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.: Il Blog di Donatella Elvira Camatta
Domenica, 15 Ottobre, 2006 - 09:07

la televisione dei morti viventi

morti_viventi.jpg

Il successore di Ghino di Tacco ha gridato: “Banditi”. Non importa se mentre lo diceva si tratteneva dal ridere. Quest’uomo ha ragione. La riforma Gentiloni è un atto di banditismo, una porcata calderoniana. Ma per eccesso di prudenza e mancanza di lungimiranza. Due reti andranno sul digitale terrestre tra un paio d’anni. Il digitale terrestre è già morto oggi. Tra due anni sarà una cripta in cui rinchiudere Fede e Rai2. E questa è una buona cosa. Ma le altre cinque reti rimarranno in vitalizio agli interessi economici del gruppo Telecom, del gruppo Fininvest e degli scalcinati politici che non sanno riconoscere il Darfur dal Toblerone e Mandela da un lecca-lecca (altro che programmi culturali, per questi ci vogliono i campi di rieducazione delle Guardie Rosse di Mao). Quindi non cambia nulla. L’informazione sarà come è adesso. Uno strumento di disinformazione di massa.
Le emittenti private devono diventare public company, senza proprietari di riferimento o in alternativa chiudere, domani, per decreto legge. E se qualcuno gridasse: “Gaglioffi”, “Comunistacci” o anche “Perdirindina”, pazienza. Non ce la prenderemo.
La Rai deve avere una sola rete, senza pubblicità, senza alcun legame con il Governo o con i partiti. Siamo seri, ormai tranne che per la Gabanelli e pochi altri, dal televisore ci arriva in faccia solo m..da. La pubblicità vada tutta, proprio tutta alle reti private, senza tetti. E’ il miglior modo per suicidarle.
La televisione è comunque moribonda, tra un po’ sarà seppellita. Il ministro Gentiloni dia un colpo di telefono a Mark Thompson, direttore generale della BBC. Si faccia spiegare il suo programma ‘Creative Future’ per portare la BBC in Rete. Dia un’occhiata a Google Video e a Youtube che sono oggi la più grande emittente di programmi in Rete del mondo. Porti l’Adsl in ogni casa. Abolisca il canone. Dimezzi le tariffe Adsl. Le porti al livello di Francia e Germania dove c’è una vera concorrenza. Denunci l’Authority, la cambi, la distrugga, se vuole la venda a Telecom con cui ha da sempre ottimi rapporti.
Ascolto dei dementi parlare di televisione, di media company, di digitale terrestre come se fossero sull’Enterprise di Star Trek. Quando il futuro è invece nella produzione di massa dei contenuti, nelle connessioni veloci e nella loro diffusione, nel libero accesso alla conoscenza, nel WiMax.
La Rai e la Mediaset faranno la fine dell’Alitalia. La Rete è ‘low cost’ e, per ora, senza padroni.

www.beppegrillo.it 

Domenica, 15 Ottobre, 2006 - 08:45

AFGHANISTAN




In questo nostro paese ci si ricorda del fatto che l'Italia insieme
alla
Nato sta partecipando alla guerra, all'occupazione e alle stragi in
Afghanistan solo quando nostri concittadini sono vittime di atti di
violenza: uccisioni, ferimenti, rapimenti.
E neppure in queste circostanze si ha la volonta' di trarre le ovvie,
necessarie, urgenti conclusioni: che in quel paese il nostro esercito
e'
tragicamente parte di una coalizione armata occupante, terrorista e
stragista; che la nostra partecipazione militare alla guerra afgana e'
del
tutto illegale per la nostra carta costituzionale; che e' proprio a
causa
delle guerre e delle occupazioni militari volute da Bush e dai suoi
"volenterosi" alleati che il terrorismo in tutto il mondo e' cresciuto
esponenzialmente, poiche' queste guerre sono terroriste e alimentatrici
di
terrorismo ulteriore.
Cessi l'illegale e criminale partecipazione militare italiana alla
guerra
terrorista e stragista in Afghanistan.
Torni l'Italia al rispetto della sua legge fondamentale, quella
Costituzione
della Repubblica Italiana che all'articolo 11 testualmente recita:
"L'Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri
popoli
e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Chi non contrasta la guerra ne e' complice.

 TUTTI I GIORNI IL 6 AGOSTO

Cosa significa non dimenticare?
Significa lottare perche' non accada di nuovo.
Tre cose occorrono allora: l'opposizione alle armi, l'opposizione al
nucleare civile e militare, la scelta della nonviolenza come criterio
fondante della politica nel XXI secolo.

Sabato, 14 Ottobre, 2006 - 13:32

Anna Politkovskaya, una voce spezzata

 di Ajò Marta La giornalista russa, Anna Politkovskaya, è stata assassinata all'ingresso della sua abitazione, a Mosca.

Autrice di reportage molto critici verso la politica del Cremlino nella guerra in Cecenia, Anna Politkovsakya, 48 anni, era famosa per aver svelato gli abusi
sui diritti umani commessi dalle truppe russe e, già in passato, aveva ricevuto minacce.
La giornalista era in contatto con la Cecenia da tempo e già dal 2002, aveva partecipato in prima persona alle trattative per liberare gli ostaggi all'interno di un teatro assediato dai terroristi.
Ella aveva una conoscenza approfondita della situazione in Cecenia e della violazione dei diritti umani perpetrata dai russi ai danni di questa popolazione.
Attraverso il suo lavoro era diventata la principale accusatrice contro il governo russo e non aveva taciuto niente: il regime di terrore da parte dei  militari russi contro i cittadini ceceni, le esecuzioni sommarie, le torture, gli stupri ed i campi di concentramento di cui aveva raccolto materiali documentali.
Tanto coraggio non passò inosservato né all'estero, per cui la Politlovskaya divenne il simbolo del giornalismo coraggioso e della capacità di resistenza alle intimidazioni, né ai responsabili politici e militari di questi azioni cruente e omicide.
In un comunicato stampa dell'ISF, web magazine sulla libertà di stampa, www.isfreedom.org/index.html, si legge:
“ L’omicidio della collega Politikovskaja è una morte annunciata e conferma la Federazione Russa come uno dei luoghi del mondo a maggior rischio per i giornalisti. Anna era una delle poche voci libere e coraggiose che in Russia sfidavano la morte per denunciare il genocidio ceceno e il dilagare della corruzione nella Federazione Russa. Nel suo ultimo libro, La Russia di Putinsi accusava il leader del Cremino di avere messo in mano l’apparato statale a centinaia di ex funzionari del Kgb e di tendere a restaurare sostanzialmente un regime nazionalista , razzista e poliziesco sul modello di quello dei Soviet.
Ma nessun editore ha avuto il coraggio di editare quel libro nel suo Paese. Arrestata , avvelenata durante la vicenda di Bslan , la Politikovskaja, che
all’estero mieteva allori e riconoscimenti, era sostanzialmente isolata . Tanto da poter essere uccisa nel proprio appartamento “.
Occorrono poche parole per non dimenticarla.
Anna Politkosvakaya era una donna ed una giornalista onesta, che credeva in quello che faceva nel nome dei diritti e delle libertà.
Anche lei, come tutte/i avrà avuto dei sogni, delle speranze da giovane; le speranze che coltivava ancora oggi nelle sue idee , con i suoi comportamenti.
Con la sua morte lascia a tutte/i, non solo in Russia o in Cecenia, una pesante eredità.
 

Sabato, 14 Ottobre, 2006 - 13:09

liberati Italiani sequestrati in Niger

TALIA   14/10/2006    ITALIA  Altro 

Sono stati rilasciati ieri sera i due italiani rapiti in Niger il 21 agosto scorso: lo ha reso noto oggi la Farnesina. Claudio Chiodi e Ivano De Capitani erano stati sequestrati insieme ad altri turisti, poi rilasciati, dalle 'Forze armate rivoluzionarie del Sahara' (Fars), che aveva avanzato rivendicazioni verso il governo di N’Djamena. I due sono già a Tripoli, in Libia, da dove hanno fatto sapere di stare bene. Sembra che per la loro liberazione sia stata decisiva la mediazione della Libia, a cui il ministero degli Esteri italiano ha espresso gratitudine.
.
[EB]

Sabato, 14 Ottobre, 2006 - 13:06

Giornalista inglese nel 2003 fu ucciso....

IRAK INCHIESTA, GIORNALISTA INGLESE NEL 2003 FU UCCISO DA MARINES AMERICANI 

È stato ucciso dai marines americani il giornalista inglese Terry Lloyd della catena televisiva ‘Itn’, morto insieme a un cameraman e al traduttore iracheno vicino a Bassor nel marzo 2003, nel secondo giorno dell’invasione americana in Iraq: lo ha stabilito un’inchiesta della magistratura britannica. “Un gravissimo crimine di guerra” e un “atto di ignobile vendetta deliberata” lo ha definito Louis Charalambous, avvocato della famiglia Lloyd. L’autorità giudiziaria ha fatto sapere che intende rivolgersi all’Avvocatura della Corona e alla procura generale per chiedere di processare i responsabili dell’omicidio. Secondo la ricostruzione dell’inchiesta britannica, Lloyd sarebbe dapprima rimasto ferito per tiri di arma da fuoco mentre viaggiava a bordo di un fuoristrada ‘4x4’ con due cameraman e l’autista-interprete nei pressi di Iman Anas, non lontano da Bassora. Caricato a bordo di un minibus insieme ad altri feriti, è stato ucciso dagli americani; solo uno dei due operatori si sarebbe salvato, mentre l’altro risulta scomparso e – secondo un’inchiesta del quotidiano francese ‘Le Figaro’ sarebbe stato sequestrato e ucciso da miliziani iracheni. Secondo il colonnello della fanteria Usa Gary Keck si è trattato di un “tragico incidente” ma gli americani hanno rifiutato di collaborare all’inchiesta.

Venerdì, 13 Ottobre, 2006 - 17:23

Partito Umanista aderisce alla fiaccolata....

DIRITTI UMANI ANCORA

DA SCOPRIRE

Il Partito Umanista di Milano aderisce alla fiaccolata promossa dalle organizzazione del Popolo Mapuche

 

Sabato 14 ottobre 2006

ore 18.30 - Via San Pietro dell'Orto

davanti al Consolato Cileno

 

 

Su invito delle organizzazioni del Popolo Mapuche presenti in Europa il Partito Umanista aderisce alla fiaccolata che si terrà in contemporanea a tante altre città europee.

 

Il continente americano è ancora alla ricerca dei Diritti Umani per i suoi figli. In tutti gli Stati nazione del Nuovo Continente si continua ancora a discriminare il vero popolo "americano nativo". Il Partito Umanista manifesta pubblicamente la Sua solidarietà alla causa del popolo Mapuche a favore di un riconoscimento pieno e duraturo dei loro diritti sociali, culturali, di lingua e di popoli.

 

Il Partito Umanista insieme al popolo Mapuche, che lotta pacificamente per la difesa dei Diritti Umani in Cile, chiede:

 

·       la ratifica della Convenzione 169 dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro – sul Riconoscimento dei Diritti dei popoli originari

·       la  revisione della legge antiterrorismo n° 18.314, emanata ancora nei tempi della dittatura che discrimina i Mapuche

 

 

 

E-mail: stampa@pumilano.it

Internet: www.pumilano.it

Giovedì, 12 Ottobre, 2006 - 12:53

Italia, pena di morte abolita dalla costituzione in prima lettura

La Camera dei Deputati La Camera dei Deputati

10 ottobre 2006: la Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura la legge che abroga ogni riferimento alla pena di morte presente ancora nella nostra Costituzione. Il testo unificato di quattro proposte, tra cui una presentata da Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino e deputato della Rosa nel Pugno, cancella la pena di morte nei casi previsti dalle leggi militari di guerra.
“E’ una riforma attesa da molto tempo, ma ora il Senato faccia la sua parte per giungere presto alla eliminazione definitiva dalla nostra Costituzione delle ultime vestigia di un passato che non ha alcun futuro nella coscienza civile e politica del nostro paese,” ha dichiarato Sergio D’Elia.
“Il Governo – ha proseguito D’Elia - mantenga ora l’impegno, preso davanti al parlamento e finora disatteso, a presentare subito al Palazzo di Vetro una risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni capitali.”

Giovedì, 12 Ottobre, 2006 - 12:34

Da oggi chiusa la Scuola di Via Ventura.......

Da oggi chiusa la Scuola di via Ventura: ministro e comune si rimpallano la responsabilità. E ai bambini chi ci pensa?

di Monica Bacis


Da oggi fino a lunedì (così dice la direzione della scuola, ma chissà…) la scuola araba di via Ventura resterà chiusa: pare che l’ultimo controllo di ieri (il decimo) dei vigili del fuoco ha rilevato un problema a un tubo che impedisce a loro parere il normale svolgimento delle lezioni. Come si poteva prevedere il comune di Milano ha architettato l’ennesima giustificazione per ostacolare l’attività della scuola. Mi piacerebbe potere pubblicare alcune fotografie per dimostrare lo stato decadente e la pericolosità della maggior parte delle scuole pubbliche milanesi, dove le lezioni si tengono regolarmente, e di cui il comune non si fa carico da anni. Solo nella mia scuola due anni fa sono crollati dei pannelli dal soffitto in alcune aule, per fortuna durante le vacanze e nessun è rimasto coinvolto dall’incidente. La scuola a fianco è pericolante da anni, le assemblee non si possono più fare perché il peso eccessivo potrebbe mettere in discussione la tenuta del pavimento, ma i bambini continuano normalmente a fare lezione. Nonostante le continue pressioni della dirigente e dei genitori al Comune, nulla è stato fatto. In nessuna delle scuole che ho frequentato in questi anni ho visto scale antincendio, se succedesse qualcosa del genere i bambini ne rimarrebbero vittima.
Si tratta dunque di una questione politica, come già sapevamo, una rimbalzo di responsabilità perché nessuno, destra e sinistra, ha il coraggio di prendere una posizione seria e responsabile nel merito. I politici, che dovrebbero occuparsi degli interessi dei cittadini, giocano sulla loro testa sorvolando sugli effetti che i loro giochetti delle parti producono nella vita delle persone.
Ieri sera a mezzanotte mi ha chiamata un’amica, mamma di tre figli iscritti alla scuola di via Ventura per comunicarmi la decisione della scuola di chiudere fino a lunedì. Sto vivendo con lei e altre famiglie da giugno questo calvario, le sue ansie, le sue preoccupazioni. Alla domanda “Cosa mi consigli di fare?”, io non so più cosa rispondere. Ogni giorno è un’altra puntata, purtroppo sempre più tragica. Se tutti voi poteste vedere le espressioni di questi bambini, sballottati tra scuola pubblica, casa, scuola araba, interviste fuori da scuola, fotografi, presidi della lega, vi rendereste conto di quanto sia grave questa situazione e di quanto sia importante prendere apertamente posizione.
Il presidio di domani a questo punto diventa ancora più importante, fondamentale per dire basta con i rimpalli, basta con le scuse, che si dica a questi genitori una volta per tutte se la scuola riaprirà per restare aperta oppure se l’obiettivo e rimandare per non aprirla mai più. E’ nel diritto delle famiglie e soprattutto dei bambini che le istituzioni garantiscano il diritto all’istruzione e si pronunciano definitivamente in maniera chiara, senza se e senza ma.
L’elemento positivo è che in questi giorni sono arrivate molte mail di sostegno al presidio di venerdì: aderiscono all’iniziativa anche il Partito Umanista e il Centro delle Culture di Milano, oltre a Retescuole e all’Associazione Antirazzista 3 Febbraio.
Più siamo e più potremo focalizzare l’attenzione sulla vicenda chiedendo risposte certe.
Facciamo girare la voce, cerchiamo più adesioni possibili
.

Monica Bacis

Mercoledì, 11 Ottobre, 2006 - 13:43

Venerdi 13 ottobre ore 13,oo Presidio Scuola Araba di Via Ventura 4 Milano

PRESIDIO

DAVANTI ALLA SCUOLA ARABA

DI VIA VENTURA 4

MILANO

Per ribadire:

-        il diritto costituzionale all’istruzione di tutti i bambini,
italiani e stranieri

-        il diritto alla conservazione della lingua e della cultura
d’origine

-        il diritto all’apertura di una scuola laica, privata,
autofinanziata, bilingue, con il doppio programma, in regola con le norme di
sicurezza e di igiene previste dalla legislazione italiana

-        il diritto per le famiglie di scegliere il percorso didattico dei
propri figli, come previsto dalla legge e come consentito a numerose altre
scuole straniere in Italia

-        il diritto al regolare proseguimento dell’attività didattica,
impartito da docenti italiani e arabi, tutti regolarmente abilitati
all’insegnamento

Per sostenere:

-        le famiglie in questo momento difficile, causa di grandi ansie e
preoccupazioni per il futuro dei loro figli

-        la direzione della scuola attaccata quotidianamente dagli
atteggiamenti razzisti degli esponenti di alcuni partiti politici a fini
propagandistici ed elettorali

-        i bambini e i ragazzi involontariamente protagonisti di una vicenda
che infrange la loro vita privata, familiare, scolastica e che getta
discredito sulla loro scuola, sulla loro cultura e sulle loro origini

-        i docenti  della scuola che si trovano ad affrontare ogni giorno
gli attacchi dei media e l’intrusione di giornalisti e fotografi che violano
il sereno svolgimento delle attività didattiche

-        i docenti, i genitori e i cittadini milanesi che lavorano ogni
giorno per favorire l’integrazione degli stranieri e creare occasioni di
scambio culturale sopperendo alle carenze istituzionali

Per sollecitare le istituzioni a prendere una posizione chiara, seria e
responsabile che tuteli il diritto all’istruzione per tutti nel rispetto
della legge e delle diversità linguistiche e culturali.

Aderiscono all'iniziativa:

-        Retescuole

-        Associazione Antirazzista 3 Febbraio

Mercoledì, 11 Ottobre, 2006 - 13:31

COREA N. Reagiremo alle sanzioni......

 

 

2006-10-11 08:01 Corea N.: reagiremo alle sanzioni Smentito il secondo test atomico, ma tensione alle stelle (ANSA) - SEUL, 11 OTT - La Corea del Nord ha dichiarato oggi che considererebbe la proclamazione di sanzioni nei suoi confronti come una dichiarazione di guerra. Intanto viene smentito il secondo test nucleare dopo l'allarme lanciato dal Giappone e poi rettificato.Anche la Corea del Sud smentisce un nuovo test atomico e l'intelligence Usa fa sapere che 'non ci sono altri preparativi di un nuovo esperimento'. Ma l'allarme resta e gli occhi del mondo restano puntati sul futuro nucleare della Corea del Nord.

 

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