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Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Venerdì, 30 Maggio, 2008 - 17:02

I VIAGGI DI CHI VUOLE BENE AL MONDO

20 giugno 2008 - Casa della Pace - dalle 17 alle 20
I VIAGGI DI CHI VUOLE BENE AL MONDO
Proposte di turismo responsabile
Partecipano:
AceA, Acra, CeLIM, Cisl, Icei, Italia-Cuba, Italia-Nicaragua, Legambiente,
Lo spirito del pianeta,  Planet viaggi, Ram, Viaggiemiraggi, Watinoma.
In allegato maggiori dettagli sull'iniziativa.
Casa della Pace
Via Ulisse Dini 7
20142-Milano
MM2 Abbiategrasso, Tram 3-15, Bus 79
Tel: 02847477271 (239)
Venerdì, 30 Maggio, 2008 - 15:04

Luzzatto: la riabilitazione è indecente e interessata

Luzzatto: la riabilitazione è indecente e interessata
Lo storico: «Paragoni azzardati da parte dell'ex presidente della camera, forse punta a qualche incarico istituzionale»
Stefano Milani
da Il Manifesto del 29 maggio 2008

Sergio Luzzatto, da storico come si pone nella diatriba di questi giorni: riabilitare o no la figura di Giorgio Almirante?
Bisogna fare delle distinzioni. Un conto è ricordare la figura dell'uomo politico ripubblicando i suoi discorsi parlamentari, un altro è fare l'elogio della suo passato e delle sue origini che per quanto mi riguarda rimangono deplorevoli e per questo non meritano di essere ricordate. Ma non mi stupisco affatto. Almirante è stato un uomo importante nella storia dell'estrema destra italiana ed è normale che la destra di oggi, più o meno purgata e depurata dal passato, ora che è al potere abbia voglia di riportare in auge il suo leader storico.
Nel ventennale dalla sua morte si sprecano le iniziative, a cominciare dalla strada che il sindaco Alemanno vorrebbe dedicargli. Non trova pericoloso questa facilità di legittimare figure politiche dal passato alquanto discutibile?
Non lo trovo solo pericoloso, ma indecente e vergognoso. La toponomastica di una città, che sia la dedica di un monumento o di una strada, equivale ad attribuire un simbolo. Facendo ciò Alemanno è come se portasse a modello la figura di Almirante tout court. E questo lo trovo francamente rivoltante. Parliamo della capitale d'Italia.
E per fare il «sindaco di tutti» vorrebbe intitolare vie e piazze anche a Berlinguer, Craxi e Fanfani. Secondo lei sono figure politiche paragonabili tra loro?
Assolutamente no. Bisogna fare dei grossi distinguo. Anche Fanfani ha avuto un breve trascorso da intellettuale fascista, ma non è lontanamente paragonabile alla storia personale e politica del segretario del Msi che anche durante il passaggio repubblicano, quello del fascismo in doppio petto, non ha mai avuto segni di pentimento per il suo passato. Su Berlinguer il paragone poi non regge proprio. Ma in questo clima bipartisan che c'è in parlamento non mi stupisco più di niente. Come storico però mi indigno: come si fa a mettere sullo stesso piano due figure così diverse, due storie personali così distanti?
Ieri il presidente della Camera Fini ha definito «vergognose e razziste» le frasi che Almirante scrisse nel 1942 sul periodico La difesa della razza, di cui l'ex leader del Msi era vicedirettore. Cos'è l'ennesima svolta di Fini?
Bisogna riconoscere a Fini un percorso politico lineare e coerente. Magari un po' opportunistico, ma assolutamente dignitoso e gliene va dato atto. Certo, in passato è sempre stato molto ambiguo. Dopo la fine della prima repubblica, dal 1992 alla svolta di Fiuggi del 1995, ha lanciato messaggi anche contraddittori. Da una parte considerava Mussolini il più grande statista del secolo, dall'altro cominciava a ripudiare le idee fasciste. Ora non fa altro che comportarsi come compete alla terza carica dello stato.
A difenderlo è invece Luciano Violante secondo il quale Almirante è stato un «pacificatore» e che nonostante sottoscrisse il manifesto della razza «ne prese pubblicamente le distanze».
Stimo molto Violante dal punto di vista intellettuale, ma queste sue prese di posizione mi lasciano disorientato. Anche se non è nuovo a dichiarazioni del genere. A metà degli anni 90, durante il discorso d'insediamento alla presidenza della camera, si «sforzò di capire» le posizioni dei ragazzi di Salò. Adesso riabilita Almirante. Se voglio essere malizioso oggi come allora spera di ambire ad incarichi istituzionali più alti e prestigiosi. Non credo gli dispiacerebbe diventare giudice della corte costituzionale. Altrimenti non mi spiego perché un uomo della sua cultura si ostini a fare paragoni così azzardati, mettendo sullo stesso piano il ruolo della destra e della sinistra nella storia repubblicana. Lo dovrebbe sapere anche lui, e lo sa bene, che la nostra repubblica è nata grazie al sacrificio delle donne e degli uomini del parito comunista contro il fascismo.
Venerdì, 30 Maggio, 2008 - 14:51

La deriva del razzismo

Appello
La deriva del razzismo
Siamo persone - storici, giuristi, antropologi, sociologi e filosofi - che da tempo si occupano di razzismo.
Il nostro vissuto, i nostri studi e la nostra esperienza professionale ci hanno condotto ad analizzare i processi di diffusione del pregiudizio razzista e i meccanismi di attivazione del razzismo di massa. Per questo destano in noi vive preoccupazioni gli avvenimenti di questi giorni.
Le aggressioni agli insediamenti rom, le deportazioni, i roghi degenerati in veri e propri pogrom, e le gravi misure preannunciate dal governo col pretesto di rispondere alla domanda di sicurezza posta da una parte della cittadinanza. Avvertiamo il pericolo che possa accadere qualcosa di terribile: qualcosa di nuovo ma non di inedito.
La violenza razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto dell'Europa, essa è stata, tra 800 e 900, un corollario della modernizzazione del Paese. Negli ultimi decenni è stata alimentata dalla strumentalizzazione politica degli effetti sociali della globalizzazione, a cominciare dall'incremento dei flussi migratori e dalle conseguenze degli enormi differenziali salariali. Con ogni probabilità, nel corso di questi venti anni è stata sottovalutata la gravità di taluni fenomeni. Nonostante ripetuti allarmi, è stato banalizzato il diffondersi di mitologie neo-etniche e si è voluto ignorare il ritorno di ideologie razziste di chiara matrice nazifascista. Ma oggi si rischia un salto di qualità nella misura in cui tendono a saltare i dispositivi di interdizione che hanno sin qui impedito il riaffermarsi di un senso comune razzista e di pratiche razziste di massa.
Gli avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti dalla stampa, rischiano di riabilitare il razzismo come reazione legittima a comportamenti devianti e a minacce reali o presunte. Ma qualora nell'immaginario collettivo il razzismo cessasse di apparire una pratica censurabile per assumere i connotati di un «nuovo diritto», allora davvero varcheremmo una soglia cruciale, al di là della quale potrebbero innescarsi processi non più governabili.
Vorremmo che questo allarme venisse raccolto da tutti, a cominciare dalle più alte cariche dello Stato, dagli amministratori locali, dagli insegnanti e dagli operatori dell'informazione. Non ci interessa in questa sede la polemica politica. Il pericolo ci appare troppo grave, tale da porre a repentaglio le fondamenta stesse della convivenza civile, come già accadde nel secolo scorso - e anche allora i rom furono tra le vittime designate della violenza razzista. Mai come in questi giorni ci è apparso chiaro come avesse ragione Primo Levi nel paventare la possibilità che quell'atroce passato tornasse.
*** Marco Aime, Etienne Balibar, Rita Bernardini, Alberto Burgio, Carlo Cartocci, Tullia Catalan, Enzo Collotti, Alessandro Dal Lago, Giuseppe Di Lello, Angelo d'Orsi, Giuseppe Faso, Mercedes Frias, Gianluca Gabrielli, Clara Gallini, Pupa Garribba, Francesco Germinario, Patrizio Gonnella, Gianfranco Laccone, Maria Immacolata Macioti, Brunello Mantelli, Giovanni Miccoli, Filippo Miraglia, Giuseppe Mosconi, Grazia Naletto, Michele Nani, Salvatore Palidda, Marco Perduca, Giovanni Pizza, Pier Paolo Poggio, Carlo Postiglione, Enrico Pugliese, Anna Maria Rivera, Rossella Ropa, Emilio Santoro, Katia Scannavini, Renate Siebert, Gianfranco Spadaccia, Elena Spinelli, Ciro Tarantino, Giacomo Todeschini, Nicola Tranfaglia, Alessandro Triulzi, Fulvio Vassallo Paleologo, Barbara Valmorin, Danilo Zolo.
Per adesioni: razzismodimassa@gmail.com

... io ho aderito Alessandro Rizzo Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano Consiglio di Zona 4 Milano

Venerdì, 30 Maggio, 2008 - 08:13

Nuovo inceneritore

Nuovo inceneritore

Anche l’assessore all’Ambiente della Provincia di Milano Bruna Brembilla chiede il nuovo inceneritore. Testualmente- da La Repubblica del 29 maggio u.s - dice che “c’è un deficit di impianti per lo smaltimento dei rifiuti che vanno potenziati. Il nuovo termovalorizzatore è indispensabile”. “La Provincia non può essere autosufficiente: ci sono oltre 600 mila tonnellate l’anno di rifiuti non diversamente smaltibili, ha spiegato l’assessore”. “A questo scopo è stato stipulato un accordo tra Provincia, Consorzio compostatori e Cem ambiente per promuovere la raccolta differenziata favorendo così il recupero energetico dei rifiuti”.

Così anche l’assessore Brembilla, fino ad ieri – se non vado errato -  sostenitrice dell’autosufficenza della Provincia nello smaltimento dei rifiuti con una politica di incremento nella diversificazione della raccolta dei rifiuti compreso l’umido, si adegua al presidente Penati. Nei diversi incontri con i comitati contrari al nuovo inceneritore – o meglio termovalorizzatore come eufemisticamente viene oggi chiamato – ha sempre sostenuto che non era necessario. I cittadini della zona sud – dove dovrebbe essere localizzato in pieno Parco Agricolo Sud -  hanno tempo fa raccolto migliaia di firme contro il nuovo termovalorizzatore. Credo si sentano presi in giro da questi cambi repentini di posizione. Forse andrebbe fatta un pò più di chiarezza e detto fuori dai denti dove verrà realizzato così da non prendere in giro la gente.

Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 16:42

Il nucleare non serve all’Italia

A cura di Andrea Cocco • 29 Maggio 2008
http://amisnet.org

“Il nucleare non è sicuro, non è economico ed è controproducente per la lotta ai cambiamenti climatici”. Per ribadire tutti i NO al ritorno dell’energia dell’atomo in Italia, Greenpeace, Legambiente e WWF hanno reso pubblico un dossier congiunto su “tutte le verità sulle menzogne del nucleare”. A distanza di 21 anni dal referendum che ripudiò l’opzione nucleare attraverso il noto referendum, le associazioni ambientaliste smontano la tesi secondo cui la tecnologia è oramai sicura e conveniente oltre ad essere l’unica soluzione per ridurre i gas a effetto serra. A parte ribadire il problema irrisolto delle scorie nucleari e gli elevati rischi umani e ambientali in caso di incidente, le tre associazioni rivelano, conti alla mano, come il nucleare rappresenterebbe una spesa esorbitante e anti economica per il paese, da scaricare in buona parte sulle spalle dei contribuenti. “La campagna mediatica rilanciata con grande forza da Scajola” si legge nel dossier ”è costruita su bugie, conti fasulli e favole”. La realtà esposta in tutti gli studi internazionali, assicurano invece Greenpeace, Legambiente e WWF, mostra come l’energia nucleare sia la fonte più costosa e meno competitiva, tant’é che persino l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) prevede una riduzione del peso dell’atomo nella produzione elettrica dei prossimi anni. Gli esempi concreti di come si tratti di un pessimo affare li offrono gli ultimi esperimenti azzardati nella costruzione di nuove centrali. “La Finlandia è oggi l’unico paese che sta ritentando la strada dell’atomo dopo la liberalizzazione del mercato dell’energia” sottolinea Stefano Ciafani di Legambiente. “Qui la costruzione del reattore EPR si sta rivelando un salasso per i contribuenti. I costi sono già aumentati del 25% e secondo le grandi industriali del paese, ciò si tradurrà in un aumento in bolletta di 3 miliardi di euro da spalmare sui contribuenti nei prossimi 5 anni”.

A chi conviene il nucleare allora? Anche su questo punto le associazioni non hanno dubbi: ai gruppi industriali che sanno di poter guadagnare dagli enormi investimenti necessari al rilancio dell’atomo civile: Enel, Endesa e Ansaldo nucleare.

Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 15:29

DAI UN CALCIO AL RAZZISMO

DAI UN CALCIO AL RAZZISMO
DOMENICA 1 GIUGNO
 DALLE 15.00
­­ROMANO PARCO FIUME SERIO
COSTRUIAMO SPAZI SOCIALI
 
DAI UN CALCIO AL RAZZISMO
TORNEO DI CALCETTO ANTIRAZZISTA 3 CONTRO 3 SENZA PORTIERI. ISCRIZIONI A PARTIRE DALLE ORE 15.00.
PREMIAZIONE CON MAGLIETTE AUTOPRODOTTE. ISCRIZIONE LIBERA
BANCHETTI (CONTRO)INFORMATIVI
A cura di: COLLETTIVO USCITA DI SICUREZZA, RETE BASSA,
COLLETTIVO AUTONOMO ANTIFASCISTA DI SERIATE,
COLLETTIVO LIBERI E RIBELLI, YALLA ONLUS, COLLETTIVO Z
LA COSTITUZIONE IN MOSTRA
UNO SGUARDO AGLI ARTICOLI PER CAPIRE COME DOVREBBE ESSERE IL NOSTRO PAESE E COME IN REALTA' E'
SOUND SYSTEM
NO SIAE MUSIC. MUSICA NO STOP DALLE 15.00 PER TUTTI I GUSTI
MICROFONO APERTO AUTOGESTITO
LIBERTA' DI INTERVENTI PER I PARTECIPANTI E
LETTURA DI COMUNICATI DEI COLLETTIVI
CIBI E BEVANDE
CIBO PER ONNIVORI, VEGETARIANI E CREDENTI.
DIMOSTRAZIONI ARTISTICHE
WRITERS REALIZZERANNO STRISCIONI
ESIBIZIONE DI CAPOEIRA
 
IN FESTA PER COSTRUIRE SPAZI SOCIALI
CONTRO VECCHI E NUOVI FASCISMI
ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO
---------------------------------
SPACE INVADERS - IL RITORNO
DOMENICA 1 GIUGNO            SUL FIUME SERIO 
           ROMANO                        DALLE ORE 15.00
Si terrà una festa autogestita da e per invasori di spazi (autoctoni della Bassa e non, orobici e migranti e soprattutto migranti orobici!).
È autogestita perché vuole  dare vita a forme di espressione autonome e  denunciare la politica di gestione degli spazi pubblici nella zona.
È organizzata al fuori dalle meccaniche commerciali, collettivamente, senza rapporti di gerarchia nell'organizzazione e cercando di eliminare la separazione tra chi crea un immaginario e chi lo consuma.
È una festa aperta: una sorta di campo base dove rifornirsi di antidoti contro il nuovo fascismo che avanza, e poi ripartire. Un luogo, soprattutto mentale, dove prendere contatti e tessere relazioni.
È un momento di scambio di saperi e di tecniche: ci sarà un microfono aperto autogestito, ci saranno banchetti con info, cucina, e anche workshop in cui si potrà imparare a fare delle cose insieme.
Dalle 15.00 torneo di calcetto: DAI UN CALCIO AL RAZZISMO!!!
È una festa! Ci saranno musica e bevande.
SPAZI LIBERI, AUTOGESTIONE, FESTA!
Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 11:19

All'Università di Roma un'aggressione di matrice neofascista

Si sta discutendo a Roma se intitolare una via ad Almirante, il segretario dell'MSI, deputato dello stesso partito. La giunta Alemanno è già in procinto a presentare la proposta che desta alcune perplessità. Nessuno ricorda chi era Almirante prima del 1945? Era il direttore di redazione della rivista "Per la difesa della razza", quel compendio di assurdità e brutalità barbare che avvallavano la necessità di annientare tutto ciò che non fosse ariano, cercando di dare "supporti" scientifici, alimentanti l'odio razziale e xenofobo, prodromici per l'accettazione delle leggi razziste varate da Mussolini e la persecuzione di ebrei, nomadi, slavi e altre categorie.
E' abbastanza improponibile dedicare una via di una città Medaglia d'Oro della Resistenza a colui che ha lavorato esclusivamente per l'affermazione delle drammatiche conseguenze derivanti dal fascismo.
In Università, La Sapienza di Roma, sempre nella stessa capitale, il preside della facoltà di lettere e filosofia ha dato il permesso a un'organizzazione di studenti di destra di organizzare un convegno sulle foibe. Il permesso era stato respinto dal rettorato, il cui vicerettore era fortemente contrario alla realizzazione di un appuntamento che sarebbe stato alquanto pericoloso per il mantenimento dell'ordine pubblico e della quiete sociale e pacifica dell'Accademia. L'organizzazione neofascista, non si può che considerarla tale dato che nelle sue fila abbiamo esponenti di nazirock, proponente l'incontro non aveva recesso dalla volontà di fare l'assemblea sulle foibe, nonostante il parere della massima autorità dell'Università. La prepotenza e l'arroganza, tipiche caratteristiche di quete falangi, si evidenziano in ogni momento, come anche a Milano dove, di fronte alla revoca dell'autorizzazione da parte della Prefettura di organizzare un concerto nazirock, gli organizzatori, Cuore Nero, "cugini di Casa Pound" di Roma, Forza Nuova, non recessero dal voler fare la manifestazione apologetica.
E' chiaro che l'iniziativa romana della destra neofascista non era altro che un'assemblea totalmente impermeabile al confronto aperto e laico, dato anche il titolo del convegno, se così si può dire, "La verità sulle foibe", e dati i relatori presenti, ossia Fiore segretario di Forza Nuova con precedenti vari di atti di forte violenza e di apologia negli anni 70 e 80.
In un clima di questa portata si spiega l'aggressione avutasi l'altro ieri alla Sapienza di Roma. E' un'aggressione niente altro quella che è stata perpetrata da un gruppo di giovani trentenni, esterni all'Università, neofascisti che con le automobili hanno bloccato il traffico nella via De Lollis, limitrofa all'Università e hanno potuto, così, agire indisturbati per quindici minuti ad aggredire con mazze puntate e chiodate e catene un gruppo di giovani antifascisti appartenenti ai Collettivi universitari mentre stavano attaccando manifesti di protesta e di denuncia oscurando, giustamente, i manifesti presenti e illeciti, dato il parere negativo del rettorato, promuoventi l'iniziativa sulle foibe.
Due dei giovani dei collettivi sono stati trasportati all'Ospedale, insieme a uno del gruppo neofascista. La propaganda neofascista ha subito cercato di scaricare la "colpa" della provocazione ai giovani dei collettivi, mentre era chiaro che la risposta tenutasi dai collettivi contro l'autovettura degli aggressori era conseguenza di un atto scientificamente preparato dai militanti forzanovisti di aggressione. Il traffico viene fermato, la macchina si apposta vicino ai giovani attivisti nell'atto di attaccare i manifesti di denuncia della vergognosa iniziativa, e il clima preparato permette di agire indisturbati. Il tutto era chiaramente organizzato e premeditato da parte del gruppo di Forza Nuova.
La stampa ha subito cercare di "degradare" e minimizzare la portata del fatto considerandolo immediatamente una semplice "rissa" tra studenti di fazioni diverse, in una funzione di equiparazione, oggi molto di moda, soprattutto nei settori revisionistici dei salotti benpensanti, tra aggressori e aggrediti, tra organizzatori di iniziative provocatorie e anticostituzionali e attivisti antifascisti e democratici. Come avviene per chi dice "anche i repubblichini hanno fatto una scelta ideale per la propria Patria, così come i Partigiani", così ieri sulle pagine dei maggiori quotidiani si è subito parlato di condanna alla violenza, cosa giusta e sana, da qualsiasi parte, però, provenga, non capendo bene che la dinamica dei fatti testimonia come l'incitamento all'aggressione sia stato ordito da una compagnia di scagnozzi neofascisti, fascisti, forzanovisti, apologetici, come dir si voglia.
Una semplice rissa tra due legittime fazioni, tutte e due autorizzate a contrastare reciprocamente, una goliardica "ragazzata" da non considerare e da ritenere ininfluente: sono stati i toni di editorialisti accomodanti.
Non è stata una semplice rissa,nè tanto meno una goliardica ragazzata: è stata un'aggressione premeditata e preparata a fronte di un atto di prepotenza indescrivibile che ha visto gli organizzatori neofascisti non recedere, a fronte del diniego del rettorato, a eseguire un convegno con la presenza di chi ha condanne precedenti per fatti di apologia di fascismo e di istigazione alla violenza.
Occorre vigilare sempre con massima attenzione affinchè si prevengano situazioni simili. Occorre che il responsabile dell'autorizzazione rilasciata e respinta dal rettorato, ossia il Preside di facoltà di Lettere e Filosofia, provveda ad assumersi le conseguenze deleterie di un atto sconsiderato e alquanto infondato nel permettere che un convegno di quella portata, fazioso e pericoloso per la pace sociale dell'accademia. Pensare di avere elevato un convegno di facinorosi sediziosi neofascisti alla portata di un'iniziativa dove il dibattito era negato e dove il confronto era silentito è alquanto ingenuo, da un lato, se non addirittura irresponsabile e funzionale alla creazione di un precedente che avrebbe legittimato futuri eventi di eguale portata. Occorre difendere l'Università, come fatto dai collettivi studenteschi, come luogo democratico di confronto vivace e pacifico, in un'ottica di crescita e di maturazione di quel senso civico e civile che è impresso nel rispetto della nostra Lex Fundamentalis quale la Costituzione. La mia solidarietà alle ragazze e ai ragazzi che hanno difeso la democrazia e l'antifascismo in Università è massima e totale, unendomi alla loro denuncia verso chi vuole degradare l'accademia a laboratorio di sperimentazione di legittimazioni verso forme di apologia di fascismo e di istigazione alla violenza.

Alessandro Rizzo

Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 10:07

Nessun parallelo, un'aggressione fascista

Nessun parallelo, un'aggressione fascista
Marco Bascetta
da Il Manifesto del 28 maggio 2008

Il veleno, la malafede, l'ipocrisia sono già nei titoli, dei telegiornali, dei dispacci d'agenzia, nelle notizie on line dei grandi quotidiani: «rissa». Con conseguenti arresti da una parte e dall'altra. La «rissa» in questione è un'aggressione in piena regola. Ma cambiare le parole non è un gioco ozioso, ha un senso preciso: agitare lo spettro, logoro ma irrinunciabile, degli «opposti estremismi».
Un sindaco con il passato e la formazione culturale, si fa per dire, di Gianni Alemanno incontrerebbe qualche difficoltà nell'aggredire a freddo realtà di movimento e soggetti politici indipendenti da rappresentanze e cordate politiche. Ma, diversamente possono andare le cose potendo denunciare la «spirale della violenza», la «guerra per bande» tra gruppuscoli isolati e ottenebrati dall'ideologia. Rimescolare tutto nel calderone indistinto della «violenza». Ed ecco allora che i vecchi amici di Alemanno, i cultori delle sue giovanili passioni, si adoperano nel mettere in moto la provvidenziale «spirale». E nel tentare di tirarci dentro i collettivi degli studenti, realtà ben radicate nell'Università, impegnate in una battaglia politico-culturale di grande rilievo contro quel processo di banalizzazione, immiserimento e svendita dell'Università che da anni destra e sinistra si passano di mano in mano senza mai dover rendere conto di fallimenti catastrofici e evidenti decadenze. Il profilo del gruppuscolo ottenebrato dall'ideologia nonché da gratificazioni muscolari e guerriere ben si attaglia invece a forza nuova e agli squadristi di via De Lollis. Nessun paragone è tollerabile.
Battendosi contro l'assemblea che Roberto Fiore, il leader di Forza nuova, avrebbe dovuto condurre nelle aule della Sapienza, gli studenti dei collettivi hanno felicemente dimostrato che l'Università non è il salotto di Bruno Vespa, dove tutto è facilmente sdoganabile in ossequio ai desideri del potere politico di turno, dove tutti i giochi sono truccati e sotto stretto controllo. È invece un luogo dove vivono soggettività politiche non disposte a ingoiare passivamente tutto in nome di un pluralismo fittizio e asservito alle gerarchie dominanti. Dove le ideologie neofasciste non hanno cittadinanza né diritto di parola. E da dove un'opposizione degna di questo nome potrebbe infine ripartire. La risposta di sconcertante prevedibilità è stata un'aggressione che va chiamata con il suo nome: fascismo, postfascista se volete, ma pur sempre fascismo.

Giovedì, 29 Maggio, 2008 - 09:48

Estate Navigli:contrapposizione tra i cittadini e "il Palazzo"

All’assemblea dell’altra sera indetta dai comitati del Ticinese ho sostenuto, nel mio intervento, come il Consiglio di Zona 6 e il suo presidente – dandogli atto di impegno e coerenza con alcune scelte assunte dal Consiglio di Zona- si sono mossi per trovare le soluzioni le possibili mediazioni a problemi che si trascinano da anni. Il presidente Girtanner – forse anche visti gli animi accesi - ha promesso di intervenire in ogni dove, di sollecitare la polizia Municipale e le altre FF.OO.. Ma avrebbe dovuto dire che in realtà il Consiglio di Zona non ha alcun potere e spesso quello che viene fatto e deliberato non è tenuto in alcun conto. Molto più onestamente avrebbe dovuto sottolineare che poi il "palazzo" si muove in senso contrario senza tener conto delle richieste legittime dei residenti, delle loro associazioni e/o comitati, ma soprattutto del Consiglio di Zona. Quest'ultimo ha lavorato assieme alle realtà del Ticinese - compresi i commercianti ed esercenti gli esercizi pubblici, assenti all'assemblea dopo aver ottenuto quello che hanno voluto, per elaborare un regolamento che tutti auspicavano fosse tenuto in conto dalla Giunta e diventasse parte integrante di quello comunale. Così, in barba alla partecipazione, non è avvenuto. Nella delibera di Giunta del 16/5,(allegata), non solo non si è tenuto conto delle proposte del Consiglio di Zona elaborate nel regolamento dell’isola pedonale, ma si afferma che lo stesso programma "culturale" doveva passare al vaglio dei CdZona, prima dell’approvazione in Giunta. Invece è stato approvato dalla sola commissione Navigli e non con la totale presenza dei consiglieri iscritti. Anche della commissione comunale di controllo che dovrebbe "monitorare" l'isola per ora non c’è traccia e non sono formulati i compiti effettivi. Mi ricordo inoltre che il presidente Girtanner ha sempre sostenuto, battendo i piedi anche in commissione consiliare comunale, che l'isola non sarebbe partita senza le regole e i controlli. Ebbene le regole (si fa per dire) ci sono, anche se a favore degli esercenti, mai i controlli latitano. Pochi vigili agli ingressi pilomat (lo stesso comandante Bezzon ha dichiarato di non avere personale sufficiente da dislocare la sera), auto in sosta vietata ovunque, sui passi carrai, che bloccano i mezzi pubblici, sulle strisce gialle, in ogni dove. Autoambulanze che devono andare in retromarcia xchè non possono entrare, schiamazzi dentro e fuori i locali. Arredi urbani ancora differenti l'uno dagli altri, pubblicità ovunque. Tutto ciò verificato dalla commissione Navigli del CdZ6 sul posto. E come dice Bertoli il primo appuntamento "culturale" il jazz non si è visto. E sabato scorso era una giornata particolare con ancora limitate presenze al Ticinese. Tutta la vicenda ha un sapore kafkiano e alcuni politici di maggioranza attuano il cosiddetto teatrino col gioco delle tre carte. Sono con i comitati, fanno mozioni a loro favore, poi comunque qualcuno più importante di loro approva in Giunta senza fiatare e appoggia le decisioni del sindaco Moratti e dell'assessore Croci. C'è molto da meditare e adesso che è finita la campagna elettorale, occorrerebbe un pò più di impegno e serietà ad affrontare tematiche importanti come quella della movida del Ticinese prima che sfoci in esasperazione con iniziative incontrollate. A.Valdameri, consigliere di Zona 6 Lista Fo.

Mercoledì, 28 Maggio, 2008 - 23:18

Seconda assemblea pubblica della Sinistra

Seconda assemblea pubblica

Le prospettive della Sinistra in Italia
Dopo la sconfitta elettorale, le ragioni e le proposte per 
ricominciare il percorso della sinistra unita e plurale su nuove basi

Milano - martedì 3 giugno 2008 - ore 20.30
Camera del Lavoro - Corso Porta Vittoria 43

prosegue il dibattito iniziato il 13 maggio con interventi di 
rappresentanti delle zone di Milano, di singole e singoli, di 
comitati, associazioni ecc.

primi promotori

Associazione Culturale Punto Rosso, Leoncavallo Spa, Unaltralombardia, 
Socialismo XXI-Forum Sinistra Europea, Partito della Rifondazione 
Comunista, Sinistra Democratica, Uniti con Dario Fo per Milano, 
Movimento politico per la Sinistra, Forum Ambientalista, Anita Sonego 
(Libera Università delle Donne), Antonio Lareno e Nerina Benuzzi 
(Segr. Cgil Milano), Rolando Mastrodonato (Vivi e progetta un'altra 
Milano) e altri in via di definizione

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