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.: Il Blog di Antonella Fachin
Sabato, 22 Novembre, 2008 - 19:09

Ordine del Giorno per Aung Kyi libera

ORDINE DEL GIORNO
 
“Aung San Suu Kyi LIBERA”
 
per la libertà e il rispetto dei diritti umani in Birmania
 
“Per vivere una vita piena si deve avere il coraggio di farsi carico della responsabilità dei bisogni altrui … si deve voler assumere questa responsabilità. … Il buddismo, fondamento della cultura tradizionale birmana, attribuisce il massimo valore all’uomo che, unico tra gli esseri viventi, può raggiungere la condizione più elevata dello spirito. Ogni uomo possiede il potenziale di attuare la verità grazie alla propria volontà e attività, aiutando gli altri a fare altrettanto”.
 
Queste parole sono di Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione democratica al regime militare in Birmania, dal 1989 agli arresti domiciliari per reati di opinione e fondatrice nel 1988 della Natonal League for Democracy (Nld) partito vincitore alle elezioni nazionali del 1990, ultime svoltesi, dove ottenne l’80% dei seggi. Il regime militare non permise alla “Lega nazionale per la democrazia” di andare al governo, detenendo con la forza e la repressione sanguinaria il potere.
Il padre di Aung combattè per l’indipendenza della Birmania dal Regno Unito: è una delle terre più interessanti dal punto di vista geologico, geografico e archeologico, chiamata perla tra le ex colonie dell’impero britannico.
 
Un dato è certo: la Birmania è un Paese che ha già scelto per la svolta democratica e per un governo tutore e garante dei diritti umani e di libera espressione del pensiero. Ma questo è stato violentemente soppresso dalla dittatura, la quale, per poter rendere accettabile la propria illegittima permanenza al potere alle etnie di minoranza, ha modificato il nome del Paese da Birmania in “Unione di Myanmar”. La tensione rimane molto alta e le violazioni dei diritti umani e civili, universalmente recepiti, sono all’ordine del giorno e denunciate dalle organizzazioni internazionali.
 
Nel 1991 Augn San Suu Kyi è stata insignita del Premio Nobel per la Pace, mentre recentemente il Premier inglese Gordon Brown nel suo libro "Eight Portraits" l’ha considerata modello di coraggio civico per la libertà. Oltre al più alto riconoscimento internazionale, ad Augn San Suu Kyi sono stati consegnati il Premio Rafto, istituito nel 1987 in memoria del professor Thorolf Rafto per coloro che dedicano la propria vita e attività alla difesa dei diritti umani, e il Premio Sakharov per la libertà di pensiero.
 
Nel 1989 le furono comminati gli arresti domiciliari con la possibilità di poter lasciare il Paese qualora avesse avuto intenzione di farlo; ma Augn decise di rimanere in Birmania per poter resistere fino alla fine e non abbandonare l’azione di opposizione al regime.
 
La Provincia di Roma ha aderito all’appello ponendo sul portone di ingresso di Palazzo Valentini, sede dell’Ente, una gigantografia di Aung San Suu Kyi, e approvando un ordine del giorno volto alle organizzazioni internazionali affinché si provveda ad agire per garantire la libertà della leader democratica e il ripristino dei diritti umani e civili in uno stato violentato da anni, si parla dal 1964, di regime militare.
 
A un anno di distanza dalla rivolta dei monaci contro la dittatura, duramente e violentemente repressiva, è opportuno ricordare che in quel Paese i principi fondamentali espressi nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, a 60 anni dalla sua promulgazione da parte dell’ONU, per i quali Augn si è sempre battuta, sono ancora oggetto di gravi violazioni.
 
Rivolgo l’invito tramite il presente ordine del giorno, che indirizzo ufficialmente alla Presidenza del Consiglio di Zona 4 e al Consiglio stesso, affinché il Consiglio di Zona si faccia promotore presso il Comune di Milano di un’iniziativa e di una presa di posizione volte a ricordare e denunciare il comportamento repressivo del regime birmano, richiedere la liberazione di Aung San Suu Kyi, il riconoscimento della “Lega nazionale per la democrazia” e nuove elezioni politiche legali.
 
L’appello, già sottoscritto da diversi esponenti del mondo culturale, del mondo dell’informazione e della società civile, recepito da diversi Enti Locali, tra cui appunto ricordiamo la Provincia di Roma e il Comune di Grosseto, e promosso da organizzazioni internazionali non governative per la tutela e la promozione dei diritti umani, quali Amnesty International, si rivolge ai propri organi istituzionali nazionali affinché si facciano promotori presso le autorità internazionali, quali l’Unione Europea e l’ONU, delle istanze e richieste di libertà e democrazia che provengono dalla Birmania, rilasciando Aung, ingiustamente ostaggio del regime perché sua oppositrice.
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 22 Novembre, 2008 - 19:08

impianto di illuminazione pubblica in Via Sile

Milano, 6 novembre 2008

 
Alla c.a.
Dell’Assessorato alle Infrastrutture, Lavori Pubblici del Comune di Milano;
del Settore Infrastrutture del Comune di Milano;
della Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4 di Milano
 
Oggetto: inadeguato impianto di illuminazione pubblica in Via Sile
 
Considerato
 
Che da tempo in Via Sile si ravvisa, nella parte finale della via e, precisamente, retrostante al supermercato della SMA e all’UPIM, in prossimità di una vasta area di parcheggio, la mancanza di un adeguato e funzionale servizio di illuminazione
 
Visto che
 
Diversi abitanti e residenti della zona hanno espresso ripetutamente istanze in cui si segnala una situazione di insicurezza permanente dovuta all’assenza quasi totale di illuminazione nel tratto interessato, spesso anche causa di pericoli per l’attraversamento della via, data la poca visibilità per i pedoni e per gli automobilisti in arrivo
 
Preso atto altresì
 
Del progetto esposto in diverse occasioni da parte dell’Assessore alle Infrastrutture, Lavori Pubblici, Bruno Simini, anche in riferimento a una riunione di Commissione Territorio tenutasi nello scorso anno in Consiglio di Zona, riguardante un ampliamento e miglioramento del sistema di illuminazione generale della città, al fine di assicurare una copertura adeguata e capillare e, infine, comprendente nuovi impianti basati su nuove tecnologie sostenibili
 
Constatato
 
Che dopo alcuni mesi perdurano ancora, come nello specifico ma non unico caso di Via Sile, situazioni di totale assenza di un adeguato impianto di illuminazione e di garanzia di una giusta ed equilibrata visibilità per i passanti, sia pedoni, sia automobilisti, sia ciclisti
 
si chiede
 
-         all’Assessorato alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici del Comune di Milano i tempi, i modi e i provvedimenti disposti per garantire un avvio adeguato e strutturale di ampliamento del servizio di illuminazione cittadino, oggi ancora assente in molti contesti, come testimonia la segnalazione presente di Via Sile;
-         al Settore Infrastrutture del Comune di Milano di provvedere a rendere funzionale e funzionante l’impianto di illuminazione in Via Sile al fine di assicurare una giusta e completa visibilità per i passanti e di garantire una sicurezza per la cittadinanza residente;
-         alla Commissione Territorio del Consiglio di Zona 4, di provvedere a inserire in una prossima riunione la questione sollevata cpon la presente, invitando funzionari del Settore e dell’Assessorato alle Infrastrutture del Comune di Milano, anche funzionale a realizzare una mappa compiuta e completa delle esigenze e necessità presenti nel territorio circoscrizionale, dove avviare un procedimento di intervento di miglioramento del sistema di illuminazione territoriale
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 22 Novembre, 2008 - 19:07

ecomuseo: anche in zona 4?

Milano, 6 novembre 2008

 
Alla c.a.
Del Settore Aree Cittadine del Comune di Milano;
dell’assessorato alle Aree Cittadine del Comune di Milano;
della Presidenza del Consiglio di Zona 4 di Milano;
del Consiglio di Zona 4 e di tutte le sue componenti
 
Oggetto: ecomuseo, progetto proposto dall’Assessorato Aree Cittadine del Comune di Milano
 
Considerato
 
Che in Zona 9 ha fase attuativa il progetto proposto dall’Assessorato Aree Cittadine del Comune di Milano denominato “ecomuseo”, e che tale progetto riprende una proposta nata nel corso del 2006 e cresciuta tramite la partecipazione di soggetti attivi sulla zona e gruppi di ricerca di etno-antropologia e sociologia impegnati a individuare un’accurata e puntale analisi del territorio e delle sue caratteristiche sociali, culturali, storiche e urbane
 
Visto che
 
Il progetto ha come finalità e obiettivi la promozione del patrimonio territoriale e culturale come risorsa sociale ed economica della zona, comprendente quartieri di diversa portata e natura
 
Preso atto
 
Della volontà predisposta nel progetto di garantire un’analisi antropologica delle trasformazioni urbane e del mutamento sociale e la “partecipazione sociale e politica e le forme di aggregazione spontanea”, presenti sul territorio, parti attrici primarie dell’evoluzione socio culturale della zona
 
Constatato
 
Che la fase elaborativa del progetto, oggi nella sua prima fase di attuazione, ha visto la partecipazione attiva di molti soggetti presenti sul territorio della zona 9, prima realtà dove prenderà avvio l’ecomuseo, al fine di valorizzare, come si legge nella dichiarazione d’intenti del programma elaborato dall’Assessorato, delle caratteristiche storiche e culturali dei quartieri componenti la variegata e diversificata area cittadina
 
Considerata, infine,
 
la complessa definizione di “ecomuseo” che prevede un progetto con finalità anche di valorizzare gli “strumenti per tutelare le tracce delle società rurali in un momento in cui l'urbanizzazione  rappresentava un rischio reale di completo oblio di un patrimonio culturale millenario”
 
viste
 
le numerose esperienze attive in Italia e istituite spesso con legge regionale, come il Piemonte, prima regione dotatasi di una normativa quadro in materia, seguita dalla provincia autonoma di Trento e dalla regione Friuli - Venezia Giulia e, recentemente, anche dalla Regione Lombardia, attraverso la Legge Regionale 13/2007
 
si chiede
 
-         all’Assessorato Alle Aree Cittadine del Comune di Milano se è prevista un’estensione del progetto alle altre 8 zone, dove potrebbe essere istituito e dato avvio un percorso analogo a quello avviatosi in Zona 9, al fine di adottare strumenti e misure utili e funzionali a dare avvio a diverse esperienze di “ecomusei”, luoghi e spazi di condivisione di saperi e conoscenze che valorizzino l’aspetto ecologico, sociale, culturale e storico dei tessuti urbani;
-         all’Assessorato alle Aree Cittadine del Comune di Milano se nel quadro generale del progetto trova spazio, vista la finalità precipua di promuovere “il patrimonio territoriale e culturale come risorsa sociale ed economica della zona”, l’inserimento di proposte di studio di fattibilità di progetti di utilizzo a scopo sociale del patrimonio cascinale, in coerenza con la caratteristica storico architettonica e sociale delle diverse strutture interessate, anche in riferimento alla normativa regionale che comprende come obiettivi degli “ecomusei” la valorizzazione del tessuto agricolo altamente presente nelle zone periferiche della città, in particolare modo la zona 4;
-         alla Presidenza del Consiglio di Zona 4, in coordinamento con la Commissione Territorio e la Commissione Cultura del Consiglio di Zona 4, di provvedere a inserire in una prossima riunione congiunta di commissione o, anche, straordinaria di consiglio, l’analisi della proposta, la definizione di un progetto partecipato che attui la stessa, le forme e i modi di avvio dell’istituzione di un “ecomuseo” in zona, con la presenza di funzionari dell’Assessorato Aree Cittadine e del Settore di riferimento comunale, per la parte esecutiva.
 
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 22 Novembre, 2008 - 19:06

soste vietate in Via Sacconi

Milano, 6 novembre 2008

 
Alla c.a.
Del Settore Mobilità del Comune di Milano;
dell’assessorato alla Mobilità del Comune di Milano;
del settore lavori pubblici del Comune di Milano;
del Comando di Polizia Locale di Zona 4 di Milano;
della Commissione Territorio e Viabilità del Consiglio di Zona 4 di Milano
 
Oggetto: danni arrecati all’attraversamento di Via Sacconi, soprattutto in prossimità delle strisce pedonali, a causa di automobili parcheggiate lungo i marciapiedi e ostacolanti il passaggio pedonale
 
Considerato
 
Che in Via Sacconi da tempo si riscontrano automobili parcheggiate in situazioni non consentite dal codice della strada e in sosta vietata e che tali posteggi arrecano pregiudizio al normale percorso pedonale e alla mobilità dei passanti
 
Constatato
 
In particolare che le automobili vengono lasciate lungo gli attraversamenti pedonali, in prossimità delle strisce pedonali, degli avvallamenti per il passaggio di pedoni di fascia debole, disabili e/o muniti di carrozzine, e che, infine, si trovano spesso autovetture posteggiate in mezzo alla strada nell’ampio spiazzo presente all’imbocco con Via Serlio
 
Preso atto
 
Che, oltre alle succitate situazioni di maggiore problematicità per assicurare l’attraversamento della via, si riscontra anche la permanenza a lungo tempo di autovetture in sosta vietata lungo i marciapiedi della via, arrecando pregiudizio al passaggio pedonale
 
Constatato
 
Che da tempo si discute sull’avvio da parte dell’amministrazione comunale di un progetto che estenda le aree di parcheggio per soli residenti nelle zone periferiche e che, in questo stadio di attuazione della proposta e della disposizione, si penserebbe di costituire parcheggi a solo uso per i residenti, le “strisce blu”, nelle parti più nodali e di maggiore intensità di traffico, quali quelle prossime alle fermate delle metropolitane
 
Preso atto
 
Che a beneficiare dell’estensione saranno, in via sperimentale e di primo corso, le zone limitrofe alle fermate della metropolitana, MM1, di Via Bisceglie e di Viale Monza, nonostante si consideri l’alta esigenza espressa dalla cittadinanza residente nelle zone periferiche della città a garantire l’estensione del provvedimento, funzionale a determinare una semplificazione e maggiore governabilità dei parcheggi esistenti
 
si chiede
 
-         Al Settore mobilità del Comune di Milano di provvedere a esperire forme e modi che possano determinare maggiore ordine nell’appostamento delle autovetture lungo la via e che possano garantire, così, una maggiore attenzione alla tutela del passaggio e dell’attraversamento pedonale sia sui marciapiedi, sia nell’attraversamento della strada lungo le strisce pedonali;
-         Al Settore lavori pubblici di provvedere a inserire lungo le parti più critiche dell’attraversamento, in prossimità delle strisce pedonali e, soprattutto, degli avvalli per l’attraversamento di persone disabili o munite di carrozzine, paletti utili a disincentivare fisicamente e oggettivamente posteggi di autovetture in sosta vietata lungo il lato del marciapiedi e, assicurare così, la garanzia per il passante di un libero accesso;
-         Al Comando della Polizia Municipale di Zona 4 di intensificare i controlli con agenti lungo la via interessata al fine di garantire la prevenzione e la perseguibilità di atti posti in essere dagli automobilisti in palese violazione del Codice della Strada, soprattutto per quanto concerne, nel particolare caso, la permanenza di autovetture parcheggiate nell’imbocco con Via Serlio, nell’ampio spiazzo esistente e adibito all’attraversamento pedonale, congestionanti il giusto scorrimento automobilistico;
-         All’Assessorato alla Mobilità del Comune di Milano, generalizzando la questione alla portata territoriale della circoscrizione, se esiste una modifica del provvedimento posto al fine di attuare la disposizione, in via sperimentale, dell’estensione delle strisce blu nelle zone periferiche, in prima face previsto solamente per le zone adiacenti a punti di intersnodo, quali fermate della metropolitana, al fine di assicurare la tutela di un’esigenza più volte avvertita di avere un provvedimento che possa portare ordine nei parcheggi nelle zone periferiche, assicurando nelle zone altamente residenziali gli abitanti ad avere un adeguato parcheggio in prossimità delle proprie abitazioni, spesso non munite di parcheggi interrati
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 22 Novembre, 2008 - 19:05

strisce pedonali poste in Via Serlio

Milano, 6 novembre 2008

 
Alla c.a.
Del Settore Mobilità del Comune di Milano;
dell’assessorato alla Mobilità del Comune di Milano;
del settore lavori pubblici del Comune di Milano;
della Commissione Territorio e Viabilità del Consiglio di Zona 4 di Milano
 
Oggetto: assenza di proseguimento di marciapiedi alla conclusione delle strisce pedonali poste in Via Serlio nell’imbocco verso Via Longhena
 
Considerato
 
Che a conclusione del marcipiaedi presente in Via Serlio e limitante l’isola pedonale di verde, area giardinetti, nella parte ovest della medesima, sono presenti nel tratto di strada strisce pedonali che occorrerebbero all’attraversamento dei pedoni che si arrecano verso Viale Bacchiglione, inoltrandosi sull’aiuola limitrofa al passaggio pedonale lungo Viale Bacchiglione
 
Preso atto
 
Che le strisce pedonali arrecano a uno spazio non adibito per l’attraversamento in quanto non vi è la presenza di un ambito dedicato al passaggio pedonale, dato che il tratto è sfornito di marciapiedi e che tale situazione determina un ostacolo all’attraversamento
 
Constatato
 
Che l’attraversamento in quella situazione è abbastanza frequente da parte soprattutto dei pedoni e che questi ultimi si trovano costretti ad accedere a un sentiero sterrato e non consono al giusto attraversamento, poco sicuro e fortemente scomodo
 
Preso atto
 
Che diverse cittadine e diversi cittadini hanno mostrato proprie istanze a riguardo, lamentando il fatto di non avere un adeguato prolungamento delle strisce pedonali e che l’attraversamento finisca a “binario morto” nell’accedere alla parte del viale
 
si chiede
 
-         Al Settore mobilità del Comune di Milano di provvedere a esperire forme e modi che possano garantire una sicurezza nell’attraversamento e che siano funzionali a garantire la prosecuzione del medesimo al fine di portare il pedone a condurre un percorso consono lungo un esigibile marciapiedi a completamento;
-         Al settore lavori pubblici di provvedere a disporre misure e provvedimenti funzionali a garantire la costituzione di un marciapiedi lungo la parte ovest dell’aiuola presente in Via Serlio e confinante con Viale Bacchiglione, al fine di dare continuazione necessaria all’attraversamento pedonale tramite le strisce pedonali presenti all’angolo tra Via Serlio e il piccolo corridoio viabilistico intercorrente per accedere a Via Longhena
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

Sabato, 22 Novembre, 2008 - 13:14

HUMOR: morti bianche

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Sabato, 22 Novembre, 2008 - 13:09

HUMOR: riforma delle università

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Giovedì, 20 Novembre, 2008 - 12:35

La Regione commissaria la Provincia e sblocca l’impianto.

PARCOSUD: VIA LIBERA ALL’INCENERITORE
La Regione commissaria la Provincia e sblocca l’impianto.
Repubblica di oggi (allegato) riporta la notizia che il nuovo inceneritore si farà nel Parco agricolo Sud. E’ stato nominato il commissario nella persona del presidente della Provincia, Filippo Penati, e pochi minuti dopo la nomina lo stesso si è affrettato a dire che il nuovo inceneritore si farà nel Parco Sud. Ha aggiunto che ha già dato il via libera alle modifiche del Piano Provinciale Rifiuti, richieste dalla Regione e che ieri stesso, firmando una delibera che, di fatto, esaurisce il suo compito di commissario e metterà la Regione nelle condizioni di decidere. Dopo il chiarimento politico in Provincia, con i Verdi, PRC e Sinistra Democratica sulle barricate e il dietro-front di Penati, a nulla è servito visto che il nuovo inceneritore si farà e proprio nel Parco Sud: resta ancora da decidere dove se a Pieve Emanuele, a Nosedo vicino al nuovo depuratore o a Opera nei pressi del carcere. I sindaci dell’area sud sono contrari e disposti a tutto pur di contrastare questa nefasta logica che vuole il Parco Sud nuova terra di conquista. Non serve poi sostenere che Milano è autosufficiente se solo si raddoppiasse la capacità dell’impianto di Trezzo e il potenziamento di quello di Sesto S.Giovanni. A.Valdameri, consigliere di zona 6 Lista Fo

Giovedì, 20 Novembre, 2008 - 11:09

VOGLIAMO UN PAESE GIUSTO

VOGLIAMO UN PAESE GIUSTO
Giovedì 20 novembre 2008, ore 20,30
salone Di Vittorio della Camera del Lavoro, c.so Porta Vittoria, 43 -
Milano

ASSEMBLEA PUBBLICA

PER ABROGARE IL LODO ALFANO
PER ESSERE UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE
PER TUTELARE I DIRITTI DEI CITTADINI

E' iniziata la raccolta delle firme per indire un referendum abrogativo
della legge 124/2008, il cosiddetto lodo Alfano che sospende il processo
penale nei confronti delle 4 più alte cariche dello Stato.

E' una legge che a nostro giudizio viola principi fondamentali della
Costituzione:
- uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge (art.
3): un incarico politico, anche altissimo, non può sospendere il
processo per reati comuni;
- autorizzazione parlamentare per i processi a carico del
Presidente del Consiglio e dei ministri (art. 96): un filtro per
evitare abusi è ragionevole, l'immunità no ;
- giusto processo e giusta durata di esso(art. 111): se un
politico assumesse un incarico dopo l'altro (succede, succede…)
potrebbero passare anche 15 o 20 anni prima di un processo;
- procedimento speciale per modificare la Costituzione (art.
138): le norme sulla immunità non possono essere approvate con legge
ordinaria.

Inoltre, la legge 124/2008 si applica a tutti i processi in corso e così
rende evidente che lo scopo autentico è la salvaguardia di soggetti che si
trovano attualmente inquisiti ma sappiamo bene che si tratta di una sola
persona.
Stiamo parlando anche di eventuali reati comuni che non hanno rapporto con
l'incarico istituzionale e si riferiscono a comportamenti delle persone per
i quali non si vede perché stabilire regole diverse. E' una legge iniqua,
dunque, che se anche non fosse contraria alla Costituzione sarebbe comunque
pericolosa, perché va in senso opposto ad una diffusa sensibilità ed alla
convinzione per cui quanto più alte sono le cariche e le responsabilità,
tanto maggiore deve essere l'impegno ad essere esempio e modello di
comportamento e tanto più convincenti ed efficaci le regole che ne
assicurano il rispetto.
Proprio su queste ragioni si sono prodotti da tempo un danno alla
autorevolezza delle istituzioni, la lontananza dei cittadini dalla
politica, un abbassamento della tensione morale e civile nel Paese.

Vogliamo affermare il principio dell'uguaglianza di fronte alla legge, la
contrarietà a forme non giustificate di privilegio di funzione e di casta e
nello stesso tempo ribadire il diritto dei cittadini ad esercitare un
potere sulla legislazione, con gli strumenti che la Costituzione mette a
disposizione, ridando fiducia in questo modo a chi crede nella democrazia
come partecipazione attiva dei cittadini.
E vogliamo ancora che, a partire da questa iniziativa, riprenda il
confronto aperto e la necessaria attenzione politica e dell'opinione
pubblica sulle politiche per la giustizia, sulla quale stanno nuovamente
concentrandosi idee e proposte del tutto inadeguate quando non apertamente
negative, sotto il profilo del rispetto della Costituzione e della
effettiva tutela dei diritti dei cittadini, della legalità ed anche della
sicurezza.

Su questi temi, a partire dall'impegno per l'abrogazione del "lodo Alfano"
e la raccolta delle firme per chiedere il referendum, proseguendo per
rilanciare l'impegno per la giustizia, promuoviamo un incontro pubblico che
si terrà

Giovedì 20 novembre, alle ore 20,30, presso il salone Di Vittorio della
Camera del Lavoro, c.so Porta Vittoria 43

presiede
Antonio Lareno, segretario CGIL

intervengono
Vittorio Angiolini, ordinario Diritto Costituzionale Univ. di Milano
Federico Sinicato, avvocato, Osservatorio sulla Giustizia
Orazio Licandro, segreteria naz. PdCI
Alessandro Pollio Salimbeni, consiglio naz. SD
Giovanni Russo Spena, resp, naz. Giustizia PRC

le prime adesioni
Marina Alberti, dir. Prov. SD - Giansandro Barzaghi, ass. Provincia -
Stefano Bazzini, SD – Bruno Casati, ass. Provincia - Marco Cipriano,
vicepres. Consiglio regionale – Chiara Cremonesi, coord. SD Milano – Marco
Dal Toso, segr, prov. PRC – Irma Dioli, ass. Provincia – Tecla Faranda,
avvocato, Giuristi Democratici - Giuseppe Foglia, capogruppo SD Provincia –
Ombretta Fortunati, cons. prov. Prc – Francesco Francescaglia, segr. prov.
PdCI - Massimo Gatti, cons. prov. SD – Luigi Greco, cons. prov. PRC – Luca
Guerra, cons. prov. PdCI - Giuseppe Landonio, cons. com. SD Milano –
Aurelio Mancuso, pre. Naz. Arcigay - Paolo Matteucci, ass. Provincia –
Vladimiro Merlin, cons. com. Prc Milano - Antonello Patta, segr. Prov. PRC
- Alessandro Pezzoni, cons. prov. SD – Gianmaria Pavan, segr, prov. PdCI -
Gianpaolo Pucci, avvocato – Giorgio Riolo, assoc. Punto Rosso – Francesco
Rizzati, cons. com. PdCI Milano; Alessandro Rizzo - Lista Fo -

Per sottoscrivere questa dichiarazione, inviare una mail a:
giustiziaugualepertutti@gmail.com

Giovedì, 20 Novembre, 2008 - 09:52

EXPO 2015 AVVELENA MILANO

EXPO 2015 AVVELENA MILANO

NOI L’EXPO NON LO PAGHIAMO.
Se fino a ieri Expo 2015 era un problema per l’impatto sui territori in termini di cementificazione, speculazione, consumo del suolo e mobilità; oggi, a fronte della crisi finanziaria ed economica globale, Expo diventa un pericoloso imbuto per depredare risorse pubbliche, tagliare altri impieghi del denaro dei contribuenti, svendere patrimonio e beni comuni a speculatori e presunti imprenditori, così bravi da saper stare a galla solo grazie a concessioni, tariffe e regalie pubbliche (vedi Alitalia).
Expo 2015 è solo un passaggio per una più ampia ristrutturazione del territorio Lombardo e di una riorganizzazione del sistema di potere economico-politicofinanziario. Un affare che va al di là di Expo e che richiede risposte forti, diffuse, capaci di mobilitare consenso, partecipazione, conflitto sociale e dei territori.
Contrapporremo alla follia di amministratori incapaci che pensano solo al profitto, il buon senso, i bisogni e la tenacia di chi ha a cuore il diritto a vivere oggi e domani città e territori sani, solidali, a misura dei cittadini più deboli e non in mezzo a gittate di cemento, centri commerciali, mega infrastrutture che squarciano i territori senza portare nulla in termini di reale beneficio.
Non lasceremo che il consumo di territorio renda invivibile la Lombardia più di quanto lo sia già; non lasceremo inquinare aria, acqua e suolo per la cecità di chi pensa infinite le risorse ambientali e irrisorio se il cibo si avvelena. Non possiamo assistere muti mentre speculatori e mafie varie si spartiscono affari, drogando il mercato della casa, in nome di Expo, senza che ci si preoccupi di vigilare e impedire il fenomeno.
Non aspetteremo che smantellino il trasporto pubblico locale per fare autostrade e TAV e non siamo disposti a veder svendere i beni comuni, scuola in primis, per soddisfare l’ego di chi vuole usare Expo per perpetuare vecchi e nuovi poteri (basta fare due conti e si scopre che all’art. 14 della legge 133/08 si stanziano 1486 mln di euro per Expo e all’art. 66 della stessa legge se ne tagliano 1441 all’Università).
Vogliamo cambiare rotta, vogliamo chiedere soluzioni drastiche per diminuire il congestionamento, l’inquinamento di aria, acqua e suolo; soluzioni nuove per il diritto alla mobilità; ridurre l’impatto energetico e investire nelle energie rinnovabili; ridurre i rifiuti e riciclare i rimanenti, altro che inceneritori.
Vogliamo una città spazio pubblico, con politiche abitative realistiche e non favole come quelle che quotidianamente sentiamo da chi amministra Milano.
Vogliamo affrontare i problemi alimentari, a partire dall’agricoltura e dal consumo di prodotti locali, privilegiando la filiera corta ai centri commerciali.
Vogliamo l’interesse pubblico e il bene comune al centro delle priorità, per la difesa dei diritti fondamentali delle persone, dalla salute - che passa anche per la tutela dell’ambiente - al reddito, dalla casa alla sicurezza sul lavoro.
Con queste parole d’ordine attraverseremo i territori e le mobilitazioni dei prossimi mesi, per costruire dal basso un’altra Milano e un’altra Lombardia, saremo là dove il mostro Expo divorerà i territori, perché non vogliamo pagare le loro speculazioni, non vogliamo pagare il loro Expo.
www.noexpo.it - info@noexpo.it

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