.: Il Blog di Alessandro Rizzo
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22 Festival MIX - Cinema gay lesbico e queer culture
Largo Greppi 1 Milano
Mercoledì 4 Giugno
Ore 19:00
COCKTAIL DI INAUGURAZIONE CITROËN C-CROSSER
Open Bar & Live Dj Set / Andrea Vigna
Dream Boy
di James Bolton, USA 2007, 90'
Ore 15:00
Oggetti smarriti
L'età dell'irruenza
Gay ...et aprés?
di Jean-Baptiste Erreca, Francia 2007, 99'
Chuecatown
di Juan Flahn , Spagna 2007, 93'
Pépita, Laura, Kitty e l'utérus artificiel
di Natal Haziza e Caroline Fournier, Francia 2007, 20'
di Roberto Cuzzillo, Italia 2008, 75'
PLASTIC the (yes) re-MIX party
c/o Plastic
Ore 15:00
Tra il dire e il fare
Donne d'annata
Love and Words
di Sylvie Ballyot, Francia 2007, 44'
A Jihad for love
di Parvez Sharma, USA-GB-F-D-AUS 2007, 81'
Brain & Sexy
Vivere
di Angelina Maccarone, Germania 2007, 97'
Otto; or, Up with the dead people
di Bruce LaBruce, Canada/Germania 2008, 95'
BITSCH! Eden Edition 2008
c/o Black Hole
c/o CSOA Milanese
Ore 15:00
Baby Dykes
Cose da grandi
Etero a chi? (pt. 1)
With Gilbert and George
di Julian Cole, Gran Bretagna 2008, 104'
Brain & Sexy
Queen Of Comedy
Cinzia Leone ritira il premio Queen Of Comedy 2008
di Jonah Markowitz, USA 2007, 97'
Finn's girl
di Dominique Cardona e Laurie Colbert, Canada 2007, 88'
BILLY CLUB Party
c/o Billy Club
Ore 15:00
Incontri & Scoperte
I bambini ci guardano
Improvvisamente l'inverno scorso
di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, Italia 2008, 80'
Chiove
Spettacolo teatrale
Après lui
di Gaël Morel, Francia 2007, 100'
Les filles du botaniste
di Sijie Däi, Francia/Canada 2006, 96'
JOIN THE GAP Party
c/o Borgo del Tempo Perso
Ore 16:00
Bad Girls
Sounds Queer
Etero a chi? (pt. 2)
Divine
di Danio Manfredini, Italia 2008, 28'
Love my life
di Koji Kawano, Giappone 2007, 96'
Derek
di Isaac Julien, Gran Bretagna 2008, 76'
Chiove
Spettacolo teatrale
Ore 16:00
Corteggiando
il meglio dei corti dell
The Beirut Apt.
di Daniele Salaris, Italia-Gran Bretagna 2007, 52'
Chiove
Spettacolo teatrale
Breakfast with Scot
di Laurie Lynd, Canada 2007, 90'
I gesuiti aprono alle coppie omosessuali
La rivista "Aggiornamenti sociali" dice sì alla registrazione delle convivenze: "Sono un contributo alla vita sociale"
I gesuiti aprono alle coppie omosessuali scontro sulla piazza negata al Gay Pride
Per la Compagnia di Gesù il diritto al riconoscimento legale è sancito dalla Costituzione
ZITA DAZZI
MILANO - I gesuiti aprono agli omosessuali e definiscono «scelta giustificabile» quella del riconoscimento giuridico del «legame tra persone dello stesso sesso». Lo sostengono con un articolo di oltre venti pagine sul numero di giugno di «Aggiornamenti sociali», rivista della Compagnia di Gesù, diretta da padre Bartolomeo Sorge, politologo, scrittore, grande esperto della dottrina sociale della chiesa. Il problema è analizzato sotto il profilo dottrinale, giuridico, psicologico, storico, sociale. La conclusione è che «il riconoscimento giuridico, quale presa d´atto di relazioni già in essere, trova la sua giustificazione in quanto concorre alla costruzione del bene comune. Prendersi cura dell´altro stabilmente è contributo alla vita sociale». Al centro San Fedele di Milano, sede della rivista, spiegano che «lo scopo dell´intervento è quello di aprire uno spazio di dialogo e di confronto sereno, fuori dalle strumentalizzazioni politiche» su un tema molto controverso all´interno del mondo cattolico e della società.
L´articolo mette in fuga subito le possibili obiezioni da parte di chi sostiene che il riconoscimento legale delle coppie gay potrebbe minare le fondamenta del matrimonio tradizionale, cioè l´unione fra un uomo e una donna: «La centralità sociale del matrimonio è collegata al compito della generazione ed educazione di nuovi individui». Anzi «pare difficile» che riconoscere «alcuni diritti fondati su una continuità di una convivenza e di una relazione affettiva» possa portare a una «svalutazione» della famiglia tradizionale o a una rivoluzione sociale. Per i gesuiti, la richiesta degli omosessuali per ottenere il riconoscimento legale trova sostegno nell´articolo 2 della Costituzione «il quale prescrive che alla persona debbano essere riconosciuti diritti inviolabili e imposti doveri inderogabili sia come singolo sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità».
Quanto alla scelta della forma giuridica di riconoscimento, l´articolo propende per la mera registrazione della convivenza, senza manifestazione di consenso proprio per evitare di «introdurre modelli paralleli a quelli matrimoniali».
Intanto sale il tono della polemica sul diniego di piazza San Giovanni al comitato organizzatore della tradizionale parata Gay Pride prevista per sabato 7 giugno. Vibrate proteste arrivano dal Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli: «Siamo stupiti e amareggiati. La Questura ha ritirato con due mesi di ritardo l´autorizzazione con la motivazione di un concomitante convegno e concerto corale all´interno dei Palazzi Lateranensi». Il presidente nazionale dell´Arci Gay, Aurelio Mancuso, parla di «grave provocazione politica» e chiede «quali problemi d´ordine pubblico potrebbero sorgere tra una parata nelle vie di Roma e si conclude nella storica piazza e un´iniziativa della gerarchia cattolica dentro la Basilica?». Di «operazione antidemocratica e incivile», parla l´ex ministro Paolo Ferrero (Prc), mentre Anna Paola Concia, deputata del Pd, annuncia un´interrogazione parlamentare. Per i radicali Rita Bernardini, Marco Perduca e Sergio Rovasio si tratta di «un diniego inaccettabile».
Davide Montanari
+39 339 7107082
CASE POPOLARI: GOVERNO REGIONALE SOFFRE DI AUTISMO POLITICO
Il Comune di Milano respinge il registro delle coppie di fatto
E' sconcertante e un po' deprimente notare come un provvedimento di civiltà e di giustizia civica sia stato affossato da posizioni fortemente confessionali, di chiusura e di non comprensione di un diritto che si evolve accogliendo un concetto di tolleranza e di eguaglianza in movimento e in trasformazione continua. Nuove esigenze, nuove realtà, nuove soggettività, nuovi bisogni configurano la necessità di dare riconoscimento a nuovi diritti, nuove personalità giuridiche. Ma è anche incomprensibile il diniego a una simile disposizione, che avrebbe inciso a livello nazionale affinchè vengano riconosciuti diritti e pari opportunità tra soggetti, a prescindere da orientamenti sessuali, da appartenenze di generi. La disposizione avrebbe beneficiato coppie di fatto eterosessuali e omosessuali che si configurano negli ultimi anni come nuclei sempre più in estensione e sempre più solidi, duraturi, continuativi.
Il riconoscimento di una simile realtà in aumento non è prclusivo di una libertà di scelta di configurazione giuridica e di regolamentazione dei rapporti che si vanno a determinare: non mette in pericolo il concetto tradizionale, possiamo dire conservatore, di famiglia fondata sul matrimonio, ma definisce un provvedimento che beneficia il concetto e il principio di famiglia intesa come entità sociale nel rispetto dei diritti delle persone. Ricordiamo la giusta denuncia dell'assenza di una normativa che riconosca le coppie di fatto nel momento in cui in una convivenza la compagna non può vedere perseguibile il proprio convivente autore di violenze nei suoi confronti? E' successo in Campania un simile episodio, all'interno di una coppia di fatto con prole, ma succede in diversi contesti domiciliari, dove la violenza si verifica in modo efferato. Non possiamo negare che la prima causa di morti per omicidio avvenga all'interno delle mura domestiche.
Io credo che la battaglia di civiltà debba proseguire e debba rendere effettivo e conseguente un provvedimento di giustizia sociale e di rispetto e riconoscimento di diritti umani. La laicità conferma uno stato di libertà e di tutela della persona. Il confessionalismo e la cultura del pregiudizio crea discriminazioni ed emarginazioni senza ritorno, spesso drammatiche nelle loro conseguenze.
Credo che nei consigli di zona si debba agire affinchè si pongano in essere delibere che chiedano all'autorità consiliare comunale il riconoscimento di un istituto che possa, come dice la consigliera Carola Colombo, di Forza Italia, pertanto a testimonianza della trasversalità della disposizione e del suo accoglimento e condivisione politica, riconoscere il diritto di assistenza reciproca e di informazione sulla malattia nel momento in cui è necessario "un conforto giuridico".
Proprio in nome della trasversalità, dato che al momento del voto, dopo diversi mesi di rinvio della discussione sul testo, le due coalizioni si sono letteralmente spaccate tra favorevoli, contrari e astenuti, si deve riuscire a condurre, nonostante la battuta di arresto, una battaglia di laicità e di giustizia sociale che sappia portare Milano nell'alveo delle città europee, dove i diritti civili siano universalmente riconosciuti come baluardi contro ogni forma di discriminazione. E' stato piacevole, nonostante la sconfitta amaramente accolta da parte mia, notare come su questi temi ci sia una sensibilità che progredisce oltre agli steccati sterili e ideologici, e ringrazio coloro che hanno creduto in consiglio comunale alla necessità di dare avvio all'istituzione di un registro, prima pietra miliare di una lunga strada verso il riconoscimento giuridico a livello di normazione nazionale delle coppie di fatto come soggetti paritetici per diritti e garanzie alle coppie di diritto.
Ed è proprio per questo che si deve procedere a rendere positivo un provvedimento che non può essere strumentalizzato da pretesti di natura pregiudiziale e ideologica.
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
"Arturo" Oltrepò Pavese, Milano, Dongo.
A.N.P.I . Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Sezione Barona di Milano - Sezione di Zavattarello
Comitato Provinciale di Pavia
INVITO ALLA PRESENTAZIONE IN ANTEPRIMA
del film-intervista
"Arturo" Oltrepò Pavese, Milano, Dongo.
dedicato alla Resistenza di Giacomo Bruni, "Arturo",
partigiano della Brigata Crespi
domenica 8 giugno 2008 ore 17.00
presso la Tensostruttura comunale di Zavattarello
interventi di:
Gionata Romagnese - Sindaco di Zavattarello
Clemente Ferrario - Avvocato, scrittore, saggista
Antonio Pizzinato - Presidente A.N.P.I . Regione Lombardia
Ivano Tajetti - Sceneggiatore e regista di
"Arturo" Oltrepo Pavese, Milano, Dongo.
ospite d'onore Giacomo Bruni, "Arturo"
brindisi a cura della Cooperativa Valli Unite, Costa Vescovato (Al)
Si ringraziano per la collaborazione:
il fotografo Samuele Pellecchia e i giornalisti Claudio Jampaglia
la CGIL, la Camera del Lavoro di Pavia
il Comitato Provinciale A.N.P.I di Milano
l' Associazione La Conta e l' Istituto Pedagogico della Resistenza di Milano
i Coordinamenti sezioni A.N.P.I. Milano zona 6 e Milano zona 5
la Sezione A.N.P.I. di Buccinasco (Mi)
In marcia per il clima
Appello: In marcia per il clima
La verità e "le balle dei comunisti"
A Roma si è evidenziato chiaramente come gli ultimi episodi di violenza e di teppismo siano stati entrambi causati dalla estrema sinistra comunista, questo, nonostante, i compagni e la maggior parte dei giornali gridavano, ed in parte ancora gridano, al presunto "pericolo fascista".
Ora anche Repubblica è costretta ad ammettere che ad assaltare e distruggere i negozi di immigrati a Roma, non sono stati i famigerati quanto fantomatici "naziskin" ma, al contrario, un vecchio compagno, di sinistra, orgogliosamente comunista e fiero di essere nato il 1 maggio, con tanto di Che Guevara tatuato sul braccio!
Stessa cosa vale per gli scontri che si sono verificati all'Università La Sapienza che entrambi gli inquirenti, Digos e Carabinieri, affermano essere stati provocati da teppisti della estrema sinistra che hanno prima insultato e poi aggredito un gruppo di giovani militanti di Forza Nuova. Questi, nonostante fossero in assoluta inferiorità numerica, si sono semplicemente e legittimamente difesi, con coraggio e con onore, mettendo in fuga i loro vigliacchi ed infami aggressori.
Questa è la pura e semplice verità ma i comunisti sono, da sempre, abituati, a stravolgerla ed a strumentalizzarla per i loro loschi fini politici, infamando e calunniando i propri avversari politici (da Berlusconi al Papa, dalla Lega alla destra). E' il loro dna, la disinformazione stalinista, organizzata in modo scientifico per offuscare le menti, creando tensione e terreno fertile alla loro demagogia finto buonista.
Ma gli Italiani, fortunatamente e grazie a Dio, non credono più a questi impostori, ed oramai, ragionano e votano liberamente. I risultati si vedono: la sinistra arcobaleno (che oramai difende solo intellettuali, sindacalisti, gay, immigrati e zingari, fregandosene dei lavoratori italiani) è rimasta fuori dal Parlamento ed il popolo ha votato, in massa, anche nelle regioni rossi e nei quartieri periferici, per la Lega e per le destre.
Ora i comunisti, diventati tutti extraparlamentari, cercano una impossibile rivincita-rimonta, creando, artificialmente, un cima di tensione, odio e violenza per poter riproporre i propri stantii e vecchi slogan antifascisti, ai quali, la stragrande maggioranza degli Italiani, ha dimostrato di non credere più. Compagni: "basta stronzate" e "fumo negli occhi!, la gente vuole, innanzitutto, risposte concrete ai propri problemi quotidiani, dalla sicurezza alla giustizia sociale.
Roberto Jonghi Lavarini
DESTRA PER MILANO
COMUNITA' IN MOVIMENTO
I VIAGGI DI CHI VUOLE BENE AL MONDO
Luzzatto: la riabilitazione è indecente e interessata
Bisogna fare delle distinzioni. Un conto è ricordare la figura dell'uomo politico ripubblicando i suoi discorsi parlamentari, un altro è fare l'elogio della suo passato e delle sue origini che per quanto mi riguarda rimangono deplorevoli e per questo non meritano di essere ricordate. Ma non mi stupisco affatto. Almirante è stato un uomo importante nella storia dell'estrema destra italiana ed è normale che la destra di oggi, più o meno purgata e depurata dal passato, ora che è al potere abbia voglia di riportare in auge il suo leader storico.
Nel ventennale dalla sua morte si sprecano le iniziative, a cominciare dalla strada che il sindaco Alemanno vorrebbe dedicargli. Non trova pericoloso questa facilità di legittimare figure politiche dal passato alquanto discutibile?
Non lo trovo solo pericoloso, ma indecente e vergognoso. La toponomastica di una città, che sia la dedica di un monumento o di una strada, equivale ad attribuire un simbolo. Facendo ciò Alemanno è come se portasse a modello la figura di Almirante tout court. E questo lo trovo francamente rivoltante. Parliamo della capitale d'Italia.
E per fare il «sindaco di tutti» vorrebbe intitolare vie e piazze anche a Berlinguer, Craxi e Fanfani. Secondo lei sono figure politiche paragonabili tra loro?
Assolutamente no. Bisogna fare dei grossi distinguo. Anche Fanfani ha avuto un breve trascorso da intellettuale fascista, ma non è lontanamente paragonabile alla storia personale e politica del segretario del Msi che anche durante il passaggio repubblicano, quello del fascismo in doppio petto, non ha mai avuto segni di pentimento per il suo passato. Su Berlinguer il paragone poi non regge proprio. Ma in questo clima bipartisan che c'è in parlamento non mi stupisco più di niente. Come storico però mi indigno: come si fa a mettere sullo stesso piano due figure così diverse, due storie personali così distanti?
Ieri il presidente della Camera Fini ha definito «vergognose e razziste» le frasi che Almirante scrisse nel 1942 sul periodico La difesa della razza, di cui l'ex leader del Msi era vicedirettore. Cos'è l'ennesima svolta di Fini?
Bisogna riconoscere a Fini un percorso politico lineare e coerente. Magari un po' opportunistico, ma assolutamente dignitoso e gliene va dato atto. Certo, in passato è sempre stato molto ambiguo. Dopo la fine della prima repubblica, dal 1992 alla svolta di Fiuggi del 1995, ha lanciato messaggi anche contraddittori. Da una parte considerava Mussolini il più grande statista del secolo, dall'altro cominciava a ripudiare le idee fasciste. Ora non fa altro che comportarsi come compete alla terza carica dello stato.
A difenderlo è invece Luciano Violante secondo il quale Almirante è stato un «pacificatore» e che nonostante sottoscrisse il manifesto della razza «ne prese pubblicamente le distanze».
Stimo molto Violante dal punto di vista intellettuale, ma queste sue prese di posizione mi lasciano disorientato. Anche se non è nuovo a dichiarazioni del genere. A metà degli anni 90, durante il discorso d'insediamento alla presidenza della camera, si «sforzò di capire» le posizioni dei ragazzi di Salò. Adesso riabilita Almirante. Se voglio essere malizioso oggi come allora spera di ambire ad incarichi istituzionali più alti e prestigiosi. Non credo gli dispiacerebbe diventare giudice della corte costituzionale. Altrimenti non mi spiego perché un uomo della sua cultura si ostini a fare paragoni così azzardati, mettendo sullo stesso piano il ruolo della destra e della sinistra nella storia repubblicana. Lo dovrebbe sapere anche lui, e lo sa bene, che la nostra repubblica è nata grazie al sacrificio delle donne e degli uomini del parito comunista contro il fascismo.
La deriva del razzismo
Il nostro vissuto, i nostri studi e la nostra esperienza professionale ci hanno condotto ad analizzare i processi di diffusione del pregiudizio razzista e i meccanismi di attivazione del razzismo di massa. Per questo destano in noi vive preoccupazioni gli avvenimenti di questi giorni.
La violenza razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto dell'Europa, essa è stata, tra 800 e 900, un corollario della modernizzazione del Paese. Negli ultimi decenni è stata alimentata dalla strumentalizzazione politica degli effetti sociali della globalizzazione, a cominciare dall'incremento dei flussi migratori e dalle conseguenze degli enormi differenziali salariali. Con ogni probabilità, nel corso di questi venti anni è stata sottovalutata la gravità di taluni fenomeni. Nonostante ripetuti allarmi, è stato banalizzato il diffondersi di mitologie neo-etniche e si è voluto ignorare il ritorno di ideologie razziste di chiara matrice nazifascista. Ma oggi si rischia un salto di qualità nella misura in cui tendono a saltare i dispositivi di interdizione che hanno sin qui impedito il riaffermarsi di un senso comune razzista e di pratiche razziste di massa.
Gli avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti dalla stampa, rischiano di riabilitare il razzismo come reazione legittima a comportamenti devianti e a minacce reali o presunte. Ma qualora nell'immaginario collettivo il razzismo cessasse di apparire una pratica censurabile per assumere i connotati di un «nuovo diritto», allora davvero varcheremmo una soglia cruciale, al di là della quale potrebbero innescarsi processi non più governabili.
Vorremmo che questo allarme venisse raccolto da tutti, a cominciare dalle più alte cariche dello Stato, dagli amministratori locali, dagli insegnanti e dagli operatori dell'informazione. Non ci interessa in questa sede la polemica politica. Il pericolo ci appare troppo grave, tale da porre a repentaglio le fondamenta stesse della convivenza civile, come già accadde nel secolo scorso - e anche allora i rom furono tra le vittime designate della violenza razzista. Mai come in questi giorni ci è apparso chiaro come avesse ragione Primo Levi nel paventare la possibilità che quell'atroce passato tornasse.
*** Marco Aime, Etienne Balibar, Rita Bernardini, Alberto Burgio, Carlo Cartocci, Tullia Catalan, Enzo Collotti, Alessandro Dal Lago, Giuseppe Di Lello, Angelo d'Orsi, Giuseppe Faso, Mercedes Frias, Gianluca Gabrielli, Clara Gallini, Pupa Garribba, Francesco Germinario, Patrizio Gonnella, Gianfranco Laccone, Maria Immacolata Macioti, Brunello Mantelli, Giovanni Miccoli, Filippo Miraglia, Giuseppe Mosconi, Grazia Naletto, Michele Nani, Salvatore Palidda, Marco Perduca, Giovanni Pizza, Pier Paolo Poggio, Carlo Postiglione, Enrico Pugliese, Anna Maria Rivera, Rossella Ropa, Emilio Santoro, Katia Scannavini, Renate Siebert, Gianfranco Spadaccia, Elena Spinelli, Ciro Tarantino, Giacomo Todeschini, Nicola Tranfaglia, Alessandro Triulzi, Fulvio Vassallo Paleologo, Barbara Valmorin, Danilo Zolo.
Per adesioni: razzismodimassa@gmail.com
... io ho aderito Alessandro Rizzo Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano Consiglio di Zona 4 Milano