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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Sabato, 31 Maggio, 2008 - 12:33

Il Comune di Milano respinge il registro delle coppie di fatto

Giovedì sera è stato respinto il testo di mozione proposta da alcuni consiglieri, tra cui Patrizia Quartieri, per riconoscere l'istituzione del registro delle coppie di fatto in città. Sono dieci mila le coppie esistenti, tra eterosessuali e omosessuali, tra cui il 10% formate da componenti dello stesso sesso, ma ancora non hanno avuto da parte di una città che si definisce europea la possibilità di porsi come nuclei e soggettività di diritto. A Firenze, a Torino e a Roma da anni esistono i registri, come sussistono in diverse città europee, tra cui capitali di stati dell'Unione. La stessa Unione Europea, in questi giorni, in commissione, ha varato una delibera per cui il Trattato di Lisbona è vincolante nei paesi componenti: questo significa che gli articolati che prevedono misure che eliminino discriminazioni di diritto e di fatto per motivi sessuali e di oritentamento siano direttamente vigenti nel nostro ordinamento, come anche l'articolo che prevede il pari trattamento giuridico tra nuclei familiari e coppie per cui esiste una stabilità affettiva e di rapporto consolidato tra i componenti. Non solo ma ricordiamo che la Corte di Cassazione ha espresso un parere per cui con il termine famiglia si deve intendere qualsiasi entità unita da legami affettivi, sentimentali, amicali tra persone di diverso o dello stesso sesso, di diversa appartenenza generazionale. Questo significa che si può considerare famiglia giuridica anche un rapporto tra una badante e una signora anziana, purchè ci sia stabilità e continuità nel tempo sedimentata e solidifcante il rapporto, e purchè ci sia un reciproco consenso alla realizzazione di un rapporto dei rispettivi rapporti.
E' sconcertante e un po' deprimente notare come un provvedimento di civiltà e di giustizia civica sia stato affossato da posizioni fortemente confessionali, di chiusura e di non comprensione di un diritto che si evolve accogliendo un concetto di tolleranza e di eguaglianza in movimento e in trasformazione continua. Nuove esigenze, nuove realtà, nuove soggettività, nuovi bisogni configurano la necessità di dare riconoscimento a nuovi diritti, nuove personalità giuridiche. Ma è anche incomprensibile il diniego a una simile disposizione, che avrebbe inciso a livello nazionale affinchè vengano riconosciuti diritti e pari opportunità tra soggetti, a prescindere da orientamenti sessuali, da appartenenze di generi. La disposizione avrebbe beneficiato coppie di fatto eterosessuali e omosessuali che si configurano negli ultimi anni come nuclei sempre più in estensione e sempre più solidi, duraturi, continuativi.
Il riconoscimento di una simile realtà in aumento non è prclusivo di una libertà di scelta di configurazione giuridica e di regolamentazione dei rapporti che si vanno a determinare: non mette in pericolo il concetto tradizionale, possiamo dire conservatore, di famiglia fondata sul matrimonio, ma definisce un provvedimento che beneficia il concetto e il principio di famiglia intesa come entità sociale nel rispetto dei diritti delle persone. Ricordiamo la giusta denuncia dell'assenza di una normativa che riconosca le coppie di fatto nel momento in cui in una convivenza la compagna non può vedere perseguibile il proprio convivente autore di violenze nei suoi confronti? E' successo in Campania un simile episodio, all'interno di una coppia di fatto con prole, ma succede in diversi contesti domiciliari, dove la violenza si verifica in modo efferato. Non possiamo negare che la prima causa di morti per omicidio avvenga all'interno delle mura domestiche.
Io credo che la battaglia di civiltà debba proseguire e debba rendere effettivo e conseguente un provvedimento di giustizia sociale e di rispetto e riconoscimento di diritti umani. La laicità conferma uno stato di libertà e di tutela della persona. Il confessionalismo e la cultura del pregiudizio crea discriminazioni ed emarginazioni senza ritorno, spesso drammatiche nelle loro conseguenze.
Credo che nei consigli di zona si debba agire affinchè si pongano in essere delibere che chiedano all'autorità consiliare comunale il riconoscimento di un istituto che possa, come dice la consigliera Carola Colombo, di Forza Italia, pertanto a testimonianza della trasversalità della disposizione e del suo accoglimento e condivisione politica, riconoscere il diritto di assistenza reciproca e di informazione sulla malattia nel momento in cui è necessario "un conforto giuridico".
Proprio in nome della trasversalità, dato che al momento del voto, dopo diversi mesi di rinvio della discussione sul testo, le due coalizioni si sono letteralmente spaccate tra favorevoli, contrari e astenuti, si deve riuscire a condurre, nonostante la battuta di arresto, una battaglia di laicità e di giustizia sociale che sappia portare Milano nell'alveo delle città europee, dove i diritti civili siano universalmente riconosciuti come baluardi contro ogni forma di discriminazione. E' stato piacevole, nonostante la sconfitta amaramente accolta da parte mia, notare come su questi temi ci sia una sensibilità che progredisce oltre agli steccati sterili e ideologici, e ringrazio coloro che hanno creduto in consiglio comunale alla necessità di dare avvio all'istituzione di un registro, prima pietra miliare di una lunga strada verso il riconoscimento giuridico a livello di normazione nazionale delle coppie di fatto come soggetti paritetici per diritti e garanzie alle coppie di diritto.
Ed è proprio per questo che si deve procedere a rendere positivo un provvedimento che non può essere strumentalizzato da pretesti di natura pregiudiziale e ideologica.
Si tratta della vita quotidiana di molte persone e cittadine e cittadini che richiedono di essere riconosciute e riconosciuti tali.
Un caro saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Il Consiglio boccia i Dico comunali

da La Repubblica online del 30 maggio 2008

Pd e Fi divisi: la mozione sulle unioni civili bocciata con 27 voti contro 24
di Stefano Rossi

Il Comune non istituirà il registro delle unioni civili, riconoscendo le circa 100.000 coppie di fatto (un decimo delle quali omosessuali) stimate in città. Ieri il Consiglio comunale ha respinto una mozione firmata da 22 consiglieri dei due schieramenti con 27 no, 23 sì e 3 astenuti.

La mozione, depositata il 29 giugno dello scorso anno, era il convitato di pietra di ogni seduta. Sempre all´ordine del giorno e mai discussa, per la delicatezza del tema e le divisioni fra i partiti.

Il testo presentato in aula da Ines Quartieri di Rifondazione, presidente della commissione Pari opportunità, chiedeva l´istituzione del registro delle unioni civili «comprensivo delle coppie dello stesso sesso che ne facciano richiesta», l´estensione dei diritti garantiti dal Comune (ad esempio il riconoscimento del punteggio del nucleo familiare nelle graduatorie per la casa popolare) e sollecitava il Parlamento a legiferare.

Dopo tanto ritardo, con un dibattito di tre ore e mezza il Consiglio si è dimostrato all´altezza, sia nell´argomentazione che nell´andamento dei lavori. Ritirando una sua mozione sullo stesso argomento, Aldo Brandirali (Fi) ha permesso la più ampia discussione, mentre il regolamento avrebbe previsto un solo intervento per gruppo, più uno in eventuale dissenso.

Impossibile per un tema così politico, simbolico e trasversale, per di più in una città importante come Milano. «Il gruppo non ha una posizione», ha annunciato subito Giulio Gallera per Forza Italia, e il voto ne è stata puntuale conferma.

I sì sono venuti dalla sinistra e dai liberal della maggioranza: lo stesso Gallera, gli altri azzurri Enzo Giudice, Camillo Pennisi e Carola Colombo, che molto si è spesa ricordando i diritti di assistenza reciproca e di informazione nella malattia per «situazioni che esistono e chiedono conforto giuridico».

A favore anche il repubblicano Franco de Angelis, il primo a presentare una mozione nel dicembre del 2006, quando in Parlamento ci si accapigliava sui Dico. De Angelis ha dato una pacata lezione di laicismo: «La Chiesa ha il diritto di richiamare i fedeli, la legge deve garantire tutti i cittadini». Perfino la Destra si è divisa: no di Barbara Ciabò («si apre la strada all´adozione per le coppie omosessuali»), sì di Gianfranco Pagliarini.

I no sono arrivati, invece, da An, dalla Lega e da tutti i centristi, da quelli nel Pd provenienti dalla Margherita: il vicecapogruppo Andrea Fanzago («la mozione non risolve i problemi che pone»), i consiglieri Marco Granelli («riconoscimento troppo simile al matrimonio») e Fabrizio Spirolazzi. Fino a Pasquale Salvatore dell´Udc, che si è richiamato al filosofo cattolico Maritain: «Voto no per rivendicare il ruolo della persona e della famiglia all´interno della società».

Un astenuto per parte, l´azzurro Paolo Massari e Marco Cormio del Pd, più il presidente Manfredi Palmeri, non avrebbero spostato gli equilibri.

«Il rammarico è forte - ha detto Ines Quartieri - Milano ha perso un´occasione per dimostrare di essere una città civile e al passo con i tempi. Sono però contenta che, dopo un anno di rinvii, questo tema sia arrivato in aula, alimentando un dibattito franco e avulso da logiche di schieramento».

(30 maggio 2008)
Commento di Alessandro Rizzo inserito Sab, 31/05/2008 12:34

Ma scusate, il matrimonio civile a che serve secondo voi? Ci si sposa con 30 euro, ce li avrete no?

Coppie di fatto un par di ciuffoli. Io non caccio soldi ne' per etero ne' per omo se questi non pigliano impegni.

Coppie di fatto. BAMBINONI VIZIATI COMUNISTI!

I privilegi che chiedete, MAGGIORI DEI PRIVILEGI DEI SINGOLI CITTADINI CHE VOI AVETE, LI PAGO IO. PER COSA??????

Siete cosi' adolescenziali che pensate che matrimonio=le istituzioni devono benedire il mio amore. Che pena.

Lo Stato caccia i soldi perche' le coppie procreino, questo e' l'UNICO motivo di una cosa che si chiama MATRImonio non a caso.

Gia'.. invece voi volete privilegi PERCHE' VI AMATE.

AHAHAHAHAHAHA e poi sono io omofobico, mica voi pazzi....

A STUDIARE DIRITTO! 

Commento di Utente non registrato inserito Mer, 04/06/2008 13:15