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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Mercoledì, 21 Febbraio, 2007 - 09:45

Tutt in Piazza fiaccolata a Roma il 17 marzo


 

Tutti in piazza per una grande fiaccolata in nome della pace nel mondo il 17 marzo 2007

All’interno della Campagna Mondiale per la Pace e il Disarmo Nucleare lanciata lo scorso mese di ottobre, stiamo organizzando dei pullman per partecipare alla creazione del più grande Simbolo della Pace Umano mai realizzato al mondo; l’evento si terrà il 17 marzo 2007 a Roma in contemporanea alle seguenti città del mondo:
http://www.simbolod ellapace. net/  
Infine stiamo lanciando una campagna per un'Italia libera dalle armi nucleari, con una petizione che chiede al governo di restituire le armi presenti nelle basi Nato. Abbiamo verificato che gli stati che fanno parte della Nato possono decidere autonomamente di non accettare queste armi ed hanno il potere di richiederne la rimozione; Canada, Grecia, Danimarca e Islanda hanno rimosso gli ordigni nucleari USA-NATO dal loro territorio, pur continuando a far parte della Nato.
L'uscita dalla Nato resta nelle nostre proposte, ma vogliamo rendere evidente la malafede di chi utilizza sempre il rispetto dei nostri impegni internazionali per bloccare qualsiasi tentativo di opporsi alle pretese degli Stati Uniti .
Vi allego l'appello; la petizione si puo' firmare online sul sito
http://www.partitou manista.it/ petizioni 

Mercoledì, 21 Febbraio, 2007 - 09:37

Giù le Armi

Giù Le Armi                               
PACE, DIFESA, LAVORO
non hanno bisogno degli F35 a Cameri
Apparteniamo al movimento che ha detto NO alla guerra in Iraq e chiede politiche attive di pace: “chi vuole la pace, prepara la pace”.
Siamo fortemente contrari al progetto USA di 2.700 F35, cacciabombardieri d’attacco; all’acquisto italiano di 131 F35, alle ingenti spese militari sottratte a spese sociali e al coinvolgimento del territorio novarese.
I caccia multiruolo Joint Strike Fighters, progettati da Lockheed Martin Corporation, sono bombardieri da guerra, trasportatori di bombe e potenziali trasportatori di testate nucleari. Costeranno ai cittadini italiani da 150 a 250 milioni di euro l'uno (totale da 20 a 30 miliardi di euro per l’ordinazione prevista: 131 velivoli). L'Italia è partner di 2° livello, con una dipendenza tecnologica e politica dagli Stati Uniti, con aggiunta negli anni di ulteriori spese per gli aggiornamenti del sistema: sarà interessata dalla produzione di alcune parti presso aziende sparse in Italia e all’eventuale assemblaggio a Cameri. Tutto ciò nel caso si concluda l'accordo con gli Stati Uniti, nazione padre del progetto;
Si tratta di un progetto costosissimo (già versato un miliardo di euro per parteciparvi) e lungo, che allontana l'Italia da un quadro di riferimento europeo e la lega alle scelte e ai tempi del Pentagono. Inoltre stona vistosamente con le attuali esigenze di contenere la spesa pubblica anzi consuma somme pubbliche ingenti che si possono impegnare per obbiettivi sociali ambientali occupazionali civili. Un progetto che nasce a livello militare-industriale, un progetto al quale dicono NO altri paesi europei e altre forze politiche europee in Germania, Belgio, Gran Bretagna, Norvegia. In Olanda la Corte dei Conti mette in discussione la sostenibilità economica del progetto. Anche l'Italia può fare scelte diverse;
da ultimo la questione morale: e questa riguarda ognuno di noi come persona e nella collettività. Aerei come gli F35 sono velivoli di attacco al suolo, trasportatori di bombe aria-terra, aria-aria e anche possibili testate nucleari. Abbiamo ancora davanti agli occhi gli effetti dei bombardamenti aerei israeliani in Libano ed il costo enorme in vittime civili e distruzioni. Il mestiere della guerra prevede di uccidere e di morire e l’Italia nella sua Costituzione ripudia la guerra. Vuol dire che deve investire altrove, non nella guerra, non per la morte, ma per giustizia sociale, diritto internazionale, cooperazione e solidarietà
Chiediamo che le somme rese disponibili nella finanziaria 2007 per il Progetto F35 siano impegnate per:
1.ricerche e progettazione finalizzate alla riconversione dell’industria bellica, come previsto dalla Legge nazionale 185 e da disegni di legge regionali presentati sia in Lombardia che in Piemonte 2.politiche di cooperazione internazionale (l’Italia è al penultimo posto nella graduatoria delle potenze internazionali per il rapporto PIL/aiuti allo sviluppo e quindi in vergognoso ritardo nel raggiungimento di uno degli Obiettivi ONU del Millennio)

Martedì, 20 Febbraio, 2007 - 08:11

assemblea nazionale a Roma

 

CONTRO LA GUERRA GLOBALE
PER IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE DALL’AFGHANISTAN  
SMILITARIZZARE  LA POLITICA ITALIANA 
PROPOSTE PER UNA PROSPETTIVA POLITICA DI PACE
ASSEMBLEA NAZIONALE – 24 febbraio 2007 a Roma
Teatro Colosseo, via Capo d'Africa , 5a - dalle 10 alle 17

MATTINA  dalle 10 alle 13,30
Presentazione: un’assemblea per saperne di più, per discutere, per progettare iniziative
Alessandra Mecozzi - uff. internaz. Fiom-Cgil; CISDA
L’Afghanistan visto da vicino: analisi e testimonianze sulla guerra, la società civile, l’economia, la lotta per la ricostruzione, la pace e la democrazia
Intervengono: Maryam Rawi (RAWA – Afghanistan); Emanuele Giordana (Lettera22); Maso Notarianni (Peacereporter); Leopoldo Tartaglia (dip. internaz.Cgil)
Noi e la guerra: tavola rotonda su spese, missioni e basi militari; la questione Nato.
Coordina: Nicoletta Dentico - giornalista
Intervengono: Alex Zanotelli, Tommaso Di Francesco (il manifesto); Cinzia Bottene (no Dal Molin-Vicenza), Piero Maestri (Guerre&pace); Tonio dell’Olio (Libera); Giulio Marcon (Sbilanciamoci)
POMERIGGIO Dalle 14,30 alle 17,00
Forum di discussione: quali campagne, quali iniziative, quali impegni del movimento contro la guerra e per la pace (associazioni, organizzazioni, movimenti nazionali e locali)
Promuovono: ARCI, ATTAC, ASSOCIAZIONE PER LA PACE, FIOM-CGIL, CISDA - ITALIA-RAWA, RETE LILLIPUT, DONNE IN NERO, CGIL-LAVORO SOCIETA', RETE 28 APRILE-CGIL, SdL INTERCATEGORIALE, GUERRE&PACE, COORDINAMENTO COLLETTIVI UNIVERSITARI; BEATI I COSTRUTTORI DI PACE, LIBERA, PAX CHRISTI, UN PONTE PER...
Adesioni:
Giovani Comunisti, Unione degli Studenti, Brescia social forum, gruppo Bastaguerra Milano, Comitato Fermiamo la guerra Firenze, Assoc. Utopia reale (Albano L.), Assoc. Obiettori non violenti, Ass. Liblab, Ass. Sinistra critica, Lunaria, Lettera22, Partito umanista, WILPF Italia, Coordinamento pace Cinisello Balsamo (MI), Circolo Boshi Rabuffo (TO), Assoc. culturale Punto Rosso (Jesi), Carta, Riva Sinistra Roma, Collettivo di Lettere e Filosofia - Firenze, Rete Studentesca Farfalle Rosse, Giovani Comunisti Roma, Statunitensi contro la guerra, Circolo Gramsci Prc Trieste,
Per adesioni: ass.afghanistan@libero.it

APPELLO

L'attacco lanciato dagli Stati Uniti nel 2001 contro l'Afghanistan è stato il primo atto della guerra globale permanente. Una guerra "contro il terrorismo" che ha provocato centinaia di migliaia di vittime, che si è estesa nel Medio Oriente e recentemente anche in Somalia, che minaccia Iran e Siria, che ha sconvolto il mondo rendendolo sempre più insicuro. Una guerra contro le popolazioni, che ha fallito tutti i suoi obiettivi, che ha usato e alimentato il terrore, una guerra di dominio, per l'accaparramento di risorse economiche.
In Afghanistan la popolazione non è "più sicura", le donne non sono più libere, la produzione e il traffico di oppio è aumentato; oltre 50.000 sono finora le vittime.
Il disastro provocato nell'economia e nella società è sotto gli occhi di tutti: la popolazione è schiacciata tra i signori della guerra, che siano quelli sostenuti dagli Usa o i talebani. Non può nascere né crescere democrazia in una situazione di guerra permanente: per questo siamo a fianco di quelle parti di società civile democratica e laica che, in un paese distrutto, cerca di resistere alla guerra.
Per questo chiediamo al Governo italiano di ritirare subito le truppe, di porre fine ad una missione militare, da tempo passata sotto il comando della Nato e pienamente inserita - con i rischi conseguenti - nella guerra "al terrore".
Per questo vogliamo, con questa Assemblea, lanciare una campagna di conoscenza, discussione, azioni, diffusa nei territori e nelle città per il ritiro delle truppe dall'Afghanistan. Una campagna che ridia voce e forza alle cittadine e ai cittadini, che rimetta al centro l'opposizione alla guerra, senza condizioni e in tutte le sue forme, che ridia la parola ai movimenti contro la guerra e per la pace.
Anche per queste ragioni sosteniamo la lotta e la manifestazione nazionale del 17 febbraio indetta dai comitati di Vicenza contro la inaccettabile decisione dichiarata dal Presidente del Consiglio di consentire alla richiesta statunitense di un'altra base militare in quel territorio, ulteriore passo verso una politica di guerra, contraria all'art. 11 della nostra Costituzione, contraria al primo diritto umano fondamentale, quello alla pace.
L'Italia non ha bisogno di più armi e di più basi militari, ma del contrario. All'Italia e all'Europa chiediamo una politica internazionale realmente basata sul ripudio della guerra: solo questo può aiutare l'Afghanistan.
L'Afghanistan ha bisogno di essere in pace e di essere sostenuto nella ricostruzione di una economia disastrata, l'Afghanistan ha bisogno che tutti coloro che sono contro la guerra nel mondo sostengano l'impegno a ricostruire la società di tutte le forze che da decenni si battono contro guerre e occupazioni, per poter decidere del proprio destino.

Lunedì, 19 Febbraio, 2007 - 12:50

Jan Tamas Presidente Partito Umanista ceco

 

Sabato 17 febbraio 2007 il Partito Umanista ha partecipato alla manifestazione di Vicenza contro la base USA.
Jan Tamas, presidente del Partito Umanista ceco e portavoce del coordinamento contro le basi USA in Repubblica Ceca ha parlato sul palco della manifestazione.

http://www.pumilano.it/images/Intervento_a_Vicenza_17-02-07/index.html
Di seguito potete leggere il testo del suo discorso.

Ahoj!   Ciao!
Cari amici,

vi ringrazio dell’invito e dell’ospitalità. Vi ringrazio della possibilità di informarvi su cosa accade nel non tanto lontano Est europeo. Vi ringrazio anche di riuscire a capire il mio italiano.
Oggi mi ritrovo qui come rappresentante dell'iniziativa Ne základnám, No alle Basi, che opera in Repubblica ceca contro la creazione di una nuova base militare americana. Credevamo che il vecchio sogno di Reagan dello scudo stellare fosse solo un triste ricordo ed invece é un progetto quanto mai attuale. Dal duemiladue gli Stati Uniti hanno preso contatto con i governi dell´Ungheria, della Repubblica Ceca e della Polonia per la realizzazione di nuove basi. Gli accordi si sono svolti in segreto con il governo di sinistra e solo nell´agosto duemilasei, grazie alla nostra iniziativa, la notizia é divenuta di dominio pubblico.
A questo movimento, che è stato promosso dal Partito umanista, da Solidarietà socialista e da Cerchio socialista, partècipano oggi quasi 50 organizzazioni.
La nostra protesta è stata fortissima, con manifestazioni continue, conferenze e attività sostenute. La popolazione è stata dalla nostra parte, soprattutto perchè si è sentita tradita e manipolata dal governo. Sembra che questa forte opposizione abbia portato gli americani a sospendere i loro tentativi per qualche mese. Poi hanno cercato di usare i mass media per manipolare l’opinione pubblica denigrando i membri del movimento. Quindi hanno cambiato strategia: hanno diviso la base militare in due parti: in Repubblica Ceca la base radar e in Polonia quella missilistica per distruggere i razzi in arrivo. Questo è il loro progetto al momento attuale. Il governo ora è di destra e la politica delle menzogne e del tradimento ovviamente è diventata molto piu’ aggressiva.
Lo slogan piu’ gridato nelle nostre manifestazioni è: “už nikdy o nás bez nás”, „mai piu’ si deciderà su di noi senza di noi”! E questa mi sembra la stessa cosa che sta capitando qui a voi. Ormai la politica degli Stati è nelle mani di un gruppo di irresponsabili, che credono di poter decidere sulla vita della gente senza ascoltarla. Credono di poter calpestare la volontà della gente. Loro non hanno piu’ idee o posizioni. Dicono solo quello che credono sia meglio dire per avere piu’ voti.
E’ simpatico vedere in Repubblica ceca come i Verdi, che sono al governo con la destra, scìvolano sulle parole per non dire chiaramente qual’è la loro posizione! Ed è sempre molto simpatico vedere i socialisti che cambiano opinione giorno dopo giorno. Ma mi sembra che qualcosa di simile accada anche qui da voi... Forse si tratta di una malattia molto contagiosa...
Questo gruppo di irresponsabili non rappresenta per niente la volontà del popolo. Sono solo dei funzionari dei grandi interessi economici, sono solo delle marionette in mano agli americani.
Cari amici, la nostra lotta anche se si svolge in paesi diversi, anche se parliamo lingue diverse, è la stessa: la lotta per una Democrazia reale. La gente, i popoli devono riprendere il potere che gli è stato tolto!
Sicuramente in una situazione internazionale che vede
  • la ripresa della corsa agli armamenti nucleari
  • l’instabilità politica in Medio Oriente
  • la Francia e gli USA che dichiarano che potrebbero usare la bomba nucleare per primi contro il terrorismo,
installare queste basi nell´Est è buttare benzina sul fuoco. Il presidente russo Putin ha già dichiarato che realizzare questo progetto è come un atto di guerra e che sicuramente i russi costruiranno nuove armi nucleari contro lo scudo americano.
La domanda a questo punto è: al di la delle dichiarazioni ufficiali, a cosa mira veramente la politica americana? Non possiamo credere che tutto questo sia per contrastare la bombetta nucleare della Corea del Nord o dell´Iran o, come dicono a Praga, per proteggere l´Europa! Si osserva chiaramente una tendenza al controllo delle risorse a tutti i costi, una grave tendenza distruttiva. L’Europa non può sottomettersi ad una politica che sta portando tutti verso la catastrofe nucleare.
Osservate come gli Stati Uniti, per indebolire e disarticolare l’Europa, intervengono ed influiscono nelle politiche dei suoi membri piu’ deboli: quelli dell’Est europeo. Cosi come in passato hanno fatto con l’intervento militare nella ex Jugoslavia!
Cari amici, la nostra lotta è radicata sul territorio, si svolge nelle città dove vogliono costruire le basi militari. Abbiamo bisogno però di una visione ampia che inquadri la nostra azione e ci faccia sentire uniti e solidali con altri.
Sono qui come portavoce della iniziativa Ne zakladnam della Repubblica ceca, e come umanista voglio aggiungere che è necessario cominciare un’attività comune in tutta Europa.
E’ urgente cominciare un disarmo nucleare globale con la supervisione dell´ONU.
Pretendiamo che gli Stati Uniti ritìrino le 500 bombe nucleari custodite nelle loro basi in Europa.
Non vogliamo piu’ nessuna nuova base militare USA in Europa.
Non lasciamoci dividere e confondere, troviamo quello che ci unisce e non quello che ci differenzia, abbiamo bisogno di tutte le nostre energie perchè la lotta sarà molto dura...
Amici, la manifestazione di oggi è solo l’inizio di una grande ribellione, di un grande movimento potente e non-violento che si estenderà a tutta l’Europa.
Grazie e ahoj

Lunedì, 19 Febbraio, 2007 - 09:49

Acqua...

 
FERMARE LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
 

A gennaio di quest'anno è iniziata nelle piazze delle città italiane la raccolta firme sulla legge d’iniziativa popolare con la quale si vuole riportare l’acqua sotto il controllo pubblico, sia per quanto riguarda la proprietà che la gestione ed erogazione dei servizi idrici. I tavolini di raccolta firme stanno incontrando grande interesse e disponibilità da parte dei cittadini, e in poco più di un mese sono già state raccolte le 50 000 firme che servono per portare la proposta in Parlamento. L'obiettivo resta comunque quello di raccogliere ben 500 000 firme entro luglio.
 
Più di 100 associazioni e comitati hanno promosso e aderito alla campagna, tra cui il Partito Umanista e gli Umanisti per l'Ambiente, i Cobas, l'ARCI, la CGIL, l'intero movimento di Porto Alegre, i partiti della sinistra radicale, ma anche vescovi e parroci,  personalità della cultura e dello spettacolo che hanno inviato  messaggi di sostegno.
 
La proposta di legge vuole innanzitutto inserire nella legislazione italiana il principio che l'acqua dev'essere un bene comune, un bene pubblico, non una merce che si può privatizzare e vendere, sulla quale si può speculare e fare profitti.
 
In passato l'acqua veniva gestita dai Comuni stessi o da aziende municipalizzate, ma da alcuni anni è partita un'offensiva da parte di aziende e speculatori per accaparrarsi i diritti su di essa. C'è chi la considera il "petrolio blu" del futuro, da sottomettere ai meccanismi del libero mercato e da quotare in borsa. Da proprietà e diritto di tutti l’acqua diventerebbe così una merce alla quale si potrà accede solo pagandola salata.
 
Nelle ultime settimane è arrivato da parte di alcune componenti del governo il segnale di voler tenere l'acqua fuori dalle privatizzazioni dei servizi già avviate, ma evidentemente c'è nel centrosinistra chi vuole procedere alla svendita anche dei servizi idrici, nonostante i proclami fatti dall'Unione nel suo programma elettorale. Bisogna quindi stare attenti e non abbassare la guardia, anche per evitare che si accelerino furbescamente le privatizzazioni prima di arrivare a una moratoria. Chi spinge in Lombardia verso l'inserimento dell'acqua in una società "multiutility" da quotare in borsa è soprattutto il presidente Formigoni, ma anche buona parte della destra, con il silenzio-assenso del presidente della provincia di Milano, Penati, e di gran parte del centrosinistra. Gli acquedotti, affidati  per ora alla Metropolitana Milanese SpA, verrebbero fatti confluire nell'AEM per procedere poi a una megafusione con la ASM di Brescia. Arrivati a tale punto esisterebbe il reale rischio che una società multinazionale, anche straniera, cerchi di impossessarsi del "tesorino".
 
L'argomentazione che, essendo un bene scarso, l'acqua verrebbe gestita meglio da privati per evitare sprechi, è falsa. Gli acquedotti sono oggi in buone condizioni, l'acqua è di ottima qualità, l'accesso garantito a tutti, il costo basso. L'obiettivo principale delle società private è il profitto (a spese dei cittadini) e non la qualità del servizio.
 
La questione è gravissima e non riguarda solo l'Italia. Al  vertice di Nairobi e alla FAO si è parlato di siccità, desertificazione e carenza idrica in Europa, negli USA e in Cina, di 200 milioni di profughi idrici, di 800 milioni di contadini poveri cacciati dalle loro terre entro il 2050 e di modelli agricoli ormai in crisi per l'eccessiva dipendenza dall'acqua. In un rapporto sullo sviluppo umano dell’ONU dal titolo significativo "Povertà e Crisi Mondiale dell’Acqua" si legge che 4.900 bambini al giorno muoiono di diarrea per mancanza di acqua potabile e servizi sanitari.
 
Per quanto riguarda la situazione italiana, è urgente fermare la privatizzazione finché è ancora possibile. Una volta privatizzata l’acqua, sarà difficile tornare indietro. I cittadini, i politici e le istituzioni non si stanno rendendo conto di quello che è in gioco. Questa ignoranza è dovuta in parte al silenzio imposto dai mass-media, che hanno la consegna di tacere sulla questione.
 
Scendendo in piazza, pacificamente, a raccogliere le firme dobbiamo quindi anche informare, informare, informare, affinché si crei un'ampia protesta in tutto il paese che riesca a bloccare l'avanzata dei privati.
 
L'acqua deve restare un bene pubblico. Non può diventare una merce.
 
 
Thomas Schmid - 13.02.07

Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 16:44

Inequivocabilmente ......

Inequivocabilmente la Costituzione della Repubblica Italiana
 
"La Guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (art. 11). La
partecipazione italiana allo scellerato crimine dell'infinita guerra
terrorista e stragista afghana e' uno sciagurato delitto, complice e
fomentatore di terrorismi e massacri ulteriori.
Inequivocabilmente la Costituzione della Repubblica Italiana afferma
che "lo straniero,  al  quale sia  impedito nel  suo paese l'effettivo
 esercizio delle libertà  democratiche garantite dalla Costituzione italiana,
 ha diritto d'asilo nel  territorio della Repubblica (art.10).
 L'esistenza nel nostro  paese di  veri e  propri campi di concentramenti
 per esseri umani migrati di  tutto innocenti,
cosi' come la pratica delle espulsioni di persone che in  Italia
avevano trovato scampo da guerre, dittature, poteri criminali,
persecuzioni, fame, morte (espulsioni che quelle persone fuggiasche
ricollocano nelle condizioni di pericolo cui erano scampate con la
fuga, e che  sovente addirittura le riconsegnano negli artigli dei persecutori
da cui erano fuggite),
 costituiscono un crimine, un crimine tremendo ed infame .

Inequivocabilmente la Costituzione della Repubblica Italiana
"riconosce e  garantisce i  diritti
inviolabili dell'uomo" (art. 2). Eppure in Italia
servizi segreti che agiscono da terroristi (la Cia, per non far nomi)
per conto di  governi  che agiscono da terroristi (quello statunitense, per
non far nomi) rapiscono persone che in quanto nel territorio italiano
dovrebbero essere  protette dal nostro ordinamento giuridico,
e le rapiscono per privarle della  libertà e torturarle in violazione di
ogni legge positiva e  di  ogni massima morale,e lo fanno con la complicita'
di settori delle
istituzioni italiane (settori ancora una volta "deviati" - tristo eufenismo
per dire che in quelle istituzioni vi sono personaggi che agiscono in
flagrante violazione della legalita' democratica cosi' come stabilita
dall'ordinamento giuridico della Repubblica Italiana nata dalla
Resistenza
contro la disumanita' totalitaria). Ed anche questo e' un delitto
scellerato.
Inequivocabilmente l'Italia e' un paese che - con giusto impegno
esplicitamente e solennemente assunto nel consesso internazionale - non
partecipa dell'onnicida proliferazione delle armi nucleari, e che anzi
e'
impegnato per il disarmo atomico, consapevole che l'arma atomica e'
nemica
dell'umanita' intera. L'esistenza in Italia di arsenali atomici di
potenze
straniere - di cui vi e' ormai purtroppo piena contezza al di la' di
ogni
ragionevole dubbio sebbene una esplicita e netta conferma ufficiale
(che
equivarrebbe anche alla confessione di un delitto) ancora non vi sia -
e' un
crimine di tali proporzioni che ci vorrebbe qui la penna di Guenther
Anders
per esprimere in modo adeguato l'indignazione che suscita.
Inequivocabilmente l'Organizzazione delle Nazioni Unite e tutti gli

stati di 

diritto attestano nei loro piu' impegnativi monumenti e strumenti
giuridici
che la pace e' una improcrastinabile necessita' per l'intero genere
umano.
Ed invece continuano le guerre, e la produzione degli strumenti per le
guerre e le stragi: continua il riarmo, continua il militarismo.
Inequivocabilmente tutte le grandi tradizioni morali e civili
dell'umanita'
intera affermano che la civile convivenza si fonda sul principio del
non
uccidere. Ed ogni giorno assistiamo a nuove stragi di esseri umani.

Inequivocabilmente manifestare una volonta' di pace richiede che essa
si manifesti con condotte di pace.

Inequivocabilmente opporsi alla guerra, alle armi, al militarismo,
richiede
comportamenti coerenti, che costruiscano pace, dialogo, solidarieta'
fra
tutti gli esseri umani; richiede la scelta nitida e forte della
nonviolenza.
Inequivocabilmente la pace, la giustizia, la convivenza, il
riconoscimento
di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, si costruiscono solo
con
la Nonviolenza.
     
Fermare le Guerre e le Stragi.
Smilitarizzare e Disarmare.
Contrastare tutti i terrorismi, contrastare tutte le logiche e gli
strumenti del terrore.
Difendere ogni umana vita, difendere l'unico mondo che
 abbiamo in  comune.
Solo la Nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Inequivocabilmente.  
Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 12:21

Inviati emittenti del mondo arabo...

BASE VICENZA: ANCHE TV ARABE HANNO SEGUITO IL CORTEO

AGI) - Vicenza, 18 feb. - Tra le centinaia di giornalisti presenti a Vicenza per documentare la manifestazione contro la nuova base militare americana all'aeroporto Dal Molin c'erano anche gli inviati di diverse emittenti del mondo arabo, fra le quali Al Jazeera e il corrispondente della televisione satellitare egiziana Nile News Tv, Yossef Ismail. "Per il nostro pubblico la vicenda della base di Vicenza e' di grande interesse", ha spiegato il giornalista. "L'Egitto - ha aggiunto - guarda con grande attenzione allo spiegamento logistico dell'esercito americano, da cui in gran parte dipende la sicurezza del paese e dell'intera area mediorientale".(AGI)

Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 12:16

La manifestazione Vicenza

La manifestazione di Vicenza
In testa mamme e bambini: 'Resisteremo un minuto in più'. Ma anche striscioni solidali con i br arrestati
Vicenza, 17 feb. (Adnkronos/Ign) - Al via poco prima delle 14.30 la manifestazione contro l'ampliamento della base Usa di Vicenza . Decine di migliaia di persone sfilano lungo un percorso di 6 chilometri che va dalla stazione ferroviaria a Campo Marzio. La città è blindatissima: schierati 1300 agenti, rafforzati i controlli ai caselli autostradali. Polizia e carabinieri in tenuta antisommossa. Saracinesche abbassate per diversi esercizi. Chiuso anche lo spazio aereo: elicotteri della Polizia sorvolano la città. Gli ospedali sono in stato di allerta.

legger  articolo  completo  http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Politica&loid=1.0.698583936

Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 11:54

Non cambia idea il Governo....

La manifestazione di Vicenza, in cui decine di migliaia di persone hanno sfilato pacificamente contro l'allargamento della base Usa, non farà cambiare idea al governo, malgrado le resistenze della sinistra radicale.

E' quanto ha annunciato già ieri sera il presidente del Consiglio Romano Prodi.

"Come auspicato da tutti gli esponenti della maggioranza .. . la manifestazione di Vicenza si è svolta in modo ordinato e corretto. Questo è il primo e più importante fatto che va rimarcato", ha osservato Prodi in una nota.

"Il governo ha detto e continuerà dire i suoi sì e suoi no in coerenza con le linee generali di politica interna ed estera che si è impegnato ad attuare con le componenti della maggioranza che lo sostiene", ha detto ancora il premier.

Il programma di legislatura "non sarebbe degno di questo nome, se cambiasse orientamento sotto la spinta di una manifestazione pure legittima e importante".

La manifestazione di ieri non ha registrato incidenti in una città in cui la presenza della polizia è stata consistente ma discreta.

Dopo un percorso di circa sei chilometri, il corteo è sfociato in un grande raduno, di fronte ad un palco sul quale si è esibito anche il premio Nobel Dario Fo.

Ai timori di disordini a cui aveva accennato il Viminale, nei giorni precedenti si erano aggiunte le preoccupazioni per gli arresti di presunti neobrigatisti rossi nel Norditalia.

La dimostrazione ha creato tensioni all'interno della maggioranza di centrosinistra, con l'ala radicale decisa ad opporsi alla decisione di Prodi di consentire l'allargamento della base americana "Ederle", mentre i riformisti l'hanno appoggiata.

A livello locale, però, diversi esponenti di Ds e Margherita sono stati dalla parte dei manifestanti.

L'allargamento della base di Vicenza - autorizzato dalla giunta di centrodestra del Comune e dal governo - prevede una spesa di 500 milioni di dollari (oltre 380 milioni di euro). La nuova "Ederle 2" dovrebbe essere operativa a partire dal 2010 e dovrebbe ospitare la 173esima brigata aviotrasportata statunitense.

Domenica, 18 Febbraio, 2007 - 11:48

Il governo Prodi si apra al confronto...

                                     COMUNICATO STAMPA della TAVOLA DELLA PACE


Appello della Tavola della pace al Governo
Il 26 febbraio saremo anche a Padova per partecipare alla grande manifestazione contro il terrorismo promossa dai sindacati
Alla vigilia della manifestazione per la pace di Vicenza che domani vedrà la partecipazione di decine di migliaia di persone, Flavio Lotti e Grazia Bellini coordinatori nazionali della Tavola della pace hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
“La base americana di Vicenza non è il campo di gioco dello scontro tra la “sinistra radicale” e quella riformista. Essa chiama in causa un bene e un obiettivo come la pace tanto prezioso quanto minacciato. Per questo molti cittadini e organizzazioni, al di là delle diversissime appartenenze politiche, sociali e religiose, sentono il dovere di esprimere democraticamente e pacificamente le proprie preoccupazioni.
Quando si manifesta un dissenso così ampio e argomentato, osservano Flavio Lotti e Grazia Bellini, a nulla servono i toni ultimativi. Meglio fermarsi e ascoltarsi reciprocamente. Basta con la demonizzazione di chi si impegna per la pace. Basta con le accuse ideologiche di antiamericanismo. Basta con le minacce e le intimidazioni. Il muro contro muro non giova a nessuno.
Chi vuole la pace deve praticare il dialogo e il confronto. Governo e Parlamento si aprano dunque al confronto con le organizzazioni della società civile e gli enti locali che tutti i giorni s’impegnano concretamente a promuovere la pace e i diritti umani. C’è una politica di pace da costruire in un mondo attraversato da tensioni complesse e profonde. Ci sono numerose emergenze che attendono insistentemente di essere affrontate con coraggio e lungimiranza. Neanche il migliore dei governi possibili potrà farcela senza il sostegno e il contributo attivo dei propri cittadini.
Annunciamo sin d’ora che il 26 febbraio saremo a Padova per partecipare alla manifestazione unitaria contro il terrorismo indetta da Cgil, Cisl, Uil, alla quale assicuriamo la piena adesione della Tavola della pace. ”
Tavola della pace, 16 febbraio 2007
Tavola della Pace
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