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Sabato, 22 Novembre, 2008 - 19:09

Ordine del Giorno per Aung Kyi libera

ORDINE DEL GIORNO
 
“Aung San Suu Kyi LIBERA”
 
per la libertà e il rispetto dei diritti umani in Birmania
 
“Per vivere una vita piena si deve avere il coraggio di farsi carico della responsabilità dei bisogni altrui … si deve voler assumere questa responsabilità. … Il buddismo, fondamento della cultura tradizionale birmana, attribuisce il massimo valore all’uomo che, unico tra gli esseri viventi, può raggiungere la condizione più elevata dello spirito. Ogni uomo possiede il potenziale di attuare la verità grazie alla propria volontà e attività, aiutando gli altri a fare altrettanto”.
 
Queste parole sono di Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione democratica al regime militare in Birmania, dal 1989 agli arresti domiciliari per reati di opinione e fondatrice nel 1988 della Natonal League for Democracy (Nld) partito vincitore alle elezioni nazionali del 1990, ultime svoltesi, dove ottenne l’80% dei seggi. Il regime militare non permise alla “Lega nazionale per la democrazia” di andare al governo, detenendo con la forza e la repressione sanguinaria il potere.
Il padre di Aung combattè per l’indipendenza della Birmania dal Regno Unito: è una delle terre più interessanti dal punto di vista geologico, geografico e archeologico, chiamata perla tra le ex colonie dell’impero britannico.
 
Un dato è certo: la Birmania è un Paese che ha già scelto per la svolta democratica e per un governo tutore e garante dei diritti umani e di libera espressione del pensiero. Ma questo è stato violentemente soppresso dalla dittatura, la quale, per poter rendere accettabile la propria illegittima permanenza al potere alle etnie di minoranza, ha modificato il nome del Paese da Birmania in “Unione di Myanmar”. La tensione rimane molto alta e le violazioni dei diritti umani e civili, universalmente recepiti, sono all’ordine del giorno e denunciate dalle organizzazioni internazionali.
 
Nel 1991 Augn San Suu Kyi è stata insignita del Premio Nobel per la Pace, mentre recentemente il Premier inglese Gordon Brown nel suo libro "Eight Portraits" l’ha considerata modello di coraggio civico per la libertà. Oltre al più alto riconoscimento internazionale, ad Augn San Suu Kyi sono stati consegnati il Premio Rafto, istituito nel 1987 in memoria del professor Thorolf Rafto per coloro che dedicano la propria vita e attività alla difesa dei diritti umani, e il Premio Sakharov per la libertà di pensiero.
 
Nel 1989 le furono comminati gli arresti domiciliari con la possibilità di poter lasciare il Paese qualora avesse avuto intenzione di farlo; ma Augn decise di rimanere in Birmania per poter resistere fino alla fine e non abbandonare l’azione di opposizione al regime.
 
La Provincia di Roma ha aderito all’appello ponendo sul portone di ingresso di Palazzo Valentini, sede dell’Ente, una gigantografia di Aung San Suu Kyi, e approvando un ordine del giorno volto alle organizzazioni internazionali affinché si provveda ad agire per garantire la libertà della leader democratica e il ripristino dei diritti umani e civili in uno stato violentato da anni, si parla dal 1964, di regime militare.
 
A un anno di distanza dalla rivolta dei monaci contro la dittatura, duramente e violentemente repressiva, è opportuno ricordare che in quel Paese i principi fondamentali espressi nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, a 60 anni dalla sua promulgazione da parte dell’ONU, per i quali Augn si è sempre battuta, sono ancora oggetto di gravi violazioni.
 
Rivolgo l’invito tramite il presente ordine del giorno, che indirizzo ufficialmente alla Presidenza del Consiglio di Zona 4 e al Consiglio stesso, affinché il Consiglio di Zona si faccia promotore presso il Comune di Milano di un’iniziativa e di una presa di posizione volte a ricordare e denunciare il comportamento repressivo del regime birmano, richiedere la liberazione di Aung San Suu Kyi, il riconoscimento della “Lega nazionale per la democrazia” e nuove elezioni politiche legali.
 
L’appello, già sottoscritto da diversi esponenti del mondo culturale, del mondo dell’informazione e della società civile, recepito da diversi Enti Locali, tra cui appunto ricordiamo la Provincia di Roma e il Comune di Grosseto, e promosso da organizzazioni internazionali non governative per la tutela e la promozione dei diritti umani, quali Amnesty International, si rivolge ai propri organi istituzionali nazionali affinché si facciano promotori presso le autorità internazionali, quali l’Unione Europea e l’ONU, delle istanze e richieste di libertà e democrazia che provengono dalla Birmania, rilasciando Aung, ingiustamente ostaggio del regime perché sua oppositrice.
 
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano