto questo viene appreso
da un articolo pubblicato su Repubblica Milano del 10 marzo, come spesso accade, non avendo avuto riscontri in merito dall’amministrazione comunale, neppure alle ripetute interrogazioni da me esposte in cui richiedevo lo stato attuale dell’avvio dei lavori per la realizzazione della linea metropolitana 4, interessante il nostro territorio circoscrizionale
nelle stesse interrogazioni chiedevo
delucidazioni in merito allo “stralcio dei vincoli di stabilità previsti nel decreto legge sugli enti locali previsti in un provvedimento legato, denominato testo salva-metrò, composto da sette righe ed escludente dal patto di stabilità le spese direttamente sostenute dagli enti locali e collegate a grandi eventi quale, appunto l´Esposizione universale”, soprattutto a seguito della notizia, sollevata dall’opposizione parlamentare, circa la disponibilità dei fondi solamente per quanto concerne i trasferimenti dallo Stato e non i fondi immediati del Comune
in base a questo punto sostanziale ostante
la linea 4 non poteva essere realizzata senza sforare i vincoli del Patto di Stabilità, nonostante si siano fatte pressioni affinchè vi fosse l’emendamento salva metrò
preso atto di fatto che
l’Assessore al Bilancio ha provveduto a inserire il capitolo dei finanziamenti, aggirando l’ostacolo del Patto, come fondi disponibili per la creazione della società, 80 milioni su un totale di 120, che dovrà eseguire la prima parte dei lavori, mentre i restanti fondi saranno disposti per gli anni successivi, periodo in cui si potrà, assicura Beretta, dare avvio alla comunicazione ufficiale alle imprese prequalificate, Impregilo, Cmb e Pizzarotti, per i lavori in project financing
constatato che
si ipotizza dai settori tecnici, si apprende sempre dalla stampa e non direttamente dal Comune, che il completamento dei lavori per la linea 4 non avverrà per il 2015 e che tale ritardo abbia determinato la definizione di un “piano B” tramite il quale si prevederà a inaugurare solamente il tratto che collegherà San Babila con Linate per l’Esposizione Universale
si chiede
- all’Assessorato al Bilancio, all’Assessorato ai Lavori Pubblici e all’Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano il complessivo costo per la realizzazione delle linee della Metropolitana previste da tempo, la linea 4 e la linea 5, nonché i tempi della loro realizzazione, a fronte della possibilità delineata dalle nuove disposizioni economiche e dalla sentenza della Corte dei Conti circa lo sblocco dei finanziamenti necessari per il proseguimento dei medesimi;
- agli stessi Assessorati quali saranno, per quanto concerne la linea 4, le stazioni ipoteticamente disponibili per il 2015, anno dell’Esposizione, nonché quali siano le disposizioni alternative e i provvedimenti di mobilità e trasporto pubblico utili a surrogare e supplire l’assenza di un completamento entro i tempi previsti della realizzazione dei 15 Kn di corsa previsti dalla linea;
- all’Assessorato al Bilancio quale sia la natura, le finalità e gli obiettivi, e da chi sarà gestita, della Società costituenda tramite parte dei fondi disposti e utili ad aggirare i vincoli stabiliti dal Patto, nonché, infine, su quali presupposti e contenuti si fonda il project financing che vede le tre imprese prequalificate interessate al completamento dei lavori per gli anni successivi;
- al Settore Lavori Pubblici e al Settore Territorio del Comune di Milano in che cosa consista precisamente e specificatamente il “piano B”, se tale piano prevede una modifica del progetto di realizzazione della linea 5, i tempi di realizzazione della tratta che collegherà Linate con San Babila, i costi per la realizzazione della prima tratta e le alternative di mobilità assicurate in assenza del completamento della linea in occasione dell’EXPO 2015;
- alla Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di provvedere a inserire in un prossimo ordine del giorno di seduta un punto in cui si analizzi la situazione attuale dell’avanzamento del progetto di realizzazione della linea 4, aggiornando quella già tenuta qualche mese fa, alla luce delle novità sopraggiunte in merito, invitando l’Assessore al Bilancio, funzionarie dirigenti dei settori interessati, nonché progettisti della linea stessa, con l’audizione di esponenti dell’ATM
Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
La Consulta: “Riconoscimento giuridico all’unione omosessuale”
16/04/2010 - Ufficio stampa Arcigay
Il 15 aprile 2010, giorno dopo la pubblicazione della sentenza della Consulta sul matrimonio civile tra persone dello stesso sesso, la Corte ha reso note le motivazioni tecniche e le valutazioni giuridiche adottate (vedi allegato in fondo alla pagina).
Arcigay non si ritiene soddisfatta di una sentenza che non riconosce l’urgenza di un’autentica affermazione del principio di uguaglianza formale con l’immediata estensione del matrimonio civile alle coppie omosessuali, tuttavia valuta positivamente diversi aspetti della sentenza.
“Le motivazioni della Consulta” - dichiara Paolo Patanè, Presidente nazionale Arcigay, “individuano evidenti spazi di riconoscimento dell’affettività e delle convivenze tra persone dello stesso sesso. La sentenza non è quella che speravamo, ma non è certamente quella che temevamo: se da un lato la parola torna al Legislatore, cioè al nostro Parlamento che dovrà colmare il grave vuoto legislativo, da un altro lato la questione giuridica rimane aperta con nuovi orizzonti per l’affermazione della piena uguaglianza degli amori, delle relazioni e delle reciproche solidarietà.”
“Arcigay continuerà a perseguire con tenacia tutti i percorsi politici e giudiziari nella piena convinzione di condurre una battaglia giusta, sostenuta dal principio di uguaglianza, che già ha portato quasi 30 Paesi a riconoscere le nostre famiglie e che ha animato proprio oggi il presidente USA Obama nel dare pari dignità a tutti gli amori nelle difficili situazioni di malattia. È una battaglia in linea con i valori di dignità delle persone e con i principi altissimi che, sulla base della Carta fondamentale dell’Unione Europea e della Costituzione Italiana, ci dovrebbero vedere persone e cittadini con pari doveri e pari diritti.”
“Come Arcigay” – conclude Patanè – “esprimiamo rispetto per il lavoro svolto dalla Corte e riconoscenza per il lavoro delle associazioni Certi Diritti e Rete Lenford, per l’iniziativa di affermazione civile e porgiamo un ringraziamento ai tanti giuristi e avvocati coinvolti in un’impresa di grande passione civile, giuridica e culturale.”
Dalla Sentenza della Corte Costituzionale:
8. - L’art. 2 Cost. dispone che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Orbene, per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri.