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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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Giovedì, 5 Aprile, 2007 - 01:12

Fidel e il futuro del mondo

RIFLESSIONI DEL PRESIDENTE FIDEL CASTRO
Più di tre miliardi di persone nel mondo condannate ad una morte prematura
Non si tratta di una cifra esagerata ma, semmai, prudente. Ho meditato molto su questo dopo la riunione tra il presidente Bush e i fabbricanti nordamericani d’automobili.
Lunedì 26 marzo la sinistra idea di trasformare gli alimenti in combustibile è stata definitivamente fissata come linea economica della politica estera statunitense.
Il testo di un dispaccio della AP, agenzia di stampa nordamericana che arriva in ogni angolo del mondo, recita:
“WASHINGTON, 26 marzo (AP). Il presidente George W. Bush ha elogiato lunedì i vantaggi delle automobili funzionanti con etanolo e biodiesel, durante una riunione con i fabbricanti di veicoli in cui ha cercato di dare impulso ai suoi piani di combustibili alternativi.
“Bush ha detto che un impegno dei leaders dell’industria automobilistica nazionale per duplicare la produzione di veicoli a combustibile alternativo aiuterebbe a far sì che gli automobilisti abbandonino i motori funzionanti a benzina, riducendo la dipendenza del paese dal petrolio d’importazione.
“’È un grande progresso tecnologico per il paese’, ha detto Bush dopo aver ispezionato tre veicoli a combustibile alternativo. Se la nazione vuole ridurre il consumo di benzina, il consumatore deve avere la possibilità di prendere una decisione razionale.
“Il Presidente ha sollecitato il Congresso ad avanzare rapidamente nell’introduzione di una legislazione proposta recentemente dal Governo per ordinare l’uso di 132 miliardi di litri (35 miliardi di galloni) di combustibile alternativi per il 2017 e per imporre parametri più esigenti di consumo del combustibile nelle automobili.
“Bush si è riunito con il presidente del consiglio e direttore generale della General Motors Corp., Rich Wagoner; con il direttore generale di Ford Motor Co., Alan Mulally e con il direttore generale del gruppo Chrysler di Daimler Chrysler AG, Tom LaSorda.
“I partecipanti all’incontro hanno discusso misure atte a sostenere la produzione di veicoli a combustibile alternativo, dei tentativi per sviluppare l’etanolo a partire da fonti come l’erba e la segatura e una proposta per ridurre del 20% in dieci anni il consumo di benzina.
“Gli incontri si sono svolti in un momento in cui il prezzo della benzina è in aumento. Lo studio più recente dell’organizzazione Lundberg Survey segnala che il prezzo medio nazionale della benzina è aumentato di 6 centesimi per gallone (3,78 litri) nelle ultime due settimane, arrivando a 2,61 dollari”.
Penso che ridurre e riciclare tutti i motori che consumano elettricità e combustibile sia una necessità elementare e urgente di tutta l’umanità. La tragedia non consiste nel ridurre questi costi energetici, ma nell’idea di trasformare gli alimenti in combustibile.
Oggi si sa con precisione che una tonnellata di mais può produrre in media soltanto 413 litri di etanolo, equivalenti a 109 galloni.
Il prezzo medio del mais nei porti degli Stati Uniti è di 167 dollari la tonnellata. Sono pertanto necessari 320 milioni di tonnellate di mais per produrre 35 miliardi di galloni di etanolo.
Il raccolto del mais negli USA nel 2005, secondo i dati della FAO, è arrivato a 280,2 milioni di tonnellate.
Anche se il Presidente parla di produrre combustibile a partire dall’erba o dai trucioli del legno, chiunque capisce che si tratta di frasi assolutamente irrealistiche. Ripeto: 35 miliardi di galloni significano un 35 seguito da nove zeri!
Seguiranno poi dei begli esempi di ciò che conseguono gli sperimentati e ben organizzati agricoltori degli Stati Uniti rispetto alla produttività di ogni uomo ed ogni ettaro: il mais trasformato in etanolo; i residui di questo mais trasformati in mangime per gli animali con il 26% di proteine; gli escrementi del bestiame utilizzati come materia prima per la produzione di gas. Ma questo, dopo ingenti investimenti, è alla portata solamente delle imprese più poderose, dove tutto deve ruotare attorno al consumo d’elettricità e combustibile.
Applicate questa ricetta ai paesi del Terzo Mondo e vedrete quante persone non consumeranno più mais tra le masse affamate del nostro pianeta. O peggio: concedete ai paesi poveri prestiti per finanziare la produzione di etanolo dal mais o da qualsiasi altro tipo di alimento e non rimarrà in piedi nemmeno un albero per difendere l’umanità dal cambiamento climatico.
Altri paesi della parte ricca del mondo hanno programmato di usare non solo mais, ma anche grano, semi di girasole, di colza ed altri alimenti per la produzione di combustibile. Per gli europei, per esempio, sarebbe redditizio importare tutta la soya del mondo allo scopo di ridurre il consumo di combustibile delle loro automobili ed alimentare i loro animali con i residui della detta leguminosa, particolarmente ricca di tutti i tipi di aminoacidi essenziali.
Gli alcool venivano elaborati a Cuba come sottoprodotto dell’industria zuccheriera, dopo aver praticato tre estrazioni di zucchero al succo della canna. Il cambiamento climatico sta già danneggiando la nostra produzione di zucchero. Grandi siccità si alternano con piogge record, che appena permettono di produrre zucchero per cento giorni, con rese adeguate nei mesi del nostro assai moderato inverno e così manca zucchero per ogni tonnellata di canna o manca canna per ogni ettaro, a causa della prolungata siccità nei mesi di semina e coltivazione.
In Venezuela userebbero l’alcool non per l’esportazione, ma per migliorare l’impatto ambientale del loro combustibile. A prescindere dall’eccellente tecnologia brasiliana per produrre alcool, a Cuba l’impiego della detta tecnologia per la produzione diretta di alcool a partire dal succo della canna è soltanto un sogno o una stravaganza di coloro che si fanno illusioni su quest’idea. Nel nostro paese, le terre dedicate alla produzione diretta di alcool possono essere molto più utili nella produzione di alimenti per il popolo e nella protezione dell’ambiente.
Tutti i paesi del mondo, ricchi e poveri, senza eccezione alcuna, potrebbero risparmiare miliardi di dollari in investimenti e combustibile semplicemente sostituendo tutte le lampadine incandescenti con lampadine fluorescenti, cosa che Cuba ha fatto in tutti i focolari domestici del paese. Ciò rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per resistere al cambiamento climatico senza provocare la morte per fame delle masse povere del mondo.
Come si può vedere, non uso aggettivi per qualificare il sistema ed i padroni del mondo. Questo lo sanno fare in modo eccellente gli esperti in informazione, scienze socio-economiche e politiche onesti che nel mondo abbondano e che studiano costantemente il presente ed il futuro della nostra specie. Sono sufficienti un computer e le sempre più numerose reti Internet.
Oggi ci troviamo di fronte per la prima volta ad un’economia veramente globalizzata e ad una potenza dominante nel terreno economico, politico e militare, che non assomiglia in niente alla Roma degli imperatori.
Qualcuno si chiederà perchè parlo di fame e sete. Rispondo: non si tratta dell’altra faccia di una moneta, ma di varie facce di un altro oggetto, come può essere un dado a sei facce, o un poliedro con molte più facce.
Mi avvalgo in questo caso di un’agenzia ufficiale di notizie, fondata nel 1945 e generalmente ben informata sui problemi economici e sociali del mondo: la TELAM. Cito testualmente:
“Circa due miliardi di persone, da qui a 18 anni, abiteranno in paesi e regioni dove l’acqua sarà un lontano ricordo. Due terzi della popolazione mondiale potrebbero vivere in luoghi dove questa scarsità potrebbe produrre tensioni sociali ed economiche di una tale portata da provocare guerre per il prezioso ‘oro azzurro’.
“Negli ultimi 100 anni l’uso dell’acqua è aumentato ad un ritmo due volte superiore al tasso di crescita della popolazione.
“Secondo le statistiche del Consiglio Mondiale dell’Acqua (WWC è la sigla in inglese), si stima che nel 2015 il numero di abitanti colpiti da questa grave situazione aumenterà fino a raggiungere i 3 miliardi e 500 milioni di persone.
“L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha celebrato il 23 marzo la Giornata Mondiale dell’Acqua, chiamando ad affrontare da quello stesso giorno la scarsità mondiale del prezioso liquido, con il coordinamento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO), con l’obiettivo di sottolineare la crescente importanza della mancanza d’acqua a livello mondiale e la necessità di una maggior integrazione e cooperazione, che permettano di garantire una gestione efficiente delle risorse idriche.
“Molte regioni del pianeta stanno soffrendo una grave scarsità d’acqua e vivono con meno di 500 metri cubici per persona all’anno. Sono sempre di più le regioni che soffrono della cronica mancanza del vitale elemento.
“Le principali conseguenze della scarsità dell’acqua sono la sua insufficiente quantità per la produzione di alimenti, l’impossibilità dello sviluppo industriale, urbano e turistico ed i problemi di salute”.
Fin qui il dispaccio della TELAM.
Non menzionerò in quest’occasione altri importanti fatti, come i ghiacci che si sciolgono in Groenlandia e nell’Antartide, i danni alla fascia dell’ozono e la crescente quantità di mercurio in molte specie di pesci che vengono consumati abitualmente.
Esisterebbero altri temi da affrontare, ma con queste righe ho voluto soltanto fare un commento sulla riunione del presidente Bush con i principali dirigenti delle compagnie automobilistiche nordamericane.
28 marzo 2007
(Traduzione Granma Int.)
 

Mercoledì, 4 Aprile, 2007 - 16:27

Programma Fà la Cosa Giusta!

Per il 2007, Fa’ la cosa giusta! punta a una qualità sempre più alta di convegni, incontri e seminari. L’idea portante è un programma d’incontri snello, focalizzato sul tema cardine della quarta edizione: l'energia. Attorno a questo tema si è sviluppato un progetto ambizioso, pensato e realizzato insieme al nodo di Milano della Rete Lilliput, il cui motto è: “Non solo una fiera, ma le basi di un percorso che continua”.
Al percorso di progettazione del programma culturale hanno partecipato numerose associazioni e reti di Milano che desideriamo ringraziare per l'impegno e la capacità propositiva. Grazie a loro il programma di incontri e convegni per Fa' la cosa giusta! 2007 avrà una forte coerenza interna, un alto livello di qualità e di approfondimento e un elevato grado di rappresentatività per la città di Milano e la Lombardia, ma sempre con lo sguardo verso una dimensione nazionale e globale.


L'idea forte alla base di questo percorso partecipato è il tentativo di fare sì che il programma convegnistico diventi sempre di più il cuore pulsante della fiera: un vero laboratorio per riuscire a connettere le diverse esperienze e proposte e concorrere alla nascita di nuove relazioni e elaborazioni, che partano da Fa' la cosa giusta! per continuare a svilupparsi successivamente. La fiera come punto di approdo e al contempo di partenza per una nuova e più forte cultura di rete.
In questo senso va inquadrata la nuova struttura del programma convegnistico: diverse tipologie di incontri che risponderanno a tre livelli diversi di consapevolezza e di disponibilità al coinvolgimento del visitatore. Una struttura che trae la sua ispirazione dai principi fondamentali della progressione nonviolenta, principi che l'intero gruppo ha fatto propri, provando ad applicarli a tematiche che solo in apparenza sono distanti.

INFORMAZIONE:  occasioni per accostarsi ad un tema e per stimolare la nascita di nuove conoscenze e consapevolezze
FORMAZIONE: occasioni per approfondire le conoscenze e acquisire competenze maggiori attraverso workshop e seminari.
AZIONE: incontri che coinvolgono le reti già attive e puntano a metterle in relazione con altre reti, politiche economiche e sociali, per organizzare azioni collettive sempre più partecipate.

Per tutti i dettagli sugli incontri Scarica qui il programma completo degli incontri [formato Pdf]

EVENTI COLLEGATI


A FA' LA COSA GIUSTA! SI PARLA DI...

VENERDI 13 APRILE
Programma ufficiale

Sala Acqua
ore 18:00/21:00
CONVEGNO DI APERTURA: La sfida dei limiti: risorse, inquinamento, alternative possibili.
A cura di Altreconomia e del tavolo per la sezione speciale Energ-eticamente!
Intervengono: Vincenzo Balzani (Università di Bologna); Gianni Silvestrini, (Politecnico di Milano, direttore Kyoto Club e della rivista Qualenergia); Lorenzo Pagliano (Politecnico di Milano) ; Luigi De Paoli (Università Bocconi, Direttore Master MEMA); Fabrizio Fabbri (capo segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente); On. Pierluigi Bersani (Ministro dello Sviluppo Economico – invitato). Modera Sylvie Coyaud (Il Sole 24 ore, La Repubblica)
ore 15:00/17:30
La creazione e lo sviluppo di Reti di Economia Solidale
A cura di RES, nuovi stili di vita
Incontri autogestiti
Sala Terra
ore 15:00/19:00
Il Codice del Consumo, aspettative e problematiche.
Promosso da Provincia di Milano – Direzione di progetto Diritti, Tutele e Cittadinanze sociali in collaborazione con le associazioni dei consumatori
ore 19:00 / 23:00
Happy Hour socialmente responsabile.
A cura di ARCi e Campagna Meno Beneficenza Più Diritti
Sala Aria
ore 16:30/17:30
Incontro a cura della Provincia di Ascoli Piceno
ore 18/19:30
Incontro a cura di GAMEDIT
Caffè letterario
ore 16:00/17:00
Presentazione degli atti del convegno: “Spaziare, voce del verbo farsi spazio".
A cura dell'Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Milano
ore 17:00/18:00
Presentazione degli atti del convegno "La responsabilità sociale delle imprese. Equità e sostenibilità globale"
A cura dell'Assessorato alla Cooperazione Internazionale della Provincia di Milano
SABATO 14 APRILE
Programma ufficiale
Sala Acqua
ore 10:00/13:00
Gestione dei rifiuti urbani e industriali. Prevenzione, recupero dei materiali, trattamento, produzione di energia dalla combustione.
A cura di Medicina Democratica e Rete Rifiuti Zero
ore 15:00/18:00
Economia e società nell'era climatica.
A cura di Ecoistituto Terremutanti
Sala Terra
ore 10:00/13:00
Le Reti di Economia Solidale e le Pubbliche amministrazioni Locali
A cura di RES, nuovi stili di vita
ore 15:00/17:00
Energia e gestione del potere: le fonti di energia alternative al petrolio.
A cura di Casa Pace e Basta Guerra
ore 17:00/19:30
Energie rinnovabili e tecnologie appropriate per il sud del mondo.
A cura di Ass.ne Salvambiente
Sala Fuoco
14:30/15:30 (1°parte); 17:00/17:30 (2° parte)
Workshop: Il G.A.S., gruppo d'acquisto solidale.
A cura di Intergas
ore 18:00/19:00
Workshop: La liberalizzazione del mercato dell'energia.
ore 20:00/22:00
Il clima cambia...e tu cosa aspetti? Incontro d'azione delle reti italiane per il lancio della Campagna Mondiale sul Clima.
A cura di Ecoistituto Terremutanti e Global Climate Campaign
Incontri autogestiti
Sala Fuoco
ore 15:30/16:30
Red Century: ditelo con un fiore giusto
A cura di Cgil, Cisl e Uil di Imperia con Movimento Fiori e Diritti Liguria
Sala Aria
ore 14:00/17:00
Il fondo di cooperazione provinciale, un'esperienza innovativa per una nuova cooperazione comunitaria
A cura dell'Assessorato alla Partecipazione e cooperazione internazionale della Provincia di Milano.
ore 17:30/18:30
Significati e strumenti dell'educazione alla mondialità e al consumo a scuola.
A cura di CTM Altromercato e Chico Mendes
Caffè letterario
ore 11:00 / 13:00
Presentazione del libro “Vivi con stile”, vademecum pratico per il vivere quotidiano.
ore 15:30/16:30
Presentazione di “Pedalabile Beat”, romanzo di formazione sentimentale e ciclistica
DOMENICA 15 APRILE
Programma ufficiale
Sala Acqua
ore 10:00/13:30
Teatro Forum: Il valore della decrescita e la critica al consumo
A cura del Gruppo per il Programma culturale, in collaborazione con Ass.ne Giolli.
ore 15:30/17:30
Acqua e Energia: un contratto per i Beni Comuni
Sala Terra
ore 10:00/12:00
Energia, Acqua, Trasporti.
A cura di ATTAC Milano
ore 12:30/13:30
Workshop: Acqua buona, controllata, comoda, poco costosa
A cura del Comitato Milanese per l'Acqua
Sala Fuoco
ore 10:00/11:30
Seminario: I G.A.S e il risparmio energetico.
A cura di Intergas
ore 11:30/13:00
Fonti energetiche e sostenibilità in agricoltura. Opportunità e problemi aperti
A cura di AIAB Lombardia
ore 14:00/15:30
Quelli che la partecipazione: la "redazione aperta" di Terre di mezzo
ore 16:00/17:00
Incontro con Luca Mercalli, Presidente società meteorologica italiana Onlus.
Incontri autogestiti
Sala Terra
ore 14:00/18:00
La Responsabilità Sociale delle Organizzazioni.
Promosso da: Provincia di Milano – Direzione di progetto Diritti, Tutele e Cittadinanze sociali in collaborazione con le associazioni dei consumatori
Sala Aria
ore 10:00/11:00
Sviluppo sostenibile e solidarietà. L'impegno quotidiano di COOP Lombardia per sviluppare qualità, equità e rispetto dell'ambiente.
A cura di COOP Lombardia
ore 11:30/13:00
Incontriamoci in Salute! Esperienze mutualistiche e assicurative a favore degli operatori della cooperazione sociale per una sanità più sostenibile.
A cura di Consorzio Sociale Caes Italia e Cesare Pozzo
ore 15:00/16:30
TFR e Risparmio consapevole.
A cura di CGIL Lombardia
ore 16:30/17:30
Vestire giusto è possibile: l'esperienza della nuova filiera tessile Altromercato.
A cura di CTM Altromercato
Caffè letterario
ore 11:15/13:00
Presentazione del libro “11 settembre. I miti da smontare” (Ed. Altreconomia)
VENERDÌ, SABATO e DOMENICA
Spazio esterno
Il parcheggio delle biciclette, la ciclofficina e i laboratori.
Uno spazio aperto e attrezzato per poter sistemare e riparare le proprie biciclette, aiutati dai volontari ed esperti ciclisti delle associazioni. All'interno dello spazio saranno proposte iniziative e presentati progetti per la mobilità sostenibile e la promozione dell'uso della bicicletta.
A cura di +bc e Ciclobby
Mercoledì, 4 Aprile, 2007 - 10:37

Musica e accattonaggio contro i giustizieri

MUSICA E ACCATTONAGGIO CONTRO I GIUSTIZIERI
IN CAMICIA VERDE OGGI COME IN CAMICIA NERA IERI

 
A Milano dopo la parata populista della maggioranza, il Sindaco ha deciso di trasferire 400.000 euro dal fondo per le politiche sociali, destinato all’immigrazione.
Dobbiamo prendere atto che per avere un sostegno sociale occorra mendicare un intervento per avere risposte ai propri bisogni e sembra che ci sia un’inquietante connessione tra questi due fattori: ridurre i fondi per le politiche sociali, da una parte, e aumentare quel disagio funzionale a creare uno stato di insicurezza che, spesso, si traduce in emarginazione e in fenomeni di devianza.
Noi che crediamo che se ci fosse maggiore attenzione alle politiche sociali non ci sarebbe bisogno di parlare di sicurezza, come sempre dobbiamo prendere atto che le prime vittime  di questi provvedimenti siano gli immigrati, non considerati cittadini e tra questi soprattutto i rom..
Non a caso, oggi siamo in presenza di un nuovo attacco demagogico e intollerante della Lega, che ha indetto una “passeggiata volontaria” contro la presenza di insediamenti di nomadi nella zona comprendente i quartieri di Rogoredo, Gratosoglio e Chiaravalle.
Siamo di fronte alla bieca e volgare connessione tra criminalità e nomadismo, pericoloso accostamento che mette in discussione la convivenza sociale nella nostra città.
Di fronte a questa situazione l’amministrazione si assuma le proprie responsabilità, ora, non aumentando un clima già presente di paure irrazionali, seminando terrore negli animi dei residenti, individuando all’occorrenza il capro espiatorio più opportuno per distogliere l’attenzione verso le reali cause della sofferenza.
Noi consideriamo grave e insopportabile che chi siede nelle istituzioni che governano questa città possa impunemente proporre atti illegali e veri e pericolosi rigurgiti di un tragico passato, come la “passeggiata” della Lega, quando non erano verdi ma nere le camice di chi andava in giro per il Paese a farsi giustizia da sé.
Per questo, oltre a condividere la condanna già espressa dalle forze politiche e sociali democratiche, facciamo un appello alle autorità che devono far rispettare la legge, mentre per parte nostra proponiamo una diversa passeggiata, pacifica elemosinando qualche moneta per rimpinguare le casse del fondo per le politiche sociali, allietata dalla musica rom, e filmando quello che è il vero atto illegale e pericoloso per la sicurezza di tutti e non solo di quelli, come i rom, che sono considerati gli ultimi della società e perciò i più esposti ai pregiudizi, agli insulti, all’intolleranza e infine alla violenza.
 
Uniti con Dario Fo per Milano, Associazione Naga, Associazione Liberi, Comitato per le libertà e i diritti sociali
 
 

Lunedì, 2 Aprile, 2007 - 15:49

Milano wireless: dalla proposta alla realizzazione

Al Presidente del Consiglio di Zona 4
Paolo Zanichelli
Al Consiglio di Zona e alle sue componenti

 
 
 
Interrogazione sull’applicazione e l’attuazione nel territorio circoscrizionale dell’emendamento proposto alla Relazione di Bilancio 2007/2009 in merito alla realizzazione a Milano di una connessione "wireless"
 
 
E’ stato presentato da parte dei Gruppi consiliari de L’Unione a Palazzo Marino un emendamento, su proposta del consigliere Davide Corritore, sulla realizzazione a Milano di una connessione “wireless”, senza fili, a banda larga, volto a garantire la diffusione della navigabilità gratuita, come avviene in diverse metropoli mondiali, in primis San Francisco, e diretta in diversi punti della città, anche pubblici, accessibile da 4 mila luoghi all'aperto. Questo progetto è volto a rendere Milano la città con una maggiore presenza di copertura internet wireless in tutta Italia, offrendo 15 mila punti di accesso totali, cifra più consistente dei 13 mila attuali di Seul, città in cui si attesta fino a oggi la copertura più diffusa sul proprio territorio. Nel testo della delibera, che recepisce l’emendamento proposto, si definisce per la fase di realizzazione e di attivazione di questo progetto sul territorio la definiscine di una mappa di luoghi d'accesso, dove potrebbero venire installate, in strutture di diverso tipo, le antennine atte al collegamento. Si prospettano anche le varie ripartizioni dei luoghi d’accesso, e precisamente: 700 incroci, 300 scuole e università, 140 centri sportivi, 30 biblioteche, 80 centri anziani, 10 siti di interesse turistico, 50 giardini pubblici e parchi, le fermate di Atm e Mm.
Si considera, infine, che la banda ad alta velocità sarebbe garantita dal collegamento con la fibra ottica di Metroweb, ceduta, tramite modalità e procedure contestate per vizi di legittimità e regolarità, alla private equity Sterling Square, e nel cui accordo non si evince la presenza della clausola, considerata come condizione preliminare per la realizzazione del contratto, che garantisca 10 anni di accesso gratuito alla connessione “wi-fi”.
Si chiede al Consiglio di Zona di verificare presso la Direzione di Settore Nuove Tecnologie e presso l’assessorato alle Nuove Tecnologie quali criteri è intenzionata perseguire l’amministrazione nell’individuazione dei luoghi pubblici d’accesso, dove installare le antenne di collegamento wireless, invitando la stessa a provvedere di costituire un percorso che coinvolga i consigli circoscrizionali nella definizione in merito di una mappa utile per il territorio. Si chiede altresì al Consiglio di Zona di verificare presso la stessa Direzione di Settore e l’Assessorato competenti se sussiste e se è ancora vigente la clausola prevista nella fase preliminare all’accordo di cessione di Metroweb di accesso gratuito alla rete nei prossimi 10 anni, considerando lo stesso contratto di cessione non corrispondente alle premesse delineate.
 
 
Alessandro Rizzo
Presidente del Gruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4

Venerdì, 30 Marzo, 2007 - 12:11

Discriminazione in Europa:un problema fondamentale

Discriminazione in Europa, un problema fondamentale. Al via un'azione di Amnesty International

Mentre l’Unione europea (Ue) celebra l’Anno delle pari opportunità per tutti, il razzismo e la discriminazione restano un problema fondamentale per i diritti umani in tutto il continente. È quanto denuncia Amnesty International, che ha lanciato oggi una propria azione su questi temi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale.

“Oltre alla concreta minaccia di abusi verbali e violenza fisica, vi sono cittadini che non possono condurre una vita normale, trovare un lavoro, affittare un appartamento o semplicemente passeggiare per strada senza essere fermati e perquisiti, per il solo fatto di avere il colore ‘sbagliato’ o essere di un’etnia ‘sbagliata’” – ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso l’Ue.

In una lettera alla Commissione europea, al Consiglio dell’Ue e al Parlamento europeo, l’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato l’attuazione di misure concrete per porre fine alla discriminazione razziale che, secondo quanto recentemente dichiarato dal Commissario Franco Frattini, è fortemente in aumento in Europa.

“Abbiamo visto, in passato, cosa ha prodotto in Europa il razzismo. L’Europa ha la responsabilità storica di affrontare con priorità assoluta questo problema, che i cittadini europei avvertono con preoccupazione, dato che ha un impatto quotidiano sulla vita di milioni di persone” – ha aggiunto Oosting.

Pur apprezzando iniziative come l’Anno delle pari opportunità per tutti, Amnesty International constata come vi sia uno scarto evidente tra le promesse e la realtà concreta. Meno della metà degli Stati membri dell’Ue ha adottato piani nazionali d’azione contro il razzismo e ha ratificato il Protocollo che permetterebbe di portare in giudizio casi di discriminazione.

Negli ultimi due anni, Amnesty International ha ampiamente documentato come, nella legge e nella pratica, la discriminazione colpisca cittadini stranieri e minoranze etniche in tutt’Europa.

“La discriminazione è un problema fondamentale in Europa. Agisce trasversalmente e produce ulteriori violazioni in aree dove i diritti umani sono già a rischio, come nel contesto dell’anti-terrorismo e dell’immigrazione irregolare” – ha concluso Dick Oosting.

Amnesty International chiede all’Ue di:
- sollecitare l’attuazione della Direttiva sull’uguaglianza razziale e quella sull’uguaglianza nell’impiego;
- migliorare la propria legislazione e dare uguale ed efficace protezione da tutte le cause e da tutti gli atti di discriminazione;
- introdurre una legislazione che fornisca efficace protezione dai crimini razzisti e dai crimini dell’odio in tutti i paesi dell’Ue, pur salvaguardando la libertà d’espressione.

Amnesty International chiede inoltre agli Stati membri dell’Ue di:
- firmare e ratificare, durante il corrente Anno delle pari opportunità per tutti, il Protocollo opzionale n. 12 alla Convenzione europea per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
- garantire che la legislazione interna dia uguale ed efficace protezione da tutte le cause e da tutti gli atti di discriminazione;
- adottare, applicare e sottoporre a valutazione piani nazionali d’azione contro il razzismo, in linea con l’impegno preso nel corso della Conferenza mondiale contro il razzismo, tenutasi a Durban nel 2001.

FINE DEL COMUNICATO Roma / Brussels, 21 marzo 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

Venerdì, 30 Marzo, 2007 - 11:58

Chiudere Guantánamo, ora!

Mobilitazione globale di Amnesty International in occasione del quinto anniversario dell'apertura del centro di detenzione di Guantánamo Bay

In occasione del quinto anniversario dell’apertura del centro di detenzione di Guantánamo Bay, milioni di soci e di simpatizzanti di Amnesty International in ogni parte del mondo sono mobilitati a partire da oggi (giovedì 11 gennaio) per chiedere alle autorità Usa la chiusura, una volta per tutte, del campo di prigionia.

Con l’inizio del sesto anno di detenzioni nella base navale Usa in territorio cubano, Amnesty International rinnova il suo appello affinché tutti i detenuti di Guantánamo Bay siano sottoposti a un processo equo senza ulteriore ritardo oppure siano rilasciati. Manifestazioni e altre iniziative sono previste in città di più di venti paesi, tra cui Washington, Tokio, Tunisi, Tel Aviv, Londra, Madrid e Asunción.

A Roma, l’appuntamento è alle 17.30 in piazza di Pietra. Al centro della piazza verrà allestita una gabbia con detenuti in tuta arancione e verranno lette testimonianze di ex detenuti di Guantánamo. Seguirà una conferenza stampa, alle 18.30, all’interno del Caffè Fandango, nella stessa piazza.

“Nessuna persona può essere posta al di sotto della protezione della legge e nessun governo può ritenersi al di sopra di essa” – ha dichiarato Irene Khan, segretaria generale di Amnesty International. “Il governo statunitense deve mettere fine a questa parodia di giustizia. Inoltre, non basta che i leader mondiali si dicano preoccupati per Guantánamo, continuando al contempo a portare avanti i loro rapporti con gli Usa come se niente fosse. La comunità internazionale deve esercitare una pressione efficace sugli Usa affinché chiudano Guantánamo e ripristinino il rispetto per il diritto internazionale”.

“Ogni giorno che passa” – ha aggiunto Khan – “la crudeltà del regime di detenzione a tempo indeterminato raggiunge nuovi picchi. Guantánamo è finita per diventare il simbolo di quanto si siano rivelate vuote le promesse del governo Usa che il rispetto dei diritti umani e della legge sarebbe stato al centro della risposta agli attacchi dell’11 settembre 2001. Torture, umiliazioni, discriminazione, aggiramento dei tribunali e disprezzo per i trattati internazionali, nella quasi totale impunità, sono parte integrante dei cinque anni di vita di Guantánamo”.

Il primo di oltre 750 detenuti, di più di 45 nazionalità, è arrivato alla base di Guantánamo l’11 gennaio 2002. In seguito, vi sono stati trasferiti minorenni anche di 13 anni di età, gente che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato e decine di persone consegnate agli Usa da Pakistan e Afghanistan in cambio di taglie di migliaia di dollari.

Cinque anni dopo, a Guantánamo rimangono ancora circa 400 detenuti. Nessuno di loro è stato processato o è comparso di fronte a un tribunale. La loro detenzione è illegale. Nessuno di loro sa per quanto tempo dovrà stare lì e questa è di per sé una forma di abuso psicologico, che si aggiunge agli abusi fisici cui sono sottoposti i prigionieri. La crudeltà di una detenzione pressoché in isolamento si estende alle loro famiglie.

Le autorità statunitensi hanno definito i detenuti di Guantánamo “combattenti nemici” in un conflitto globale. Che il mondo sia considerato un “campo di battaglia” lo dimostra il fatto che i prigionieri sono stati catturati in Gambia, Bosnia, Mauritania, Egitto, Indonesia e Thailandia, oltre che in Pakistan e Afghanistan.

Sebbene le sue attività siano circondate dal segreto, è noto che la Cia ha gestito un centro d’interrogatorio a Guantánamo. Amnesty International ha segnalato con preoccupazione alle autorità Usa che agenzie di altri paesi, tra cui Cina e Libia, sono entrate nel centro di detenzione e hanno preso parte ai maltrattamenti.

Inoltre, alcuni dei prigionieri di Guantánamo sono stati detenuti in carceri segrete, gestite dalla Cia in altre parti del mondo, prima di essere trasferiti alla base navale.

“Guantánamo è il centro di una ragnatela di prigioni segrete e di trasferimenti illegali di prigionieri che gli Usa hanno esteso al mondo, con la complicità di altri governi, inclusi quelli europei, del Medio Oriente e dell’Africa del Nord” – ha denunciato Khan. “È davvero arrivato il momento che gli Usa e i loro partner in queste attività illegali smantellino questa ragnatela di segretezza e di violazioni dei diritti umani”.

“Anziché rafforzare la sicurezza, queste pratiche hanno indebolito i diritti umani e la legge, che rappresentano il migliore antidoto all’insicurezza, e hanno minato l’autorevolezza degli Usa quando parlano di diritti umani altrove, come in Darfur” – ha concluso Khan.

Il governo Usa non solo ha ignorato gli standard internazionali sui diritti umani, ma ha anche bloccato il controllo giudiziario delle sue stesse corti. Lo scorso ottobre, il presidente Bush ha posto la propria firma sull’Atto sulle Commissioni militari, che sottrae alle corti statunitensi la giurisdizione per ricevere reclami di habeas corpus da parte di cittadini stranieri detenuti come “combattenti nemici”, compresi quelli di Guantánamo. L’habeas corpus è una garanzia fondamentale contro la tortura e le detenzioni arbitrarie. Amnesty International chiede che sia ripristinata e che sia abolito, o ne vengano sostanzialmente mutate le norme, l’Atto sulle Commissioni militari.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 11 gennaio 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

Martedì, 27 Marzo, 2007 - 10:30

Resoconto incontro Appello contro Patto Legalità

 

Resoconto dell’incontro del 12 marzo tra i firmatari dell’appello contro il patto di legalità per un patto di riconoscimento.
All’incontro hanno partecipato molti dei firmatari dell’appello, tra cui le associazioni Opera Nomadi, Naga, Aven rumenza, Liberi, Opera e anche numerosi rom dei campi di Triboniano e S. Dionigi, segnando in questo modo uno dei punti principali dell’appello: la necessità che qualunque intervento che riguardi il popolo rom e sinti avvenga con il loro coinvolgimento attivo, condizione indispensabile per affrontare in modo corretto e positivo la soluzione dei problemi che li riguardano. Questo aspetto è stato sottolineato e condiviso dagli interventi anche per la estrema concretezza dei problemi materiali con i quali i rom dei campi devono fare i conti quotidianamente.
A questo proposito si è posto il problema di creare occasioni di conoscenza diretta, anche a partire da quanto sinora è stato fatto nel lavoro delle associazioni nei campi.
L’altro punto affrontato nell’incontro riguarda il tema del riconoscimento del popolo rom e sinti. Riconoscimento necessario per renderli anche di fronte alla legge dei soggetti di diritto, per aprire un confronto culturale, per cambiare l’atteggiamento di fondo e affrontare il pregiudizio che li condanna a priori.
Dal punto di vista operativo dall’incontro sono emerse alcune indicazioni:
·         questa iniziativa non vuole costituire una ulteriore associazione, ma mantenere aperta e allargare una rete che leghi chi condivide, con ruoli e funzioni diverse, gli obiettivi che sono stati indicati e che potrebbero essere oggetto di una comune dichiarazione di intenti;
·         rendere visibile la questione rom e sinti con proposte, iniziative e anche manifestazioni che la pongano in termini positivi partendo da loro e creando occasioni di dialogo e confronto, tra cui:
  1. affrontare il tema politico con un incontro pubblico sulla legge per il riconoscimento della minoranza rom e sinti come passo determinante per aprire un confronto culturale e dare voce al loro punto di vista;
  2. creare occasioni di conoscenza lavorando con i rom e le associazioni disponibili
  3. elaborare proposte che favoriscano l’incontro tra culture diverse con progetti di lavoro comune che partano dai problemi concreti dei campi.
A conclusione di questo resoconto proponiamo di aggiornarci incontrandoci lunedì 2 aprile dalle 18 alle 20 presso il negozio civico CHIAMAMILANO  in largo corsia dei Servi per una informazione su quanto è avvenuto in questi giorni (incontro di rappresentanti di rom e sinti a Mantova), avviare un confronto sulla questione del riconoscimento legislativo (parteciperà anche il senatore Del Roio), organizzare una manifestazione che renda visibile un altro punto di vista, scambiarci opinioni su alcuni progetti concreti centro culturale rom di Rogoredo).

Lunedì, 26 Marzo, 2007 - 17:09

URGENTE presidio a s.Babila ore 17,30 domani


Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile
afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato
all'alba
di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani.
Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi
famigliari. Non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun
documento che comprovi la sua detenzione. Alcuni afgani, che lavorano
nel
posto in cui Rahmatullah Hanefi è rinchiuso, ci hanno detto però che lo
stanno interrogando e torturando "con i cavi elettrici".
Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele
Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo
italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto
potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi,
l'interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua
famiglia.
Oggi, domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che
in
un "alto meeting sulla sicurezza nazionale" presieduto da Hamid Karzai,
è
stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto
capire
che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare
false prove.Non è accettabile che il prezzo della liberazione del
cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso
cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al
Governo
italiano, negli ultimi cinque giorni, di impegnarsi per l’immediato
rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che
l’avrebbe
fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola
data.

Anche tu puoi aderire su http://www.emergency.it/appello/index.php

Il presidio  in contemporanea a quello che ci sarà domani a Roma e in altre
città  d'Italia contro il voto di guerra in Senato (finanziamento missioni
estere) e per la liberazione di Rahmatullah Hanefi, il collaboratore di
Emergency che si ha ¨ adoperato per il rilascio di Daniele Mastrogiacomo, e Adjmal
Nashkbandi , l'interprete.

MARTEDI 27 MARZO H. 17.30
SAN BABILA

Lunedì, 26 Marzo, 2007 - 16:14

DIFFONDERE IL PIù POSSIBILE - EMERGENCY

Milano, 25 marzo 2007
Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile
afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all'alba
di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani. Da allora nessuno ha potuto
vederlo o parlargli, nemmeno i suoi famigliari. Non è stata formulata
nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione.
Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è
rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando
“con i cavi elettrici”.
Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele
Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo
italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto
potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi,
l'interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.
Oggi, domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in
un “alto meeting sulla sicurezza nazionale” presieduto da Hamid Karzai, è
stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire
che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare
false prove.
Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano
Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da
Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano, negli ultimi
cinque giorni, di impegnarsi per l’immediato rilascio di Rahmatullah
Hanefi e il governo ci ha assicurato che l’avrebbe fatto. Chiediamo con
forza al Governo italiano di rispettare le parola data.

Teresa Sarti Strada
Presidente di Emergency
Lunedì, 26 Marzo, 2007 - 13:56

SOSTENERE IL GOVERNO PRODI PER IL CAMBIAMENTO

Forse non è il luogo adatto, essendo questa conference un forum aperto sulle questoni della città di Milano, e che da sempre è stata tale, e in futuro rimarrà con questo obiettivo e con questa finalità, dando voce all'altra Milano che come Unione, come opposizione, stiamo costruendo in tutta la città, UNITARIAMENTE. Ma è proprio questo il motivo che mi spinge oggi, lunedì 26 marzo, a lanciare questa mia riflessione, questo mio invito, questo mio accorato appello. Pochi giorni fa una lettera aperta lanciata da elettrici ed elettori del centrosinistra, de L'Unione tutta, ha invitato, dinnanzi ai primi screzi e alle prime incrinazioni interne alla coalizione, dipanatesi con facilità in quanto, come sempre, la nostra coalizione ha maggiori punti di unità rispetto a quelli di differenzazione, che sono "plus valore" per tutta l'Unione, che fanno parte integrante di quella differenza che è parte integrante del nostro progetto, del nostro programma, della nostra proposta, della nostra idea di società, i nostri rappresentanti di Camera e Senato di ritrovare lo spirito unitario di governo, che deve condurci per questa legislatura, affrontando capitoli fondamentali per la rinascita di questo nostro Paese. Io ho sottoscritto con estrema convinzione quella lettera aperta, così come è stata sottoscritta da alcune nostre consigliere e nostri consiglieri de L'Unione al Comune di Milano, e da migliaia di elettrici e di elttori, quel popolo attivo e attento delle primarie, che ha garantito con la loro fiducia e il loro voto di eliminare un pericolo che ancora potrebbe ritornare: un governo populista e revanscista di centrodestra, di una destra non europea, non francese, ma ancora incorstata in massima parte da populismo e da spinte autoritarie. Domani non sarà un giorno come qualsiasi altro giorno di questa nostra legislatura di centrosinistra: domani si voterà al Senato e, poi, alla Camera, per il rifinanziamento della missione in Afghanistan. Non voglio entrare nel merito del dibattito, anche se credo che un passo in avanti si sia fatto nella discontinuità con l'asservimento acritico decretato dallo scorso governo di centrodestra rispetto ai dettami di un organismo non multilaterale e fortemente condizionato dalle ingerenze statunitensi, quale la cosidetta coalizione dei paesi volenterosi, non riconosciuta come soggetto internazionale nel senso legittimo del termine. Io penso che la guerra in Afghanistan non può proseguire ancora con la stessa strategia che sempre è stata la sua caratteristica: l'instabilità sociale e politica, nonchè economica di quello stato, causata da un'occupazione protratta da ben 6 anni senza nessuna via di soluzione, non può più essere tollerabile. Ed è proprio per questo che come PACUIFISTA convinto inviterei a votare la linea politica espressa nella mozione che il Governo relazionerà alle Camere, in quanto riporta il senso della POLITICA, il ruolo della DIPLOMAZIA e la parola PACE a essere protagonista in primo piano della soluzione di un conflitto che sembra non avere fine. La CONFERENZA DI PACE, si parla di questo ed è di questo di cui il nostro Ministro agli Esteri Massimo D'Alema ha parlato durante l'incontro avutosi con la segretaria di stato Condoleeza Rice, la scorsa settimana: proposta su cui esiste una forte attenzione e sostegno di altri soggetti internazionali, in primis gli stessi Stati Uniti, e che veramente concede una svolta per quella terra martoriata da anni di occupazione e da anni di guerra civile senza sosta, senza soluzione di continuità. Io vorrei, quindi, oggi, alla vigilia del dibattito parlamentare, invitare i nostri rappresentanti de L'Unione, i nostri deputati, i nostri senatori, a VOTARE con CONVINZIONE ESTREMA questa mozione, che decreta un protagonismo del nostro stato, dell'Italia, dopo 5 anni in cui il nostro Paese era privo di politica estera e in cui eravamo totalmente assoggettati, per l'irresponsabilità del precedente governo, alle ingerenze del più forte, del più prevaricante, del migliore alleato considerato in senso opportunistico. Proseguiamo nel sostenere questo nostro GOVERNO, che, e qui rientro nel "political debate", nel dibattito che riguarda la nostra città, la politica milanese, che sta dando molte opportunità a questa nostra metropoli e che trova una resistenza strumentale e propagandistica da parte di un sindaco, Moratti, che, nonostante i finanziamenti previsti e disposti, nonostante la volontà del ministero degli interni di istruire un tavolo unitario con i sindaci delle città sulla sicurezza, che è prima di trutto SOCIALE, nonostante vi siano interessi a rendere questa città protagonista sulla scena europea, in diversi ambiti, prosegue nella sua campagna elettorale senza fine, nonostante abbia una responsabilità di amministrare la città e non di accondiscendere spinte di piazza di segno opportunisticamente populistico. OCCORRE DOMANI ALLINEARSI, care deputate e senatrici e cari deputati e senatori, senza alcun ripensamento, sull'ESIGENZA di sostenere la mozione del governo, dimostrando che la nostra coalizione è CAPACE di GOVERNARE questo Paese fino al 2011, ricandidandosi alla guida del Paese, perchè ha un PROGETTO di POLITICA ESTERA, perchè ha un PROTAGONISMO sulla scena INTERNAZIONALE, perchè ha riproposto temi che sono parte integrante della nostra CULTURA COSTITUZIONALE e ISTITUZIONALE, ossia il MULTILATERALISMO, la SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE, il CONFRONTO TRA I POPOLI, una visione LUNGIMIRANTE che apra nuove opportunità per i popoli matroriati da guerre ingiuste e insane, da guerre che hanno distrutto il sostrato civile e sociale, economico di migliaia di anni di costruzione di una propria autodeterminazione, perchè, come detto dal Senatore Martone, di parla di MICROCREDITI per i coltivatori di oppio afghani, che sono coloro che vengono strozzati dalle pressioni delle organizzazioni terroristiche e che, se opportunatamente sostenuti, potrebbero trovare altre vie di legalità; perchè parliamo nuovamente di COLLABORAZIONE, DI COOPERAZIONE, DI PACE, con conferenze che possano mettere allo stesso TAVOLO i protagonisti e gli attori della società locale, senza imposizioni eterodirette, come avvenuto e avviene tutt'ora in Iraq.
NON FACCIAMO SCHERZI: OCCORRE SOSTENERE IL GOVERNO DE L'UNIONE PERCHE' E' UN GOVERNO DI CAMBIAMENTO, DEMOCRATICO, PERCHE' E' UN GOVERNO NOSTRO, SOSTENUTO DA ANNI DI OPPOSIZIONE ALLE NEFANDEZZE E AI GRAVI ATTACCHI ALLA LEGALITA', L'ILLEGALITA' LEGALIZZATA, ALLA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE PERPETRATI IN MODO INDEFESSO DAL GOVERNO PRECEDENTE DI CENTRODESTRA. NON POSSIAMO GETTARE ALLE ORTICHE UN PROGRAMMA CHE E' UN PROGETTO PER L'ITALIA, COME E' SCRITTO NEL SUO TITOLO, E CHE RIGUARDA IL FUTURO SOCIALE, CIVILE E DEMOCRATICO DI QUESTO NOSTRO PAESE, AUTODETERMINATO, LIBERO, INDIPENDENTE, NATO DALLA RESISTENZA.
Scusate l'accorato appello, ma era opportuno farlo, nonchè diffonderlo, per chi avesse tempo e volontà: DOMANI SOSTENIAMO LA POLITICA ESTERA DEL GOVERNO PRODI, SOSTENIAMO QUESTO PERCORSO RIFORMATORE SENZA SE E SENZA MA.
Alessandro Rizzo
Segretario operativo Forum L'Unione di Milano - RCM

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