interrogazioni presentate in cdz 4 - 10 febbraio 2011
Comunicato corteo per Sonia
Domenica 30 gennaio è tragicamente scomparsa, investita in un incidente stradale a Milano, Sonia Bonacina, attrice e interprete dello spettacolo “Le furberie di Scapino” di Moliére, con la regia del compagno Roberto Trifirò, in programma al teatro Out Off di Milano dal 15 al 20 febbraio. Lo spettacolo è organizzato dall'Associazione culturale Figli di Nessuno di Milano, di cui Sonia (insieme a Marco Graffeo, Donato Mazzarella e Alberto Bassi) era la fondatrice.
Sonia Bonacina si era avviata precoce al teatro. Da anni lavorava come attrice e assistente alla regia con Roberto Trifirò, con Teresa Pomodoro e con Monica Conti. Dal 2010 era anche doppiatrice italiana del personaggio di Haru Miura del cartone animato giapponese Tutor Hitman Reborn.
Una tragedia, quella del fatale incidente, che ha profondamente colpito non solo chi conosceva Sonia, ma anche i cittadini e l'opinione pubblica, tanto da suscitare una reazione emotiva nazionale.
Anche per questo il regista, l'Associazione Figli di Nessuno e la famiglia hanno deciso di rappresentare comunque lo spettacolo in cartellone e di dedicarlo alla memoria di Sonia.
Il Teatro Out Off organizzerà il 15 febbraio un’iniziativa pubblica per esprimere il proprio cordoglio, ma anche per manifestare così un gesto di profonda riflessione su questa tragica vicenda.
Alla manifestazione sono invitati a partecipare, oltre al mondo teatrale milanese e alla cittadinanza, i rappresentanti delle Istituzioni. L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory al momento ha già dato la sua adesione.
Il corteo partirà martedì 15 febbraio alle 11.00 dal luogo della tragedia (via Monte Ceneri angolo Monte Generoso) per raggiungere il Teatro Out Off in via Mac Mahon 16, che dista circa 500 metri. A conclusione del percorso, presso la sala del Teatro, si svolgerà un breve incontro per ricordare la giovane artista con immagini e filmati che la vedono protagonista.NO a questo PGT! 7 febbraio ore 17,30 presidio in piazza della Scala
Non resta che il ricorso al TAR contro una decisione assunta in maniera non solo anti-democratica, impedendo cioè al consiglio comunale (l'organo eletto dai cittadini) di svolgere il proprio dovere istituzionale di esaminare le osservazioni presentate e se del caso proporre e approvare modifiche al PGT, ma anche in violazione delle norme sulla VAS, e da ultimo con colpi di forza e di prepotenza che sono la negazione di ogni forma di reale democrazia e confronto, secondo tempi tecnici del tutto ragionevoli... voler far pagare alla città i ritardi dell'assessore Masseroli e del Sindaco Letizia Brichetto Moratti è un sopruso bello e buono!
Per queste ragioni, è stata indetta una mobilitazione della città, per impedire che la città venga definitivamente regalata a speculatori e immobiliaristi, deprivata dei servizi pubblici e i pochi nuovo privatizzati e regalati (quelli che già non lo sono) alla compagnia delle opere, sotto l'ala protettrice di Comunione e Liberazione.
7 febbraio h. 17.30 tutt* in piazza scala
Il comitato NO EXPO ha diffuso il seguente volantino (v. allegato)
Edilizia privata e non case popolari. Servizi pubblici privatizzati a vantaggio degli amici della Compagnia delle Opere, il concetto di bene comune, di pubblico, di interesse collettivo che sparisce. E’ il trionfo del privato in ogni ambito, è il disegno di una città sempre più precaria dal lavoro, ai servizi, ai tempi di vita, alla qualità ambientale e al diritto alla salute. Anche ASL e ARPA l’hanno ricordato, ma chissenefrega per chi ha superattici, elicotteri e ville in ogni dove. E chissenefrega della democrazia, della partecipazione, delle osservazioni di cittadini, comitati, associazioni. Business is business.
Una città pensata contro i bisogni, i diritti, le priorità di chi la vive, ma solo funzionale al massimo del profitto e della speculazione. Una città che sacrificherà scali ferroviari e caserme per gli appetiti immobiliari. Una Milano che rinuncia alla mobilità sostenibile in nome delle grandi infrastrutture (eh ma c’è Expo, ci dicono…). Una Milano che consuma il territorio agricolo circostante, svende il patrimonio pubblico, sgombera chi non può permettersi affitti o mutui rapina, riduce i bisogni a problemi di ordine pubblico.
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano"
Facebook: Antonella Fachin
La Destra, le destre e Destra per Milano
HUMOR: lavoro per tutti?!?
con Berlusconi è facilissimo farsi prendere la mano, soprattutto per chi, come me, scrive vignette.
Il problema è che lui è ovunque: economia, politica, calcio, figa. Pure quando nomini Mubarak, finisci per ricordarti della sua avvenente sospetta-nipote, certamente-mignotta. Insomma: sta diventando difficile trovare argomenti di attualità nel senso giornalistico del termine. Poi per carità, lavoro, sanità, futuro, scuola sono ben più importanti delle intercettazioni di qualsiasi parlamentare: ma a parte sessanta milioni di italiani, a chi volete che interessino? – Arnald
incontro civico
oggi alle 18,00 alla Fondazione Ambrosianeum, via delle Ore 3, Allarme Milano/Speranza Milano promuove un incontro civico per costruire una proposta per le prossime amministrative, l'incontro è aperto a tutti gli spiriti liberi con volontà :-)
pericolo scampato?
E’ notte per la politica parlamentare italiana e così tutte le vacche sono nere, o se preferite “ci stanno a’ provà” a Milano si dice “se la và la gà i gamb”. Così il decreto “Milleproroghe” proposto dal Governo è diventato una manovra in cui la stessa maggioranza ha proposto 1200 emendamenti, di tutto e di più nello scambio della compravendita parlamentare e in quello di possibili elezioni anticipate. Partiamo da una buona notizia, che non significa “scampato pericolo” ma un incombente e pesante rischio per il Belpaese. La Commissione Permanente Affari Costituzionali del Senato ha valutato inammissibili, in quanto estranei al disegno di legge, i due emendamenti al disegno di legge di conversione del decreto “Milleproroghe” con i quali si voleva introdurre, di fatto, un nuovo condono edilizio. C’è da chiedersi cosa sarebbe accaduto se non fossero state estranee alla legge in discussione. Le proposte emendative erano state avanzate, per l’ennesima volta, da diciassette senatori del PdL a prima firma Sarro e Nespoli.
Oltre alla riapertura dei termini per la sanatoria degli immobili abusivi si proponeva lo stop alle demolizioni degli edifici abusivi in Campania. Con la prima parte emendativa sarebbe diventato possibile modificare la Legge 326/2003, ammettendo nel 2011 la sanatoria delle opere edilizie realizzate entro il 31 marzo 2003 in aree tutelate dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, D.lgs. 42/2004. Con una straordinaria piroetta retroattiva il condono avrebbe ammesso anche i soggetti cui era stata precedentemente rigettata l’istanza di regolarizzazione. Si prevedeva quindi la sospensione dei procedimenti sanzionatori di natura penale e amministrativa, anche se già avviati o relativi a sentenze passate in giudicato. In barba alla bandierina federalista della Lega non solo si volevano sospendere tutte le sentenze della magistratura per abbattere case abusive, ma anche le ordinanze comunali, provinciali e regionali. Così si volevano sanare ville e villini che sorgono dentro i parchi lombardi e veneti, le case costruite sui costoni rocciosi di Ischia, a permanente rischio frana, le case costruite nella valle dei templi ad Agrigento, le case costruite a Palermo sul monte Pizzosella, le case di San Fratello, con l’allarme per il rischio frane lanciato dai geologi. Così per le case lungo la costa ligure e lungo la costa amalfitana. Alla faccia degli ecomostri da abbattere.
La seconda parte del testo avrebbe sospeso fino al 31 dicembre 2011 le demolizioni degli immobili realizzati in Campania in violazione dei vincoli paesaggistici se a fini non speculativi e utilizzati come prima abitazione da soggetti sforniti di un altro alloggio.
Da non credere, infatti esponenti di ordini professionali, istituti di ricerca e membri dell’associazionismo ambientalista, avevano chiesto il ritiro della proposta, appellandosi anche ai presidenti delle Commissioni di Palazzo Madama . L’Italia ha già conosciuto una successione di ondate di cemento illegali e deturpanti: nel 1993 furono realizzati 58000 edifici fuorilegge, 59000 nel ’95 e nel 1994, con il condono Berlusconi-Radice ne furono realizzati 83000, mentre la sanatoria del 2003 ha prodotto, secondo i dati forniti da Legambiente, 40 mila nuove case illegali. Quanta identità vogliamo perdere quanti flussi turistici vogliamo vedere andare ancora altrove nella competizione internazionale? Quanto si vuole calpestare della Costituzione? La Repubblica ha il compito di tutelare il paesaggio ai sensi dell’art.9 Costituzione ed oggi anche in virtù della Convenzione europea sul paesaggio siglata a Firenze il 20.10.2000. La Consulta ha affermato una concezione ampia di “paesaggio” anche grazie alla legge n.431/85 ( legge Galasso) che ha individuato intere categorie di beni direttamente assoggettati ope legis a tutela in forza del loro particolare interesse ambientale, si passa così dalle bellezze naturali, intese come dimensione solo estetica del territorio, ai “beni ambientali” come beni culturali che interessano vaste porzioni di territorio nazionale. Con il Codice dei beni cultuali e del paesaggio (D.lgs. 22 gennaio 2004 n.42), si conclude una lunga evoluzione legislativa in materia di tutela e valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente. Con la nuova disciplina legislativa il ‘paesaggio’ è “una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni”, è comprensivo di tutti gli aspetti della tutela paesaggistico-ambientale e quindi un bene culturale che, come le opere d’arte e i monumenti, è oggetto di tutela e di riqualificazione. Salvatore Settis con la pubblicazione di “ Paesaggio Costituzione cemento” coglie la contraddizione tra il dettato costituzionale e la pratica e la cultura materiali quotidiane: “E’ oggi più che mai necessario parlare di paesaggio”.
“Il degrado di cui stiamo parlando non riguarda solo la forma del paesaggio e dell'ambiente, e nemmeno solo gli inquinamenti, i veleni, le sofferenze che ne nascono e ci affliggono” è la condivisione del nostro territorio e delle nostre regole di convivenza ad essere a rischio. Così, nella Campania del disastro di Pompei Il sindaco di Monte di Procida Francesco Paolo Iannuzzi , rinnova l’appello ai Sindaci della Campania affinché si mobilitino in favore dell’iniziativa intrapresa dal senatore del Popolo della Libertà Carlo Sarro “Molti colleghi si sono già messi in contatto con me per dare man forte alle proposte di emendamento che saranno discusse domani. Dunque mi sento in dovere, ancora una volta, di chiedere l’appoggio di tutti i miei colleghi Sindaci della Campania alla proposta di legge del Senato in modo che il legislatore provveda, se non altro temporaneamente, alla sospensione delle demolizioni in attesa che la Regione Campania si doti di un Piano Paesistico. Tutto ciò nell’interesse massimo della tutela dei diritti dei cittadini e dell’ambiente. Per questo mi appello ancora una volta anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Senato Renato Schifani”. La compulsività sanatoria di Sarro e Nespoli ha un retroterra robusto da non credere, il “fiduciato” ministro Bondi ha niente da dire in proposito?
un grido: Costituente Civica
Un grido.
Se non ora quando? Cos’altro deve accadere alle principali cariche istituzionali, alla libera espressione nella televisione pubblica e privata, alla dignità delle persone perché i gruppi dirigenti dell’opposizione parlamentare condividano un processo costituente nel nome della democrazia repubblicana? I diversivi potranno essere molteplici: dalla proposta alta avanzata sul Corriere della Sera, alla diffamazione sui quotidiani di famiglia, senza tralasciare la campagna acquisti e la ripetizione ossessiva di una verità altra sul reality di Arcore. Intanto l’Italia è sulla soglia della rottura. Per quanto maldestra l’armata Brancaleone della Lega potrebbe trovarsi di fronte ad una rottura di fatto tra il sistema economico-imprenditoriale del Nord e il resto del Paese. Un Paese al quale non viene neanche più riconosciuta la strategicità peninsulare nel Mediterraneo mentre saltano i regimi familistici che garantivano agli stati del Nord Africa di operare come barriera-filtro nei confronti dell’integralismo islamico. Di fronte al federalismo contraffatto in salsa padana come non vedere la necessità di un’Italia federale parte costitutiva di un’Europa federale capace di azione? Come non vedere la necessità di riforme compiute, capaci di sostituire ciò che si ritiene superato senza continuare ad aggiungere, aggiungere, aggiungere: così facendo oltre agli enti inutili, perfettamente in salute, avremo le istituzioni inutili, ma operative, con il loro bilancio, le loro cariche, le loro nomine, i loro consulenti, le loro assunzioni, le loro auto blu ed il loro potere di scambio locale. Non è tanto il quasi 30% di disoccupazione giovanile che ci deve preoccupare, quanto la diffusa rinuncia a pensare e a pretendere un altro futuro diverso dalla scelta tra precarietà e prostituzione dell’identità e dei corpi. Perciò è necessario che le forze politiche attuali vadano oltre sé stesse. In gioco c’è la capacità di culture ed indirizzi adeguati alle sfide di un mercato di dimensioni globali nel quale competono sistemi locali a qualità specifiche, un insieme composto da qualità delle infrastrutture e dei servizi, della sicurezza sul lavoro e della qualità della produzione, dell’amministrazione e della formazione, dell’ambiente e del vivere sociale. Un insieme, appunto, che tocca alla politica fare riconoscere ed agire come tale. In gioco ci sono questioni prodotte dall’innovazione tecnologica e scientifica non riconducibili alle antinomie dello scorso secolo, bioetica e fine vita, ambiente ed energia, costituiscono oggi problemi da affrontare efficacemente e non occasioni per affermare simbolo e collocazione nel mercato elettorale. Ma c’è di più, c’è qualcosa che viene prima delle questioni che sono in gioco: c’è il gioco stesso, le sue regole, l’arbitro, il campo, i giocatori, le società e il pubblico. E’ tutto questo che sta saltando in una sorta di schizofrenia, di rovesciamento del significato delle parole e di delegittimazione del significante. Non importa attraverso quali mezzi l’importante è che vinca la squadra di cui sono sostenitore. Ma questa non è un partita di calcio, non siamo tifosi che gioiscono per la vittoria sull’Inghilterra grazie alla mano di Maradona. Qui si sta pregiudicando una cultura della cittadinanza condivisa, l’idea che diritti e doveri valgono per tutti, che le istituzioni e la costituzione, il paesaggio e i beni culturali, il talento cognitivo dei giovani italiani, costituiscano un Bene Comune rispetto al quale sentirsi responsabilizzati. Di questo si tratta. Allora invece di reagire con disappunto o con compatimento alla indisponibilità alla candidatura a sindaco di Milano, di un giovane professionista di valore, socialmente impegnato, come Umberto Ambrosoli, occorre interrogarsi. Perché le proposte dei partiti politici e dei gruppi dirigenti attuali, risultano strumentali e non hanno la capacità di coinvolgere la ragione e l’emozione delle persone più belle? Perché non riconosce come necessità politica la pratica di forme e modi di partecipazione che non considerino le persone di valore e le loro competenze solo come testimonial, verso il quale avere riconoscenza nelle future nomine. Lo so che questa è l’antropologia vigente e chi la rifiuta risulta presuntuoso e velleitario, ma è questa antropologia che usa le leggi elettorali per nomine feudali (ius primae noctis incluse), il potere economico per la compravendita di parlamentari, l’amicizia in luogo della competenza, la cosa pubblica come risorsa contendibile da cordate. Non c’è da scherzare, quando andiamo all’estero non siamo più chiamati a rispondere alla battuta su Berlusconi ma ci chiedono cosa ci sta succedendo? cosa ci è successo? come cittadini, come italiani. Abbiamo costruito la deriva personalistica e plebiscitaria con l’elezione diretta di sindaci e governatori, che contestualmente svuotava di poteri le assemblee elettive, abbiamo lasciato un conflitto di interessi mediatici in un paese omologato dalla televisione, come denunciava Pasolini, ora temiamo il peggio ma non sappiamo quale possa essere. Il 40% degli elettori non vota e alle primarie del PD votano i cinesi: la maionese è impazzita.
Per questo non trova più alcuna ragione il timore o l’imbarazzo politici a condividere un percorso difficile e duro di risignificazione della politica. Ecco perché la proposta di poli civici alle prossime amministrative deve costituire un momento di verità e non uno strumento testimoniale. Così gli esponenti dei partiti, vecchi e costituendi, si possono trovare insieme a fare e pensare politica con le belle persone come Umberto Ambrosoli, tanto numerose nella sussidiarietà italiana.
Il viaggiatore leggero parla a tutti noi, ancora
Il viaggiatore leggero parla a tutti noi, ancora
13 febbraio 2011
Fuori da ogni demagogia insita nella semplificazione dello scontro politico, credo che il senso della partecipazione alla manifestazione promossa da tante donne, almeno il mio, risieda nella reazione all'insopportabile manipolazione del significato delle parole e delle azioni simboliche. Così chi propugna il "family day paga per il sesso" ( così sarebbe comunque libero?) e chi è contro la 194 e la RU 486 organizza una iniziativa a favore del satrapismo senile dove la libertà sessuale è direttamente proporzionale al potere d'acquisto e di scambio, salvo inasprire, in Parlamento, le pene per il reato di prostituzione. C'è la necessità di uscire dalle simulazioni e dalle dissimulazioni, la libertà, il rispetto delle differenze parte dalla verità e dalla non subordinazione, pagata o meno.