user error: Unknown column '315milano' in 'where clause'
query: SELECT bc.*, buc.weight
									FROM blog_categories bc, blog_user_category buc
									WHERE buc.uid = 315milano AND buc.catid = bc.catid
									ORDER BY buc.weight in /mnt/data/sites/partecipami/includes/database.mysql.inc on line 66.
user error: Unknown column '315milano' in 'where clause'
query: SELECT *
									FROM blog_blocks
									WHERE uid = 315milano AND type = 'candidati'
									ORDER BY weight in /mnt/data/sites/partecipami/includes/database.mysql.inc on line 66.
user error: Unknown column '315milano' in 'where clause'
query: SELECT *
									FROM blog_blocks
									WHERE uid = 315milano AND type = 'links'
									ORDER BY weight in /mnt/data/sites/partecipami/includes/database.mysql.inc on line 66.
user error: Unknown column '315milano' in 'where clause'
query: 	SELECT 	cp.nid AS pagina
												FROM 	users u LEFT JOIN candidati_pagine cp ON u.uid = cp.uid 
												WHERE	u.uid = 315milano in /mnt/data/sites/partecipami/includes/database.mysql.inc on line 66.
user error: Unknown column '315milano' in 'where clause'
query: SELECT nid FROM node WHERE uid = 315milano AND type = 'blog' in /mnt/data/sites/partecipami/includes/database.mysql.inc on line 66.
Il Blog di Alessandro Rizzo | www.partecipaMi.it
warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /mnt/data/sites/partecipami/includes/common.inc:386) in /mnt/data/sites/partecipami/themes/com06/globals/cookies.php on line 34.

.: Eventi

« Luglio 2024
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        

.: Ultimi 5 commenti


Nessun commento...

.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Giovedì, 23 Aprile, 2009 - 11:34

HUMOR: IL LAUREATO in Abruzzo

Il laureato.

Posted by Arnald under Diversamente occupati, 20 aprile 2009
abruzzo3.png
Cari precari,
questa mattina a L’Aquila è stata consegnata una laurea ad honorem in memoria di Lorenzo Cinì, ragazzo di 23 anni che si sarebbe laureato oggi, se non fosse morto sotto le macerie della casa dello studente.
Ieri, intanto, un nuovo scandalo sotto il sole: nel capoluogo abruzzese erano pronte e chiuse due nuove case dello studente che non hanno subito il benché minimo danno dal terremoto.
Perché allora non usarle, visto che gli studenti avevano chiamato più di una volta le autorità per rendere noti i dissesti e i tentennamenti dell’edificio? La spiegazione è semplice e tutta italiana: l’operazione di trasferimento e la gestione dei nuovi edifici erano antieconomiche.
Dunque, come sempre accade in questo paese di merda (ricordate gli estintori vuoti della Thyssen?) si pensa prima al soldo che alla vita delle persone. Onestamente, se fossi il padre dello studente miseramente crepato (e basta col cazzo di politically correct), ammazzato dalle nostre istituzioni, con quella laurea mi ci pulirei pubblicamente il culo.
E poi che riparta pure la costruzione della città: tanto per come vanno le cose qui da noi, dobbiamo solo aspettare che venga di nuovo tirata giù a colpi di mazzetta. - Arnald
Giovedì, 23 Aprile, 2009 - 11:31

Se la maggioranza è tiranna

Se la maggioranza è tiranna
Nadia Urbinati - la Repubblica  -  23-04-2009

Le democrazie si reggono sul consenso. La formazione del giudizio politico dal quale si sviluppa il consenso è per questo una parte essenziale della legittimità democratica, la quale non è circoscritta alle regole attraverso le quali si prendono decisioni. C´è un´altra parte che compone la legittimità, che è informale, non direttamente traducibile in legge e che, per questa ragione, è stata chiamata soft power: l´opinione. La democrazia vive di una tensione sana e necessaria tra il potere costituito o istituzionale (regole e procedure) e il potere in formazione o extra-istituzionale che è la politica in senso lato o il giudizio pubblico. Non è irragionevole pensare alla democrazia come a un ordine politico che si regge su un disaccordo permanente tra legittimità istituzionale e fiducia dei cittadini. Il grado di disaccordo tra questi due livelli varia ma non si dà mai, né può darsi mai, una coincidenza tra la volontà di chi fa le leggi e prende le decisioni e chi giudica. Provare a risolvere il disaccordo o cercare di stabilire omogeneità è una tentazione pericolosa anche se mai completamente domata. Le tirannie, i fascismi, i populismi sono stati e sono il segno che questa tentazione è stata perseguita e ha avuto successo. Il potere non ama essere criticato e nemmeno controllato: identifica l´informazione come un´intrusione e addirittura una critica. Le democrazie costituzionali sono parte di questa storia, anche se sono dotate di norme che in teoria dovrebbero renderle più immuni a quegli esiti funesti.
Alcune costituzioni sono più attrezzate di altre. L´articolo 5 della Costituzione tedesca dichiara che «ognuno ha diritto di esprimere e diffondere liberamente le sue opinioni e di informarsi senza impedimento da fonti accessibili a tutti». La nostra Costituzione non è altrettanto esplicita, ma l´evoluzione della nostra giurisprudenza è andata nella direzione dell´affermazione della libertà di informazione, sia come libertà di esprimere opinioni che come diritto a essere informati (una libertà che leggi improvvide hanno vanificato permettendo la formazione di fatto di un sistema di monopolio privato dell´informazione).
Quella dell´opinione è una libertà complessa perché mette in campo non soltanto la libertà di raccogliere e divulgare informazioni, ma anche quella di criticare comportamenti, fatti e idee. La garanzia della libertà di espressione è naturalmente importante quando si tratta di idee che possono non piacere alla maggioranza. I diritti sono baluardi protettivi per chi non ha dalla sua il potere: che la maggioranza rivendichi il diritto di parola è semplicemente un assurdo, un rovesciamento delle parti.
L´informazione mette in atto due forme di libertà: quella civile o dell´individuo e quella politica o del cittadino. E sta insieme a controllo e a formazione dell´opinione: abbiamo bisogno di sapere per poterci formare un´opinione e decidere; e abbiamo bisogno di sapere per controllare chi decide. L´informazione è un bene pubblico dunque come la libertà e il diritto (e come libertà e diritto non è a discrezione della maggioranza). È soprattutto un bene che ci consente di avere altri beni: per esempio, un governo che faccia buone leggi o che non sia corrotto (l´informazione rivela l´errore e smaschera la disonestà). L´informazione fa parte perciò dell´onorata tradizione dei poteri negativi o di controllo, anche se la sua è un´influenza solo indiretta e informale. Senza questo controllo le democrazie non vivono. Le regole del gioco non sono tutta l´opera della democrazia. Giornali, televisioni, sistemi informativi elettronici: tutto questo fa parte del modo con il quale il gioco democratico è giuocato.
Scriveva Alexis de Tocqueville che senza contropoteri istituzionali e extraistituzionali la società rischia fatalmente di identificarsi con l´opinione della maggioranza, di parlare con una voce sola, di essere omogenea nei gusti e nei valori; di essere in una parola una nuova forma di dispotismo. Ma il dispotismo democratico del quale parlava Tocqueville cresceva come per un´innata forza delle cose, non per la volontà di qualcuno. Era la logica stessa dell´opinione pubblica a generare omogeneità di vedute e docilità. L´Italia non sembra rientrare in questo caso perché da noi la manipolazione dell´informazione è un fatto scientemente perpetrato e voluto; è l´esito della responsabilità di qualcuno. La nostra assomiglia per questo a una democrazia populista (e la proposta di riforma costituzionale in senso presidenzialista va in questa direzione). Ma con questa importante novità: poiché usa il sistema mediatico e non quello della propaganda di partito o della repressione, l´esito che favorisce non è alla fine diverso da quello descritto da Tocqueville. Se avrà successo, per esercitare un dominio incontrastato , la maggioranza non avrà bisogno di sospendere i diritti politici. L´opinione parlerà con una voce sola e le poche voci di dissenso saranno come voci nel deserto.

Mercoledì, 22 Aprile, 2009 - 15:09

Agostino "Tino" Casali

Nato a Milano il 25 aprile 1920, Presidente nazionale dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
Cresciuto in famiglia con principi di libertà e democrazia, già a scuola (si sarebbe diplomato in ragioneria), ebbe a subire le conseguenze della mancata adesione alle organizzazioni fasciste. Ciò non gli impedì, durante il Secondo conflitto mondiale, di ricevere, dopo che era stato ferito, una decorazione al valor militare.

Dopo l'8 settembre 1943 Casali, che era mobilitato nella Francia meridionale, partecipò alla guerra partigiana contro gli occupanti tedeschi. August Colombanì (questo il nome di copertura che aveva scelto), si battè con il maquis, nel Vaar-Collebrieres. Rientrato in Italia all'inizio del 1944,“Tino” (questo il suo nuovo nome di battaglia, che avrebbe poi sempre conservato per i compagni e per gli amici), affiancò Angelo Aliotta nell'organizzazione dei GAP del capoluogo lombardo.
Nella primavera del 1944 il trasferimento nell'Oltrepò pavese, per organizzarvi le formazioni partigiane che si stavano costituendo nella zona. Prima comandante del Battaglione “Cosenz”, poi commissario della Brigata “Casotti”, “Tino” alla vigilia dell'insurrezione era commissario di guerra della Divisione d'assalto “Antonio Gramsci”. Questa formazione di montagna, equipaggiata e armata con mezzi pesanti, dopo aspri combattimenti, superati il Po e il Ticino e liberata Pavia, sarebbe entrata per prima a Milano partecipando alla sua liberazione.
Dopo la guerra, Tino Casali riprese la sua attività professionale, ma soprattutto si impegnò (dopo aver fondato con Arrigo Boldrini e altri patrioti l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), nella direzione dell'ANPI provinciale di Milano, di cui è tutt'ora Presidente, e nell'attività nelle organizzazioni democratiche. Dal 1951 al 1958 è stato segretario provinciale e regionale del Movimento dei Partigiani della Pace; dal 1956 al 1965 consigliere al Comune di Milano; nel 1969 promuove la costituzione del Comitato Permanente Antifascista per la Difesa dell'Ordine Repubblicano, di cui è presidente-coordinatore, che è diventato punto di riferimento dell'impegno democratico di istituzioni, forze politiche e sociali contro il terrorismo e la strategia delle stragi e della tensione. Ha presieduto, dal 1976 al 1981, l'ente ospedaliero milanese “Luigi Sacco” e dal 1980 al 1990 è stato di nuovo consigliere comunale, assolvendo dal 1980 al 1985 al ruolo di assessore.
Non a caso Tino Casali è tra i protagonisti del film documentario Il primo giorno-Milano, 25 aprile 1945, realizzato dalla Provincia di Milano (con la regia di Marco Pozzi su progetto dello stesso Pozzi e di Sergio Fiorini) e presentato, al Teatro “Dal Verme” di Milano, nel sessantesimo anniversario della Liberazione.
Al 14° Congresso nazionale dell'ANPI, che si è tenuto a Chianciano Terme nel 2006, Casali (che aveva svolto la relazione introduttiva) è stato eletto Presidente nazionale, succedendo ad Arrigo Boldrini, impossibilitato per motivi di salute a continuare a dirigere l'Associazione.

Mercoledì, 22 Aprile, 2009 - 15:06

Appello dell’ANPI per il 25 aprile 2009

A.N.P.I. A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E P A R T I G I A N I D ’ I T A L I A COMITATO NAZIONALE ____ 00192 Roma – Via degli Scipioni, 271 – Telefoni 06/3211949 – 3212345 –3212807 – Fax 06/3218495 Ente Morale Decreto Luogotenenziale n. 224 del 5 aprile 1945 – c/c p. 36053007 – Cod. Fisc. 00776550584 www.anpi.it - e-mail anpisegreteria@libero.it oppure anpi.naz@libero.it

Appello dell’ANPI per il 25 aprile 2009

Celebriamo quest’anno il 25 aprile in una situazione molto difficile per l’Italia, non solo per la grave crisi economica e sociale che essa attraversa, ma anche per i pesanti attacchi all’ordinamento democratico e costituzionale.
Per questo vogliamo richiamare nell’attualità i grandi valori dell’antifascismo e della democrazia, affermati con il movimento di Liberazione nazionale che ha rinnovato l’Italia.
Ormai più di mezzo secolo ci separa da quella data, ma il percorso di lotte e sacrifici che ad essa ha condotto e i risultati che da essa sono scaturiti, in sostanza la sua eredità, devono essere continuamente rievocati, affinché il presente sia compreso e affrontato, in nome dell’interesse generale, anche e forse soprattutto attraverso la conoscenza del passato. Solo così il 25 aprile, lontano dall’assumere il valore di una ricorrenza meramente formale, può costituire il punto di partenza per una riscossa delle forze sane del Paese.
Se la Liberazione è stata sostanzialmente realizzata dagli alleati – con il contributo essenziale della Resistenza – la trasformazione istituzionale della nostra Patria da monarchia a repubblica nonché l’elaborazione e l’entrata in vigore della Costituzione sono state merito esclusivo del nostro popolo che ha voluto e saputo cambiare l’identità dell’Italia, da paese totalitario a paese democratico nel senso più avanzato e lungimirante, anche alla luce di quello che fu in pari tempo il varo dello Statuto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite che ha consacrato per la prima volta a livello internazionale la parità dei diritti di tutti gli esseri umani.
Per la pace nel mondo e per un futuro desiderabile dell’Italia è necessaria e urgente una diffusa, appassionata e unitaria assunzione di responsabilità, capace di contrastare validamente e sconfiggere un’insidiosa deriva populista che sta allontanando le istituzioni e la società italiana dalla Costituzione repubblicana per dar luogo ad un sistema autoritario, incontrollato e personalistico. Frutto di questa degenerazione politica è per esempio il tentativo di equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani con una proposta di legge (n. 1360) contro cui l’ANPI è impegnata e che deve essere bloccata con il contributo di tutte le forze istituzionali e democratiche. Dobbiamo difendere la Costituzione, bussola della democrazia, e pretenderne l’attuazione.
Occorrono senso di responsabilità, affermazione del bene comune, spirito fortemente unitario, scelte democratiche e coraggio nel prendere le decisioni politiche idonee a garantire il progresso civile e sociale del nostro Paese.
Questa è la sfida sempre attuale del 25 aprile.

Mercoledì, 22 Aprile, 2009 - 08:35

25 aprile 2009 visto da destra

Il 25 aprile è una faziosa ricorrenza comunista da abolire. Non sarà mai la festa di tutti gli italiani, proprio perché nasce partigiana (cioè di parte), fondandosi sulla retorica resistenziale dei "vincitori", sull’odio e sul sangue della guerra civile. La destra è, da sempre, per una vera pacificazione ed unità nazionale ma, questa, deve fondarsi su una memoria storica condivisa, basata sulla verità dei fatti.

A 63 anni dalla fine della Guerra Civile, che divise gli Italiani, è doveroso rendere Onore a tutti coloro che hanno lealmente servito la Patria, sotto le Bandiere Tricolori del Regio Esercito e della Repubblica Sociale Italiana. Lo Stato, il Presidente del Governo Silvio Berlusconi ed il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, dovrebbero, finalmente, riconoscere gli oltre 600.000 Volontari, soprattutto giovani e giovanissimi, che aderirono alle Forze Armate ed ai Corpi Ausiliari della RSI.

In particolare vogliamo ricordare gli oltre 45.000 Caduti e lo splendido esempio di Eroismo, Fede, Coraggio e Sacrificio dei Combattenti della RSI Decorati al Valor Militare (24 Medaglie d’Oro, 320 d’Argento, 608 di Bronzo e 774 Croci di Guerra), delle 5.000 Ausiliarie del SAF (Servizio Ausiliario Femminile), prime donne soldato in Europa, e dei 962 Sacerdoti Cattolici Cappellani Militari.

La comunità (politica, storica ed umana) della “destra milanese” ricorderà, come ogni anno, i suoi Caduti, domenica 26 aprile alle ore 10.30, al Campo X del Cimitero Maggiore di Milano, dove si svolgerà una breve Cerimonia Militare ed una Santa Messa Tradizionale in Latino di suffragio.

Ricordiamo che l’ex  Sindaco di Milano, On. Gabriele Albertini, seppur in forma privata, ha sempre reso omaggio anche ai Caduti della RSI del Campo X. Ci aspettiamo analogo gesto di civiltà ed umanità, anche dall’attuale primo cittadino, Letizia Moratti, e, soprattutto, dal Candidato di PDL-Lega alla Presidenza della Provincia di Milano, On. Guido Podestà.

La destra italiana
riconosce e rispetta la democrazia (fin dal 1946), onora gli eroi come il carabiniere Salvo D'Acquisto e stima i partigiani "bianchi" (cattolici, monarchici e liberali) come il conte Edgardo Sogno Rata del Vallino ma, nonostante le personali quanto infami abiure di Fini, non sarà mai antifascista e non celebrerà mai il 25 aprile.
Invece di andare in piazza con i partigiani comunisti, fra bandiere rosso sangue e centri sociali, e, prima di andare a rendere il giusto omaggio ai cimiteri militari dei liberatori (invasori) anglo-americani; i rappresentanti politici del PDL rendano finalmente giustizia alle centinaia di migliaia di loro compatrioti che combatterono dalla parte "sbagliata" che, per noi, rimarrà sempre la parte giusta, quella dell'Onore, della Fedeltà e della Patria.
Roberto Jonghi Lavarini
Presidente del Comitato DESTRA PER MILANO
 

Martedì, 21 Aprile, 2009 - 14:41

ANPI,salta il tram museo.ATM dice no ai partigiani

Il Tram della Resistenza non s'ha da fare. L'idea di noleggaire un tram per invitare la cittadinanza alla manifestazione del 25 aprile era venuta alla sezione ANPI della Barona.
"A bordo volevamo mettere una mostra sui momenti salienti della lotta partigiana a Milano e volevamo fare un girio attorno al Duomo, al Castello, fermandoci infine in piazza Fontana, con una banda musicale, per distribuire volantini, per parlare assieme della Resistenza, dice Ivano Tajetti, presidente della locale sezione.
ATM ha risposto picche adducendo motivazioni di sicurezza e che non noleggiano meszi per iniziative politiche, religiose, sindacali.
Pochi giorni fa i mezzi ATM sono stati usati per trasportare le bandiere nere degli attivisti di Forza Nuova.
In allegato l'articolo apparso oggi su La Repubblica a cura di Zita Dazzi e il comunicato stampa delle opposizioni in Consiglio  di zona 6 sulla vicenda.

Lunedì, 20 Aprile, 2009 - 15:46

Largo Gelsomini - Progetto alternativo

Giovedì 16 aprile u.s. la commissione ha analizzato l'ipotesi alternativa di prevedere i parcheggi "a spina di pesce" sulla parte esterna, aggredendo l'area verde e riqualificando lo sterrato centrale adibendolo a parco. E' stata analizzata anche un ipotesi più "strong" che prevedeva l'unificaizone fuinzionale delle tre aree verdi, scartata per i problemi di viabilità che la stessa avrebbe prodotto.

Il punto di criticità più significativo rilevato è l'abbattimento degli alberi sui lati strada - cosa inevitabile considerando un ingombro di alemeno una decina di metri per l'angolo di manovra per i parcheggi. Inoltre non sono emerse proposte significative per il riutilizzo dello sterrato centrale.

Si è convenuto comunque di inviare ai settori Arredo e Decoro Urbano, Sviluppo del Territorio e al Settore Tecnico dell'ATM le due proposte alternative per avere un parere preventivo primo di operare una scelta definitiva in consiglio di Zona.

 

Cordialmente

 

Massimiliano Bombonati

Presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Urbanistica - Gruppo PDL

Lunedì, 20 Aprile, 2009 - 15:32

Il cinema LGBT abita a Torino

24° Da Sodoma a Hollywood        
Torino GLBT Film Festival
23/30 Aprile 2009

http://www.tglff.com

Ambrosio Cinecafè
Cinema Ideal Cityplex (serata di apertura e di chiusura)

Inaugura giovedì 23 aprile 2009 la 24a edizione di “Da Sodoma a Hollywood”, Torino International GLBT Film Festival, la 4° con il Museo Nazionale del Cinema per la gestione e l’organizzazione.

Oltre ai tre concorsi internazionali, tra gli eventi nel programma del 2009, segnaliamo la retrospettiva dedicata a Giuseppe Patroni Griffi (scrittore e regista di teatro e di cinema), la Carta Bianca a Ferzan Ozpetek (ci introduce nei film della sua vita) con ospite Franca Valeri, un omaggio a Filippo Timi, figura unica nel panorama italiano impegnato tra cinema, teatro e letteratura; altri omaggi a Adorfo Arrieta, cineasta e pittore che era tra i pionieri del cinema glbt europeo, a Guy Gilles, sperimentatore di un cinema poetico, a Shu-Lea Cheang, interessante cineasta sperimentale taiwanese “radical&sex&punk”, e alla scrittrice australiana Dorothy Porter, e per l’occasione Valeria Solarino legge alcuni brani dal romanzo in versi La maschera di scimmia. Ci sarà una finestra sui programmi televisivi cult Society e Sugar Rush, rispettivamente due serial con focus lesbico dal Sudafrica e dall’Inghilterra. Due eventi per ricordare i vent’anni della caduta del muro di Berlino e i quaranta dagli scontri di Stonewall a New York.

Oltre ai tre concorsi internazionali, tra gli eventi nel programma del 2009, segnaliamo la retrospettiva dedicata a (scrittore e regista di teatro e di cinema), la Carta Bianca a (ci introduce nei film della sua vita) con ospite , un omaggio a , figura unica nel panorama italiano impegnato tra cinema, teatro e letteratura; altri omaggi a , cineasta e pittore che era tra i pionieri del cinema glbt europeo, a , sperimentatore di un cinema poetico, a , interessante cineasta sperimentale taiwanese “radical&sex&punk”, e alla scrittrice australiana , e per l’occasione legge alcuni brani dal romanzo in versi La maschera di scimmia. Ci sarà una finestra sui programmi televisivi cult , rispettivamente due serial con focus lesbico dal Sudafrica e dall’Inghilterra. Due eventi per ricordare i vent’anni della caduta del muro di Berlino e i quaranta dagli scontri di Stonewall a New York.I temi trasversali di molti film e documentari sono ancora una volta la lotta contro l’aids e la discussione attorno alle difficoltà vissute dalle persone glbt nei paesi in cui l’omosessualità è tuttora un tabù. Non mancano tuttavia commedie leggere dagli Usa e dalla Spagna, o riflessioni sulla storia politico-culturale più recente.
GRAN SERATA di APERTURA FESTIVAL
Giovedì 23 aprile – ore 21.30 – Cinema Ideal Cityplex
Con l’intervento di Lucia Ocone e la partecipazione straordinaria di Franca Valeri
L’edizione 2009 si apre con l’anteprima italiana della esilarante sit-comedy in arrivo dalla Spagna Fuori menù – Fuera de carta di Nacho G. Velilla (2008): il film che esce nelle sale italiane il giorno dopo, venerdì 24 aprile, è l’opera prima di un regista cult di sit-com per la tv spagnola. Questa sorpresa dal mondo delle sit-com spagnole racconta una storia di conflitti famigliari, tra il romanticismo e lo spirito moderno: Maxi è proprietario di un ristorante chic nel quartiere Chueca di Madrid, noto per la sua alta percentuale di abitanti gay, e vive una vita tranquilla e soddisfacente, tra gli obiettivi professionali (aggiungere un’altra stella nella famosa guida Michelin) e la vita sentimentale, gay. Le cose cambiano con l’inatteso arrivo dei due figli, nati dal matrimonio (incidente di percorso), e del nuovo vicino di casa (un attraente giocatore di calcio dall’Argentina)…
Saranno presenti: Nacho G. Velilla, Javier Cámara (attore), Andrea Cirla (Bolero Film)
SERATA di CHIUSURA e PREMIAZIONE
Giovedì 30 aprile – ore 21.30 – Cinema Ideal Cineplex
Gran finale con la cerimonia di premiazione presentata da Vladimir Luxuria, con intervalli musicali tratti dal suo ultimo spettacolo Stasera ve le canto (accompagnata al piano da Gabriele Cofrancesco e per la regia di Roberto Piana). Intervengono: Georgeanne Kalweit, Pia Tuccitto
All’insegna della musica la serata di chiusura, Georgeanne Kalweit - nota in Italia come voce dei Delta V - canta Somewhere Over the Rainbow in omaggio a Judy Garland, mentre Pia Tuccitto – cantautrice rock italiana – si esibisce in alcuni brani suoi, che sono stati scelti e interpretati da Vasco Rossi e da Patty Pravo.
Chiude l’edizione numero 24 la proiezione fuori concorso di Mentiras y gordas del duo Alfonso Albacete e David Menkes, ancora dalla Spagna. Già campione di incassi, dopo sole due settimane di programmazione nelle sale, il nuovo film di Albacete e Menkes (già vincitori al Festival nel 2000), narra le vicende di un gruppo di giovani in vacanza che sta preparandosi per scoprire la vita futura, tra segreti, bugie, sesso, confusione, notti e feste folli.
Un’altra esilarante commedia, “giovane e notturna”, in arrivo dalle terre di Almodovar.
LE SEZIONI DEL FESTIVAL
Concorsi Internazionali
Tre sezioni competitive giudicate da tre giurie internazionali: Concorso lungometraggi – Premio Ottavio Mai (5000 euro offerti dal festival), Concorso documentari (2500 euro offerti dal festival), Concorso cortometraggi (1500 euro offerti dal Coordinamento Torino Pride). Per ogni sezione competitiva è previsto anche un premio del pubblico.
Tra i/le componenti della giuria internazionale segnaliamo la presenza di Harry Baer, attore tedesco noto soprattutto per aver fatto parte del gruppo artistico attorno a R.W.Fassbinder sin dal primo film Katzelmacher nel 1969, emancipatosi ben presto a fare da collaboratore indispensabile dietro la cinepresa (soprattutto per Berlin Alexanderplatz, Lili Marlène, e l’ultimo splendido Querelle). E quella di Donatella Maiorca, regista del film Viol@ nel 1999, di serie tv (Un posto al sole, La squadra) e del recente Viola di mare, con Valeria Solarino che interpreta una donna lesbica nella Sicilia ottocentesca.
Premio Nuovi Sguardi
Assegnato dal comitato di selezione del Festival a un film, tra lungometraggi e documentari, che rifletta l'evoluzione del cinema queer; tra la capacità di attraversare i linguaggi più diversi e quella di fondere le questioni legate all'identità con i generi cinematografici.
Fuori Concorso e Panoramiche
Prime visioni di film di registi affermati a livello internazionale o titoli in uscita nelle sale italiane caratterizzano la sezione Fuori Concorso e tre sezioni non competitive (lunghi, corti e doc) offrono un'esaudiente "panoramica" sullo stato della più recente e stimolante produzione glbt in pellicola e video.
Tra i titoli citiamo la prima mondiale di Boy del regista filippino Auraeus Solito dopo essere stato censurato al festival di Singapore; Nés en 68 di Olivier Ducastel e Jacques Martineau, che mette a confronto le due generazioni, quella che ha lottato nel 68 e quella che è nata nel 68; e il sequel di Another Gay Movie, con nuove folli avventure sexy dei quattro protagonisti: Another Gay Sequel: Gays Gone Wild dell’americano Todd Stephens.
La Retrospettiva: Giuseppe Patroni Griffi
Regista teatrale e cinematografico, è scomparso nel 2005. Nel cinema come in teatro i suoi trasgressivi personaggi sono portatori di una visione del mondo sensuale e libertaria che tende a scardinare i tabù sociali legati alla sessualità, in cui l'omosessualità ha in più di un caso un ruolo di primo piano. Tra i film presentati, il debutto del 1962, Il mare, e Metti una sera a cena del 1969, che, dopo la realizzazione teatrale è diventato un film di successo con Florinda Bolkan e Jean-Louis Trintignant, provocando interventi censori.
Voice Over 4
L’arte negli anni ottanta dei General Idea (collettivo artistico attivo nel Canada) e di Keith Haring (il noto graffitista) e il mondo contemporaneo di Wolfgang Tillmans; gli ultimi due film della pioniera Barbara Hammer e il nuovo progetto low-budget dell'innovativo Pascal Robitaille, L’Apesanteur. E tante altre proposte nella sezione in cui il cinema si contamina e dà vita a tanti linguaggi quante sono le sfumature dell'occhio.
Europa Mon Amour
Muscoli in gonnella: i peplum all'italiana
Si prosegue sulla scia della ricerca iniziata con gli Spaghetti Western un paio di anni fa, per addentrarsi stavolta nelle avventure dei cosidetti film Peplum. Siamo negli anni cinquanta e sessanta e il cinema italiano si popola di muscoli gonfi, gonnelline, corte spade, pettorali e addominali, gambe solide e nude: occasioni per mostrare le nudità maschili come facevano negli Usa le riviste di culturismo. Tra i titoli in programma: La vendetta di Ercole di Vittorio Cottafavi (1960), Il colosso di Rodi di Sergio Leone (1961) e Il figlio di Spartaco di Sergio Corbucci (1962).
Music & Movie Icons
UK 1979-2009: Da Ashes to Ashes alla Common People GenerationA colpi di musica, trent'anni di rivoluzione del gusto queer Made in UK
: dalle trasgressioni di David Bowie al trasformismo new-romantic dei Visage, dal successo planetario degli Smiths, a quello radiofonico di canzoni come Smalltown Boy, dalla consacrazione dei Soft Cell a quella dei Pet Shop Boys, fino agli anni novanta, l'era del brit-pop e della "Common People", come cantavano i Pulp: canzone contro gli eccessi del decennio precedente, elogio della normalità come diversità. Strada seguita oggi da band come Franz Ferdinand e The Rakes, nella cui musica gli ultimi tabù, semmai ce ne fossero ancora, si abbattono con l'ironia.
EVENTICarta bianca a Ferzan Ozpetek
Un invito a presentare "i film della sua vita" al regista de Le fate ignoranti (2001), Saturno Contro (2006) e del recente Un giorno perfetto (2008). Tra i titoli scelti grandi classici come Narciso nero di Michael Powell e Emeric Pressburger, del 1947, La signora mia zia di Morton DaCosta, del 1958, e Leoni al sole di Vittorio Caprioli, del 1961.
Tre Premi Speciali: a Ventura Pons, Monika Treut e John Greyson
al regista de Le fate ignoranti (2001), Saturno Contro (2006) e del recente Un giorno perfetto (2008). Tra i titoli scelti grandi classici come Narciso nero di Michael Powell e Emeric Pressburger, del 1947, La signora mia zia di Morton DaCosta, del 1958, e Leoni al sole di Vittorio Caprioli, del 1961.La proiezione del nuovo film Forasters (2008) è l’occasione per consegnare il Premio Speciale al regista catalano Ventura Pons, figura di rilievo spesso presente nel corso degli anni al Festival torinese. Uno dei pionieri del cinema gay, ha all’attivo la realizzazione di 20 lungometraggi, alcuni dei quali anche distribuiti nel nostro paese (ricordiamo Il voltapagina, 2002). Ha suscitato reazioni controverse alla Berlinale 2009 invece Ghosted di Monika Treut, regista tedesca attiva dai primi anni settanta (con Elfi Mikesch alla fotografia) per ridisegnare la mappa dei personaggi femminili, a cui va il secondo Premio Speciale, mentre il terzo è riservato a John Greyson, autore canadese di Fig Trees che ha vinto il Teddy Award per il miglio documentario a Berlino, ma che è noto inoltre per il suo forte impegno contro l’aids:  Fig Trees infatti è un’indagine sulle case farmaceutiche produttrici dei farmaci curativi del terrificante virus.
A Vent'anni dalla caduta del Muro di BerlinoPer ricordare la vita nella città divisa
: Westler di Wieland Speck (1985) e Coming Out (1989) di Heiner Carow. Inoltre c’è il divertente documentario Ein Traum in Erdbeerfolie (Comrade Couture, 2008) di Marco Wilms sul mondo parallelo della moda e di chi negli anni del regime socialista nella ex DDR voleva crearsi una esistenza fantasiosa.
L'evento è in collaborazione con la Biennale della Democrazia che si svolge a Torino, parallelamente al Festival, dal 22 al 26 aprile.
Stonewall: Da Judy Garland a Harvey Milk
Ombre sul palcoscenico (1963) di Ronald Neame è l'ultimo film interpretato dall'icona del mondo gay di allora, Judy Garland, morta il 22 giugno 1969, pochi giorni prima dei violenti scontri a New York tra il movimento glbt e la polizia al bar Stonewall Inn, nel Greenwich Village. Da lì a qualche anno Harvey Milk, giovane attivista gay di San Francisco, con il suo motto "Hope" avrebbe iniziato la sua lotta per i diritti civili… e ne vediamo il tragico epilogo nello straordinario documento che ha girato Rob Epstein l’indomani alla liberazione del suo assassino: The Times of  Harvey Milk del 1985.
GLI OMAGGI
Filippo Timi: “Peggio che diventare famoso”
Figura unica nel panorama italiano tra cinema, teatro e letteratura, l’attore dei recenti film di Gabriele Salvatores (Come dio comanda) e di Marco Bellocchio (Vincere) arriva sugli schermi del festival con alcuni personaggi memorabili: il Conte Masoch in L’eredità di Caino di Luca Acito e Sebastiano Montresor - un viaggio nel labirinto umano della perversione e della purezza, liberamente ispirato alla figura di Leopold von Sacher-Masoch, in cui Timi ha lasciato un segno profondo sulla visione generale del film; Zanna nel secondo film di Saverio Costanzo, In memoria di me  (alla Berlinale 2007), il seminarista ribelle che apre gli occhi al giovane novizio Andrea sullo “strano” mondo della chiesa, e il partigiano in bilico tra lotta e libertà nel pluripremiato Homo Homini Lupus di Mattia Rovere.
Adorfo Arrieta: deliri d'amore
Autore spagnolo vicino alla Nouvelle Vague francese, anche pittore e grande conoscitore dell'opera di Jean Cocteau. I suoi corti realizzati a Madrid negli anni sessanta valgono come pietre miliari del cinema indipendente, mentre il suo Les Intrigues de Sylvia Couski, realizzato a Parigi, nel 1974 è considerato la prima opera militante underground parigina, e il mediometraggio Tam-Tam del 1975 è un vero mosaico di quegli anni, tra vita, arte e desiderio.
Guy Gilles: il tempo fuori tempo
Nato ad Algeri nel 1938, arriva in Francia verso la fine degli anni cinquanta. Nel primo lungometraggio, L'Amour à la mer (1962), appaiono Juliette Greco, Romy Schneider, Jean Pierre Léaud, nonché Patrick Jouané, che diventa da quel momento il suo alter ego sullo schermo e il suo compagno nella vita. Marguerite Duras  ama il secondo lungometraggio di Gilles, Au pan coupé (1968), e Jeanne Moreau lo sostiene per realizzare, nel 1972, Absences répétées, senza dubbio il film più autobiografico di questo cineasta eclettico tra cinema, pittura, scrittura e fotografia.
Cinema in versi: Dorothy Porter  
Un ricordo della poetessa australiana Dorothy Porter, recentemente scomparsa, attraverso i suoi lavori per il cinema: The Eternity Man (2008) di Julian Temple e La maschera di scimmia, noir lesbico, originariamente scritto come romanzo in versi e trasformato in film da Samantha Lang (2000).
Shu-Lea Cheang: Radical&sex&punk
Videoartista originaria del Taiwan, vive e lavora a Parigi. Con le sue opere (videoinstallazioni , opere in rete interattive, ma anche film) vuole richiamare l’attenzione del pubblico sulle connessioni tra media e mondo reale, per gettare le basi a sviluppare nuovi modi di vedere e di guardare la realtà. Al Festival si vedranno i due lungometraggi Fresh Kill (1994) e I.K.U. (2000) oltre ad alcuni corti realizzati tra il 1995 e il 2008, in cui si intersecano varie tecnologie e i temi a lei cari: la complessità nelle relazioni di potere, tra capitalismo e merce, lotte sociali e differenze sessuali, femminismo e diritti per gay e lesbiche.
Serie lesbiche: “Sugar Rush” e “Society” – un confronto tra Gran Bretagna e Sudafrica
Una delle serie tv a tematica glbt più amate di questi ultimi anni, trasmessa dalla rete inglese Channel Four, ha sollevato critiche e polemiche per la vicenda centrata sull'omosessualità della protagonista quindicenne Kim. Mai trasmessa da una tv italiana, Sugar Rush è però diventata di culto nella comunità lesbica del nostro paese che ne rincorre le puntate su internet... La ormai tradizionale attenzione del Festival per il mondo dell'adolescenza si ibrida con quella per i fenomeni legati ai nuovi media. A ciò si associa il confronto con la realtà di giovani donne nere descritta nel serial sudafricano Society, dove si percepisce il vento liberatore dopo l’introduzione delle Civil Union Acts e della non discriminazione su base sessuale nella costituzione applicata da Nelson Mandela.
Immagine del film SHANK di Simon Pearce - sezione Panoramica Lungometraggi

Lunedì, 20 Aprile, 2009 - 15:30

Amnesty: Fujimori condannato, onore alla giustizia

Perù: secondo Amnesty International la condanna dell'ex presidente Fujimori rappresenta una pietra miliare nella lotta per la giustizia

CS051: 07/04/2009

www.amnesty.it

Amnesty International ha dichiarato oggi che la condanna dell'ex presidente peruviano Alberto Fujimori è una pietra miliare di straordinaria importanza nella lotta contro l'impunità e mostra come nessuno sia esente dal rendere conto del proprio operato.

La Sezione criminale speciale della Corte suprema peruviana ha emesso il verdetto di colpevolezza in relazione ai casi di Barrios Altos (15 persone assassinate nel 1991), de La Cantuta (nove studenti e un docente universitario sequestrati e poi uccisi nel 1992 da un gruppo paramilitare legato all'esercito) e dei sotterranei SIE (dove vennero tenute due persone sequestrate). I tre giudici, all'unanimità, hanno concluso, che l'ex presidente Fujimori è responsabile personalmente e penalmente in ciascuno dei tre casi, avendo all'epoca comando militare effettivo su coloro che commisero i crimini in giudizio.

"È stata fatta giustizia in Perú" - ha dichiarato Javier Zuñiga, osservatore di Amnesty International al processo nei confronti di Alberto Fujimori. "Oggi è una giornata storica. Non capita tutti i giorni di vedere un ex capo di stato condannato per violazioni dei diritti umani quali torture, sparizioni e sequestri di persona. Speriamo sia solo il primo di molti processi del genere in America Latina e nel resto del mondo".

"Ora è fondamentale che tutti i responsabili delle violazioni dei diritti umani commesse in Perú, comprese quelle che chiamano in causa i governi che precedettero quello di Fujimori, siano chiamati a rispondere di fronte alla giustizia. Sparizioni, torture, stupri sono crimini che non cadono in prescrizione se commessi su vasta scala, com'è il caso del Perú" - ha aggiunto Zuñiga.

FINE DEL COMUNICATO                                                             Roma, 7 aprile 2009

Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it

Mercoledì, 15 Aprile, 2009 - 16:27

La Movida universitari: pochi spazi, alti i prezzi, molti divieti

Spero che il servizio su Centodieci di Repubblica pubblicato oggi sia stimolo e inizio per discutere su una mancanza intollerabile che rende la città "metropolitana" di Milano un paese di provincia estrema, quasi "meccanica" per dirla con un linguaggio cinematografico alla Paravidino. Parlo del bisogno indissolubile di tante studentesse e di tanti studenti, di giovani e di ragazzi, di trovare spazi e luoghi dove potersi incontrare, parlare, confrontarsi, divertirsi, senza scadere inevitabilmente in un consumerismo fine a sè stesso, del mercato dello svago che tanto imperversa nei quartieri "in" della grande "mela" lombarda. Leggo su un forum studentesco di universitari del Politecnico un messaggio postato da un giovane studente dove si dice espressamente che Milano ha "bisogno di dare spazi ai suoi studenti universitari, che non si sentono chiamati in causa in una città progettata su misura per chi lavora". Io aggiungerei che questa città è ormai progettata solo per chi può pagarsi un alloggio a residenza privata, solo per chi attende di avere qualche appalto per poter edificare incidendo sulla controriforma del regolamento edilizio contestato anche da settori della stessa maggioranza arlecchinesca di governo del Comune, oppure per quelle pensionate e per quei pensionati, grande rispetto nutro per questa categoria, soprattutto per la memoria vivente che possono tramandare cemetnficando i legami di civiltà di una società post moderna portata all'oblio, destinati, però, a vivere nelle segrete mura delle proprie case, magari passando la propria quotidianità davanti a un "talk show" dove si discute di veline o di fatti di cronaca nera.
In questi primi giorni di sole le serate per diverse studentesse e diversi studenti si prospettano essere prime occasioni e opportunità di svago e di incontro, di conoscenza, fuori dallo studio e dalle ore dedicate alla ricerca scientifica, alla preparazione degli esami. I Botellon, le feste organizzate direttamente in forma autogestita dagli stessi ragazzi, ricordiamo quelle che vengono "celebrate" in Piazza Leonardo Da Vinci, oppure quelle presenti nei fine settimana presso le Colonne di San Lorenzo, sono luoghi e scenari urbani che diventano scenografie per "young party" notturni. La conflittualità, in una città diventata sempre più insofferente a tutto ciò che devia dalla routine quotidiana consueta, tar categorie è alimentata da un'amministrazione comunale che, anzichè prevedere e provvedere a dare risposte opportune e adeguate, soprattutto condivise, alle diverse necessità, definisce delibere e circolari all'insegna delle chiusure e dei transennamenti, degli isolamenti e delle proibizioni, divieti, in un'ottica che insterilisce e invecchia Milano.
Paolo, nello stesso articolo, un ventunenne studente di giurisprudenza che viene da Lecco, denuncia espressamente gli alti prezzi dei locali presenti nella Milano notturna e la volontà di evitare di pagare alti costi per poter rivendicare spazi e luoghi dove passare ore liete e in compagnia. Molti ragazzi vivono gli spazi offrendo birra a basso costo e mettendo ad alto volume la musica dalla propria automobile, creando, così, veri e propri intrattenimenti spontanei in piena strada.
Esiste un problema a Milano: la città non riesce a ospitare persone giovani con la voglia di ballare a basso costo. La movida meneghina difetta di un classismo senza ritorno: chi può ha le porte spalancate degli spazi commerciali del mercato del divertimento, mentre chi non può deve arrabbattarsi a ricercare spazi e offerte per trascorrere ore in serena compagnia. L'amministrazione comunale ha fallito anche in questo ambito, ormai da tempo. Sono convinto che tra qualche settimana il problema della movida milanese si riverserà sulle pagine dei maggiori media, senza avere risposte giuste e condivise da parte dei diretti responsabili del governo della città. Le disposizioni saranno come sempre l'aumento dei controlli della vigilanza urbana, giusti ma iniqui se rimangono essere gli unici strumenti di risoluzione di un disagio complesso, i transennamenti e la "privatizzazione" sicuritaria delle piazze, le più belle che la città possa offrire, i divieti di vendita di determinate bevande in determinati orari in determinati contenitori. Una città è europea quando riesce a fare convivere diversità in un contesto municipale partecipato e condiviso: altrimenti diventa luogo di esclusione, di emarginazione, di intolleranza, di paura, di timore, di individualismo egoistico, di sospetto, di autoreferenzialità. Una città europea riesce a dare risposte plurali a interessi diversificati: dare opportunità, occasioni di crescita collettiva e personale, offerte culturali differenti e molteplici, plurali, momenti di espressività libera e autonoma, di creatività progressiva.
Dicevamo qualche anno fa di riempire le piazze di iniziative artistiche, teatrali di strada, di arte libera e accessibile: l'amministrazione comunale cosa ha provveduto di fare e predisporre in merito?

Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo per Milano - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

...
105 106 107 108 109 110 111 112 113
...
RSS feed