.: Eventi

« Aprile 2024
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          

.: Candidati

.: Link

Pagina Personale

.: Ultimi 5 commenti

.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Venerdì, 30 Maggio, 2008 - 15:04

Luzzatto: la riabilitazione è indecente e interessata

Luzzatto: la riabilitazione è indecente e interessata
Lo storico: «Paragoni azzardati da parte dell'ex presidente della camera, forse punta a qualche incarico istituzionale»
Stefano Milani
da Il Manifesto del 29 maggio 2008

Sergio Luzzatto, da storico come si pone nella diatriba di questi giorni: riabilitare o no la figura di Giorgio Almirante?
Bisogna fare delle distinzioni. Un conto è ricordare la figura dell'uomo politico ripubblicando i suoi discorsi parlamentari, un altro è fare l'elogio della suo passato e delle sue origini che per quanto mi riguarda rimangono deplorevoli e per questo non meritano di essere ricordate. Ma non mi stupisco affatto. Almirante è stato un uomo importante nella storia dell'estrema destra italiana ed è normale che la destra di oggi, più o meno purgata e depurata dal passato, ora che è al potere abbia voglia di riportare in auge il suo leader storico.
Nel ventennale dalla sua morte si sprecano le iniziative, a cominciare dalla strada che il sindaco Alemanno vorrebbe dedicargli. Non trova pericoloso questa facilità di legittimare figure politiche dal passato alquanto discutibile?
Non lo trovo solo pericoloso, ma indecente e vergognoso. La toponomastica di una città, che sia la dedica di un monumento o di una strada, equivale ad attribuire un simbolo. Facendo ciò Alemanno è come se portasse a modello la figura di Almirante tout court. E questo lo trovo francamente rivoltante. Parliamo della capitale d'Italia.
E per fare il «sindaco di tutti» vorrebbe intitolare vie e piazze anche a Berlinguer, Craxi e Fanfani. Secondo lei sono figure politiche paragonabili tra loro?
Assolutamente no. Bisogna fare dei grossi distinguo. Anche Fanfani ha avuto un breve trascorso da intellettuale fascista, ma non è lontanamente paragonabile alla storia personale e politica del segretario del Msi che anche durante il passaggio repubblicano, quello del fascismo in doppio petto, non ha mai avuto segni di pentimento per il suo passato. Su Berlinguer il paragone poi non regge proprio. Ma in questo clima bipartisan che c'è in parlamento non mi stupisco più di niente. Come storico però mi indigno: come si fa a mettere sullo stesso piano due figure così diverse, due storie personali così distanti?
Ieri il presidente della Camera Fini ha definito «vergognose e razziste» le frasi che Almirante scrisse nel 1942 sul periodico La difesa della razza, di cui l'ex leader del Msi era vicedirettore. Cos'è l'ennesima svolta di Fini?
Bisogna riconoscere a Fini un percorso politico lineare e coerente. Magari un po' opportunistico, ma assolutamente dignitoso e gliene va dato atto. Certo, in passato è sempre stato molto ambiguo. Dopo la fine della prima repubblica, dal 1992 alla svolta di Fiuggi del 1995, ha lanciato messaggi anche contraddittori. Da una parte considerava Mussolini il più grande statista del secolo, dall'altro cominciava a ripudiare le idee fasciste. Ora non fa altro che comportarsi come compete alla terza carica dello stato.
A difenderlo è invece Luciano Violante secondo il quale Almirante è stato un «pacificatore» e che nonostante sottoscrisse il manifesto della razza «ne prese pubblicamente le distanze».
Stimo molto Violante dal punto di vista intellettuale, ma queste sue prese di posizione mi lasciano disorientato. Anche se non è nuovo a dichiarazioni del genere. A metà degli anni 90, durante il discorso d'insediamento alla presidenza della camera, si «sforzò di capire» le posizioni dei ragazzi di Salò. Adesso riabilita Almirante. Se voglio essere malizioso oggi come allora spera di ambire ad incarichi istituzionali più alti e prestigiosi. Non credo gli dispiacerebbe diventare giudice della corte costituzionale. Altrimenti non mi spiego perché un uomo della sua cultura si ostini a fare paragoni così azzardati, mettendo sullo stesso piano il ruolo della destra e della sinistra nella storia repubblicana. Lo dovrebbe sapere anche lui, e lo sa bene, che la nostra repubblica è nata grazie al sacrificio delle donne e degli uomini del parito comunista contro il fascismo.