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.: Il Blog di Fiorello Cortiana
Venerdì, 4 Febbraio, 2011 - 12:11

pericolo scampato?

E’ notte per la politica parlamentare italiana e così tutte le vacche sono nere, o se preferite “ci stanno a’ provà” a Milano si dice “se la và la gà i gamb”. Così il decreto “Milleproroghe” proposto dal Governo è diventato una manovra in cui la stessa maggioranza ha proposto 1200 emendamenti, di tutto e di più nello scambio della compravendita parlamentare e in quello di possibili elezioni anticipate. Partiamo da una buona notizia, che non significa “scampato pericolo” ma un incombente e pesante rischio per il Belpaese. La Commissione Permanente Affari Costituzionali del Senato ha valutato inammissibili, in quanto estranei al disegno di legge, i due emendamenti al disegno di legge di conversione del decreto “Milleproroghe” con i quali si voleva introdurre, di fatto, un nuovo condono edilizio. C’è da chiedersi cosa sarebbe accaduto se non fossero state estranee alla legge in discussione. Le proposte emendative erano state avanzate, per l’ennesima volta, da diciassette senatori del PdL a prima firma Sarro e Nespoli.

 Oltre alla riapertura dei termini per la sanatoria degli immobili abusivi si proponeva lo stop  alle demolizioni degli edifici abusivi in Campania. Con la prima parte emendativa sarebbe diventato possibile modificare la Legge 326/2003, ammettendo nel 2011 la sanatoria delle opere edilizie realizzate entro il 31 marzo 2003 in aree tutelate dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, D.lgs. 42/2004. Con una straordinaria piroetta retroattiva il condono avrebbe  ammesso anche i soggetti cui era stata precedentemente rigettata l’istanza di regolarizzazione. Si prevedeva quindi la sospensione dei procedimenti sanzionatori di natura penale e amministrativa, anche se già avviati o relativi a sentenze passate in giudicato. In barba alla bandierina federalista della Lega  non solo si volevano sospendere tutte le sentenze della magistratura per abbattere case abusive, ma anche le ordinanze comunali, provinciali e regionali. Così si volevano sanare ville e villini che sorgono dentro i parchi lombardi e veneti,  le case costruite sui costoni rocciosi di Ischia, a permanente rischio frana, le case costruite nella valle dei templi ad Agrigento, le case costruite a Palermo sul monte Pizzosella, le case di San Fratello, con l’allarme per il rischio frane lanciato dai geologi. Così per le case lungo la costa ligure e lungo la costa amalfitana. Alla faccia degli ecomostri da abbattere.
 La  seconda parte del testo avrebbe sospeso fino al
31 dicembre 2011 le demolizioni degli immobili realizzati in Campania in violazione dei vincoli paesaggistici se a fini non speculativi e utilizzati come prima abitazione da soggetti sforniti di un altro alloggio.

Da non credere, infatti esponenti di ordini professionali, istituti di ricerca e membri dell’associazionismo ambientalista, avevano chiesto il ritiro della proposta, appellandosi anche ai presidenti delle Commissioni di Palazzo Madama . L’Italia ha già conosciuto una successione di ondate di cemento illegali e deturpanti: nel 1993 furono realizzati 58000 edifici fuorilegge, 59000 nel ’95  e nel 1994, con il condono  Berlusconi-Radice ne furono realizzati 83000, mentre la sanatoria del 2003 ha prodotto, secondo i dati forniti da Legambiente,  40 mila nuove case illegali. Quanta identità vogliamo perdere quanti flussi turistici vogliamo vedere andare ancora altrove nella competizione internazionale? Quanto si vuole calpestare della Costituzione?  La Repubblica ha il compito di tutelare il paesaggio ai sensi dell’art.9 Costituzione ed oggi anche in virtù della Convenzione europea sul paesaggio siglata a Firenze il 20.10.2000. La  Consulta ha affermato una concezione ampia di “paesaggio”  anche grazie alla legge n.431/85 ( legge Galasso) che ha individuato intere categorie di beni direttamente assoggettati ope legis a tutela in forza  del loro particolare interesse ambientale, si passa così dalle bellezze naturali, intese come dimensione solo estetica del territorio, ai “beni ambientali” come beni culturali che interessano vaste porzioni di territorio nazionale. Con il Codice dei beni cultuali e del paesaggio (D.lgs. 22 gennaio 2004 n.42), si conclude una lunga evoluzione legislativa in materia di tutela e valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente. Con  la nuova disciplina legislativa il ‘paesaggio’ è “una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni”, è comprensivo di tutti gli aspetti della tutela paesaggistico-ambientale e quindi un bene culturale che, come le opere d’arte e i monumenti, è oggetto di tutela e di riqualificazione. Salvatore Settis con la pubblicazione di “ Paesaggio Costituzione cemento” coglie la contraddizione tra il dettato costituzionale e la pratica e la cultura materiali quotidiane: “E’ oggi più che mai necessario parlare di paesaggio”.
 “Il degrado di cui stiamo parlando non riguarda solo la forma del paesaggio e dell'ambiente, e nemmeno solo gli inquinamenti, i veleni, le sofferenze che ne nascono e ci affliggono” è la condivisione del nostro territorio e delle nostre regole di convivenza ad essere a rischio. Così, nella Campania del disastro di Pompei Il sindaco di Monte di Procida Francesco Paolo Iannuzzi , rinnova l’appello ai Sindaci della Campania affinché si mobilitino in favore dell’iniziativa intrapresa dal senatore del Popolo della Libertà Carlo Sarro “Molti colleghi si sono già messi in contatto con me per dare man forte alle proposte di emendamento che saranno discusse domani. Dunque mi sento in dovere, ancora una volta, di chiedere l’appoggio di tutti i miei colleghi Sindaci della Campania alla proposta di legge del Senato in modo che il legislatore provveda, se non altro temporaneamente, alla sospensione delle demolizioni in attesa che la Regione Campania si doti di un Piano Paesistico. Tutto ciò nell’interesse massimo della tutela dei diritti dei cittadini e dell’ambiente. Per questo mi appello ancora una volta anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Senato Renato Schifani”. La compulsività sanatoria di Sarro e Nespoli ha un retroterra robusto da non credere, il “fiduciato” ministro Bondi ha niente da dire in proposito?